L'ASSESSORE PER I BENI CULTURALI ED AMBIENTALI E DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE Visto lo statuto della regione; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637, recante norme di attuazione dello statuto della regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di antichita' e belle arti; Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del Governo e dell'ammistrazione della regione siciliana, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 1979, n. 70; Visto il decreto del Presidente della Repubblica n. 805/1975; Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80; Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116; Vista la legge 29 giugno 1939, n. 1497, sulla protezione delle bellezze naturali e panoramiche; Visto il regolamento di esecuzione della predetta legge n. 1497, approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357; Vista la legge 8 agosto 1985, n. 431; Visto il decreto n. 1439 del 25 maggio 1991, con il quale e' stata ricostituita, sino al 25 maggio 1995 la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta, ai sensi della legge n. 1497/1939 e del decreto del Presidente della Repubblica n. 805/1975; Esaminato il verbale n. 19, redatto nella seduta del 29 aprile 1994, nella quale la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta ha proposto di sottoporre a vincolo paesaggistico la Valle del Salso o Imera Meridionale, interessante porzioni di territorio dei comuni di Caltanissetta e S. Caterina Villarmosa; Accertato che il predetto verbale del 29 aprile 1994 e' stato pubblicato all'albo pretorio dei comuni di Caltanissetta e Santa Caterina Villarmosa e depositato nelle segreterie dei comuni stessi per il periodo prescritto dalla legge n. 1497/1939, e, precisamente, dal 17 maggio 1994 al 17 agosto 1994 e dal 17 maggio 1994 al 16 agosto 1994, rispettivamente; Esaminate le opposizioni alla proposta di vincolo, pervenute tutte nei termini di cui alla gia' menzionata legge n. 1497/1939, formulate da: sindaco di Caltanissetta, nella qualita', datata 16 agosto 1994, prot. n. 31706; Confederazione nazionale coltivatori diretti, federazione provinciale di Caltanissetta, data 27 luglio 1994, prot. n. 741; consiglio comunale di Santa Caterina Villarmosa (delibera n. 110 dell'8 agosto 1994) datata 19 agosto 1994, prot. n. 7698; i cittadini: Fiandaca Claudio, Fiandaca Giuseppe, Dell'Utri Felice Michele, Dell'Utri Rosaria Maria, Dell'Utri Mario, Dell'Utri Felice Salvatore, Arnone Angela Maria, Zirilli Alba, con nota prot. n. 32464 del 12 agosto 1994; Unione provinciale agricoltori di Caltanissetta (sottoscritta in fogli allegati dai soci) pervenuta il 12 agosto 1994, prot. n. 5907; Unione provinciale agricoltori e dai comuni di Caltanissetta e Santa Caterina Villarmosa con cinquanta firme in calce; Unione provinciale agricoltori e dai comuni di Caltanissetta e Santa Caterina Villarmosa su cinquecentododici moduli prestampati. In dette opposizioni si osservano: A) la percezione del paesaggio posta a fondamento della proposta di vincolo in argomento e' quella riferita alla visione offerta dai percorsi veicolari, il che non sembra corrispondere ai dettami dell'art. 1, comma 4, della legge n. 1497/1939; B) la mancanza dei connotati di bellezza d'insieme dei singoli elementi descritti nella proposta di vincolo, i quali non comporrebbero un dato unitario, come richiesto dalla legge, ma sarebbero riducibili alla natuale composizione del territorio; C) la percezione del paesaggio, inteso come percorso veicolare, alla quale non puo' recare pregiudizio l'attuale destinazione urbanistica di zona rurale, che comprende opere di scarso impatto ambientale; D) l'ostacolo gravante sull'economia locale, essendo il vincolo un freno allo sviluppo edilizio ed industriale; E) l'aspetto limitativo che il vincolo verrebbe a creare in rapporto alla liberta' d'impresa ed alla libera iniziativa degli operatori economici del settore agropastorale; F) l'illegittimita' del vincolo per la sua genericita' e per la vastita' dell'area sottoposta a tutela; G) il richiamo, ritenuto indebito alla struttura geologica o geomorfologica del territorio, ognuna episodio costante della forma del paesaggio, e che costituirebbe, pertanto, una situazione del tutto comune e rinvenibile in quasi tutto il territorio dell'isola; H) l'assoluta carenza di motivazione dell'apposto vincolo che conseguentemente appare illegittimo in quanto frutto di eccesso di potere; I) l'operato della commissione provinciale BB.NN., illegittimo per violazione di legge non essendo stato indicato nella pubblicazione l'autorita' alla quale era possibile ricorrere; L) il mancato sopralluogo da parte della commissione; M) il mancato interpello del sindaco di Santa Caterina Villarmosa; N) i drammatici effetti sull'agricoltura locale, per come il vincolo e' stato strutturato; O) l'erronea osservazione contenuta nella proposta di vincolo, che la costruzione dell'autostrada A19 e della strada a scorrimento veloce Caltanissetta-Gela hanno accresciuto la qualita' paesistica dei luoghi; P) la legge non prevede che sia possibile invitare altre soprintendenze ad effettuare un'azione di tutela coordinata con quella della soprintendenza che propone il vincolo, come erroneamente indicato nel verbale della commissione provinciale BB.NN.; Q) alcuni componenti della medesima commissione, nel corso della votazione per l'approvazione del verbale del 29 aprile 1994 si sono astenuti dal voto; Esaminate le controdeduzioni rese dalla competente soprintendenza con nota prot. n. 2509 del 23 giugno 1995; Accertato che la percezione ed il godimento del paesaggio nella dimensione oggi consueta avviene per lo piu' lungo percorsi veicolari. Il paesaggio piu' fruito si e' modificato, nello spazio e nel tempo, da "veduta" da un punto fisso (belvedere), a "paesaggio laterale", che configura e viene configurato da un percorso. Questa nuova dimensione del paesaggio veniva gia' identificata, alla fine del XIX secolo, dalla massima associazione italiana di turismo culturale, il Touring Club, che dedicava nelle sue guide ampio spazio alle descrizioni panoramiche dei percorsi. Oggi la dimensione temporale, per la riduzione dei tempi di percorrenza, ha l'effetto di comprimere ambiti geografici vasti e vastissimi, in una unita' percettiva e panoramica in cui le singole vedute divengono episodi di un unico contesto. La Sicilia centro-meridionale e' luogo di un unicum paesistico: l'altopiano gessoso-solfifero, che, oltre alla rarita' della formazione geo-morfologica, possiede valenze estetiche e storiche di grande suggestione e valore culturale. Asse morfologico dell'altopiano e' il Salso o Imera Meridionale. La costruzione dell'autostrada Palermo-Catania (A19) e della strada S.V. Caltanissetta-Gela lungo il corso del fiume, ha reso la sua valle uno dei principali contesti di fruizione paesaggistica e di formazione di immagini indimenticabili della morfologia siciliana per qualunque viaggiatore, visitatore o turista. Questa unicita' del contesto panoramico si riconosce descrivendo i singoli ambiti paesaggistici che, susseguendosi ed intersecandosi, costruiscono una "serie panoramica" individuabile e circoscrivibile. La Valle del Salso, infatti, nell'attuale percezione, e' costituita da un insieme continuo di quadri panoramici formati da elementi naturali percorsi dalla storia millenaria dell'insediamento umano. Nel contesto paesaggistico da tutelare (la Valle del Salso), si inseriscono, quindi, ambiti panoramici, o unita' paesaggistiche sequenziali, caratterizzate dai rilievi e dalle cime che delimitano l'ultimo orizzonte e quindi dalle vedute delle valli, le quali costituiscono l'orizzonte prossimo goduto dal percorso principale, che coincide in massima parte con il corso del fiume. La veduta e' altresi' caratterizzata da un insieme di emergenze, che conferiscono connotazioni di pregio ambientale ai quadri paesaggistici: le strutture naturali, il sistema storico di difesa e di presidio del territorio, gli insediamenti umani, la struttura agricola, le miniere di zolfo. Percorrendo la A19 Palermo-Catania, da nord verso sud, lasciati alle spalle il castello ed i grandi pini di Resuttano, con una grande curva a sinistra si entra nel regno di Persefone: la teoria delle vedute ha una frequenza intensa, la valle di stringe, l'orizzonte e' chiuso tutt'intorno. Questi caratteri individuano il primo ambito paesaggistico che si conclude allo stretto di Capodarso e che e' caratterizzato da pregevoli vedute. Subito dopo le quinte formate dal Monte Maccarrone e Cozzo del Daino, rilievi di arenarie gessose con inglobato un semicerchio di tripoli e calcari, il paesaggio si apre nella vallata dove confluiscono il Salso, l'Imera Meridionale ed il torrente Vaccarizzo. Sull'orizzonte occidentale, in testa a una cresta rocciosa, domina il sito del castello di Risicallo, fortezza medioevale, elemento del contesto di difesa delle vie interne che dalla costa meridionale arrivano a Palermo. La valle e' caratterizzata da una piccola piana fluviale che si interrompe contro i calanchi della contrada Mucciarello e si richiude poi con lo stretto di Cozzo Sommacco e Cozzo Garcia. Le caratteristiche di questo tratto sono quelle di una valle stretta, dove il fiume si intravede e procede per anse brevi. Superato lo stretto, il Ponte dei Cinque Archi scavalca il fiume lungo il percorso dell'antica strada per Catania. L'importanza di questo manufatto per la popolazione e' stata tale che le sue caratteristiche costruttive e formali hanno determinato un nuovo toponimo che identifica tutta una localita'. Da qui il fiume si appalesa; le anse del suo corso si allargano e gli orizzonti cominciano ad aprirsi. Nel territorio di Santa Caterina si riconosce, nel breve tratto del versante orientale della valle (che rientra nella competenza territoriale della provincia di Caltanissetta), una modificazione del paesaggio agrario, un nascosto sconvolgimento, dovuto alla presenza della miniera Garcia, ai residui cumuli di rosticcio ed ai resti di opifici. Come sempre coesiste con la miniera la masseria omonima. Continuando il percorso verso sud, si lasciano alle spalle il Cozzo Rocca ed il Monte Santa Cristina, formazioni di gessi ed argille, coltivati a frumento ed in parte boscati con monocoltura di eucaliptus e si prosegue nel succedersi di rilievi diversi per struttura geologica e geomorfologica, ma ognuno episodio costante della forma del paesaggio. Si alternano le sommita' di calcari e gessi luccicanti alle valli brevi, a tratti profonde con i toni del verde-azzurro per le ombre della vegetazione. Nel versante orientale del Monte Santa Cristina sta l'antica masseria di Mustogiunto, posti a presidio dei feudi. All'interno del vallone Manche di Rocca si affacciano zone boscate a monocoltura quasi esclusiva di eucaliptus: macchie nel paesaggio agrario; dissonanze morfologiche e storiche che si presentano episodicamente nella valle. Proseguendo verso sud, alta e improvvisa si erge la lunga crosta arenaria di contrada Garlatti, prima latente all'orizzonte, con grotte ed anfratti, dove il blocco stereometrico della masseria domina la veduta, circondata da un bosco di conifere ed eucalipti. Di fronte, sul versante orientale, quasi a specchio, e' posta la masseria Turolifi. Fronteggia Cozzo Garlatti il Monte Stretto che continua ad ovest con la cresta di Gessolungo dove la masseria omonima governava la contrada che comprende il sito della grande miniera di zolfo. Queste miniere insieme alla Giordano piu' piccola formano il "paesaggio minerario" dell'area compresa tra Monte Stretto e Sabucina: paesaggio sconvolto e segnato dai cumuli di ginisi dai quali emergono gli archi e le ciminiere dei forni, i calcheroni ed i castelletti dei pozzi: pagine della storia e della cultura materiale di questa terra; testimonianze della perduta ricchezza dello zolfo, del quale la Sicilia era il massimo produttore del mondo. I luoghi della produzione agricola ed industriale si intrecciano e si confondono, antica ricchezza territoriale: l'oro dello zolfo, vicenda conclusa in un secolo e mezzo; l'oro del grano, con un ciclo che ancora struttura la terra. Usciti dall'autostrada seguendo il corso del fiume, si prosegue lungo la strada veloce Caltanissetta-Gela. Dopo la stazione di Imera la valle presto si chiude; la strada si incassa nella gola della Pistacchieria sfiorando quasi le pareti di Sabucina e Capodarso. Per quanto breve, il percorso impressiona. Le pareti della gola si alzano e si avvicinano e lo sbocco dell'orrido si avverte solo alla fine della gola, dove l'orizzonte si apre su una vasta pianura. Subito a valle dello stretto e' il Ponte di Capodarso che scavalca il Salso con un monumentale arco di pietra: una delle tre meraviglie della Sicilia ricordate dalla tradizione popolare. Qui si inizia il secondo ambito panoramico: la veduta si apre, il paesaggio si allarga, le valli laterali diventano ampie ed estese, le anse del fiume procedono pigre, spiegandosi e tornando su se stesse. Una vasta piana attira lo sguardo in perfetta, simmetrica opposizione con la strettissima gola appena attraversata. Subito dopo il ponte si susseguono, in primo piano, i massicci di arenaria di Sabucina e dei Lannari. Lungo il fiume, nella valle, e' posto il grande fabbricato rurale della Dispensa. Paesisticamente il rilievo di Sabucina assume valenze complesse ed importanti: territorio agricolo alle falde, ancora commisto di mandorli, olivi e rari vigneti, salendo in cima e' allo stesso tempo emergenza e belvedere. Risalendone le pendici lungo la s.s. 122 si apprezza il sito archeologico indigeno ellenizzato, dalla sommita' del quale la vista si spinge alle Madonie, all'Etna ed al mare africano. La suggestione delle cave di pietra abbandonate, dove le piante pioniere riconquistano l'habitat, creano un biotipo particolarissimo in cui i piani e le pareti verticali di nuda roccia sono struttura singolare del processo di rinaturalizzazione. Ed ancora sul versante sud-ovest si staglia il "paesaggio di cava", con le geometrie surreali ed imponenti della natura lavorata dall'uomo. Contrappunto al villaggio di Sabucina e' il tavolato dei Lannari, sito archeologico romano, con l'alta cresta di arenaria modellata dal vento e frantumata dalle frane, coi massi rotolati lungo le pendici e dispersi come resti di un immenso tempio distrutto da un ciclope infuriato. Superati i Lannari si apre, a destra l'ampia Valle della Serra della Difesa: qui due torrenti paralleli (vallone della Difesa e torrente Iuculia) hanno scavato l'argilla lasciando un alto vallum di calanchi che dal fiume punta alle alture di Caltanissetta. Sul crinale della serra la vecchia trazzera per Pietraperzia disegna un altro percorso panoramico di notevole interesse per il godimento del paesaggio. Arrampicandosi verso nord-ovest tra le guglie calcaree delle Puntare di Gulfi, insediamento rupestre di epoca greca, si arriva al castello di Pietrarossa posto a difesa e presidio della valle, di fronte al castello di Pietraperzia. Anche Pietrarossa e' emergenza, punto di belvedere, sito archeologico con stratificazioni che risalgono alla preistoria. Il bianco calcare di Gibil Gabib conclude la Valle della Difesa verso sud. Imponente emergenza naturale ed importante sito archeologico, il rilievo di Gibil Gabib affonda le sue pendici nel fiume, stringendo appena la valle, concludendosi con due alte puntare e cioe' Puntara Agnelleria e la cima della collina di S. Anna, dove s'innalza per 286 m l'antenna della radio, primato mondiale fino alla fine degli anni ottanta, simbolo di progresso che avanzava, oggetto di innovazione tecnologica, segno che identifica la citta' a scala territoriale; il percorso panoramico della strada delle zolfare che comprende la via Xiboli, che attraversa l'antico quartiere di Sant'Anna con abitazioni rupestri, lungo la quale si trovano le cappelle votive dei minatori e che si biforca poi raggiungendo le miniere di Gessolungo e Trabonella; il castello di Pietrarossa con il complesso degli Angeli, sito archeologico e storico monumentale, belvedere sulla Valle del Salso; la piazzetta con l'abbeveratoio del Canalello, uno dei punti privilegiati dell'area urbana per il godimento del panorama della Serra della Difesa e di Gibil Gabib; Ritenuto che l'apposizione del vincolo ai sensi dell'art. 1, punto 4, della legge 29 giugno 1939, n. 1497, va a costituire un sistema integrato di tutela e salvaguardia del territorio che puo' evitare gravi alterazioni dell'immagine paesistica di un'area cosi' sensibile provocate da usi impropri o opere indiscriminate, distintive dell'attivita' antropica. La descrizione dell'area della Media Valle del Salso o Imera Meridionale evidenzia la densita' delle presenze di notevole interesse che, insieme con la fitta maglia di aree tutelate ai sensi della legge n. 431/1985, rendono pieno conto dell'importanza paesistica dei singoli siti e dell'insieme da essi costituito. In tal senso il vincolo paesistico non puo' costituire limite per lo sviluppo, ma garanzia che questo avvenga in forme programmate e rispettose delle valenze panoramiche dei luoghi. Inoltre stabilisce condizioni di parita' nei confronti dei detentori degli immobili della valle, poiche' l'intera area viene sottoposta a tutela come unita' territoriale e non soltanto alcune parti di essa; Accertato che l'area della Media Valle del Salso o Imera Meridionale, oggetto della misura di salvaguardia in argomento e' perimetrata vincolisticamente come segue: dall'incrocio tra i confini provinciali di Palermo, Enna e Caltanissetta si segue, verso ovest, il confine provinciale tra Caltanissetta e Palermo. Si prosegue lungo il limite tra i fogli catastali numeri 11 e 12 del comune di Santa Caterina Villarmosa e traversando la regia trazzera Termini-Priolo si percorre verso sud la regia trazzera Santa Caterina-Alimena fino al torrente della Cava che si segue per un breve tratto fino alla confluenza del torrente Vaccarizzo. Si risale quest'ultimo fino al confine tra i fogli numeri 25 e 26 che si percorre fino alla strada vicinale Castello lungo la quale si prosegue verso sud, fino all'incrocio con la regia trazzera Caltanissetta-Alimena. Questa strada si percorre fino all'incrocio tra i fogli catastali numeri 33 e 34 del comune di Caltanissetta. Si segue questo confine fino al torrente Noce Confidato che si discende fino al limite con la frazione della provincia di Enna che si percorre, prima verso est e poi verso sud, giungendo ad incrociare il torrente dell'Arenella che si segue fino alla confluenza con il torrente Anghilla'. Si risale quest'ultimo, proseguendo poi lungo i confini dei fogli catastali del comune di Caltanissetta di seguito elencati: numeri 57-89, 88-89, 88-90, 83-87, 84-87 e 86-87, raggiungendo la s.s. Caltanissetta-Siracusa. Si segue la statale continuando verso est lungo il confine tra le particelle numeri 223-234, 228-229 e 273-274, fino alla particella C che viene compresa nel perimetro. Si continua lungo la strada vicinale Monte San Giuliano e quest'ultima via si percorre continuando verso nord lungo la trazzera Caltanissetta-Santa Caterina-Termini, questa si ricongiunge con il confine del foglio n. 91; quest'ultimo si segue verso est fino alla strada vicinale Firrio Santo Spirito e si prosegue, verso sud-ovest, lungo il confine del foglio n. 92 fino al limite del foglio n. 93. Il confine del foglio n. 93 si percorre per un breve tratto raggiungendo la via Xiboli e la via dei Vespri Siciliani, quest'ultima si segue fino alla chiesa di Santa Croce e poi si continua lungo il confine tra i fogli numeri 125 e 128 (tracciato dalla via di Santa Domenica) continuando lungo la via degli Angeli fino al confine con il foglio n. 131, da cui resta esclusa al vincolo la particella B. Il perimetro dell'area di via degli Angeli continua lungo la strada vicinale degli Angeli che porta al primo braccio del torrente della Difesa. Si segue il corso di quest'ultima fino alla confluenza con il secondo braccio dello stesso torrente, che si risale per un breve tratto fino al confine tra i fogli di mappa numeri 129 e 130. Si percorre detto confine giungendo alla strada vicinale di Pietracucca che si segue in direzione nord, proseguendo lungo la via S. Nicolo' fino al viale Amedeo e includendo la piazzetta con l'abbeveratoio del Canalello. Si prosegue per un breve tratto lungo il detto viale fino alla via Stazzone, che si percorre verso sud giungendo alla s.s. 191. Da quest'ultima si imbocca, subito sulla sinistra, la regia trazzera Caltanissetta-Pietraperzia fino all'incrocio con la strada vicinale Calderaro-Misteci che si segue fino alla vicinale Valle di Gibil Gabib; questa si percorre per un breve tratto verso sud-est fino al torrente Lanzarotta, che si segue fino all'incrocio con il confine dei fogli di mappa numeri 174 e 229, il quale raggiunge poi la s.s. 191; si percorre la stessa fino alla strada Caltanissetta-Ravanusa. Lungo questa strada, continuando verso ovest, si arriva alla strada vicinale Prestianni-Furiana-Trearatati, la si segue procedendo poi lungo la strada vicinale Prestianni-Furiana che si va a congiungere alla strada provinciale Caltanissetta-Delia. Quest'ultima si segue verso sud e si imbocca poi la strada provinciale bivio Ramilia-Sommatino fino all'incrocio con la vicinale Cappellano-Draffu' che si percorre per un breve tratto verso ovest, giungendo al confine con i fogli numeri 289 e 290; lungo questo confine si procede verso sud fino al limite comunale tra Caltanissetta e Sommatino. Su questo confine comunale si prosegue verso est, continuando poi lungo quello tra Caltanissetta e Mazzarino, andando ad incontrare il confine provinciale tra Caltanissetta ed Enna. Da questo punto si segue il confine provinciale verso nord, raggiungendo il punto in cui si incontrano i confini delle tre province di Palermo, Enna e Caltanissetta, chiudendo cosi' il perimetro dell'area sottoposta a vincolo; Ritenuto che le motivazioni riportate nel succitato verbale del 29 aprile 1994 a supporto della proposta di vincolo dei territori della Media Valle del Salso o Imera Meridionale, come descritte nel verbale del 29 aprile 1994 che costituisce parte sostanziale del presente provvedimento, sono sufficienti e congrue e testimoniano dell'elevato interesse pubblico rivestito dalla zona; Rilevato in ordine alle sopraelencate opposizioni e osservazioni che: A) l'autostrada puo' ben essere considerata belvedere accessibile al pubblico, con la conseguenza che il vincolo della tutela paesistica emesso ai sensi della legge n. 1497/1939 legittimamente puo' trarre le mosse da detto punto di vista; la giurisprudenza ha pacificamente ammesso la legittimita' di un vincolo imposto per tutelare i punti di vista di una strada panoramica (Consiglio di Stato, sezione I, n. 162/56 - Consiglio di Stato, sezione I, n. 974/73); B) il vincolo di bellezza d'insieme non postula necessariamente che ogni singola cosa compresa nel paesaggio abbia carattere di bellezza d'insieme (Consiglio di Stato, sezione I, n. 424/60). L'oggetto del vincolo e' la Valle del Salso quale struttura morfologica complessa nelle interrelazioni fra il fondovalle ed i versanti; C) negli ultimi decenni le opere regolarmente costruite nella zona rurale, assentite e non, hanno determinato danni incalcolabili al paesaggio per l'assoluta indifferenza ai problemi della tutela paesistica. Basti pensare alle sistemazioni idrauliche, alle infrastrutture viarie, alle cave, a interi "quartieri" residenziali che hanno profondamente modificato, in senso negativo, i quadri paesistici. In questo senso l'attuale normativa urbanistica non garantisce il corretto uso del territorio. Cio' e' tanto evidente che la stessa amministrazione che si oppone al vincolo afferma la necessita' di una normativa nella zona rurale che ponga particolare attenzione alla tipologia degli insediamenti, di un piano agro-ambientale che determini gli insediamenti e le colture compatibili e di un piano territoriale paesistico esteso a tutto il territorio comunale. Il piano territoriale paesistico, tuttavia, e' atto successivo all'apposizione del vincolo; D) il vincolo paesistico non e' di ostacolo all'economia locale essendo diretto ad impedire che le bellezze naturali siano alterate da uno spontaneo e disorganico sviluppo edilizio ed industriale della zona (T.A.R. Molise n. 127/79). In realta' contenuto del vincolo e' quello di obbligare gli interessati a sottoporre i progetti delle nuove costruzioni o delle trasformazioni che si vogliono eseguire all'approvazione della soprintendenza, alla quale spetta, istituzionalmente il dovere di conciliare le esigenze pubbliche connesse alla conservazione delle zone vincolate con la legittima esigenza di utilizzazione della proprieta' privata (T.A.R. Catania, sezione I, 9 novembre 1990, n. 776). Se dunque il provvedimento di sottoposizione di un'area a vincolo paesaggistico non comporta una preclusione allo ius aedificandi, e' pur vero che i danni ed il deturpamento eventualmente arrecati al paesaggio costituiscono, come nel caso di specie, ragione ulteriore per giustificare il provvedimento medesimo (Consiglio di Stato, sezione VI, 5 settembre 1989, n. 1194). La proposta di vincolo e' stata approvata secondo le norme della legge n. 1497/1939, in coerenza ad un interesse pubblico costituzionalmente garantito che persegue le finalita' di preservare le bellezze naturali attraverso il controllo e l'approvazione delle attivita' che possano modificare l'aspetto esteriore delle localita', disponendo che qualunque altro interesse, pubblico o privato, incidente nella localita', trovi attuazione in armonia con il contesto naturale meritevole di tutela. La tutela delle bellezze d'insieme non ha quindi motivo di richiedere un contemperamento di interessi, posto che essa e' solamente diretta a regolare la concreta attuazione di essa in relazione all'interesse pubblico paesistico (T.A.R. Molise n. 127/79); E) il vincolo paesaggistico non presuppone l'inedificabilita' delle aree e non preclude la realizzazione di insediamenti destinati a specifiche attivita', ma comporta un controllo sul territorio. Sembra, pertanto, infondata la tesi di una compromissione del mercato fondiario. Gli opponenti ritengono che il vincolo crei nuovi controlli burocratici in grado di ostacolare iniziative e di accrescere i costi di realizzo. A piu' di un anno dalla data di apposizione del vincolo, non e' evidenziato in che modo lo stesso abbia bloccato o rallentato lo sviluppo compatibile del territorio vincolato. Per le medesime motivazioni non si vedono relazioni tra il vincolo paesistico e la pesante crisi dell'agricoltura del Nisseno. Non corrisponde al vero che il vincolo sia sinonimo di cristallizzazione. Ne sono prova le numerose autorizzazioni per costruzioni ed altro, rilasciate da questa soprintendenza dalla data dell'apposizione del vincolo in argomento. La giurisprudenza ha, tra l'altro, affermato che i beni aventi valore paesaggistico costituiscono una categoria di interesse pubblico, con la conseguenza che i vincoli imposti con provvedimento amministrativo non hanno contenuto espropriativo (Consiglio di Stato, sezione VI, 6 aprile 1987, n. 242 - T.A.R. Toscana, sezione I, 22 settembre 1990, n. 828). Inoltre la tutela del paesaggio e' di interesse preminente su qualunque altro interesse pubblico e privato e non richiede alcuna comparazione con l'interesse del privato (T.A.R. Toscana, sezione I, 21 luglio 1994, n. 440 - Consiglio di Stato, sezione VI, 27 ottobre 1988, n. 1179); F) non e' necessaria una descrizione analitica dei particolari elementi che compongono la bellezza panoramica di una zona perche' questa scaturisce unitariamente in base ad una complessiva e armonica visione di quelli (Consiglio di Stato, sezione VI, n. 228/59). E' manifestatamente infondata la questione di legittimita' del vincolo per l'eccessiva estensione dell'area sottoposta a vincolo, poiche' la qualita' dei luoghi non e' "misurabile" in termini di metri quadri. Tra i luoghi tutelati che si trovano nel pieno centro urbano di Caltanissetta, significativo appare il monte S. Giuliano. Dalla cima del colle, belvedere della citta', si ha una visione spettacolare della Valle del Salso; di qui l'esigenza di tutela di ambiti territoriali prossimi alla citta'; G) l'unicita' del territorio tutelato e' data dalla presenza della valle dell'Imera. Questo paesaggio e' il risultato di singolari modificazioni geo-morfologiche (altopiano gessoso-solfifero) e dell'uso straordinario da parte dell'uomo nel corso di cinquanta secoli. L'azione di tutela in questo senso e' rivolta a garantire il corretto uso del territorio; H) la commissione provinciale per la protezione delle bellezze naturali e panoramiche ha redatto un verbale la cui lettura permette di acquisire un'adeguata conoscenza delle bellezze naturali e delle motivazioni che hanno determinato l'apposizione del vincolo. In proposito il Consiglio di Stato ha avuto occasione di affermare che e' legittimo il decreto ministeriale che impone il vincolo di interesse paesistico sull'intero territorio del comune, qualora in esso, sia pure succintamente, siano indicate le ragioni di tale estensione del vincolo; ne' sussiste vizio di eccesso di potere per ultroneita' quando da tale motivazione risulti che si e' ritenuta impossibile distinguere, tra le diverse zone del territorio comunale, quelle di maggiore e quelle di minore importanza paesistica (Consiglio di Stato, sezione I, n. 1681/64). Il paesaggio agrario che si sovrappone in modo straordinario all'altopiano gessoso-solfifero e il fiume Salso che "modella" una delle valli piu' suggestive e storicizzate dell'entroterra siciliano sono, come ampiamente descritte nel verbale della commissione bellezze naturali, lo scenario oggetto della proposta di vincolo. Il corollario rappresentato dalle testimonianze archeologiche, architettoniche, etno-antropologiche, naturalistiche, ecc. confermano il valore paesistico e storico di questo territorio e la necessita' di una corretta tutela. Gli opponenti sostengono da un lato che il territorio delimitato non ha peculiarita' tali da essere annoverato tra le bellezze naturali presenti nel territorio e dall'altro che non vengono descritte le bellezze naturali presenti nel territorio considerato nella loro essenza. Le due affermazioni sono palesemente in netto contrasto. E' stato piu' volte sottolineato che il pregio dell'area tutelata e' riferito alla formazione geo-morfologica dell'altopiano gessoso-solfiferoe alle indubbie valenze storico-paesistiche della valle del fiume Imera e delle trasformazioni agrarie; I) il vincolo e' stato apposto e pubblicato secondo legge. L'autorita' alla quale ricorrere e' indicata dalla legge n. 1497/1939. Sotto tale profilo, corrisponde alle previsioni di legge che il piano territoriale paesistico sia conseguente al vincolo paesistico e non viceversa; L) i componenti della commissione bellezze naturali di Caltanissetta, convocati con nota n. 7339 del 12 novembre 1993, hanno effettuato sopralluogo in data 3 dicembre 1993, come da verbale n. 16 del 3 dicembre 1993; M) la legge non prevede la preventiva consultazione del sindaco ai fini dell'apposizione del vincolo di cui alla legge n. 1497/1939 (T.A.R. Sicilia, sezione I, 5 maggio 1993, n. 412); N) il vincolo e' stato apposto per garantire un ordinato uso del territorio e per creare condizioni di vivibilita' comunque programmate e nel rispetto dell'ambiente. Appare piuttosto difficile supporre eventuali restrizioni alla liberta' di impresa data la natura del vincolo. Peraltro, per l'esercizio dell'attivita' agro-silvo-pastorale, non comportante alterazione permanente dello stato dei luoghi per costruzioni edilizie o altre opere civili non e' richiesta l'autorizzazione dell'art. 7 della legge n. 1497/1939 (presidenza regione siciliana, ufficio legislativo e legale, circolare n. 12098 del 7 settembre 1993). I provvedimenti di tutela delle bellezze naturali non sono di ostacolo ne' all'economia locale, ne all'iniziativa privata in quanto sono preordinati non ad impedire nuove costruzioni ma ad assicurare un ordinato sviluppo delle medesime non compromettendo le esigenze di tutela paesistica (Consiglio di Stato, sezione I, n. 1239/67). L'attivita' agricola costituisce il miglior alleato per la corretta tutela del paesaggio; O) l'affermazione che la costruzione dell'autostrada A19 e dello scorrimento veloce Caltanissetta-Gela ha aumentato la qualita' paesistica dei luoghi non e' contenuta nel verbale della commissione. Le due arterie costruite lungo il corso dell'Imera vengono considerate, con chiarezza, belvedere accessibile al pubblico. Il vincolo, infatti, tutela il paesaggio agrario dalle trasformazioni pregiudizievoli; P) l'invito, contenuto nel verbale n. 19 del 29 aprile 1994 rivolto alle soprintendenze di Enna, Palermo e Agrigento affinche' esse tutelino, contemporaneamente con la soprintendenza di Caltanissetta, gli ambiti territoriali ed i quadri paesistici della Valle del Salso - di rispettiva competenza - e' finalizzato a garantire la tutela dell'intera valle, i cui limiti paesaggistici non coincidono con quelli amministrativi: l'invito comunque non si riverbera in vizio del procedimento impositivo del vincolo, perche' elemento estraneo a detto procedimento e con questo non incompatibile; Q) l'astensione dal voto non e' espressione di dissenso e/o forma di opposizione ma semplice proposito di non partecipare alla votazione. In ogni caso, si sono astenuti i membri aggiunti alla commissione provinciale bellezze naturali, cosi' come previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 805/1975, il cui apporto non si riverbera in vizio del procedimento di adozione del vincolo; Ritenuto, per quanto sopra esposto, di dovere respingere, in quanto inammissibili le osservazioni e le opposizioni; Considerato, quindi, nel confermare la proposta di vincolo in argomento, di potere accogliere nella loro globalita' le suaccennate motivazioni, le quali sono parte integrante del presente decreto e per le quali si rimanda al verbale del 29 aprile 1994; Ritenuto, pertanto, che, nella specie, ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse, che suggeriscono l'opportunita' di sottoporre a vincolo paesaggistico il territorio della Media Valle del Salso o Imera Meridionale, in conformita' della proposta del 29 aprile 1994 della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta; Rilevato che l'apposizione del vincolo comporta soltanto l'obbligo per i proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, degli immobili, ricadenti nella zona vincolata, di presentare alla competente Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali, per la preventiva autorizzazione, qualsiasi progetto di opere che possa modificare l'aspetto esteriore della zona stessa; Decreta: Art. 1. Per le motivazioni espresse in premessa, l'area del territorio della Media Valle del Salso o Imera Meridionale, integrate con porzioni di territorio gia' vincolate dalla legge 8 agosto 1985, n. 431, art. 1, lettere c) e g), meglio descritta nel verbale del 29 aprile 1994 della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Caltanissetta e delimitata in rosso nella planimetria allegata, che formano parte integrante del presente decreto, e' dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 1, numeri 3 e 4 della legge 29 giugno 1939, n. 1497, e dell'art. 9, numeri 4 e 5 del relativo regolamento di esecuzione, approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357.