(all. 1 - art. 1) (parte 1)
                                                             ALLEGATO
                               CRITERI
                      DI ANALISI E VALUTAZIONE
                      DEI RAPPORTI DI SICUREZZA
                     RELATIVI AI DEPOSITI DI GPL
CAPITOLO 1 - GENERALITA'
1.1 - SCOPO
Le presenti disposizioni, emanate in applicazione  dell'art.  12  del
DPR  175/88, stabiliscono i criteri e le metodologie per le analisi e
le valutazioni del contenuto dei rapporti di  sicurezza  relativi  ai
depositi  di  GPL  soggetti a "notifica" ai sensi dell'art. 4 del DPR
175/88, e costituiscono integrazione dell'Allegato I  e  sostituzione
dell'Allegato II al DPCM 31 marzo 1989.
I  risultati  delle suddette analisi forniranno peraltro gli elementi
di riferimento per la pubblica  amministrazione  per  la  valutazione
della  sicurezza  di  tali  impianti,  nonche' elementi utili ai fini
della successiva fase di valutazione della loro compatibilita' con il
territorio.
I criteri e le metodologie di cui trattasi potranno essere applicati,
ove ritenuto opportuno, anche ai depositi soggetti a  "dichiarazione"
ai sensi dell'art. 6 del DPR 175/88.
1.2 - CAMPO DI APPLICAZIONE
Le  presenti  disposizioni si applicano ai depositi di GPL, sia nuovi
che esistenti, di cui all'art. 1, comma 2.a).2 del DPR 175/88.
Per depositi connessi ad altri impianti  di  cui  all'art.  1,  comma
2.a).1 del citato DPR 175/88, nonche' per i depositi contenenti altre
sostanze  pericolose  in  quantitativi  superiori  a  quelli indicati
all'art. 3, comma 1 del DPCM 31 marzo 1989 e successive modifiche  ed
integrazioni, devono essere analizzati e valutati anche gli eventuali
ulteriori  rischi  derivanti dalla presenza delle altre attivita' e/o
sostanze sopracitate.
Sono soggetti alle presenti disposizioni i depositi  di  GPL  in  cui
siano   utilizzate   una   o   piu'   miscele  commerciali,  composte
essenzialmente da propano e  butano  o  altri  prodotti  assimilabili
quali isobutano, butilene, isobutilene, propilene.
Le miscele commerciali, cosi' come definite nel Regolamento approvato
con  DM  22  luglio  1930  e successive serie di N.I. sono denominate
Miscela A, Miscela A0, Miscela A1, Miscela B, Miscela C.
Non rientrano nel campo di applicazione delle presenti disposizioni:
a) i depositi di GPL criogenici o refrigerati;
b) i depositi di DPL in caverna.
1.3 - TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini dell'applicazione delle presenti disposizioni, si riporta  un
glossario   relativo   alla   terminologia   utilizzata   nell'ambito
dell'attivita' di un deposito di GPL.
a) APPARECCHIATURA DI IMBOTTIGLIAMENTO:  apparecchiatura,  manuale  o
   meccanizzata,  che  provvede  al riempimento di recipienti mobili,
   dotata di sistemi di controllo  del  riempimento,  quali  bilance,
   singole o multiple o altri sistemi equivalenti.
b)  APPARECCHIATURA  DI TRAVASO: apparecchio fisso per il carico e lo
   scarico da e/o in recipienti fissi e/o da serbatoi mobili, tra cui
   autobotti (ATB),  autocisterne  (ATC),  ferrocisterne  (FC),  navi
   cisterne, serbatoi container.
c)  CAPACITA' COMPLESSIVA DI UN DEPOSITO: capacita', in m3, pari alla
   somma delle capacita' geometriche di serbatoi  fissi,  serbatoi  e
   recipienti mobili, condutture ed apparecchiature.
d)  DEPOSITO:  complesso  costituito da uno o piu' serbatoi fissi e/o
   recipienti mobili, comprendente  in  genere  attrezzature  per  la
   movimentazione, il travaso e l'imbottigliamento del gas.
e)  GRADO  DI RIEMPIMENTO: quantita' massima di GPL, espressa in kg o
   ton, che e' consentito immettere per m3 di serbatoio o recipienti.
   Per i prodotti di cui  al  punto  1.2,  il  grado  di  riempimento
   applicabile e' il seguente:
        PESO MASSIMO IN Kg PER m3 DI CAPACITA' DEL SERBATOIO
   Prodotto         Serbatoio fuori terra e     Serbatoio interrato o
                       recipienti mobili             ricoperto
Propano                      420                        460
Propilene                    430                        470
Butano                       510                        550
Isobutano                    490                        530
Butilene                     520                        560
Isobutilene                  520                        560
Miscela A                    500                        540
Miscela A0                   470                        510
Miscela A1                   460                        500
Miscela B                    430                        470
Miscela C                    420                        460
f) MASSIMA QUANTITA' STOCCABILE: quantita' massima di GPL in kg o ton
   stoccabile  in  serbatoi  fissi,  serbatoi  e  recipienti  mobili,
   condutture  ed  apparecchiature,  con  riferimento  al  grado   di
   riempimento della sostanza effettivamente detenuta. Tale quantita'
   e'  da  assumere  a  riferimento per le valutazioni in merito alla
   assoggettabilita' alla disciplina del DPR 175/88.
g) RECIPIENTE MOBILE: recipiente metallico in pressione, di capacita'
   geometrica non superiore a 1000 litri, destinato al  contenimento,
   trasporto e utilizzazione di GPL liquefatto.
h)   SERBATOIO  CONTAINER:  recipiente  metallico  in  pressione,  di
   capacita'  geometrica  superiore  a  1000  litri,  montato   entro
   apposita   gabbia   di   protezione,  destinato  al  contenimento,
   trasporto e utilizzazione di GPL liquefatto. Ai fini del  presente
   decreto  esso  e'  assimilato  a  serbatoio  mobile per la fase di
   trasporto e al serbatoio fisso per la fase di utilizzazione.
i) SERBATOIO FISSO: recipiente metallico in  pressione  destinato  al
   contenimento   e  utilizzazione  di  GPL  liquefatto,  stabilmente
   installato sul terreno e stabilmente collegato ad impianti.
l) SERBATOIO MOBILE: recipiente metallico in pressione, di  capacita'
   geometrica  superiore a 1000 litri, destinato al contenimento e al
   trasporto  di  GPL  liquefatto,  montato  stabilmente  su  vettori
   stradali, ferroviari o navali.
CAPITOLO   2   -   ANALISI  E  VALUTAZIONE  CONDOTTE  DALLA  PUBBLICA
             AMMINISTRAZIONE
La procedura di valutazione del contenuto del rapporto  di  sicurezza
prevede lo svolgimento delle seguenti fasi (vedi Fig. 1)
1.  analisi  di  completezza  e  adeguatezza formale al DPCM 31 marzo
   1989, applicando la metodologia  indicata  nell'Appendice  I  alle
   presenti disposizioni;
2. valutazione del grado di sicurezza del deposito di GPL, applicando
   il   metodo  indicizzato  alle  sue  unita'  e  determinandone  la
   categoria, secondo quanto indicato nell'Appendice II alle presenti
   disposizioni;
3. analisi degli eventi incidentali associabili alla tipologia e alle
   caratteristiche tecnologiche e gestionali del deposito  di  GPL  e
   determinazione  delle  conseguenze,  in  termini  di aree di danno
   riferite al superamento dei valori di soglia  prefissati,  secondo
   quanto indicato nell'Appendice III alle presenti disposizioni;
4.  categorizzazione  del deposito nel suo complesso e individuazione
   degli elementi di giudizio ai fini  della  compatibilita'  con  il
   territorio  circostante  secondo quanto indicato nell'Appendice IV
   alle presenti disposizioni;
5.  individuazione  degli  eventuali   interventi   migliorativi   da
   prescrivere  a conclusione dell'istruttoria di cui all'art. 18 del
   DPR n.  175/88  secondo  quanto  indicato  nell'appendice  V,  che
   fornisce  inoltre indicazioni per quanto concerne le procedure per
   il travaso di autobotti e ferrocisterne.
Allo scopo di effettuare il riscontro formale di completezza  di  cui
al  punto  1.,  la  metodologia  di analisi prevede l'utilizzo di una
lista  di  controllo,   riportata   nell'Appendice   I,   che   segue
sequenzialmente  i  paragrafi  dell'Allegato  1  al  DPCM citato, con
ulteriore suddivisione in  capoversi,  in  caso  di  diversificazione
dell'informazione.
La  metodologia  esposta  in Appendice II consiste in una revisione e
adattamento, specifico per la tipologia impiantistica dei depositi di
GPL, dell'analisi indicizzata di cui all'Allegato II del DPCM citato.
Essa e' completata inoltre con le formule  di  calcolo  degli  indici
"intrinseci"  e  "compensati", nonche' con l'indicazione di una scala
di  valori,  riferita  all'indice  di  rischio   generale,   per   la
categorizzazione  delle  unita'  del deposito di GPL e la conseguente
individuazione di criteri per la  formulazione  di  prescrizioni  per
l'adeguamento del deposito e relativi tempi di attuazione. Sono stati
inoltre  definiti  i  fattori  intrinseci  di penalizzazione e quelli
relativi  alle  compensazioni,  con  riferimento  alla  presenza   di
particolari  o  specifiche  soluzioni  impiantistiche  adottate nelle
configurazioni dell'impianto  in  esame,  dando  particolare  peso  a
soluzioni  tecnologiche  di  tipo innovativo, in grado di elevare gli
standard di sicurezza dei depositi di GPL.
La metodologia proposta nell'Appendice III si prefigge la valutazione
dell'analisi  incidentale  presentata  nel  rapporto   di   sicurezza
fornendo   elementi   relativi   alla   individuazione  degli  eventi
incidentali e relativi scenari  e  alla  loro  significativita'  come
contribuenti al rischio complessivo. Inoltre vengono forniti elementi
atti  a  valutare l'adeguatezza dei termini di sorgente impiegati per
la determinazione delle aree di danno ed in particolare i  valori  di
soglia  da utilizzare. Infine sempre in Appendice III, viene fornita,
per ognuno dei vari scenari incidentali ipotizzabili, la  valutazione
di  carattere  generale  delle  aree  di danno, effettuata in termini
svincolati da ogni contesto specifico, ma utilizzabili  come  precisi
termini  di  riferimento  nella  valutazione  dell'adeguatezza  delle
risultanze analitiche del fabbricante.
Nell'Appendice   IV   viene   introdotta   una   metodologia  per  la
categorizzazione del deposito, a partire dalla  categoria  attribuita
alle  singole  unita', cosi' come definito nell'appendice II. Vengono
inoltre esposti dei criteri per la  categorizzazione  del  territorio
circostante  il  deposito,  che  tenga  conto  della  vulnerabilita',
rispetto   agli   effetti   derivanti   dagli   eventi    incidentali
ipotizzabili.  Vengono  infine forniti degli elementi di giudizio per
arrivare a definire la contabilita' del deposito  con  il  territorio
circostante.
Nell'Appendice  V  vengono  indicati  i criteri di massima cui devono
ispirarsi  gli  organi  tecnici  per  la  formulazione  di  eventuali
prescrizioni a termine dell'istruttoria di cui all'art. 18 del DPR n.
175/88  al fine di conseguire un sufficiente grado di uniformita' sul
territorio Nazionale rispetto a situazioni assimilabili dal punto  di
vista impiantistico-gestionale e d'inserimento territoriale.
             Figura 1: Procedura di valutazione
             _____________________________
            |                             |
  |-------->|    Rapporto di sicurezza    |
  |         |_____________________________|
  |                        |
  |                        |
  |                        |
  |          ______________|______________
  |         |                             |        .................
  |         |   Analisi di completezza    |        .               .
  |         |        e adeguatezza        |<-------. Appendice I   .
  |         |                             |        .               .
  |         |_____________________________|        .................
  |                        |
  |                        |
  |                        |
  |          ______________|______________         .................
  |         |                             |        . Appendice II  .
  |         |         Valutazioni         |<-------. Appendice III .
  |         |_____________________________|        .................
  |                        |
  |                        |
  |                        |
  |                  ______|_____
  |                 /            «
  |          Si    / Richieste di «
  |_______________/                «
                  «  integrazioni  /
                   «              /
                    «____________/
                           |
                           |  No
                           |
             ______________|_______________
            |                              |
            |      Risultato finale:       |
            |                              |
            |- categorizzazione deposito   |        .................
            |- distanze di danno           |<-------. Appendice IV  .
            |- categorizzazione territorio |        .................
            |- elementi utili per la       |
            |  valutazione della           |
            |  compatibilita' territoriale |
            |______________________________|
                           |
                           |
                           |
             ______________|_______________
            |                              |        .................
            | - adeguamento deposito       |<-------. Appendice V   .
            |______________________________|        .................
                             APPENDICE I
             ANALISI DI COMPLETEZZA ED ADEGUATEZZA DELLE
          INFORMAZIONI CONTENUTE NEL RAPPORTO DI SICUREZZA
GENERALITA'
L'analisi  di completezza ed adeguatezza delle informazioni contenute
nel  Rapporto  di  Sicurezza  presuppone  come  vincolante   per   il
fabbricante  che  la  stesura  formale  dello  stesso  allegato  alla
notifica, segua nel testo la ripartizione per  capitoli  e  capoversi
presentata nelle linee guida del DPCM 31.3.1989, Allegato I.
Il  metodo  di  analisi  e'  basato  su una lista di controllo per il
riscontro di conformita' al citato  DPCM.  L'impostazione  data  alla
lista  di  controllo  e'  del tutto generale, non finalizzata solo ai
depositi di GPL ma predisposta per qualsiasi tipologia  di  attivita'
industriale, secondo lo schema di flusso riportato nella Figura I/1.
I criteri di valutazione delle risposte alle singole voci della lista
di controllo sono i seguenti:
a) esistenza della risposta;
b) adeguatezza rispetto a quanto esplicitamente indicato nel DPCM.
Rispetto  a  tali criteri le risposte possono essere: Si (S), No (N),
Non pertinente (X).
Si fa osservare che la valutazione non positiva per  quanto  riguarda
il contenuto da cui al punto b) puo' avere quattro significati:
1. mancata informazione su elementi "fondamentali" per l'analisi;
2. mancata informazione su elementi "di controllo" per l'analisi;
3.   mancata   informazione   perche'  opzionale  rispetto  ad  altre
   informazioni date;
4. mancata informazione per effettiva non applicabilita', al caso  in
   esame, della richiesta.
Le situazioni che corrispondono alle inadeguatezze di cui ai punti 1.
e  2. sono contraddistinte dalla risposta NO (N), ed e' opportuno che
l'analisi contenga alcune note esplicative.
Le situazioni di cui ai punti 3.  e  4.  sono  contraddistinte  dalla
risposta   Non   pertinente  (X)  anziche'  No  (N),  in  quanto  non
corrispondenti ad una vera inadeguatezza.
Al termine della analisi, in base all'elenco delle informazioni  "non
esistenti"  e  all'elenco delle informazioni esistenti giudicate "non
adeguate", vengono richieste al fabbricante le relative integrazioni.
Di  seguito  viene riportato il modello della check-list completa per
le valutazioni.
             _____________________________
            |                             |
  |-------->|    Rapporto di sicurezza    |
  |         |_____________________________|
  |                        |
  |                        |
  |                        |
  |          ______________|______________
  |         |                             |         _______________
  |         |   Analisi di completezza    |        |               |
  |         |   e adeguatezza formale al  |<-------| Check - List  |
  |         |        DPCM 31.3.89         |        |_______________|
  |         |_____________________________|
  |                        |
  |                        |
  |                        |
  |                  ______|_____
  |                 /            «
  |          Si    /  Richieste   «
  |_______________/  integrative   «
                  « al Fabbricante /
                   «              /
                    «____________/
                           |
                           No
                           |
             ______________|_______________
            |                              |
            |         Fine analisi         |
            |______________________________|
      Figura I/1: schema di flusso dell'Analisi di completezza ed
                  adeguatezza formale del Rds al DPCM 31.3.89
                MODELLO DI CHECK-LIST DI CONFORMITA'
      DEL RAPPORTO DI SICUREZZA ALL'ALLEGATO I AL DPCM 31.3.89
                                                 _   _   _   _
   Fabbricante: ..........................Sigla |_| |_| |_| |_|
   Stabilimento: ......................................
   Impianto: ..........................................
        Riferimento e Descrizione                esistenza (s/n)
                                               adeguatezza    (s/x/n)
        ------------------------------------------------------------
1.1   1.A.1.1.2
Dati ident. ed ubicazione dell'impianto o deposito
Identificazione del Singolo impianto o deposito             s
  Denominazione                                                s
  Ubicazione                                                   s
  Coordinate geografiche                                       s
  Direttori responsabili                                       s
1.1   1.A.1.1.3
Responsabile progettazione dell'impianto/deposito           s
  Nominativo                                                   s
  Qualificazione/esperienza                                    s
1.1   1.A.1.1.4
Responsabile del rapporto di sicurezza                      s
  Nominativo                                                   s
  Esperienza/qualificazione                                    s
1.2   1.A.1.2.1
Corografia della zona
Corografia 1: 25000 o superiore                             s
  Raggio superiore ai 5 km                                     s
1.2   1.A.1.2.1.b
Corografia della zona
Elementi corografici abitativi                              s
  Identificazione edifici principali                           s
  Ospedali                                                     s
  Scuole                                                       s
  Uffici                                                       s
1.2   1.A.1.2.1.c
Corografia della zona
Elementi corografici industriali                            s
  Identificazione industrie                                    s
  Denominazioni                                                s
1.2   1.A.1.2.1.d
Corografia della zona
Elementi corografici strutturali                            s
  Strade principali e autostrade                               s
  Linee ferroviarie                                            s
  Porti                                                        s
  Aeroporti                                                    s
  Corridoi aerei                                               s
1.2   1.A.1.2.2
Posizione dell'impianto
Mappa 1: 2000 o superiore                                   s
  Raggio superiore ad 1 km                                     s
  Distanza dai confini superiore a 500 m                       s
1.2   1.A.1.2.3
Piante e sezioni dell'impianto
Pianta in scala 1: 500 o superiore                          s
  Particolari in scala >= 1: 200                               s
1.3   1.B.1.1.1
Informazioni interes. all'esercizio imp/deposito
Struttura organizzativa                                     s
  Diagramma                                                    s
1.3   1.B.1.1.1.b
Informazioni interes. all'esercizio imp/deposito
Rapporti tra dipartimenti                                   s
  Produzione                                                   s
  Manutenzione                                                 s
  Sorveglianza / Ispezione                                     s
  Sicurezza                                                    s
  Progettazione                                                s
  Costruzione                                                  s
1.3   1.B.1.1.2
Ubicazione del personale
Entita' del personale / dipartimento                        s
  Entita' del personale / reparto                              s
1.3   1.B.1.1.3
Qualifica aziendale e professionale del personale
Requisiti di addestramento                                  s
  Personale direttivo                                          s
  Maestranze addette al funzionamento                          s
1.4   1.B.1.2.1
Descrizione dell'Attivita'
Attivita' Allegato I / Allegato III                         s
  Attivita' di impianto                                        s
  Attivita' di trasporto interno                               s
  Deposito connesso                                            s
1.4   1.B.1.2.1.b
Descrizione dell'attivita'
Attivita' Allegato II (deposito separato)                   s
  Attivita' di deposito                                        s
  Attivita' di trasporto interno                               s
1.4   1.B.1.2.2
Codice attivita'                                            s
1.4   1.B.1.2.3
Descrizione della tecnologia di base adottata
Processi tecnologici di tipo standard                       s
1.4   1.B.1.2.3.1
Descrizione della tecnologia di base adottata
Processi tecnologici di nuovo tipo                          s
  Organismo che lo ha sviluppato                               s
  Sperimentazioni                                              s
  Stato conoscenze                                             s
  Progetto di impianti simili                                  s
1.4   1.B.1.2.4
Prodotti entranti ed uscenti dall'impianto
Schema a blocchi; flusso di sostanze in / out               s
  Modalita' trasporto / temperatura                            s
  Modalita' trasporto / pressione                              s
  Modalita' trasporto / portata                                s
1.4   1.B.1.2.4.b
Prodotti entranti ed uscenti dall'impianto
Schema a blocchi; flusso sostanze in trasp. inter.          s
  Modalita' trasporto / temperatura                            s
  Modalita' trasporto / pressione                              s
  Modalita' trasporto / portata                                s
1.4   1.B.1.2.4.c
Prodotti entranti ed uscenti dall'impianto
Schema a blocchi; processi                                  s
  Quantita' sostanze per circuito                              s
  Collegamenti tra componenti                                  s
  Collegamenti tra impianti                                    s
1.4   1.B.1.2.5
Capacita' produttive dell'impianto                          s
1.4   1.B.1.2.6
Informazioni relative alle sostanze
Sostanze Allegato II / allegato III                         s
  Adoperate                                                    s
  Immagazzinate                                                s
  Prodotte normalmente                                         s
  Prodotte accidentalmente                                     s
1.4   1.B.1.2.6.1
Proprieta' chimico - fisiche delle sostanze
Tipologie                                                   s
  Elementi e composti naturali                                 s
  Prodotti di lavorazione                                      s
  Composti con addittivanti                                    s
1.4   1.B.1.2.6.1.b
Proprieta' chimico - fisiche delle sostanze
Modi di identificazione                                     s
  Nome chimico, Numero CAS, Denominaz. IUPAL, Altre (CEE)      s
  Formula empirica, Composiz. sostanza, Composiz. preparati    s
  Modi di indicazione commerciale                              s
  Precauzioni, Emergenze (misure), Interventi                  s
  Indicazioni rischi per l'uomo                                s
  Indicazioni rischi per l'ambiente                            s
1.4   1.B.1.2.6.1.1
Proprieta' chimico - fisiche delle sostanze
Scheda di sicurezza                                         s
  Estensione a tutte le sostanze                               s
1.4   1.B.1.2.6.2
Fasi di attivita' in cui le sostanze intervengono
Fasi di intervento                                          s
  Estensione a tutte le sostanze                               s
1.4   1.B.1.2.6.3
Quantita' effettiva massima prevista
Quantita' globali                                           s
  Estensione a tutte le sostanze                               s
1.4   1.B.1.2.6.4
Comportamento chimico e/o fisico nel processo
Stabilita'                                                  s
  Estensione a tutte le sostanze                               s
1.4   1.B.1.2.6.5
Tipologia delle sostanze in caso di anomalie
Sostanze indesiderate                                       s
  Indicazione delle possibilita'                               s
1.4   1.B. 1.2.6.6
Situazioni che possono influire sul rischio
Contemporaneita' pericolose                                 s
  Indicazione delle possibilita'                               s
2.1   1.B.1.3
Analisi preliminare aree critiche di attivita'
Allegato II - 2.1: Unita'                                   s
  Suddivisione dell'impianto                                   s
  Numero di unita' di impianto                                 s
  Tipologie delle unita' considerate                           s
2.1   1.B.1.3.b
Analisi preliminare aree critiche di attivita'
Allegato II - 2.1: singola unita'                           s
  Definizione componentistica dell'unita'                      s
  Estensione a tutte le unita'                                 s
2.1   1.B.1.3.c
Analisi preliminare aree critiche di attivita'
Allegato II - 2.2: Sostanze chiave                          s
  Identificazione                                              s
2.1   1.B.1.3.d
Analisi preliminare aree critiche di attivita'
Allegato II - 2.3: Fattore sostanza                         s
  Corretto per ogni sostanza                                   s
2.2   1.B.1.3.e
Analisi preliminare aree critiche di attivita'
Allegato II - 2.4: Fattori di penalizzazione                s
  Giustificazioni per i fattori adottati                       s
2.2   1.B.1.3.f
Analisi preliminare aree critiche di attivita'
Allegato II - 3.1: Fattori di compensazione                 s
  Giustificazione per i fattori adottati                       s
3.1   1.C.1.1.1
Sanita' e sicurezza dell'impianto
Scenari incidentali                                         s
  Esplicita indicazione degli scenari incidentali              s
  Problemi particolari                                         s
3.1   1.C.1.1.2
Sanita' e sicurezza dell'impianto
Esperienza storica                                          s
  Tipologie di eventi incidentali                              s
  Tipologie di cause iniziatrici                               s
  Fonti di informazione                                        s
3.1   1.C.1.2.1
Reazioni incontrollate                                      s
  Esistenza / possibilita'                                     s
  Analisi effettuate                                           s
  Sistemi di prevenzione                                       s
3.2   1.C.1.3.1
Dati meteorologici                                          s
  Velocita' / Direzione del vento                              s
  Condizioni di stabilita' del vento                           s
  Dati storici (5 anni)                                        s
3.2   1.C.1.3.2.1
Dati geofisici
Caratteristiche dei dati                                    s
  Terremoti                                                    s
  Inondazioni                                                  s
  Trombe d'aria                                                s
  Fulmini                                                      s
3.2   1.C.1.4.1
Interazioni con altri impianti
Da altre aree sull'impianto                                 s
  Azioni previste                                              s
3.2   1.C.1.4.1.b
Interazioni con altri impianti
Dall'impianto / deposito ad altre aree                      s
  Analisi effettuate                                           s
3.3   1.C.1.5.1
Eventi che possono dare luogo ad un rilascio
Incidenti                                                   s
  2.1: Definizione impianto/deposito                           s
3.3   1.C.1.5.1.b
Eventi che possono dare luogo ad un incidente
2.1: Definizione modalita' di analisi                       s
  Riferimento al Modello I o al modello II                     s
3.3   1.C.1.5.1.c
Eventi che possono dare luogo ad un incidente
2.2: Defin. modalita' di identificazione eventi             s
  2.2.1: Lista di controllo impianto                           s
  2.2.2: Lista di controllo deposito                           s
  2.2.3: Analisi di dettaglio (0A, FMEA)                       s
  2.2.4: Analisi storica                                       s
3.3   1.C.1.5.1.d
Eventi che possono dare luogo ad un incidente
2.3.1: Analisi probabilita' cause iniziali                  s
  Banche dati componenti                                       s
  Esperienza storica                                           s
  Letteratura specialistica                                    s
3.3   1.C.1.5.1.e
Eventi che possono dare luogo ad un incidente
2.3.1: Analisi sensibilistica                               s
  Errore umano                                                 s
  Manutenzione                                                 s
  Protezioni                                                   s
3.3   1.C.1.5.1.f
Eventi che possono dare luogo ad un incidente
2.3.2: Analisi probabilistica sequenze incidentali          s
  Banche dati componenti                                       s
  Esperienza storica                                           s
  Letteratura specializzata                                    s
  Analisi affidabilistica (albero guasti, eventi)              s
3.3   1.C.1.5.2
Identificazione dei punti critici
Piante 1: 500 o superiori                                   s
  Estensione a tutti gli eventi                                s
3.3   1.C.1.5.3
Comportamento impianto per mancanza reti servizio
Indisponibilita' reti                                       s
  Alimentazione elettrica                                      s
  Aria valvole                                                 s
  Aria strumenti                                               s
  Acqua                                                        s
  Vapor d'acqua                                                s
  Altri                                                        s
3.4   1.C.1.6
Stima delle conseguenze degli eventi incidentali
2.3.3.1: Indicazione scenari                                s
  Conseguenze sull'uomo (esterno)                              s
  Conseguenze sull'uomo (lavoratore)                           s
  Conseguenze sull'ambiente                                    s
3.4   1.C.1.6.b
Stima delle conseguenze degli eventi incidentali
2.3.3.2: Modelli (indicazione crit. di scelta)              s
  Modelli sorgente                                             s
  Modelli trasporto (mappature)                                s
  Modelli vulnerabilita'                                       s
3.4   1.C.1.6.c
Stima delle conseguenze degli eventi incidentali
2.3.4: Modelli (applicaz. agli eventi di 2.3.3.2)           s
  Calcolo dei dati di conseguenza                              s
  Unita' di misura                                             s
  Valutazione di vulnerabilita' per evento (curve di rischio)  s
  Mappatura dei contours fisici su mappa 1: 25000              s
3.5   1.C.1.7.1
Misure adottate per prevenire i top-events
Mitigazione: punto di vista impiantistico                   s
  Blocchi ed allarmi                                           s
  Strumentazione di sicurezza                                  s
  Valvole di sezionamento automatico                           s
  Altro                                                        s
3.5   1.C.1.7.1.b
Misure adottate per prevenire i top-events
Mitigazione: punto di vista operativo                       s
  Verifiche                                                    s
  Controlli                                                    s
  Manutenzioni                                                 s
  Ispezioni                                                    s
3.5   1.C.1.7.2
Misure adottate per prevenire rischi errore umano           s
  Misure indicate esplicitamente                               s
3.5   1.C.1.7.3
Precauzioni e coefficienti per la sicurezza
Criteri di progettazione per la sicurezza                   s
  Standard generali di progettazione                           s
  Standard specifici                                           s
3.5   1.C.1.7.3.b
Precauzioni e coefficienti per la sicurezza
Criteri particolari                                         s
  Edilizia antisismica                                         s
  Protezione di scariche atmosferiche                          s
  Rivestimenti per la protezione al fuoco                      s
  sale controllo a prova di esplosione esterna                 s
3.5   1.C.1.7.4
Metodologia d'analisi del comportamento impianto
Condizioni di funzionamento analizzate                      s
  Condizioni normali                                           s
  Condizioni anormali                                          s
  Condizioni di prova                                          s
  Condizioni di partenza                                       s
  Condizioni di fermata                                        s
3.5   1.C.1.8.01
Criteri di realizzazione impianto elettrico                 s
  Standard elettrici                                           s
  Protezione scariche                                          s
  Messa a terra                                                s
3.5   1.C.1.8.02
Sistemi di scarico della pressione
Scarico e convogliamento                                    s
  Standard per PSV                                             s
  Convogliamento scarichi                                      s
3.5   1.C.1.8.03
Posizione degli scarichi funzionali in atmosfera
Collocazione emissioni su mappa                             s
  Individuazione punti                                         s
  Posizione punti                                              s
  Quota                                                        s
  Portata                                                      s
  Composizione                                                 s
3.5   1.C.1.8.03.b
Posizione degli scarichi funzionali in atmosfera
Progettazione degli scarichi                                s
  Criteri di progetto                                          s
  Contemporaneita' di emissione                                s
3.5   1.C.1.8.04
Controllo valvole di sicurezza e sistemi di blocco          s
  Controllo con impianto in marcia                             s
3.5   1.C.1.8.05
Standard di progettazione                                   s
  Recipienti                                                   s
  Serbatoi                                                     s
  Tubazioni                                                    s
3.5   1.C.1.8.06
Protezione dei contenitori sostanze pericolose
Protezione dei contenitori da corrosione                    s
  Criteri                                                      s
3.5   1.C.1.8.07
Identificazione zone con sostanze corrosive                 s
3.5   1.C.1.8.08
Misure di controllo per la corrosione                       s
  Sovraspessori di corrosione                                  s
  Frequenze di ispezione                                       s
3.5   1.C.1.8.09
Procedure di controllo corrosione                           s
3.5   1.C.1.8.10
Descrizione sistemi di blocco                               s
  Frequenza di prova                                           s
3.5   1.C.1.8.11
Provvedimenti adottati nei luoghi chiusi
Prevenzione miscele esplosive                               s
  Sistemi adottati                                             s
3.5   1.C.1.8.12
Sistemi di ventilazione nelle aree interne                  s
3.5   1.C.1.8.13
Precauzione contro le collisioni con veicoli                s
  Serbatoi                                                     s
  Linee                                                        s
3.5   1.C.1.9.1
Sistemi di rilevazione gas infiammabili e incendi           s
  Gas infiammabile                                             s
  Fumi (incendio)                                              s
  Gas tossici                                                  s
  Posizione su planimetria                                     s
4.1   1.D.1.01
Sostanze emesse
Descrizione emissioni                                       s
  Emissioni esterne                                            s
  Convogliamento a torcia                                      s
  Verifica prodotti combustione                                s
  Effetti fisici                                               s
4.1   1.D.1.02.1
Circostanze di interazione con incendio/esplosione
Sostanze che possono produrre interazioni                   s
  Indicazione di verifica                                      s
  Descrizione                                                  s
4.2   1.D.1.03.1
Sistemi di contenimento fuoriuscita infiammabili
Sistemi di contenimento ordinari                            s
  Valvole di intercettazione                                   s
  Barriere d'acqua                                             s
  Barriere di vapore                                           s
  Versatori di schiuma                                         s
  Bacini di contenimento                                       s
  Panne galleggianti                                           s
4.2   1.D.1.03.2
Sistemi di contenimento fuoriuscita su vasta scala          s
  Indicazione esplicita                                        s
  Descrizione                                                  s
4.2   1.D.1.04.1
Manuale operativo                                           s
  Avviamento                                                   s
  Esercizio normale                                            s
  Fermate                                                      s
  Condizioni anomale                                           s
4.2   1.D.1.05.1
Segnalazioni di possibili sorgenti di pericolo
Segnaletica di emergenza                                    s
  Indicazioni di esistenza                                     s
  Descrizione                                                  s
4.2   1.D.1.06.1
Fonti di rischio non indicate in planimetria                s
  Pensiline di carico - scarico                                s
  Trasporti interni                                            s
  Fonti mobili                                                 s
4.2   1.D.1.07.1
Misure per evitare cedimenti alle strutture
Apprestamenti contro cedimenti catastrofici                 s
  Verifiche di calcolo delle strutture per resist. al fuoco    s
  Apprestamenti ausiliari                                      s
4.2   1.D.1.08.1
Sistemi di prevenzione ed evacuazione                       s
  Riferimenti (o rimandi) chiaramente espressi                 s
  Schemi a blocchi specifici                                   s
4.2   1.D.1.09.1
Restrizioni per l'accesso agli impianti                     s
  Esplicita indicazione                                        s
  Riferimento a dispositivi                                    s
  Sistemi                                                      s
  Procedure                                                    s
4.2   1.D.1.10.1
Descrizione impianto antincendio
Impianti e attrezzature                                     s
  Descrizione attrezzature                                     s
  Descrizione dell'organizzazione                              s
  Precisazione delle frequenze di verifica                     s
4.2   1.D.1.10.2
Descrizione impianto antincendio
Drenaggio                                                   s
  Adeguatezza del drenaggio rispetto al flusso d'acqua
  antincendio                                                  s
4.2   1.D.1.10.3
Descrizione impianto antincendio
Materiali / Fonti                                           s
  Indicazione di fonti idriche e quantita'                     s
  Tipo e quantita' di schiumogeno                              s
  Tipo e quantita' di polveri                                  s
  Tipo e quantita' altri mezzi                                 s
4.2   1.D.1.10.4
Descrizione impianto antincendio
Certificato Prevenzione Incendi                             s
4.2   1.D.1.10.5
Descrizione impianto antincendio
Impianti di spegnimento particolari                         s
  Gas inerte                                                   s
  Vapore                                                       s
4.3   1.D.1.11.a
Situazioni di emergenza e relativi piani
Elementi fondamentali per predisposizione P.E.E.            s
  Tipo di localizzazione incidente                             s
  Quantita' di energia e massa rilasciata                      s
  Effetti sugli impianti                                       s
  Effetti al di fuori degli impianti                           s
  Stima della probabilita' dell'evento                         s
  Modalita' di allarme alle Autorita'                          s
4.3   1.D.1.11.b
Situazioni di emergenze e relativi piani
Elementi di dettaglio per P.E.E.                            s
  Esistenza elementi di dettaglio                              s
  Coordinamento P.E.I./P.E.E.                                  s
4.3   1.D.1.11.c
Situazioni di emergenza e relativi piani
Piano di emergenza interno                                  s
  Descrizione                                                  s
  Gestione ed organizzazione dell'emergenza                    s
  Apparecchiature di emergenza e risorse                       s
  Tipi di emergenza                                            s
  Documentazione ed aggiornamento del piano                    s
4.3   1.D.1.11.1
Situazioni di emergenza e relativi piani
Posizione dei punti chiave in planimetria                   s
  Indicazione dei criteri logistici adottati                   s
  Sale controllo                                               s
  Uffici                                                       s
  Laboratori                                                   s
  Apparecchiature                                              s
4.3   1.D.1.11.2
Situazioni di emergenza e relativi piani
Mezzi di comunicazione interni                              s
  Precisazione                                                 s
4.3   1.D.1.11.3
Situazioni di emergenza e relativi piani
Servizi di emergenza e presidi sanitari                     s
  Indicazione in mappa                                         s
4.3   1.D.1.11.4
Situazioni di emergenza e relativi piani
Addestramento Piano Emergenza Interno                       s
  Citazione                                                    s
  Descrizione                                                  s
4.3   1.d.1.11.5
Situazioni di emergenza e relativi piani
Vie di fuga e uscite di emergenza                           s
  Indicazione su mappa                                         s
4.3   1.d.1.11.6
Situazioni di emergenza e relativi piani
Descrizione del piano di emergenza interno                  s
  Descrizione delle singole funzioni                           s
  Riferimento al singolo impianto                              s
  Riferimento a tutto lo stabilimento                          s
  Collegamento con Autorita' preposta al P.E.E.                s
4.3   1.D.1.11.7
Situazioni di emergenza e relativi piani
Responsabile Piano Emergenza                                s
  Indicazione nominativi                                       s
4.4   1.E.1.1.1
Impianti di trattamento e depurazione reflui                s
  Segnalazione puntuale                                        s
4.4   1.E.1.1.2
Caratteristiche della rete fognaria                         s
  Planimetria della rete fognaria                              s
  Rapporto con corsi d'acqua                                   s
  Rapporto con rete di evacuazione acque piovane               s
4.4   1.E.1.2
Smaltimento e stoccaggio rifiuti                            s
  Autorizzaz. per stoccaggio provv. rifiuti tossici e nocivi   s
4.4   1.E.1.3
Abbattimento effluenti gassosi                              s
Indicazione degli impianti installati                          s
4.5   1.F.1
Misure assicurative e di garanzia per i rischi              s
  Garanzia contro rischi a persone                             s
  Garanzia contro rischi a cose                                s
  Garanzia contro rischi all'ambiente                          s
                            APPENDICE II
                         METODO INDICIZZATO
             PER LA CATEGORIZZAZIONE DEI DEPOSITI DI GPL
1 - INTRODUZIONE
Il  presente metodo consente una categorizzazione dei depositi di GPL
rispetto ai rischi associati al loro esercizio.
Esso consiste in una  applicazione  specifica  per  la  tipologia  di
impianto  in  esame, del metodo indicizzato di cui all'Allegato II al
DPCM 31.3.89.
Il metodo fornisce, come risultato finale, una  serie  di  indici  di
rischio,   necessari   alla  determinazione  di  un  Indice  Generale
complessivo,  da  confrontare  con  una  scala  di  valori  via   via
crescenti.
La  classificazione  numerica  ottenibile  per  ciascuna  unita'  del
deposito e' basata sulle proprieta' e sulle quantita' delle  sostanze
presenti, sulla configurazione strutturale e di progettazione e sulle
caratteristiche gestionali ed organizzative.
Per  rendere  piu'  agevoli  i collegamenti normativi, nelle presenti
disposizioni  vengono  riportati  i  riferimenti  ai  relativi  punti
dell'Allegato  II  al  DPCM 31.3.1989, ove l'argomento trattato trova
corrispondenza.
2 - DESCRIZIONE GENERALE DEL METODO AD INDICI
La Figura II/1 riporta lo schema  metodologico  di  applicazione  del
metodo indicizzato ad un deposito di GPL.
Il deposito viene inizialmente suddiviso in un certo numero di unita'
logiche ed eventuali sottounita' che saranno valutate singolarmente.
Ciascuna  unita'  viene  successivamente valutata con una procedura a
due fasi:
- nella 1a fase si individuano i fattori di penalizzazione in base ai
rischi specifici delle sostanze (M), ai rischi generali  di  processo
(P),  ai  rischi  particolari  di processo (s), ai rischi dovuti alle
quantita' (Q), ai rischi connessi al layout (L).
Per  quanto riguarda i rischi per la salute in caso di incidente (s),
essi si possono ritenere di non particolare rilevanza per i  depositi
di  GPL per cui non viene calcolato l'indice intrinseco di tossicita'
(IIT).
Si  calcolano  invece,  quattro  INDICI  "intrinseci"  (incendio,  F;
esplosione confinata, C; esplosione in aria, A; rischio generale, G):
il  valore  dell'indice  G  determina la categoria "intrinseca" delle
unita' dell'impianto in relazione ad una scala di valori prefissata.
- nella 2 fase si individuano i  fattori  di  compensazione  in  base
all'adozione  di  misure  tendenti  a  ridurre  sia  il  numero degli
incidenti (contenimento K1, controllo del processo K2,  atteggiamento
nei  riguardi  della  sicurezza  K3)  sia  l'entita' potenziale degli
incidenti (protezioni  antincendio  K4,  isolamento  ed  eliminazione
delle sostanze K5, operazioni antincendio K6).
Si  calcolano  i quattro INDICI "compensati" (incendio F', esplosione
confinata C', esplosione in aria A', rischio generale  G'):  l'indice
G' determina la categoria "compensata" dell'impianto.
Il   confronto  tra  i  valori  dei  vari  indici  prima  e  dopo  la
"compensazione" indica l'entita' dei benefici apportati e  quindi  il
grado di efficacia delle misure di sicurezza adottate.
I  benefici  apportati  con  la  compensazione  dipendono anche dalla
manutenzione delle parti meccaniche e dal rispetto delle procedure di
gestione: trascurare l'una o le altre puo' condurre ad una  riduzione
del grado di sicurezza del deposito di GPL.
3 - I FASE: Valutazione dei parametri intrinseci
3.1 Suddivisione del deposito in unita' logiche (Rif. 2.1 DPCM)
L'unita'  si  definisce  come  una parte del deposito che puo' essere
logicamente   caratterizzata   come    entita'    fisica    separata.
Indipendentemente  dall'essere separata fisicamente (o potenzialmente
separabile) dalle unita' adiacenti, una unita' si  distingue  per  la
natura del processo condotto, per le sostanze contenute in essa o per
le sue condizioni operative.
Per  i  depositi  di GPL devono essere individuate almeno le seguenti
unita' logiche, (ove applicabili):
- Aree di stoccaggio in serbatoi fissi (STOCCAGGIO);
- Aree di stoccaggio in recipienti mobili (BOMBOLE);
- Aree di carico/scarico da vettori  stradali,  ferroviari  o  navali
(TRAVASO);
- Aree di pompaggio per movimentazione GPL (POMPE);
- Aree di imbottigliamento (IMBOTTIGLIAMENTO).
Ciascuna unita' logica puo' suddividersi in piu' sotto unita' qualora
sia possibile caratterizzarle come unita' fisiche separate.
Ai  fini  di  tale  caratterizzazione  e'  necessario  che  la minima
distanza tra gli elementi pericolosi, secondo la definizione  di  cui
al DM 13/10/94, delle unita', sia non inferiore a 15 m.
Tale   distanza   puo'   essere   ridotta   alla   meta'   attraverso
l'interposizione di "muro di schermo" secondo la definizione  di  cui
al Titolo II dello stesso DM sopracitato.
Qualora  il  deposito  di bombole piene sia ubicato all'interno dello
stesso  locale  di  imbottigliamento  esso   e'   considerato   parte
integrante di tale ultima unita'.
La  Figura  II/2  mostra un esempio di suddivisione di un deposito di
GPL in unita' logiche.
3.2 Scelta della sostanza predominante (Rif. 2.2)
Per  apparecchiature  destinate  a  contenere  miscele  variabili  di
Propano e Butano (Tipi A, AO, A1, B e C),  si  assume  come  sostanza
chiave il Propano.
Per  le  altre  sostanze assimilate alle miscele di GPL, citate nelle
presenti disposizioni, la sostanza chiave e' quel composto o  miscela
presente  nell'unita' che, per le sue proprieta' intrinseche e per le
quantita' presenti, fornisce  il  potenziale  maggiore  nel  caso  di
rilascio  di  energia a seguito di combustione, esplosione o reazione
esotermica.
3.3 Determinazione del fattore sostanza: B (Rif. 2.3)
Per il propano il fattore sostanza B e' 21.
Per le sostanze assimilate alle miscele di GPL il fattore sostanza si
determina con le modalita' descritte al punto 2.3 del DPCM 31.3.1989.
3.4 INDIVIDUAZIONE DEI FATTORI DI PENALIZZAZIONE (Rif. 2.4)
Per i fattori su cui  necessita  effettuare  scelte  entro  le  fasce
indicate,  il  responsabile  dell'istruttoria  (articolo  8  del  DPR
175/88) potra' richiedere i criteri che hanno  condotto  alla  scelta
effettuata.
I  fattori  di  penalizzazione  attribuiti  ai  depositi  di GPL sono
riportati di seguito, con riferimento sia ai valori indicati nel DPCM
All.II, ove applicabile, sia ai  valori  integrativi  o  modificativi
dello stesso, in relazione alla specifica tipologia dell'impianto.
Per  ciascuna  unita'  logica  di  suddivisione  del  deposito  e per
ciascuno dei  rischi  specifici  considerati  (M,  P,  S,  Q,  L)  si
determina  il  fattore globale di penalizzazione dato dalla somma dei
singoli valori assunti entro la voce pertinente,  tenendo  conto  dei
fattori aggiuntivi.
3.4.1 Rischi specifici delle sostanze: M (Rif. 2.4.1)
3.4.1.1 Caratteristiche di miscelazione e dispersione: m(Rif.2.4.1.1)
Il fattore m e' pari a 30 per tutte le UNITA' del deposito.
3.4.2 Rischi generali di processo: P (Rif. 2.4.2)
3.4.2.1 Manipolazione (Rif. 2.4.2.1)
Il  fattore e' pari a 10 per le aree di stoccaggio, in serbatoi fissi
e in recipienti mobili (bombole),  separate  dalle  aree  di  TRAVASO
(carico/scarico).
Tale  fattore si applica anche all'unita' di imbottigliamento qualora
sia anche sede di deposito bombole piene per quantitativi superiori a
3000 Kg.
3.4.2.2 Trasferimento delle sostanze (Rif. 2.4.2.3)
Il fattore e' pari a 25 per le aree di TRAVASO (carico/scarico) e per
le aree di IMBOTTIGLIAMENTO.
3.4.2.3 Contenitori trasportabili (Rif. 2.4.2.4)
Il fattore e' pari a 40 per recipienti e serbatoi  pieni  interessati
dai trasporti nelle aree di IMBOTTIGLIAMENTO e STOCCAGGIO BOMBOLE.
Il  fattore  e'  pari  a 100 per serbatoi stradali o ferroviari nelle
aree di TRAVASO (carico/scarico).
3.4.3 Rischi particolari di processo: (S) (Rif. 2.4.3)
3.4.3.1 Alta pressione: p (Rif. 2.4.3.2)
Il fattore pressione p e' ricavato dal diagramma di figura II/3.
Per le miscele, ove si assume come sostanza  chiave  il  propano,  il
fattore  e'  pari  a 46, corrispondente alla tensione di vapore di 18
bar alla temperatura massima di progetto, assunta pari a 50C.
Per  le  sostanze  assimilabili, il fattore p e' identificato in base
alla tensione di vapore della sostanza chiave alla temperatura di 50C
(massima di progetto).
Per gli stoccaggi in serbatoi interrati o ricoperti, tale fattore  e'
assunto  pari  a  33 corrispondente alla tensione di vapore di 12 bar
alla temperatura di 35C.
Per i serbatoi fuori terra coibentati con materiale isolante  a  base
minerale,  il fattore e' posto pari a 36 corrispondente alla tensione
di vapore di 13,5 bar alla temperatura di 40C.
Valori differenti potranno  essere  utilizzati  solo  se  debitamente
documentati.
3.4.3.2 Bassa temperatura (Rif. 2.4.3.3)
Il  fattore  e'  pari  a 15 per tutte le UNITA' in considerazione dei
tipi di  acciai  normalmente  impiegati,  operanti  alla  temperatura
minima di progetto di -10C.
Nel caso di uso di acciai con T di transizione inferiore di almeno 10
rispetto  alla  temperatura  minima  di  esercizio  ipotizzabile  (ad
esempio  per  serbatoi  tumulati  costruiti  con  acciai  per   bassa
temperatura) il fattore e' pari a 0.
3.4.3.3 Temperatura elevata (Rif. 2.4.3.4.1)
Il fattore e' pari a 25 per tutte le UNITA'.
3.4.3.4 Rischi di corrosione (Rif. 2.4.3.5)
Il  GPL  non  presenta  caratteristiche  aggressive nei confronti dei
materiali metallici; pertanto si ritiene trascurabile  la  corrosione
interna.
Per  quel  che  riguarda  la  corrosione esterna, tenendo conto delle
normali caratteristiche  ambientali  e  loro  effetti  sui  materiali
generalmente  utilizzati,  i  fattori  di  penalizzazione applicabili
sono:
- UNITA' STOCCAGGI
a) Serbatoi fuori terra non rivestiti (Rif. 2.4.3.5.1)
   Attribuire un fattore 20 in assenza  di  un  idoneo  programma  di
   manutenzione  periodica  della superficie esterna del serbatoio la
   cui efficacia dovra' essere verificata e documentata.
b) Serbatoi fuori terra coibentati: (Rif. 2.4.3.5.2)
 Attribuire un fattore 50 per tenere conto della non ispezionabilita'
   delle superfici ricoperte.
c) Serbatoi interrati o tumulati: (Rif. 2.4.3.5.2)
 Attribuire un fattore da 50 a 100.
Per i serbatoi protetti con impianto di protezione catodica, conforme
ai requisiti previsti da D.M. 13/10/1994, attribuire il fattore 50.
I fattori di cui alle lettere b) e c)  possono  essere  trascurati  o
ridotti in presenza di ispezioni programmate utilizzanti, ad esempio,
metodologie  di  controlli  non  distruttivi che permettono di tenere
sotto controllo l'insorgere di eventuali fenomeni corrosivi.
- ALTRE UNITA'
Per le unita' TRAVASO,  IMBOTTIGLIAMENTO  E  BOMBOLE  il  fattore  e'
attribuito in conformita' al punto a).
3.4.3.5 Perdite dai giunti ed attraverso le guarnizioni (Rif.2.4.3.6)
Per  le  varie  UNITA', ove applicabile, il fattore e' scelto tenendo
conto del tipo  di  progettazione  e  dei  materiali  di  costruzione
adoperati, con le seguenti modalita':
 _____________________________________________________________
|                                           |                 |
|              Descrizione                  |     Fattore     |
|___________________________________________|_________________|
|                                           |                 |
|- Costruzione saldata per la maggior parte |                 |
|  dei giunti, con accoppiamenti flangiati  |        0        |
|  tali da garantire un'adeguata tenuta e   |                 |
|  valvole a tenuta stagna                  |                 |
|___________________________________________|_________________|
|                                           |                 |
|- Tenuta delle pompe e premistoppa         |                 |
|  presumibilmente soggetta a qualche       |       20        |
|  perdita di lieve entita'                 |                 |
|___________________________________________|_________________|
|                                           |                 |
|- Accoppiamenti flangiati non a tenuta     |                 |
|  stagna                                   |   Non Ammessi   |
|___________________________________________|_________________|
3.4.3.6 Rischi dovuti a fatica per vibrazioni e carichi ciclici (Rif.
        2.4.3.7)
Questo fattore tiene conto dell'usura cui sono  soggetti  gli  organi
rotanti  o  dotati  di  moto alternativo nonche' di quella relativa a
dispositivi  ed   apparecchiature   soggetti   a   movimentazione   e
manipolazione. Il fattore e' attribuito come segue:
- Stoccaggio: 0
-  Travaso: 50 se in presenza di manichette flessibili sia sulla fase
  liquida che sulla fase gassosa.
  30 se  in  presenza  di  braccio  rigido  per  la  fase  liquida  e
  manichetta flessibile per la fase gassosa.
  10  se in presenza di bracci rigidi sia per la fase liquida che per
  la fase gassosa.
- Imbottigliamento: 50
- Deposito bombole: 20
- Pompe/Compressori: 20
- Pompe/Compressori alternativi: 50
3.4.3.7 Funzionamento all'interno del campo di infiammabilita'  (Rif.
        2.4.3.9)
Per  tener  conto  della  eventuale  presenza  di  bombole  vuote non
bonificate, attribuire un fattore 100 per l'unita' IMBOTTIGLIAMENTO.
3.4.3.8 Rischio di esplosione superiore alla media (Rif. 2.4.3.10)
Il fattore e' pari a 40, per tutte le UNITA'.
3.4.3.9 Rischi elettrostatici (Rif. 2.4.3.14)
Per propano e butano, attribuire un fattore 30 per tutte  le  UNITA',
ad esclusione dell'area stoccaggio BOMBOLE.
Per  altre  tipologie di gas liquefatti, il fattore sara' determinato
in funzione della conducibilita' elettrica  della  sostanza  e  delle
condizioni di movimentazione adottate.
3.4.3.10 Rischio derivante da utilizzazione intensiva:
- UNITA' STOCCAGGIO
Tale  fattore  e'  relativo  al  rischio  associato all'operazione di
travaso in e da i serbatoi di stoccaggio fisso.
Esso viene valutato, secondo la tabella seguente, in relazione a  due
fattori:
1)  rapporto tra la Movimentazione Annua (t/a) e la Quantita' Massima
   Stoccabile (t), entrambe relative all'intero deposito. Il prodotto
   entrato e uscito con travaso sfuso deve essere  computato  per  il
   100%  della  quantita'  movimentata, quello entrato sfuso e uscito
   confezionato deve essere computato  per  il  50%  della  quantita'
   movimentata.  Il  rapporto  e'  unico e valido per tutte le unita'
   stoccaggio del deposito.
2) numero di serbatoi presenti nella unita' in esame.
 ___________________________________________________________________
|                                |                                  |
|   Movimentazione annua (t/a)   |  Fattori in funzione del numero  |
|  ----------------------------  |     dei serbatoi nell'unita'     |
|  Quantita' max stoccabile (t)  |__________________________________|
|                                |        1 - 6      |     >6       |
|________________________________|___________________|______________|
|             <= 25              |       - 30        |    - 10      |
|________________________________|___________________|______________|
|         > 25 - <= 60           |          1        |      25      |
|________________________________|___________________|______________|
|             > 60               |         25        |      50      |
|________________________________|___________________|______________|
I  valori  dei  fattori  in  tabella dovranno essere moltiplicati (se
negativi) e divisi (se positivi)  per  il  fattore  ricavabile  dalla
seguente espressione:
                         1 + K'i + K'u
                             ---------
                             Ki  + Ku
essendo:
Ki e Ku   il quantitativo annuo complessivo di prodotto in ingresso e
          in uscita dal deposito rispettivamente
K'i  e  K'u il quantitativo annuo di prodotto in ingresso e in uscita
          dal  deposito  a  mezzo  navi  gasiere  e/o   ferrocisterne
          rispettivamente.
3.4.4 Rischi dovuti alle Quantita' (Q) (Rif. 2.4.4)
Si  attribuisce  un fattore di penalizzazione per i rischi aggiuntivi
connessi con l'uso di grossi quantitativi di  sostanze  combustibili,
infiammabili ed esplosive.
La  quantita' totale K di sostanza presente nell'unita' in esame deve
essere espressa in tonnellate, e deve essere  calcolata  includendovi
il contenuto di tubi, serbatoi di alimentazione e simili.
Per  le  unita' pompe/compressori ed imbottigliamento, la quantita' K
dovra' essere calcolata anche con riguardo alle portate  di  rilascio
ed ai tempi medi di intercettazione, indicati in Appendice III, fatte
salve  le  ipotesi  di marginalita' del rischio descritte al punto 3,
della stessa Appendice III.
Similmente dovra' farsi per il punto di travaso, aggiungendo  inoltre
il  quantitativo  corrispondente  al  vettore  di  maggiore capacita'
ammesso al travaso.
Il fattore quantita' Q deve essere determinato utilizzando le  Figure
II/4, II/5 e II/6, ove pertinenti.
Per quantita' inferiori a 100 Kg, si assume Q = 1.
3.4.5 Rischi connessi al "layout": (L) Rif. 2.4.5)
Le  varie  configurazioni  di  progetto  e  di  layout dell'unita' da
valutare possono introdurre rischi ulteriori. Questo paragrafo prende
in considerazione, in dettaglio, tali caratteristiche e fornisce  una
guida per i fattori da impiegare.
3.4.5.1 Altezza: H (Rif. 2.4.5.1)
L'altezza  dell'unita',  in  metri,  viene  impiegata  per il calcolo
dell'indice di esplosione in aria.
Essa si definisce come altezza al di sopra del  livello  normale  del
suolo,  tenendo  conto  della posizione di parti principali, quali le
tubazioni principali di derivazione, escludendo  pero'  le  tubazioni
dei condotti di sfiato.
Nel caso di interrati o tumulati si assume H = 0,5.
Per  i  serbatoi fuori terra si assumera' a riferimento l'altezza del
baricentro geometrico del serbatoio rispetto al suolo.
Per le unita' di deposito bombole piene si assume H = 0,1.
3.4.5.2 Area normale di lavoro: N (Rif. 2.4.5.2)
L'area normale di lavoro in m2, di una unita'  e'  definita  come  la
superficie  in  pianta della struttura associata all'unita', ampliata
di quanto necessario per includervi qualsiasi  altra  apparecchiatura
collegata, non rientrante nella superficie in pianta della struttura.
a) STOCCAGGIO
-  per  i  serbatoi  fuori terra, l'area N si definisce come la somma
  delle superfici,  in  pianta,  dei  serbatoi  presenti  dell'unita'
  (cioe',  generalmente,  quelli  disposti  entro lo stesso bacino di
  drenaggio,  valutato  come  unita'  singola),  piu'  la  superficie
  occupata   dalle  tubazioni  ed,  eventualmente,  dalle  pompe,  se
  considerate incluse nella unita'
  Qualora la superficie sottostante i serbatoi  sia  convenientemente
  predisposta  per  l'allontanamento  e  convogliamento  a  vasca  di
  raccolta di eventuali rilasci, l'area  N,  cosi'  definita,  potra'
  essere incrementata delle superfici utilizzate a tale scopo fino ad
  un massimo del 100%.
-  Per  i  serbatoi  interrati  in  cassa  di  contenimento, l'area N
  coincide con la superficie in pianta della cassa.
- Per i serbatoi semplicemente interrati, l'area N  coincide  con  la
  superficie della platea di appoggio dei serbatoi fino ad un massimo
  del 200% della superficie in pianta dei serbatoi stessi.
-  Per  i  serbatoi ricoperti, l'area N coincide con la superficie in
  pianta del tumulo fino ad un massimo del 200% della  superficie  in
  pianta dei serbatoi stessi.
b) TRAVASO
Per i punti di travaso, l'area N e' pari a 1,5 volte la superficie in
pianta   del   vettore   in   travaso   per   tener  conto  dell'area
potenzialmente impegnata dagli organi di collegamento.
La stessa puo' essere incrementata del 100% in presenza  di  impianti
fissi  antincendio,  di copertura dell'area impegnata dagli organi di
collegamento,  proporzionati  per  l'erogazione  di  20  l/min/m2  di
superficie in pianta.
c) POMPE/COMPRESSORI - IMBOTTIGLIAMENTO - DEPOSITO BOMBOLE
Qualora  le  unita'  siano  ubicate  all'interno di edifici, l'area N
coincide con la superficie in pianta del locale o della parte di esso
ad uso esclusivo della specifica unita'.
Per  le  unita'  ubicate  all'aperto  si  applica  la  definizione  a
carattere generale fornita in premessa.
d) TUBAZIONI
-  Per  le tubazioni in trincea, o al suolo o entro un'altezza di 1,5
  m, l'area N e' pari al prodotto tra la larghezza della  trincea  (o
  della  recinzione  di protezione, per tubazioni sopra il suolo) per
  la lunghezza della tubazione.
- Per grossi ponti di tubazioni, l'area  N  e'  il  prodotto  tra  la
  larghezza  massima  del ponte per la distanza compresa tra i pali o
  tralicci di sostegno.
3.4.5.3 Progettazione della struttura (Rif. 2.4.5.3)
a)  Unita' di STOCCAGGIO (Rif. 2.4.5.3.2)
a1) Per i soli serbatoi "fuori terra":
    attribuire i seguenti fattori in funzione della singola capacita'
    massima dei serbatoi presenti nell'unita':
 ___________________________________________________________________
|                                |                                  |
|          Capacita' m3          |        Fattore da adottare       |
|________________________________|__________________________________|
|            <= 200              |              - 20                |
|________________________________|__________________________________|
|           201 -  500           |                 0                |
|________________________________|__________________________________|
|           501 - 2000           |                20                |
|________________________________|__________________________________|
|            > 2000              |               100                |
|________________________________|__________________________________|
Impiegare  un  fattore aggiuntivo pari a 50 quando la base o il punto
piu' basso di un serbatoio siano situati a piu' di 2,5 m al di  sopra
il livello del terreno.
a2)  serbatoi  interrati  in fossa: fattore 50 in assenza di adeguati
    ancoraggi alle fondazioni, per tener conto di potenziale  rischio
    di allagamento.
a3)  serbatoi  tumulati (giacenti al di sopra del piano del terreno e
    ricoperti di terra): fattore -50.
b) Unita' POMPE E COMPRESSORI (Rif. 2.4.5.3.3)
Per unita' situate completamente  all'aperto,  con  sola  tettoia  di
copertura, il fattore e' pari a -10.
Per unita' non situate all'aperto, si applica un fattore variabile da
0 a 200 a seconda delle caratteristiche di ventilazione:
 __________________________________________________________________
|                                        |                         |
|        Tipologia di costruzione        |   Fattore da adottare   |
|________________________________________|_________________________|
| Realizzata in muratura continua per un |                         |
| massimo di 1/2 del perimetro           |              0          |
|________________________________________|_________________________|
| costruzione chiusa con tetto tipo      |                         |
| olandese e ventilazione sul colmo      |             40          |
|________________________________________|_________________________|
| costruzione chiusa                     |            200          |
|________________________________________|_________________________|
Fattori   intermedi   possono   essere  adottati  in  funzione  delle
caratteristiche costruttive o di ventilazione.
c) Unita' TRAVASO
Per le unita' travaso attribuire un fattore variabile da -20 a +50 in
funzione delle caratteristiche di viabilita' interna.
Il  fattore  -20  e'  applicabile  ai  casi  in  cui  il  sistema  di
circolazione  interna  non  preveda  attraversamenti  delle  "zone di
rispetto", come definite al punto 4.5 del DM 13/10/94, ed inoltre  il
deposito  sia  dotato di varchi distinti per l'accesso e l'uscita dei
vettori.
Il fattore 0 e' applicabile in assenza di uno  solo  dei  sopracitati
requisiti.
3.4.5.4 Effetti dominio (Rif. 2.4.5.4)
a) Per le unita' di STOCCAGGIO in serbatoi "fuori terra":
   quando  piu'  unita' di stoccaggio siano prossime l'una all'altra,
   un incidente che si  verifichi  in  una  unita'  puo'  coinvolgere
   quelle  adiacenti.  In  questi casi risultano fattori determinanti
   l'altezza e la distanza tra le unita'.
    In funzione di cio' si applicano i seguenti fattori:
 __________________________________________________________________
|                                  |                               |
|  Altezza dell'unita' H in metri  |            Fattore            |
|__________________________________|_______________________________|
|                < 10              |               0               |
|__________________________________|_______________________________|
|              10 + 15             |              30               |
|__________________________________|_______________________________|
|                > 15              |              50               |
|__________________________________|_______________________________|
Se  il  rapporto  tra  l'altezza e la dimensione inferiore della base
(lunghezza o larghezza) dell'unita' e' maggiore di 3 ed  H  >  15  m,
attribuire un fattore aggiuntivo pari a 5 volte tale rapporto fino ad
un  massimo  di  25. Nel caso in cui tale rapporto sia maggiore di 5,
attribuire il fattore 200.
b) ALTRE UNITA'
- per le  restanti  unita',  in  funzione  della  loro  distanza  dai
  serbatoi   di  stoccaggio  fuori  terra,  si  applicano  i  fattori
  ricavabili dalla seguente tabella.
  Le distanze da  considerare  per  l'entrata  in  tabella  e  quella
  intercorrente  tra  gli elementi pericolosi dell'unita' sono quelle
  rispetto al serbatoio piu' vicino.
  Per tener conto di  possibili  effetti  domino,  anche  tra  unita'
  distinte   dai   serbatoi  di  stoccaggio,  attribuire  un  fattore
  aggiuntivo pari a 10 per unita' distanti tra loro meno di 15 m.
Le distanze, di cui al presente comma, possono  essere  ridotte  alla
meta'  in presenza di muro di schermo, come definito al Titolo II del
DM 13/10/94.
                          __________________________________________
                         |                    |                     |
                         |    Distanza (m)    | Fattore da adottare |
_________________________|____________________|_____________________|
| Unita' travaso e       |       > 150        |         -30         |
| imbottigliamento       |     150 - 100      |         -10         |
|                        |     100 -  50      |           0         |
|                        |      50 -  15      |          30         |
|                        |       < 15         |          75         |
|________________________|____________________|_____________________|
| Unita' pompe/compres-  |       > 100        |          -20        |
| sori e stoccaggio      |     100 - 50       |          -10        |
| bombole                |      50 - 15       |            0        |
|                        |       < 15         |           30        |
|________________________|____________________|_____________________|
3.4.5.5 Conformazione sotto il suolo (Rif. 2.4.5.5)
Il fattore di penalizzazione tiene conto di eventuali zone situate  a
livello  piu'  basso  del  suolo nelle quali possono raccogliersi gas
infiammabili.
a) per le unita' STOCCAGGIO
- pozzetti adiacenti a bacini di drenaggio:
  se la loro distanza dalla proiezione in pianta del  serbatoio  piu'
  vicino e':
  >20 m: fattore 0
  tra 10 e 20 m: fattore 20
  <10 m: fattore 80
b) per le unita' POMPE:
- se sistemate in pozzetti sotto il livello del suolo: fattore 150
c) per le altre UNITA':
-  se  sono  presenti  zone  di drenaggio sotto il livello del suolo,
  quali i pozzetti  grigliati,  vani  bascule  interrate  nelle  zone
  travaso,   vani   destinati   ad   ospitare   il   macchinario   di
  movimentazione delle giostre di imbottigliamento, etc fattore 50  -
  150.
3.4.5.6 Drenaggio di superficie (Rif. 2.4.5.6)
Nessuna  penalita'  va  attribuita  se il punto di drenaggio si trova
all'esterno dell'area normale di lavoro e se la pendenza del suolo e'
gia' di per se' sufficiente a trasportare le sostanze versate lontano
dall'unita'.
Per gli spandimenti all'interno dell'area normale di  lavoro  non  va
assegnato  alcun  fattore  ove  la sostanza sia convogliata verso una
rete di raccolta separata.
Per  unita'  di  STOCCAGGIO,  TRAVASO  e   POMPE:   in   assenza   di
pavimentazioni   con   pendenze  di  almeno  l'1%  per  il  drenaggio
all'esterno dell'area, applicare il fattore 100.
3.4.5.7 Altre caratteristiche (Rif. 2.4.5.7)
Per tutte le UNITA':
E' importante l'esistenza di un adeguato accesso  per  le  operazioni
antincendio.  Per  unita'  aventi area normale di lavoro compresa tra
900 e 2000 m2, che non siano dotate, su  due  fronti,  di  strade  di
accesso larghe almeno 7 m ed in assenza di ostacoli di altezza fino a
4,5  m  e  che non sia garantita l'aggredibilita' con mezzi mobili da
almeno due lati, impiegare un  fattore  pari  a  75.  Similmente  ove
l'area  normale  di  lavoro  sia  maggiore  di 2000 m2, attribuire un
fattore pari a 125.
Per unita' situate a non piu' di  10  m  da  sale  controllo,  mense,
uffici  o  confini  di stabilimento, attribuire un fattore aggiuntivo
pari a 50.
3.5 CALCOLO DEGLI INDICI "INTRINSECI"
Per ciascuna unita' di suddivisione del deposito GPL si  calcolano  i
seguenti quattro indici:
3.5.1 Indice di incendio: F
Tale  indice e' determinato in base al potenziale rilascio di energia
del  GPL  presente  nell'unita'  ed  all'area  sulla  quale   insiste
l'unita'.
                             F = B *K/N
3.5.2 Indice di esplosione confinata: C
Tale   indice  fornisce  una  misura  del  potenziale  di  esplosione
all'interno dell'unita': e' determinato in base ai  rischi  specifici
del GPL ed ai rischi generali e particolari di processo.
                      C = 1 + (M + P + S) /100
3.5.3 Indice di esplosione in aria: A
Tale  indice  e'  determinato  in  base  alla  quantita'  di  GPL che
interessa l'unita' ed alle caratteristiche del  gas  e  del  rilascio
(quota e condizioni di rilascio).
       A = B (1 + m/100) (1 + p) (Q *H *C/1000) (t + 273)/300
La  temperatura t e' la massima temperatura di esercizio ipotizzabile
per l'unita' in esame.
3.5.4 Indice di rischio generale: G
Essendo  necessario confrontare unita' che presentano tipi di rischio
differente, si calcola un indice di rischio generale ottenuto con una
combinazione degli indici sopra descritti, integrati con un ulteriore
indice approssimativamente equivalente all'indice DOW per  l'incendio
e l'esplosione D, calcolato con l'espressione:
         D = B (1 + M/100) (1 + P/100) (1 + (S + Q + L)/100)
L'indice di rischio generale si calcola con la seguente formula:
                G = D (1 + 0,2 C radice quadrata A*F)
4. II FASE: Individuazione dei fattori di compensazione
Le   varie  caratteristiche  di  sicurezza  e  le  misure  preventive
incorporate  in  un'unita'  di  un  certo  impianto  possono   essere
suddivise in due grandi aree, tendenti rispettivamente alla:
-  riduzione  del  rischio  attraverso  la riduzione del numero degli
  incidenti;
-  riduzione  del  rischio  attraverso  la   riduzione   dell'entita'
  potenziale degli incidenti.
La  prima  area  comprende le configurazioni di sicurezza e le misure
preventive  principalmente  rivolte  ad  evitare  incidenti  e   che,
presumibilmente,  possono conseguentemente produrre una riduzione del
numero di incidenti.  Le  caratteristiche  compensative  che  possono
condurre  ad  una diminuzione del numero di incidenti sono il tipo di
progettazione  meccanica,  le  strumentazioni  di  controllo   e   di
sicurezza,   le   procedure   di   esercizio   e   di   manutenzione,
l'addestramento del personale, la buona conduzione ed il buono  stato
di  manutenzione  degli  impianti.  Alcune  di queste caratteristiche
agiscono direttamente per la compensazione del potenziale di  rischio
mentre   altre,   come   l'addestramento   del   personale,  agiscono
indirettamente,  in  quanto  assicurano  che  le  configurazioni   di
progetto non vengono eluse o eliminate.
La seconda area comprende le caratteristiche di sicurezza e le misure
preventive  che  contribuiscono  a  ridurre  l'entita'  di  qualsiasi
incidente che possa verificarsi e sono intese a minimizzare  i  danni
conseguenti  ad  un  incendio o ad una esplosione. Tale compensazione
risulta  indispensabile,   in   quanto   e'   impossibile   eliminare
completamente  il  rischio che un incidente si verifichi. Come esempi
in tale area si possono citare i sistemi di protezione antincendio  e
i sistemi antincendio fissi.
Alla prima area si riferiscono i fattori di compensazione K1, K2, K3,
alla seconda i fattori K3, K4 e K5.
Ciascun  fattore  e'  dato dal prodotto dei singoli fattori assegnati
entro la voce pertinente per ciascuna unita'.
Quanto  proposto  nei  paragrafi  seguenti  in  tema  di  fattori  di
compensazione,  fa  riferimento  a soluzioni costruttive, operative e
gestionali di tipo generalmente consolidato: potra'  essere  valutata
la  possibilita' di introdurre nuovi fattori per soluzioni differenti
da quelle prospettate.
4.1 CONTENIMENTO (K1)
Questo  paragrafo  tratta  della  riduzione  del  rischio  risultante
dall'adozione di standard di progetto elevati per gli apparecchi e le
tubazioni  a  pressione,  nonche' dalla loro protezione da effetti di
danneggiamento od urto accidentale.
Il principale scopo della riduzione del rischio sotto questa voce  e'
quello di ridurre il numero delle perdite che si verificano.
4.1.1 Apparecchi a pressione (Rif. 3.1.1.1)
a) Unita' STOCCAGGIO
I  serbatoi devono essere progettati e costruiti secondo le normative
vigenti in Italia.
In particolare:
- la pressione di progetto e' assunta concordemente a quanto indicato
  al punto 3.4.3.1 del presente documento.
- nel caso di tumulati deve essere prevista anche, la possibilita' di
  carichi esterni.
- deve essere previsto un sovraspessore di corrosione, correlato alla
  vita  programmata  per  l'apparecchio,  nel  caso  di  assenza   di
  verniciature protettive.
- i materiali usati devono essere garantiti per temperature minime di
  progetto di almeno - 10 gradi C.
-  la  categoria  di  saldatura,  e  conseguenti controlli, e' quella
  richiesta dalle norme vigenti.
Si adottano i seguenti fattori di compensazione, cumulabili, nei casi
sottospecificati:
0.90 per pressioni di progetto superiori a quelle sopraindicate
0.85 per uso di acciai ammessi all'impiego per temperature di
     esercizio inferiori a -10 gradi C
0.90 per categoria di saldatura adottata superiore a quella prevista
     dalle normative
0.80 se le uniche connessioni presenti sul serbatoio sono le
     seguenti
     fase liquida: 1 linea
     fase vapore : 1 linea
                   1 o piu' passi d'uomo
                   minimo numero possibile di attacchi per
                   strumentazione (preferibili montati su passo
                   d'uomo) in conformita' alle prescrizioni di legge
                   1 o piu' bocchelli per montaggio delle valvole di
                   sicurezza
     Si ammette inoltre la presenza di una linea di ritorno per
     eccedenza di pompaggio; ma in questo caso dovra' adottarsi il
     fattore 0,9.
0.80 se la linea principale in fase liquida e' intercettata da due
     valvole, di cui una a comando remotizzato e l'altra anche del
     tipo a sfera manuale, con linea drenata fuori del bacino, ed
     inoltre e' soddisfatto uno dei seguenti casi:
     - linea del tipo interamente saldato con flangia finale situata
       fuori bacino
     - linea dotata di valvola tipo Fire-safe a comando remotizzato,
       montata al di sotto del serbatoio.
b) Unita' TRAVASO
0.80  uso  di bracci del tipo metallico con snodi per la fase liquida
     in luogo delle manichette flessibili.
0.7  se i bracci metallici sono installati anche per la fase gas.
c) Unita' POMPE/COMPRESSORI
c.1) pompe:
Le pompe, di norma del tipo centrifugo e funzionanti con bassi valori
di  NPSH,  devono  essere  realizzate  con  materiali   idonei   alla
temperatura minima di impiego di almeno -10 gradi C;
Per evitare il surriscaldamento e la vaporizzazione del GPL a seguito
di  avviamento  della  pompa con mandata chiusa, deve essere prevista
una linea di by-pass tra la tubazione  di  mandata  e  l'aspirazione,
realizzata in modo da permettere lo smaltimento della potenza erogata
dalla girante, senza che si determini insufficiente NPSH.
E' adottabile il seguente fattore di compensazione:
0.85  se le linee di by-pass sono equipaggiate con sistemi automatici
     (regolatori  di  portata,  valvole  di  sfioro,  etc.)  tali  da
     garantire,  in  ogni  circostanze,  una  portata  di liquido non
     inferiore al minimo prescritto nella specifica della pompa.
cumulabile:
0.95 se esiste allarme per basso livello ai serbatoi
c.2) compressori:
I compressori possono essere del tipo alternativo (a singolo  o  piu'
stadi)  o centrifughi e realizzati con materiali idonei per l'impiego
alla temperatura minima di almeno -10 gradi C;
L'aspirazione deve essere dotata di  recipienti  separatori  liquido-
vapore, dotati di valvola di sicurezza.
Possono   essere   adottati   i  seguenti  fattori  di  compensazione
cumulabili:
0.90 per compressori di tipo "non lubrificato"
0.85 per compressori  alternativi,  se  con  distanziatori  del  tipo
     extralungo e con doppio compartimento
0.90 adozione di scambiatori con raffreddamento ad aria invece che ad
     acqua
0.85 per compressori alternativi, se viene effettuata una analisi del
     sistema compressore-tubazioni, per valutare la necessita' o meno
     di inserimento di adatti smorzatori di pulsazioni.
Nel  caso  in  cui  le  pompe  e i compressori costituiscono un'unica
unita' si applichera' il fattore piu' conservativo.
4.1.2 Condotte di trasferimento (Rif. 3.1.1.3)
a) Per le UNITA' di Stoccaggio, Travaso ed Imbottigliamento
Le condotte devono essere del tipo senza  saldatura  longitudinale  e
con  le  saldature  circonferenziali  ridotte  al  minimo  possibile,
progettate e costruite secondo le norme di buona tecnica  e  comunque
di categoria non inferiore a PN 40.
Le  stesse  caratteristiche  devono  essere  possedute  da  tutti gli
accessori connessi all'unita'.
Le flange utilizzate, solo per i collegamenti con le valvole,  devono
essere  del  tipo  a codolo, saldate testa-testa, con le superfici di
tenuta dotate di risalto.
E' adottabile uno dei seguenti fattori di compensazione:
0.85 condotta realizzata in categoria  piu'  elevata  di  un  livello
     rispetto al richiesto
0.80  condotta  realizzata  in  categoria piu' elevata di due livelli
     rispetto al richiesto
0.75 condotta realizzata in categoria piu'  elevata  di  tre  livelli
     rispetto al richiesto
ed inoltre, cumulabile:
0.90 tutte le saldature radiografate al 100%
0.95 tutte le saldature verificate con liquidi penetranti
I requisiti previsti al presente comma sono da intendersi riferiti:
-  Per  lo  stoccaggio: ai serbatoi ed al tratto di tubazione a monte
  della prima valvola automatica o telecomandata di intercettazione.
- Per il travaso: a tutto il tratto di tubazione a monte della  prima
  valvola automatica o telecomandata di intercettazione a partire dal
  vettore in travaso ivi compresi i bracci di carico.
-  Per  l'imbottigliamento:  a  tutto  il piping interno al locale di
  imbottigliamento ad eccezione dei tubi flessibili  di  collegamento
  ai recipienti.
b) Per le Unita' POMPE/COMPRESSORI
Non  sono  ritenute affidabili le tenute a baderna; la configurazione
minima da adottare contro i trafilamenti di GPL deve prevedere tenute
meccaniche di tipo "doppio" o "in tandem".
Fattore di compensazione:
0.85 se la pompa  e'  dotata  di  tenuta  meccanica  con  bussola  di
     sicurezza, avente funzione di limitare il flusso verso l'esterno
     in caso di forte perdita della tenuta meccanica.
0.85  se la pompa e' dotata di tenuta meccanica doppia con allarme di
     pressione nella camera intermedia.
0.80  se  la  pompa  e'  dotata  di  tenuta  meccanica   doppia   con
     circolazione di fluido intermedio e allarme di bassa portata.
0.70  se  la  pompa e' inserita in cassa a tenuta con allarme di alta
     pressione.
Per i  compressori  alternativi,  deve  essere  prevista,  nel  pacco
tenute,  una  presa intermedia di recupero di vapori, da convogliarsi
all'aspirazione del compressore.
Fattore di compensazione:
0.90 in caso di compressori alternativi con doppio compartimento  se,
     inoltre  e'  prevista  la  polmonazione  con  azoto  del secondo
     compartimento, ad una pressione leggermente superiore  a  quella
     che si puo' generare nel primo.
Nel caso in cui pompe e compressori costituiscono un'unica unita', si
adottera' il fattore piu' conservativo
4.1.3 Sistemi di contenimento supplementari (Rif. 3.1.1.4)
Per le unita' STOCCAGGIO Tumulato o Interrato:
0.90  se la connessione al serbatoio in fase liquida, normalmente non
     ispezionabile, e' realizzata con doppia parete  con  allarme  di
     alta pressione, nella intercapedine. La seconda parete, esterna,
     deve  essere  calcolata  con  gli  stessi  criteri  di  progetto
     adottati per la parete interna.
4.1.4 Sistemi di rilevamento perdite (Rif. 3.1.1.5)
I  fattori  consigliati  di  seguito  si riferiscono a rilevatori che
intervengono al 25% del limite inferiore di infiammabilita'.
Per TUTTE le UNITA'
Il fattore puo' essere scelto tra i seguenti:
0.70 esistenza di rilevatori di gas  in  corrispondenza  di  tutti  i
     punti   critici,   con   blocco   automatico  delle  valvole  di
     intercettazione  ed  allarme  riportato   in   sala   controllo,
     costantemente presidiata.
0.75  come  sopra, ma con chiusura delle valvole remotizzate affidate