(all. 1 - art. 1)
                   Al Presidente della Repubblica
   Il consiglio comunale di Altavilla Milicia  (Palermo),  a  seguito
delle  dimissioni  presentate  dalla  maggioranza dei consiglieri, e'
stato dichiarato decaduto con decreto del  Presidente  della  regione
siciliana, in data 30 novembre 1995.
   Le  funzioni  del  consiglio  sono state attribuite, con il citato
decreto, ad un commissario  straordinario,  mentre  sono  rimasti  in
carica il sindaco e la giunta.
   Il  prefetto  di  Palermo,  con  relazione in data 11 maggio 1996,
anche sulla base dell'esito di un accesso ispettivo operato presso il
comune di Altavilla Milicia, ha evidenziato la sussistenza  di  gravi
elementi  di  collegamento e di condizionamento tra l'amministrazione
comunale e la criminalita' locale, che hanno impedito l'imparziale  e
libero  svolgimento dell'attivita' dell'ente e compromesso gravemente
il buon andamento, nonche' il funzionamento dei servizi alla medesima
affidati.
   Sintomatica di una gestione personalistica  della  cosa  pubblica,
svincolata dal perseguimento dell'interesse collettivo e dal rispetto
delle  leggi,  e'  la  vicenda  processuale relativa all'applicazione
della misura cautelare degli arresti domiciliari, disposta in data 23
novembre 1995, nei confronti di un consistente numero di consiglieri,
alcuni dei quali gia' dimissionari, nonche' del sindaco e  di  alcuni
dipendenti  dell'ufficio  tecnico  comunale.  A  carico dei predetti,
infatti, e' stata formulata l'imputazione di  abuso  di  ufficio  per
aver concorso all'adozione di un illegittimo piano regolatore al fine
di procurare, a se stessi e ad altri proprietari di aree, un ingiusto
vantaggio,  derivante  dalla  trasformazione della destinazione delle
medesime  da  verde  agricolo  in  suoli   ad   elevato   indice   di
edificabilita'.  Altra  imputazione  e'  stata formulata per concorso
nell'approvazione di strumenti  urbanistici  che  avrebbero  arrecato
grave  pregiudizio  alla  pianificazione  urbanistica  del territorio
comunale.
   In conseguenza dell'applicazione della predetta misura  coercitiva
il  sindaco  veniva  sospeso  di  diritto, ai sensi dell'art. 1 della
legge  12  gennaio  1994,  n.  30.  Successivamente,  a  seguito  del
provvedimento  di  revoca  della  misura  degli  arresti domiciliari,
disposto in data 5 dicembre 1995, il sindaco veniva reintegrato nelle
proprie funzioni.
   Dalle approfondite indagini svolte sono emersi, con ogni evidenza,
gli stretti rapporti di  alcuni  amministratori  con  un  costruttore
della  zona,  legato  alle  locali cosche mafiose. In particolare, e'
stato rilevato un fattivo interessamento del predetto sia nella  fase
dei   lavori   preparatori   del   piano   regolatore  generale,  sia
dell'aggiudicazione di  gare  d'appalto  alle  quali  il  costruttore
medesimo   partecipava.   La   relazione  affaristica  con  i  civici
amministratori  trova  riscontro  anche  in  un  viaggio   all'estero
finanziato  dal  costruttore  e  finalizzato  all'acquisto,  a prezzi
irrisori, di appezzamenti di terreni, destinati a verde agricolo,  di
proprieta'  di  emigrati,  per speculare sulla loro trasformazione in
terreni edificabili, a  seguito  dell'approvazione  del  nuovo  piano
regolatore.
   L'incapacita'  e  l'immobilismo  dell'amministrazione  nella  cura
degli interessi primari della comunita' locale risultano testimoniati
dalle rilevanti  proporzioni  assunte  dal  fenomeno  dell'abusivismo
edilizio,  evidenziato  dal  consistente  numero  delle  richieste di
sanatoria  presentate,  nonche'  dalla  esiguita' delle contestazioni
formalizzate dall'ufficio tecnico comunale  e  dalla  locale  polizia
municipale.
   Anche   nella  gestione  degli  appalti  sono  risultati  evidenti
interferenze  di  esponenti  legati  alla  criminalita'  organizzata,
nonche'  favoritismi nella scelta dei contraenti, che palesano un uso
distorto della cosa pubblica, svincolato dai principi di legalita'  e
buona amministrazione.
   La  stessa  commissione  incaricata  dell'accesso  ha  evidenziato
irregolarita' nella tenuta del registro di repertorio  dei  contratti
stipulati  dal  comune  a  partire  dal  1  gennaio  1990, nonche' la
discontinuita'  e  frammentarieta'  degli  interventi   nel   settore
urbanistico, non riconducibili ad una corretta scelta tecnica ed alla
tutela   del  pubblico  interesse,  ma  conseguenziali  alle  strette
relazioni, anche  di  affinita'  e  parentela,  intercorrenti  tra  i
costruttori  locali,  alcuni  amministratori ed esponenti del crimine
organizzato.
   I fatti rappresentati evidenziano come i componenti  degli  organi
del  comune  di Altavilla Milicia siano fortemente condizionati nelle
proprie   scelte,   subordinate   ad   interessi   di    parte,    e,
conseguentemente, come sia risultato compromesso il buon andamento di
quella  amministrazione  comunale,  nonche' il corretto funzionamento
dei servizi ad essa affidati.
   In  relazione,  inoltre,  alle  gravi   carenze   registrate   nei
principali   servizi   del  comune,  nonche'  alla  grave  situazione
politico-amministrativa, sulla quale hanno  inciso  le  scelte  e  le
illecite  influenze  operate  dalla criminalita' organizzata, si sono
determinate  condizioni  lesive  degli  interessi  costituzionalmente
garantiti della comunita' amministrata.
   Per le suesposte considerazioni, si ritiene necessario provvedere,
con  urgenza,  ad  eliminare  ogni  deterioramento  ed  inquinamento,
presente e potenziale, della vita amministrativa  e  democratica  del
territorio  del  comune  di Altavilla Milicia, mediante provvedimenti
incisivi dello Stato,  finalizzati  al  ripristino  delle  regole  di
ordinata e civile convivenza.
   La  valutazione  della  situazione  in  concreto  riscontrata,  in
relazione alla presenza ed all'estensione  dell'influenza  criminale,
rende  necessario  che  la  durata  della  gestione commissariale sia
determinata in dodici mesi.
   Ritenuto, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'applicazione
del  decreto-legge  31  maggio  1991,   n.   164,   convertito,   con
modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, e visto, altresi',
che  il  prefetto  di  Palermo,  ai sensi dell'art. 1, comma 2, della
predetta  normativa  e  su  conforme  avviso  espresso  dal  comitato
provinciale  per l'ordine e la sicurezza pubblica, ha dato avvio, con
la relazione sopracitata, alla relativa procedura, si formula rituale
proposta per l'adozione della misura  di  rigore  nei  confronti  del
comune di Altavilla Milicia e la conseguente nomina della commissione
straordinaria,  per restituire fiducia nelle istituzioni e garantire,
nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa  dell'ente  alle
esigenze della collettivita'.
    Roma, 4 luglio 1996
                                 Il Ministro dell'interno: NAPOLITANO