ALLEGATO I RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 1. DENOMINAZIONE DELLA SPECIALITA' MEDICINALE Norvir soluzione orale 80 mg/ml 2. COMPOSIZIONE QUALI-QUANTITATIVA Norvir soluzione orale contiene 80 mg/ml di ritonavir. 3. FORMA FARMACEUTICA Soluzione orale. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1. Indicazioni terapeutiche Norvir e' indicato in associazione con farmaci antiretrovirali analoghi dei nucleosidi, per il trattamento di pazienti adulti con infezione da HIV-1 e con immunodeficienza avanzata o progressiva. Dati relativi ad end-points clinici sono disponibili solamente in pazienti con patologia da HIV in stadio avanzato. In pazienti con infezione da HIV in stadio meno avanzato, gli unici dati disponibili sono quelli relativi ai markers biologici, quali la carica virale e la conta dei linfociti CD4. In questi pazienti, studi sugli effetti del ritonavir sugli end-points clinici sono in corso. Consultare la Sezione 5.1 per i risultati degli studi principali. 4.2. Posologia e modalita' di somministrazione Norvir soluzione e' una formulazione per via orale da assumere preferibilmente con i pasti. Il dosaggio consigliato di ritonavir soluzione e' di 600 mg (7,5 ml) due volte al giorno, per via orale. Il gusto amaro di Norvir puo' essere attenuato se il prodotto viene miscelato a latte e cioccolato. Uso pediatrico: la sicurezza e l'efficacia di ritonavir nei bambini di eta' inferiore ai 12 anni non e' stata ancora dimostrata. Disturbi renali ed epatici: attualmente non esistono dati specifici su queste tipologie di pazienti e non e' quindi possibile consigliare dosaggi specifici. Ritonavir e' metabolizzato ed eliminato principalmente dal fegato. Norvir non deve essere somministrato a pazienti con grave insufficienza epatica (consultare Sezione 4.3 - Controindicazioni). Poiche' ritonavir e' fortemente legato alle proteine plasmatiche, e' improbabile che possa essere eliminato in modo significativo mediante emodialisi o dialisi peritoneale. 4.3. Controindicazioni Norvir e' controindicato in pazienti con accertata ipersensibilita' al ritonavir o a qualcuno degli eccipienti. Norvir e' controindicato in pazienti con grave insufficienza epatica. Gli studi in vitro ed in vivo hanno dimostrato che ritonavir e' un potente inibitore delle biotrasformazioni mediate dal citocromo CYP3A e dal CYP2D6. Sulla base soprattutto della letteratura pubblicata, si ritiene che ritonavir possa causare un notevole aumento delle concentrazioni plasmatiche dei seguenti farmaci: amiodarone, astemizolo; bepridil, bupropion, cisapride, clozapina, encainide, flecainide, meperidina, pimozide, piroxicam, propafenone, propossifene, chinidina e terfenadina. Sono accertati rischi di aritmia, di anomalie ematologiche, di convulsioni, o di altri effetti collaterali potenzialmente gravi dovuti a questi farmaci. Questi farmaci non devono essere somministrati contemporaneamente al ritonavir. E' inoltre possibile che ritonavir produca aumenti significativi delle concentrazioni plasmatiche dei seguenti farmaci sedativi e ipnotici ad elevata metabolizzati: alprazolam, clorazepate, diazepam, estazolam, flurazepam, midazolam, triazolam e zolpidem. A causa della elevata potenzialita' di sedazione e depressione respiratoria provocata da questi farmaci, si deve evitare la somministrazione contemporanea con ritonavir. L'uso concomitante di ritonavir e rifabutina e' controindicato a causa delle conseguenze cliniche quali la uveite, causata dal notevole aumento delle concentrazioni plasmatiche di rifabutina. 4.4. Avvertenze e speciali precauzioni d'uso Non sono disponibili dati sulla farmacocinetica e sulla sicurezza d'uso del ritonavir in pazienti con significativa insufficienza epatica o renale. Ritonavir e' metabolizzato ed eliminato principalmente per via epatica. Per questo motivo si raccomanda cautela nella somministrazione del farmaco a pazienti con insufficienza epatica (consultare Sezione 4.3 - Controindicazioni). Non e' stata ancora accertata la sicurezza e l'efficacia di ritonavir nei bambini al di sotto dei 12 anni. Ritonavir deve pertanto essere somministrato ai bambini di eta' inferiore ai 12 anni solo se i benefici potenziali superano in modo evidente i possibili rischi. Al momento non sono disponibili dati farmacocinetici relativi all'uso combinato nell'uomo di Norvir con farmaci antiretrovirali diversi da zidovudina e didanosina (ddI). Sebbene l'uso clinico combinato con zalcitabina (ddC) e stavudina (d4T) in un numero relativamente limitato di pazienti non sembri associabile ad effetti sfavorevoli, la combinazione di Norvir con altri analoghi dei nucleosidi deve essere oggetto di un attento monitoraggio terapeutico e di sicurezza d'uso. Un monitoraggio supplementare e' raccomandato quando si verifichi diarrea. La frequenza relativamente elevata di diarrea in corso di trattamento con ritonavir puo' compromettere l'assorbimento e la efficacia terapeutica (per la minore aderenza alla prescrizione da parte del paziente) del ritonavir o di altre terapie concomitanti. Dati preliminari sull'animale e sull'uomo indicano che il ritonavir, quando somministrato in combinazione con il saquinavir, determina un notevole aumento dei livelli ematici di questo farmaco. A causa della mancanza di sufficienti dati di sicurezza clinica, il ritonavir non deve essere somministrato contemporaneamente al saquinavir o ad altri inibitori delle proteasi. NORVIR soluzione orale contiene il 43% di etanolo; e' quindi ad evitare la cosomministrazione di NORVIR con disulfiram e con altri farmaci che producono reazioni simili a quelle del disulfiram (es. metronidazolo). Sono stati riportati casi di aumento di episodi emorragici comprendenti ematomi cutanei ed emartro spontanei in pazienti affetti da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della proteasi. In alcuni pazienti si e' reso necessario un incremento di dose del fattore VIII. In piu' della meta' dei casi riportati e' stato possibile continuare il trattamento con proteasi-inibitori o riprenderlo nel caso sia stato interrotto. E' stata ipotizzata una relazione causale, sebbene non sia stato chiarito il meccanismo d'azione. I pazienti emofilici devono pertanto essere informati circa la possibilita' di un aumento di tali episodi emorragici. 4.5. Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione Vedere anche CONTROINDICAZIONI (Sezione 4.3). Ritonavir ha una elevata affinita' per molti isoenzimi del citocromo P450 (CYP) nel seguente ordine: CYP3A (maggiore di) CYP2D6 (maggiore di) CYP2C9. Oltre a quelli elencati nella Sezione CONTROINDICAZIONI, anche i seguenti farmaci o classi di farmaci, sono (o si sospetta siano) metabolizzati da questi stessi isoenzimi del citocromo P450: immunosoppressori (es. ciclosporina, tacrolimus), antibiotici macrolidi (es. eritromicina), alcuni steroidi (es. desametazone, prednisolone), altri inibitori delle proteasi dell'HIV, antiistaminici non sedativi (es. loratidina), calcio-antagonisti, diversi antidepressivi triciclici (es. desipramina, imipramina, amitriptilina, nortriptilina), altri antidepressivi (es. fluoxetina, paroxetina, sertralina), neurolettici (es. aloperidolo, risperidone, tioridazina), antifungini (es. ketoconazolo, itroconazolo), morfinomimetici (es. metadone, fentanil), carbamazepina, warfarin, tolbutamide. A causa del possibile notevole aumento dei livelli sierici di questi farmaci, questi non dovrebbero essere usati contemporaneamente al ritonavir senza una seria valutazione dei potenziali rischi e benefici. Si raccomanda inoltre un attento monitoraggio degli effetti terapeutici e collaterali, quando questi farmaci sono somministrati contemporaneamente al ritonavir. Non sono disponibili dati farmacocinetici relativi all'uso contemporaneo di morfina e ritonavir. Sulla base del metabolismo della morfina (glucuronidazione), si dovrebbero prevedere livelli piu' bassi di morfina. Norvir determina un aumento della AUC (area sotto la curva) dei seguenti farmaci, quando somministrati contemporaneamente: Claritromicina: a causa dell'ampia finestra terapeutica della claritromicina, non dovrebbe essere necessaria la riduzione della dose nei pazienti con normale funzione renale. Nei pazienti con insufficienza renale, i seguenti aggiustamenti posologici devono essere considerati: per valori di clearance della creatinina (CLCR) compresi tra 30 e 60 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%; per valori di CLCR (minori di) 30 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta del 75%. Dosi di Claritromicina (maggiori di) 1 g/die non devono essere somministrate in corso di trattamento con Norvir. Desipramina: riduzione delle dosi di desipramina devono essere con- siderate in pazienti che assumono questo farmaco in combinazione con ritonavir. Rifabutina ed il suo metabolita attivo 25-O-deacetil-rifabutina: l'uso concomitante di questo farmaco con il ritonavir ha determinato un notevole incremento della AUC della rifabutina e del suo metabolita attivo 25-O-deacetil-rifabutina, associato a conseguenze cliniche. Pertanto, l'uso contemporaneo di ritonavir e rifabutina e' controindicato (vedere Sezione 4.3 - Controindicazioni). Norvir riduce la AUC dei seguenti farmaci, se somministrati contemporaneamente: Zidovudina (AZT) e ddI: la zidovudina e la ddI hanno effetti minimi, se non nulli, sulla farmacocinetica del ritonavir. Il Ritonavir ha ridotto la AUC media della zidovudina di circa il 25%, in uno studio la cui durata non e' stata sufficiente a raggiungere lo steady-state per il ritonavir. Il ritonavir ha determinato una riduzione della AUC media della ddI del 13%, quando la ddI e' stata somministrata a distanza di 2.5 ore dal ritonavir. Durante la terapia di combinazione con il ritonavir, non dovrebbero rendersi necessarie modifiche delle dosi di AZT o ddI. Non sono ancora disponibili dati di farmacocinetica nell'uomo, in combinazione con farmaci antiretrovirali diversi da zidovudina e ddI (vedere anche Sezione 4.4 - Avvertenze e speciali precauzioni d'uso). Etinil-estradiolo: poiche' la somministrazione contemporanea di ritonavir con un contraccettivo orale a combinazione fissa ha determinato una riduzione della AUC media di etinil-estradiolo del 41%, si consiglia di aumentare il dosaggio dei contraccettivi orali contenenti etinilestradiolo oppure di utilizzare metodi alternativi di contraccezione. Teofillina: una dose piu' elevata di teofillina puo' essere richiesta, considerando che l'uso contemporaneo con il ritonavir ha causato una riduzione di circa il 45% della AUC della teofillina. Sulfametossazolo-trimetoprim in combinazione fissa: la somministrazione contemporanea di Norvir e di sulfametossazolo/trimetoprim ha causato una diminuzione del 20% della AUC del sulfametossazolo ed un aumento del 20% della AUC del trimetoprim. Durante la terapia concomitante con Norvir, non dovrebbero rendersi necessarie modifiche del dosaggio di sulfametossazolo/trimetoprim. Poiche' il ritonavir e' fortemente legato alle proteine plasmatiche, si deve tenere conto della possibilita' dell'aumento degli effetti terapeutici e tossici dovuti allo spostamento del legame proteico, causa l'uso concomitante di altri farmaci. 4.6. Uso durante la gravidanza e l'allattamento Non sono state osservate malformazioni derivanti dal trattamento con ritonavir ne' nei ratti ne' nei conigli. Nei ratti e' stata osservata tossicita' nello sviluppo embrionale (letalita' embrionaria, ridotto peso corporeo fetale, ritardo della ossificazione e modificazioni dello sviluppo viscerale, compresa una ritardata discesa testicolare) verificatasi in genere solo a dosaggi tossici per la madre. La tossicita' nello sviluppo nei conigli (riassorbimento degli embrioni, riduzione del numero e del peso dei feti) si e' verificata a dosaggi tossici per la madre. Nono sono disponibili studi nelle donne in stato di gravidanza. Questo farmaco deve essere somministrato durante la gravidanza solo se i benefici potenziali superano in modo evidente i possibili rischi. Non e' noto se il ritonavir sia escreto nel latte umano. Negli studi sugli animali non e' stata valutata la escrezione nel latte; tuttavia uno studio condotto sul ratto ha dimostrato alcuni effetti sullo sviluppo della prole, durante l'allattamento, compatibili con l'escrezione del ritonavir nel latte. Le donne con infezione da HIV non devono in nessun caso allattare al seno i propri neonati, per evitare la trasmissione dell'HIV. 4.7. Effetti sulla capacita' di guida o sull'uso di macchine Non e' stata specificamente testata la capacita' di Norvir di interferire con la capacita' di guidare un'auto o di usare macchinari pesanti. Poiche' sonnolenza e vertigine sono effetti collaterali noti di questo farmaco, cio' andrebbe considerato in caso di necessita' di guidare un'auto o di usare macchinari. Norvir soluzione orale contiene il 43% di alcool. 4.8 Effetti collaterali Negli studi clinici (Fase II/III), in (maggiore o uguale) 2% di 1033 pazienti sono stati riportati i seguenti effetti collaterali, la cui correlazione al ritonavir e' possibile, probabile o non nota: Apparato gastrointestinale: Nausea (47,5%), diarrea (44,9%), vomito (23,6%), dolore addominale (11,6%), alterazione del gusto (11,4%); frequentemente dispepsia, anoressia, infiammazione della gola; occasionalmente flatulenza, secchezza delle fauci, eruttazione, ulcerazione del cavo orale. Sistema nervoso: Parestesia periorale (26,6%), parestesia periferica (15,4%); frequentemente vertigine, parestesia, iperestesia, sonnolenza; occasionalmente insonnia, ansia. Cute: Frequentemente eruzione cutanea; occasionalmente prurito, sudorazione. Apparato respiratorio: Occasionalmente faringite; aumento della tosse. Apparato cardiovascolare: Frequentemente vasodilatazione. Altro: Astenia (22,3%), cefalea (15,5); occasionalmente febbre, dolore, iperlipemia, mialgia, perdita di peso, diminuzione dei valori di tiroxina (T4) libera e totale. Nausea, diarrea, vomito, astenia, alterazione del gusto, parestesia periorale e periferica, vasodilatazione, sono stati gli effetti collaterali osservati piu' di frequente e sono considerati chiaramente correlati al ritonavir. Parametri di laboratorio: Innalzamento valori gamma-glutamil transpeptidasi (GGT) (12%); frequentemente, innalzamento creatinfosfokinasi (CPK), elevazione dei trigliceridi, della alanin-transaminasi (SGPT); occasionalmente, elevazione della aspartico-transaminasi (SGOT), elevazione della amilasi, elevazione dell'acido unico, riduzione del potassio, elevazione della glicemia, riduzione del calcio totale, elevazione del magnesio, elevazione della bilirubina totale e della fosfatasi alcalina. Ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia e iperuricemia sono state chiaramente correlate alla terapia con ritonavir. Ematologia: Conta leucocitaria bassa (16%); occasionalmente emoglobina bassa, granulociti neutrofili bassi, granulociti eosinofili alti, conta leucocitaria alta, granulociti neutrofili alti, aumentato tempo di protrombina. 4.9. Sovradosaggio L'esperienza di sovradosaggio acuto di ritonavir nell'uomo e' limitata. Un paziente arruolato in una sperimentazione clinica ha assunto 1500 mg di ritonavir/die per due giorni ed ha riportato parestesia, scomparsa dopo la diminuzione della dose. I segni di tossicita' osservati negli animali (topi o ratti) comprendono ridotta attivita', atassia, dispnea e tremori. Non esiste un antitodo specifico per sovradosaggio da ritonavir. Il trattamento dovrebbe consistere in misure generali di supporto, tra le quali il monitoraggio delle funzioni vitali e l'osservazione dello stato clinico del paziente. A causa delle caratteristiche di solubilita' e della possibilita' di eliminazione attraverso l'intestino, si propone di trattare i casi di sovradosaggio con lavanda gastrica e con somministrazione di carbone vegetale attivo. Poiche' ritonavir e' ampiamente metabolizzato dal fegato ed e' fortemente legato alle proteine plasmatiche, e' improbabile che la dialisi apporti benefici al fine di una significativa eliminazione del farmaco. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1. Proprieta' farmacodinamiche Gruppo farmaco-terapeutico: antivirale per uso sistemico. Codice ATC: JO5 A X Ritonavir e' un inibitore peptidomimetico delle aspartil proteasi dell'HIV-1 e HIV-2, attivo per via orale. L'inibizione della proteasi dell'HIV rende l'enzima incapace di trasformare il precursore poliproteico gag-pol, con conseguente produzione di particelle HIV di morfologia immatura, incapaci di iniziare nuovi cicli di infezione. Ritonavir ha un'affinita' selettiva per la proteasi dell'HIV ed ha una bassa attivita' inibente nei confronti delle aspartil proteasi dell'uomo. I dati in vitro indicano che il ritonavir e' attivo contro tutti i ceppi di HIV testati in una varieta' di linee cellulari umane trasformate e primarie. La concentrazione di farmaco che inibisce il 50% e il 90% della replicazione virale in vitro e' rispettivamente di circa 0,02 (micro)M e 0,11 (micro)M. Potenza simile e' stata riscontrata sia con i ceppi di HIV sensibili all'AZT che con quelli resistenti all'AZT. Gli studi che hanno misurato la tossicita' cellulare diretta di ritonavir su varie linee cellulari non hanno evidenziato alcuna tossicita' diretta a concentrazioni fino a 25 (micro)M, con conseguente indice terapeutico in vitro di almeno 1000. Resistenza Sono stati selezionati ceppi dell'HIV-1 resistenti al ritonavir in vitro. I ceppi resistenti hanno mostrato ridotta sensibilita' al ritonavir e l'analisi genotipica ha dimostrato che la resistenza era da attribuire primariamente a sostituzioni specifiche di aminoacidi nella proteasi dell'HIV-1, a livello dei codoni 82 e 84. Durante gli studi clinici controllati e' stata monitorata la suscettibilita' al ritonavir dei ceppi isolati dai pazienti. Alcuni pazienti trattati con ritonavir in monoterapia hanno sviluppato ceppi di HIV con una diminuita sensibilita' al farmaco. L'analisi seriale genotipica e fenotipica ha indicato che la sensibilita' al ritonavir diminuisce in modo ordinato e scalare. Le variazioni iniziali si sono verificate in posizione 82, dalla valina originale in genere ad alanina o a fenilalanina (V82A/F). Ceppi virali isolati in vivo senza un cambiamento in corrispondenza del codone 82 non hanno una diminuita sensibilita' al ritonavir. Resistenza crociata con altri antiretrovirali Su ceppi di HIV ottenuti serialmente da sei pazienti durante trattamento con ritonavir, e' stata osservata in vitro una ridotta sensibilita' al ritonavir, non accompagnata pero' da una analoga riduzione nella sensibilita' al saquinavir, in confronto a ceppi di riferimento basali. Tuttavia, i ceppi provenienti da due di questi pazienti hanno dimostrato una ridotta sensibilita' ad indinavir in vitro (di 8 volte). Una resistenza crociata tra ritonavir ed inibitori della trascrittasi inversa e' improbabile, a causa dei diversi bersagli enzimatici coinvolti. Un ceppo di HIV resistente ad AZT, testato in vitro, ha mantenuto una completa sensibilita' al ritonavir. Dati clinici farmacodinamici Gli effetti del ritonavir (somministrato in monoterapia o in associazione con altri farmaci antiretrovirali) sui markers biologici di patologia, quali la conta dei CD4 e la carica virale, sono stati valutati vari studi condotti su pazienti con infezione da HIV-1. Gli studi piu' importanti sono elencati di seguito. In uno studio clinico controllato, ove la terapia con ritonavir e' stata aggiunta alla terapia antiretrovirale di base in pazienti con infezione da HIV-1, ampiamente trattati in precedenza con analoghi nucleosidici e con conta di CD4 basale (minore o uguale di) 100 cellule/(micro)l, e' stata dimostrata una riduzione della mortalita' e della incidenza di eventi clinici che determinano l'AIDS. Dopo 16 settimane di terapia, la variazione media di RNA virale rispetto ai valori medi di base e' stata di -0.79 log10 (diminuzione massima: 1.29 log10) nel gruppo trattato con ritonavir, in confronto a -0.01 log10 nel gruppo di controllo. Gli analoghi nucleosidici piu' frequentemente utilizzati in questo studio sono stati zidovudina, stavudina, didanosina e zalcitabina. In uno studio clinico che ha reclutato pazienti con infezione da HIV-1 in stadio meno avanzato (valori di CD4 compresi tra 200 e 500 cellule/(micro)l), e che non avevano ricevuto precedente terapia antiretrovirale, il ritonavir utilizzato in monoterapia o in associazione con zidovudina ha ridotto la carica virale plasmatica ed ha determinato un aumento della conta dei CD4. Gli effetti del ritonavir utilizzato in monoterapia sono apparsi inaspettatamente di ampiezza sovrapponibile a quelli della terapia in combinazione, un risultato che non e' stato sufficientemente spiegato. La variazione media di RNA virale rispetto ai valori medi di base, in 16 settimane di trattamento, e' stata di -1.03 log10 nel gruppo trattato con ritonavir, in confronto a -0.80 log10 nel gruppo trattato con ritonavir+zidovudina e -0.42 log10 nel gruppo trattato con sola zidovudina. I dati relativi alla valutazione degli end-points clinici in questo studio non sono ancora disponibili. A causa del possibile rischio di insorgenza di resistenza virale si sconsiglia l'uso del ritonavir in monoterapia. In uno studio clinico condotto in aperto su 32 pazienti con infezione da HIV-1, mai precedentemente trattati con antiretrovirali, la combinazione di ritonavir con zidovudina e zalcitabina ha determinato una riduzione della carica virale (diminuzione media a 20 settimane: -1.76 log10). Sono in corso studi clinici per valutare le combinazioni terapeutiche ottimali, nonche' la efficacia e sicurezza a lungo termine di ritonavir. 5.2. Proprieta' farmacocinetiche Poiche' non esiste una formulazione parenterale di ritonavir, non e' stato possibile determinare i valori di assorbimento e biodisponibilita' assoluta. Le caratteristiche farmacocinetiche di dosi multiple di ritonavir sono state studiate in volontari adulti HIV-positivi non a digiuno. Dopo somministrazioni multiple, l'accumulo di ritonavir e' leggermente inferiore rispetto a quanto prevedibile dagli studi in dose singola, a causa di un aumento della clearance apparente tempo- e dose-dipendente (C1/F). E' stata osservata una diminuzione delle concentrazioni minime del ritonavir nel tempo, probabilmente a causa di una induzione enzimatica, che si sono pero' stabilizzate alla fine della seconda settimana. In steady state, con una dose di 600 mg due volte al giorno, i valori di concentrazione al picco (Cmax) e di concentrazione minima (Ctrough) sono stati rispettivamente di 11.2 (piu' o meno) 3.6 e di 3.7 (piu' o meno) 2.6 (micro)g/ml (media (piu' o meno) DS). L'emivita (t1/2) del ritonavir e' stata di circa 3-5 ore. La clearance apparente in steady state nei pazienti trattati con 600 mg due volte al giorno e' stata in media di 8.8 (piu' o meno) 3.2 L/h. La clearance renale e' stata in media minore di 0.1 L/h ed e' risultata relativamente costante in tutto il range di dosaggi studiato. Il tempo di concentrazione massima (Tmax) e' rimasto costante a valori di circa 4 ore al crescere della dose. La farmacocinetica di ritonavir e' dose dipendente: con l'aumento del dosaggio sono stati riportati aumenti piu' che proporzionali nell'AUC e nella Cmax. L'assunzione di ritonavir con il cibo determina una maggiore esposizione al ritonavir rispetto alla ingestione del farmaco a digiuno. Non sono state evidenziate differenze clinicamente significative di AUC o Cmax tra uomini e donne. I parametri farmacocinetici di ritonavir non sono risultati associati in maniera statisticamente significativa con il peso corporeo o con la massa corporea magra. Il volume di distribuzione apparente (VB/F) di ritonavir e' circa di 20-40 L dopo una dose singola di 600 mg. E' stato rilevato un legame proteico di ritonavir nel plasma umano di circa il 98.99%. Ritonavir si lega sia alla glicoproteina acida alfa - 1 umana (AAG) che all'albumina sierica umana (HSA) con affinita' sovrapponibili. Il legame con le proteine plasmatiche e' costante nel range di concentrazioni da 0.1 a 100 mg/ml. Gli studi di distribuzione tissutale con ritonavir marcato C14 nei ratti hanno dimostrato che il fegato, la ghiandola surrenale, il pancreas, i reni e la tiroide trattengono le maggiori concentrazioni di farmaco. Il rapporto tessuto/plasma di circa 1, misurato nei linfonodi del ratto, suggerisce che il ritonavir si distribuisce nei tessuti linfatici. Il ritonavir penetra nel cervello in quantita' minima. E' stato osservato che il ritonavir e' ampiamente metabolizzato dal sistema del citocromo P450 epatico, in particolare dall'isoenzima CYP3A4 ed in misura inferiore dall'isoenzima CYP2D6. Gli studi sugli animali e gli esperimenti in vitro con microsomi epatici umani hanno indicato che il ritonavir subisce in primo luogo un metabolismo ossidativo. Nell'uomo sono stati evidenziati quattro metaboliti del ritonavir. Il metabolita dell'ossidazione dell'isopropiltiazolo (M-2) e' il principale, e ha un'attivita' antivirale simile a quella del farmaco progenitore. Tuttavia, l'AUC del metabolita M-2 e' risultata di circa il 3% dell'AUC del farmaco progenitore. Gli studi sull'uomo con ritonavir radiomarcato hanno dimostrato che l'eliminazione di ritonavir avviene primariamente per mezzo del sistema epatobiliare; circa l'86% del radiomarcato e' stato rinvenuto nelle feci, e parte di questo prodotto recuperato e' probabilmente ritonavir non assorbito. In questi studi, la via renale non e' risultata essere una via importante per l'eliminazione di ritonavir. Tali osservazioni hanno confermato quelle effettuate negli studi sugli animali. 5.3. Dati preclinici sulla sicurezza Gli studi di tossicita' con dosi ripetute su animali hanno identificato come principali organi bersaglio il fegato, la retina, la ghiandola tiroidea ed il rene. Le alterazioni epatiche riguardano gli elementi epatocellulari, biliari e fagocitici e sono state asso- ciate ad aumento degli enzimi epatici. Iperplasia dell'epitelio del pigmento retinico (RPE) e degenerazione retinica sono state evidenziate in tutti gli studi su roditori condotti con ritonavir, ma non sono state riscontrate nei cani. Evidenze ultrastrutturali suggeriscono che queste alterazioni retiniche possono essere secondarie e fosfolipidosi. Tuttavia gli studi clinici non hanno evidenziato modificazioni oculari indotte dal farmaco nell'uomo. Tutte le alterazioni tiroidee sono risultate reversibili dopo interruzione del trattamento. Le sperimentazioni cliniche nell'uomo non hanno rivelato alterazioni clinicamente significative nei test di funzionalita' della tiroide. Modificazioni renali, comprendenti degenerazione tubulare, infiammazione cronica e proteinuria, sono state evidenziate nei ratti. Si pensa che esse siano attribuibili a malattie spontanee specie-specifiche. Inoltre, non sono state rilevate anomalie renali clinicamente significative nel corso di sperimentazioni cliniche. Studi di carcinogenicita' a lungo termine in modelli animali non sono stati completati. Tuttavia, non e' stata dimostrata mutagenicita' o clastogenicita' dovuta al ritonavir in una serie di tests in vitro ed in vivo, che includono il test di mutazione batterica inversa di Ames su S. typhimarium ed E. coli, il test del linfoma murino, il test del micronucleo ed i tests di aberrazione cromosomica in linfociti umani. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1. Elenco degli eccipienti Norvir soluzione orale contiene: etanolo, acqua depurata, olio di ricino poliossetilene 35, propilenglicole, acido citrico anidro, saccarina sodica, essenza di menta piperita, aroma caramello, colorante E110. 6.2. Incompatibilita' Norvir non va diluito con acqua. 6.3. Durata validita' 24 mesi nelle condizioni di conservazione raccomandate. 6.4. Speciali precauzioni per la conservazione Norvir soluzione orale deve essere conservato in frigorifero a una temperatura compresa tra 2 - 8 C (gradi centigradi) fino alla consegna al paziente. La conservazione in frigorifero da parte del paziente non e' necessaria se il farmaco e' usato entro 30 giorni e conservato a temperatura inferiore a 30 C (gradi centigradi). Evitare l'esposizione al calore eccessivo. 6.5. Natura e capacita' del contenitore Norvir soluzione orale e' fornito in flaconi color ambra da 90 ml in polietilene tereftalato (PET) per dosi multiple. Ogni confezione contiene 5 flaconi da 90 ml (450 ml). E' inoltre fornito un misurino con graduazioni di 3.75 ml (dose da 300 mg), 5 ml (dose da 400 mg), 6.25 ml (dose da 500 mg) e 7.5 ml (dose da 600 mg). 6.6. Istruzioni per l'uso del misurino Dopo l'uso, il misurino deve essere immediatamente lavato con acqua calda e detersivo per piatti. Se pulito immediatamente, il farmaco residuo viene eliminato. Il misurino deve essere perfettamente asciugato prima dell'uso. 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO Abbott Laboratories Limited-Queenborough-Kent ME11 5EL-Regno Unito 8. NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DI AUTORIZZAZIONE 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 1. DENOMINAZIONE DELLA SPECIALITA' MEDICINALE Norvir capsule 100 mg 2. COMPOSIZIONE QUALI-QUANTITATIVA Ogni capsula di Norvir contiene 100 mg di ritonavir. 3. FORMA FARMACEUTICA Capsule. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1. Indicazioni terapeutiche Norvir e' indicato in associazione con farmaci antiretrovirali analoghi dei nucleosidi, per il trattamento di pazienti adulti con infezione da HIV-1 e con immunodeficienza avanzata o progressiva. Dati relativi ad end-points clinici sono disponibili solamente in pazienti con patologia da HIV in stadio avanzato. In pazienti con infezione da HIV in stadio meno avanzato, gli unici dati disponibili sono quelli relativi ai markers biologici, quali la carica virale e la conta dei linfociti CD4. In questi pazienti, studi sugli effetti del ritonavir sugli end-points clinici sono in corso. Consultare la Sezione 5.1 per i risultati degli studi principali. 4.2. Posologia e modalita' di somministrazione Norvir capsule va assunto per via orale, preferibilmente con i pasti. Il dosaggio consigliato di ritonavir capsule e' di 600 mg (6 capsule) due volte al giorno, per via orale. Uso pediatrico: la sicurezza e l'efficacia di ritonavir nei bambini di eta' inferiore ai 12 anni non e' stata ancora dimostrata. Disturbi renali ed epatici: attualmente non esistono dati specifici su queste tipologie di pazienti e non e' quindi possibile consigliare dosaggi specifici. Ritonavir e' metabolizzato ed eliminato principalmente dal fegato. Norvir non deve essere somministrato a pazienti con grave insufficienza epatica (consultare Sezione 4.3 - Controindicazioni). Poiche' ritonavir e' fortemente legato alle proteine plasmatiche, e' improbabile che possa essere eliminato in modo significativo mediante emodialisi o dialisi peritoneale. 4.3. Controindicazioni Norvir e' controindicato in pazienti con accertata ipersensibilita' al ritonavir o a qualcuno degli eccipienti. Norvir e' controindicato in pazienti con grave insufficienza epatica. Gli studi in vitro ed in vivo hanno dimostrato che ritonavir e' un potente inibitore delle biotrasformazioni mediate dal citocromo CYP3A e dal CYP2D6. Sulla base soprattutto della letteratura pubblicata, si ritiene che ritonavir possa causare un notevole aumento delle concentrazioni plasmatiche dei seguenti farmaci: amiodarone, astemizolo, bepridil, bupropion, cisapride, clozapina, encainide, flecainide, meperidina, pimozide, piroxicam, propafenone, propossifene, chinidina e terfenadina. Sono accertati rischi di aritmia, di anomalie ematologiche, di convulsioni, o di altri effetti collaterali potenzialmente gravi dovuti a questi farmaci. Questi farmaci non devono essere somministrati contemporaneamente al ritonavir. E' inoltre possibile che ritonavir produca aumenti significativi delle concentrazioni plasmatiche dei seguenti farmaci sedativi e ipnotici ad elevata metabolizzati: alprazolam, clorazepate, diazepam, estazolam, flurazepam, midazolam, triazolam e zolpidem. A causa della elevata potenzialita' di sedazione e depressione respiratoria provocata da questi farmaci, si deve evitare la somministrazione contemporanea con ritonavir. L'uso concomitante di ritonavir e rifabutina e' controindicato a causa delle conseguenze cliniche quali la uveite, causata dal notevole aumento delle concentrazioni plasmatiche di rifabutina. 4.4. Avvertenze e speciali precauzioni d'uso Non sono disponibili dati sulla farmacocinetica e sulla sicurezza d'uso del ritonavir in pazienti con significativa insufficienza epatica o renale. Ritonavir e' metabolizzato ed eliminato principalmente per via epatica. Per questo motivo si raccomanda cautela nella somministrazione del farmaco a pazienti con insufficienza epatica (consultare Sezione 4.3 - Controindicazioni). Non e' stata ancora accertata la sicurezza e l'efficacia di ritonavir nei bambini al di sotto dei 12 anni. Ritonavir deve pertanto essere somministrato ai bambini di eta' inferiore ai 12 anni solo se i benefici potenziali superano in modo evidente i possibili rischi. Al momento non sono disponibili dati farmacocinetici relativi all'uso combinato nell'uomo di Norvir con farmaci antiretrovirali diversi da zidovudina e didanosina (ddI). Sebbene l'uso clinico combinato con zalcitabina (ddC) e stavudina (d4T) in un numero relativamente limitato di pazienti non sembri associabile ad effetti sfavorevoli, la combinazione di Norvir con altri analoghi dei nucleosidi deve essere oggetto di un attento monitoraggio terapeutico e di sicurezza d'uso. Un monitoraggio supplementare e' raccomandato quando si verifichi diarrea. La frequenza relativamente elevata di diarrea in corso di trattamento con ritonavir puo' compromettere l'assorbimento e la efficacia terapeutica (per la minore aderenza alla prescrizione da parte del paziente) del ritonavir o di altre terapie concomitanti. Dati preliminari sull'animale e sull'uomo indicano che il ritonavir, quando somministrato in combinazione con il saquinavir, determina un notevole aumento dei livelli ematici di questo farmaco. A causa della mancanza di sufficienti dati di sicurezza clinica, il ritonavir non deve essere somministrato contemporaneamente al saquinavir o ad altri inibitori delle proteasi. Sono stati riportati casi di aumento di episodi emorragici comprendenti ematomi cutanei ed emartro spontanei in pazienti affetti da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della proteasi. In alcuni pazienti si e' reso necessario un incremento di dose del fattore VIII. In piu' della meta' dei casi riportati e' stato possibile continuare il trattamento con proteasi-inibitori o riprenderlo nel caso sia stato interrotto. E' stata ipotizzata una relazione causale, sebbene non sia stato chiarito il meccanismo d'azione. I pazienti emofilici devono pertanto essere informati circa la possibilita' di un aumento di tali episodi emorragici. 4.5. Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione Vedere anche CONTROINDICAZIONI (Sezione 4.3). Ritonavir ha una elevata affinita' per molti isoenzimi del citocromo P450 (CYP) nel seguente ordine: CYP3A (maggiore di) CYP2D6 (maggiore di) CYP2C9. Oltre a quelli elencati nella Sezione CONTROINDICAZIONI, anche i seguenti farmaci o classi di farmaci, sono (o si sospetta siano) metabolizzati da questi stessi isoenzimi del citocromo P450: immunosoppressori (es. ciclosporina, tacrolimus), antibiotici macrolidi (es. eritromicina), alcuni steroidi (es. desametazone, prednisolone), altri inibitori delle proteasi dell'HIV, antiistaminici non sedativi (es. loratidina), calcio-antagonisti, diversi antidepressivi triciclici (es. desipramina, imipramina, amitriptilina, nortriptilina), altri antidepressivi (es. fluoxetina, paroxetina, sertralina), neurolettici (es. aloperidolo, risperidone, tioridazina), antifungini (es. ketoconazolo, itroconazolo), morfinomimetici (es. metadone, fentanil), carbamazepina, warfarin, tolbutamide. A causa del possibile notevole aumento dei livelli sierici di questi farmaci, questi non dovrebbero essere usati contemporaneamente al ritonavir senza una seria valutazione dei potenziali rischi e benefici. Si raccomanda inoltre un attento monitoraggio degli effetti terapeutici e collaterali, quando questi farmaci sono somministrati contemporaneamente al ritonavir. Non sono disponibili dati farmacocinetici relativi all'uso temporaneo di morfina e ritonavir. Sulla base del metabolismo della morfina (glucuronidazione), si dovrebbero prevedere livelli piu' bassi di morfina. Norvir determina un aumento della AUC (area sotto la curva) dei seguenti farmaci, quando somministrati contemporaneamente: Claritromicina: a causa dell'ampia finestra terapeutica della claritromicina, non dovrebbe essere necessaria la riduzione della dose nei pazienti con normale funzione renale. Nei pazienti con insufficienza renale, i seguenti aggiustamenti posologici devono essere considerati: per valori di clearance della creatinina (CLCR) compresi tra 30 e 60 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%; per valori di CLCR (minori di) 30 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta del 75%. Dosi di Claritromicina (maggiori di) 1 g/die non devono essere somministrate in corso di trattamento con Norvir. Desipramina: riduzione delle dosi di desipramina devono essere con- siderate in pazienti che assumono questo farmaco in combinazione con ritonavir. Rifabutina ed il suo metabolita attivo 25-O-deacetil-rifabutina: l'uso concomitante di questo farmaco con il ritonavir ha determinato un notevole incremento della AUC della rifabutina e del suo metabolita attivo 25-O-deacetil-rifabutina, associato a conseguenze cliniche. Pertanto, l'uso contemporaneo di ritonavir e rifabutina e' controindicato (vedere Sezione 4.3 - Controindicazioni). Norvir riduce la AUC dei seguenti farmaci, se somministrati contemporaneamente: Zidovudina (AZT) e ddI: la zidovudina e la ddI hanno effetti minimi, se non nulli, sulla farmacocinetica del ritonavir. Il Ritonavir ha ridotto la AUC media della zidovudina di circa il 25%, in uno studio la cui durata non e' stata sufficiente a raggiungere lo steady-state per il ritonavir. Il ritonavir ha determinato una riduzione della AUC media della ddI del 13%, quando la ddI e' stata somministrata a distanza di 2.5 ore dal ritonavir. Durante la terapia di combinazione con il ritonavir, non dovrebbero rendersi necessarie modifiche delle dosi di AZT o ddI. Non sono ancora disponibili dati di farmacocinetica nell'uomo, in combinazione con farmaci antiretrovirali diversi da zidovudina e ddI (vedere anche Sezione 4.4 - Avvertenze e speciali precauzioni d'uso). Etinil-estradiolo: poiche' la somministrazione contemporanea di ritonavir con un contraccettivo orale a combinazione fissa ha determinato una riduzione della AUC media di etinil-estradiolo del 41%, si consiglia di aumentare il dosaggio dei contraccettivi orali contenenti etinilestradiolo oppure di utilizzare metodi alternativi di contraccezione. Teofillina: una dose piu' elevata di teofillina puo' essere richiesta, considerando che l'uso contemporaneo con il ritonavir ha causato una riduzione di circa il 45% della AUC della teofillina. Sulfametossazolo-trimetoprim in combinazione fissa: la somministrazione contemporanea di Norvir e di sulfametossazolo/trimetoprim ha causato una diminuzione del 20% della AUC del sulfametossazolo ed un aumento del 20% della AUC del trimetoprim. Durante la terapia concomitante con Norvir, non dovrebbbero rendersi necessarie modifiche del dosaggio di sulfametossazolo/trimetoprim. Poiche' il ritonavir e' fortemente legato alle proteine plasmatiche, si deve tenere conto della possibilita' dell'aumento degli effetti terapeutici e tossici dovuti allo spostamento del legame proteico, causa l'uso concomitante di altri farmaci. 4.6. Uso durante la gravidanza e l'allattamento Non sono state osservate malformazioni derivanti dal trattamento con ritonavir ne' nei ratti ne' nei conigli. Nei ratti e' stata osservata tossicita' nello sviluppo embrionale (letalita' embrionaria, ridotto peso corporeo fetale, ritardo della ossificazione e modificazioni dello sviluppo viscerale, compresa una ritardata discesa testicolare) verificatasi in genere solo a dosaggi tossici per la madre. La tossicita' nello sviluppo nei conigli (riassorbimento degli embrioni, riduzione del numero e del peso dei feti) si e' verificata a dosaggi tossici per la madre. Nono sono disponibili studi nelle donne in stato di gravidanza. Questo farmaco deve essere somministrato durante la gravidanza solo se i benefici potenziali superano in modo evidente i possibili rischi. Non e' noto se il ritonavir sia escreto nel latte umano. Negli studi sugli animali non e' stata valutata la escrezione nel latte; tuttavia uno studio condotto sul ratto ha dimostrato alcuni effetti sullo sviluppo della prole, durante l'allattamento, compatibili con l'escrezione del ritonavir nel latte. Le donne con infezione da HIV non devono in nessun caso allattare al seno i propri neonati, per evitare la trasmissione dell'HIV. 4.7. Effetti sulla capacita' di guida o sull'uso di macchine Non e' stata specificamente testata la capacita' di NORVIR di interferire con la capacita' di guidare un'auto o di usare macchinari pesanti. Poiche' sonnolenza e vertigine sono effetti collaterali noti di questo farmaco, cio' andrebbe considerato in caso di necessita' di guidare un'auto o di usare macchinari. 4.8 Effetti collaterali Negli studi clinici (Fase II/III), in (maggiore o uguale il) 2% di 1033 pazienti sono stati riportati i seguenti effetti collaterali, la cui correlazione al ritonavir e' possibile, probabile o non nota: Apparato gastrointestinale: Nausea (47,5%), diarrea (44,9%), vomito (23,6%), dolore addominale (11,6%), alterazione del gusto (11,4%); frequentemente dispepsia, anoressia, infiammazione della gola: occasionalmente flatulenza, secchezza delle fauci, eruttazione, ulcerazione del cavo orale. Sistema nervoso: Parestesia periorale (26,6%), parestesia periferica (15,4%); frequentemente vertigine, parestesia, iperestesia, sonnolenza; occasionalmente insonnia, ansia. Cute: Frequentemente eruzione cutanea; occasionalmente prurito, sudorazione. Apparato respiratorio: Occasionalmente faringite; aumento della tosse. Apparato cardiovascolare: Frequentemente vasodilatazione. Altro: Astenia (22,3%), cefalea (15,5%); occasionalmente febbre, dolore, iperlipemia, mialgia, perdita di peso, diminuzione dei valori di tiroxina (T4) libera e totale. Nausea, diarrea, vomito, astenia, alterazione del gusto, parestesia periorale e periferica, vasodilatazione, sono stati gli effetti collaterali osservati piu' di frequente e sono considerati chiaramente correlati al ritonavir. Parametri di laboratorio: Innalzamento valori gamma-glutamil transpeptidasi (GGT) (12%); frequentemente, innalzamento creatinfosfokinasi (CPK), elevazione dei trigliceridi, della alanin-transaminasi (SGPT); occasionalmente, elevazione della aspartico-transaminasi (SGOT), elevazione della amilasi, elevazione dell'acido urico, riduzione del potassio, elevazione della glicemia, riduzione del calcio totale, elevazione del magnesio, elevazione della bilirubina totale e della fosfatasi alcalina. Ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia e iperuricemia sono state chiaramente correlate alla terapia con ritonavir. Ematologia: Conta leucocitaria bassa (16%); occasionalmente emoglobina bassa, granulociti neutrofili bassi, granulociti eosinofili alti, conta leucocitaria alta, granulociti neutrofili alti, aumentato tempo di protrombina. 4.9. Sovradosaggio L'esperienza di sovradosaggio acuto di ritonavir nell'uomo e' limitata. Un paziente arruolato in una sperimentazione clinica ha assunto 1500 mg di ritonavir/die per due giorni ed ha riportato parestesia, scomparsa dopo la diminuzione della dose. I segni di tossicita' osservati negli animali (topi o ratti) comprendono ridotta attivita', atassia, dispnea e tremori. Non esiste un antitodo specifico per sovradosaggio da ritonavir. Il trattamento dovrebbe consistere in misure generali di supporto, tra le quali il monitoraggio delle funzioni vitali e l'osservazione dello stato clinico del paziente. A causa delle caratteristiche di solubilita' e della possibilita' di eliminazione attraverso l'intestino, si propone di trattare i casi di sovradosaggio con lavanda gastrica e con somministrazione di carbone vegetale attivo. Poiche' ritonavir e' ampiamente metabolizzato dal fegato ed e' fortemente legato alle proteine plasmatiche, e' improbabile che la dialisi apporti benefici al fine di una significativa eliminazione del farmaco. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1. Proprieta' farmacodinamiche Gruppo farmaco-terapeutico: antivirale per uso sistemico. Codice ATC: JO5 A X Ritonavir e' un inibitore peptidomimetico delle aspartil proteasi dell'HIV-1 e HIV-2, attivo per via orale. L'inibizione delle proteasi dell'HIV rende l'enzima incapace di trasformare il precursore poliproteico gag-pol, con conseguente produzione di particelle HIV di morfologia immatura, incapaci di iniziare nuovi cicli di infezione. Ritonavir ha un'affinita' selettiva per la proteasi dell'HIV ed ha una bassa attivita' inibente nei confronti delle aspartil proteasi dell'uomo. I dati in vitro indicano che il ritonavir e' attivo contro tutti i ceppi di HIV testati in una varieta' di linee cellulari umane trasformate e primarie. La concentrazione di farmaco che inibisce il 50% e il 90% della replicazione virale in vitro e' rispettivamente di circa 0,02 (micro)M e 0,11 (micro)M. Potenza simile e' stata riscontrata sia con i ceppi di HIV sensibili all'AZT che con quelli resistenti all'AZT. Gli studi che hanno misurato la tossicita' cellulare diretta di ritonavir su varie linee cellulari non hanno evidenziato alcuna tossicita' diretta a concentrazioni fino a 25 (micro)M, con conseguente indice terapeutico in vitro di almeno 1000. Resistenza Sono stati selezionati ceppi dell'HIV-1 resistenti al ritonavir in vitro. I ceppi resistenti hanno mostrato ridotta sensibilita' al ritonavir e l'analisi genotipica ha dimostrato che la resistenza era da attribuire primariamente a sostituzioni specifiche di aminoacidi nella proteasi dell'HIV-1, a livello dei codoni 82 e 84. Durante gli studi clinici controllati e' stata monitorata la suscettibilita' al ritonavir dei ceppi isolati dai pazienti. Alcuni pazienti trattati con ritonavir in monoterapia hanno sviluppato ceppi di HIV con una diminuita sensibilita' al farmaco. L'analisi seriale genotipica e fenotipica ha indicato che la sensibilita' al ritonavir diminuisce in modo ordinato e scalare. Le variazioni iniziali si sono verificate in posizione 82, dalla valina originale in genere ad alanina o a fenilalanina (V82A/F). Ceppi virali isolati in vivo senza un cambiamento in corrispondenza del codone 82 non hanno una diminuita sensibilita' al ritonavir. Resistenza crociata con altri antiretrovirali Su ceppi di HIV ottenuti serialmente da sei pazienti durante trattamento con ritonavir, e' stata osservata in vitro una ridotta sensibilita' al ritonavir, non accompagnata pero' da una analoga riduzione nella sensibilita' al saquinavir, in confronto a ceppi di riferimento basali. Tuttavia, i ceppi provenienti da due di questi pazienti hanno dimostrato una ridotta sensibilita' ad indinavir in vitro (di 8 volte). Una resistenza crociata tra ritonavir ed inibitori della trascrittasi inversa e' improbabile, a causa dei diversi bersagli enzimatici coinvolti. Un ceppo di HIV resistente ad AZT, testato in vitro, ha mantenuto una completa sensibilita' al ritonavir. Dati clinici farmacodinamici Gli effetti del ritonavir (somministrato in monoterapia o in associazione con altri farmaci antiretrovirali) sui markers biologici di patologia, quali la conta dei CD4 e la carica virale, sono stati valutati in vari studi condotti su pazienti con infezione da HIV-1. Gli studi piu' importanti sono elencati di seguito. In uno studio clinico controllato, ove la terapia con ritonavir e' stata aggiunta alla terapia antiretrovirale di base in pazienti con infezione da HIV-1, ampiamente trattati in precedenza con analoghi nucleosidici e con conta di CD4 basale (minore o uguale di) 100 cellule/(micro)l, e' stata dimostrata una riduzione della mortalita' e della incidenza di eventi clinici che determinano l'AIDS. Dopo 16 settimane di terapia, la variazione media di RNA virale rispetto ai valori medi di base e' stata di -0.79 log10 (diminuzione massima: 1.29 log10) nel gruppo trattato con ritonavir, in confronto a -0.01 log10 nel gruppo di controllo. Gli analoghi nucleosidici piu' frequentemente utilizzati in questo studio sono stati zidovudina, stavudina, didanosina e zalcitabina. In uno studio clinico che ha reclutato pazienti con infezione da HIV-1 in stadio meno avanzato (valori di CD4 compresi tra 200 e 500 cellule/(micro)l), e che non avevano ricevuto precedente terapia antiretrovirale, il ritonavir utilizzato in monoterapia o in associazione con zidovudina ha ridotto la carica virale plasmatica ed ha determinato un aumento della conta dei CD4. Gli effetti del ritonavir utilizzato in monoterapia sono apparsi inaspettatamente di ampiezza sovrapponibile a quelli della terapia in combinazione, un risultato che non e' stato sufficientemente spiegato. La variazione media di RNA virale rispetto ai valori medi di base, in 16 settimane di trattamento, e' stata di -1.03 log10 nel gruppo trattato con ritonavir, in confronto a -0.80 log10 nel gruppo trattato con ritonavir+zidovudina e -0.42 log10 nel gruppo trattato con sola zidovudina. I dati relativi alla valutazione degli end-points clinici in questo studio non sono ancora disponibili. A causa del possibile rischio di insorgenza di resistenza virale si sconsiglia l'uso del ritonavir in monoterapia. In uno studio clinico condotto in aperto su 32 pazienti con infezione da HIV-1, mai precedentemente trattati con antiretrovirali, la combinazione di ritonavir con zidovudina e zalcitabina ha determinato una riduzione della carica virale (diminuzione media a 20 settimane: -1.76 log10). Sono in corso studi clinici per valutare le combinazioni terapeutiche ottimali, nonche' la efficacia e sicurezza a lungo termine di ritonavir. 5.2. Proprieta' farmacocinetiche Poiche' non esiste una formulazione parenterale di ritonavir, non e' stato possibile determinare i valori di assorbimento e biodisponibilita' assoluta. Le caratteristiche farmacocinetiche di dosi multiple di ritonavir sono state studiate in volontari adulti HIV-positivi non a digiuno. Dopo somministrazioni multiple, l'accumulo di ritonavir e' leggermente inferiore rispetto a quanto prevedibile dagli studi in dose singola, a causa di un aumento della clearance apparente tempo- e dose-dipendente (C1/F). E' stata osservata una diminuzione delle concentrazioni minime del ritonavir nel tempo, probabilmente a causa di una induzione enzimatica, che si sono pero' stabilizzate alla fine della seconda settimana. In steady state, con una dose di 600 mg due volte al giorno, i valori di concentrazione al picco (Cmax) e di concentrazione minima (Ctrough) sono stati rispettivamente di 11.2 (piu' o meno) 3.6 e di 3.7 (piu' o meno) 2.6 (micro)g/ml (media (piu' o meno) DS). L'emivita (t1/2) del ritonavir e' stata di circa 3-5 ore. La clearance apparente in steady state nei pazienti trattati con 600 mg due volte al giorno e' stata in media di 8.8 (piu' o meno) 3.2 L/h. La clearance renale e' stata in media minore di 0.1 L/h ed e' risultata relativamente costante in tutto il range di dosaggi studiato. Il tempo di concentrazione massima (Tmax) e' rimasto costante a valori di circa 4 ore al crescere della dose. La farmacocinetica di ritonavir e' dose dipendente: con l'aumento del dosaggio sono stati riportati aumenti piu' che proporzionali nell'AUC e nella Cmax. L'assunzione di ritonavir con il cibo determina una maggiore esposizione al ritonavir rispetto alla ingestione del farmaco a digiuno. Non sono state evidenziate differenze clinicamente significative di AUC o Cmax tra uomini e donne. I parametri farmacocinetici di ritonavir non sono risultati associati in maniera statisticamente significativa con il peso corporeo o con la massa corporea magra. Il volume di distribuzione apparente (VB/F) di ritonavir e' circa di 20-40 L dopo una dose singola di 600 mg. E' stato rilevato un legame proteico di ritonavir nel plasma umano di circa il 98.99%. Ritonavir si lega sia alla glicoproteina acida alfa - 1 umana (AAG) che all'albumina sierica umana (HSA) con affinita' sovrapponibili. Il legame con le proteine plasmatiche e' costante nel range di concentrazioni da 0.1 a 100 mg/ml. Gli studi di distribuzione tissutale con ritonavir marcato C14 nei ratti hanno dimostrato che il fegato, la ghiandola surrenale, il pancreas, i reni e la tiroide trattengono le maggiori concentrazioni di farmaco. Il rapporto tessuto/plasma di circa 1, misurato nei linfonodi del ratto, suggerisce che il ritonavir si distribuisce nei tessuti linfatici. Il ritonavir penetra nel cervello in quantita' minima. E' stato osservato che il ritonavir e' ampiamente metabolizzato dal sistema del citocromo P450 epatico, in particolare dall'isoenzima CYP3A4 ed in misura inferiore dall'isoenzima CYP2D6. Gli studi sugli animali e gli esperimenti in vitro con microsomi epatici umani hanno indicato che il ritonavir subisce in primo luogo un metabolismo ossidativo. Nell'uomo sono stati evidenziati quattro metaboliti del ritonavir. Il metabolita dell'ossidazione dell'isopropiltiazolo (M-2) e' il principale, e ha un'attivita' antivirale simile a quella del farmaco progenitore. Tuttavia, l'AUC del metabolita M-2 e' risultata di circa il 3% dell'AUC del farmaco progenitore. Gli studi sull'uomo con ritonavir radiomarcato hanno dimostrato che l'eliminazione di ritonavir avviene primariamente per mezzo del sistema epatobiliare; circa l'86% del radiomarcato e' stato rinvenuto nelle feci, e parte di questo prodotto recuperato e' probabilmente ritonavir non assorbito. In questi studi, la via renale non e' risultata essere una via importante per l'eliminazione di ritonavir. Tali osservazioni hanno confermato quelle effettuate negli studi sugli animali. 5.3. Dati preclinici sulla sicurezza Gli studi di tossicita' con dosi ripetute su animali hanno identificato come principali organi bersaglio il fegato, la retina, la ghiandola tiroidea ed il rene. Le alterazioni epatiche riguardano gli elementi epatocellulari, biliari e fagocitici e sono state asso- ciate ad aumento degli enzimi epatici. Iperplasia dell'epitelio del pigmento retinico (RPE) e degenerazione retinica sono state evidenziate in tutti gli studi su roditori condotti con ritonavir, ma non sono state riscontrate nei cani. Evidenze ultrastrutturali suggeriscono che queste alterazioni retiniche possono essere secondarie e fosfolipidosi. Tuttavia gli studi clinici non hanno evidenziato modificazioni oculari indotte dal farmaco nell'uomo. Tutte le alterazioni tiroidee sono risultate reversibili dopo interruzione del trattamento. Le sperimentazioni cliniche nell'uomo non hanno rivelato alterazioni clinicamente significative nei test di funzionalita' della tiroide. Modificazioni renali, comprendenti degenerazione tubulare, infiammazione cronica e proteinuria, sono state evidenziate nei ratti. Si pensa che esse siano attribuibili a malattie spontanee specie-specifiche. Inoltre, non sono state rilevate anomalie renali clinicamente significative nel corso di sperimentazioni cliniche. Studi di carcinogenicita' a lungo termine in modelli animali non sono stati completati. Tuttavia, non e' stata dimostrata mutagenicita' o clastogenicita' dovuta al ritonavir in una serie di tests in vitro ed in vivo, che includono il test di mutazione batterica inversa di Ames su S. typhimarium ed E. coli, il test del linfoma murino, il test del micronucleo ed i tests di aberrazione cromosomica in linfociti umani. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1. Elenco degli eccipienti Norvir capsole gelatinose contiene: gliceridi poliglicolici saturi etanolo, olio di ricino poliossetilene 35, propilenglicole, trigliceridi a media catena, polisorbato 80, acido citrico anidro. I componenti dell'involucro sono: gelatina e polisorbato 80. I componenti della stampa sono: shellac, blue 2 e titanio diossido. 6.2. Incompatibilita' Non sono note incompatibilita'. 6.3. Durata validita' 12 mesi nelle condizioni di conservazione raccomandate. 6.4. Speciali precauzioni per la conservazione Norvir capsule deve essere sempre conservato in frigorifero, a una temperatura compresa tra 2 - 8 C (gradi centigradi). Evitare l'esposizione al calore eccessivo ed il congelamento. 6.5. Natura e capacita' del contenitore Norvir capsule e' fornito in flaconi color ambra in polietilene ad alta densita' (HDPE), contenenti 84 capsule ognuno. Ogni confezione contiene 4 flaconi da 84 capsule (336 capsule). 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO Abbott Laboratories Limited-Queenborough-Kent ME11 5EL-Regno Unito 8. NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DI AUTORIZZAZIONE 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO