(all. 1 - art. 1)
                             ALLEGATO I
            RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
1. DENOMINAZIONE DELLA SPECIALITA' MEDICINALE
Norvir soluzione orale 80 mg/ml
2. COMPOSIZIONE QUALI-QUANTITATIVA
Norvir soluzione orale contiene 80 mg/ml di ritonavir.
3. FORMA FARMACEUTICA
Soluzione orale.
4. INFORMAZIONI CLINICHE
4.1. Indicazioni terapeutiche
Norvir  e'  indicato  in  associazione  con  farmaci  antiretrovirali
analoghi  dei  nucleosidi,  per il trattamento di pazienti adulti con
infezione da HIV-1 e con immunodeficienza avanzata o progressiva.
Dati relativi ad end-points clinici  sono  disponibili  solamente  in
pazienti  con  patologia  da  HIV in stadio avanzato. In pazienti con
infezione da HIV in stadio meno avanzato, gli unici dati  disponibili
sono  quelli  relativi ai markers biologici, quali la carica virale e
la conta dei linfociti CD4. In questi pazienti, studi  sugli  effetti
del  ritonavir  sugli end-points clinici sono in corso. Consultare la
Sezione 5.1 per i risultati degli studi principali.
4.2. Posologia e modalita' di somministrazione
Norvir soluzione e'  una  formulazione  per  via  orale  da  assumere
preferibilmente  con  i  pasti.  Il dosaggio consigliato di ritonavir
soluzione e' di 600 mg (7,5 ml) due volte al giorno, per via orale.
Il gusto amaro di Norvir puo' essere attenuato se il  prodotto  viene
miscelato a latte e cioccolato.
Uso  pediatrico:  la sicurezza e l'efficacia di ritonavir nei bambini
di eta' inferiore ai 12 anni non e' stata ancora dimostrata.
Disturbi renali ed epatici: attualmente non esistono  dati  specifici
su queste tipologie di pazienti e non e' quindi possibile consigliare
dosaggi   specifici.   Ritonavir   e'   metabolizzato   ed  eliminato
principalmente dal fegato. Norvir non  deve  essere  somministrato  a
pazienti  con  grave  insufficienza epatica (consultare Sezione 4.3 -
Controindicazioni).  Poiche'  ritonavir  e'  fortemente  legato  alle
proteine  plasmatiche,  e'  improbabile che possa essere eliminato in
modo significativo mediante emodialisi o dialisi peritoneale.
4.3. Controindicazioni
Norvir e' controindicato in pazienti con  accertata  ipersensibilita'
al  ritonavir o a qualcuno degli eccipienti. Norvir e' controindicato
in pazienti con grave insufficienza epatica.
Gli studi in vitro ed in vivo hanno dimostrato che  ritonavir  e'  un
potente inibitore delle biotrasformazioni mediate dal citocromo CYP3A
e dal CYP2D6. Sulla base soprattutto della letteratura pubblicata, si
ritiene  che  ritonavir  possa  causare  un  notevole  aumento  delle
concentrazioni  plasmatiche  dei  seguenti  farmaci:      amiodarone,
astemizolo;  bepridil,  bupropion,  cisapride,  clozapina, encainide,
flecainide,    meperidina,    pimozide,    piroxicam,    propafenone,
propossifene,  chinidina  e  terfenadina.  Sono  accertati  rischi di
aritmia, di anomalie ematologiche, di convulsioni, o di altri effetti
collaterali potenzialmente gravi  dovuti  a  questi  farmaci.  Questi
farmaci   non   devono  essere  somministrati  contemporaneamente  al
ritonavir.  E'  inoltre  possibile  che  ritonavir  produca   aumenti
significativi  delle  concentrazioni plasmatiche dei seguenti farmaci
sedativi   e   ipnotici   ad  elevata  metabolizzati:     alprazolam,
clorazepate, diazepam, estazolam, flurazepam, midazolam, triazolam  e
zolpidem.   A  causa  della  elevata  potenzialita'  di  sedazione  e
depressione respiratoria provocata da questi farmaci, si deve evitare
la somministrazione contemporanea con ritonavir.
L'uso concomitante di ritonavir  e  rifabutina  e'  controindicato  a
causa  delle  conseguenze  cliniche  quali  la  uveite,  causata  dal
notevole aumento delle concentrazioni plasmatiche di rifabutina.
4.4. Avvertenze e speciali precauzioni d'uso
Non sono disponibili dati sulla  farmacocinetica  e  sulla  sicurezza
d'uso  del  ritonavir  in  pazienti  con  significativa insufficienza
epatica  o  renale.   Ritonavir   e'   metabolizzato   ed   eliminato
principalmente  per  via  epatica.  Per  questo  motivo si raccomanda
cautela  nella  somministrazione   del   farmaco   a   pazienti   con
insufficienza epatica (consultare Sezione 4.3 - Controindicazioni).
Non e' stata ancora accertata la sicurezza e l'efficacia di ritonavir
nei  bambini  al di sotto dei 12 anni. Ritonavir deve pertanto essere
somministrato ai bambini di eta' inferiore  ai  12  anni  solo  se  i
benefici potenziali superano in modo evidente i possibili rischi.
Al momento non sono disponibili dati farmacocinetici relativi all'uso
combinato  nell'uomo di Norvir con farmaci antiretrovirali diversi da
zidovudina e didanosina (ddI). Sebbene l'uso  clinico  combinato  con
zalcitabina  (ddC)  e  stavudina  (d4T)  in  un  numero relativamente
limitato di pazienti non sembri associabile ad  effetti  sfavorevoli,
la  combinazione  di  Norvir  con  altri analoghi dei nucleosidi deve
essere oggetto di un attento monitoraggio terapeutico e di  sicurezza
d'uso.
Un  monitoraggio  supplementare  e'  raccomandato quando si verifichi
diarrea. La frequenza relativamente elevata di diarrea  in  corso  di
trattamento  con  ritonavir  puo'  compromettere  l'assorbimento e la
efficacia terapeutica (per la minore aderenza  alla  prescrizione  da
parte del paziente) del ritonavir o di altre terapie concomitanti.
Dati  preliminari sull'animale e sull'uomo indicano che il ritonavir,
quando somministrato in combinazione con il saquinavir, determina  un
notevole aumento dei livelli ematici di questo farmaco. A causa della
mancanza  di  sufficienti dati di sicurezza clinica, il ritonavir non
deve essere somministrato contemporaneamente al saquinavir o ad altri
inibitori delle proteasi.
NORVIR soluzione orale contiene il  43%  di  etanolo;  e'  quindi  ad
evitare  la  cosomministrazione  di NORVIR con disulfiram e con altri
farmaci che producono reazioni simili a quelle  del  disulfiram  (es.
metronidazolo).
Sono   stati   riportati   casi  di  aumento  di  episodi  emorragici
comprendenti ematomi cutanei ed emartro spontanei in pazienti affetti
da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della  proteasi.  In
alcuni  pazienti  si  e'  reso  necessario  un incremento di dose del
fattore VIII. In  piu'  della  meta'  dei  casi  riportati  e'  stato
possibile   continuare   il   trattamento  con  proteasi-inibitori  o
riprenderlo nel caso sia stato interrotto. E'  stata  ipotizzata  una
relazione  causale,  sebbene  non  sia  stato  chiarito il meccanismo
d'azione. I pazienti emofilici devono pertanto essere informati circa
la possibilita' di un aumento di tali episodi emorragici.
4.5. Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione
Vedere anche CONTROINDICAZIONI (Sezione 4.3).
Ritonavir  ha una elevata affinita' per molti isoenzimi del citocromo
P450 (CYP) nel seguente ordine: CYP3A (maggiore di) CYP2D6  (maggiore
di)  CYP2C9. Oltre a quelli elencati nella Sezione CONTROINDICAZIONI,
anche i seguenti farmaci o classi di farmaci,  sono  (o  si  sospetta
siano)  metabolizzati  da questi stessi isoenzimi del citocromo P450:
immunosoppressori   (es.   ciclosporina,   tacrolimus),   antibiotici
macrolidi  (es.  eritromicina),  alcuni  steroidi  (es. desametazone,
prednisolone),   altri    inibitori    delle    proteasi    dell'HIV,
antiistaminici  non  sedativi  (es.  loratidina), calcio-antagonisti,
diversi antidepressivi  triciclici  (es.    desipramina,  imipramina,
amitriptilina,  nortriptilina), altri antidepressivi (es. fluoxetina,
paroxetina, sertralina), neurolettici (es. aloperidolo,  risperidone,
tioridazina),    antifungini    (es.   ketoconazolo,   itroconazolo),
morfinomimetici (es.  metadone, fentanil),  carbamazepina,  warfarin,
tolbutamide.  A  causa  del  possibile  notevole  aumento dei livelli
sierici  di  questi  farmaci,  questi  non  dovrebbero  essere  usati
contemporaneamente  al  ritonavir  senza  una  seria  valutazione dei
potenziali rischi  e  benefici.  Si  raccomanda  inoltre  un  attento
monitoraggio  degli  effetti terapeutici e collaterali, quando questi
farmaci sono somministrati contemporaneamente al ritonavir.
Non  sono   disponibili   dati   farmacocinetici   relativi   all'uso
contemporaneo  di  morfina  e  ritonavir.  Sulla base del metabolismo
della morfina (glucuronidazione),  si  dovrebbero  prevedere  livelli
piu' bassi di morfina.
Norvir  determina  un  aumento  della  AUC  (area sotto la curva) dei
seguenti farmaci, quando somministrati contemporaneamente:
Claritromicina:  a  causa  dell'ampia  finestra   terapeutica   della
claritromicina,  non  dovrebbe  essere  necessaria la riduzione della
dose nei pazienti con  normale  funzione  renale.  Nei  pazienti  con
insufficienza  renale,  i  seguenti  aggiustamenti  posologici devono
essere considerati: per valori di clearance della  creatinina  (CLCR)
compresi  tra  30  e 60 ml/min, la dose di claritromicina deve essere
ridotta del 50%; per valori di CLCR (minori di) 30 ml/min, la dose di
claritromicina deve essere ridotta del 75%.  Dosi  di  Claritromicina
(maggiori  di)  1  g/die  non devono essere somministrate in corso di
trattamento con Norvir.
Desipramina: riduzione delle dosi di desipramina devono  essere  con-
siderate  in pazienti che assumono questo farmaco in combinazione con
ritonavir.
Rifabutina ed  il  suo  metabolita  attivo  25-O-deacetil-rifabutina:
l'uso  concomitante di questo farmaco con il ritonavir ha determinato
un  notevole  incremento  della  AUC  della  rifabutina  e  del   suo
metabolita  attivo  25-O-deacetil-rifabutina, associato a conseguenze
cliniche. Pertanto, l'uso contemporaneo di ritonavir e rifabutina  e'
controindicato (vedere Sezione 4.3 - Controindicazioni).
Norvir   riduce   la  AUC  dei  seguenti  farmaci,  se  somministrati
contemporaneamente:
Zidovudina (AZT) e ddI: la zidovudina e la ddI hanno effetti  minimi,
se  non  nulli,  sulla farmacocinetica del ritonavir. Il Ritonavir ha
ridotto la AUC media della zidovudina di circa il 25%, in uno  studio
la  cui durata non e' stata sufficiente a raggiungere lo steady-state
per il ritonavir. Il ritonavir ha determinato una riduzione della AUC
media della ddI del 13%, quando  la  ddI  e'  stata  somministrata  a
distanza di 2.5 ore dal ritonavir. Durante la terapia di combinazione
con  il ritonavir, non dovrebbero rendersi necessarie modifiche delle
dosi  di  AZT  o  ddI.  Non   sono   ancora   disponibili   dati   di
farmacocinetica    nell'uomo,    in    combinazione    con    farmaci
antiretrovirali diversi da zidovudina e ddI (vedere anche Sezione 4.4
- Avvertenze e speciali precauzioni d'uso).
Etinil-estradiolo:  poiche'  la  somministrazione  contemporanea   di
ritonavir  con  un  contraccettivo  orale  a  combinazione  fissa  ha
determinato una riduzione della AUC media  di  etinil-estradiolo  del
41%,  si  consiglia di aumentare il dosaggio dei contraccettivi orali
contenenti etinilestradiolo oppure di utilizzare  metodi  alternativi
di contraccezione.
Teofillina:   una   dose  piu'  elevata  di  teofillina  puo'  essere
richiesta, considerando che l'uso contemporaneo con il  ritonavir  ha
causato una riduzione di circa il 45% della AUC della teofillina.
Sulfametossazolo-trimetoprim     in     combinazione     fissa:    la
somministrazione     contemporanea      di      Norvir      e      di
sulfametossazolo/trimetoprim ha causato una diminuzione del 20% della
AUC  del  sulfametossazolo  ed  un  aumento  del  20%  della  AUC del
trimetoprim.  Durante  la  terapia  concomitante  con   Norvir,   non
dovrebbero    rendersi   necessarie   modifiche   del   dosaggio   di
sulfametossazolo/trimetoprim.
Poiche' il ritonavir e' fortemente legato alle proteine  plasmatiche,
si  deve  tenere  conto della possibilita' dell'aumento degli effetti
terapeutici e tossici dovuti allo spostamento  del  legame  proteico,
causa l'uso concomitante di altri farmaci.
4.6. Uso durante la gravidanza e l'allattamento
Non  sono state osservate malformazioni derivanti dal trattamento con
ritonavir ne' nei ratti ne' nei conigli. Nei ratti e' stata osservata
tossicita' nello sviluppo embrionale (letalita' embrionaria,  ridotto
peso  corporeo  fetale,  ritardo  della ossificazione e modificazioni
dello sviluppo viscerale, compresa una ritardata discesa testicolare)
verificatasi in genere solo  a  dosaggi  tossici  per  la  madre.  La
tossicita' nello sviluppo nei conigli (riassorbimento degli embrioni,
riduzione  del numero e del peso dei feti) si e' verificata a dosaggi
tossici per la madre.   Nono sono disponibili studi  nelle  donne  in
stato  di  gravidanza.    Questo  farmaco  deve  essere somministrato
durante la gravidanza solo se i benefici potenziali superano in  modo
evidente i possibili rischi.
Non  e' noto se il ritonavir sia escreto nel latte umano. Negli studi
sugli animali non e' stata valutata la escrezione nel latte; tuttavia
uno studio condotto sul ratto  ha  dimostrato  alcuni  effetti  sullo
sviluppo   della   prole,  durante  l'allattamento,  compatibili  con
l'escrezione del ritonavir nel latte. Le donne con infezione  da  HIV
non  devono  in  nessun  caso allattare al seno i propri neonati, per
evitare la trasmissione dell'HIV.
4.7. Effetti sulla capacita' di guida o sull'uso di macchine
Non e'  stata  specificamente  testata  la  capacita'  di  Norvir  di
interferire con la capacita' di guidare un'auto o di usare macchinari
pesanti. Poiche' sonnolenza e vertigine sono effetti collaterali noti
di questo farmaco, cio' andrebbe considerato in caso di necessita' di
guidare un'auto o di usare macchinari.
Norvir soluzione orale contiene il 43% di alcool.
4.8 Effetti collaterali
Negli  studi clinici (Fase II/III), in (maggiore o uguale) 2% di 1033
pazienti sono stati riportati i seguenti effetti collaterali, la  cui
correlazione al ritonavir e' possibile, probabile o non nota:
Apparato  gastrointestinale:  Nausea (47,5%), diarrea (44,9%), vomito
(23,6%), dolore addominale (11,6%), alterazione  del  gusto  (11,4%);
frequentemente   dispepsia,   anoressia,  infiammazione  della  gola;
occasionalmente  flatulenza,  secchezza  delle  fauci,   eruttazione,
ulcerazione del cavo orale.
Sistema  nervoso: Parestesia periorale (26,6%), parestesia periferica
(15,4%);   frequentemente   vertigine,    parestesia,    iperestesia,
sonnolenza; occasionalmente insonnia, ansia.
Cute:   Frequentemente  eruzione  cutanea;  occasionalmente  prurito,
sudorazione.
Apparato  respiratorio:  Occasionalmente  faringite;  aumento   della
tosse.
Apparato cardiovascolare: Frequentemente vasodilatazione.
Altro:  Astenia  (22,3%),  cefalea  (15,5);  occasionalmente  febbre,
dolore, iperlipemia, mialgia, perdita di peso, diminuzione dei valori
di tiroxina (T4) libera e totale.
Nausea, diarrea, vomito, astenia, alterazione del  gusto,  parestesia
periorale  e  periferica,  vasodilatazione,  sono  stati  gli effetti
collaterali  osservati  piu'  di   frequente   e   sono   considerati
chiaramente correlati al ritonavir.
Parametri di laboratorio:
Innalzamento   valori   gamma-glutamil  transpeptidasi  (GGT)  (12%);
frequentemente, innalzamento creatinfosfokinasi (CPK), elevazione dei
trigliceridi,  della  alanin-transaminasi  (SGPT);   occasionalmente,
elevazione  della  aspartico-transaminasi  (SGOT),  elevazione  della
amilasi,  elevazione  dell'acido  unico,  riduzione   del   potassio,
elevazione  della  glicemia,  riduzione del calcio totale, elevazione
del magnesio, elevazione della bilirubina totale  e  della  fosfatasi
alcalina.
Ipertrigliceridemia,  ipercolesterolemia  e  iperuricemia  sono state
chiaramente correlate alla terapia con ritonavir.
Ematologia:
Conta leucocitaria bassa  (16%);  occasionalmente  emoglobina  bassa,
granulociti  neutrofili  bassi,  granulociti  eosinofili  alti, conta
leucocitaria alta, granulociti neutrofili alti,  aumentato  tempo  di
protrombina.
4.9. Sovradosaggio
L'esperienza   di  sovradosaggio  acuto  di  ritonavir  nell'uomo  e'
limitata. Un paziente arruolato in  una  sperimentazione  clinica  ha
assunto  1500  mg  di  ritonavir/die  per  due giorni ed ha riportato
parestesia, scomparsa dopo la diminuzione della dose.
I  segni  di  tossicita'  osservati  negli  animali  (topi  o  ratti)
comprendono ridotta attivita', atassia, dispnea e tremori.
Non  esiste  un antitodo specifico per sovradosaggio da ritonavir. Il
trattamento dovrebbe consistere in misure generali di  supporto,  tra
le quali il monitoraggio delle funzioni vitali e l'osservazione dello
stato   clinico  del  paziente.  A  causa  delle  caratteristiche  di
solubilita'  e  della   possibilita'   di   eliminazione   attraverso
l'intestino,  si  propone  di  trattare  i  casi di sovradosaggio con
lavanda gastrica e con somministrazione di carbone  vegetale  attivo.
Poiche'  ritonavir  e'  ampiamente  metabolizzato  dal  fegato  ed e'
fortemente legato alle proteine plasmatiche, e'  improbabile  che  la
dialisi  apporti  benefici  al fine di una significativa eliminazione
del farmaco.
5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
5.1. Proprieta' farmacodinamiche
Gruppo farmaco-terapeutico: antivirale per uso sistemico. Codice ATC:
JO5 A X
Ritonavir e' un inibitore  peptidomimetico  delle  aspartil  proteasi
dell'HIV-1 e HIV-2, attivo per via orale. L'inibizione della proteasi
dell'HIV   rende  l'enzima  incapace  di  trasformare  il  precursore
poliproteico gag-pol, con conseguente produzione di particelle HIV di
morfologia immatura, incapaci di iniziare nuovi cicli  di  infezione.
Ritonavir  ha  un'affinita'  selettiva per la proteasi dell'HIV ed ha
una bassa attivita' inibente nei confronti  delle  aspartil  proteasi
dell'uomo.
I  dati  in  vitro indicano che il ritonavir e' attivo contro tutti i
ceppi di HIV  testati  in  una  varieta'  di  linee  cellulari  umane
trasformate  e primarie. La concentrazione di farmaco che inibisce il
50% e il 90% della replicazione virale in vitro e' rispettivamente di
circa  0,02  (micro)M  e  0,11  (micro)M.  Potenza  simile  e'  stata
riscontrata  sia  con i ceppi di HIV sensibili all'AZT che con quelli
resistenti all'AZT.  Gli  studi  che  hanno  misurato  la  tossicita'
cellulare  diretta  di  ritonavir  su varie linee cellulari non hanno
evidenziato alcuna tossicita' diretta  a  concentrazioni  fino  a  25
(micro)M, con conseguente indice terapeutico in vitro di almeno 1000.
Resistenza
Sono  stati  selezionati  ceppi dell'HIV-1 resistenti al ritonavir in
vitro. I ceppi resistenti  hanno  mostrato  ridotta  sensibilita'  al
ritonavir  e l'analisi genotipica ha dimostrato che la resistenza era
da attribuire primariamente a sostituzioni specifiche  di  aminoacidi
nella proteasi dell'HIV-1, a livello dei codoni 82 e 84.
Durante   gli  studi  clinici  controllati  e'  stata  monitorata  la
suscettibilita' al ritonavir dei ceppi isolati dai  pazienti.  Alcuni
pazienti trattati con ritonavir in monoterapia hanno sviluppato ceppi
di  HIV  con una diminuita sensibilita' al farmaco. L'analisi seriale
genotipica e fenotipica ha indicato che la sensibilita' al  ritonavir
diminuisce in modo ordinato e scalare. Le variazioni iniziali si sono
verificate  in  posizione  82,  dalla  valina  originale in genere ad
alanina o a fenilalanina (V82A/F). Ceppi virali isolati in vivo senza
un  cambiamento  in  corrispondenza  del  codone  82  non  hanno  una
diminuita sensibilita' al ritonavir.
Resistenza crociata con altri antiretrovirali
Su  ceppi  di  HIV  ottenuti  serialmente  da  sei  pazienti  durante
trattamento con ritonavir, e' stata osservata in  vitro  una  ridotta
sensibilita'  al  ritonavir,  non  accompagnata  pero' da una analoga
riduzione nella sensibilita' al saquinavir, in confronto a  ceppi  di
riferimento  basali.  Tuttavia,  i ceppi provenienti da due di questi
pazienti hanno dimostrato una ridotta sensibilita'  ad  indinavir  in
vitro  (di  8  volte).  Una  resistenza  crociata  tra  ritonavir  ed
inibitori della trascrittasi inversa  e'  improbabile,  a  causa  dei
diversi  bersagli enzimatici coinvolti. Un ceppo di HIV resistente ad
AZT, testato in vitro, ha  mantenuto  una  completa  sensibilita'  al
ritonavir.
Dati clinici farmacodinamici
Gli   effetti  del  ritonavir  (somministrato  in  monoterapia  o  in
associazione con altri farmaci antiretrovirali) sui markers biologici
di patologia, quali la conta dei CD4 e la carica virale,  sono  stati
valutati  vari studi condotti su pazienti con infezione da HIV-1. Gli
studi piu' importanti sono elencati di seguito.
In uno studio clinico controllato, ove la terapia  con  ritonavir  e'
stata  aggiunta  alla terapia antiretrovirale di base in pazienti con
infezione da HIV-1, ampiamente trattati in  precedenza  con  analoghi
nucleosidici  e  con  conta  di  CD4  basale (minore o uguale di) 100
cellule/(micro)l, e' stata dimostrata una riduzione della  mortalita'
e  della  incidenza di eventi clinici che determinano l'AIDS. Dopo 16
settimane di terapia, la variazione media di RNA virale  rispetto  ai
valori  medi  di  base  e' stata di -0.79 log10 (diminuzione massima:
1.29 log10) nel gruppo trattato con ritonavir, in confronto  a  -0.01
log10  nel  gruppo  di  controllo.  Gli  analoghi  nucleosidici  piu'
frequentemente utilizzati in questo  studio  sono  stati  zidovudina,
stavudina, didanosina e zalcitabina.
In  uno  studio  clinico  che  ha reclutato pazienti con infezione da
HIV-1 in stadio meno avanzato (valori di CD4 compresi tra 200  e  500
cellule/(micro)l),  e  che  non  avevano  ricevuto precedente terapia
antiretrovirale,  il  ritonavir  utilizzato  in  monoterapia   o   in
associazione con zidovudina ha ridotto la carica virale plasmatica ed
ha  determinato  un  aumento  della  conta  dei  CD4. Gli effetti del
ritonavir utilizzato in monoterapia sono apparsi inaspettatamente  di
ampiezza  sovrapponibile  a  quelli della terapia in combinazione, un
risultato che non e' stato sufficientemente spiegato.
La variazione media di RNA virale rispetto ai valori medi di base, in
16 settimane di trattamento, e'  stata  di  -1.03  log10  nel  gruppo
trattato  con  ritonavir,  in  confronto  a  -0.80  log10  nel gruppo
trattato con ritonavir+zidovudina e -0.42 log10 nel  gruppo  trattato
con sola zidovudina.
I  dati  relativi alla valutazione degli end-points clinici in questo
studio non sono ancora disponibili.
A causa del possibile rischio di insorgenza di resistenza  virale  si
sconsiglia l'uso del ritonavir in monoterapia.
In uno studio clinico condotto in aperto su 32 pazienti con infezione
da  HIV-1,  mai  precedentemente  trattati  con  antiretrovirali,  la
combinazione di ritonavir con zidovudina e zalcitabina ha determinato
una riduzione della carica virale (diminuzione media a 20  settimane:
-1.76 log10).
Sono in corso studi clinici per valutare le combinazioni terapeutiche
ottimali,  nonche'  la  efficacia  e  sicurezza  a  lungo  termine di
ritonavir.
5.2. Proprieta' farmacocinetiche
Poiche' non esiste una formulazione parenterale di ritonavir, non  e'
stato    possibile   determinare   i   valori   di   assorbimento   e
biodisponibilita' assoluta. Le  caratteristiche  farmacocinetiche  di
dosi  multiple  di  ritonavir sono state studiate in volontari adulti
HIV-positivi  non  a   digiuno.   Dopo   somministrazioni   multiple,
l'accumulo  di  ritonavir  e' leggermente inferiore rispetto a quanto
prevedibile dagli studi in dose singola, a causa di un aumento  della
clearance apparente tempo- e dose-dipendente (C1/F).
E'  stata  osservata  una diminuzione delle concentrazioni minime del
ritonavir  nel  tempo,  probabilmente  a  causa  di   una   induzione
enzimatica,  che  si  sono pero' stabilizzate alla fine della seconda
settimana. In steady state, con una dose  di  600  mg  due  volte  al
giorno,   i   valori   di   concentrazione   al  picco  (Cmax)  e  di
concentrazione minima (Ctrough) sono stati  rispettivamente  di  11.2
(piu' o meno) 3.6 e di 3.7 (piu' o meno) 2.6 (micro)g/ml (media (piu'
o  meno)  DS).  L'emivita  (t1/2) del ritonavir e' stata di circa 3-5
ore. La clearance apparente in steady state nei pazienti trattati con
600 mg due volte al giorno e' stata in media di 8.8 (piu' o meno) 3.2
L/h. La clearance renale e' stata in media minore di 0.1  L/h  ed  e'
risultata  relativamente  costante  in  tutto  il  range  di  dosaggi
studiato. Il  tempo  di  concentrazione  massima  (Tmax)  e'  rimasto
costante a valori di circa 4 ore al crescere della dose.
La farmacocinetica di ritonavir e' dose dipendente: con l'aumento del
dosaggio sono stati riportati aumenti piu' che proporzionali nell'AUC
e  nella  Cmax.  L'assunzione  di ritonavir con il cibo determina una
maggiore  esposizione  al  ritonavir  rispetto  alla  ingestione  del
farmaco a digiuno.
Non  sono  state evidenziate differenze clinicamente significative di
AUC o Cmax  tra  uomini  e  donne.  I  parametri  farmacocinetici  di
ritonavir  non  sono  risultati  associati in maniera statisticamente
significativa con il peso corporeo o con la massa corporea magra.
Il volume di distribuzione apparente (VB/F) di ritonavir e' circa  di
20-40  L dopo una dose singola di 600 mg. E' stato rilevato un legame
proteico di ritonavir nel plasma umano di circa il 98.99%.  Ritonavir
si lega sia alla  glicoproteina  acida  alfa  -  1  umana  (AAG)  che
all'albumina  sierica  umana  (HSA) con affinita' sovrapponibili.  Il
legame  con  le  proteine  plasmatiche  e'  costante  nel  range   di
concentrazioni da 0.1 a 100 mg/ml.
Gli  studi  di  distribuzione tissutale con ritonavir marcato C14 nei
ratti hanno dimostrato che il  fegato,  la  ghiandola  surrenale,  il
pancreas,  i reni e la tiroide trattengono le maggiori concentrazioni
di farmaco. Il rapporto  tessuto/plasma  di  circa  1,  misurato  nei
linfonodi  del ratto, suggerisce che il ritonavir si distribuisce nei
tessuti linfatici. Il ritonavir penetra  nel  cervello  in  quantita'
minima.
E'  stato  osservato che il ritonavir e' ampiamente metabolizzato dal
sistema del citocromo P450  epatico,  in  particolare  dall'isoenzima
CYP3A4  ed in misura inferiore dall'isoenzima CYP2D6. Gli studi sugli
animali e gli esperimenti in vitro con microsomi epatici umani  hanno
indicato  che  il  ritonavir  subisce  in  primo luogo un metabolismo
ossidativo. Nell'uomo sono stati evidenziati quattro  metaboliti  del
ritonavir. Il metabolita dell'ossidazione dell'isopropiltiazolo (M-2)
e'  il  principale,  e ha un'attivita' antivirale simile a quella del
farmaco progenitore. Tuttavia, l'AUC del metabolita M-2 e'  risultata
di circa il 3% dell'AUC del farmaco progenitore.
Gli  studi  sull'uomo con ritonavir radiomarcato hanno dimostrato che
l'eliminazione di  ritonavir  avviene  primariamente  per  mezzo  del
sistema epatobiliare; circa l'86% del radiomarcato e' stato rinvenuto
nelle  feci,  e  parte di questo prodotto recuperato e' probabilmente
ritonavir non assorbito. In  questi  studi,  la  via  renale  non  e'
risultata  essere una via importante per l'eliminazione di ritonavir.
Tali osservazioni hanno  confermato  quelle  effettuate  negli  studi
sugli animali.
5.3. Dati preclinici sulla sicurezza
Gli   studi   di  tossicita'  con  dosi  ripetute  su  animali  hanno
identificato come principali organi bersaglio il fegato,  la  retina,
la  ghiandola tiroidea ed il rene. Le alterazioni epatiche riguardano
gli elementi epatocellulari, biliari e fagocitici e sono state  asso-
ciate  ad  aumento degli enzimi epatici. Iperplasia dell'epitelio del
pigmento  retinico  (RPE)  e  degenerazione   retinica   sono   state
evidenziate in tutti gli studi su roditori condotti con ritonavir, ma
non  sono  state  riscontrate  nei  cani.  Evidenze  ultrastrutturali
suggeriscono  che  queste  alterazioni   retiniche   possono   essere
secondarie  e  fosfolipidosi.  Tuttavia  gli  studi clinici non hanno
evidenziato modificazioni  oculari  indotte  dal  farmaco  nell'uomo.
Tutte   le  alterazioni  tiroidee  sono  risultate  reversibili  dopo
interruzione del trattamento. Le sperimentazioni  cliniche  nell'uomo
non hanno rivelato alterazioni clinicamente significative nei test di
funzionalita'  della  tiroide.    Modificazioni  renali, comprendenti
degenerazione tubulare, infiammazione  cronica  e  proteinuria,  sono
state  evidenziate  nei ratti. Si pensa che esse siano attribuibili a
malattie spontanee specie-specifiche.
Inoltre,  non  sono  state  rilevate  anomalie  renali   clinicamente
significative nel corso di sperimentazioni cliniche.
Studi di carcinogenicita' a lungo termine in modelli animali non sono
stati  completati.  Tuttavia, non e' stata dimostrata mutagenicita' o
clastogenicita' dovuta al ritonavir in una serie di tests in vitro ed
in vivo, che includono il test di mutazione batterica inversa di Ames
su S. typhimarium ed E. coli, il test del linfoma murino, il test del
micronucleo ed i tests di aberrazione cromosomica in linfociti umani.
6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1. Elenco degli eccipienti
Norvir soluzione orale contiene: etanolo,  acqua  depurata,  olio  di
ricino  poliossetilene  35,  propilenglicole,  acido  citrico anidro,
saccarina  sodica,  essenza  di  menta  piperita,  aroma   caramello,
colorante E110.
6.2. Incompatibilita'
Norvir non va diluito con acqua.
6.3. Durata validita'
24 mesi nelle condizioni di conservazione raccomandate.
6.4. Speciali precauzioni per la conservazione
Norvir  soluzione  orale  deve essere conservato in frigorifero a una
temperatura compresa tra  2  -  8  C  (gradi  centigradi)  fino  alla
consegna  al  paziente.  La conservazione in frigorifero da parte del
paziente non e' necessaria se il farmaco e' usato entro 30  giorni  e
conservato a temperatura inferiore a 30 C (gradi centigradi).
Evitare l'esposizione al calore eccessivo.
6.5. Natura e capacita' del contenitore
Norvir  soluzione orale e' fornito in flaconi color ambra da 90 ml in
polietilene tereftalato (PET)  per  dosi  multiple.  Ogni  confezione
contiene  5 flaconi da 90 ml (450 ml). E' inoltre fornito un misurino
con graduazioni di 3.75 ml (dose da 300 mg), 5 ml (dose da  400  mg),
6.25 ml (dose da 500 mg) e 7.5 ml (dose da 600 mg).
6.6. Istruzioni per l'uso del misurino
Dopo  l'uso,  il misurino deve essere immediatamente lavato con acqua
calda e detersivo per piatti. Se pulito  immediatamente,  il  farmaco
residuo  viene  eliminato.  Il  misurino  deve  essere  perfettamente
asciugato prima dell'uso.
7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
Abbott Laboratories Limited-Queenborough-Kent ME11 5EL-Regno Unito
8. NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE
9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DI AUTORIZZAZIONE
10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO
1. DENOMINAZIONE DELLA SPECIALITA' MEDICINALE
Norvir capsule 100 mg
2. COMPOSIZIONE QUALI-QUANTITATIVA
Ogni capsula di Norvir contiene 100 mg di ritonavir.
3. FORMA FARMACEUTICA
Capsule.
4. INFORMAZIONI CLINICHE
4.1. Indicazioni terapeutiche
Norvir  e'  indicato  in  associazione  con  farmaci  antiretrovirali
analoghi  dei  nucleosidi,  per il trattamento di pazienti adulti con
infezione da HIV-1 e con immunodeficienza avanzata o progressiva.
Dati relativi ad end-points clinici  sono  disponibili  solamente  in
pazienti  con  patologia  da  HIV in stadio avanzato. In pazienti con
infezione da HIV in stadio meno avanzato, gli unici dati  disponibili
sono  quelli  relativi ai markers biologici, quali la carica virale e
la conta dei linfociti CD4. In questi pazienti, studi  sugli  effetti
del  ritonavir  sugli end-points clinici sono in corso. Consultare la
Sezione 5.1 per i risultati degli studi principali.
4.2. Posologia e modalita' di somministrazione
Norvir capsule va assunto per via orale, preferibilmente con i pasti.
Il dosaggio consigliato di ritonavir capsule e' di 600 mg (6 capsule)
due volte al giorno, per via orale.
Uso pediatrico: la sicurezza e l'efficacia di ritonavir  nei  bambini
di eta' inferiore ai 12 anni non e' stata ancora dimostrata.
Disturbi  renali  ed epatici: attualmente non esistono dati specifici
su queste tipologie di pazienti e non e' quindi possibile consigliare
dosaggi  specifici.   Ritonavir   e'   metabolizzato   ed   eliminato
principalmente  dal  fegato.  Norvir  non deve essere somministrato a
pazienti con grave insufficienza epatica (consultare  Sezione  4.3  -
Controindicazioni).  Poiche'  ritonavir  e'  fortemente  legato  alle
proteine plasmatiche, e' improbabile che possa  essere  eliminato  in
modo significativo mediante emodialisi o dialisi peritoneale.
4.3. Controindicazioni
Norvir  e'  controindicato in pazienti con accertata ipersensibilita'
al ritonavir o a qualcuno degli eccipienti. Norvir e'  controindicato
in pazienti con grave insufficienza epatica.
Gli  studi  in  vitro ed in vivo hanno dimostrato che ritonavir e' un
potente inibitore delle biotrasformazioni mediate dal citocromo CYP3A
e dal CYP2D6. Sulla base soprattutto della letteratura pubblicata, si
ritiene  che  ritonavir  possa  causare  un  notevole  aumento  delle
concentrazioni   plasmatiche   dei  seguenti  farmaci:    amiodarone,
astemizolo, bepridil,  bupropion,  cisapride,  clozapina,  encainide,
flecainide,    meperidina,    pimozide,    piroxicam,    propafenone,
propossifene, chinidina  e  terfenadina.  Sono  accertati  rischi  di
aritmia, di anomalie ematologiche, di convulsioni, o di altri effetti
collaterali  potenzialmente  gravi  dovuti  a  questi farmaci. Questi
farmaci  non  devono  essere  somministrati   contemporaneamente   al
ritonavir.   E'  inoltre  possibile  che  ritonavir  produca  aumenti
significativi delle concentrazioni plasmatiche dei  seguenti  farmaci
sedativi   e   ipnotici   ad  elevata  metabolizzati:     alprazolam,
clorazepate, diazepam, estazolam, flurazepam, midazolam, triazolam  e
zolpidem.   A  causa  della  elevata  potenzialita'  di  sedazione  e
depressione respiratoria provocata da questi farmaci, si deve evitare
la somministrazione contemporanea con ritonavir.
L'uso  concomitante  di  ritonavir  e  rifabutina e' controindicato a
causa  delle  conseguenze  cliniche  quali  la  uveite,  causata  dal
notevole aumento delle concentrazioni plasmatiche di rifabutina.
4.4. Avvertenze e speciali precauzioni d'uso
Non  sono  disponibili  dati  sulla farmacocinetica e sulla sicurezza
d'uso del  ritonavir  in  pazienti  con  significativa  insufficienza
epatica   o   renale.   Ritonavir   e'   metabolizzato  ed  eliminato
principalmente per via  epatica.  Per  questo  motivo  si  raccomanda
cautela   nella   somministrazione   del   farmaco   a  pazienti  con
insufficienza epatica (consultare Sezione 4.3 - Controindicazioni).
Non e' stata ancora accertata la sicurezza e l'efficacia di ritonavir
nei bambini al di sotto dei 12 anni. Ritonavir deve  pertanto  essere
somministrato  ai  bambini  di  eta'  inferiore  ai 12 anni solo se i
benefici potenziali superano in modo evidente i possibili rischi.
Al momento non sono disponibili dati farmacocinetici relativi all'uso
combinato nell'uomo di Norvir con farmaci antiretrovirali diversi  da
zidovudina  e  didanosina  (ddI). Sebbene l'uso clinico combinato con
zalcitabina (ddC)  e  stavudina  (d4T)  in  un  numero  relativamente
limitato  di  pazienti non sembri associabile ad effetti sfavorevoli,
la combinazione di Norvir con  altri  analoghi  dei  nucleosidi  deve
essere  oggetto di un attento monitoraggio terapeutico e di sicurezza
d'uso.
Un monitoraggio supplementare e'  raccomandato  quando  si  verifichi
diarrea.  La  frequenza  relativamente elevata di diarrea in corso di
trattamento con ritonavir  puo'  compromettere  l'assorbimento  e  la
efficacia  terapeutica  (per  la minore aderenza alla prescrizione da
parte del paziente) del ritonavir o di altre terapie concomitanti.
Dati preliminari sull'animale e sull'uomo indicano che il  ritonavir,
quando  somministrato in combinazione con il saquinavir, determina un
notevole aumento dei livelli ematici di questo farmaco. A causa della
mancanza di sufficienti dati di sicurezza clinica, il  ritonavir  non
deve essere somministrato contemporaneamente al saquinavir o ad altri
inibitori delle proteasi.
Sono   stati   riportati   casi  di  aumento  di  episodi  emorragici
comprendenti ematomi cutanei ed emartro spontanei in pazienti affetti
da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della  proteasi.  In
alcuni  pazienti  si  e'  reso  necessario  un incremento di dose del
fattore VIII. In  piu'  della  meta'  dei  casi  riportati  e'  stato
possibile   continuare   il   trattamento  con  proteasi-inibitori  o
riprenderlo nel caso sia stato interrotto. E'  stata  ipotizzata  una
relazione  causale,  sebbene  non  sia  stato  chiarito il meccanismo
d'azione. I pazienti emofilici devono pertanto essere informati circa
la possibilita' di un aumento di tali episodi emorragici.
4.5. Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione
Vedere anche CONTROINDICAZIONI (Sezione 4.3).
Ritonavir ha una elevata affinita' per molti isoenzimi del  citocromo
P450  (CYP) nel seguente ordine: CYP3A (maggiore di) CYP2D6 (maggiore
di) CYP2C9. Oltre a quelli elencati nella Sezione  CONTROINDICAZIONI,
anche  i  seguenti  farmaci  o classi di farmaci, sono (o si sospetta
siano) metabolizzati da questi stessi isoenzimi del  citocromo  P450:
immunosoppressori   (es.   ciclosporina,   tacrolimus),   antibiotici
macrolidi (es.  eritromicina),  alcuni  steroidi  (es.  desametazone,
prednisolone),    altri    inibitori    delle    proteasi   dell'HIV,
antiistaminici non  sedativi  (es.  loratidina),  calcio-antagonisti,
diversi  antidepressivi  triciclici  (es.    desipramina, imipramina,
amitriptilina, nortriptilina), altri antidepressivi (es.  fluoxetina,
paroxetina,  sertralina), neurolettici (es. aloperidolo, risperidone,
tioridazina),   antifungini   (es.    ketoconazolo,    itroconazolo),
morfinomimetici  (es.   metadone, fentanil), carbamazepina, warfarin,
tolbutamide. A causa  del  possibile  notevole  aumento  dei  livelli
sierici  di  questi  farmaci,  questi  non  dovrebbero  essere  usati
contemporaneamente al  ritonavir  senza  una  seria  valutazione  dei
potenziali  rischi  e  benefici.  Si  raccomanda  inoltre  un attento
monitoraggio degli effetti terapeutici e collaterali,  quando  questi
farmaci sono somministrati contemporaneamente al ritonavir.
Non sono disponibili dati farmacocinetici relativi all'uso temporaneo
di  morfina  e  ritonavir.  Sulla  base del metabolismo della morfina
(glucuronidazione), si dovrebbero prevedere  livelli  piu'  bassi  di
morfina.
Norvir  determina  un  aumento  della  AUC  (area sotto la curva) dei
seguenti farmaci, quando somministrati contemporaneamente:
Claritromicina:  a  causa  dell'ampia  finestra   terapeutica   della
claritromicina,  non  dovrebbe  essere  necessaria la riduzione della
dose nei pazienti con  normale  funzione  renale.  Nei  pazienti  con
insufficienza  renale,  i  seguenti  aggiustamenti  posologici devono
essere considerati: per valori di clearance della  creatinina  (CLCR)
compresi  tra  30  e 60 ml/min, la dose di claritromicina deve essere
ridotta del 50%; per valori di CLCR (minori di) 30 ml/min, la dose di
claritromicina deve essere ridotta del 75%.  Dosi  di  Claritromicina
(maggiori  di)  1  g/die  non devono essere somministrate in corso di
trattamento con Norvir.
Desipramina: riduzione delle dosi di desipramina devono  essere  con-
siderate  in pazienti che assumono questo farmaco in combinazione con
ritonavir.
Rifabutina ed  il  suo  metabolita  attivo  25-O-deacetil-rifabutina:
l'uso  concomitante di questo farmaco con il ritonavir ha determinato
un  notevole  incremento  della  AUC  della  rifabutina  e  del   suo
metabolita  attivo  25-O-deacetil-rifabutina, associato a conseguenze
cliniche. Pertanto, l'uso contemporaneo di ritonavir e rifabutina  e'
controindicato (vedere Sezione 4.3 - Controindicazioni).
Norvir   riduce   la  AUC  dei  seguenti  farmaci,  se  somministrati
contemporaneamente:
Zidovudina (AZT) e ddI: la zidovudina e la ddI hanno effetti  minimi,
se  non  nulli,  sulla farmacocinetica del ritonavir. Il Ritonavir ha
ridotto la AUC media della zidovudina di circa il 25%, in uno  studio
la  cui durata non e' stata sufficiente a raggiungere lo steady-state
per il ritonavir. Il ritonavir ha determinato una riduzione della AUC
media della ddI del 13%, quando  la  ddI  e'  stata  somministrata  a
distanza di 2.5 ore dal ritonavir. Durante la terapia di combinazione
con  il ritonavir, non dovrebbero rendersi necessarie modifiche delle
dosi  di  AZT  o  ddI.  Non   sono   ancora   disponibili   dati   di
farmacocinetica    nell'uomo,    in    combinazione    con    farmaci
antiretrovirali diversi da zidovudina e ddI (vedere anche Sezione 4.4
- Avvertenze e speciali precauzioni d'uso).
Etinil-estradiolo:   poiche'  la  somministrazione  contemporanea  di
ritonavir  con  un  contraccettivo  orale  a  combinazione  fissa  ha
determinato  una  riduzione  della AUC media di etinil-estradiolo del
41%, si consiglia di aumentare il dosaggio dei  contraccettivi  orali
contenenti  etinilestradiolo  oppure di utilizzare metodi alternativi
di contraccezione.
Teofillina:  una  dose  piu'  elevata  di  teofillina   puo'   essere
richiesta,  considerando  che l'uso contemporaneo con il ritonavir ha
causato una riduzione di circa il 45% della AUC della teofillina.
Sulfametossazolo-trimetoprim    in     combinazione     fissa:     la
somministrazione      contemporanea      di      Norvir      e     di
sulfametossazolo/trimetoprim ha causato una diminuzione del 20% della
AUC del  sulfametossazolo  ed  un  aumento  del  20%  della  AUC  del
trimetoprim.   Durante   la  terapia  concomitante  con  Norvir,  non
dovrebbbero   rendersi   necessarie   modifiche   del   dosaggio   di
sulfametossazolo/trimetoprim.
Poiche'  il ritonavir e' fortemente legato alle proteine plasmatiche,
si deve tenere conto della possibilita'  dell'aumento  degli  effetti
terapeutici  e  tossici  dovuti allo spostamento del legame proteico,
causa l'uso concomitante di altri farmaci.
4.6. Uso durante la gravidanza e l'allattamento
Non sono state osservate malformazioni derivanti dal trattamento  con
ritonavir ne' nei ratti ne' nei conigli. Nei ratti e' stata osservata
tossicita'  nello sviluppo embrionale (letalita' embrionaria, ridotto
peso corporeo fetale, ritardo  della  ossificazione  e  modificazioni
dello sviluppo viscerale, compresa una ritardata discesa testicolare)
verificatasi  in  genere  solo  a  dosaggi  tossici  per la madre. La
tossicita' nello sviluppo nei conigli (riassorbimento degli embrioni,
riduzione del numero e del peso dei feti) si e' verificata a  dosaggi
tossici  per  la  madre.   Nono sono disponibili studi nelle donne in
stato di  gravidanza.    Questo  farmaco  deve  essere  somministrato
durante  la gravidanza solo se i benefici potenziali superano in modo
evidente i possibili rischi.
Non e' noto se il ritonavir sia escreto nel latte umano. Negli  studi
sugli animali non e' stata valutata la escrezione nel latte; tuttavia
uno  studio  condotto  sul  ratto  ha dimostrato alcuni effetti sullo
sviluppo  della  prole,  durante  l'allattamento,   compatibili   con
l'escrezione  del  ritonavir nel latte. Le donne con infezione da HIV
non devono in nessun caso allattare al seno  i  propri  neonati,  per
evitare la trasmissione dell'HIV.
4.7. Effetti sulla capacita' di guida o sull'uso di macchine
Non  e'  stata  specificamente  testata  la  capacita'  di  NORVIR di
interferire con la capacita' di guidare un'auto o di usare macchinari
pesanti. Poiche' sonnolenza e vertigine sono effetti collaterali noti
di questo farmaco, cio' andrebbe considerato in caso di necessita' di
guidare un'auto o di usare macchinari.
4.8 Effetti collaterali
Negli studi clinici (Fase II/III), in (maggiore o uguale  il)  2%  di
1033 pazienti sono stati riportati i seguenti effetti collaterali, la
cui correlazione al ritonavir e' possibile, probabile o non nota:
Apparato  gastrointestinale:  Nausea (47,5%), diarrea (44,9%), vomito
(23,6%), dolore addominale (11,6%), alterazione  del  gusto  (11,4%);
frequentemente   dispepsia,   anoressia,  infiammazione  della  gola:
occasionalmente  flatulenza,  secchezza  delle  fauci,   eruttazione,
ulcerazione del cavo orale.
Sistema  nervoso: Parestesia periorale (26,6%), parestesia periferica
(15,4%);   frequentemente   vertigine,    parestesia,    iperestesia,
sonnolenza; occasionalmente insonnia, ansia.
Cute:   Frequentemente  eruzione  cutanea;  occasionalmente  prurito,
sudorazione.
Apparato  respiratorio:  Occasionalmente  faringite;  aumento   della
tosse.
Apparato cardiovascolare: Frequentemente vasodilatazione.
Altro:  Astenia  (22,3%),  cefalea  (15,5%);  occasionalmente febbre,
dolore, iperlipemia, mialgia, perdita di peso, diminuzione dei valori
di tiroxina (T4) libera e totale.
Nausea, diarrea, vomito, astenia, alterazione del  gusto,  parestesia
periorale  e  periferica,  vasodilatazione,  sono  stati  gli effetti
collaterali  osservati  piu'  di   frequente   e   sono   considerati
chiaramente correlati al ritonavir.
Parametri di laboratorio:
Innalzamento   valori   gamma-glutamil  transpeptidasi  (GGT)  (12%);
frequentemente, innalzamento creatinfosfokinasi (CPK), elevazione dei
trigliceridi,  della  alanin-transaminasi  (SGPT);   occasionalmente,
elevazione  della  aspartico-transaminasi  (SGOT),  elevazione  della
amilasi,  elevazione  dell'acido  urico,  riduzione   del   potassio,
elevazione  della  glicemia,  riduzione del calcio totale, elevazione
del magnesio, elevazione della bilirubina totale  e  della  fosfatasi
alcalina.
Ipertrigliceridemia,  ipercolesterolemia  e  iperuricemia  sono state
chiaramente correlate alla terapia con ritonavir.
Ematologia:
Conta leucocitaria bassa  (16%);  occasionalmente  emoglobina  bassa,
granulociti  neutrofili  bassi,  granulociti  eosinofili  alti, conta
leucocitaria alta, granulociti neutrofili alti,  aumentato  tempo  di
protrombina.
4.9. Sovradosaggio
L'esperienza   di  sovradosaggio  acuto  di  ritonavir  nell'uomo  e'
limitata. Un paziente arruolato in  una  sperimentazione  clinica  ha
assunto  1500  mg  di  ritonavir/die  per  due giorni ed ha riportato
parestesia, scomparsa dopo la diminuzione della dose.
I  segni  di  tossicita'  osservati  negli  animali  (topi  o  ratti)
comprendono ridotta attivita', atassia, dispnea e tremori.
Non  esiste  un antitodo specifico per sovradosaggio da ritonavir. Il
trattamento dovrebbe consistere in misure generali di  supporto,  tra
le quali il monitoraggio delle funzioni vitali e l'osservazione dello
stato   clinico  del  paziente.  A  causa  delle  caratteristiche  di
solubilita'  e  della   possibilita'   di   eliminazione   attraverso
l'intestino,  si  propone  di  trattare  i  casi di sovradosaggio con
lavanda gastrica e con somministrazione di carbone  vegetale  attivo.
Poiche'  ritonavir  e'  ampiamente  metabolizzato  dal  fegato  ed e'
fortemente legato alle proteine plasmatiche, e'  improbabile  che  la
dialisi  apporti  benefici  al fine di una significativa eliminazione
del farmaco.
5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
5.1. Proprieta' farmacodinamiche
Gruppo farmaco-terapeutico: antivirale per uso sistemico. Codice ATC:
JO5 A X
Ritonavir  e'  un  inibitore  peptidomimetico delle aspartil proteasi
dell'HIV-1 e HIV-2, attivo per via orale. L'inibizione delle proteasi
dell'HIV  rende  l'enzima  incapace  di  trasformare  il   precursore
poliproteico gag-pol, con conseguente produzione di particelle HIV di
morfologia  immatura,  incapaci di iniziare nuovi cicli di infezione.
Ritonavir ha un'affinita' selettiva per la proteasi  dell'HIV  ed  ha
una  bassa  attivita'  inibente nei confronti delle aspartil proteasi
dell'uomo.
I dati in vitro indicano che il ritonavir e' attivo  contro  tutti  i
ceppi  di  HIV  testati  in  una  varieta'  di  linee cellulari umane
trasformate e primarie. La concentrazione di farmaco che inibisce  il
50% e il 90% della replicazione virale in vitro e' rispettivamente di
circa  0,02  (micro)M  e  0,11  (micro)M.  Potenza  simile  e'  stata
riscontrata sia con i ceppi di HIV sensibili all'AZT che  con  quelli
resistenti  all'AZT.  Gli  studi  che  hanno  misurato  la tossicita'
cellulare diretta di ritonavir su varie  linee  cellulari  non  hanno
evidenziato  alcuna  tossicita'  diretta  a  concentrazioni fino a 25
(micro)M, con conseguente indice terapeutico in vitro di almeno 1000.
Resistenza
Sono stati selezionati ceppi dell'HIV-1 resistenti  al  ritonavir  in
vitro.  I  ceppi  resistenti  hanno  mostrato ridotta sensibilita' al
ritonavir e l'analisi genotipica ha dimostrato che la resistenza  era
da  attribuire  primariamente a sostituzioni specifiche di aminoacidi
nella proteasi dell'HIV-1, a livello dei codoni 82 e 84.
Durante  gli  studi  clinici  controllati  e'  stata  monitorata   la
suscettibilita'  al  ritonavir dei ceppi isolati dai pazienti. Alcuni
pazienti trattati con ritonavir in monoterapia hanno sviluppato ceppi
di HIV con una diminuita sensibilita' al farmaco.  L'analisi  seriale
genotipica  e fenotipica ha indicato che la sensibilita' al ritonavir
diminuisce in modo ordinato e scalare. Le variazioni iniziali si sono
verificate in posizione 82,  dalla  valina  originale  in  genere  ad
alanina o a fenilalanina (V82A/F). Ceppi virali isolati in vivo senza
un  cambiamento  in  corrispondenza  del  codone  82  non  hanno  una
diminuita sensibilita' al ritonavir.
Resistenza crociata con altri antiretrovirali
Su  ceppi  di  HIV  ottenuti  serialmente  da  sei  pazienti  durante
trattamento  con  ritonavir,  e' stata osservata in vitro una ridotta
sensibilita' al ritonavir, non  accompagnata  pero'  da  una  analoga
riduzione  nella  sensibilita' al saquinavir, in confronto a ceppi di
riferimento basali. Tuttavia, i ceppi provenienti da  due  di  questi
pazienti  hanno  dimostrato  una ridotta sensibilita' ad indinavir in
vitro  (di  8  volte).  Una  resistenza  crociata  tra  ritonavir  ed
inibitori  della  trascrittasi  inversa  e'  improbabile, a causa dei
diversi bersagli enzimatici coinvolti. Un ceppo di HIV resistente  ad
AZT,  testato  in  vitro,  ha  mantenuto una completa sensibilita' al
ritonavir.
Dati clinici farmacodinamici
Gli  effetti  del  ritonavir  (somministrato  in  monoterapia  o   in
associazione con altri farmaci antiretrovirali) sui markers biologici
di  patologia,  quali la conta dei CD4 e la carica virale, sono stati
valutati in vari studi condotti su pazienti con infezione  da  HIV-1.
Gli studi piu' importanti sono elencati di seguito.
In  uno  studio  clinico controllato, ove la terapia con ritonavir e'
stata aggiunta alla terapia antiretrovirale di base in  pazienti  con
infezione  da  HIV-1,  ampiamente trattati in precedenza con analoghi
nucleosidici e con conta di CD4  basale  (minore  o  uguale  di)  100
cellule/(micro)l,  e' stata dimostrata una riduzione della mortalita'
e della incidenza di eventi clinici che determinano l'AIDS.  Dopo  16
settimane  di  terapia, la variazione media di RNA virale rispetto ai
valori medi di base e' stata di  -0.79  log10  (diminuzione  massima:
1.29  log10)  nel gruppo trattato con ritonavir, in confronto a -0.01
log10  nel  gruppo  di  controllo.  Gli  analoghi  nucleosidici  piu'
frequentemente  utilizzati  in  questo  studio sono stati zidovudina,
stavudina, didanosina e zalcitabina.
In uno studio clinico che ha  reclutato  pazienti  con  infezione  da
HIV-1  in  stadio meno avanzato (valori di CD4 compresi tra 200 e 500
cellule/(micro)l), e che  non  avevano  ricevuto  precedente  terapia
antiretrovirale,   il   ritonavir  utilizzato  in  monoterapia  o  in
associazione con zidovudina ha ridotto la carica virale plasmatica ed
ha determinato un aumento  della  conta  dei  CD4.  Gli  effetti  del
ritonavir  utilizzato in monoterapia sono apparsi inaspettatamente di
ampiezza sovrapponibile a quelli della terapia  in  combinazione,  un
risultato che non e' stato sufficientemente spiegato.
La variazione media di RNA virale rispetto ai valori medi di base, in
16  settimane  di  trattamento,  e'  stata  di -1.03 log10 nel gruppo
trattato con  ritonavir,  in  confronto  a  -0.80  log10  nel  gruppo
trattato  con  ritonavir+zidovudina e -0.42 log10 nel gruppo trattato
con sola zidovudina.
I dati relativi alla valutazione degli end-points clinici  in  questo
studio non sono ancora disponibili.
A  causa  del possibile rischio di insorgenza di resistenza virale si
sconsiglia l'uso del ritonavir in monoterapia.
In uno studio clinico condotto in aperto su 32 pazienti con infezione
da  HIV-1,  mai  precedentemente  trattati  con  antiretrovirali,  la
combinazione di ritonavir con zidovudina e zalcitabina ha determinato
una  riduzione della carica virale (diminuzione media a 20 settimane:
-1.76 log10).
Sono in corso studi clinici per valutare le combinazioni terapeutiche
ottimali, nonche'  la  efficacia  e  sicurezza  a  lungo  termine  di
ritonavir.
5.2. Proprieta' farmacocinetiche
Poiche'  non esiste una formulazione parenterale di ritonavir, non e'
stato   possibile   determinare   i   valori   di   assorbimento    e
biodisponibilita'  assoluta.  Le  caratteristiche farmacocinetiche di
dosi multiple di ritonavir sono state studiate  in  volontari  adulti
HIV-positivi   non   a   digiuno.   Dopo  somministrazioni  multiple,
l'accumulo di ritonavir e' leggermente inferiore  rispetto  a  quanto
prevedibile  dagli studi in dose singola, a causa di un aumento della
clearance apparente tempo- e dose-dipendente (C1/F).
E' stata osservata una diminuzione delle  concentrazioni  minime  del
ritonavir   nel   tempo,  probabilmente  a  causa  di  una  induzione
enzimatica, che si sono pero' stabilizzate alla  fine  della  seconda
settimana.  In  steady  state,  con  una  dose di 600 mg due volte al
giorno,  i  valori  di  concentrazione   al   picco   (Cmax)   e   di
concentrazione  minima  (Ctrough)  sono stati rispettivamente di 11.2
(piu' o meno) 3.6 e di 3.7 (piu' o meno) 2.6 (micro)g/ml (media (piu'
o meno) DS). L'emivita (t1/2) del ritonavir e'  stata  di  circa  3-5
ore. La clearance apparente in steady state nei pazienti trattati con
600 mg due volte al giorno e' stata in media di 8.8 (piu' o meno) 3.2
L/h.  La  clearance  renale e' stata in media minore di 0.1 L/h ed e'
risultata  relativamente  costante  in  tutto  il  range  di  dosaggi
studiato.  Il  tempo  di  concentrazione  massima  (Tmax)  e' rimasto
costante a valori di circa 4 ore al crescere della dose.
La farmacocinetica di ritonavir e' dose dipendente: con l'aumento del
dosaggio sono stati riportati aumenti piu' che proporzionali nell'AUC
e nella Cmax. L'assunzione di ritonavir con  il  cibo  determina  una
maggiore  esposizione  al  ritonavir  rispetto  alla  ingestione  del
farmaco a digiuno.
Non sono state evidenziate differenze clinicamente  significative  di
AUC  o  Cmax  tra  uomini  e  donne.  I  parametri farmacocinetici di
ritonavir non sono risultati  associati  in  maniera  statisticamente
significativa con il peso corporeo o con la massa corporea magra.
Il  volume di distribuzione apparente (VB/F) di ritonavir e' circa di
20-40 L dopo una dose singola di 600 mg. E' stato rilevato un  legame
proteico di ritonavir nel plasma umano di circa il 98.99%.  Ritonavir
si  lega  sia  alla  glicoproteina  acida  alfa  -  1 umana (AAG) che
all'albumina sierica umana (HSA) con affinita'  sovrapponibili.    Il
legame   con  le  proteine  plasmatiche  e'  costante  nel  range  di
concentrazioni da 0.1 a 100 mg/ml.
Gli studi di distribuzione tissutale con ritonavir  marcato  C14  nei
ratti  hanno  dimostrato  che  il  fegato, la ghiandola surrenale, il
pancreas, i reni e la tiroide trattengono le maggiori  concentrazioni
di  farmaco.  Il  rapporto  tessuto/plasma  di  circa 1, misurato nei
linfonodi del ratto, suggerisce che il ritonavir si distribuisce  nei
tessuti  linfatici.  Il  ritonavir  penetra nel cervello in quantita'
minima.
E' stato osservato che il ritonavir e' ampiamente  metabolizzato  dal
sistema  del  citocromo  P450  epatico, in particolare dall'isoenzima
CYP3A4 ed in misura inferiore dall'isoenzima CYP2D6. Gli studi  sugli
animali  e gli esperimenti in vitro con microsomi epatici umani hanno
indicato che il ritonavir  subisce  in  primo  luogo  un  metabolismo
ossidativo.  Nell'uomo  sono stati evidenziati quattro metaboliti del
ritonavir. Il metabolita dell'ossidazione dell'isopropiltiazolo (M-2)
e' il principale, e ha un'attivita' antivirale simile  a  quella  del
farmaco  progenitore. Tuttavia, l'AUC del metabolita M-2 e' risultata
di circa il 3% dell'AUC del farmaco progenitore.
Gli studi sull'uomo con ritonavir radiomarcato hanno  dimostrato  che
l'eliminazione  di  ritonavir  avviene  primariamente  per  mezzo del
sistema epatobiliare; circa l'86% del radiomarcato e' stato rinvenuto
nelle feci, e parte di questo prodotto  recuperato  e'  probabilmente
ritonavir  non  assorbito.  In  questi  studi,  la  via renale non e'
risultata essere una via importante per l'eliminazione di  ritonavir.
Tali  osservazioni  hanno  confermato  quelle  effettuate negli studi
sugli animali.
5.3. Dati preclinici sulla sicurezza
Gli  studi  di  tossicita'  con  dosi  ripetute  su   animali   hanno
identificato  come  principali organi bersaglio il fegato, la retina,
la ghiandola tiroidea ed il rene. Le alterazioni epatiche  riguardano
gli  elementi epatocellulari, biliari e fagocitici e sono state asso-
ciate ad aumento degli enzimi epatici. Iperplasia  dell'epitelio  del
pigmento   retinico   (RPE)   e  degenerazione  retinica  sono  state
evidenziate in tutti gli studi su roditori condotti con ritonavir, ma
non  sono  state  riscontrate  nei  cani.  Evidenze  ultrastrutturali
suggeriscono   che   queste   alterazioni  retiniche  possono  essere
secondarie e fosfolipidosi. Tuttavia  gli  studi  clinici  non  hanno
evidenziato  modificazioni  oculari  indotte  dal  farmaco nell'uomo.
Tutte  le  alterazioni  tiroidee  sono  risultate  reversibili   dopo
interruzione  del  trattamento. Le sperimentazioni cliniche nell'uomo
non hanno rivelato alterazioni clinicamente significative nei test di
funzionalita' della  tiroide.    Modificazioni  renali,  comprendenti
degenerazione  tubulare,  infiammazione  cronica  e proteinuria, sono
state evidenziate nei ratti. Si pensa che esse siano  attribuibili  a
malattie spontanee specie-specifiche.
Inoltre,   non  sono  state  rilevate  anomalie  renali  clinicamente
significative nel corso di sperimentazioni cliniche.
Studi di carcinogenicita' a lungo termine in modelli animali non sono
stati completati. Tuttavia, non e' stata dimostrata  mutagenicita'  o
clastogenicita' dovuta al ritonavir in una serie di tests in vitro ed
in vivo, che includono il test di mutazione batterica inversa di Ames
su S. typhimarium ed E. coli, il test del linfoma murino, il test del
micronucleo ed i tests di aberrazione cromosomica in linfociti umani.
6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1. Elenco degli eccipienti
Norvir  capsole  gelatinose  contiene: gliceridi poliglicolici saturi
etanolo,  olio  di   ricino   poliossetilene   35,   propilenglicole,
trigliceridi  a media catena, polisorbato 80, acido citrico anidro. I
componenti  dell'involucro  sono:  gelatina  e  polisorbato   80.   I
componenti della stampa sono: shellac, blue 2 e titanio diossido.
6.2. Incompatibilita'
Non sono note incompatibilita'.
6.3. Durata validita'
12 mesi nelle condizioni di conservazione raccomandate.
6.4. Speciali precauzioni per la conservazione
Norvir  capsule  deve  essere sempre conservato in frigorifero, a una
temperatura compresa tra 2 - 8 C (gradi centigradi).
Evitare l'esposizione al calore eccessivo ed il congelamento.
6.5. Natura e capacita' del contenitore
Norvir capsule e' fornito in flaconi color ambra  in  polietilene  ad
alta  densita'  (HDPE), contenenti 84 capsule ognuno. Ogni confezione
contiene 4 flaconi da 84 capsule (336 capsule).
7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
Abbott Laboratories Limited-Queenborough-Kent ME11 5EL-Regno Unito
8. NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE
9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DI AUTORIZZAZIONE
10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO