(Allegato Tecnico)
                          ALLEGATO TECNICO 
a) BANCO PROVA FRENI 
1 - BANCO PROVA FRENI A RULLI 
1.1 DEFINIZIONE 
Le caratteristiche dell'apparecchiatura devono almeno  permettere  di
misurare le grandezze fondamentali dal punto 1.1.1 al punto  1.1.5  e
di valutare le grandezze strumentali alle  misure  fondamentali,  dal
punto 1.1.6 al punto 1.1.8, cosi' come di seguito definite: 
1.1.1 - Forza massima di frenatura 
1.1.2 - Dissimetria di frenatura 
1.1.3 - Efficienza di frenatura 
1.1.4 - Misura sforzo pedale 
1.1.5 - Slittamento 
1.1.6 - Irregolarita' della forza di frenatura 
1.1.7 - Forza parassita di frenatura 
1.1.8 - Aderenza utilizzata 
1.1.1 - FORZA MASSIMA DI FRENATURA 
Forza di frenatura per la quale una delle due ruote dell'asse  arriva
alla soglia di slittamento predeterminata espressa in N o KN. 
1.1.2 - DISSIMETRIA DI FRENATURA 
Rapporto tra il  valore  massimo  della  differenza  delle  forze  di
frenatura fra le ruote di destra e di sinistra di uno stesso  asse  e
il valore della forza di frenatura massima al momento del bloccaggio,
espresso in percento (%) 
1.1.3 - EFFICIENZA FRENANTE 
Rapporto fra la sommatoria delle forze frenanti  di  tutte  le  ruote
alla soglia di slittamento ed il peso a vuoto del veicolo espresso in
percento (%). 
1.1.4 - MISURA DELLO SFORZO AL PEDALE 
Misura dello sforzo al pedale quando si raggiunge la forza massima di
frenatura in fase di frenatura, (non superiore a 500 N per i  veicoli
della categoria internazionale M1). 
1.1.5 - SLITTAMENTO 
Differenza fra la velocita' periferica della ruota e quella dei rulli
rapportata alla velocita' periferica dei rulli. 
1.1.6 - IRREGOLARITA' DELLA FORZA DI FRENATURA (OVALIZZAZIONE) 
Rapporto fra la variazione della  forza  di  frenatura  della  stessa
ruota con uno sforzo al  pedale  del  freno  costante,  e  lo  sforzo
massimo al bloccaggio, espresso in percento (%) 
1.1.7 - FORZA PARASSITA DI FRENATURA o RESISTENZA AL ROTOLAMENTO. 
Forza frenante misurata quando il pedale del freno non e'  sottoposto
ad alcuna azione, espressa in N. 
1.1.8 - ADERENZA UTILIZZATA DA UN ASSE O DA UNA RUOTA 
Rapporto fra le forze frenanti delle ruote dell'asse, o  della  forza
frenante della singola ruota e  la  reazione  verticale  di  appoggio
delle ruote dell'asse considerato, o della ruota considerata. 
1.2 CARATTERISTICHE MECCANICHE 
1.2.1 - Carico ammissibile per asse >=25.000 N 
1.2.2 - Diametro rulli >=150 mm 
        Carreggiata minima di almeno 800 mm e massima non inferiore a
        2200 mm. 
        Lunghezza rulli >= 600 mm 
1.2.3 - Coefficiente di aderenza rulli >=0.6 anche in condizioni di 
rulli bagnati 
1.2.4 - Velocita' periferica dei rulli al massimo sforzo frenante >=5 
km/h 
1.2.5 - Ripetibilita' della prova: lo  scarto  quadratico  medio  dei
valori letti su 10 prove consecutive in identiche condizioni non deve
superare il 2%. 
1.3 - CARATTERISTICHE METROLOGICHE 
1.3.1 - Fondo scala di misura >= 6000 N 
1.3.2 - SOGLIA DI SLITTAMENTO 
La soglia di slittamento che  determina  l'arresto  automatico  della
rotazione deve essere tarabile per costruzione tra 16 e 30%. 
1.3.3 - PRECISIONE DI MISURA 
      Il limite di errore globale a (20+-5) gradi C deve essere 
all'interno della zona tratteggiata (vedi Fig. 1). 
1.3.4 - Deriva in temperatura +- 0.25% del valore indicato nel  punto
1.3.3 per un campo di utilizzazione 0+40 gradi C›. 
1.3.5  -  Risoluzione  minima  ai  fini  dei  calcoli  >=  25  N  con
visualizzazione minima del 2% del fondo scala per strumenti analogici
e del 1% per strumenti digitali. 
1.3.6 - Taratura dello zero: automatica 
1.3.7 - L'apparecchiatura deve essere  provvista  di  un  sistema  di
taratura che permetta di controllare almeno tre punti  del  campo  di
misura (1000,3000,5000 N). 
1.3.8 - La misurazione delle forze  frenanti,  della  dissimetria  di
frenatura fra le ruote di un asse, dell'efficienza frenante, o  della
decelerazione  deve  essere  analogica   o   digitale   con   sistema
elettronico. 
1.3.9 - Dissimetria di frenatura con indicatore analogico o digitale: 
risoluzione >= 1% 
Possibilita' di tarare una soglia di allarme sui  valori  massimi  di
squilibrio dal 20 al 30% per il freno di servizio e  di  soccorso,  e
fino al 50% per il freno di stazionamento. 
1.3.10 - Efficienza frenante con indicatore analogico o digitale: 
risoluzione >= 1% 
L'inserimento del peso del veicolo potra' essere  effettuato  tramite
tastiera o tramite  misurazione  automatica.  Tale  misurazione  deve
essere effettuata con veicolo perfettamente in piano. 
Possibilita' di  tarare  una  soglia  di  allarme  per  efficenza  di
frenatura minore del 50% per il freno di servizio, del 25% del  freno
di soccorso e del 15% per il freno di stazionamento. 
La configurazione minima deve essere almeno tale da poter misurare il
peso totale del veicolo con fondo scala di 40.000 N., precisione +-2%
a (20 +-5) gradi C›, ovvero di poter misurare: 
- il peso di ogni singola ruota  con  fondo  scala  di  10.000  N.  e
precisione +-2% a (20 +-5) gradi C›; 
- il peso di un asse con fondo scala di 20.000 N. e precisione +-  2%
a (20 +-5) gradi C›. 
1.3.11 - L'apparecchiatura deve poter memorizzare e stampare almeno i
seguenti parametri: 
- Massima forza frenante ruota destra e sinistra dello stesso asse; 
- Dissimetria di frenatura tra ruota destra e sinistra  dello  stesso
asse; 
- Efficienza frenante per la frenatura di servizio, di  soccorso,  di
stazionamento. 
1.3.12 - Misuratore di sforzo al pedale 
- fondo scala di misura >= 800 N.; 
 - precisione di misura: errore globale a (20 +- 5) gradi C pari al 
1% del fondo scala sino a 400 N e del 2% del fondo scala sino  a  800
N; 
-  rilievo  del  dato  anche  a  distanza  con   trasmissione   senza
connessioni fisiche; 
- risoluzione minore di 20 N. 
1.3.13 - Quattro ruote motrici 
L'apparecchiatura deve avere la  possibilita'  di  provare  anche  le
quattro ruote motrici sempre in presa. 
   Deve essere possibile  in  modo  univoco  la  identificazione  del
sistema di funzionamento (normale o 4WD). Il passaggio da un  sistema
di funzionamento ad un altro deve essere adeguatamente segnalato. 
Nel funzionamento a  quattro  ruote  motrici  l'apparecchiatura  deve
essere in  grado  di  contenere  le  sollecitazioni  derivanti  dalle
diverse  velocita'  angolari  delle  ruote   al   fine   di   evitare
danneggiamenti del sistema di trasmissione. 
A tal  proposito  sara'  necessario  mantenere  la  variazione  della
velocita' di rotazione dei rulli a valori  non  superiori  al  10%  e
segnalare con eventuali sistemi d'allarme il verificarsi dell'evento. 
La misura dello sforzo frenante deve essere  effettuata  sulla  ruota
che si muove nel normale senso di marcia (in avanti). 
1.4 - SICUREZZE 
1.4.1 - L'avviamento dei rulli deve avvenire solo con la presenza  di
entrambe le ruote sui rulli. 
1.4.2 - L'arresto dei rulli deve essere automatico tramite soglia  di
slittamento  prefissata.  In  parallelo  deve  essere   adottato   un
dispositivo di arresto manuale. 
1.4.3 - L'apparecchiatura elettrica  deve  corrispondere  alle  norme
CEI. 
2 - BANCO PROVA FRENI A PIASTRE 
2.1 - DEFINIZIONI 
Le  caratteristiche  delle  apparecchiature  debbono  permettere   di
misurare le grandezze fondamentali da 2.1.1. a 2.1.5 e di valutare le
grandezze strumentali alle misure  fondamentali  da  2.1.6.  a  2.1.9
cosi' come di seguito definite: 
2.1.1 - Forza massima di frenatura 
2.1.2 - Dissimetria di frenatura 
2.1.3 - Efficienza di frenatura 
2.1.4 - Forza di frenatura per ogni ruota 
2.1.5 - Misura dello sforzo al pedale 
2.1.6 - Carico statico e dinamico su ogni ruota 
2.1.7 - Efficienza di frenatura per ogni ruota 
2.1.8 - Andamento del carico a terra di ogni ruota 
2.1.9 - Aderenza utilizzata 
2.1.1 - FORZA MASSIMA DI FRENATURA 
Forza di frenatura per la quale una delle ruote  dell'asse  raggiunge
la soglia di slittamento espresso in N. o multipli. 
2.1.2 - DISSIMETRIA DI FRENATURA 
Rapporto tra il  valore  massimo  della  differenza  delle  forze  di
frenatura fra le ruote di destra e di sinistra di uno stesso  asse  e
il  valore  della  forza  di  frenatura  massima  al  momento   dello
slittamento, espresso in percento (%) 
2.1.3 - EFFICIENZA DI FRENATURA 
Rapporto fra la sommatoria delle forze frenanti delle  quattro  ruote
alla soglia di  slittamento  e  il  peso  del  veicolo,  espresso  in
percento (%) 
2.1.4 - FORZA DI FRENATURA PER OGNI RUOTA 
Valore della forza di frenatura relativa a ciascuna ruota. 
2.1.5 - MISURA DELLO SFORZO AL PEDALE 
Misura dello sforzo al pedale quando si raggiunge la forza massima di
frenatura in fase di frenatura, non superiore a  500  N  per  veicoli
della categoria internazionale M1. 
2.1.6 - CARICO STATICO E DINAMICO SU OGNI RUOTA 
Valore del carico statico  e  dinamico  relativo  a  ciascuna  ruota,
misurato con sistemi di pesatura differenziati. 
2.1.7 - EFFICIENZA DI FRENATURA PER OGNI RUOTA 
Rapporto fra la forza massima di frenatura della ruota ed  il  carico
dinamico agente su di essa nello stesso istante. 
2.1.8 - ANDAMENTO DEL CARICO A TERRA DI OGNI RUOTA 
Misura della variazione del carico gravante su ciascuna ruota durante
l'arco della frenatura. 
2.1.9 - ADERENZA UTILIZZATA DA UN ASSE O DA UNA RUOTA 
Rapporto fra le forze frenanti delle ruote dell'asse, o  della  forza
frenante della singola ruota e  la  reazione  verticale  di  appoggio
delle ruote dell'asse considerato, o della ruota considerata. 
2.2 - CARATTERISTICHE MECCANICHE E DIMENSIONALI 
2.2.1 - Carico ammissibile per piastra >= 12500 N 
2.2.2 - Piastre. n. 4 
        - lunghezza piastra >= 2 m 
        - larghezza piastra >= 0.8 m 
        - distanza fra i bordi interni piastra >= 0.80 m 
2.2.3 - Coefficiente di aderenza piastre >= 0.6 anche  in  condizioni
di bagnato. 
2.2.4 - Velocita' di misura a inizio frenatura >= 10 km/h 
2.2.5 - Carico massimo per pesatura statica di ogni singola ruota >= 
10000 N 
2.2.6 - Ripetibilita' della prova: lo scarico  quadratico  medio  dei
valori letti su 10 prove consecutive nelle identiche condizioni non 
deve superare il 2% 
2.3 - CARATTERISTICHE METROLOGICHE 
2.3.1 - Fondo scala di misura degli  sforzi  tangenziali  su  singola
piastra >= 6000 N. 
2.3.2 - Fondo scala di misura sforzi verticali su singola piastra  >=
10000 N. 
2.3.3 - Fondo scala di misura carico statico su  singola  piastra  >=
10.000 N. 
2.3.4 - Precisione di misura 
      Il limite di errore globale a (20+-5) gradi C deve essere 
all'interno della zona tratteggiata (vedi Fig. 1) 
2.3.5 - Deriva di temperatura +-0.25%  del  valore  indicato  per  un
campo di utilizzazione da 0 gradi C a 40 gradi C›. 
2.3.6 - Risoluzione minima >= 25 N 
2.3.7 - Taratura dello zero automatica 
2.3.8 - Presenza di sistema di taratura che permetta  di  controllare
almeno tre punti del campo di misura (1.000, 3.000, 5.000 N) 
2.3.9  -  Misurazione  della  forza  frenante,   della   dissimetria,
dell'efficienza frenante sia analogica che digitale con sistema 
elettronico: risoluzione >= 1% 
2.3.10 - Possibilita' di tarare una  soglia  di  allarme  sui  valori
massimi di squilibrio dal 20 al 30% per il freno  di  servizio  e  di
soccorso, e fino al 50% per il freno di stazionamento. 
2.3.10.1 - Efficienza frenante con - indicatore analogico o digitale: 
risoluzione >= 1% 
L'inserimento del peso del veicolo potra' essere  effettuato  tramite
tastiera o tramite  misurazione  automatica.  Tale  misurazione  deve
essere effettuata con veicolo perfettamente in piano. 
Possibilita' di tarare  una  soglia  di  allarme  per  efficienza  di
frenatura minore del 50% per il freno di servizio, del 25% del  freno
di soccorso e del 15% per il freno di stazionamento. 
La configurazione minima deve essere almeno tale da poter misurare il
peso totale del veicolo con fondo scala di 40.000 N., precisione +-2%
a (20 +-5) gradi C›, ovvero di poter misurare: 
- il peso di ogni singola ruota  con  fondo  scala  di  10.000  N.  e
precisione +-2% a (20 +-5) gradi C›. 
- il peso di un asse con fondo scala non  inferiore  a  25.000  N.  e
precisione +- 2% a (20 +-5) gradi C›; 
2.3.11 - L'apparecchiatura deve poter memorizzare e stampare almeno i
seguenti parametri: 
- Massima forza frenante ruota destra e sinistra dello stesso asse 
- Dissimetria di frenatura ruota destra e sinistra dello stesso asse 
- Efficienza frenante per il freno di  servizio,  di  soccorso  e  di
stazionamento. 
2.3.12 - Misuratore di sforzo al pedale 
- fondo scala di misura >= 800 N 
 - precisione di misura: errore globale a (20+-5) gradi C pari al 1% 
del fondo scala sino a 400 N e del 2% del fondo scala sino a 800 N 
- rilievo del dato anche a distanza con trasmissione senza 
connessioni fisiche 
- risoluzione minore di 20 N 
2.4 - SICUREZZA 
2.4.1 - L'apparecchiatura elettrica deve rispondere alle norme CEI 
b) OPACIMETRO 
1 - PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO. 
Il principio di funzionamento su cui si basa  un  opacimetro  per  la
misura dell'assorbimento ottico del fumo, consiste  nell'attenuazione
dell'intensita'   di   un   fascio   luminoso   collimato,    causato
dall'assorbimento   della   concentrazione   gassosa   del   fumo   e
dall'effetto di irraggiamento. 
Una sorgente luminosa e una lente focalizzante  producono  un  fascio
luminoso collimato che attraversa il centro della  colonna  di  fumo,
dove parte della luce e' assorbita o irradiata  dalla  concentrazione
fumosa, riducendo percio'  l'intensita'  luminosa  che  raggiunge  il
ricevitore formato da una lente focalizzante e da una  fotocellula  o
fotodiodo a seconda della natura della sorgente luminosa. 
Dalla misura dell'intensita' luminosa assorbita dalla colonna di fumo
si risale al calcolo della sua opacita'. 
Fra  le  varie  tecniche  e  le  differenti  strumentazioni  per   la
determinazione del coefficiente di assorbimento,  le  presenti  norme
prendono in considerazione soltanto i mezzi e le  tecniche  (afflusso
totale o parziale) relative all'analisi  del  campione  estratto  dal
tubo di scarico di un veicolo a motore. 
Il gas da misurare deve trovarsi in un contenitore la cui  superficie
interna non sia riflettente. 
2 DESCRIZIONE DELLO STRUMENTO 
Lo strumento deve essere realizzato in modo  tale  da  permettere  il
prelievo e la successiva misurazione del coefficiente di assorbimento
luminoso del gas  di  scarico  emesso  da  un  veicolo  a  motore  ad
accensione spontanea in accelerazione libera. 
I componenti principali dello strumento devono essere i seguenti: 
- sonda di prelievo; 
- tubo flessibile di raccordo fra la sonda e l'apparato di misura; 
- camera di fumo; 
- sorgente luminosa; 
- ricevitore di luce; 
- indicatore di misura; 
- dispositivo elettrico/elettronico per la visualizzazione del valore
letto; 
2.1 SONDA DI PRELIEVO 
La sonda di prelievo consiste in un tubo avente un'estremita'  aperta
che viene inserita nel tubo di scarico del  veicolo  e  mantenuta  in
posizione da un dispositivo di fermo. 
La superficie trasversale della sonda dovra' essere almeno pari al 5%
di quella del tubo di scarico,  qualora  si  tratti  di  prelevamento
parziale e almeno pari  alle  dimensioni  del  tubo  di  scarico  per
opacimetri a flusso totale, per evitare fenomeni  di  turbolenza  che
potrebbero influenzare la misura del  coefficiente  di  assorbimento,
per cui durante il prelievo la sonda deve  trovarsi  in  una  sezione
dove la distribuzione del fumo sia pressocche' uniforme. 
Se viene utilizzata una prolunga la sonda deve essere posta  in  modo
che si  debbano  evitare  le  infiltrazioni  di  aria  nel  punto  di
giunzione. 
2.2 TUBI DI RACCORDO 
I tubi  di  raccordo  all'opacimetro  devono  essere  corti  il  piu'
possibile. Il tubo deve presentare una pendenza ascendente dal  punto
di prelievo all'opacimetro; si devono evitare gomiti ad angolo  acuto
nei quali potrebbe accumularsi  la  fuliggine  o  altri  residui  che
potrebbero compromettere la valutazione. 
Una valvola di "by-pass" puo' essere prevista a monte dell'opacimetro
per isolarlo  dal  flusso  di  gas  di  scarico  quando  non  vengono
effettuate le misurazioni. 
2.3 CAMERA DI FUMO 
La  geometria  della  camera  di  fumo  e  le  altre  caratteristiche
dell'opacimetro  devono  essere  tali   che   nelle   condizioni   di
funzionamento a regime stabilizzato, la camera di fumo  sia  riempita
da fumo ad opacita' pressocche' uniforme. 
L'effetto residuo di dispersione della  luce  sul  ricevitore  dovuto
alla riflessione o  agli  effetti  della  diffusione,  dovra'  essere
ridotto al minimo (ad esempio  con  il  trattamento  sulle  superfici
interne con vernice nera opaca ovvero prodotti  adatti  allo  scopo).
Qualora non tutte le  superfici  siano  trattate  con  tali  prodotti
oppure il fascio luminoso non  collimi  secondo  quanto  previsto  al
punto 2.5 la disposizione dei dispositivi ottici deve essere tale che
il combinato effetto della diffusione e della riflessione non  superi
una unita' della scala lineare quando la camera di fumo  e'  riempita
da un fumo con coefficiente di assorbimento  prossimo  al  valore  di
centro scala. 
2.4 SORGENTE LUMINOSA. 
La sorgente di luce  dovra'  essere  costituita  da  una  lampada  ad
incandescenza con una colorazione di temperatura tra 2800 a 3250  K›,
ovvero da una luce di colore verde emessa da  un  diodo  LED  con  un
picco di spettro tra 550 e 570 nm (5500-5700 Angstrom). 
2.5 RICEVITORE DI LUCE 
Il ricevitore di luce sara' costituito da una  cellula  fotoelettrica
con una risposta spettrale simile alla curva fotopica  di  un  occhio
umano (massima risposta nel campo tra 550 e 570 nm., meno del  4%  di
questa risposta massima al di sotto di 430 nm. e al di sopra  di  680
nm.), ovvero da un fotodiodo  quando  come  sorgente  luminosa  viene
usato un diodo a luce verde. 
Sia la sorgente di luce che il ricevitore devono essere progettati in
modo che: 
- i raggi del fascio di luce siano paralleli (si potra' ammettere  un
angolo di incidenza al massimo di 3 gradi); 
-  il  ricevitore  non  sia  affetto  dalla  riflessione  diretta  ed
indiretta dei raggi di luce con un angolo di incidenza maggiore di  3
gradi. 
Il circuito elettrico  che  comprende  l'indicatore  di  misura  deve
essere costruito in modo  che  la  corrente  d'uscita  della  cellula
fotoelettrica   o   del   fotodiodo   sia   una   funzione    lineare
dell'intensita' della luce ricevuta nell'intervallo delle temperature
di funzionamento del dispositivo ricevitore. 
2.6 INDICATORE DI MISURA 
L'indicatore di  misura  dell'opacimetro  deve  avere  due  scale  di
misura, una in unita' assolute di assorbimento luminoso da 0  a  m  e
l'altra lineare da 0 a 100%; le due scale di misura si  estendono  da
0, per un flusso luminoso totale, sino al  massimo  della  scala  per
l'oscuramento completo. 
Il coefficiente di assorbimento luminoso K e' calcolato mediante la 
formula 
 

              Parte di provvedimento in formato grafico

 
 
L = tragitto effettivo  dei  raggi  luminosi  attraverso  il  gas  da
misurare. 
Tale valore di L deve essere fornito dal costruttore e verificato con
metodo di confronto con un opacimetro di riferimento dotato di camera
di fumo di cui si conosca la lunghezza effettiva. 
   La relazione fra la scala lineare da  0  a  100  e  la  scala  del
coefficiente d'assorbimento e' data dalla formula: 
                          -1 
                      K = ---- X Ln (1-N/100) 
                           L 
dove  N  rappresenta  la  lettura  della  scala  lineare   e   K   il
corrispondente valore di riferimento. 
2.7 AZZERAMENTO E VERIFICHE 
Deve essere possibile l'azzeramento  dell'indicatore  dell'opacimetro
quando la camera di misura e' riempita con aria pulita. 
   La deriva dello zero non dovra' risultare  maggiore  del  2%  f.s.
dopo un'ora di funzionamento senza che vengano effettuate  misure  di
fumosita'. 
   Un controllo intermedio dovra' essere effettuato con uno schermo o
filtro ottico perpendicolare al fascio luminoso  che  rappresenta  un
gas con coefficiente di assorbimento conosciuto K,  misurato  secondo
quanto previsto al punto 2.6 e compreso fra 1.6 m e 1.8 m, ovvero con
opacita' di circa il 50% in scala lineare. 
Il valore di K deve essere conosciuto con approssimazione di 0.025 m. 
La verifica consiste nel controllare che questo valore non differisca
di oltre 0.05 m da quello letto sull'indicatore di misura, quando  il
filtro viene  introdotto  fra  la  sorgente  luminosa  e  la  cellula
fotoelettrica. 
   Lo strumento dovra' inoltre  consentire  il  controllo  del  fondo
scala utilizzando un filtro  a  densita'  nota,  oppure  il  caso  di
strumenti  che  leggono  fino  al  100%  di  opacita'   spegnendo   o
interrompendo completamente il fascio luminoso. 
L'indicatore dovra' essere in unita' di opacita' e dovra'  avere  una
risoluzione di almeno 1% del fondo scala della scala lineare. 
2.8 RISPOSTA DELL'OPACIMETRO. 
Il tempo complessivo di risposta dell'opacimento e' composto da: 
- tempo di risposta elettrico; 
- tempo di risposta dovuto a fenomeni fisici; 
2.8.1 TEMPO DI RISPOSTA DEL CIRCUITO DI MISURA ELETTRICO 
Per strumenti analogici il tempo di risposta del  circuito  elettrico
corrisponde al tempo necessario all'indicatore  per  raggiungere  una
deviazione del 90% del fondo scala quando viene inserito uno  schermo
che oscura completamente la fotocellula, e deve essere  compreso  fra
0.9 e 1.1 secondi. Tale deve essere il valore della costante di tempo
di un dispositivo digitale. 
   A questo transitorio seguira' una fase di oscillazioni dell'ago  a
cui dovra' essere imposto uno smorzamento tale che un superamento del
valore finale stabile a seguito di  ogni  variazione  istantanea  del
valore di entrata (inserendo ad esempio un filtro  di  verifica)  non
oltrepassi il 4% di questo valore in unita' della scala lineare. 
2.8.2 TEMPO DI RISPOSTA DOVUTO A FENOMENI FISICI 
Il tempo di risposta dell'opacimetro dovuto a fenomeni  fisici  nella
camera di fumo e' il tempo che intercorre  dall'entrata  del  gas  da
analizzare nell'apparecchio di misura a quando si ha  il  riempimento
completo della camera di fumo; tale tempo non deve essere maggiore di
0.4 secondi. 
Per dispositivi digitali deve essere possibile la memorizzazione  dei
dati della opacita' e/o dei valori di K, durante il  transitorio  per
almeno 5 secondi. 
2.9 DEFINIZIONE DELLE CARATTERISTICHE FISICHE DEL GAS DA ANALIZZARE. 
Fra le caratteristiche fisiche del campione di gas da  analizzare  la
pressione e la temperatura, rivestono un'importanza fondamentale. 
La  pressione  in  virtu'  di  un  corretto  prelievo,  inteso   come
uniformita' di gas indisturbato prelevato dal tubo di scarico,  e  la
temperatura in virtu'  della  presenza  di  altri  componenti  (vapor
acqueo,   incondensati   ecc.,)   che   potrebbero   influire   sulla
determinazione  del  coefficiente  d'assorbimento   se   soggetti   a
condensare. 
2.9.1 PRESSIONE DEL FUMO DA MISURARE E PRESSIONE DELL'ARIA DI 
RICIRCOLO 
La pressione del gas di scarico nella camera  di  misura  non  dovra'
differire dalla pressione  atmosferica  di  piu'  75  mm  di  colonna
d'acqua (7.5 mbar). 
La variazione di pressione del gas e del flusso d'aria  di  ricircolo
nella  camera  di  misura  non  dovra'  causare  una  variazione  del
coefficiente di assorbimento  superiore  a  0.05  m  per  un  gas  da
misurare corrispondente ad un coefficiente di assorbimento  di  circa
1.7 m (ovvero nel  caso  di  opacimetri  con  una  scala  di  lettura
inferiore a 2 m, non dovra' essere maggiore del  2%  del  valore  del
fondo scala). 
I limiti  di  variazione  della  pressione  del  gas  da  misurare  e
dell'aria di lavaggio nella camera di fumo devono essere indicati dal
costruttore e comunque non superiore a quelli sopra richiamati. 
L'opacimetro  dovra'   essere   equipaggiato   con   un   dispositivo
appropriato per  la  valutazione  della  pressione  nella  camera  di
misura. Tale pressione dovra' essere misurabile con una precisione di
1 mbar. 
2.9.2 TEMPERATURA DEL GAS DA MISURARE 
   La temperatura del gas dovra' essere sufficientemente al di  sopra
del punto di condensazione del sistema del gas di scarico (a  partire
dal punto di applicazione della sonda fino allo strumento di  misura)
per evitare la formazione della condensa. 
In ogni punto della camera di fumo la temperatura del gas al  momento
    della misurazione deve trovarsi fra 343 K (70 gradi C›) e una 
temperatura massima  specificata  dal  costruttore  in  modo  che  le
letture in questo intervallo di temperatura non varino di oltre 0.1 m
quando la camera e' piena di un gas con coefficiente di  assorbimento
di 1.7 m. 
   Se la temperatura delle pareti del sistema di contenimento dovesse
essere inferiore, queste dovranno essere riscaldate alla  temperatura
specificata,  anche  con  sistema  autonomo  di   alimentazione   per
opacimetri portatili. 
L'opacimetro dovra' essere equipaggiato con  dispositivi  appropriati
per la valutazione della temperatura media del gas  nella  camera  di
misura,  il  costruttore  dovra'  inoltre  specificare  i  limiti  di
funzionamento. La temperatura media dovra' essere indicata con una 
precisione di +- 5 K 
2.10 SENSIBILITA' 
La  sensibilita'  dello  strumento  deve  consentire  di   apprezzare
variazioni di almeno 1% del  valore  di  fondo  scala  per  la  scala
lineare. 
2.11 SISTEMI AUSILIARI. 
2.11.1 DISPOSITIVI ANTICONDENSA 
Per  dispositivo   anticondensa   deve   intendersi   una   qualunque
attrezzatura, impiegata ove necessaria,  in  grado  di  mantenere  la
temperatura delle pareti ad  un  valore  stabilito  dal  costruttore,
senza modificare le caratteristiche fisiche e chimiche  del  campione
di fumo prelevato dal tubo di scarico  di  un  veicolo  a  motore,  a
partire  dal  sistema  di  prelievo  fino  allo  scarico   dei   fumi
dall'opacimetro, e per il quale sia interdetta la  condensazione  dei
componenti gassosi del campione da analizzare. 
2.11.2 STAMPANTE 
Lo strumento potra' essere dotato di una stampante.  La  trasmissione
dei dati dallo strumento alla stampante deve essere concepita in modo
che i risultati non possono essere alterati  o  differire  da  quelli
riportati dallo strumento. 
2.12 OBBLIGHI DEL COSTRUTTORE 
Il costruttore deve fornire un manuale, in cui figurano le istruzioni
necessarie per un uso corretto dello strumento, ed in particolare: 
a)  intervalli  di  tempo  e  le  procedure  di  regolazione   e   di
manutenzione da seguire per una corretta valutazione del coefficiente
d'assorbimento durante le prove; 
b)  valore  della  lunghezza   effettiva   della   camera   di   fumo
dell'opacimetro e relativi metodi di valutazione. 
Lo strumento deve essere dotato di una o piu' etichette permanenti  e
facilmente legibili contenenti le seguenti informazioni: 
- marchio o ragione sociale del costruttore; 
- anno di costruzione; 
- contrassegno di omologazione e numero del modello; 
- numero di serie dello strumento. 
c) ANALIZZATORI GAS DI SCARICO 
1 PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO. 
Il principio di funzionamento su cui si basa un analizzatore  di  gas
di scarico di un veicolo  a  motore,  consiste  nella  determinazione
della frazione di assorbimento di  infrarossi  (energia  termica),  o
sistema equivalente, da parte dei vari componenti gassosi presenti in
un campione di gas prelevato dal tubo di  scarico  di  un  veicolo  a
motore, ad accensione comandata. 
                          ALLEGATO TECNICO 
2 DESCRIZIONE DELLO STRUMENTO 
Lo strumento deve essere realizzato in modo  tale  da  permettere  il
prelievo e la successiva misurazione dei gas di scarico emessi da  un
veicolo a motore ad accensione  comandata  funzionante  a  regime  di
folle. Un dispositivo di rilevamento analizza il campione e  fornisce
un  segnale  elettrico  che  viene  elaborato  per   visualizzare   e
possibilmente memorizzare i risultati della misurazione  obbligatoria
in frazioni volumetriche del C0  e  del  valore  di  lambda  e  delle
misurazioni dirette facoltative in frazioni volumetriche del C02,  HC
e 02. 
   L'apparecchio deve essere solidamente ed accuratamente  costruito,
capace di resistere alle sollecitazioni meccaniche che derivano dalle
normali condizioni d'impiego. 
   I componenti principali dello strumento devono essere i seguenti: 
- Sonda di prelievo; 
- tubo flessibile di raccordo fra la sonda e l'apparato di misura; 
- pompa di raccolta dei gas nell'apparecchio; 
- separatore di condensa; 
- filtro per la rimozione di particelle solide dal gas raccolto; 
- aperture a valle del  filtro  e  del  separatore  di  condensa  per
l'introduzione  del  gas  zero  e  del  gas   di   calibrazione   (se
necessario); 
- dispositivo di rilevamento; 
- sistema di elaborazione dati del  segnale  rilevato  e  dispositivo
indicatore per la visualizzazione dei risultati delle misurazioni; 
- sistema di comando per l'avviamento dello strumento; 
- sistema di controllo per il funzionamento dello strumento; 
- sistema di regolazione e di impostazione  dei  parametri  operativi
dello strumento che potra' essere manuale, semiautomatico, automatico
a seconda del parametro da impostare; 
- dispositivo per il rilievo della tensione di alimentazione. 
2.1 SONDA DI PRELIEVO. 
- Tutti i componenti del sistema di trasporto del gas  devono  essere
di materiale resistente alla corrosione; in particolare il  materiale
della sonda di prelievo deve resistere alla temperatura  dei  gas  di
scarico, e resistere allo schiacciamento da ruote e da calpestio. 
   La sonda di prelievo deve essere flessibile e realizzata  in  modo
da poter essere inserita nel tubo di scappamento per almeno 300 mm  e
tenuta in posizione da un dispositivo di fermo; il  diametro  esterno
non deve essere maggiore di 10 mm. 
Le altre caratteristiche della  sonda  e  dei  tubi  di  collegamento
devono essere tali da non influenzare le misure. 
   Il sistema di trasporto del gas deve essere  a  tenuta  d'aria  in
modo tale che il risultato  della  misurazione  non  sia  influenzato
dalla diluizione con l'aria ambiente  oltre  il  valore  della  meta'
dell'errore massimo ammesso dal costruttore. 
2.2 GRUPPO FILTRO 
Il sistema di trasporto del gas deve includere un gruppo  filtro  con
elementi riutilizzabili o sostituibili in grado  di  poter  rimuovere
particelle di diametro superiore a 5 micronm. Deve  essere  possibile
verificare lo stato del filtro, senza dover procedere a  smontaggi  e
poterlo sostituire con facilita' quando necessita  e  senza  attrezzi
speciali. 
2.3 SEPARATORE DI CONDENSA 
Il sistema di trasporto del  gas  deve  includere  un  separatore  di
condensa a svuotamento manuale o automatico che  impedisca  all'acqua
di condensarsi sulle superfici interne della cella di misura. 
Nel caso di saturazione del  dispositivo,  si  dovra'  sospendere  il
prelievo e procedere allo svuotamento della vasca di raccolta in modo
manuale  oppure  automatico  nell'eventualita'   di   strumento   con
dispositivo automatico. 
2.4 DISPOSITIVO DI ZERO E DI TARATURA. 
I  dispositivi  di  zero  e  di  taratura  devono  essere  facilmente
accessibili, ma assicurati contro manovre accidentali. 
Non  devono  essere  esercitati  altri  controlli  da   parte   degli
operatori. 
   Il sistema di trasporto del  gas  deve  includere  l'apertura  per
l'ingresso dell'aria ambiente (o di gas di  zero  N2)  che  serve  da
riferimento per l'azzeramento  dello  strumento  di  misurazione.  Si
potra' aggiungere un foro per l'introduzione del gas di  calibrazione
se necessario. Entrambi i fori devono essere posizionati a valle  del
separatore  di  condensa  e  del  gruppo  filtro   per   evitare   la
contaminazione potenziale dei gas introdotti. 
Lo strumento deve avere un sistema  di  regolazione  che  preveda  le
funzioni di azzeramento, e di calibrazione con gas  se  prevista.  Il
sistema puo' essere manuale, semiautomatico o automatico. 
L'azzeramento    deve    potersi    effettuare     facilmente     con
l'approssimazione di 0.5 divisioni. 
Il sistema di regolazione puo' essere automatico  o  manuale  per  le
funzioni  di   azzeramento,   mentre   puo'   essere   automatico   o
semiautomatico per la funzione di calibrazione con gas (se prevista). 
2.4.1 PROVA DI TENUTA DEL CIRCUITO 
Il circuito dovra' essere sottoposto a prova di tenuta per verificare
eventuali infiltrazioni o fughe di gas. 
2.5 POMPA DI RACCOLTA. 
La pompa che convoglia i gas di scarico deve essere montata  in  modo
che le vibrazioni non influiscano sulle misurazioni. L'operatore deve
avere   la   possibilita'   di   mettere   in   funzione   la   pompa
indipendentemente da altri  dispositivi;  tuttavia  non  deve  essere
possibile eseguire misurazioni a pompa spenta. 
2.6 SCALA DI MISURA 
La scala di misura per il CO deve coprire il campo  0-10%  in  volume
con suddivisione in 100 parti uguali, oppure se per  uso  diagnostico
il campo 0-5% in volume. 
Nel caso in cui l'analizzatore utilizzi ambedue le scale,  esso  deve
avere un selettore che indichi in modo univoco la  scelta  della  due
scale. 
Il campo della scala per gli altri componenti gassosi  dovra'  essere
come di seguito riportato: 
         C02 HC 02 
         0-16% vol 0-2000 ppm vol 0-21% vol 
Per uno strumento analogico, gli intervalli di scala devono essere di
0.1% in volume per C0 e C02  e  di  10  ppm  in  volume  per  HC.  La
spaziatura minima della scala deve essere 1.25 mm. Lo spessore  della
lancetta non deve essere superiore  ad  1/4  della  spaziatura  della
scala. 
La lancetta deve sormontare per almeno 1/3 il segno  piu'  breve.  Le
cifre devono essere alte almeno 5 mm. 
   Per uno strumento digitale le lettere devono essere alte almeno  5
mm e la cifra meno significativa deve fornire una risoluzione pari  o
superiore a: 
  C0 C02 HC 02 
0.01% vol. 0.1% vol 1 ppm vol 0,1% vol 
2.7 CAMPO DI TEMPERATURA, DI PRESSIONE, DI TENSIONE DI ALIMENTAZIONE. 
Il funzionamento dell'analizzatore deve essere garantito per 
temperature da +5 gradi C a +30 gradi C con limite d'errore C0, HC 
e 02 minore del 2% del valore di fondo scala  (0.1%  vol  di  C0  per
fondo scala 5% e 0.2% per fondo scala 10%) e del 3% per C02. 
Per temperature  al  di  fuori  di  tale  intervallo  possono  essere
indicati valori di correzione, o altri accorgimenti per rispettare il
limite massimo d'errore. 
- Le variazioni di pressione non devono  eccedere  +-5  KPa  rispetto
alla pressione nominale di taratura dello strumento. 
- Il funzionamento dello strumento deve essere garantito  con  valori
di umidita' relativa compresa fra il 10% ed il 95%. 
- La variazione del +-10% della tensione di  alimentazione  non  deve
causare variazioni superiori a +-2% del valore di fondo scala. 
- La variazione di +-2Hz della frequenza nominale  di  alimentazione,
non dovra' comportare un errore superiore a quello tollerato indicato
dal costruttore. 
L'apparecchio deve essere dotato di un  dispositivo  per  il  rilievo
della tensione di alimentazione. 
2.8 DERIVA 
2.8.1 DERIVA DELLO ZERO 
Se  lo  strumento  e'  usato  secondo  le  specifiche   fornite   dal
costruttore,  nelle  misurazioni  eseguite  con   lo   strumento   in
condizioni ambientali stabili e dopo taratura di  azzeramento  o  con
gas di calibrazione, la deriva dello zero non deve superare nelle due
ore successive al tempo di attesa il 2% del valore di fondo scala con
una variazione di temperatura di +-2 gradi C›. 
2.8.2 DERIVA DELLA RISPOSTA 
La deriva della risposta, per dispositivi analogici,  controllata  al
centro scala non deve superare il 2% del valore di fondo scala  nelle
2 ore  successive  al  tempo  di  attesa  con  una  variazione  della
temperatura ambiente di +-2 gradi C›. 
2.9 DERIVA COMPLESSIVA 
La somma degli errori sopra esposti non deve  eccedere  il  2.5%  del
valore di fondo scala. 
2.10 SENSIBILITA' 
La  sensibilita'  dello  strumento  deve  consentire  di   apprezzare
variazioni di almeno 1% del valore di fondo scala. 
2.11 TEMPO DI ATTESA 
Il tempo di attesa e' da considerare come il tempo  compreso  fra  la
messa in tensione dell'apparecchio e il momento in cui  esso  diventa
conforme ai requisiti metrologici richiesti. 
Durante  questa  fase  deve  essere  interdetta  l'indicazione  della
misura. 
Il tempo per l'inizio della  misurazione  deve  essere  indicato  dal
costruttore e non deve essere superiore alle 24 ore per  analizzatori
fissi e non superiore a 30 minuti per analizzatori trasportabili. 
2.12 TEMPO DI RISPOSTA 
Il tempo di risposta e' definito come segue: 
                     Tr=Tm+T90 
dove Tm e' il tempo che intercorre fra l'inserimento di una  corrente
di C0, di concentrazione fra il 3% e il  5%  dopo  aver  azzerato  lo
strumento con N2, e il tempo  in  cui  l'indice  inizia  a  muoversi,
mentre T90 e' il tempo che  intercorre  fra  l'inizio  del  movimento
dell'indice  e  l'istante  in  cui  il  valore   e'   pari   al   90%
dell'indicazione finale stabilizzata. 
Il tempo di risposta ottenuto con lo strumento completo  di  sonda  e
tubazioni di collegamento non deve superare i 20 secondi. 
2.13 PRESENZA DI GAS RESIDUI 
La conformazione dello strumento deve essere tale che la  misurazione
non sia influenzata dalla  presenza  complessiva  di  vapor  d'acqua,
idrocarburi e anidride carbonica nel gas da analizzare per  piu'  del
+- 0.2% in volume di C0. 
2.13.1 PRESENZA HC RESIDUI 
Per gli analizzatori dotati di dispositivi di misurazione del  valore
di 1ambda, dovra' essere possibile la rilevazione dei gas residui HC. 
2.14 CURVA CARATTERISTICA 
Per analizzatori di gas di scarico di tipo analogico, il  costruttore
deve fornire la curva caratteristica dello strumento sulla base di  5
concentrazioni di gas campione, la funzione matematica che  definisce
la curva caratteristica, la  procedura  per  il  calcolo  relativa  e
l'eventuale tabella di corrispondenza tra le  divisioni  della  scala
dello strumento e le  relative  concentrazioni  secondo  la  taratura
iniziale. 
Per analizzatori di tipo digitale deve essere possibile  la  taratura
dell'apparecchio tramite il metodo della funzione  di  azzeramento  e
del metodo della bombola di gas campione. 
2.15 RIPETIBILITA' 
Per 5 misurazioni consecutive della  stessa  miscela  gassosa  di  C0
stabile e prossima al 4.5% eseguite  dalla  stessa  persona,  con  lo
stesso strumento, entro  intervalli  di  tempo  relativamente  brevi,
alternate con passaggio di una corrente di C0 uguale  a  zero  (N2  o
aria), le misurazioni devono  fornire  un  difetto  di  ripetibilita'
valutato come scarto quadratico medio delle  misurazioni  successive,
non superiore al 2% del valore di fondo scala. 
2.16 DISPOSITIVO DI MINIMO FLUSSO 
L'apparecchio sara' dotato di un dispositivo che  misuri  il  flusso;
qualora durante la lettura si  dovesse  verificarsi  una  caduta  del
flusso di gas che richieda un'analisi superiore al tempo di  risposta
o  quando  si  raggiunge  l'errore  massimo  tollerato,   si   dovra'
interrompere  la  lettura  della   misurazione   (automaticamente   o
manualmente). 
2.17 FATTORE DI EQUIVALENZA PROPANO/ESANO 
Qualora non fosse disponibile per la taratura dell'HC,  lo  strumento
potra' essere regolato mediante propano. Pertanto e'  necessario  che
ogni strumento riporti  un  fattore  di  conversione,  indicato  come
"fattore C3/C6" o  PEF,  contrassegnato  in  modo  permanente  e  ben
visibile, oppure facilmente visualizzabile. Il suo valore deve essere
fornito dal costruttore per ogni singolo strumento, indicato con  tre
cifre significative e con un margine di  precisione  specificato.  Se
l'elemento sensibile  al  gas  viene  sostituito  o  riparato,  sullo
strumento deve essere applicato il nuovo fattore di conversione. 
2.18 SISTEMI AUSILIARI. 
Lo strumento puo' essere dotato di una stampante. La trasmissione  di
dati dallo strumento alla stampante deve essere concepita in modo che
i risultati non possano essere alterati. 
2.19 OBBLIGHI DEL COSTRUTTORE. 
Il costruttore deve fornire un manuale, in cui figurano le istruzioni
necessarie per un uso corretto dello strumento, ed in particolare: 
a) gli intervalli di  tempo  e  le  procedure  di  regolazione  e  di
manutenzione  da  seguire  per   conformarsi   col   massimo   errore
ammissibile; 
b) una descrizione della procedura di prova di tenuta del sistema  di
trasporto del gas; 
c) la prescrizione per l'operatore di eseguire un  controllo  dell'HC
residuo prima di ogni misurazione del valore dell'HC  e  la  relativa
procedura di controllo dell'HC residuo. 
   Lo strumento deve essere dotato di una o piu' etichette permanenti
e facilmente leggibili contenenti le seguenti informazioni: 
- marchio o ragione sociale del costruttore; 
- anno di costruzione; 
- contrassegno di omologazione e numero del modello; 
- numero di serie dello strumento e del trasduttore di misurazione; 
- portata minima nominale; 
-  valori  nominali  di  potenza,  di  tensione,  di   frequenza   di
alimentazione; 
- componenti gassosi misurabili e valore massimo misurabile. 
2.20 CONTROLLO FUNZIONAMENTO 
2.20.1 PREPARAZIONE DELLO STRUMENTO 
Si  esegue  la  taratura  fondamentale  dello  strumento  secondo  le
indicazioni del costruttore, riportate nel manuale di istruzioni  per
l'uso. 
Lo strumento deve essere possibilmente tenuto acceso  in  ambiente  a
temperatura costante anche quando non viene utilizzato. 
2.21 CONTROLLI DA ESEGUIRE 
2.21.1 La concentrazione  effettiva  del  gas  campione  deve  essere
conosciuta con uno scarto massimo di +- 1% sul valore di analisi. 
2.21.2 Lo strumento deve essere sottoposto in  fase  di  accettazione
dopo taratura secondo le istruzione  del  costruttore,  al  controllo
della curva caratteristica mediante il passaggio di  non  piu'  di  5
concentrazioni di gas campione a concentrazione nota  e  del  gas  di
zero alla portata indicata sul manuale di istruzione. 
   Gli scarti tra le concentrazioni relative ai 5 punti  sperimentali
e   le   corrispondenti   concentrazioni   rilevate    sulla    curva
caratteristica, devono risultare inferiori al 2% del valore di  fondo
scala. 
2.21.3 Lo strumento deve essere sottoposto almeno una volta  all'anno
e comunque dopo ogni  intervento  di  riparazione,  ad  una  taratura
fondamentale mediante il passaggio di non piu' di 5 concentrazioni di
gas campione. 
   Sul corpo dello strumento debbono  essere  indicate  le  frequenze
delle tarature fondamentali. 
2.21.4 Per l'esecuzione delle prove con l'impiego di gas campione, si
raccomanda di  effettuare  i  controlli  secondo  la  sequenza  sotto
indicata: 
2.21.4.1 Il controllo della tenuta della linea di campionemento viene
effettuato tappando la sonda e verificando mediante gli indicatori di
portata, che a pompa di campionamento  attivata,  il  flusso  di  gas
all'analizzatore ed alla linea di by-pass scenda a zero. 
2.21.4.2 Si mette in funzione l'analizzatore e si  controlla  che  il
gas venga prelevato in ambiente ad una pressione compresa tra + 0.980
mbar e + 2.942 mbar (+ 98  Pa  e  +  295,2  Pa)  sopra  la  pressione
atmosferica. 
2.21.4.3 Il tempo di risposta viene controllato inviando,  dopo  aver
azzerato lo strumento con  N2,  una  corrente  di  C0  in  N2  avente
concentrazione compresa tra 3% e 5% e misurando il tempo  morto  (tm)
ed il tempo (t90) impiegato  per  aver  un'indicazione  pari  al  90%
dell'indicazione finale. 
   Per tm, si intende il tempo che intercorre tra l'inizio dell'invio
del gas e l'inizio di movimento dell'indice; per t90  si  intende  il
tempo  che  intercorre  tra  l'inizio  di  movimento  dell'indice   e
l'istante in cui l'indicazione e' pari al 90% dell'indicazione finale
stabilizzata. 
   Il tempo di risposta (tr) e' dato da: tr = tm + t90. 
   Uno schema indicativo per realizzare detto controllo e'  riportato
nella Fig. 2. 
2.21.4.4 Dopo aver determinato il tempo di risposta, la deriva  dello
zero e della risposta vengono controllate  inviando  alternativamente
azoto e C0 in N2 con concentrazione compresa tra 3% e 5% e  prendendo
nota dei valori letti senza ritoccare i controllo dello  zero  e  del
guadagno (riferimento ai punti 2.8.1 e 2.8.2). 
2.21.4.5 Il limite di errore  viene  controllato  inviando  almeno  5
campioni  diversi  di  C0  in  N2,  di   cui   almeno   due   abbiano
concentrazione compresa tra 3% e 5%, alle temperature ambiente  di  5
gradi +- 2 gradi C e 30 gradi +- 2 gradi C›. 
2.21.4.6 L'influenza della tensione di alimentazione  viene  rilevata
facendo passare una  corrente  di  C0  in  N2  avente  concentrazione
compresa tra 3% e 5% alla temperatura ambiente di 20 gradi +- 5 gradi
C›. 
   L'apparecchiatura per l'erogazione della corrente necessaria  alla
prova, deve essere  corredata  da  uno  strumento  di  lettura  della
tensione, avente almeno classe 0.5. 
   La prova viene effettuata partendo da  condizioni  stabilizzate  e
tensione nominale, eseguendo una brusca variazione di tensione (entro
i limiti indicati al punto 2.7) e leggendo l'indicazione stabilizzata
dello strumento dopo la variazione. 
2.21.4.7  L'interferenza  complessiva  dovuta   a   vapore   d'acqua,
idrocarburi ed anidride carbonica, viene controllata sullo zero e per
una concentrazione compresa tra 3%  e  5%  di  C0,  facendo  passare,
previo gorgogliamento in acqua alla temperatura  di  20  gradi  +-  5
gradi C›, rispettivamente  una  corrente  di  C02  (almeno  15%),  HC
(almeno 7000 ppm propano) in N2 ed una corrente di C0 (3% + 5%),  C02
(almeno 15%), HC (almeno 7000 ppm propano) in N2. 
2.21.4.8 La valutazione della ripetibilita' delle misure si  effettua
determinando la concentrazione  di  una  miscela  gassosa  di  C0  di
composizione stabile e prossima al 4.5% vol. 
   Questa prova viene ripetuta cinque volte alternandola al passaggio
di una corrente con concentrazione di C0 uguale a 0  per  determinare
il difetto di ripetibilita' nella misurazione, che non deve  superare
il valore di cui al punto 2.15. 
2.22 VERIFICA DEL CALCOLO DEL VALORE LAMBDA 
La prova deve essere eseguita con la seguente miscela di  gas  in  N2
(precisione di ciascun componente del gas pari al 2%): 
C0 = 0,2% vol 
HC = 50 ppm 
02 = 0,2% vol 
C02 = 15% vol 
La lettura 1ambda deve essere 1 +- 0,02. 
d) BANCHI PROVA GIOCHI 
1 - DEFINIZIONE 
Le caratteristiche minime dell'apparecchiatura devono  permettere  di
sollecitare  (longitudinalmente  e  trasversalmente)  gli  organi  di
sterzo e di sospensione in modo da verificare visivamente  i  difetti
(giochi dei giunti sferici, silentblock sospensioni, attacco  scatola
guida, attacco ammortizzatori ecc .) tramite lampada spot. 
2 - CARATTERISTICHE MECCANICHE 
2.1 - Azionamento idraulico o pneumatico 
2.2 - Carico ammissibile per asse >= 25000 N 
2.3 - Tipo di sollecitazione: 
Trasversale e longitudinale, anche in combinazione da  ottenersi  con
comandi singoli o combinati. 
2.4 - Forza  di  traslazione  delle  singole  piastre  sufficiente  a
determinare lo spostamento del punto di appoggio del pneumatico sulla
piastra, trasversalmente, longitudinalmente, o  in  combinazione  per
una corsa non inferiore a 40 mm. 
Le piastre devono  garantire  superficie  d'attrito  che  esclude  lo
slittamento relativo ruota-piastra anche in condizione di bagnato. 
2.5 - Sistema di comando posto sulla lampada di illuminazione. 
3. - SICUREZZE 
3.1 - Alimentazione lampada e pulsanti in bassa tensione. 
3.2 - Quadro elettrico a norme CEI. 
g) PROVA FARI 
1 - DEFINIZIONI 
1.1 - Apparecchiatura controllo fari. 
Il principio di funzionamento di un dispositivo prova  fari  consiste
nella  determinazione  dell'allineamento  del   fascio   luminoso   e
dell'intensita' luminosa emessa da un faro di un veicolo a motore. 
Le  caratteristiche   dell'apparecchiatura   devono   permettere   di
determinare e registrare: 
- la deviazione degli anabbaglianti sui piani orizzontale e verticale
passanti per l'asse longitudinale, rispetto a tale asse; 
- la deviazione degli abbaglianti sui piani orizzontale  e  verticale
passanti per l'asse longitudinale, rispetto a tale asse; 
- la misurazione dell'intensita' luminosa. 
2 - CARATTERISTICHE MECCANICHE 
2.1 - Sistema ottico che permetta di controllare i fari il cui centro
di altezza da terra sia compreso tra 300-1400 mm. 
2.2 - Sistema di controllo ottico (a traguardo, a riflessione, reflex
ecc .) che permetta l'allineamento della  camera  ottica  con  l'asse
longitudinale del veicolo. 
2.3 - Sistema di allineamento orizzontale  della  camera  (livella  a
bolla o sistema equivalente ecc .) 
2.4 - Lo schermo deve essere mobile e  regolabile  secondo  l'altezza
del  faro  da  terra  simulando  sul  piano  verticale  interno  allo
strumento, l'abbassamento misurato  in  centimetri  corrispondente  a
quello reale misurabile su un  piano  verticale  posto  a  10  m.  di
distanza. 
2.5 - Sistema lente - schermo  che  permetta  la  riproduzione  delle
forme geometriche del fascio luminoso. 
La focale del sistema deve essere tale che con variazioni di +-30 mm. 
tra il centro della lente  e  il  centro  del  faro  non  si  abbiano
variazioni verticali sullo schermo. 
Il  sistema  ottico  deve   riprodurre   sullo   schermo   l'immagine
somigliante a quella che si otterrebbe su di una parete a 25 metri. 
2.6 - La traslazione laterale dell'apparecchiatura potra' essere  sia
su rotaie di cui almeno una direzionale, sia su ruote gommate. 
3 - CARATTERISTICHE METROLOGICHE 
3.1 - Misura della deviazione orizzontale del fascio luminoso con una
precisione di +- 5 cm. a 10 metri, corrispondente ad  una  precisione
di +- 2,5 mm all'interno del provafari. 
3.2 - Misura della deviazione verticale del fascio luminoso  con  una
precisione di +- 2 cm. a 10 metri, corrispondente ad  una  precisione
di +- 1 mm. all'interno del provafari. 
3.3 - Misura dell'intensita' luminosa con fondo scala >=  100000  Lux
con precisione +- 5% e risoluzione minima >= 5000 Lux. 
h) SOLLEVATORE 
1 - DEFINIZIONE 
Le  caratteristiche  minime  del  sollevatore  devono  permettere  il
sollevamento del veicolo fino a 3.5 t. per  un'ispezione  visiva  del
sottoscocca, del sistema di scarico, delle sospensione ecc . 
2 - CARATTERISTICHE MECCANICHE 
2.1 - Azionamento elettroidraulico o elettromeccanico 
2.2 - Portata non inferiore a 3500 kg 
2.3 - Le pedane debbono avere una lunghezza non inferiore a 4500  mm.
una larghezza non inferiore a 600 mm. altezza del bordo lato  interno
non inferiore a 60 mm ed una  distanza  fra  i  bordi  interni  delle
pedane non superiore a 800 mm. 
2.4 - Altezza di sollevamento dal piano  di  calpestio  dell'elemento
piu' basso della struttura del sollevamento non inferiore a 1800 mm. 
2.5 - Tempo ciclo salita discesa a pieno carico non  superiore  a  60
secondi. 
2.6 - Predisposizioni 
- Possibilita' di montaggio apparecchiatura prova giochi 
- Possibilita' di montaggio incassato nel pavimento 
- Possibilita' di inserire un impianto di illuminazione fondo vettura
- Possibilita' di applicare un sollevatore ausiliario per liberare le 
ruote 
2.7 - In caso di montaggio prova giochi  il  sollevatore  deve  avere
rigidita' sufficiente tale da impedire  l'assorbimento  della  spinta
delle piastre da parte della  struttura  (es.  giochi  delle  pedane,
flessioni o torsioni delle colonne o delle traverse) 
3 - SICUREZZE 
3.1 - Protezioni salvapiedi 
3.2 - Arresto veicoli fissi o automatici 
3.3 - Appoggi meccanici ad inserimento automatico durante la salita 
3.4  -  Dispositivi  di  regolazione  velocita'  discesa  (solo   per
sollevatori elettroidraulici) 
3.5 - Dispositivo di sicurezza in caso di rottura di tubazione 
idraulica 
3.6 - Per sollevatori a forbice o a  parallelogramma  dispositivo  di
sincronizzazione degli  organi  di  sollevamento  tale  da  garantire
l'allineamento delle pedane indipendentemente dalla distribuzione del 
carico 
3.7 - Dispositivo di sicurezza per il sovraccarico 
3.8 - Pulsanti comando salita/discesa a uomo presente 
3.9 - Circuito di comando in bassa tensione 
3.10- Grado di protezione minima IP55 
3.11- Quadro elettrico a norme CEI 
3.12- Per tutto quanto non specificato si  deve  far  riferimento  al
progetto UNI U50.00.140.0 e UNI 9854 (settembre 1991). 
                 APPENDICE TABELLE CUNA (COMMISSIONE 
          DI UNIFICAZIONE NELL'AUTOVEICOLO) DI RIFERIMENTO 
   NC  005-04  -  Norme  per  l'approvazione   e   l'utilizzo   degli
analizzatori portatili di ossido di carbonio. Ediz. 1982-05-21. 
   NC  005-05  -  Norme  per  l'approvazione   e   l'utilizzo   degli
analizzatori fissi e/o trasportabili di  ossido  di  carbonio.  Ediz.
1982-05-21. 
   NC 005-11 - Norme per l'approvazione dei misuratori  trasportabili
dell'opacita' dei fumi emessi dai veicoli provvisti di motore a ciclo
diesel. Ediz. 1973-10-15. 
   NC 005-20 - Procedura per l'accertamento della  concentrazione  di
ossido di carbonio al minimo per autoveicoli in  circolazione.  Ediz.
1982-05-21. 
   NC 040-15 - Veicoli stradali - verifica  dell'efficienza  frenante
dei  veicoli  in  circolazione  -  apparecchiature  di  prova.  Ediz.
1990-07-13.