(Allegato)
                                                             ALLEGATO 
                          METODI UFFICIALI 
                     DI ANALISI FISICA DEL SUOLO 
Metodo 1 
DETERMINAZIONE DELLA MASSA VOLUMICA APPARENTE 
(METODO DEL CAROTAGGIO) 
    1. Oggetto e campo di applicazione 
    Descrizione di  un  metodo  per  la  determinazione  della  massa
volumica apparente di un campione di suolo di volume noto.  La  massa
volumica apparente asciutta del suolo e' definita come la  massa  del
suolo seccato a 105 gradi C per unita' di volume. La  massa  volumica
include il volume dei solidi e quello dello spazio poroso. Il  metodo
non e' applicabile per i suoli con alta percentuale di scheletro. 
    2. Principio 
    Prelievo di carote con cilindri di volume noto. La massa volumica
apparente viene calcolata una volta essiccato il campione in stufa  e
pesato. 
    3. Apparecchiatura 
    3.1 Carotatori cilindrici  in  metallo  (acciaio)  con  il  bordo
inferiore leggermente affilato, di volume noto (generalmente compreso
fra 100 e 400 cm cubi). Piu' opportuno e' il  carotatore  con  manica
interna: in questo  caso  il  corpo  esterno  dello  strumento  porta
all'interno un alloggiamento per una manica di  metallo  sottile  che
raccoglie il campione in modo indisturbato mentre il bordo  tagliente
del corpo esterno ha il compito di penetrare. 
    3.2 Stufa ventilata che possa raggiungere e stabilizzarsi sui 105
gradi C + o - 2 gradi C. 
    3.3 Essiccatore. 
    3.4 Bilancia analitica (risoluzione a 1/100 di g). 
    4. Procedimento 
    Collezione di campioni di  suolo  per  mezzo  di  carotatori  che
possono essere gestiti sia manualmente, che assistiti da  un  sistema
idraulico. Il carotatore viene inserito verticalmente nel  suolo  con
pressione costante e con velocita' non alta in  modo  da  ridurre  al
massimo gli effetti degli  attriti  laterali  sul  campione.  Massima
attenzione  deve  essere  posto  nella   scelta   del   momento   del
campionamento. Se il suolo appare troppo duro  o  troppo  bagnato  e'
bene non eseguire campionamenti  in  quanto  i  disturbi  portati  al
campione possono essere troppo grandi. Nel primo caso possono  essere
indotte fratturazioni e nel secondo compattazioni.  In  genere  viene
considerato adeguato un contenuto idrico del suolo tale da permettere
un inserimento manuale  del  carotatore.  Devono  essere  ridotti  al
minimo percussioni con martelli ed altri attrezzi simili: il loro uso
determina per lo piu' deformazioni  nel  campione  (stress  laterali,
compattazioni, fratturazioni, ecc.).  Una  volta  inserito,  si  deve
scavare  con  un  coltello  od  altro  attrezzo   adeguato   (spatole
smielatrici, vanghette da giardiniere, ecc.)  intorno  al  carotatore
per liberarlo,  con  il  campione  di  suolo  sporgente  dalla  parte
inferiore, in modo da  non  indurre  deformazioni  nel  prelievo.  Il
campione viene poi ridotto alle dimensioni del cilindro  campionatore
con l'uso di  coltellini,  forbicine  per  tagliare  le  radici,  con
l'accortezza di non perdere  suolo  nelle  operazioni.  Si  definisce
cosi' il volume noto del campione. A tale scopo e' bene eseguire cio'
su un foglio di  carta  o  di  plastica  cosi'  da  poter  recuperare
particelle di competenza del campione.  Il  campione  trasportato  in
laboratorio viene posto in stufa a 105 gradi  C.  Il  campione  viene
pesato ogni 24 ore dopo  averlo  fatto  raffreddare  in  essiccatore.
Raggiunta la massa costante questa  rappresenta  il  peso  secco  del
suolo (P ss) 
    5. Espressione dei risultati 
    Il valore della massa volumica apparente (ρa ), essendo  il  vol-
ume del suolo (Vs ) uguale a quello del  carotatore  (V  car),  sara'
data da: 
                    ρa = Pss /Vs        [kg m-3 ] 
    6. Note 
    Nella scelta delle  dimensioni  del  carotatore  e'  bene  tenere
presenti le condizioni e le caratteristiche del  suolo  e  l'uso  che
dovra' essere fatto del  campione.  E'  bene  ricordare  che  sovente
campioni indisturbati vengono utilizzati  per  la  determinazione  di
curve di  ritenzione.  Allo  scopo  alcuni  accorgimenti  vengono  di
seguito presentati: 
    - il  diametro  del  campionatore  deve  essere  tale  da  potere
contenere almeno 5 - 7 unita' strutturali, se la struttura del  suolo
e' rappresentata da aggregati grumosi, di qualsiasi grandezza, ovvero
poliedrici subangolari ed angolari fini  e  medi,  ovvero  prismatici
fini. In questi casi, campionatori di diametro di circa 7 - 8 cm e di
altezza di 4 cm (volume: 154 e 200 cm cubi  rispettivamente)  vengono
ritenuti   utilizzabili   ed   i   risultati   ottenuti   considerati
sufficientemente accurati; 
    -  per  tipi  strutturali  poliedrico  subangolari,  angolari   e
prismatici di dimensioni maggiori, il metodo  del  carotatore  appare
inutilizzabile,  dovendo  raggiungere  dimensioni  tanto  grandi   da
risultare ingestibili. In tali casi e'  meglio  riferirsi  al  metodo
dello scavo (Metodo 2). Per orizzonti Ap appena lavorati  e  che  non
abbiano sopportato una  certa  compattazione  naturale  e'  opportuno
utilizzare il metodo dello scavo; la debole strutturazione  e  l'alta
dinamicita' del sistema consigliano tale metodo piu' che  quello  del
carotatore che puo' essere usato dopo che siano trascorsi almeno 4  -
5 mesi dalle lavorazioni principali; 
    - la presenza di radici di diametro maggiore a 1 mm,  lignificate
e in quantita' maggiore di 10 in 100  cm  quadrati  rende  l'uso  del
carotatore impossibile in quanto il bordo tagliente non puo' tagliare
ma solo strappare le radici, alterando cosi' la geometria strutturale
del campione. 
Metodo 2 
DETERMINAZIONE DELLA MASSA VOLUMICA APPARENTE 
(METODO DELLA ESCAVAZIONE) 
    1. Oggetto e campo di applicazione 
    Descrizione di  un  metodo  per  la  determinazione  della  massa
volumica apparente di un campione di suolo di volume noto.  La  massa
volumica apparente asciutta del suolo e' definita come la  massa  del
suolo seccato a 105 gradi C per unita' di volume. La  massa  volumica
include il volume dei solidi e quello dello spazio poroso. Il  metodo
e' consigliabile per i suoli con alta percentuale di scheletro. 
    2. Principio 
    La massa volumica  apparente  si  determina  scavando  una  certa
quantita' di terreno, facendolo essiccare e quindi pesandolo. Il vol-
ume del terreno scavato si  determina  riempiendo  l'escavazione  con
sabbia. 
    3. Apparecchiatura 
    3.1 Attrezzatura per l'escavazione (pala, zappa, vanga, ecc.). 
    3.2 Attrezzatura per il campionamento. 
    3.3 Sacchetti di plastica. 
    3.4 Sabbia secca con granuli compresi fra 500 e 700 mm. 
    3.5 Contenitore per la sabbia che porti un imbuto  con  rubinetto
nella parte inferiore. 
    3.6 Piastra con un foro centrale di diametro uguale  al  diametro
di uscita dell'imbuto; la piastra, quadrata, avra'  dimensioni  tali,
in modo che il lato sia circa il doppio del diametro dell'imbuto; 
    3.7 Cilindro graduato. 
    3.8 Stufa ventilata che possa raggiungere e stabilizzarsi sui 105
gradi C +/- 2 gradi C. 
    3.9 Essiccatore. 
    3.10 Bilancia analitica (risoluzione a 1/100 di g). 
    4. Procedimento 
    Tale metodo e'  da  preferirsi  ogni  volta  che  il  metodo  del
carotatore non e' significativamente utilizzabile, cioe'  quando  sia
presente una alta percentuale di  scheletro,  di  radici,  quando  la
struttura non permetta un adeguato campionamento con il carotatore  e
quando siamo in presenza di orizzonti  lavorati  da  poco  tempo.  Il
metodo consiste nell'escavare una quantita'  di  suolo,  interessando
solo l'orizzonte o la profondita' in questione. La quantita' di suolo
scavata viene pesata e se ne determina il contenuto idrico per  mezzo
di sottocampioni. Il volume viene determinato riempiendo lo scavo con
sabbia. Il metodo distribuisce gli errori di misura  delle  rugosita'
delle pareti dello scavo su un grosso  volume  di  suolo  campionato,
riducendone cosi' l'importanza relativa. 
    Affinche' il metodo possa dare risultati accurati  e'  importante
che la misura del volume sia la piu' precisa  possibile.  Siccome  si
risale a tale misura da termini di peso e' bene  che  il  metodo  sia
dapprima tarato in laboratorio. 
    A tale scopo si utilizza un cilindro di volume  noto  che  verra'
riempito con la sabbia facendola fluire  dal  contenitore  attraverso
l'imbuto.  Il  peso  della  sabbia  fluita  a  riempire  il  cilindro
calibratore fornira' una  densita'  di  accatastamento  della  sabbia
(massa volumica apparente della sabbia) cosi' come si  accatasta  nel
fluire. 
    In campo si scava una buca delle dimensioni della piastra, per la
profondita' voluta; tutto il suolo escavato viene prelevato; si  pone
in posto la piastra con  l'apparato  pieno  di  sabbia  perfettamente
essiccata  a  105  gradi  C  e  conservata  in  recipiente  chiuso  e
perfettamente impermeabile; si apre il rubinetto e si  lascia  fluire
la sabbia; di quando in quando si livella la sabbia nella buca  senza
comprimere; quando la sabbia ha raggiunto il  livello  della  piastra
l'operazione e' terminata. 
    5. Espressione dei risultati 
    Occorre ora disporre di una serie di valori: 
    Peso dell'apparato pieno di sabbia (Pa ); 
    Peso dell'apparato con la sabbia residua al termine  della  prova
(Par ); deve essere fatta attenzione a misurare anche, ed  includerlo
in questo, il peso della sabbia che rimane nello spazio compreso  tra
il rubinetto dell'apparato e la piastra, al di sopra  di  questa;  e'
bene misurare in laboratorio  quest'ultima  frazione  di  peso  della
sabbia residua; 
    Peso della sabbia fluita nella buca scavata (Psf ); 
    Densita' di accatastamento della sabbia  ottenuta  in  laboratori
(ρsab); 
    Peso del campione di suolo escavato (Ps ); 
    - Contenuto idrico del campione di suolo  escavato,  ottenuto  su
sotto campioni θ; 
    - dal peso della sabbia fluita nella buca  si  risale  al  volume
della buca (Vs ) utilizzando la ρsab ottenuta in sede di taratura: 
                           Vs = Psf /ρsab 
    - dal contenuto idrico dei sottocampioni di suolo  si  risale  al
peso secco di tutto il campione escavato: 
                          Pss = Ps /(1 + θ) 
    Ottenuti i valori di volume della buca e  di  peso  del  campione
escavato si ottiene facilmente la massa volumica apparente del  suolo
in esame. 
ρa = Pss /Vs     [kg m-3 ] 
    6. Note 
    Massima attenzione deve essere posta nel  accatastare  la  sabbia
durante le operazioni di campo cosi' come durante  le  operazioni  di
taratura di laboratorio. 
Metodo 3 
DETERMINAZIONE DEL CONTENUTO D'ACQUA 
    1. Oggetto e campo di applicazione 
    Descrizione di un metodo  per  la  determinazione  del  contenuto
d'acqua del suolo (Metodo gravimetrico). Il contenuto  d'acqua  viene
generalmente definito come rapporto tra la massa dell'acqua  presente
nel suolo e la massa del suolo secco o attraverso il  volume  d'acqua
presente nell'unita' di volume  di  suolo.  In  entrambi  i  casi  la
precisione   delle   determinazioni   e'   legata   ad   una   sicura
individuazione delle  condizioni  di  "suolo  secco".  Il  metodo  e'
applicabile a tutti i tipi di suoli. 
    2. Principio 
    Il metodo si basa sulla misura delle  riduzioni  di  peso  di  un
campione di suolo posto in stufa ad una prefissata  temperatura  (105
gradi C) e per un tempo stabilito. 
    3. Apparecchiatura 
    3.1 Trivelle od altre attrezzature che consentano il prelievo  di
campioni di suolo alla profondita' richiesta. 
    3.2 Contenitori a chiusura ermetica. 
    3.3  Stufa  con  temperatura  controllata  e  possibilmente   con
ventilazione forzata. 
    3.4 Essiccatore. 
    3.5 Bilancia per pesare i campioni. 
    4. Procedimento 
    Dopo il prelievo il campione di suolo viene pesato immediatamente
o riposto in un contenitore a chiusura ermetica in  modo  da  rendere
trascurabile l'evaporazione dell'acqua prima della determinazione del
suo peso. Successivamente, dopo avere rimosso l'eventuale  coperchio,
il campione viene posto in una stufa alla temperatura di 105 gradi  C
ed essiccato. Il tempo di  permanenza  in  stufa  del  campione  deve
essere tale da garantire che si siano raggiunte  condizioni  di  peso
stabile e dipende dal tipo, dall'efficienza e dal carico della stufa,
dalla grandezza del campione e dalla natura del suolo. In  genere  e'
sufficiente un tempo di permanenza in stufa di 12  ore  nel  caso  di
ventilazione forzata e di 24 ore per  stufe  a  convezione.  Si  puo'
ritenere che si sia raggiunta una costanza del peso  quando  tra  due
misure effettuate  ad  un  intervallo  di  tempo  di  1  ora  non  si
riscontrino variazioni superiori allo 0,1 %  del  peso  iniziale  del
campione. Una volta estratto il campione  dalla  stufa  questo  viene
riposto in un essiccatore in presenza  di  un  disseccante  attivo  e
fatto raffreddare, successivamente il campione viene pesato  e  viene
determinata la tara del contenitore. 
    5. Espressione dei risultati 
    Terminata la suddetta procedura si puo' determinare il  contenuto
d'acqua per unita' di massa secca del  suolo  TETA  m  attraverso  la
relazione: 
        peso del campione umido - peso del carnpione secco 
θm =--------------------------------------------------------- 
                      peso del campione secco 
    Per esprimere il contenuto d'acqua su basi volumetriche (TETA) e'
necessario conoscere anche la massa volumica apparente del suolo e si
utilizza la relazione: 
                           θ = θm ρa / ρw 
    in cui con RO a si e' indicato l'appropriato valore  della  massa
volumica apparente del suolo e con RO w la densita' dell'acqua. 
    A causa della variabilita'  spaziale  delle  caratteristiche  del
suolo, per non introdurre errori, e'  necessario  che  la  misura  di
densita' apparente sia effettuata sullo  stesso  campione  utilizzato
per la determinazione gravimetrica TETA m effettuando i prelievi  con
un  campionatore  di  volume  noto  e  con   tecniche   che   rendano
trascurabili le campattazioni del suolo. 
    6. Note 
    In genere si consiglia di operare su campioni di 100 : 200 g;  in
presenza  di  scheletro  si  raccomanda  di  utilizzare  campioni  di
maggiore  dimensione   in   modo   che   risultino   sufficientemente
rappresentativi. 
    Nel caso di suoli con elevata pietrosita' la  determinazione  del
contenuto  d'acqua  in  volume  risulta  piu'  complessa  e   bisogna
determinare non solo il peso ed il contenuto d'acqua  della  frazione
fine ma anche quello relativo alla parte grossolana. In  questi  casi
non e' possibile utilizzare campionatori ma viene impiegato il metodo
dello scavo per valutare il volume  del  campione.  Quando  si  possa
trascurare  l'acqua  nelle  pietre  Gardner  (1986)   suggerisce   di
utilizzare la seguente relazione per valutare il contenuto d'acqua in
volume TETA: 
                           θmf ρa / ρw 
                     θ =------------------ 
                            1+Mg /Mf 
    in cui TETA mf e' il contenuto d'acqua  in  peso  della  frazione
fine, RO a e RO w sono rispettivamente la massa volumica apparente di
tutto il campione (compreso le pietre) e la densita' dell'acqua e M g
ed M f sono le masse della parte grossolana e  di  quella  fine  dopo
l'essiccazione. Per la reperibilita' delle apparecchiature richieste,
per  la  facilita'  di  esecuzione  delle  misure  e  per   l'estrema
semplicita' dei calcoli, questo metodo e' largamente  utilizzato.  Se
eseguito con cura puo' raggiungere elevate precisioni  ed  e'  spesso
impiegato quale metodo di riferimento per la calibrazione dei  metodi
indiretti. 
    7. Riferimenti Bibliografici 
    GARDNER W.H., 1986 - Water content. In: Methods of soil analysis,
part 1; second edition (Klute, A., ed.). Am.  Soc.  Agron.,  Madison,
WI, pp., 493-544. 
Metodo 4 
DETERMINAZIONE DELLA RITENZIONE IDRICA 
(METODO DELLA CASSETTA TENSIOMETRICA) 
    1. Oggetto e campo di applicazione 
    Descrizione di un metodo per determinare la curva di ritenzione a
basse tensioni di un suolo. Si definisce come ritenzione idrica di un
suolo la caratteristica  fisica  descritta  dalla  relazione  tra  il
contenuto idrico e il suo stato energetico (potenziale  di  matrice);
tale relazione puo' essere espressa da una funzione rappresentata  da
una curva, da cui la dizione "curva di ritenzione". 
    Il potenziale puo' essere espresso in termini di volume, di massa
o di peso; se ne riportano le unita' di misura: 
          Φ v = ρ       (Pa) 
          Φ m = p/p     (J kg-1 ) 
          Φ p = p/g     (J kgf-1 m) 
    I simboli significano: 
    Φ: potenziale di matrice, con il pedice indicante  i  termini  in
cui viene espresso; 
    p: suzione agente sul liquido, quindi pressione negativa; 
    RO: massa volumica reale dell'acqua; 
    g. accelerazione di gravita'. 
    Il potenziale dell'acqua viene generalmente espresso in  kPa;  e'
di segno negativo in quanto assume valori negativi rispetto a  quello
dell'acqua pura presa come sistema di riferimento (il segno -  indica
che per estrarre quest'acqua occorre spendere energia). 
    Si presentano in Tavola  1  le  piu'  frequenti  espressioni  del
potenziale di matrice in  termini  di  pF  (colonna  1),  volumetrico
(colonna 2) e di peso (colonna 3): si ricorda che il valore di pF  e'
il log 10 del potenziale espresso  in  termini  di  peso  (cm);  tale
espressione non e' piu' utilizzata nelle relazioni  scientifiche,  ma
appare  utile  presentarla  dato  che  molte  ditte   fornitrici   di
apparecchiature  scientifiche  la  usano  nei   cataloghi   e   nella
documentazione allegata agli strumenti. 
    La  ritenzione   idrica   e'   dipendente   dalla   tessitura   o
distribuzione  dimensionale  delle  particelle   del   suolo,   dalla
struttura o disposizione spaziale delle particelle, dal contenuto  in
sostanza organica e dalla composizione della soluzione del suolo.  La
sostanza organica influenza la curva di ritenzione idrica sia per  la
sua natura idrofila sia per l'influenza che essa ha sulla struttura e
soprattutto sulla sua stabilita'. 
    Tavola 1 - Espressioni del Potenziale di matrice 
 
    

    pF       |        kPa       |          cm (H2O)
             |                  |
    1        |        1         |           10
    1,78     |        6         |           60
    2        |       10         |          100
    2,3      |       20         |          200
    2,5      |       33,3       |          333
    2,7      |       50         |          500
    3        |      100         |         1000
    3,5      |      300         |         3000
    4,2      |     1500         |        15000
             |                  |
    
    La  conoscenza  delle  relazioni  tra  potenziale  di  matrice  e
relativo contenuto idrico e' necessaria  per:  la  definizione  delle
proprieta' idrauliche del suolo; la valutazione  della  quantita'  di
acqua disponibile per la vegetazione (calcolo della quantita' irrigua
e turnazione; progettazione di sistemi di drenaggio); la  valutazione
del rischio di inquinamento od asportazione  dal  suolo  di  composti
chimici; la valutazione  di  qualita'  fisiche  del  suolo  quali  la
lavorabilita', la percorribilita', la erodibilita', la radicabilita',
ecc. 
    2. Principio 
    Il principio fondamentale su cui tutti i metodi si basano  e'  la
misura del potenziale dell'acqua e del relativo contenuto  idrico.  I
valori della ritenzione idrica variano a  seconda  che  questa  venga
misurata durante il processo di prosciugamento o di inumidimento;  il
processo e' quindi isteretico. La funzione di inumidimento  presenta,
a  parita'  di  livello  energetico  (potenziale)  contenuti   idrici
inferiori a quelli presentati dalla funzione di prosciugamento. 
    In  questa  sede  viene   considerata   solo   la   funzione   di
prosciugamento in quanto di piu' frequente interesse pratico. 
    Il principio fisico su cui si basa la cassetta  tensiometrica  e'
dato dal fatto che in un sistema trifase si determina  un  equilibrio
tra le forze agenti sull'unita' di massa idrica. Nelle operazioni  di
laboratorio, la pressione esterna imposta e' negativa (tensione).  Il
processo analitico prevede l'imposizione di una tensione  esterna  su
un  campione  di  suolo   indisturbato,   previamente   inumidito   a
saturazione, fine a che non  si  sia  verificata  una  situazione  di
equilibrio; a questo punto  si  determina  il  contenuto  idrico  che
presenta un potenziale di matrice uguale alla tensione imposta. 
    3. Apparecchiatura 
    1 Cassetta tensiometrica (Fig. 1): e' costituita da una  cassetta
metallica,  di  dimensioni  consigliate  di  40  (profondita')  x  75
(larghezza) x 35 (altezza) cm, che presenta un foro di circa 2 cm  di
diametro sul fondo. La cassetta e' sorretta da un telaio al quale  e'
attaccata un'asta lunga 1 m, graduata in  cm  e  mm.  All'interno  la
cassetta ha un  sistema  drenante,  formato  da  tubi  (di  1  cm  di
diametro) forati (diametro dei fori circa 1,5 mm,  distanziati  di  1
cm), che esce dalla cassetta attraverso il foro sul fondo. Il sistema
drenante e' ricoperto da un tessuto di nylon a  maglia  di  circa  50
micron che impedisce alla sabbia di essere risucchiata nei dreni.  Il
tubo di uscita e' collegato ad un sistema di  livello  (bottiglia  di
Mariotte) che  scorre  sull'asta  graduata.  Il  sistema  di  livello
scarica l'acqua eccedente in una buretta graduata di raccolta. 
    La  cassetta  viene  riempita  da  sabbia  fine  e  limo   grosso
(dimensioni tra 100 e 20 microns,  mineralogicamente  non  carbonati)
fino a ricoprire il sistema drenante per almeno 3 cm. La sabbia ed il
limo grosso devono essere previamente lavati  e  trattati  con  acqua
ossigenata per  eliminare  le  particelle  argillose  e  la  sostanza
organica che nel tempo potrebbe subire trasformazioni in un  ambiente
riducente. 
    Il riempimento viene fatto in  sospensione  leggermente  agitata,
aspirando contemporaneamente l'aria intrappolata sia  nei  dreni  che
sulle particelle. 
    Il sistema di misura del livello deve presentare lo  zero  al  di
sopra  del  livello  della  sabbia  in  corrispondenza   alla   meta'
dell'altezza del campione. Esiste la possibilita' di configurare  una
cassetta tensiometrica che possa raggiungere tensioni fino a -50 kPa. 
Tali strumenti presentano in superficie uno strato di  caolino  dello
spessore   di   circa   5   mm:   cio'   conferisce   una   porosita'
dimensionalmente inferiore a quella data  dalla  sola  sabbia  ed  un
valore di entrata dell'aria superiore a 60 kPa. Il valore di  entrata
dell'aria e' la massima pressione che  i  menischi  idrici  nei  pori
possono sopportare prima di  lasciare  passare  l'aria.  La  tensione
viene imposta con l'ausilio di una pompa a vuoto collegata  al  dreno
della cassetta; la depressione impostata e' controllata da un preciso
sistema di regolazione. 
    3.2 Stufa termostatata in grado di mantenere una  temperatura  di
105 + o - 2 gradi C. 
    3.3 Pesafiltri. 
    3.4 Bilancia analitica con risoluzione minima di 1 mg. 
    3.5 Carta da filtro. 
    3.6 Spatola a lama larga. 
    4. Procedimento 
    La cassetta tensiometrica puo' essere usata per la determinazione
della ritenzione idrica a basse tensioni. Nella configurazione a sola
sabbia possono essere imposte tensioni fino a -10  kPa  (h  =  1  m),
mentre nella configurazione sabbia+caolino possono  essere  raggiunte
tensioni fino a -50 kPa (h = 5 m). 
    4.1 I campioni vengono rastremati con un coltellino sulla base  e
sul tetto in modo da ottenere un volume noto,  uguale  a  quello  del
cilindro contenitore. Alla base puo' essere posta  una  cuffietta  di
tessuto di nylon, previamente pesata, a maglia di 30 micron, in  modo
da non perdere suolo nel movimento del campione.  Il  campione  viene
portato a  saturazione  per  imbibizione  dal  basso  nella  cassetta
tensiometrica e viene pesato. Si pone lo zero dell'asta misuratrice a
meta' dell'altezza del campione: sara' questo il livello  equivalente
alla tensione nulla (saturazione). Le tensioni sono  imposte  facendo
scorrere il sistema di livello lungo l'asta misuratrice, in modo  che
lo sfioratore corrisponda con il dislivello prescelto. In genere sono
imposte tensioni di -1, -2, -5, -8 e -10 kPa (rispettivamente 10, 20,
50, 80 e 100 cm). 
    4.2 Per  ogni  tensione  imposta  si  attende  il  raggiungimento
dell'equilibrio, sempre controllando la buretta di raccolta. Si  pesa
il campione, non senza aver prima pulita  attentamente  la  cuffietta
alla base. Si ottengono in questo modo i pesi umidi  lordi.  Dopo  la
pesata si ripone il campione sulla cassetta e si impone  la  tensione
superiore, raggiungendola con piccoli incrementi. 
    Raggiunta la massima tensione, il campione  puo'  essere  portato
sulla cassetta a sabbia + caolino od essere  immesso  nella  cella  a
pressione e possono essere determinati gli altri punti della curva di
ritenzione. Se cio' non fosse necessario,  il  campione  viene  fatto
asciugare in stufa seguendo la procedura descritta  ai  punti  4.3  e
4.4. 
    Se viene usata la cassetta a sabbia  +  caolino,  le  depressioni
imposte  col  vacuometro  sono  in  genere  -20,  -33   e   -50   kPa
(corrispondenti a -200, -333 e -500 cm). Il trattamento dei  campioni
ed il controllo del raggiunto equilibrio viene effettuato come per la
cassetta a sabbia. 
    3  Raggiunto  l'equilibrio  alla  massima  tensione  scelta,   il
campione viene pesato e, quindi, fatto asciugare in stufa a 105 gradi
C. 
    4.4 Trovato il peso secco lordo si risale a  quello  secco  netto
eliminano le  tare  note  (peso  del  cilindro  e  della  cuffietta);
similmente si risale ai pesi umidi netti dai relativi pesi lordi. 
    5. Espressione dei risultati 
    Si calcolano quindi i vari contenuti idrici, in percentuale di 
peso secco, con la seguente operazione 
    

                           Pnu - Pna
                  θ (Φ)----------------- x 100
                               Pna


    
    dove Pnu e' il peso netto umido; Pna e' il peso netto asciutto  a
105  gradi  C;  θ  (Φ)  e'  il  contenuto  idrico  corrispondente  al
potenziale Φ. 
    6. Note 
    Per  un  corretto  uso  della   cassetta   tensiometrica,   molta
attenzione deve essere posta a  che  il  sistema  drenante,  fino  al
sistema  di  livello,  sia  mantenuto  privo  di  bolle  d'aria   che
potrebbero interrompere il contatto idraulico e  quindi  impedire  il
richiamo imposto dal dislivello.  Nelle  cassette  tensiometriche  si
deve impedire la formazione di muffe e mucillaggini: a  questo  scopo
e' bene smontare la cassetta e lavare la sabbia  e  sterilizzarla  in
forno, con  antifungini  (per  esempio:  dicloropentafenolo  a  bassa
concentrazione, operando  con  la  massima  attenzione  perche'  tali
composti sono pericolosi per l'uomo_), ovvero con  una  soluzione  di
acido borico. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Metodo 5 
DETERMINAZIONE DELLA RITENZIONE IDRICA 
(METODO DELL'APPARATO A PRESSIONE - PIASTRE DI RICHARDS) 
    1. Oggetto e campo di applicazione 
    Descrizione di un metodo per determinare la curva  di  ritenzione
idrica ad alte tensioni  di  un  suolo.  Per  ulteriori  informazioni
inerenti il campo di applicazione vedere il paragrafo 1 del Metodo 4. 
    2. Principio 
    Il principio fondamentale su cui tutti i metodi si basano  e'  la
misura del potenziale dell'acqua e del relativo contenuto  idrico.  I
valori della ritenzione idrica variano a  seconda  che  questa  venga
misurata durante il processo di prosciugamento o di inumidimento;  il
processo e' quindi isteretico. La funzione di inumidimento  presenta,
a  parita'  di  livello  energetico  (potenziale)  contenuti   idrici
inferiori a quelli presentati dalla funzione di prosciugamento. 
    In  questa  sede  viene   considerata   solo   la   funzione   di
prosciugamento in quanto di piu' frequente interesse pratico. 
    Il principio fisico su cui si basa l'apparato a pressione e' dato
dal fatto che in un sistema trifase si determina un equilibrio tra le
forze  agenti  sull'unita'  di  massa  idrica.  Nelle  operazioni  di
laboratorio, la pressione esterna imposta e'  positiva.  Il  processo
analitico prevede  l'imposizione  di  una  pressione  esterna  su  un
campione di suolo indisturbato, previamente inumidito a  saturazione,
fine a che non si sia verificata  una  situazione  di  equilibrio;  a
questo punto  si  determina  il  contenuto  idrico  che  presenta  un
potenziale di matrice uguale  alla  pressione  imposta,  cambiato  il
segno. 
    3. Apparecchiatura 
    3.1 Apparato (o cella) a pressione (apparato di Richards): questa
strumentazione e' costituita  da  una  camera  a  pressione,  da  una
membrana permeabile, da un sistema di regolazione della pressione, da
una sorgente di aria compressa, da un sistema di controllo del flusso
idrico che esce dalla camera a pressione.  La  membrana  puo'  essere
sostituita da piatti di ceramica porosa. 
    La sorgente di aria compressa puo' essere o un compressore od  un
sistema di bombole con gas inerte sotto  pressione.  Si  usa  il  gas
quando  si  vogliano  fare  determinazioni   chimiche   sul   liquido
effluente.  In  ogni  caso  la  sorgente  deve  avere  una  capacita'
sufficiente a soddisfare le  richieste  dell'apparato  e  deve  poter
fornire pressioni superiori a 1600 kPa. 
    Il sistema di regolazione della pressione  deve  essere  tale  da
poter controllare almeno due camere, di cui una per basse ed una  per
alte pressioni: si possono cosi' condurre  piu'  prove  nello  stesso
tempo, riducendo i costi di analisi. Per un sistema  di  questo  tipo
occorre  un  regolatore  di  pressione  generale,  con  un   adeguato
manometro, agente nel campo da 0 a 1800 kPa. Con questo regolatore si
controlla  la  pressione  di  uscita  dal  sistema   fornitore   aria
compressa. A valle di questo si pone un regolatore che serve la  cam-
era per alte pressioni. Il sistema di regolazione prevede  quindi  un
regolatore riduttore (agente da 0 a 300 kPa) posto tra il  precedente
ed uno ad alta precisione che  permette  la  regolazione  di  piccole
pressioni (tra 0 ed 100 kPa.): con quest'ultimo si gestisce la camera
per le basse pressioni. Ogni  regolatore  deve  essere  accoppiato  a
manometri di alta precisione e  sensibilita'.  Per  la  misura  delle
basse pressioni puo' essere usato un manometro a mercurio. 
    Esistono vari tipi di camere a pressione:  celle  fornite  di  un
piatto poroso e celle con membrana di acetato di cellulosa. Le  prime
vengono usate per pressioni fino ad 100 kPa; le seconde fino  a  1600
kPa. La Fig. 1 rappresenta  uno  schema  dell'apparato  per  le  alte
pressioni. 
    Il sistema di  controllo  dell'effluente  e'  costituito  da  una
buretta con calibrazione a 1 mm cubo collegata con un tubicino di ny-
lon al foro di uscita dalla camera. Nella  buretta  si  raccoglie  il
liquido effluente la cui evaporazione viene impedita da  un  velo  di
olio enologico. 
    Si  ricordano   quali   sistemi   devono   essere   usati   nelle
determinazioni, a seconda delle pressioni imposte: 
    pressione inferiore a 20 kPa (200 cm): 
    - camera di pressione resistente almeno fino a 100 kPa; 
    - membrana costituita da un foglio di acetato  di  cellulosa  con
grado di porosita' da 200 a 450 appoggiato su uno  o  due  strati  di
fibra di vetro per facilitare i movimenti laterali  dell'acqua  verso
le connessioni esterne; in alternativa piatto poroso di ceramica  con
valore di entrata dell'aria maggiore a 100 kPa; 
    - sistema di regolatori della  pressione  da  0  a  50  kPa,  con
adeguati manometri; 
    pressione compresa tra 20 e 100 kPa (200 e 1000 cm): 
    - camera a pressione resistente almeno fino a 200 kPa; 
    - piatto di ceramica  porosa  con  valore  di  entrata  dell'aria
superiore a 200 kPa, supportato con un foglio di gomma per consentire
i movimenti laterali dell'acqua verso le connessioni esterne; 
    - sistema di regolatori di  pressione  con  manometri  con  fondo
scala fino a 200 kPa; 
    pressione compresa tra 100 e 1500 kPa (1000 e 1500 cm): 
    camera a pressione resistente fino a 20000 kPa; 
    piatto  di  ceramica  porosa  con  valore  di  entrata  dell'aria
superiore a 15000 kPa o membrana di acetato di cellulosa con similare
valore di entrata dell'aria; 
    sistema di regolatori di pressione con manometri con fondo  scala
fino a 20000 kPa. 
    Il valore di entrata dell'aria e'  la  massima  pressione  che  i
menischi idrici nei pori possono sopportare prima di lasciare passare
l'aria. In ultima analisi dipende dal maggior raggio  presentato  dai
pori. 
    3.2 Stufa termostatata in grado di mantenere una  temperatura  di
105 + o - 2 gradi C. 
    3.3 Pesafiltri. 
    3.4 Bilancia analitica con risoluzione minima di 1 mg. 
    3.5 Carta da filtro. 
    3.6 Spatola a lama larga. 
    4. Procedimento 
    Si usano campioni indisturbati di suolo, prelevati  con  cilindri
metallici (acciaio), previamente pesati e numerati, di diametro tra 6
e 10 cm ed altezza da 3 a 4 cm. I volumi variano quindi tra 85 e  315
cm cubi. Si sconsigliano campioni di dimensioni  inferiori  o  troppo
superiori perche' i primi appaiono poco rappresentativi delle  unita'
strutturali che li compongono; quelli superiori  possono  rendere  le
misure troppo lunghe: la durata delle misure puo' essere  stimata  in
un numero di giorni uguale al valore del  quadrato  dell'altezza  del
campione, espressa in cm. 
    Si seguono le seguenti operazioni. 
    4.1 I campioni vengono rastremati con un coltellino sulla base  e
sul tetto in modo da ottenere un volume noto,  uguale  a  quello  del
cilindro contenitore. Alla base puo' essere posta  una  cuffietta  di
tessuto di nylon, previamente pesata, a maglia di 30 micron, in  modo
da non perdere suolo nel movimento del campione. 
    4.2 Il piatto poroso o la membrana di cellulosa  sono  portati  a
saturazione; su di essi si versa un passante limoso a 53  micron  per
un'altezza di circa 1/2 mm:  tale  artificio  manterra'  il  contatto
idraulico  tra  campione  e  piatto  o  membrana,   senza   aumentare
l'impedenza al flusso. 
    4.3 Il campione viene portato a saturazione per  imbibizione  dal
basso sopra il piatto poroso e viene pesato. Per la  saturazione  del
campione e' consigliabile utilizzare una soluzione di CaSO4 0,005  M,
in quanto l'acqua potrebbe  causare  la  dispersione  delle  argille,
specialmente se queste sono  rigonfiabili  o  sodiche.  La  prova  si
ripete fino a quando il peso  non  rimane  pressoche'  costante.  Nel
trattamento si deve asciugare  la  superficie  esterna  del  cilindro
contenitore e la cuffietta alla base deve essere pulita  attentamente
dalle particelle di limo che possono esservi attaccate. 
    4.4 Una volta raggiunta la  saturazione  si  iniziano  le  misure
applicando via via pressioni maggiori. Per  ogni  pressione  si  deve
raggiungere l'equilibrio nel campione, cosa che viene rilevata  dalla
costanza di lettura dell'efflusso raccolto nella buretta graduata. Ad
equilibrio raggiunto si scarica la pressione, si apre la cella  e  si
pesa il  campione,  non  senza  aver  prima  pulita  attentamente  la
cuffietta alla base. Si ottengono in questo modo i pesi umidi  lordi.
Dopo la pesata si ripone il campione nella cella, avendo bagnato  con
alcune gocce d'acqua lo straterello di limo in modo da ristabilire il
contatto idraulico tra piatto poroso e campione. Chiusa la  cella  si
impone la pressione superiore, raggiungendola con piccoli incrementi. 
Una rapida imposizione della pressione superiore  puo'  recare  danni
alla membrana di cellulosa, imponendo una sua sostituzione. 
    Si consiglia di applicare le seguenti pressioni: 5, 10,  33,  50,
100, 200, 500, 1000 e 1500 kPa. In questo modo e' possibile  ottenere
una accurata curva di ritenzione in tempi ragionevolmente brevi. 
    4.5 Raggiunto l'equilibrio  alla  massima  pressione  scelta,  il
campione viene pesato e, quindi, fatto asciugare in stufa a 105 gradi
C. 
    4.6 Trovato il peso secco lordo si risale a  quello  secco  netto
eliminano le  tare  note  (peso  del  cilindro  e  della  cuffietta);
similmente si risale ai pesi umidi netti dai relativi pesi lordi. 
    5. Espressione dei risultati 
    Si calcolano quindi i vari contenuti idrici, in percentuale di 
peso secco, con la seguente operazione 
    

                           Pnu - Pna
                 θ (Φ)-----------------x 100
                              Pna
         
    
    dove Pnu e' il peso netto umido; Pna e' il peso netto asciutto  a
105  gradi  C;  θ  (Φ)  e'  il  contenuto  idrico  corrispondente  al
potenziale Φ. 
    6. Note 
    Gli apparati descritti dovrebbero essere sistemati in un ambiente
termostatizzato, tenuto a temperatura intorno  a  20  gradi  C.  Tale
ambiente impedisce che variazioni di temperatura  durante  le  misure
causino variazioni di densita' e  tensione  superficiale  dell'acqua,
falsando in questo  modo  le  misure.  Per  la  determinazione  delle
ritenzioni a basse tensioni e'  preferibile  utilizzare  le  cassette
tensiometriche (Metodo 4). La tensione imposta non varia  al  variare
della pressione atmosferica, cosa che invece influisce  sulle  misure
agli stessi potenziali,  effettuate  nelle  celle  a  pressione.  Per
queste  la  pressione  di  riferimento  e'  quella  atmosferica.   Le
variazioni  barometriche  influiscono  notevolmente,  soprattutto  se
rapide  e  frequenti  nel  tempo,  rendendo  impossibile  una  sicura
definizione del punto d'equilibrio. Cio' puo' essere  trascurato  una
volta che si determinino ritenzioni a potenziali inferiori a -10 kPa. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Metodo 6 
DETERMINAZIONE DELLA CONDUCIBILITA' IDRAULICA DEL SUOLO SATURO 
(METODO A PRESSIONE COSTANTE) 
    1. Oggetto e campo di applicazione 
    Descrizione  di  un  metodo  per  determinare  la  conducibilita'
idraulica  di  un  campione   di   suolo   saturo.   Condizione   per
l'applicabilita' di questo metodo e' che il flusso d'acqua attraverso
un  mezzo  poroso  quale  il   suolo   sia   di   tipo   laminare   e
unidimensionale. La conducibilita' idraulica di un  materiale  poroso
generalmente  diminuisce  con  l'aumento  dell'aria  nei   pori   del
materiale per cui questo  metodo  si  applica  al  suolo  saturo  non
contenente virtualmente aria. La permeazione del suolo  saturo  viene
fatta con acqua, ma possono essere usati altri liquidi adottando pro-
cedure simili a quella di seguito  descritta  che  contempla  appunto
l'uso dell'acqua. 
    2. Principio 
    Il metodo si basa sull'applicazione della equazione di  Darcy  ad
una colonna a sezione costante di terreno saturo. Una  differenza  di
pressione costante creata e mantenuta sulla colonna di terreno genera
un flusso stazionario di acqua che  viene  misurato.  I  campioni  di
suolo indisturbati,  saturati  per  capillarita'  mediante  letto  di
sabbia, vengono posti in mezzo a due particolari imbuti in  modo  che
il flusso dell'acqua avvenga dal basso.  Mediante  la  determinazione
della quantita' di acqua  che  fuoriesce  dall'imbuto  superiore  per
unita' di tempo attraverso la superficie del  campione  e'  possibile
calcolare la conducibilita' idraulica in terreno saturo. 
    3. Apparecchiatura 
    3.1 Campionatori cilindrici in metallo. 
    3.2 Permeametro a carico costante. 
    4. Procedimento 
    4.1 Campionamento - Le  misure  di  conducibilita'  idraulica  in
laboratorio vanno  eseguile  su  campioni  di  terreno  contenuti  in
cilindri di dimensioni note.  Il  campione  puo'  essere  di  terreno
naturale (campione indisturbato) oppure di terreno rimaneggiato.  Nel
caso si vogliano valori di conducibilita'  idraulica  rappresentativi
del terreno in situ, i campioni devono essere prelevati  indisturbati
ed in numero appropriato. Per la metodica di prelievo  si  richiamano
alcune norme basilari. Vanno usati anelli cilindrici indeformabili, a
pareti comunque sottili, con la  circonferenza  basale  tagliente.  I
cilindri piu' usati sono gli anelli di Kopecky (in acciaio, 50 mm  di
diametro, 51 mm di altezza,  spessore  della  parete  1,5  mm;  altre
misure comunemente usate sono 57 mm di diametro e 95 mm di  altezza).
Essi vengono premuti nel terreno  evitando  il  costipamento.  Se  il
terreno e' secco ed offre molta resistenza, si puo' usare un martello
di gomma ed  una  tavoletta  di  legno,  interposta  tra  esso  e  il
cilindretto.  Per  campionamenti  verticali  a  profondita'   diverse
occorre prima scavare  una  buca  fino  alla  profondita'  di  inizio
campionamento, indi si posizionera' l'anello su questa  superficie  e
si prelevera' il campione. Talvolta il  prelievo  puo'  essere  fatto
sulle pareti verticali della buca, per  ottenere  una  conducibilita'
orizzontale  del  terreno.  In  entrambi  i  casi,  quando  il  bordo
superiore dell'anello risulta a livello della superficie della  quale
si vuole prelevare il campione, con una zappa si  preleva  una  zolla
contenente l'anello, e piu'  spessa  di  esso,  avendo  cura  di  non
disturbare il  campione.  Si  rimuove  delicatamente  il  terreno  in
eccesso attorno all'anello  e  si  taglia  la  parte  basale.  Se  il
campionamento avviene al di sotto del livello di falda si deve  usare
un  apposito  attrezzo  campionatore  in  un   foro   precedentemente
preparato con una trivella. 
    4.2 L'apparecchiatura di misura schematizzata in Fig. 1  consiste
essenzialmente di un sifone che fornisce l'acqua al  di  sopra  della
superficie superiore dei campioni.  Viene  stabilito  un  livello  di
troppo pieno  all'altezza  necessaria  per  mantenere  il  valore  di
pressione vuoto sul campione, oltre  al  quale  l'acqua  fornita  dal
sifone viene raccolta in  un  recipiente,  e  da  qui  riciclata  nel
sifone. I campioni da misurare poggiano su di  una  griglia.  Ciascun
campione e' corredato da una buretta per  la  misura  del  volume  di
acqua passata attraverso di esso in un intervallo di tempo t. Coprire
la parte basale del campione con un tessuto a maglie fitte,  in  modo
da trattenere il terreno contenuto nel cilindro ma da non  avere  una
conducibilita'  idraulica  inferiore  a  quella  del  terreno  e   da
costituire una interferenza alla misura  (una  calza  di  nylon  puo'
andare bene). Posizionare in un vassoio  a  bordi  alti  i  campioni,
poggiando sul fondo la base coperta, mettere  acqua  lentamente  fino
poco al di  sotto  del  bordo  superiore  del  campione.  Lasciare  i
campioni a saturare per almeno dodici ore, o fino a che  si  veda  la
superficie superiore bagnata. Su questa appoggiare un disco di  carta
da filtro. Al di  sopra  di  ogni  cilindro  contenente  il  campione
sigillare con nastro adesivo impermeabile un altro anello  cilindrico
e su questo versare acqua lentamente fino a raggiungere un livello di
circa i due terzi dell'altezza. Aiutandosi con una spatola trasferire
il campione sulla  griglia  ed  applicare  il  sifone  per  mantenere
costante la colonna di acqua sul campione.  Iniziare  la  misura  del
volume di acqua passata al di sotto  del  campione  dopo  che  si  e'
stabilizzato il tutto, e per un tempo  t  sufficiente  ad  avere  una
quantita' di liquido  apprezzabile.  Quando  si  e'  eseguita  questa
misura, si possono muovere i campioni, togliere l'acqua  in  eccesso,
togliere  l'anello  al  di  sopra  di  ciascun  campione  pesarlo   e
determinare, con il metodo termo-gravimetrico, il  contenuto  d'acqua
e, successivamente, la massa volumica apparente. 
    5. Espressione dei risultati 
    La conducibilita' idraulica (Ks) e' data da: 
                     Ks (cm/s) = VL/At(H2 -H1 ) 
    dove V (cm cubi) e' il volume di acqua passata nell'intervallo di
tempo t (s) attraverso la sezione di area A (cm quadrati)  quando  la
differenza di pressione applicata tra  le  due  basi  dell'anello  di
lunghezza L (cm) e' (H2 - H1) (cm). 
    6. Note 
    Problemi con questo metodo possono essere le bolle d'aria che  si
formano  nell'acqua  anche  se  essa  era  disaerata  all'inizio.  La
presenza di gas disciolti nell'acqua di rubinetto,  altre  variazioni
dovute all'attivita' microbica o alla presenza di Na e la presenza di
vie preferenziali quali canalicoli prodotti dalla fauna  terricola  o
dalle radici possono produrre variazioni e alterazioni di Ks. A  meno
che vi siano obbligati  motivi  per  scegliere  altre  soluzioni,  il
fluido  piu'  idoneo  consigliabile  potrebbe  essere  una  soluzione
deareata 0,005 M di CaSO4 saturata con timol. Il  metodo  del  carico
costane non  e'  molto  preciso  per  misurare  basse  conducibilita'
idrauliche. Per Ks < 10 (elev.) -5  cm/s  e'  piu'  consigliabile  il
metodo a perdita di carico (Metodo 7). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Metodo 7 
DETERMINAZIONE DELLA CONDUCIBILITA' IDRAULICA DEL SUOLO SATURO 
(METODO DELLA PERDITA DI CARICO) 
    1. Oggetto e campo di applicazione 
    Descrizione  di  un  metodo  per  determinare  la  conducibilita'
idraulica  di  un  campione   di   suolo   saturo.   Condizione   per
l'applicabilita' di questo metodo e' che il flusso d'acqua attraverso
un  mezzo  poroso  quale  il   suolo   sia   di   tipo   laminare   e
unidimensionale. La conducibilita' idraulica di un  materiale  poroso
generalmente  diminuisce  con  l'aumento  dell'aria  nei   pori   del
materiale per cui questo  metodo  si  applica  al  suolo  saturo  non
contenente virtualmente aria. La permeazione del suolo  saturo  viene
fatta con acqua, ma possono essere usati altri liquidi adottando pro-
cedure simili a quella di seguito  descritta  che  contempla  appunto
l'uso dell'acqua. 
    2. Principio 
    Il metodo si basa sull'applicazione della equazione di  Darcy  ad
una colonna a sezione costante di terreno saturo. Una  differenza  di
pressione costante creata e mantenuta sulla colonna di terreno genera
un flusso stazionario di acqua che  viene  misurato.  I  campioni  di
suolo indisturbati,  saturati  per  capillarita'  mediante  letto  di
sabbia, vengono posti in mezzo a due particolari imbuti in  modo  che
il flusso dell'acqua avvenga dal basso.  Mediante  la  determinazione
della quantita' di acqua  che  fuoriesce  dall'imbuto  superiore  per
unita' di tempo attraverso la superficie del  campione  e'  possibile
calcolare la conducibilita' idraulica in terreno saturo. 
    3. Apparecchiatura 
    3.1 Campionatori cilindrici in metallo. 
    3.2 Permeametro a carico variabile. 
    4. Procedimento 
    4.1 Campionamento - Seguire la  stessa  procedura  descritta  nel
Metodo 5. 
    4.2 L'apparecchiatura di misura puo' essere di diverse tipologie.
Ad esempio, in  Fig.  1  e'  riportato  lo  schema  di  una  semplice
attrezzatura. In essa il campione di  terreno  viene  posto  tra  due
piastre porose (a conducibilita' idraulica  piu'  elevata  di  quella
presunta del terreno). La piastra inferiore collega  il  campione  ad
una buretta, che consente di fornire acqua, e  nella  quale  si  puo'
misurare la pressione (o carico) applicata. Il diametro della buretta
deve essere scelto in modo che i tempi di  misura  di  variazione  di
pressione non siano troppo lunghi: un tempo ottimale  e'  nell'ordine
delle decine di minuti. La piastra superiore  permette  di  eliminare
l'acqua in eccesso. Una  bottiglia  di  Mariotte  fornisce  acqua  al
sistema attraverso una valvola a tre vie. Il procedimento  di  misura
consiste nel coprire la sezione basale del cilindretto contenente  il
campione di terreno con una garza trattenuta da un elastico, nel fare
saturare il campione in acqua  come  indicato  nello  schema.  Quando
l'acqua al di sopra  del  campione  raggiunge  l'equilibrio,  l'acqua
viene tolta dalla superficie del campione, cio' causa una  differenza
di pressione e quindi un flusso verso l'alto attraverso il  campione.
Si riduce pertanto il carico iniziale ed anche il flusso.  La  misura
della velocita della perdita di carico H1-H2 portano alla stima della
conducibilita' idraulica. Importante per tale metodo e' la scelta del
diametro dell'indicatore di livello graduato che deve essere fatto in
relazione al presunto valore della conducibilita' idraulica. 
Nella pratica si sceglie tale valore variabile tra 0,2 e 2 cm. Questo
metodo, come quello del carico costante, consente,  alla  fine  della
misura della conducibilita' idraulica, di ottenere  anche  il  valore
del contenuto idrico e della massa volumica apparente. 
    5. Espressione dei risultati 
    La variazione nel tempo (t)  di  volume  d'acqua  (V)  che  passa
attraverso un campione sottoposto ad un carico H e' data da: 
                         dV/dt = - Ks (H/L) 
    ove L, e' la lunghezza del campione e  Ks  e'  la  conducibilita'
idraulica. Se viene utilizzato un  sistema  di  misura  di  Ks,  come
schematizzato in Fig. 1, dV puo' essere sostituito da a dH, dove a e'
la  sezione  della   colonnina   graduata.   Integrando   l'equazione
precedente tra t1, H1 e t2, H2 e risolvendo per K ssi ha: 
                      Ks= (aL/At)(1n H1 / H2 ) 
    con A sezione del campione. 
    6. Note 
    Problemi con questo metodo possono essere le bolle d'aria che  si
formano  nell'acqua  anche  se  essa  era  disaerata  all'inizio.  La
presenza di gas disciolti nell'acqua di rubinetto,  altre  variazioni
dovute all'attivita' microbica o alla presenza di Na e la presenza di
vie preferenziali quali canalicoli prodotti dalla fauna  terricola  o
dalle radici possono produrre variazioni e alterazioni di Ks. A  meno
che vi siano obbligati  motivi  per  scegliere  altre  soluzioni,  il
fluido  piu'  idoneo  consigliabile  potrebbe  essere  una  soluzione
deareata 0,005 M di CaSO4 saturata  con  timol.  Per  misurare  basse
conducibilita' idrauliche (Ks < 10 (elev.) -5 cm/s) questo metodo  e'
piu' consigliabile del metodo a pressione costante (Metodo 6). 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Metodo 8 
DETERMINAZIONE DELLA MISURA DEL LIVELLO DELLA FALDA 
    1. Oggetto e campo di applicazione 
    Descrizione di un metodo per la misura del livello  della  falda.
La conoscenza delle condizioni della falda puo' essere utile in studi
preparatori per il drenaggio,  in  studi  per  la  valutazione  della
sensibilita' delle aree ed anche  per  il  controllo  delle  qualita'
delle acque sotterranee. 
    2. Principio 
    La profondita' di falda  freatica  ipodermica  viene  determinata
tramite la misura diretta del livello dell'acqua libera e a pressione
atmosferica all'interno del terreno. 
    3. Apparecchiatura 
    3.1 Trivelle. 
    3.2 Piezometri e/o freatimetri. - I piezometri e freatimetri sono
costituiti da tubi rigidi (es. PVC) di diametro  superiore  a  3  cm,
aperti alle estremita';  la  lunghezza  deve  essere  tale  da  poter
raggiungere il livello piu' profondo atteso per la falda (Fig. 1). Se
gli ultimi 50 cm circa  di  tubo  vengono  perforati  si  definiscono
freatimetri. 
    4. Procedimento 
    4.1 Installazione dei piezometri e/o freatimetri. 
    I piezometri e/o freatimetri vengono  collocati  nel  terreno  in
fori preventivamente praticati con trivelle di  diametro  leggermente
maggiore a quello del freatimetro. Lo spazio rimasto tra il terreno e
il tubo viene riempito con sabbia grossa.  Al  fine  di  evitare  che
l'acqua si infiltri dalla superficie  lungo  le  pareti  esterne  del
freatimetro, che sporgono di qualche decina di centimetri dal livello
del terreno occorre sigillare  il  tubo  al  contatto  con  la  parte
sommitale del terreno. La sua  estremita'  superiore,  infine,  viene
protetta con un tappo per impedire  l'ingresso  ad  acqua  piovana  o
irrigua, forato per consentire all'aria intrappolata di uscire. 
    4.2 Misure 
    4.2.1 Misura manuale. 
    La misura della profondita' della falda  puo'  essere  effettuata
manualmente con un metro a  nastro  metallico,  alla  estremita'  del
quale sia collegato un peso, un galleggiante o una  campanella  (Fig.
2). 
    4.2.2 Misura mediante indicatore elettrico. 
    La misura della profondita' della falda  puo'  essere  effettuata
mediante un conduttore bipolare collegato ad un nastro metrico tra  i
cui terminali liberi  si  chiuda  un  circuito  al  contatto  con  la
superficie liquida; il momento (ed il livello) in cui  si  chiude  il
circuito viene determinato mediante un  semplice  circuito  elettrico
costituito da una batteria ed un rilevatore di corrente (Fig. 2).  Un
ulteriore metodo di misura del livello della falda  e'  basato  sulla
misura della pressione della colonna d'acqua su di un  sensore  (Fig.
2). Naturalmente la pressione esercitata dipende sia dalla  quantita'
di acqua che dalla sua massa volumica,  che  dalla  accelerazione  di
gravita'. Essendo quest'ultima  costante  in  presenza  della  stessa
composizione del  liquido,  la  misura  dipende  effettivamente  solo
dall'altezza della colonna d'acqua. La lettura del livello  superiore
della falda va fatto rispetto ad un punto fisso di riferimento. 
    4.3 Registrazione delle misure. 
    Esistono diverse possibilita'  di  registrare  le  variazioni  di
livello della falda, ad esempio mediante collegamento  meccanico  con
un pennino che lasci una traccia su una striscia di carta posta su di
un tamburo ad orologeria, analogamente al meccanismo  utilizzato  per
la strumentazione meteorologica. Per quanto riguarda  i  sensori  del
punto 4.2.2, essi danno  in  uscita  un  segnale  elettrico,  e  sono
percio' tali da poter essere collegati ad un data-logger  per  misure
in continuo. 
    5. Rete di rilevamento dati di falde 
    Una rete di punti di rilevamento di livello di falda e della  sua
variazione nel tempo consente di stabilire  la  configurazione  della
superficie di falda, la  direzione  del  movimento  dell'acqua  e  la
localizzazione delle aree di ricarica e di svuotamento della falda. I
punti di rilevamento per una  osservazione  ottimale,  devono  essere
scelti in maniera tale da conciliare il massimo dell'informazione con
il minimo dei costi sia di installazione che di manutenzione.  A  tal
fine si possono utilizzare alcuni criteri di scelta che consentano un
utile compromesso. Di seguito si riportano alcuni  dei  criteri  piu'
diffusi per la scelta del sito di misura. I punti di rilevamento sono
consigliati: 
    1) nelle aree caratterizzate da falde superficiali (1 o 2 m sotto
la superficie del terreno) o  con  previste  notevoli  variazioni  di
livello di falda; 
    2) lungo e perpendicolarmente alle linee di flusso dell'acqua  di
falda. 
    Per quanto riguarda la densita' dei punti di rilevamento, non  ci
sono  regole  fisse  in  quanto  molto   dipende   dalle   condizioni
geologiche, topografiche  ed  idrologiche  della  zona  da  studiare,
nonche' dal tipo di indagine da effettuare. La seguente  tabella  da'
un criterio di massima per aree superiori ai 100 ha: 
 
    
---------------------------------------------------------------
        Superficie            |         Numero di osservazioni
---------------------------------------------------------------
                              |
                100 ha        |                 20
               1000 ha        |                 40
              10000 ha        |                100
             100000 ha        |                300
---------------------------------------------------------------
    
    Tale criterio, solo indicativo, vale per zone molto uniformi.  E'
ovvio che i punti di osservazione andranno infittiti ad esempio nelle
zone di ricarica della falda o nel caso di uso agrario del territorio
per indagini relative a lavori di drenaggio, ecc. 
 
    6. Espressione dei risultati 
    Tutte le misure di livello di falda vanno riferite  ad  un  piano
quotato (piano di riferimento) ma possono  sempre  essere  convertite
in: 
    - profondita' dalla superficie del terreno; 
    - quota al di sopra (o al di sotto) del livello del mare. 
    7. Note 
    La frequenza delle misure di livello dipende dal tipo di uso  dei
dati. Per un'indagine territoriale una  lettura  ogni  due  settimane
puo' essere ottimale, mentre per seguire un  bilancio  idrico  di  un
terreno e' consigliabile ogni settimana. Per indagini  diverse  quali
prelievo  di  acqua  per  analisi  o  per  misurare   caratteristiche
idrologiche del terreno come la conducibilita' idraulica,  il  fronte
di avanzamento  della  percolazione,  ecc.  occorrera'  infittire  le
misure  fino  ad  arrivare  a  misure  orarie  o  continue   mediante
automatismi dei quali si e' accennato nel paragrafo 4. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico