(all. 1 - art. 1)
                                                           ALLEGATO I
                             ALLEGATO I
            RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
1.    DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
CRIXIVAN 200 mg
2.    COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Le capsule di CRIXIVAN 200 mg contengono 250 mg di indinavir solfato,
che corrispondono a 200 mg di indinavir.
3.    FORMA FARMACEUTICA
Capsule.
4.    INFORMAZIONI CLINICHE
4.1   Indicazioni terapeutiche
CRIXIVAN  e'  indicato  per  il  trattamento  di  pazienti adulti con
infezione HIV-1, che presentano immunodeficienza in fase  avanzata  o
progressiva,    in    associazione    con    analoghi    nucleosidici
antiretrovirali.
L'associazione    con     zidovudina,     zidovudina/didanosina     e
zidovudina/lamivudina  riduce la carica virale nel siero e aumenta la
conta delle cellule CD4. Un'analisi  preliminare  di  studi  iniziali
ancora  in  corso  indica  che  l'indinavir rallenta il decorso della
malattia. Sono in corso  studi  clinici  per  confermare  i  benefici
clinici dell'indinavir.
Vedere la sezione 5.1 per i risultati di farmacodinamica.
4.2   Posologia e modo di somministrazione
Il dosaggio raccomandato di CRIXIVAN e' 800 mg per os ogni 8 ore.
CRIXIVAN   deve   essere  usato  in  associazione  con  altri  agenti
antiretrovirali (ad es., analoghi nucleosidici).
Le capsule devono essere ingerite intere.
Dal momento che CRIXIVAN deve essere assunto ad intervalli di 8  ore,
e'  opportuno  stabilire  uno  schema  di dosaggio conveniente per il
paziente. Per un assorbimento ottimale  del  farmaco,  CRIXIVAN  deve
essere  somministrato  a digiuno con acqua 1 ora prima o 2 ore dopo i
pasti. In alternativa, CRIXIVAN  puo'  essere  somministrato  con  un
pasto leggero a basso contenuto di grassi.
Per  assicurare una adeguata idratazione, si raccomanda che nell'arco
delle 24 ore il paziente beva almeno 1,5 litri di liquidi.
A causa di un aumento delle concentrazioni plasmatiche di  indinavir,
quando  somministrato in concomitanza con ketoconazolo, e' necessario
ridurre il dosaggio di CRIXIVAN a 600 mg ogni 8 ore.
In  pazienti  con  insufficienza  epatica  lieve-moderata  dovuta   a
cirrosi,  il dosaggio di CRIXIVAN deve essere ridotto a 600 mg ogni 8
ore.
Il  trattamento  medico  di  pazienti  con  uno  o  piu'  episodi  di
nefrolitiasi  deve  prevedere  un adeguato apporto idrico e tenere in
considerazione un'eventuale riduzione del dosaggio a 600  mg  ogni  8
ore.  Sebbene  sia  possibile che questo dosaggio sia associato ad un
piu' basso rischio di nefrolitiasi, esso puo' anche essere  associato
ad  una  riduzione  della  attivita'  antiretrovirale  di  indinavir.
Pertanto, i  potenziali  rischi  e  benefici  di  una  riduzione  del
dosaggio devono essere attentamente valutati. Vedere anche la Sezione
5.1.
4.3   Controindicazioni
Ipersensibilita'    clinicamente    significativa   verso   qualsiasi
componente di questo prodotto.
Indinavir non deve essere somministrato in concomitanza a farmaci con
un basso indice terapeutico e  che  sono  substrati  del  CYP3A4.  La
somministrazione    concomitante   puo'   determinare   un'inibizione
competitiva  del  metabolismo  di  questi   farmaci   e   genera   la
potenzialita'  che  si  verifichino eventi indesiderati gravi e/o che
mettono in pericolo la vita del paziente quali aritmie cardiache  (ad
es.,  terfenadina,  astemizolo,  cisapride),  sedazione  prolungata o
depressione respiratoria (ad es., alprazolam, triazolam e midazolam).
4.4   Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego
Manifestazioni di nefrolitiasi, comprendenti dolore al fianco  con  o
senza  ematuria  (anche  ematuria microscopica), sono stati riportati
nel  2,6%  dei  pazienti  (55  su  2077)  che  ricevevano   la   dose
raccomandata di CRIXIVAN (2,4 g/die) e nel 7% dei pazienti (7 su 100)
che  ricevono  CRIXIVAN  a  dosaggi giornalieri superiori a 2,4 g. Si
raccomanda  un  adeguato  apporto  idrico  in  tutti  i  pazienti  in
trattamento    con    CRIXIVAN    (vedere   Posologia   e   modo   di
somministrazione).
In pazienti  con  insufficienza  epatica  lieve-moderata  causata  da
cirrosi puo' essere necessaria una riduzione del dosaggio di CRIXIVAN
in  considerazione  del  ridotto  metabolismo  dell'indinavir (vedere
Posologia e modo di  somministrazione).  Pazienti  con  insufficienza
epatica  grave  non sono stati studiati. In assenza di tali studi, e'
opportuno agire con cautela, in quanto puo'  verificarsi  un  aumento
dei livelli di indinavir.
La sicurezza in pazienti con funzione renale compromessa non e' stata
valutata;  tuttavia,  meno  del 20% di indinavir viene escreto con le
urine, sia come farmaco immodificato o in forma di metaboliti.
Negli studi clinici, la maggior parte  dei  pazienti  valutati  erano
uomini di razza caucasica.
La sicurezza e l'efficacia nei bambini non sono state dimostrate.
Pazienti  trattati  con  rifampicina,  rifabutina  o cronicamente con
aciclovir sono stati esclusi dalla sperimentazione clinica. Tuttavia,
i pazienti trattati in modo discontinuo con aciclovir non sono  stati
esclusi dagli studi clinici.
Ogni  capsula  contiene  74 mg di lattosio (anidro). E' probabile che
questa quantita' sia insufficiente per indurre sintomi  specifici  di
intolleranza.
Sono   stati   riportati   casi  di  aumento  di  episodi  emorragici
comprendenti ematomi cutanei ed emartro spontanei in pazienti affetti
da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della  proteasi.  In
alcuni  pazienti  si  e'  reso  necessario  un incremento di dose del
fattore VIII. In  piu'  della  meta'  dei  casi  riportati  e'  stato
possibile  continuare  il  trattamento con inibitori della proteasi o
riprenderlo nel caso sia stato interrotto. E'  stata  ipotizzata  una
relazione  causale,  sebbene  non  sia  stato  chiarito il meccanismo
d'azione. I pazienti emofilici devono pertanto essere informati circa
la possibilita' di un aumento di tali episodi emorragici.
4.5    Interazioni con altri medicinali e  interazioni  di  qualsiasi
     altro genere
Sono  stati  eseguiti  studi specifici sull'interazione farmacologica
tra    indinavir    ed    i     seguenti     farmaci:     zidovudina,
zidovudina/lamivudina,    stavudina,    trimetoprim/sulfametossazolo,
fluconazolo, isoniazide, claritromicina, chinidina, cimetidina, e  un
contraccettivo orale (noretindrone/etinilestradiolo 1/35). Con questi
farmaci  non  sono  state osservate interazioni di rilevanza clinica.
Interazioni clinicamente  significative  con  altri  farmaci  vengono
descritte in seguito.
Rifabutina
E'   stata   osservata  una  interazione  farmacologica  clinicamente
significativa con la rifabutina. La somministrazione di indinavir  al
dosaggio  di  800  mg ogni 8 ore con rifabutina al dosaggio di 300 mg
una volta al giorno per 10 giorni ha determinato una diminuzione  del
34% dell'AUC ed una diminuzione del 25% della Cmax dell'indinavir. Al
contrario,  la AUC e la Cmax della rifabutina sono aumentate di circa
il  173%  e  del  134%  rispettivamente,  il  che   rappresenta   una
interazione   clinicamente   significativa.   Questo   aumento  delle
concentrazioni  plasmatiche   della   rifabutina   e'   probabilmente
correlato  alla  inibizione, da parte dell'indinavir, del metabolismo
della rifabutina mediato dal CYP3A4. Quando  indinavir  e  rifabutina
vengono  somministrati  in  concomitanza,  e' necessario dimezzare il
dosaggio standard della rifabutina.
Ketoconazolo
La somministrazione di una dose di 400 mg di ketoconazolo, un potente
inibitore del CYP3A4,  con  una  dose  di  400  mg  di  indinavir  ha
determinato  un aumento del 62% dell'AUC dell'indinavir, clinicamente
rilevante, e un aumento del 14%  della  Cmax  dell'indinavir.  Quando
indinavir  e ketoconazolo vengono somministrati in concomitanza, deve
essere considerata una riduzione del dosaggio di indinavir a  600  mg
ogni 8 ore.
Rifampicina
Non  sono  ancora disponibili i dati farmacocinetici di uno studio di
interazione con rifampicina. Poiche' la  rifampicina  e'  un  potente
induttore  del  CYP3A4  e  potrebbe  far  diminuire  marcatamente  la
concentrazione   plasmatica   di   indinavir,   la   somministrazione
contemporanea di CRIXIVAN e rifampicina va evitata.
Altro
Uno  studio  sull'interazione  farmacologica tra indinavir e metadone
non e' stato  effettuato.  L'uso  concomitante  puo'  determinare  un
aumento  delle  concentrazioni plasmatiche del metadone. La rilevanza
clinica di questo dato non e' nota.
Uno studio regolamentare sull'interazione farmacologica tra indinavir
e itraconazolo non e' stato effettuato. Poiche' l'itraconazolo e'  un
potente inibitore del CYP3A4, l'uso concomitante potrebbe determinare
aumenti  clinicamente  significativi delle concentrazioni plasmatiche
di indinavir.
L'uso concomitante di altri farmaci induttori del  CYP3A4,  quali  il
fenobarbitale,  la fenitoina, il desametazone e la carbamezepina puo'
ridurre le concentrazioni plasmatiche di indinavir.
L'efficacia e la sicurezza dell'indinavir in associazione  con  altri
inibitori  della proteasi non sono state dimostrate. E' probabile che
la somministrazione concomitante con il ritonavir  determini  aumenti
significativi delle concentrazioni plasmatiche dell'indinavir.
Non  e'  stato  eseguito  uno  studio  regolamentare  di  interazione
farmacologica tra indinavir e didanosina. Tuttavia, e' possibile  che
sia  necessario  un  pH  gastrico  normale (acido) per l'assorbimento
ottimale di indinavir; l'acido d'altro canto degrada  rapidamente  la
didanosina,  la quale e' formulata con sostanze tampone che aumentano
il pH. Indinavir e didanosina devono essere somministrati ad almeno 1
ora di distanza l'uno dall'altra,  a  stomaco  vuoto  (consultare  la
scheda  tecnica  della didanosina). In uno studio clinico l'attivita'
antiretrovirale e' risultata inalterata quando la didanosina e' stata
somministrata tre ore dopo il trattamento con indinavir.
Per un assorbimento ottimale, indinavir deve essere somministrato con
acqua 1 ora prima o 2 ore dopo i pasti. In alternativa indinavir puo'
essere assunto con un pasto leggero, a  basso  contenuto  di  grassi.
L'assorbimento  di  indinavir  e'  ridotto  quando  il  farmaco viene
assunto con pasti ad elevato contenuto calorico, lipidico o proteico.
4.6   Uso durante la gravidanza e l'allattamento
Uso in gravidanza
CRIXIVAN non e' stato studiato in donne in gravidanza. Fino a  quando
non  saranno  disponibili  ulteriori dati, CRIXIVAN deve essere usato
durante la gravidanza solo se i potenziali benefici  giustificano  il
rischio potenziale per il feto.
Durante    il    trattamento   con   CRIXIVAN   si   e'   manifestata
iperbilirubinemia, soprattutto come bilirubina indiretta, nel 10% dei
pazienti trattati con indinavir. Poiche' non e' noto  se  l'indinavir
peggiorera'   l'iperbilirubinemia   fisiologica   nei   neonati,   e'
necessaria  un'accurata  valutazione   sull'opportunita'   di   usare
CRIXIVAN  in donne in gravidanza al momento del parto (vedere Effetti
indesiderati).
Studi di tossicita' sullo sviluppo effettuati in ratti e in  conigli,
a  dosaggi simili o di poco piu' elevati rispetto a quelli utilizzati
nell'uomo non hanno mostrato evidenze di teratogenicita'.  Nel  ratto
non sono state osservate alterazioni esterne o viscerali correlate al
trattamento.   Nel   ratto   sono   state   osservate   modificazioni
scheletriche che comprendevano un aumento dell'incidenza  di  costole
soprannumerarie  (a  dosi  uguali  o  inferiori  a  quelle utilizzate
nell'uomo) e di costole cervicali (a dosi simili o di poco piu'  ele-
vate  rispetto  a quelle utilizzate nell'uomo). Nel coniglio non sono
state osservate modificazioni esterne, viscerali o scheletriche  cor-
relate al trattamento. In entrambe le specie non sono stati osservati
aborti,  ne' effetti sulla sopravvivenza embrionale/fetale o sul peso
del feto.
Uso durante allattamento
Le autorita' sanitarie raccomandano  che  un  neonato  non  venga  in
nessun  caso  allattato  dalla madre con infezione da HIV, al fine di
evitare la trasmissione del virus. Non  e'  noto  se  l'indinavir  e'
escreto   nel   latte   umano.  Tuttavia,  e'  stato  dimostrato  che
l'indinavir viene escreto nel  latte  di  ratto  ed  e'  stato  anche
associato   ad   un   basso   peso   corporeo   del  piccolo  durante
l'allattamento. Finche' non saranno disponibili  ulteriori  dati,  le
donne devono sospendere l'allattamento durante il trattamento.
4.7   Effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine
Non  ci  sono  dati  che indichino che l'indinavir interferisce sulla
capacita' di guidare e sull'uso di  macchine.  Tuttavia,  i  pazienti
devono  essere  informati  che  in corso di trattamento con indinavir
sono stati riportati capogiri e annebbiamento della vista.
4.8   Effetti indesiderati
In  studi clinici controllati condotti in tutto il mondo, l'indinavir
e' stato somministrato da solo o in  associazione  con  altri  agenti
antiretrovirali  (zidovudina, didanosina, stavudina e/o lamivudina) a
circa 2000 pazienti, la maggior parte dei quali erano uomini di razza
caucasica (15% donne).
L'indinavir non ha alterato il tipo, la frequenza o la severita'  dei
principali  effetti  indesiderati  conosciuti associati all'uso della
zidovudina, della didanosina o della lamivudina.
Gli  eventi  clinici  indesiderati  segnalati  dai  ricercatori  come
possibilmente,  probabilmente  o  sicuramente  correlati  al farmaco,
verificatisi in una percentuale maggiore o uguale al 5% dei  pazienti
trattati  con  CRIXIVAN  da  solo  o in associazione (n = 309) per 24
settimane  sono  elencati  di  seguito.  Molti   di   questi   eventi
indesiderati  sono  stati  identificati  come  una  condizione comune
preesistente o di frequente rilevanza clinica in  questa  popolazione
di  pazienti.  Questi eventi indesiderati sono stati: nausea (35,3%),
cefalea (25,2%), diarrea (24,6%), astenia/faticabilita' (24,3%), rash
(19,1%), alterazione del gusto (19,1%), secchezza della cute (16,2%),
dolore  addominale  (14,6%),  vomito   (11,0%),   capogiri   (10,7%),
dispepsia   (10,7%),  flatulenza  (7,8%),  insonnia  (7,4%),  prurito
(7,4%), iperestesia (7,1%), secchezza  delle  fauci  (6,8%),  disuria
(6,5%),  rigurgito  acido (6,5%), parestesia (5,2%) e mialgia (5,2%).
Ad eccezione della secchezza della cute, del rash e  dell'alterazione
del gusto, l'incidenza di eventi clinici indesiderati e' stata simile
o  piu'  elevata  tra i pazienti del gruppo di controllo trattati con
analoghi nucleosidici antiretrovirali rispetto ai  pazienti  trattati
con  CRIXIVAN  da  solo  o  in  associazione. Il profilo di sicurezza
complessivo e' rimasto simile nei 107 pazienti trattati con  CRIXIVAN
da solo o in associazione, per 48 settimane.
Nefrolitiasi  che  comprende  dolore  al  fianco  associato o meno ad
ematuria (anche ematuria microscopica), e' stata riportata  nel  2,6%
(55  su  2077)  di  pazienti  trattati  con  CRIXIVAN  da  solo  o in
associazione con altri agenti antiretrovirali.  Questi  episodi  sono
stati  considerati correlati al farmaco e non sono stati associati ad
alterazione della funzionalita' renale. Gli episodi  di  nefrolitiasi
si  sono  verificati  piu'  frequentemente  con dosi superiori ai 2,4
g/die rispetto a dosi inferiori ai 2,4 g/die.
Esami di laboratorio
Alterazioni dei valori di laboratorio riportate dai ricercatori  come
possibilmente,  probabilmente  o sicuramente correlate al farmaco, in
una percentuale maggiore o uguale al 10% dei  pazienti  trattati  con
CRIXIVAN  da  solo  o  in associazione, sono state: aumenti dell'VCM,
della  SGOT  e  della  SGPT,  della  bilirubina  indiretta  e   della
bilirubina   sierica  totale;  riduzione  dei  neutrofili;  ematuria,
proteinuria e cristalluria.
Casi isolati di  iperbilirubinemia  asintomatica  (bilirubina  totale
maggiore   o   uguale   a  2,5  mg/dl,  43  (micron)mol/l),  riferiti
prevalentemente  come  bilirubina  indiretta  elevata   e   raramente
associati  ad  aumenti  della  SGOT,  della  SGPT  o  della fosfatasi
alcalina, si sono verificati in circa il 10%  dei  pazienti  trattati
con CRIXIVAN somministrato da solo o in associazione con altri agenti
antiretrovirali.  La  maggior  parte  dei  pazienti  ha continuato il
trattamento con CRIXIVAN senza riduzioni  del  dosaggio  e  i  valori
della  bilirubina  sono gradualmente ritornati verso i valori basali.
L'iperbilirubinemia  si  e'  verificata  piu' frequentemente con dosi
superiori ai 2,4 g/die rispetto a dosi inferiori ai 2,4 g/die.
4.9   Sovradosaggio
Non sono disponibili dati sul sovradosaggio nell'uomo. Non e' noto se
l'indinavir  sia  dializzabile   mediante   dialisi   peritoneale   o
emodialisi.
5.    PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
5.1   Proprieta' farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: Agente antivirale, codice ATC J05AE02
Meccanismo d'azione
Indinavir  inibisce la proteasi dell'HIV-1 e dell'HIV-2 ricombinante,
con una selettivita' approssimativamente dieci volte maggiore per  la
proteinasi  dell'HIV-1  rispetto  a quella dell'HIV-2. L'indinavir si
lega reversibilmente al sito attivo della  proteasi  e  inibisce  con
meccanismo   competitivo  l'enzima,  prevenendo  in  questo  modo  il
clivaggio del precursore virale poliproteico che si verifica  durante
la  maturazione della particella virale neoformata. Le particelle im-
mature risultanti non sono infettive ne' in grado di instaurare nuovi
cicli di infezione. Indinavir non inibisce in modo  significativo  le
proteasi  eucariotiche,  quali la renina umana, la catepsina D umana,
l'elastasi umana e il fattore Xa umano.
Microbiologia
L'indinavir, a concentrazioni da 50 a 100 nM, ha mediato l'inibizione
del 95% (CI95)  della  propagazione  virale  (rispetto  al  controllo
infettato  dal  virus, non trattato) in colture di cellule linfoidi T
umane   e   in   monociti/macrofagi    primari    umani,    infettati
rispettivamente con le varianti LAI, MN e RF dell'HIV-1 e con SF 162,
una  variante  virale macrofagotropica. L'indinavir, a concentrazioni
da 25 a 100 nM, ha mediato una inibizione del 95% della  propagazione
virale  in colture di cellule mononucleate di sangue umano periferico
attivate mitogenicamente, infettate con diversi  isolati  clinici  di
HIV-1,  che  hanno  incluso isolati resistenti alla zidovudina e agli
inibitori della transcriptasi inversa  di  natura  non  neuclosidica.
L'attivita'  sinergica  antiretrovirale e' stata osservata in cellule
linfoidi T umane infettate con la variante LAI  dell'HIV-1,  incubate
con  indinavir  e  o  zidovudina  o  didanosina  o un'inibitore della
transcriptasi inversa di natura non neuclosidica.
Resistenza farmacologica
In alcuni pazienti si e' verificata la perdita della soppressione dei
livelli di RNA virale; tuttavia, la conta delle cellule CD4  rimaneva
spesso   al  di  sopra  dei  livelli  di  pretrattamento.  Quando  si
verificava perdita della soppressione  dei  livelli  di  RNA  virale,
questa era tipicamente associata alla sostituzione in circolo del vi-
rus  sensibile  con  le varianti virali resistenti. La resistenza era
correlata con l'accumulo di  mutazioni  nel  genoma  virale,  la  cui
espressione  era  rappresentata  da  sostituzioni aminoacidiche nella
proteasi.
Sono state identificate almeno undici posizioni aminoacidiche residue
della  proteasi  dell'HIV-1,  la  cui  sostituzione  e'  associata  a
resistenza. Nessuna singola sostituzione era in grado di produrre una
resistenza  agli  inibitori  valutabile.  In  generale,  livelli piu'
elevati di resistenza  derivano  dalla  coespressione  di  un  numero
maggiore  di  sostituzioni  nelle  undici  posizioni identificate. Da
quanto e' apparso, le sostituzioni in queste posizioni si  accumulano
sequenzialmente,  come  risultato, probabilmente, di una replicazione
virale in atto.
Si deve notare che la diminuzione della soppressione dei  livelli  di
RNA  virale  e' stata osservata piu' frequentemente quando la terapia
con CRIXIVAN veniva iniziata a  dosi  piu'  basse  della  dose  orale
raccomandata di 2,4 g/die. Per questo motivo, la terapia con CRIXIVAN
deve   essere  iniziata  alla  dose  raccomandata  per  aumentare  la
soppressione  della  replicazione  virale  e,  quindi,  per   inibire
l'insorgenza di resistenza virale.
L'uso  concomitante  di  indinavir  con  analoghi nucleosidici (in un
paziente che non e' stato mai trattato) puo' ridurre  il  rischio  di
sviluppo  di  resistenza  sia  nei confronti dell'indinavir che degli
analoghi nucleosidici.  In  uno  studio  comparativo  la  terapia  di
associazione   con   analoghi   nucleosidici  (terapia  triplice  con
zidovudina piu' didanosina) ha conferito  una  protezione  contro  la
selezione   del   virus   che   presentava  almeno  una  sostituzione
aminoacidica associata a resistenza sia nei confronti  dell'indinavir
(da  13/24  a  2/20  a  24  settimane  di terapia) che degli analoghi
nucleosidici (da 10/16 a 0/20 a 24 settimane di terapia).
La terapia  di  associazione  con  CRIXIVAN  viene  preferita  per  i
problemi causati dall'insorgenza di resistenza.
Resistenza crociata
Isolati  di  pazienti con HIV-1 in cui la sensibilita' dell'indinavir
era diminuita, hanno mostrato resistenza crociata, diversa per tipo e
grado,  verso   vari   inibitori   della   proteasi   dell'HIV,   che
comprendevano  il  ritonavir e il saquinavir. Una resistenza crociata
completa e' stata osservata tra  indinavir  e  ritonavir,  mentre  la
resistenza   crociata   con  il  saquinavir  variava  da  un  isolato
all'altro. Molte delle sostituzioni aminoacidiche della proteasi  che
sono  state associate a resistenza verso ritonavir e saquinavir, sono
state associate a resistenza anche verso l'indinavir.
Effetti farmacodinamici
Ad oggi e' stato documentato che il  trattamento  con  indinavir,  da
solo  o  in  associazione con altri agenti antiretrovirali, riduce la
carica virale e aumenta i linfociti CD4 in pazienti con  conta  delle
cellule CD4 inferiore a 500 cell/mm3.
Gli  effetti di indinavir (da solo o in associazione con altri agenti
antiretrovirali) sui marker biologici di  attivita'  della  malattia,
conta  delle cellule CD4 e RNA virale sierico, sono stati valutati in
diversi studi che hanno coinvolto  pazienti  sieropositivi  all'HIV-1
con  conta  delle  cellule CD4 minore a 500 cellule/mm3. Questi studi
hanno documentato che l'indinavir al dosaggio di 2,4 g/die  e'  stato
costantemente  associato  ad  aumenti  di 90-100 cell/mm3 della conta
mediana delle cellule CD4 e a riduzioni mediane di RNA virale sierico
di oltre 1 log10 copie/ml,  che  si  sono  mantenuti  per  almeno  24
settimane.  Circa  il 40% di questi pazienti hanno mostrato riduzioni
dei livelli sierici di RNA virale al di sotto  di  500  copie/ml,  il
limite di rilevazione dell'esame.
In  uno  studio  a  24  settimane,  i declini mediani dell'RNA virale
sierico nel  gruppo  trattato  con  indinavir  da  solo,  nel  gruppo
trattato  con indinavir in associazione con zidovudina e lamivudina e
nel  gruppo  trattato  con  zidovudina  piu'  lamivudina  sono  stati
rispettivamente  di  0,67  log10 (89%), 1,88 log10 (98%) e 0,66 log10
(78%). A 24 settimane  le  percentuali  di  pazienti  i  cui  livelli
sierici  di  RNA  virale  si  sono  ridotti al di sotto del limite di
rilevazione del test (<500 copie/ml) sono state del 35% e del 91% nei
gruppi  trattati  con  indinavir,  rispettivamente  da  solo   e   in
associazione.   Alla   24   settimana,  nel  gruppo  zidovudina  piu'
lamivudina un totale dello 0% dei pazienti ha mostrato questo livello
sierico di RNA virale. Il valore mediano della  conta  delle  cellule
CD4 e' aumentato in tutti i gruppi di trattamento
5.2   Proprieta' farmacocinetiche
Assorbimento
Indinavir,  a  digiuno,  e'  rapidamente  assorbito,  raggiungendo la
concentrazione plasmatica massima in 0,8 +- 0,3 ore (media +- DS).  A
dosi  superiori  al  range  di  dosaggio  di  200-800  mg, sono state
rilevate concentrazioni plasmatiche di indinavir leggermente maggiori
rispetto ad un aumento proporzionale alla dose. A livelli di dosaggio
fra 800 mg e 1000 mg, il discostamento dal livello proporzionale alla
dose e' meno evidente. Data la breve emivita, 1,8 +-  0,4  ore,  dopo
dosi   multiple  si  e'  verificato  solo  un  minimo  aumento  delle
concentrazioni plasmatiche.
La somministrazione di indinavir con un pasto  ad  elevato  contenuto
calorico,   lipidico   o  proteico  ha  determinato  un  assorbimento
attenuato e ridotto, con una riduzione  approssimativamente  dell'80%
dell'AUC e dell'86% della Cmax. La somministrazione con pasti leggeri
(ad  es.,  pane  tostato  con  marmellata, succo di mela e caffe' con
latte scremato o  parzialmente  scremato  e  zucchero;  oppure,  corn
flakes,  latte  scremato  o  parzialmente  scremato  e  zucchero)  ha
determinato concentrazioni plasmatiche paragonabili ai  corrispettivi
valori dell'assunzione a digiuno.
Distribuzione
Nell'uomo  non  e' stato osservato un forte legame dell'indinavir con
le proteine plasmatiche (frazione non legata 39%). Non ci  sono  dati
sull'uomo  riguardo  il  passaggio dell'indinavir nel sistema nervoso
centrale.
Biotrasformazione
Sono stati individuati 7 principali metaboliti e le  vie  metaboliche
sono   state   identificate   con   la   glicuronidazione  dell'azoto
piridinico, la piridino-N-ossidazione con o senza l'idrossilazione in
posizione 3' dell'anello indanico, 3'-idrossilazione dell'indano,  la
p-idrossilazione della parte fenilmetilica e la N-depiridometilazione
con  o  senza  3'-idrossilazione.  Studi  in  vitro  sui microsomi di
epatociti umani hanno indicato che il citocromo  CYP3A4  e'  il  solo
isoenzima  del  P450  che  gioca  un ruolo importante nel metabolismo
ossidativo dell'indinavir.
L'analisi dei campioni di sangue e urine  di  soggetti  trattati  con
indinavir presentano una minima attivita' inibitoria sulla proteasi.
Eliminazione
Quando  sono  state  somministrate,  sia  a  volontari che a pazienti
infettati da HIV, dosi superiori al range del  dosaggio  di  200-1000
mg,  il  recupero urinario e' risultato di poco superiore rispetto ad
un aumento proporzionale alla dose. A  dosi  maggiori  del  range  di
dosaggio  clinico, la clearance renale (116 ml/min) dell'indinavir e'
indipendente dalla concentrazione. Meno del 20% dell'indinavir  viene
escreto  per  via  renale.  L'escrezione  urinaria  media del farmaco
immodificato dopo una singola dose somministrata a digiuno, e'  stata
del  10,4%  dopo  una dose di 700 mg, e del 12% dopo una dose di 1000
mg. L'indinavir e' stato rapidamente eliminato, con un'emivita di 1,8
ore.
Caratteristiche dei pazienti
Da quando appare la farmacocinetica dell'indinavir non e' influenzata
ne' dal sesso ne' dalla razza.
Pazienti  con insufficienza epatica lieve-moderata e evidenza clinica
di  cirrosi  hanno   mostrato   una   diminuzione   del   metabolismo
dell'indinavir,  con  un aumento di circa il 60% della AUC media dopo
una dose di 400 mg. L'emivita media dell'indinavir e' aumentata  fino
a circa 2,8 ore.
In uno studio su pazienti sieropositivi per l'HIV trattati con un re-
gime  di dosaggio di 800 mg ogni 8 ore, i valori raggiunti allo stato
di equilibrio della AUC, delle concentrazioni plasmatiche di picco  e
le  concentrazioni  plasmatiche  a  8 ore dalla somministrazione sono
rispettivamente 28,713 nM h, 11,144 nM e 211 nM.
5.3   Dati preclinici di sicurezza
Cristalli sono stati rilevati nelle urine di ratti, di una scimmia  e
di  un cane. I cristalli non erano associati a lesioni renali indotte
dal  farmaco.  Un  aumento  del  peso  della  tiroide  e   iperplasia
follicolare  tiroidea,  causati  da  un aumento della clearance della
tiroxina, sono stati osservati in ratti trattati con indinavir a dosi
maggiore o uguale a 160 mg/kg/die. E' stato rilevato un  aumento  del
peso  del  fegato  in  ratti trattati con indinavir a dosi maggiore o
uguale a 40 mg/kg/die, che a dosi maggiore o uguale a  320  mg/kg/die
era associato ad ipertrofia epatocellulare.
Nel ratto e nel topo la dose orale massima non letale di indinavir e'
risultata  almeno  di 5000 mg/kg, la dose piu' elevata valutata negli
studi di tossicita' acuta.
Studi sul ratto hanno indicato un passaggio limitato del farmaco  nel
tessuto cerebrale, una rapida distribuzione all'interno e all'esterno
del  sistema  linfatico e un'elevata escrezione con il latte materno.
La  distribuzione  attraverso  la  barriera   placentare   e'   stata
significativa nel ratto ma limitata nel coniglio.
Mutagenicita'   -   In  studi  con  o  senza  attivazione  metabolica
l'indinavir non ha mostrato attivita' mutagena o genotossica.
Cancerogenicita' - Gli studi di cancerogenicita' dell'indinavir  sono
in corso.
6.    INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1   Elenco degli eccipienti
Ogni  capsula  contiene  come  eccipienti: lattosio anidro e magnesio
stearato. Gli eccipienti che costituiscono la capsula sono: gelatina,
biossido di titanio, silice colloidale, sodio lauril solfato. Le cap-
sule da 200 mg sono  marcate  con  inchiostro  da  stampa  contenente
biossido di titanio (E 171) e E 132 indigotina.
Le capsule di CRIXIVAN 200 mg sono color bianco opaco e codificate in
blu.
6.2   Incompatibilita'
Non applicabile
6.3   Periodo di stabilita'
Il periodo di validita' e' di 18 mesi.
6.4   Speciali precauzioni per la conservazione
Sensibile all'umidita'. Conservare la confezione ben chiusa.
6.5   Natura e contenuto della confezione
CRIXIVAN  200  mg  e' fornito in flaconi in HDPE (polietilene ad alta
densita'), con tappo in polipropilene e una protezione in  alluminio,
contenenti 180, 270 O 360 capsule.
Il  flacone  contiene  un  contenitore  con  un  essiccante  che deve
rimanere nel flacone.
Avvisare il paziente di non ingerire l'essiccante.
7.    TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
MERCK SHARP & DOHME Ltd.
Hertford Road, Hoddesdon
Hertfordshire EN11 9BU
Regno Unito
8.    NUMERO DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI
9.    DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.   DATA DI REVISIONE DEL TESTO
1.    DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
CRIXIVAN 400 mg
2.    COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Le capsule di CRIXIVAN 400 mg contengono 500 mg di indinavir solfato,
che corrispondono a 400 mg di indinavir.
3.    FORMA FARMACEUTICA
Capsule.
4.    INFORMAZIONI CLINICHE
4.1   Indicazioni terapeutiche
CRIXIVAN  e'  indicato  per  il  trattamento  di  pazienti adulti con
infezione HIV-1, che presentano immunodeficienza in fase  avanzata  o
progressiva,    in    associazione    con    analoghi    nucleosidici
antiretrovirali.
L'associazione    con     zidovudina,     zidovudina/didanosina     e
zidovudina/lamivudina  riduce la carica virale nel siero e aumenta la
conta delle cellule CD4. Un'analisi  preliminare  di  studi  iniziali
ancora  in  corso  indica  che  l'indinavir rallenta il decorso della
malattia. Sono in corso  studi  clinici  per  confermare  i  benefici
clinici dell'indinavir.
Vedere la sezione 5.1 per i risultati di farmacodinamica.
4.2   Posologia e modo di somministrazione
Il dosaggio raccomandato di CRIXIVAN e' 800 mg per os ogni 8 ore.
CRIXIVAN   deve   essere  usato  in  associazione  con  altri  agenti
antiretrovirali (ad es., analoghi nucleosidici).
Le capsule devono essere ingerite intere.
Dal momento che CRIXIVAN deve essere assunto ad intervalli di 8  ore,
e'  opportuno  stabilire  uno  schema  di dosaggio conveniente per il
paziente. Per un assorbimento ottimale  del  farmaco,  CRIXIVAN  deve
essere  somministrato  a digiuno con acqua 1 ora prima o 2 ore dopo i
pasti. In alternativa, CRIXIVAN  puo'  essere  somministrato  con  un
pasto leggero a basso contenuto di grassi.
Per  assicurare una adeguata idratazione, si raccomanda che nell'arco
delle 24 ore il paziente beva almeno 1,5 litri di liquidi.
A causa di un aumento delle concentrazioni plasmatiche di  indinavir,
quando  somministrato in concomitanza con ketoconazolo, e' necessario
ridurre il dosaggio di CRIXIVAN a 600 mg ogni 8 ore.
In  pazienti  con  insufficienza  epatica  lieve-moderata  dovuta   a
cirrosi,  il dosaggio di CRIXIVAN deve essere ridotto a 600 mg ogni 8
ore.
Il  trattamento  medico  di  pazienti  con  uno  o  piu'  episodi  di
nefrolitiasi  deve  prevedere  un adeguato apporto idrico e tenere in
considerazione un'eventuale riduzione del dosaggio a 600  mg  ogni  8
ore.  Sebbene  sia  possibile che questo dosaggio sia associato ad un
piu' basso rischio di nefrolitiasi, esso puo' anche essere  associato
ad  una  riduzione  della  attivita'  antiretrovirale  di  indinavir.
Pertanto, i  potenziali  rischi  e  benefici  di  una  riduzione  del
dosaggio devono essere attentamente valutati. Vedere anche la Sezione
5.1.
4.3   Controindicazioni
Ipersensibilita'    clinicamente    significativa   verso   qualsiasi
componente di questo prodotto.
Indinavir non deve essere somministrato in concomitanza a farmaci con
un  basso  indice  terapeutico  e  che  sono substrati del CYP3A4. La
somministrazione   concomitante   puo'   determinare    un'inibizione
competitiva   del   metabolismo   di   questi  farmaci  e  genera  la
potenzialita' che si verifichino eventi indesiderati  gravi  e/o  che
mettono  in pericolo la vita del paziente quali aritmie cardiache (ad
es., terfenadina,  astemizolo,  cisapride),  sedazione  prolungata  o
depressione respiratoria (ad es., alprazolam, triazolam e midazolam).
4.4   Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego
Manifestazioni  di  nefrolitiasi, comprendenti dolore al fianco con o
senza ematuria (anche ematuria microscopica),  sono  state  riportate
nel   2,6%   dei  pazienti  (55  su  2077)  che  ricevevano  la  dose
raccomandata di CRIXIVAN (2,4 g/die) e nel 7% dei pazienti (7 su 100)
che ricevevano CRIXIVAN a dosaggi giornalieri superiori a 2,4  g.  Si
raccomanda  un  adeguato  apporto  idrico  in  tutti  i  pazienti  in
trattamento   con   CRIXIVAN   (vedere   Posologia    e    modo    di
somministrazione).
In  pazienti  con  insufficienza  epatica  lieve-moderata  causata da
cirrosi puo' essere necessaria una riduzione del dosaggio di CRIXIVAN
in considerazione  del  ridotto  metabolismo  dell'indinavir  (vedere
Posologia  e  modo  di  somministrazione). Pazienti con insufficienza
epatica grave non sono stati studiati. In assenza di tali  studi,  e'
opportuno  agire  con  cautela, in quanto puo' verificarsi un aumento
dei livelli di indinavir.
La sicurezza in pazienti con funzione renale compromessa non e' stata
valutata; tuttavia, meno del 20% di indinavir viene  escreto  con  le
urine, sia come farmaco immodificato o in forma di metaboliti.
Negli  studi  clinici,  la  maggior parte dei pazienti valutati erano
uomini di razza caucasica.
La sicurezza e l'efficacia nei bambini non sono state dimostrate.
Pazienti trattati con  rifampicina,  rifabutina  o  cronicamente  con
aciclovir sono stati esclusi dalla sperimentazione clinica. Tuttavia,
i  pazienti trattati in modo discontinuo con aciclovir non sono stati
esclusi dagli studi clinici.
Ogni capsula contiene 149 mg di lattosio (anidro). E'  probabile  che
questa  quantita'  sia insufficiente per indurre sintomi specifici di
intolleranza.
Sono  stati  riportati  casi  di  aumento   di   episodi   emorragici
comprendenti ematomi cutanei ed emartro spontanei in pazienti affetti
da  emofilia  di tipo A e B trattati con inibitori della proteasi. In
alcuni pazienti si e' reso  necessario  un  incremento  di  dose  del
fattore  VIII.  In  piu'  della  meta'  dei  casi  riportati e' stato
possibile continuare il trattamento con inibitori  della  proteasi  o
riprenderlo  nel  caso  sia stato interrotto. E' stata ipotizzata una
relazione causale, sebbene  non  sia  stato  chiarito  il  meccanismo
d'azione. I pazienti emofilici devono pertanto essere informati circa
la possibilita' di un aumento di tali episodi emorragici.
4.5      Interazioni  con altri medicinali e interazioni di qualsiasi
      altro genere
Sono stati eseguiti studi  specifici  sull'interazione  farmacologica
tra     indinavir     ed     i    seguenti    farmaci:    zidovudina,
zidovudina/lamivudina,    stavudina,    trimetoprim/sulfametossazolo,
fluconazolo,  isoniazide, claritromicina, chinidina, cimetidina, e un
contraccettivo orale (noretindrone/etinilestradiolo 1/35). Con questi
farmaci non sono state osservate interazioni  di  rilevanza  clinica.
Interazioni  clinicamente  significative  con  altri  farmaci vengono
descritte in seguito.
Rifabutina
E'  stata  osservata  una  interazione   farmacologica   clinicamente
significativa  con la rifabutina. La somministrazione di indinavir al
dosaggio di 800 mg ogni 8 ore con rifabutina al dosaggio  di  300  mg
una  volta al giorno per 10 giorni ha determinato una diminuzione del
34% dell'AUC ed una diminuzione del 25% della Cmax dell'indinavir. Al
contrario, la AUC e la Cmax della rifabutina sono aumentate di  circa
il   173%   e  del  134%  rispettivamente,  il  che  rappresenta  una
interazione  clinicamente   significativa.   Questo   aumento   delle
concentrazioni   plasmatiche   della   rifabutina   e'  probabilmente
correlato alla inibizione, da parte dell'indinavir,  del  metabolismo
della  rifabutina  mediato  dal CYP3A4. Quando indinavir e rifabutina
vengono somministrati in concomitanza,  e'  necessario  dimezzare  il
dosaggio standard della rifabutina.
Ketoconazolo
La somministrazione di una dose di 400 mg di ketoconazolo, un potente
inibitore  del  CYP3A4,  con  una  dose  di  400  mg  di indinavir ha
determinato un aumento del 62% dell'AUC dell'indinavir,  clinicamente
rilevante,  e  un  aumento  del 14% della Cmax dell'indinavir. Quando
indinavir e ketoconazolo vengono somministrati in concomitanza,  deve
essere  considerata  una riduzione del dosaggio di indinavir a 600 mg
ogni 8 ore.
Rifampicina
Non sono ancora disponibili i dati farmacocinetici di uno  studio  di
interazione  con  rifampicina.  Poiche'  la rifampicina e' un potente
induttore  del  CYP3A4  e  potrebbe  far  diminuire  marcatamente  la
concentrazione   plasmatica   di   indinavir,   la   somministrazione
contemporanea di CRIXIVAN e rifampicina va evitata.
Altro
Uno studio sull'interazione farmacologica tra  indinavir  e  metadone
non  e'  stato  effettuato.  L'uso  concomitante  puo' determinare un
aumento delle concentrazioni plasmatiche del metadone.  La  rilevanza
clinica di questo dato non e' nota.
Uno studio regolamentare sull'interazione farmacologica tra indinavir
e  itraconazolo non e' stato effettuato. Poiche' l'itraconazolo e' un
potente inibitore del CYP3A4, l'uso concomitante potrebbe determinare
aumenti clinicamente significativi delle  concentrazioni  plasmatiche
di indinavir.
L'uso  concomitante  di  altri farmaci induttori del CYP3A4, quali il
fenobarbitale, la fenitoina, il desametazone e la carbamezepina  puo'
ridurre le concentrazioni plasmatiche di indinavir.
L'efficacia  e  la sicurezza dell'indinavir in associazione con altri
inibitori della proteasi non sono state dimostrate. E' probabile  che
la  somministrazione  concomitante con il ritonavir determini aumenti
significativi delle concentrazioni plasmatiche dell'indinavir.
Non  e'  stato  eseguito  uno  studio  regolamentare  di  interazione
farmacologica  tra indinavir e didanosina. Tuttavia, e' possibile che
sia necessario un pH  gastrico  normale  (acido)  per  l'assorbimento
ottimale  di  indinavir; l'acido d'altro canto degrada rapidamente la
didanosina, la quale e' formulata con sostanze tampone che  aumentano
il pH. Indinavir e didanosina devono essere somministrati ad almeno 1
ora  di  distanza  l'uno  dall'altra,  a stomaco vuoto (consultare la
scheda  tecnica  della didanosina). In uno studio clinico l'attivita'
antiretrovirale e' risultata inalterata quando la didanosina e' stata
somministrata tre ore dopo il trattamento con indinavir.
Per un assorbimento ottimale, indinavir deve essere somministrato con
acqua 1 ora prima o 2 ore dopo i pasti. In alternativa indinavir puo'
essere assunto con un pasto leggero, a  basso  contenuto  di  grassi.
L'assorbimento  di  indinavir  e'  ridotto  quando  il  farmaco viene
assunto con pasti ad elevato contenuto calorico, lipidico o proteico.
4.6   Uso durante la gravidanza e l'allattamento
Uso in gravidanza
CRIXIVAN non e' stato studiato in donne in gravidanza. Fino a  quando
non  saranno  disponibili  ulteriori dati, CRIXIVAN deve essere usato
durante la gravidanza solo se i potenziali benefici  giustificano  il
rischio potenziale per il feto.
Durante    il    trattamento   con   CRIXIVAN   si   e'   manifestata
iperbilirubinemia, soprattutto come bilirubina indiretta, nel 10% dei
pazienti trattati con indinavir. Poiche' non e' noto  se  l'indinavir
peggiorera'   l'iperbilirubinemia   fisiologica   nei   neonati,   e'
necessaria  un'accurata  valutazione   sull'opportunita'   di   usare
CRIXIVAN  in donne in gravidanza al momento del parto (vedere Effetti
indesiderati).
Studi di tossicita' sullo sviluppo effettuati in ratti e in  conigli,
a  dosaggi simili o di poco piu' elevati rispetto a quelli utilizzati
nell'uomo non hanno mostrato evidenze di teratogenicita'.  Nel  ratto
non sono state osservate alterazioni esterne o viscerali correlate al
trattamento.   Nel   ratto   sono   state   osservate   modificazioni
scheletriche, che comprendevano un aumento dell'incidenza di  costole
soprannumerarie  (a  dosi  uguali  o  inferiori  a  quelle utilizzate
nell'uomo) e di costole cervicali (a dosi simili o di poco piu'  ele-
vate  rispetto  a quelle utilizzate nell'uomo). Nel coniglio non sono
state osservate modificazioni esterne, viscerali o scheletriche  cor-
relate al trattamento. In entrambe le specie non sono stati osservati
aborti,  ne' effetti sulla sopravvivenza embrionale/fetale o sul peso
del feto.
Uso durante allattamento
Le autorita' sanitarie raccomandano  che  un  neonato  non  venga  in
nessun  caso  allattato  dalla madre con infezione da HIV, al fine di
evitare la trasmissione del virus. Non  e'  noto  se  l'indinavir  e'
escreto   nel   latte   umano.  Tuttavia,  e'  stato  dimostrato  che
l'indinavir viene escreto nel  latte  di  ratto  ed  e'  stato  anche
associato   ad   un   basso   peso   corporeo   del  piccolo  durante
l'allattamento. Finche' non saranno disponibili  ulteriori  dati,  le
donne devono sospendere l'allattamento durante il trattamento.
4.7   Effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine
Non  ci  sono  dati  che indichino che l'indinavir interferisce sulla
capacita' di guidare e sull'uso di  macchine.  Tuttavia,  i  pazienti
devono  essere  informati  che  in corso di trattamento con indinavir
sono stati riportati capogiri e annebbiamento della vista.
4.8   Effetti indesiderati
In studi clinici controllati condotti in tutto il mondo,  l'indinavir
e'  stato  somministrato  da  solo o in associazione con altri agenti
antiretrovirali (zidovudina, didanosina, stavudina e/o lamivudina)  a
circa  2.000  pazienti,  la  maggior  parte dei quali erano uomini di
razza caucasica (15% donne).
L'indinavir  non ha alterato il tipo, la frequenza o la severita' dei
principali effetti indesiderati conosciuti  associati  all'uso  della
zidovudina, della didanosina o della lamivudina.
Gli  eventi  clinici  indesiderati  segnalati  dai  ricercatori  come
possibilmente, probabilmente  o  sicuramente  correlati  al  farmaco,
verificatisi  in una percentuale maggiore o uguale al 5% dei pazienti
trattati con CRIXIVAN da solo o in associazione  (n  =  309)  per  24
settimane   sono   elencati   di  seguito.  Molti  di  questi  eventi
indesiderati sono  stati  identificati  come  una  condizione  comune
preesistente  o  di frequente rilevanza clinica in questa popolazione
di pazienti. Questi eventi indesiderati sono stati:  nausea  (35,3%),
cefalea (25,2%), diarrea (24,6%), astenia/faticabilita' (24,3%), rash
(19,1%), alterazione del gusto (19,1%), secchezza della cute (16,2%),
dolore   addominale   (14,6%),   vomito  (11,0%),  capogiri  (10,7%),
dispepsia  (10,7%),  flatulenza  (7,8%),  insonnia  (7,4%),   prurito
(7,4%),  iperestesia  (7,1%),  secchezza  delle fauci (6,8%), disuria
(6,5%), rigurgito acido (6,5%), parestesia (5,2%) e  mialgia  (5,2%).
Ad  eccezione della secchezza della cute, del rash e dell'alterazione
del gusto, l'incidenza di eventi clinici indesiderati e' stata simile
o piu' elevata tra i pazienti del gruppo di  controllo  trattati  con
analoghi  nucleosidici  antiretrovirali rispetto ai pazienti trattati
con CRIXIVAN da solo o  in  associazione.  Il  profilo  di  sicurezza
complessivo e' rimasto simile nei 107 pazienti trattati con CRIXIVAN,
da solo o in associazione, per 48 settimane.
Nefrolitiasi  che  comprende  dolore  al  fianco  associato o meno ad
ematuria (anche ematuria microscopica), e' stata riportata  nel  2,6%
(55  su  2077)  di  pazienti  trattati  con  CRIXIVAN  da  solo  o in
associazione con altri agenti antiretrovirali.  Questi  episodi  sono
stati  considerati correlati al farmaco e non sono stati associati ad
alterazione della funzionalita' renale. Gli episodi  di  nefrolitiasi
si  sono  verificati  piu'  frequentemente  con dosi superiori ai 2,4
g/die rispetto a dosi inferiori ai 2,4 g/die.
Esami di laboratorio
Alterazioni dei valori di laboratorio riportate dai ricercatori  come
possibilmente,  probabilmente  o sicuramente correlate al farmaco, in
una percentuale maggiore o uguale al 10% dei  pazienti  trattati  con
CRIXIVAN  da  solo  o  in associazione, sono state: aumenti dell'VCM,
della  SGOT  e  della  SGPT,  della  bilirubina  indiretta  e   della
bilirubina   sierica  totale;  riduzione  dei  neutrofili;  ematuria,
proteinuria e cristalluria.
Casi isolati di  iperbilirubinemia  asintomatica  (bilirubina  totale
maggiore   o   uguale   a  2,5  mg/dl,  43  (micron)mol/l),  riferiti
prevalentemente  come  bilirubina  indiretta  elevata   e   raramente
associati  ad  aumenti  della  SGOT,  della  SGPT  o  della fosfatasi
alcalina, si sono verificati in circa il 10%  dei  pazienti  trattati
con CRIXIVAN somministrato da solo o in associazione con altri agenti
antiretrovirali.  La  maggior  parte  dei  pazienti  ha continuato il
trattamento con CRIXIVAN senza riduzioni  del  dosaggio  e  i  valori
della  bilirubina  sono gradualmente ritornati verso i valori basali.
L'iperbilirubinemia si e' verificata  piu'  frequentemente  con  dosi
superiori ai 2,4 g/die rispetto a dosi inferiori ai 2,4 g/die.
4.9   Sovradosaggio
Non sono disponibili dati sul sovradosaggio nell'uomo. Non e' noto se
l'indinavir   sia   dializzabile   mediante   dialisi  peritoneale  o
emodialisi.
5.    PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
5.1   Proprieta' farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: Agente antivirale, codice ATC J05AE02
Meccanismo d'azione
Indinavir inibisce la proteasi dell'HIV-1 e dell'HIV-2  ricombinante,
con  una selettivita' approssimativamente dieci volte maggiore per la
proteinasi dell'HIV-1 rispetto a quella  dell'HIV-2.  L'indinavir  si
lega  reversibilmente  al  sito  attivo della proteasi e inibisce con
meccanismo  competitivo  l'enzima,  prevenendo  in  questo  modo   il
clivaggio  del precursore virale poliproteico che si verifica durante
la maturazione della particella virale neoformata. Le particelle  im-
mature  risultanti  non  sono  infettive,  ne' in grado di instaurare
nuovi  cicli  di  infezione.   Indinavir   non   inibisce   in   modo
significativo  le  proteasi  eucariotiche,  quali la renina umana, la
catepsina D umana, l'elastasi umana e il fattore Xa umano.
Microbiologia
L'indinavir, a concentrazioni da 50 a 100 nM, ha mediato l'inibizione
del 95% (CI95)  della  propagazione  virale  (rispetto  al  controllo
infettato  dal  virus, non trattato) in colture di cellule linfoidi T
umane   e   in   monociti/macrofagi    primari    umani,    infettati
rispettivamente con le varianti LAI, MN e RF dell'HIV-1 e con SF 162,
una  variante  virale macrofagotropica. L'indinavir, a concentrazioni
da 25 a 100 nM, ha mediato una inibizione del 95% della  propagazione
virale  in colture di cellule mononucleate di sangue umano periferico
attivate mitogenicamente, infettate con diversi  isolati  clinici  di
HIV-1,  che  hanno  incluso isolati resistenti alla zidovudina e agli
inibitori della transcriptasi inversa  di  natura  non  neuclosidica.
L'attivita'  sinergica  antiretrovirale e' stata osservata in cellule
linfoidi T umane infettate con la variante LAI  dell'HIV-1,  incubate
con  indinavir  e  o  zidovudina  o  didanosina  o un'inibitore della
transcriptasi inversa di natura non neuclosidica.
Resistenza farmacologica
In alcuni pazienti si e' verificata la perdita della soppressione dei
livelli di RNA virale; tuttavia, la conta delle cellule CD4  rimaneva
spesso   al  di  sopra  dei  livelli  di  pretrattamento.  Quando  si
verificava perdita della soppressione  dei  livelli  di  RNA  virale,
questa era tipicamente associata alla sostituzione in circolo del vi-
rus  sensibile  con  le varianti virali resistenti. La resistenza era
correlata con l'accumulo di  mutazioni  nel  genoma  virale,  la  cui
espressione  era  rappresentata  da  sostituzioni aminoacidiche nella
proteasi.
Sono state identificate almeno undici posizioni aminoacidiche residue
della  proteasi  dell'HIV-1,  la  cui  sostituzione  e'  associata  a
resistenza. Nessuna singola sostituzione era in grado di produrre una
resistenza  agli  inibitori  valutabile.  In  generale,  livelli piu'
elevati di resistenza  derivano  dalla  coespressione  di  un  numero
maggiore  di  sostituzioni  nelle  undici  posizioni identificate. Da
quanto e' apparso, le sostituzioni in queste posizioni si  accumulano
sequenzialmente,  come  risultato, probabilmente, di una replicazione
virale in atto.
Si deve notare che la diminuzione della soppressione dei  livelli  di
RNA  virale  e' stata osservata piu' frequentemente quando la terapia
con CRIXIVAN veniva iniziata a  dosi  piu'  basse  della  dose  orale
raccomandata di 2,4 g/die. Per questo motivo, la terapia con CRIXIVAN
deve   essere  iniziata  alla  dose  raccomandata  per  aumentare  la
soppressione  della  replicazione  virale  e,  quindi,  per   inibire
l'insorgenza di resistenza virale.
L'uso  concomitante  di  indinavir  con  analoghi nucleosidici (in un
paziente che non e' stato mai trattato) puo' ridurre  il  rischio  di
sviluppo  di  resistenza  sia  nei confronti dell'indinavir che degli
analoghi nucleosidici.  In  uno  studio  comparativo  la  terapia  di
associazione   con   analoghi   nucleosidici  (terapia  triplice  con
zidovudina piu' didanosina) ha conferito  una  protezione  contro  la
selezione   del   virus   che   presentava  almeno  una  sostituzione
aminoacidica associata a resistenza sia nei confronti  dell'indinavir
(da  13/24  a  2/20  a  24  settimane  di terapia) che degli analoghi
nucleosidici (da 10/16 a 0/20 a 24 settimane di terapia).
La terapia  di  associazione  con  CRIXIVAN  viene  preferita  per  i
problemi causati dall'insorgenza di resistenza.
Resistenza crociata
Isolati  di  pazienti con HIV-1 in cui la sensibilita' dell'indinavir
era diminuita, hanno mostrato resistenza crociata, diversa per tipo e
grado,  verso   vari   inibitori   della   proteasi   dell'HIV,   che
comprendevano  il  ritonavir e il saquinavir. Una resistenza crociata
completa e' stata osservata tra  indinavir  e  ritonavir,  mentre  la
resistenza   crociata   con  il  saquinavir  variava  da  un  isolato
all'altro. Molte delle sostituzioni aminoacidiche della proteasi  che
sono  state associate a resistenza verso ritonavir e saquinavir, sono
state associate a resistenza anche verso l'indinavir.
Effetti farmacodinamici
Ad oggi e' stato documentato che il  trattamento  con  indinavir,  da
solo  o  in  associazione con altri agenti antiretrovirali, riduce la
carica virale e aumenta i linfociti CD4 in pazienti con  conta  delle
cellule CD4 inferiore a 500 cell/mm3.
Gli  effetti di indinavir (da solo o in associazione con altri agenti
antiretrovirali) sui marker biologici di  attivita'  della  malattia,
conta  delle cellule CD4 e RNA virale sierico, sono stati valutati in
diversi studi che hanno coinvolto  pazienti  sieropositivi  all'HIV-1
con  conta  delle  cellule CD4 minore a 500 cellule/mm3. Questi studi
hanno documentato che l'indinavir al dosaggio di 2,4 g/die  e'  stato
costantemente  associato  ad  aumenti  di 90-100 cell/mm3 della conta
mediana delle cellule CD4 e a riduzioni mediane di RNA virale sierico
di oltre 1 log10 copie/ml,  che  si  sono  mantenuti  per  almeno  24
settimane.  Circa  il 40% di questi pazienti hanno mostrato riduzioni
dei livelli sierici di RNA virale al di sotto  di  500  copie/ml,  il
limite di rilevazione dell'esame.
In  uno  studio  a  24  settimane,  i declini mediani dell'RNA virale
sierico nel  gruppo  trattato  con  indinavir  da  solo,  nel  gruppo
trattato  con indinavir in associazione con zidovudina e lamivudina e
nel  gruppo  trattato  con  zidovudina  piu'  lamivudina  sono  stati
rispettivamente  di  0,67  log10 (89%), 1,88 log10 (98%) e 0,66 log10
(78%). A 24 settimane  le  percentuali  di  pazienti  i  cui  livelli
sierici  di  RNA  virale  si  sono  ridotti al di sotto del limite di
rilevazione del test (<500 copie/ml) sono state del 35% e del 91% nei
gruppi  trattati  con  indinavir,  rispettivamente  da  solo   e   in
associazione.   Alla   24   settimana,  nel  gruppo  zidovudina  piu'
lamivudina un totale dello 0% dei pazienti ha mostrato questo livello
sierico  di  RNA  virale. Il valore mediano della conta delle cellule
CD4 e' aumentato in tutti i gruppi di trattamento
5.2   Proprieta' farmacocinetiche
Assorbimento
Indinavir, a  digiuno,  e'  rapidamente  assorbito,  raggiungendo  la
concentrazione  plasmatica massima in 0,8 +- 0,3 ore (media +- DS). A
dosi superiori al  range  di  dosaggio  di  200-800  mg,  sono  state
rilevate concentrazioni plasmatiche di indinavir leggermente maggiori
rispetto ad un aumento proporzionale alla dose. A livelli di dosaggio
fra 800 mg e 1000 mg, il discostamento dal livello proporzionale alla
dose  e'  meno  evidente. Data la breve emivita, 1,8 +- 0,4 ore, dopo
dosi  multiple  si  e'  verificato  solo  un  minimo  aumento   delle
concentrazioni plasmatiche.
La  somministrazione  di  indinavir con un pasto ad elevato contenuto
calorico,  lipidico  o  proteico  ha  determinato   un   assorbimento
attenuato  e  ridotto, con una riduzione approssimativamente dell'80%
dell'AUC e dell'86% della Cmax. La somministrazione con pasti leggeri
(ad es., pane tostato con marmellata, succo  di  mela  e  caffe'  con
latte  scremato  o  parzialmente  scremato  e  zucchero; oppure, corn
flakes,  latte  scremato  o  parzialmente  scremato  e  zucchero)  ha
determinato  concentrazioni plasmatiche paragonabili ai corrispettivi
valori dell'assunzione a digiuno.
Distribuzione
Nell'uomo non e' stato osservato un forte legame  dell'indinavir  con
le  proteine  plasmatiche (frazione non legata 39%). Non ci sono dati
sull'uomo riguardo il passaggio dell'indinavir  nel  sistema  nervoso
centrale.
Biotrasformazione
Sono  stati  individuati 7 principali metaboliti e le vie metaboliche
sono  state   identificate   con   la   glicuronidazione   dell'azoto
piridinico, la piridino-N-ossidazione con o senza l'idrossilazione in
posizione  3' dell'anello indanico, 3'-idrossilazione dell'indano, la
p-idrossilazione della parte fenilmetilica e la N-depiridometilazione
con o senza  3'-idrossilazione.  Studi  in  vitro  sui  microsomi  di
epatociti  umani  hanno  indicato  che il citocromo CYP3A4 e' il solo
isoenzima del P450 che gioca  un  ruolo  importante  nel  metabolismo
ossidativo dell'indinavir.
L'analisi  dei  campioni  di  sangue e urine di soggetti trattati con
indinavir presentano una minima attivita' inibitoria sulla proteasi.
Eliminazione
Quando sono state somministrate,  sia  a  volontari  che  a  pazienti
infettati  da  HIV,  dosi superiori al range del dosaggio di 200-1000
mg, il recupero urinario e' risultato di poco superiore  rispetto  ad
un  aumento  proporzionale  alla  dose.  A dosi maggiori del range di
dosaggio clinico, la clearance renale (116 ml/min) dell'indinavir  e'
indipendente  dalla concentrazione. Meno del 20% dell'indinavir viene
escreto per via  renale.  L'escrezione  urinaria  media  del  farmaco
immodificato  dopo una singola dose somministrata a digiuno, e' stata
del 10,4% dopo una dose di 700 mg, e del 12% dopo una  dose  di  1000
mg. L'indinavir e' stato rapidamente eliminato, con un'emivita di 1,8
ore.
Caratteristiche dei pazienti
Da quando appare la farmacocinetica dell'indinavir non e' influenzata
ne' dal sesso ne' dalla razza.
Pazienti  con insufficienza epatica lieve-moderata e evidenza clinica
di  cirrosi  hanno   mostrato   una   diminuzione   del   metabolismo
dell'indinavir,  con  un aumento di circa il 60% della AUC media dopo
una dose di 400 mg. L'emivita media dell'indinavir e' aumentata  fino
a circa 2,8 ore.
In uno studio su pazienti sieropositivi per l'HIV trattati con un re-
gime  di dosaggio di 800 mg ogni 8 ore, i valori raggiunti allo stato
di equilibrio della AUC, delle concentrazioni plasmatiche di picco  e
le  concentrazioni  plasmatiche  a  8 ore dalla somministrazione sono
rispettivamente 28,713 nM h, 11,144 nM e 211 nM.
5.3   Dati preclinici di sicurezza
Cristalli sono stati rilevati nelle urine di ratti, di una scimmia  e
di  un cane. I cristalli non erano associati a lesioni renali indotte
dal  farmaco.  Un  aumento  del  peso  della  tiroide  e   iperplasia
follicolare  tiroidea,  causati  da  un aumento della clearance della
tiroxina, sono stati osservati in ratti trattati con indinavir a dosi
maggiori o uguali a 160 mg/kg/die. E' stato rilevato un  aumento  del
peso  del  fegato  in  ratti trattati con indinavir a dosi maggiori o
uguali a 40 mg/kg/die, che a dosi maggiori o uguali a  320  mg/kg/die
era associato ad ipertrofia epatocellulare.
Nel ratto e nel topo la dose orale massima non letale di indinavir e'
risultata  almeno  di 5000 mg/kg, la dose piu' elevata valutata negli
studi di tossicita' acuta.
Studi sul ratto hanno indicato un passaggio limitato del farmaco  nel
tessuto cerebrale, una rapida distribuzione all'interno e all'esterno
del  sistema  linfatico e un'elevata escrezione con il latte materno.
La  distribuzione  attraverso  la  barriera   placentare   e'   stata
significativa nel ratto ma limitata nel coniglio.
Mutagenicita'   -   In  studi  con  o  senza  attivazione  metabolica
l'indinavir non ha mostrato attivita' mutagena o genotossica.
Cancerogenicita' - Gli studi di cancerogenicita' dell'indinavir  sono
in corso.
6.    INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1   Elenco degli eccipienti
Ogni  capsula  contiene  come  eccipienti: lattosio anidro e magnesio
stearato. Gli eccipienti che costituiscono la capsula sono: gelatina,
biossido di titanio, silice colloidale, sodio lauril solfato. Le cap-
sule da 400 mg sono  marcate  con  inchiostro  da  stampa  contenente
biossido  di  titanio  (E 171), E 132 indigotina e ossido di ferro (E
172).
Le capsule di CRIXIVAN 400 mg sono color bianco opaco e codificate in
verde.
6.2   Incompatibilita'
Non applicabile
6.3   Periodo di stabilita'
Il periodo di validita' e' di 18 mesi.
6.4   Speciali precauzioni per la conservazione
Sensibile all'umidita'. Conservare la confezione ben chiusa.
6.5   Natura e contenuto della confezione
CRIXIVAN 400 mg e' fornito in flaconiin  HDPE  (polietilene  ad  alta
densita'),  con tappo in polipropilene e una protezione in alluminio,
contenenti 90 o 180 capsule.
Il  flacone  contiene  un  contenitore  con  un  essiccante  che deve
rimanere nel flacone.
Avvisare il paziente di non ingerire l'essiccante.
7.    TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
MERCK SHARP & DOHME Ltd.
Hertford Road, Hoddesdon
Hertfordshire EN11 9BU
Regno Unito
8.    NUMERO DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI
9.    DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.   DATA DI REVISIONE DEL TESTO