(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegati
              COMMISSIONE PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE
           NATURALI E PANORAMICHE DELLA PROVINCIA DI ENNA
             Verbale n. 16 - Seduta del 28 settembre 1995
  L'anno millenovecentonovantacinque  il giorno ventotto del  mese di
settembre,  nei   locali  della  Soprintendenza  beni   culturali  ed
ambientali di Enna, si e' riunita  la commissione per la tutela delle
bellezze naturali  e panoramiche della  provincia di Enna,  su invito
del presidente, dott. Gianfilippo Villari, diramato con nota prot. n.
10172/II del 20 settembre 1995, avente il seguente ordine del giorno:
    proposta vincolo "monte Scalpello", legge n. 1497/39;
  sopralluogo area Enna Bassa lungo il torrente Torcicoda;
    varie ed eventuali.
  La commissione si e' adunata alle  ore 15,30 presso il quadrivio di
Enna Bassa;  ha effettuato  il sopralluogo  lungo l'area  contigua il
torrente Torcicoda nel tratto che nei pressi di Enna scorre verso sud
in  una  profonda  incisione  del  terreno  ed  attraversa  una  zona
fortemente urbanizzata di Enna Bassa.
  La  commissione   alle  ore   16,30  si   reca  nei   locali  della
Soprintendenza.
   Sono presenti:
  il dott. Gianfilippo Villari -  soprintendente per i beni culturali
ed ambientali di Enna, presidente;
    il dott. Sebastiano Arena - componente;
  l'ing. Leonardo Angilella -  rappresentante del Distretto minerario
di Caltanissetta;
    l'arch. Rosa Oliva - segretario.
  Il  presidente,   constatata  la  regolarita'   della  commissione,
dichiara  aperta la  seduta ed  inizia l'esposizione  dei motivi  che
hanno indotto la determinazione del vincolo di "monte Scalpello".
  La  commissione  procede,  quindi,  alla  lettura  integrale  della
relazione e della descrizione del perimetro del vincolo.
  "L'area in esame  e' ubicata sulla dorsale di  monte Scalpello, nel
territorio comunale di Agira in provincia  di Enna, il cui crinale fa
da  confine  amministrativo  con  la  provincia  di  Catania  e  piu'
specificatamente con il territorio comunale di Castel di Iudica.
  La   zona   e'   facilmente   raggiungibile   dall'autostrada   A19
Palermo-Catania uscendo dallo svincolo di Catenanuova ed immettendosi
nella s.s.192 in  direzione Enna ed, infine, imboccando,  circa al km
36 della stessa, una stradella in terra battuta.
  Cartograficamente ricade  nella tavoletta "Catenanuova"  (foglio n.
269, IV SE) della carta d'Italia, edita dall'I.G.M., scala 1:25.000.
  Estremo lembo  nordorientale della  catena montuosa degli  Erei, il
monte e' alto  583 metri s.l.m. ed  e' delimitato a nord  ed in parte
della zona est dal fiume Dittaino, a  sud dal monte Judica e ad ovest
dal poggio  Saraceni; si sviluppa  in direzione ENE/OSO  formando una
cima  allungata  dalla caratteristica  forma  a  "schiena d'asino"  e
rappresenta,  con  le   contestuali  strutture  architettoniche,  una
bellezza d'insieme  con valenze ambientali e  paesistiche di notevole
rilievo, visibile dalle ampie pianure e vallate circostanti.
  Percorrendo  la  stradella che  porta  verso  la vetta  del  monte,
l'attenzione  dello  spettatore  e'   attirata  da  una  sequenza  di
eccezionali aspetti che configurano l'area come un'oasi naturalistica
ricca   di  presenze   geologiche,  paleontologiche,   archeologiche,
architettoniche,  grazie alla  conformazione fisica  del monte  molto
aspra  ed  impervia;  il  sito  ha mantenuto  quasi  intatti  i  suoi
particolari  aspetti,  ad  eccezione  delle  aree  nordoccidentali  e
nordorientali ove  attivita' estrattive  ne hanno  alterato l'assetto
morfologico.
  Nel  suggestivo  avvicinamento  alla cima,  si  attraversa  un'area
caratterizzata da  una ricca vegetazione spontanea  dominata in larga
parte dalla macchia mediterranea  e dall'ampelodesmo tenax (disu); il
versante   settentrionale  del   monte  e'   caratterizzato  da   "il
boschetto", formazione  tipica di macchia mediterranea,  con presenze
arboree ed arbustive  quali: il leccio, la quercia,  la roverella, il
ginepro,  il cisto,  la  ginestra, il  corbezzolo,  il pungitopo,  il
mirto, il rovo e la ginestrella.
  Nell'area, inoltre,  sono presenti diverse essenze  quali: il timo,
la  ruta, la  salvia, l'origano  e varie  piante aromatiche  ed anche
numerose specie di  fiori spontanei, che con i  loro colori ravvivano
le  scoscese  incisioni  del  monte,   tra  i  quali  si  distinguono
l'orchidea selvatica,  il ciclamino montano, l'iris,  la mandragora e
l'acanto.
  Aspetto peculiare del  monte Scalpello e' la  sua natura geologica;
infatti  fa  parte di  un  sistema  di  dorsali fra  loro  parallele,
trasportate  durante il  Pliocene  verso sud  ed  oggi affioranti  in
ripetute porzioni tettoniche.
  La  successione  stratigrafica   del  terreno  presenta  specifiche
peculiarita'  essendo costituita  da  una  placca calcareasilicea  di
origine Mesozoica denominata "unita' di monte Judica", molto ricca di
fossili triassici.
  Tale      successione      inizia      con      una      alternanza
argillosacalcareaarenarea (formazione Mufara)  ricca di faune fossili
quali: ammoniti, lamellibranchi  (halobia), gasteropodi, appartenenti
al  Carnico medio  superiore e  continua  con calcari  con selce  del
Carnico  superiore, radiolariti  Giurassiche con  vulcaniti, marne  e
calcari marnosi rossi  e biancastri in facies di  "scaglia" ed infine
con argille marnose  ed arenarie glauconitiche dell'Oligocene-Miocene
superiore medio.
  Inoltre, la  presenza di  venature cristalline,  noduli e  liste di
selce  policroma, di  aspetto lamellare,  rendono molto  suggestivi e
particolari gli affioramenti dei calcari con selce.
  Arrivati sull'acrocoro  del monte  si possono ammirare  dei ruderi,
appartenenti ad un  sistema di fortificazioni, costituiti  da mura di
grandi   blocchi  di   pietra  locale,   intervallate  da   torri  di
avvistamento      risalenti,     presumibilmente,      al     periodo
Bizantino-Medievale.
  Al centro di queste strutture  sorge il santuario denominato "Eremo
di  monte  Scalpello"  del  XVIII secolo;  per  la  sua  collocazione
costituisce   visivamente,  anche   a  notevole   distanza,  elemento
emergente,  che  staccandosi  dal  monte, lo  conclude  in  un  unico
suggestivo  quadro d'insieme,  ove l'opera  dell'uomo e  quella della
natura risultano integrate in un unicum inscindibile.
  Da  questo  luogo, dominato  dal  silenzio,  si riesce  a  cogliere
l'intero  sviluppo  del  monte  nell'ampio contesto  della  piana  di
Catania  verso est,  del fiume  Dittaino  verso nord,  e dei  rilievi
montuosi circostanti,  sulle cui  cime sono arroccati  diversi centri
abitati di antica fondazione tra  i quali, ben visibili, Centuripe ed
Agira a nord ed, in  lontananza, verso ovest, Assoro, Calascibetta ed
Enna.
  La caratteristica forma  del monte riveste una  notevole valenza di
riferimento   territoriale;  infatti,   percorrendo   la  s.s.   192,
l'autostrada o la ferrovia, da oriente e da occidente, il monte segna
il  passaggio tra  la Piana  di Catania,  con i  suoi giardini,  e la
distesa della valle  del Dittaino, arida e cerealicola  ovvero tra la
costa e l'interno.
  In questo  luogo della Sicilia,  quindi, monte Scalpello  assume la
peculiare  ed  imprescindibile  connotazione  di  "vista"  e  "veduta
panoramica".
                           Perimetrazione.
  La perimetrazione proposta e' la seguente: partendo dal km 41 circa
della strada  statale 192  (ex s.s.  n. 25  Gerbini-Stazione Raddusa)
punto di incontro con il limite di confine tra la provincia di Enna e
quella di  Catania, si procede,  in direzione ovest,  costeggiando la
suddetta s.s. 192, che rimane  inclusa nel vincolo, fino all'incrocio
con la regia trazzera Regalbuto-Caltagirone.
  Da  qui,  imboccata  la regia  trazzera  Regalbuto-Caltagirone,  si
prosegue,  in direzione  sud, sino  al bivio  con la  strada comunale
Saraceni  e si  continua seguendo  il tracciato  di quest'ultima,  in
direzione sudest, sino ad intersecare il limite di confine tra le due
province in contrada S. Nicolella.
  Da  questo punto,  infine, si  segue questo  limite di  confine, in
direzione nordest, sino al punto di partenza.
  Pertanto, per le ragioni  su esposte, la commissione all'unanimita'
indica la zona sopradescritta di  importante interesse pubblico per i
suoi notevoli aspetti paesaggistici e  ne propone il vincolo ai sensi
dell'art. 1,  numeri 3  e 4, della  legge 29 giugno  1939, n.  1497 e
dell'art. 9,  numeri 4 e  5, del relativo regolamento  di esecuzione,
approvato con R.D. 3 giugno 1940, n. 1357.
  Il presidente dichiara  chiusa la seduta, del che si  e' redatto il
presente verbale.
  PROPOSTA DI VINCOLO AI SENSI DELLA LEGGE N. 1497 DEL 29 GIUGNO 1939
DI "MONTE SCALPELLO"


         ---->   Vedere Planimetria a Pag. 22 della G.U.   <----