(all. 1 - art. 1)
                                                           ALLEGATO I
    1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
    Intron-A    1 milione UI/1 ml
                3 milioni UI/1 ml
                5 milioni UI/1 ml
               10 milioni UI/1 ml
    2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
    Ogni  flacone  di  Intron-A,  Polvere  per soluzione iniettabile,
contiene 1 milione, 3 milioni, 5  milioni  o  10  milioni  di  Unita'
Internazionali (U.I.) di interferone alfa-2b ricombinante.
    3. FORMA FARMACEUTICA
    Polvere   per   soluzione   iniettabile   +   acqua  sterile  per
preparazioni iniettabili (flacone monodose).
    Per iniezione sottocutanea od endovenosa.
    4. INFORMAZIONI CLINICHE
    4.1 Indicazioni terapeutiche
    Epatite cronica B.: Trattamento di  pazienti  adulti  affetti  da
epatite  cronica  B istologicamente provata, con marcatori sierici di
replicazione virale, per esempio pazienti positivi per HBV-DNA o  DNA
polimerasi ed HBeAg.
    L'attuale esperienza clinica in pazienti sottoposti a terapia con
interferone  alfa-2b  per  periodi  di 4-6 mesi indica che la terapia
puo' produrre l'eliminazione di HBV-DNA dal siero oltre ad indurre un
miglioramento dell'istologia epatica. Nei  pazienti  con  perdita  di
HBeAg  e  di  HBV-DNA, e' stata osservata una significativa riduzione
della morbilita' e della mortalita'.
    Epatite cronica C: Trattamento di  pazienti  adulti  con  epatite
cronica   C   istologicamente   provata   con  marcatori  sierici  di
replicazione virale, ad esempio coloro che presentano valori  elevati
di  transaminasi  senza  scompenso  epatico  e che siano positivi per
HCV-RNA sierico, o che siano anti HCV positivi.
    L'esperienza clinica disponibile in pazienti in  trattamento  con
interferone  alfa-2b  per 12 mesi indica che la terapia puo' produrre
una normalizzazione della ALT sierica, della  clearance  dell'HCV-RNA
sierico e un miglioramento dell'istologia epatica.
    L'interruzione della terapia con interferone alfa-2b, deve essere
presa  in considerazione in quei pazienti che non rispondono dopo tre
o quattro mesi di trattamento.
    Leucemia a cellule capellute: Trattamento dei pazienti affetti da
tricoleucemia.
    Leucemia mieloide cronica: Trattamento di pazienti adulti affetti
da leucemia mieloide cronica positiva per il cromosoma Philadelphia o
la traslocazione bcr/abl.
    L'esperienza clinica indica che nella maggior parte dei  pazienti
trattati  e'  ottenibile  una  maggiore/minore risposta ematologica e
citogenetica.  Non  esistono  studi  controllati  che  dimostrino  un
effetto sulla sopravvivenza globale.
    Mieloma multiplo: Terapia di mantenimento in pazienti che abbiano
raggiunto una remissione obiettiva della malattia (riduzione maggiore
del  50%  delle  proteine  di  origine mielomatosa) in seguito ad una
chemioterapia iniziale di induzione.   L'attuale  esperienza  clinica
indica  che  la terapia di mantenimento con Intron-A prolunga la fase
al plateau; tuttavia gli effetti sulla sopravvivenza globale non sono
stati dimostrati in modo conclusivo.
    Linfoma    follicolare:   Trattamento   adiuvante   del   linfoma
follicolare ad elevata  massa  neoplastica  in  associazione  ad  una
appropriata  polichemioterapia  di induzione, quale ad esempio regimi
tipo CHOP. Un tumore ad elevata massa neoplastica viene  definito  da
almeno  una delle caratteristiche di seguito elencate: massa tumorale
voluminosa (>7 cm), coinvolgimento di almeno 3  o  piu'  siti  nodali
(ciascuno  >3cm), sintomi sistemici (perdita di peso >10%, febbre >38
gradi C per piu' di 8 giorni,    o  sudori  notturni),  splenomegalia
oltre  l'ombelico,  ostruzione  degli  organi  maggiori o sindrome da
compressione, coinvolgimento orbitale o epidurale, effusione  sierosa
o leucemia.
    Tumore carcinoide: Trattamento di tumori carcinoidi con linfonodi
o metastasi epatiche e con "sindrome da carcinoide".
    Sarcoma  di Kaposi correlato all'AIDS: In pazienti con sarcoma di
Kaposi  progressivo,  asintomatico  che  abbiano  una  conta  di  CD4
>250/mm3.  I pazienti con AIDS che presentino conta di CD4 <250/mm3 o
quelli con  anamnesi  di  infezioni  opportunistiche  o  con  sintomi
costituzionali,  e'  improbabile  che  rispondano  alla  terapia  con
Intron-A e percio' non  devono  essere  trattati  (V.  Paragrafo  4.4
Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego).
    Melanoma  maligno:  Come  terapia adiuvante in pazienti liberi da
malattia in seguito ad intervento chirurgico, ma ad alto  rischio  di
recidiva   sistemica,   ad   esempio,   pazienti  con  coinvolgimento
linfonodale primario o ricorrente (clinico o patologico).
    4.2 Posologia e modo di somministrazione
    INTRON-A PUO' ESSERE SOMMINISTRATO CON SIRINGHE STERILI DI  VETRO
O CON SIRINGHE MONOUSO DI PLASTICA.
    La  comparsa di reazioni avverse durante trattamento con Intron-A
per qualsiasi indicazione richiede un aggiustamento posologico  o  la
temporanea  sospensione  della  terapia  fino  a  scomparsa  di  tali
effetti. Sia  nel  caso  di  intolleranza  persistente  o  ricorrente
nonostante  l'adeguato  aggiustamento  posologico,  sia  nel  caso di
progressione della malattia, il trattamento con Intron-A deve  essere
sospeso. Per gli schemi posologici di mantenimento, somministrati per
via   sottocutanea  e'  consentita,  a  discrezione  del  medico,  la
somministrazione attuata direttamente dal paziente.
    Epatite cronica B: La dose raccomandata e' compresa tra  5  e  10
milioni U.I. somministrati sottocute 3 volte alla settimana (a giorni
alterni) per un periodo da 4 a 6 mesi.
    Se  non si verifica alcun miglioramento su HBV-DNA nel siero dopo
3-4  mesi  di  trattamento  (alla  dose  di  10  milioni  di  Ul,  se
tollerata),   la   terapia   con  interferone  alfa-2b,  deve  essere
interrotta.
    Epatite cronica C: La dose raccomandata  e'  di  3  milioni  U.I.
somministrati  3  volte  alla  settimana  (a  giorni alterni) per via
sottocutanea. La gran parte dei pazienti che rispondono, mostrano  un
miglioramento  dei  livelli di ALT entro 3-4 mesi. In questi pazienti
la terapia  deve  proseguire  con  3  milioni  U.I.  tre  volte  alla
settimana (a giorni alterni) per 12 mesi.
    La durata ottimale del trattamento non e' ancora stata stabilita.
Non  esistono studi clinici che pongono direttamente a confronto i 12
mesi con i 18 mesi, tuttavia il prolungamento del trattamento fino  a
18 mesi potrebbe rivelarsi utile in alcuni pazienti.
    Nei  pazienti  che  non  rispondono  dopo 3-4 mesi di trattamento
dovra' essere presa in considerazione  l'interruzione  della  terapia
con interferone alfa-2b.
    Leucemia  a  cellule  capellute: il dosaggio raccomandato e' di 2
milioni U.I./m2 per via sottocutanea 3 volte alla settimana (a giorni
alterni)  sia  nei  pazienti  splenectomizzati  sia  in  quelli   non
splenectomizzati.  Per  la  gran  parte  dei  pazienti con leucemia a
cellule  capellute,  la  normalizzazione  di  uno  o  piu'  parametri
ematologici inizia a manifestarsi entro uno - due mesi di trattamento
con   Intron-A.   Il  miglioramento  di  tutte  e  tre  le  variabili
ematologiche (conta granulocitaria, conta di piastrine e  livello  di
emoglobina)  puo'  richiedere  6 mesi o piu'. Il dosaggio deve essere
mantenuto, a meno che non  si  verifichi  rapida  progressione  della
malattia o grave intolleranza al farmaco.
    Leucemia mieloide cronica: il dosaggio di Intron-A consigliato e'
di   4-5   milioni  U.I./m2  somministrati  quotidianamente  per  via
sottocutanea.  Una  volta   ottenuto   il   controllo   della   conta
leucocitaria,  la dose tollerabile massima (da 4 a 10 milioni U.I./m2
al giorno) dovra' essere somministrata per  mantenere  la  remissione
ematologica.  Il  trattamento  con  Intron-A deve essere sospeso dopo
8-12 settimane se non si sia ottenuta almeno una parziale  remissione
ematologica od una citoriduzione clinicamente significativa.
    Mieloma  multiplo: Terapia di mantenimento - nei pazienti in fase
di plateau (riduzione delle proteine di origine mielomatosa  maggiore
del  50%)  dopo  chemioterapia  di  induzione iniziale, Intron-A puo'
essere somministrato  quale  monoterapia,  alla  dose  di  3  milioni
U.I./m2  per  via  sottocutanea  3  volte  alla  settimana  (a giorni
alterni).
    Linfoma follicolare: in  aggiunta  alla  chemioterapia,  Intron-A
puo' essere somministrato per via sottocutanea alla dose di 5 milioni
U.I.,  3 volte alla settimana (a giorni alterni) per un periodo di 18
mesi.  Si  raccomandano  regimi  tipo-CHOP,  ma  dati  clinici   sono
disponibili   solo   con   CHVP   (associazione   di  ciclofosfamide,
doxorubicina, teniposide e prednisolone).
    Tumore carcinoide: La dose usuale e' di 5 milioni U.I. (da 3 a  9
milioni U.I.) somministrata 3 volte alla settimana (a giorni alterni)
per via sottocutanea. Pazienti in stadio avanzato possono necessitare
di  dosi  giornaliere  di  5 milioni U.I.. Il trattamento deve essere
temporaneamente sospeso durante  e  dopo  intervento  chirurgico.  La
terapia  deve  essere  continuata  fino a che il paziente risponde al
trattamento con Intron-A.
    Sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS: il dosaggio ottimale non e'
ancora noto. E' stata dimostrata l'efficacia alla dose giornaliera di
10 milioni U.I.  somministrata sottocute. La dose minima efficace non
e' stata stabilita. La dose massima giornaliera tollerata di Intron-A
e' di 20 milioni U.I.
    L'insorgenza    di    gravi    effetti    collaterali    richiede
l'aggiustamento  del  dosaggio  (riduzione  del 50%) o la  temporanea
sospensione del trattamento fino a scomparsa di tali affetti.
    Nei pazienti con malattia stabile o responsivi al trattamento  la
terapia  deve essere proseguita fino alla scomparsa dei segni residui
di  tumore  o  fino  all'interruzione   del   trattamento   richiesta
dall'insorgenza  di grave infezione opportunistica o di gravi effetti
collaterali. La terapia con Intron-A e' stata utilizzata pazienti non
ospedalizzati.
    Melanoma maligno: Terapia di induzione: Intron-A e' somministrato
per  via  endovenosa ad un dosaggio giornaliero di 20 milioni U.I./m2
per cinque giorni alla settimana per un periodo di  4  settimane;  la
dose  calcolata  di  Intron-A  viene  aggiunta  a 100 ml di soluzione
fisiologica e somministrata per infusione in 20  minuti.  Terapia  di
mantenimento:   la   dose  raccomandata  e'  di  10  milioni  U.I./m2
somministrata sottocute 3 volte alla settimana (a giorni alterni) per
48 settimane.
    Se durante il trattamento con Intron-A  insorgono  gravi  effetti
collaterali,  in  particolare  se  i  granulociti diminuiscono fino a
<500/mm3 od i livelli di ALT/AST  aumentano  di  5  volte  il  limite
superiore   normale,   il  trattamento  deve  essere  temporaneamente
sospeso, finche' le reazioni avverse non diminuiscano. Il trattamento
con Intron-A deve ricominciare al 50%  del  dosaggio  precedente.  Se
dopo  l'aggiustamento  della  dose  l'intolleranza  persiste,  o se i
granulociti diminuiscono a <250/mm3 od i livelli di ALT/AST aumentano
di 10 volte il limite superiore normale, la terapia con Intron-A deve
essere sospesa.
    Sebbene il dosaggio  ottimale  (minimo)  non  sia  noto,  per  un
completo  beneficio  clinico  i  pazienti  devono  essere trattati al
dosaggio raccomandato, con una modifica della dose per tossicita', in
accordo a quanto descritto.
    4.3 controindicazioni
    - Storia di ipersensibilita' all'interferone alfa-2b ricombinante
o a qualsiasi altro componente di Intron-A.
    - Grave patologia cardiaca preesistente.
    - Grave disfunzione renale o epatica, compresa quella causata  da
metastasi.
    -  Epilessia  e/o  funzionalita'  compromessa del sistema nervoso
centrale (SNC) (V. Paragrafo  4.4  Speciali  avvertenze  e  opportune
precauzioni di impiego).
    - Epatite cronica in presenza di cirrosi epatica scompensata.
    -  Epatite  cronica in pazienti contemporaneamente o recentemente
trattati con agenti immunosoppressivi, salvo nel caso di interruzione
di una terapia corticosteroidea a breve termine.
    - Epatite autoimmune o anamnesi di malattia autoimmune,  pazienti
trapiantati immunodepressi.
    - Patologia tiroidea preesistente, salvo quando controllata dalla
terapia convenzionale.
    4.4  Speciali  avvertenze  e opportune precauzioni di impiego per
tutti i pazienti:
    Reazioni di ipersensibilita' acuta (quali orticaria,  angioedema,
broncocostrizione, anafilassi) sono state osservate raramente durante
terapia con Intron-A.  Nell'eventualita' di una loro comparsa si deve
interrompere immediatamente il trattamento ed istituire l'appropriata
terapia  medica.  Transitorie reazioni cutanee non rendono necessaria
l'interruzione del trattamento.
    Effetti collaterali di grado moderato o grave possono  richiedere
una  modifica dello schema posologico di Intron-A o, in qualche caso,
l'interruzione del trattamento.  Qualsiasi paziente  con  alterazioni
dei   parametri   di  funzionalita'  epatica  comparse  in  corso  di
trattamento con Intron-A richiede un attento monitoraggio e, nel caso
di progressione dei segni e sintomi, l'interruzione della terapia.
    Durante  il  trattamento  con  lntron-A,  o  fino  ai  due giorni
successivi, puo' verificarsi ipotensione che puo'  richiedere  misure
terapeutiche di supporto.
    I pazienti in trattamento con Intron-A devono essere mantenuti in
buone  condizioni  di idratazione, essendosi osservati alcuni casi di
ipotensione dovuta a deplezione di liquidi.  Tale  eventualita'  puo'
rendere necessario l'apporto sostitutivo di liquidi.
    La  comparsa  di  febbre puo' essere correlata con la sindrome di
tipo  influenzale  molto  spesso  osservata   durante   terapia   con
interferone,  ma  in  presenza  di  febbre  persistente devono essere
escluse altre cause.
    Per alleviare febbre e cefalea che si possono osservare a seguito
della terapia  con  Intron-A  e'  risultato  efficace  l'acetaminofen
(paracetamolo). La dose di acetaminofen raccomandata e' da 500 mg a 1
g  somministrato  30 minuti prima della somministrazione di Intron-A.
La dose massima giornaliera di acetaminofen e' di 1 g per 4 volte.
    Intron-A deve essere  utilizzato  con  cautela  in  pazienti  con
condizioni  mediche  debilitanti,  come  quelli  con  una  storia  di
malattie polmonari (ad es. malattia ostruttiva polmonare  cronica)  o
diabete   mellito   facile   alle   chetoacidosi.  Si  deve  prestare
particolare  cautela  anche  nei   pazienti   con   disordini   della
coagulazione  (ad  es.  tromboflebite,  embolia  polmonare)  o  grave
mielodepressione.
    Infiltrati  polmonari,  polmonite,  con  mortalita',  sono  stati
osservati   raramente  in  pazienti  trattati  con  alfa-interferone,
compresi quelli trattati  con  Intron-A.  L'eziologia  non  e'  stata
definita.  Questi  sintomi sono stati riportati con maggior frequenza
quando  in  concomitanza  ad  interferone  alfa  viene  somministrato
shosaikoto, un rimedio erboristico cinese. Ogni paziente che sviluppi
febbre,  tosse,  dispnea  od  altri  sintomi  respiratori deve essere
sottoposto ad una radiografia  del  torace.  Se  la  radiografia  del
torace  evidenzia  infiltrati  polmonari  o se si osserva evidenza di
alterazione della funzionalita' polmonare, il  paziente  deve  essere
monitorato   strettamente   e,  se  necessario,  il  trattamento  con
alfa-interferone deve  essere  interrotto.  Mentre  questo  e'  stato
riportato  con  maggiore frequenza nei pazienti con epatite cronica C
trattati con alfa-interferone, e' stato anche segnalato  in  pazienti
con  patologie  di  natura  oncologica trattati con alfa-interferone.
L'immediata interruzione della somministrazione di alfa-  interferone
e  il  trattamento  con  corticosteroidi sembra essere correlato alla
risoluzione degli eventi avversi polmonari.
    Reazioni avverse a livello oculare (V. Paragrafo  4.8.    Effetti
indesiderati)  sembrano  insorgere  dopo  l'impiego  del  farmaco per
diversi  mesi,  ma  sono  state  riportate  anche  dopo  periodi   di
trattamento   piu'   brevi.   Ogni  paziente  che  segnali  modifiche
dell'acuita' visiva o del campo visivo, o che riporti altri sintomi a
livello oftalmico nel corso del trattamento con Intron-A deve  essere
sottoposto  a visita oculistica. Poiche' gli effetti retinici possono
essere differenziati da quelli osservati nelle retinopatie diabetiche
od ipertensive, si raccomanda prima del trattamento  con  interferone
un  esame  oculistico  di  base  nei  pazienti con diabete mellito od
ipertensione.
    I  pazienti con preesistenti malattie psichiatriche o anamnesi di
gravi disturbi psichici non devono essere trattati con Intron-A.
    Durante il trattamento con  Intron-A,  in  alcuni  pazienti  sono
stati  osservati  gravi  effetti  a  livello  del SNC, in particolare
depressione, ideazione suicida e tentativo  di  suicidio;  in  questi
casi  la  terapia  con  Intron-A  deve  essere sospesa. La potenziale
gravita' di questi effetti collaterali deve essere tenuta a mente dal
medico prescrittore.
    Raramente sono stati osservati altri effetti  a  carico  del  SNC
manifestatisi   con  confusione  ed  altre  alterazioni  dello  stato
mentale. Effetti di maggiore significativita', quali  ottundimento  e
coma  sono  stati  osservati in alcuni pazienti, solitamente anziani,
trattati a dosi maggiori. Mentre  questi  effetti  sono  generalmente
reversibili,  in alcuni pazienti la completa risoluzione ha richiesto
fino a 3 settimane. Molto raramente, si sono  verificate  convulsioni
con alti dosaggi di Intron-A.
    I  pazienti  con  anamnesi  di  scompenso  cardiaco  congestizio,
infarto miocardico e/o con aritmie pregresse o in atto nei quali  sia
necessario  un  trattamento  con  Intron-A devono essere attentamente
controllati. Nei pazienti con preesistenti alterazioni cardiache  e/o
con  tumori  di  stadio avanzato dovrebbero essere eseguiti controlli
elettrocardiografici prima e nel corso del trattamento.   Le  aritmie
cardiache  (per  lo piu' sopraventricolari) di solito rispondono alla
terapia  convenzionale,  ma  possono  richiedere  l'interruzione  del
trattamento con Intron-A.
    A  causa  di  segnalazioni  riguardo  l'esacerbazione di psoriasi
preesistente, Intron-A deve essere usato nei  pazienti  con  psoriasi
solo se il beneficio potenziale ne giustifica il potenziale rischio.
    Dati  preliminari possono indicare che la terapia con interferone
alfa e' associata ad un'aumentata incidenza di rigetto  al  trapianto
(trapianti di fegato e rene).
    Nel corso del trattamento con alfa interferoni e' stata segnalata
la  possibilita'  dello  sviluppo  di  diversi  auto-  anticorpi.  Le
manifestazioni  cliniche  di  malattie  autoimmuni  nel  corso  della
terapia  con  interferone possono intervenire con frequenza superiore
nei pazienti predisposti allo sviluppo di malattie autoimmuni.
    Il trattamento con Intron-A deve essere interrotto  nei  pazienti
con  epatite  cronica  che  sviluppino  alterazione  degli  indici di
coagulazione, che puo' indicare scompenso epatico.
    Non e' stata dimostrata l'efficacia dell'interferone  alfa-2b  in
pazienti  affetti  da  epatite cronica B o C, con una co-infezione da
virus dell'immunodeficienza umana (HIV), o sottoposti ad emodialisi.
    Epatite cronica C: In rari casi, pazienti trattati  con  Intron-A
per  epatite cronica C hanno manifestato alterazioni tiroidee di tipo
sia ipo- che ipertiroideo. Nel corso di sperimentazioni cliniche  con
Intron-A,  il  2,8%  dei pazienti ha sviluppato anomalie tiroidee. Le
alterazioni sono state controllate dalla terapia convenzionale per le
disfunzioni tiroidee. Non si  conosce  il  meccanismo  attraverso  il
quale  Intron-A  puo' modificare lo stato tiroideo. Prima di iniziare
una terapia con Intron-A per il trattamento dell'epatite cronica C e'
opportuno controllare i livelli sierici dell'ormone tireotropo (TSH).
Qualsiasi alterazione tiroidea evidenziata dal controllo deve  essere
trattata  con  la  terapia convenzionale. Il trattamento con Intron-A
puo'  essere istituito se la terapia mantiene il livello di TSH entro
i limiti dei valori normali. Se nel corso della terapia con  Intron-A
il   paziente   manifesta  sintomi  compatibili  con  la  disfunzione
tiroidea, si devono verificare i  livelli  di  TSH.  In  presenza  di
disfunzione   tiroidea,  il  trattamento  con  Intron-A  puo'  essere
continuato se la terapia mantiene i livelli di TSH entro i limiti dei
valori normali.   L'interruzione della terapia con  Intron-A  non  ha
indotto  la  reversione di disfunzioni tiroidee insorte nel corso del
trattamento.
    Chemioterapia concomitante: La somministrazione  di  Intron-A  in
associazione con altri agenti chemoterapici puo' aumentare il rischio
di  tossicita'  (gravita'  e  durata),  che  puo' essere pericolosa o
fatale per la vita  del  paziente.    Gli  effetti  collaterali  piu'
comunemente   riportati   e   potenzialmente   pericolosi   o  fatali
comprendono mucosite, diarrea,  neutropenia,  compromissione  renale,
turbe   elettrolitiche.   A   causa  del  rischio  di  una  aumentata
tossicita', e' richiesto un accurato aggiustamento  del  dosaggio  di
Intron-A e dei concomitanti agenti chemoterapici.
    Sarcoma  di  Kaposi  correlato all'AIDS: Intron-A non deve essere
utilizzato  in  associazione  con  inibitori  della  proteasi.  Fatta
eccezione  per la zidovudina, non ci sono dati di sicurezza in merito
all'associazione  di  Intron-A  con  inibitori   della   trascriptasi
inversa.
    Esami  di  laboratorio:  gli  esami  ematologici  ed ematochimici
standard   (esame   emocromocitometrico    completo    con    formula
differenziale  e  conta di piastrine; dosaggio di elettroliti, enzimi
epatici, proteinemia,  bilirubinemia,  creatininemia)  devono  essere
effettuati  in  tutti  i  pazienti prima di una terapia sistemica con
Intron-A e poi a intervalli periodici.
    Per pazienti in trattamento per epatite B o C, si  raccomanda  di
eseguire  gli  esami ai seguenti intervalli di tempo: settimana 1, 2,
4, 8, 12, 16 ed in seguito ogni mese, durante tutto  il  trattamento.
Se  nel corso della terapia con Intron-A i livelli di ALT aumentano >
o meno 2 volte rispetto ai valori basali,  la  terapia  con  Intron-A
puo'  essere  proseguita  qualora non si osservino segni e sintomi di
insufficienza epatica. Durante l'aumento di ALT, le seguenti prove di
funzionalita' epatica  devono  essere  ripetute  a  intervalli  di  2
settimane:  ALT,  tempo di protrombina, fosfatasi alcalina, albumina,
bilirubina.
    Nei pazienti trattati  per  melanoma  maligno,  la  funzionalita'
epatica,  la  conta  e  la  differenziazione dei globuli bianchi deve
essere controllata settimanalmente durante la fase di induzione della
terapia e mensilmente durante la fase di mantenimento della terapia.
    Uso in  pediatria:  dosi  fino  a  10  milioni  U.I./m2  si  sono
dimostrate  sicure nei bambini con epatite cronica B, ma non e' stata
documentata  l'efficacia  terapeutica.     L'esperienza  relativa   a
pazienti  di  eta'  inferiore  a  18  anni  e' stata complessivamente
limitata;  per  tali  pazienti,  i  benefici  attesi  devono   essere
attentamente valutati in rapporto ai potenziali rischi.
    Effetti  sulla fertilita': l'interferone puo' avere effetti sulla
fertilita'. Studi sull'impiego di interferone in  primati  non  umani
hanno evidenziato anomalie del ciclo mestruale. In donne trattate con
interferone  leucocitario  umano  sono  state osservate riduzioni dei
livelli sierici di  estradiolo  e  progesterone.  Le  donne  in  eta'
fertile  non  devono  quindi essere trattate con Intron-A, a meno che
non  vengano  adottate  efficaci  misure  contraccettive  durante  il
periodo di trattamento. Intron-A deve essere usato con prudenza negli
uomini in eta' fertile.
    4.5  Interazioni con altri medicinali ed interazioni di qualsiasi
altro genere
    Interazioni farmacologiche: La contemporanea somministrazione  di
Intron-A e narcotici, ipnotici o sedativi va attuata con cautela.
    Le  interazioni  tra  Intron-A  ed  altri  farmaci non sono state
pienamente   valutate.   E'   necessario    usare    cautela    nella
somministrazione   di  Intron-A  in  associazione  con  altri  agenti
potenzialmente mielosoppressivi.
    Gli interferoni possono interferire con  il  processo  metabolico
ossidativo.  Di  questa  possibilita'  va  tenuto  conto  durante  la
concomitante terapia con farmaci metabolizzati per tale via, quali  i
derivati   xantinici,   teofillina   e  aminofillina.  Nel  corso  di
contemporanea terapia xantinica e'  opportuno  monitorare  i  livelli
sierici di teofillina e, se necessario, modificare il dosaggio.
    4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento
    Nella  Macaca  mulatta  (scimmie  rhesus)  Intron-A ha dimostrato
attivita' abortiva a dosi che superavano di 90 e 180  volte  la  dose
raccomandata   di   2   milioni  U.I./m2  per  via  intramuscolare  o
sottocutanea. Sono stati osservati casi di aborto in tutti  i  gruppi
posologici  (7,5  milioni,  15  milioni  e  30 milioni U.I./kg), e la
differenza  rispetto  ai  controlli  e'   risultata   statisticamente
significativa  solo  nei  gruppi  trattati  con  dosi  medie  e  alte
(corrispondenti a 90 e 180 volte la dose raccomandata  di  2  milioni
U.I./m2  per via intramuscolare o sottocutanea). Non sono disponibili
dati adeguati in donne gravide. Intron-A deve essere somministrato in
gravidanza solo se i benefici attesi giustificano i potenziali rischi
fetali.
    Non e' noto se i componenti del farmaco vengano  escreti  con  il
latte  materno.  Dati  i potenziali effetti collaterali di Intron-A a
carico del lattante, va deciso se interrompere  l'allattamento  o  la
terapia,  tenendo conto di quale sia l'importanza del trattamento per
la madre.
    4.7 Effetti sulla capacita' di  guidare  veicoli  e  sull'uso  di
macchine
    I  pazienti  che  manifestano  spossatezza, sonnolenza o stato di
confusione  durante  il  trattamento  con  Intron-A,  devono   essere
avvisati di evitare la guida e l'uso di macchinari.
    4.8 Effetti indesiderati
    Negli  studi clinici, condotti in un empio spettro di indicazioni
e con un esteso intervallo di dosi, gli effetti indesiderati riferiti
con maggiore frequenza sono  stati  febbre,  spossatezza,  cefalea  e
mialgia.   Febbre   e  spossatezza  si  sono  risolte  entro  72  ore
dall'interruzione o cessazione del trattamento ed erano correlate con
la dose.  Nei pazienti trattati per epatite tali effetti  sono  stati
di grado lieve o moderato.
    Effetti collaterali comuni includono rigidita'/tremori, anoressia
e nausea.
    Effetti   collaterali  meno  comuni  includono  vomito,  diarrea,
artralgia, astenia, sonnolenza,  vertigini,  secchezza  delle  fauci,
alopecia,  sintomi  di tipo influenzale (aspecifici), dolore dorsale,
depressione, tentativi  di  suicidio,  senso  di  malessere,  dolore,
ipersudorazione,  alterazione  del  gusto,  irritabilita',  insonnia,
confusione, ridotta capacita' di concentrazione, ipotensione.
    Effetti   collaterali   riferiti   raramente   includono   dolore
addominale,  eruzione  cutanea,  nervosismo,  reazione  nella sede di
iniezione, parestesia, herpes simplex, prurito, algia oculare, ansia,
epistassi,  tosse,  faringite,  infiltrazione  polmonare,  polmonite,
alterazione   dello  stato  di  coscienza,  perdita  di  peso,  edema
facciale,  dispnea,  dispepsia,  tachicardia,  ipertensione,  aumento
dell'appetito,  riduzione della libido, ipoestesia, grave alterazione
del gusto, consistenza molle  delle  feci,  sanguinamento  gengivale,
crampi  alle  gambe, neuropatia, polineuropatia rabdomiolisi talvolta
grave, ed  insufficienza  renale.    Inoltre,  sono  stati  osservati
raramente anche ipertiroidismo o ipotiroidismo. Effetti epatotossici,
anche a esito fatale, si sono verificati raramente.
    Molto  raramente,  successivamente all'immissione in commercio di
Intron-A, sono stati segnalati casi di sindrome nefrosica,  scompenso
renale,  diabete  aggravato, diabete/iperglicemia, ischemia cardiaca,
ed infarto miocardico.
    Gli effetti collaterali cardiovascolari,  per  lo  piu'  aritmie,
sono  apparsi  correlati con preesistente patologia cardiovascolare e
precedente  terapia  cardiotossica  (V.     Paragrafo  4.4   Speciali
avvertenze  e  opportune  precauzioni di impiego). E' stata riportata
raramente miocardiopatia transitoria reversibile  in  pazienti  senza
precedenti esperienze di patologia cardiaca.
    Emorragie  retiniche,  lesioni  tipo  "cotton  wool" e ostruzioni
arteriose o  venose  retiniche  sono  state  raramente  osservate  in
pazienti trattati con interferone alfa, incluso Intron-A (Interferone
alfa-2b  ricombinante)  polvere per soluzione iniettabile o soluzione
iniettabile.   (V. Paragrafo  4.4  Speciali  avvertenze  e  opportune
precauzioni di impiego).
    Alterazioni   clinicamente   significative   dei   parametri   di
laboratorio, per lo piu' osservate con dosi giornaliere  superiori  a
10  milioni  U.T.,  includono  riduzione delle conte di granulociti e
leucociti, riduzione del livello  di  emoglobina  e  della  conta  di
piastrine,   aumento   dei   livelli   di  fosfatasi  alcalina,  LDH,
creatininemia, azotemia.   Anomali aumenti  dei  livelli  sierici  di
ALT/AST  (SGPT/SGOT)  sono  stati  osservati  in  alcuni soggetti non
epatitici e  in  alcuni  pazienti  con  epatite  cronica  tipo  B  in
coincidenza con la scomparsa di DNA polimerasi virale.
    4.9 Sovradosaggio
    Non  sono  mai stati segnalati casi di sovradosaggio di Intron-A;
tuttavia, come per ogni altro preparato farmacologicamente attivo, e'
indicato il trattamento sintomatico con  frequente  monitoraggio  dei
segni vitali e attenta osservazione del paziente.
    5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
    Gruppo  farmacoterapeutico:  agenti  immunostimolanti, citochine,
interferone alfa, Codice ATC: L03A A04
    Intron-A e' una preparazione liofilizzata, sterile,  stabile,  di
interferone  alfa-2b  altamente purificato prodotto con la tecnologia
del DNA  ricombinante.  L'interferone  alfa-2b  ricombinante  e'  una
proteina idrosolubile con peso molecolare di circa 19.300 daltons. E'
prodotto  da  un clone di E. coli contenente un plasmide di cui si e'
ottenuta, mediante ingegneria genetica,  l'ibridazione  con  un  gene
dell'interferone alfa-2 di leucociti umani.
    L'attivita'  di  Intron-A  e'  espressa in U.I.: 1 mg di proteina
interferone alfa-2b ricombinante corrisponde a 2,6 x 10 elev. 8 U.I..
Le Unita' Internazionali vengono determinate  in  base  al  confronto
dell'attivita'  dell'interferone  alfa-2b  ricombinante con quella di
una  preparazione  di  riferimento  internazionale   di   interferone
estratto  da  leucociti  umani, definita dall'Organizzazione Mondiale
della Sanita'.
    Gli interferoni sono una famiglia di piccole  molecole  proteiche
di  peso  molecolare compreso tra circa 15.000 e 21.000 daltons. Sono
prodotti e secreti dalle cellule, in risposta a infezioni virali o  a
vari  induttori  sintetici  o  biologici.  Sono state individuate tre
classi principali di interferoni: alfa, beta e gamma. Tali classi non
sono  omogenee  e  possono  contenere  numerose   differenti   specie
molecolari  di  interferone.  Sono  stati identificati non meno di 14
interferoni alfa umani geneticamente distinti.    Intron-A  e'  stato
classificato come interferone alfa-2b ricombinante.
    5.1 Proprieta' farmacodinamiche
    Gli  interferoni esercitano le loro attivita' cellulari legandosi
a specifici recettori di membrana situati sulla superficie cellulare.
I recettori per l'interferone umano isolati da cellule linfoblastoidi
umane (Daudi) sembrano essere proteine altamente  asimmetriche.    La
loro  selettivita'  per  gli  interferoni  umani,  ma  non per quelli
murini, e' di indicativa di specie-specificita'. La dimostrazione  di
specie-specificita'  e'  stata  ottenuta  in  studi relativi ad altri
interferoni. Tuttavia  alcune  specie  di  scimmie,  es.  le  scimmie
Rhesus,  sono  sensibili  alla stimolazione farmacodinamica dovuta ad
esposizione ad interferoni umani di tipo 1.
    I risultati di numerosi studi indicano che, una volta legato alla
membrana cellulare, l'interferone innesca una complessa  sequenza  di
eventi intracellulari che includono l'induzione di alcuni enzimi.  Si
ritiene  che  tale  processo sia, almeno in parte, responsabile delle
varie risposte cellulari all'interferone, tra cui l'inibizione  della
replicazione  virale  in cellule infettate con virus, la soppressione
della  proliferazione  cellulare  e  azioni   immunomodulanti   quali
incremento  dell'attivita'  fagocitaria dei macrofagi e aumento della
citotossicita' specifica dei linfociti nei  confronti  delle  cellule
bersaglio.  Ognuna  di  tali attivita', da sola o insieme alle altre,
potrebbe contribuire agli effetti terapeutici dell'interferone.
    L'interferone  alfa-2b   ricombinante   ha   dimostrato   effetti
antiproliferativi  in  studi  nei  quali si sono impiegati sistemi di
colture cellulari sia umane sia di animali e allotrapianti di  tumori
umani  nell'animale.  E'  stata  dimostrata  significativa  attivita'
immunomodulante in vitro.
    Inoltre,   l'interferone   alfa-2b   ricombinante   inibisce   la
replicazione  virale  in  vitro  e  in vivo. Sebbene il meccanismo di
azione antivirale esercitata  dall'interferone  alfa-2b  ricombinante
sia sconosciuto, sembra attuarsi mediante alterazione del metabolismo
della cellula ospite.  Attraverso tale azione, la replicazione virale
viene  inibita  o,  se si verifica, da' origine a virioni incapaci di
lasciare la cellula.
    5.2 Proprieta' farmacocinetiche
    La  farmacocinetica  di  Intron-A  e' stata studiata in volontari
sani dopo dosi singole di 5 e 10 milioni  U.I./m2  somministrate  per
via sottocutanea, intramuscolare e per infusione venosa di 30 minuti.
Le  concentrazioni  sieriche  medie  osservate  dopo somministrazione
sottocutanea   e   dopo   somministrazione    intramuscolare    erano
confrontabili.  I  livelli  sierici massimi sono stati raggiunti dopo
3-12 ore con la dose piu' bassa e dopo 6-8 ore con quella piu'  alta.
L'emivita  di  eliminazione  dell'interferone  era tispettivamente di
circa 2-3 ore e di circa 6-7 ore. I livelli  sierici  erano  scesi  a
valori  non  misurabili rispettivamente 16 e 24 ore dopo l'iniezione.
La biodisponibilita' e' risultata >100% sia con  la  somministrazione
sottocutanea che con quella intramuscolare.
    Con  somministrazione endovenosa i livelli sierici di interferone
hanno raggiunto il picco (da 135 a  273  U.I./ml)  entro  il  termine
dell'infusione  ed  hanno  poi  mostrato  un declino leggermente piu'
rapido  di  quello  osservato  con  somministrazione  sottocutanea  o
intramuscolare;  4  ore  dopo  l'infusione  erano  scesi a valori non
misurabili. L'emivita di eliminazione e' stata di circa 2 ore.
    Con ognuna delle 3 vie di somministrazione i livelli  urinari  di
interferone erano inferiori al valore minimo misurabile.
    Prove per la ricerca di fattori neutralizzanti l'interferone sono
state  effettuate  su  campioni  sierici  di  pazienti  trattati  con
Intron-A in studi  clinici  seguiti  da  Schering-Plough.  I  fattori
neutralizzanti   l'interferone   sono   anticorpi  che  neutralizzano
l'attivita' antivirale dell'interferone.   L'incidenza clinica  della
comparsa  di  anticorpi  neutralizzanti  e'  del  2,9%  nei  pazienti
oncologici trattati per via sistemica e del  6,2%  nei  pazienti  con
epatite.  I  titoli  anticorpali erano bassi nella grande maggioranza
dei casi e non sempre erano correlati con perdita di efficacia o  con
altri  fenomeni  autoimmunitari.  Nei  pazienti con epatite non si e'
osservata  riduzione  della  risposta,  apparentemente  per  i  bassi
livelli anticorpali.
    5.3 Dati preclinici di sicurezza
    Nonostante   la  specie  specificita'  generalmente  riconosciuta
all'interferone, sono stati condotti  studi  tossicologici  in  topi,
ratti, conigli e scimmie. Con somministrazione di interferone alfa-2b
umano  ricombinante per periodi fino a 3 mesi non si sono evidenziati
segni di tossicita'.
    Gli studi sull'animale relativi agli effetti  sulla  riproduzione
indicano  che  l'interferone  alfa-2b  ricombinante  non ha attivita'
teratogena nel ratto  e  nel  coniglio,  e  che  non  induce  effetti
sfavorevoli   sulla   gestazione,   sullo  sviluppo  fetale  e  sulla
fertilita' nella progenie di ratti trattati.  Tuttavia, e'  noto  che
elevati  dosaggi  di altre forme di interferoni alfa e beta producono
effetti anovulari ed abortificanti nelle scimmie Rhesus.
    Gli studi di mutagenesi condotti con Intron-A non hanno  rivelato
effetti avversi.
    6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
    6.1 Elenco degli eccipienti
    Polvere per soluzione iniettabile: glicina, sodio fosfato anidro,
sodio fosfato monobasico ed albumina umana.
    Solvente:
    - Acqua sterile per preparazioni iniettabili
    6.2 Incompatibilita'
    Ad  eccezione  del  solvente  raccomandato,  nessuna  sostanza  o
soluzione deve essere mescolata con Intron-A.
    6.3 Periodo di validita'
    Intron-A. Polvere per soluzione iniettabile
    - Prodotto non ricostituito:
    36 mesi se mantenuto a temperatura compresa tra 2  e  8  gradi  C
(frigorifero).
    Massimo  4  settimane  a temperatura ambiente (fino a 25 gradi C)
prima dell'uso.
    - Soluzione ricostituita (flacone mono-dose):
    massimo 12 ore quando conservata a temperatura ambiente  (fino  a
25  gradi  C) o 24 ore se conservata a temperatura compresa tra 2 e 8
gradi C (frigorifero).
    6.4 Speciali precauzioni per la conservazione
    Intron-A. Polvere per soluzione iniettabile: NON CONGELARE
    Durante il trasporto e/o per facilitare l'uso in ambulatorio,  il
prodotto   non  ricostituito  puo'  essere  mantenuto  a  temperatura
ambiente (fino a 25 gradi C) per un periodo fino a 4 settimane  prima
dell'uso.  Se  il  prodotto  non viene ricostituito nel corso delle 4
settimane, non puo'  essere  rimesso  in  frigorifero  per  un  nuovo
periodo di conservazione e deve essere eliminato.
    6.5 Natura e contenuto della confezione
    Intron-A. Polvere per soluzione iniettabile:
    - 1 milione U.I.: flacone da 2 ml in vetro di tipo 1;
    - 3 milioni U.I.: flacone da 2 ml in vetro di tipo 1:
    - 5 milioni U.I.: flacone da 2 ml in vetro di tipo 1;
    - 10 milioni U.I.: flacone da 2 ml in vetro di tipo 1;
    Solvente:
    -  Acqua  sterile  per preparazioni iniettabili: fiala da 2 ml in
vetro di tipo 1.
    6.6  Istruzioni  per  l'impiego  e  la   manipolazione,   e   per
l'eliminazione  del  medicinale non utilizzato o dei rifiuti derivati
da tale medicinale
    Ricostituzione di Intron-A, polvere  per  soluzione  iniettabile,
per  uso parenterale - Intron-A e' fornito come polvere. I flaconi da
1, 3, 5, 10 milioni U.I. sono mono-dose.  Il  contenuto  dei  flaconi
monodose  deve  essere  ricostituito  con  1  ml di acqua sterile per
preparazioni iniettabili. Le soluzioni ricostituite  sono  isotoniche
per uso parenterale.
    Con  l'uso  di  una  siringa  e  di un ago sterili introdurre nel
flacone  di  Intron-A  1  ml  di  acqua  sterile   per   preparazioni
iniettabili.   Agitare   leggermente   per   accelerare  la  completa
dissoluzione della polvere. Con una siringa sterile prelevare la dose
appropriata ed iniettare.
    Come ogni  altro  preparato  per  uso  parenterale,  prima  della
somministrazione  la  soluzione  ricostituita deve essere controllata
visivamente  per  verificare  l'assenza  di  particelle  estranee   o
scolorimento.
    Preparazione  di  Intron-A per infusione endovenosa - L'infusione
deve essere  preparata  immediatamente  prima  dell'uso.  La  polvere
liofilizzata di Intron-A deve essere ricostituita aggiungendo 1 ml di
solvente   per  Intron-A.    L'esatto  quantitativo  di  interferone,
corrispondente alla dose appropriata, deve  quindi  essere  prelevato
dal flacone/i, aggiunto a 100 ml di una soluzione sterile fisiologica
e quindi somministrato in 20 minuti.
    NESSUN  ALTRO FARMACO PUO' ESSERE INFUSO INSIEME AD INTRON-A. SET
PER LA SOMMINISTRAZIONE ENDOVENOSA (I.V.):
    E'  stata   valutata   la   compatibilita'   di   Intron-A   alla
concentrazione   minima   di  1x10  elev.  6  U.I./ml,  in  soluzione
fisiologica, con differenti set infusionali.
    I  seguenti  set  infusionali  possono  essere   utilizzati   con
Intron-A:
    Set infusionale         Produttore
    2C001                   Travenol
    VI 400                  Mc Gaw
    Venoset 78              Abbot
    Ultipor Blood           Pall
    Filtro per trasfusione
    e set infusionale
    Intrafix Air            B. Braun
    STK Injection Set       Aesca
    Type L 76
    Perfu Pal               Dubernarid Vitrum
    Vacoset V34             Baxter
    Vacoset V2400           Pharmaseal
    Hiplex-Venosteril       --
    Venoset                 Abbott
    Vacoset V-736           Mc Gaw V   acoset V 717U           Mc Gaw
    I  seguenti  set  infusionali  non sono accettabili e non possono
essere utilizzati con Intron-A:
    Set infusionale         Produttore
    Varsaset V 13           Rivero
    Addit IV V1444          Mc Gaw
    Continue-flow           Travenol
    7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
                Schering-Plough S.p.A.
                Via G. Ripamonti, 89
                20141 Milano
    8. NUMERO DELL'AUTORIZZAZIONE ALLA IMMISSIONE IN COMMERCIO
    Intron-A 1 milione UI/1 ml A.I.C. 026393025
    Intron-A 3 milioni UI/1 ml A.I.C. 026393037
    Intron-A 5 milioni UI/1 ml A.I.C. 026393013
    Intron-A 10 milioni UI/1 ml A.I.C. 026393049
    9. DATA DI PRIMA AUTORIZZAZIOINE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
    17 luglio 1987 - 31 maggio 1995
    10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO
    Dicembre 1996.