ALLEGATO I RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE ZYPREXA 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Ciascuna compressa di ZYPREXA 2,5 mg contiene 2,5 mg di olanzapina. 3. FORMA FARMACEUTICA Compresse rivestite per somministrazione orale ZYPREXA compresse 2,5 mg si presenta sotto forma di compresse bianche, rivestite e con stampato il nome "LILLY" ed un codice di identificazione numerico. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1.1 Indicazioni terapeutiche Olanzapina e' indicata per il trattamento della schizofrenia. Nei pazienti che hanno dimostrato risposta positiva al trattamento iniziale, il proseguimento della terapia con olanzapina consente di mantenere il miglioramento clinico. 4.1.2 Ulteriori informazioni sugli studi clinici In uno studio comparativo internazionale, in doppio cieco, sulla schizofrenia, sulle manifestazioni schizoaffettive e disturbi correlati, che comprendeva 1.481 pazienti con associati sintomi depressivi di diversa gravita' (con punteggio medio di 16,6 rilevato all'inizio dello studio secondo la scala di valutazione per la depressione di Montgomery-Asberg), un'analisi prospettica secondaria della variazione del punteggio dell'umore tra l'inizio e la fine dello studio ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo (p=0,001) ottenuto con olanzapina (-6,0) rispetto a quello osservato con aloperidolo (-3,1). 4.2 Posologia e modo di somministrazione Il dosaggio iniziale consigliato di olanzapina e' di 10 mg per via orale in dose unica giornaliera, indipendentemente dall'assunzione dei pasti. In base alla condizione clinica del paziente, il dosaggio giornaliero puo' successivamente essere aggiustato entro un intervallo di 5-20 mg. Una dose giornaliera superiore alla dose terapeutica consigliata di 10 mg, ad esempio una dose giornaliera fino a 15 mg o superiore, e' raccomandata solo dopo un adeguato periodo di osservazione clinica. Bambini: olanzapina non e' stata valutata in pazienti di eta' inferiore ai 18 anni. Anziani: generalmente, non e' richiesto un dosaggio iniziale piu' basso, anche se una riduzione della dose dovrebbe essere presa in considerazione nei pazienti di eta' pari o superiore ai 65 anni quando le situazioni cliniche lo consigliano. Pazienti con insufficienza renale e/o epatica: in questi pazienti si deve prendere in considerazione un dosaggio iniziale piu' basso (5 mg). In caso di insufficienza epatica di grado moderato (cirrosi di classe A o B secondo la classificazione di Child-Pugh), il dosaggio iniziale e' di 5 mg ed ogni incremento di dose deve essere effettuato con cautela. Variazioni posologiche legate al sesso del paziente: di solito, non e' necessario apportare variazioni alla dose iniziale ed all'intervallo di dosaggio per pazienti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile. Pazienti fumatori: di solito, non e' necessario apportare variazioni alla dose iniziale e all'intervallo di dosaggio nei pazienti fumatori rispetto ai non fumatori. Quando sono presenti piu' fattori in grado di rallentare il metabolismo (pazienti di sesso femminile, anziani, non fumatori), si deve considerare la possibilita' di diminuire la dose iniziale. L'aumento di dosaggio, quando necessario, deve essere effettuato con cautela in questi pazienti (vedere anche Paragrafo 4.5, Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere e Paragrafo 5.2, Proprieta' farmacocinetiche). 4.3 Controindicazioni Olanzapina e' controindicata nei pazienti con ipersensibilita' nota ad uno qualunque dei suoi componenti. Olanzapina e' controindicata nei pazienti notoriamente a rischio per il glaucoma ad angolo chiuso. 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego Malattie concomitanti: Anche se olanzapina ha dimostrato attivita' anticolinergica in vitro, l'esperienza durante studi clinici ha rivelato una bassa incidenza di effetti ad essa correlati. Tuttavia, in considerazione della scarsa esperienza clinica con olanzapina in pazienti con malattie concomitanti, si consiglia cautela nella prescrizione a pazienti con ipertrofia prostatica, ileo paralitico e patologie correlate. Lattosio: olanzapina compresse contiene lattosio. Occasionalmente sono stati osservati aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche, SGPT e SGOT, specie nelle fasi iniziali del trattamento. Si consiglia cautela in pazienti con SGPT e/o SGOT elevate, in pazienti con segni e sintomi di insufficienza epatica, in pazienti con preesistenti situazioni associate ad una limitata riserva funzionale epatica, cosi' come nei casi di trattamento concomitante con farmaci potenzialmente epatotossici. In presenza di valori elevati di SGOT e/o SGPT durante la terapia con olanzapina, devono essere effettuati controlli periodici e deve essere tenuta presente la possibilita' di una riduzione del dosaggio. Come per altri farmaci neurolettici, si consiglia cautela nei pazienti con leucopenia e/o neutropenia di qualsiasi origina, nei pazienti con anamnesi di mielotossicita'/mielodepressione su base iatrogena, nei pazienti con mielodepressione dovuta ad una malattia concomitante, a radioterapia od a chemioterapia ed infine nei pazienti con situazioni di ipereosinofilia o con malattia mieloproliferativa. 32 pazienti con precedenti di neutropenia od agranulocitosi correlate a clozapina hanno ricevuto olanzapina senza presentare una diminuzione della neutrofilia basale. Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN). La SMN e' una condizione potenzialmente a rischio di vita associata al trattamento antipsicotico. Rari casi, riferiti come SMN, sono stati segnalati anche con l'impiego di olanzapina. Le manifestazioni cliniche della SMN sono iperpiressia, rigidita' muscolare, alterazione dello stato mentale, instabilita' del sistema nervoso autonomo (irregolarita' del polso o della pressione sanguigna, tachicardia, diaforesi ed aritmia cardiaca). Ulteriori manifestazioni possono comprendere un aumento della creatininfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta. Se un paziente presenta segni e sintomi indicativi di una SMN, o presenta una inspiegabile febbre elevata senza altre manifestazioni cliniche della SMN tutti i farmaci antipsicotici, olanzapina inclusa, devono essere sospesi. Olanzapina deve essere usata con cautela in pazienti con anamnesi di convulsioni o affetti da patologie associate a convulsioni. Discinesia tardiva. Negli studi di confronto della durata di un anno o meno, il trattamento con olanzapina ha determinato un'incidenza inferiore, statisticamente significativa, di discinesie tardive indotte dal trattamento. Comunque, il rischio di discinesia tardiva aumenta con il trattamento a lungo termine; pertanto se i segni o i sintomi della discinesia tardiva si manifestano in un paziente in trattamento con olanzapina, si deve prendere in considerazione una riduzione del dosaggio o la sospensione del farmaco. Tali manifestazioni sintomatologiche possono temporaneamente peggiorare o addirittura insorgere dopo la sospensione del trattamento. A causa degli effetti primari di olanzapina sul Sistema Nervoso Centrale si raccomanda cautela quando il farmaco viene assunto contemporaneamente ad alcool e ad altri farmaci ad azione centrale. Poiche' olanzapina dimostra di possedere in vitro un'attivita' dopamino-antagonista, il farmaco puo' antagonizzare gli effetti di agonisti dopaminergici diretti e indiretti. In studi clinici con olanzapina condotti su pazienti anziani e' stata talvolta osservata ipotensione posturale. Come per altri antipsicotici, si raccomanda di controllare periodicamente la pressione sanguigna in pazienti di oltre 65 anni di eta'. Nel corso di studi clinici, non e' stata osservata correlazione tra l'uso di olanzapina ed un persistente aumento della durata dell'intervallo QT in termini assoluti. Solo in 8 pazienti su 1685 si e' osservato in varie situazioni un intervallo QT corretto aumentato. Comunque, come per altri antipsicotici, si consiglia cautela quando olanzapina viene prescritta insieme con farmaci notoriamente in grado di determinare un aumento dell'intervallo QT corretto, specie nel soggetto anziano. 4.5 Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere Altri farmaci potenzialmente in grado di interferire con olanzapina. Dosi singole di un antiacido (Alluminio, magnesio) o di cimetidina non interferiscono con la biodisponibilita' orale di olanzapina. Comunque, la contemporanea somministrazione di carbone attivo riduce la biodisponibilita' orale di olanzapina del 50-60%. Il fumo (nei pazienti non fumatori la clearance di olanzapina e' ridotta del 33% e l'emivita e' prolungata del 21% rispetto ai pazienti fumatori) o la contemporanea terapia con carbamazepina (la clearance di olanzapina e' aumentata del 44% e l'emivita terminale e' ridotta del 20% quando viene somministrata contemporaneamente a carbamazepina) possono accelerare il metabolismo dell'olanzapina. Il fumo e la terapia con carbamazepina inducono l'attivita' del citocromo P450-1A2. La farmacocinetica della teofillina, che viene metabolizzata dal citocromo P450-1A2, non e' modificata dall'olanzapina. L'effetto di potenti inibitori dell'attivita' del citocromo P450-1A2 sulla farmacocinetica dell'olanzapina non e' stato studiato. Potenziali interferenze di olanzapina con altri farmaci. In studi clinici con dose singola di olanzapina, non e' stata osservata inibizione del metabolismo di farmaci quali imipramina-desipramina (P450-2D6 o P450-3A/1A2), warfarin (P450-2C9), teofillina (P450-1A2) o diazepam (P450-3A4 e P450-2C19). Olanzapina non ha mostrato interazione farmacologica quando somministrata contemporaneamente a litio o a biperidene. E' stata studiata in vitro la capacita' di olanzapina di inibire il metabolismo indotto da 5 citocromi principali. Tali studi evidenziarono costanti di inibizione per il 3A4 (491 (micron)M), 2C9 (751 (micron)M), 1A2 (36 (micron)M), 2C19 (920 (micron)M), 2D6 (89 (micron)M), che confrontate con le concentrazioni plasmatiche di olanzapina di circa 0,2 (micron)M, significherebbero un'attivita' inibitoria massima dell'olanzapina inferiore allo 0,7% sui sistemi citocromiali P450. L'implicazione clinica di queste scoperte e' sconosciuta. 4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento Gravidanza: Non esistono studi adeguati e ben controllati su donne in gravidanza. Le pazienti devono essere avvertite sulla necessita' di informare il proprio medico in caso di gravidanza in atto o programmata in corso di trattamento con olanzapina. Tuttavia, poiche' l'esperienza nell'uomo e' limitata, olanzapina deve essere usata in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica un potenziale rischio per il feto. Allattamento: Durante l'allattamento di ratti trattati con olanzapina, il farmaco e' stato eliminato con il latte. Non e' noto se olanzapina venga eliminata nel latte materno umano. Le pazienti devono essere avvertite di non allattare al seno mentre sono in terapia con olanzapina. 4.7 Effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine Dal momento che olanzapina puo' provocare sonnolenza, i pazienti devono essere informati che occorre cautela nel fare uso di macchinari pericolosi, inclusi i veicoli a motore. 4.8 Effetti indesiderati Frequenti (>10%): I soli effetti indesiderati frequenti riscontrati nei pazienti trattati con olanzapina durante gli studi clinici, sono stati la sonnolenza e l'aumento ponderale. L'aumento ponderale e' stato correlato alla presenza, prima del trattamento, di un indice di massa corporea piu' basso ed all'impiego di un dosaggio iniziale uguale o superiore a 15 mg. Occasionali (1-10%): Effetti indesiderati occasionali verificatisi con olanzapina durante gli studi clinici sono stati vertigini, aumento dell'appetito, edema periferico, ipotensione ortostatica e lievi e transitori effetti anticolinergici, quali stipsi e secchezza delle fauci. Occasionalmente sono stati osservati aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche, SGPT e SGOT, specie nelle fasi iniziali del trattamento (vedi paragrafo 4.4). In studi clinici controllati, i pazienti trattati con olanzapina hanno presentato un'incidenza piu' bassa di Parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto ai pazienti trattati con dosi frazionate di aloperidolo. In mancanza di informazioni anamnestiche dettagliate relative alla presenza di disturbi individuali del movimento di natura extrapiramidale ad esordio acuto e tardivo, allo stato attuale non e' possibile concludere che olanzapina induca una minore comparsa di discinesia tardiva e/o di altre sindromi extrapiramidali ad insorgenza tardiva. Rari (<1%): Raramente sono state osservate reazione di fotosensibilita' ed eruzione cutanea. Altri effetti: Talvolta sono stati riscontrati innalzamenti dei livelli plasmatici di prolattina, sebbene le manifestazioni cliniche associate (ad es. ginecomastia, galattorrea, ingrossamento della ghiandola mammaria) siano state rare. Nella maggioranza dei pazienti, i livelli sono tornati a valori normali senza interrompere il trattamento. Come per altri antipsicotici, rari casi, riferiti come Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN) sono stati segnalati anche con l'impiego di olanzapina (vedere anche paragrafo 4.4, Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego). In rari casi sono stati osservati elevati livelli di creatinfosfochinasi. Come per altri farmaci neurolettici, sono state occasionalmente osservate alterazioni ematologiche, quali leucopenia e trombocitopenia. 4.9 Sovradosaggio L'esperienza di sovradosaggio con olanzapina e' limitata. Nel corso degli studi clinici e' stato possibile accertare sovradosaggio acuto con olanzapina, intenzionale o accidentale, in 67 pazienti. Nel paziente che ha assunto la dose maggiore accertata, 300 mg, gli unici sintomi riportati sono stati sonnolenza e difficolta' nell'eloquio. Nei pochi pazienti che e' stato possibile valutare in ospedale, compreso il paziente che aveva assunto 300 mg, non sono state riscontrate variazioni negative nei dati di laboratorio o nell'ECG. I segni vitali sono sempre risultati entro i limiti usuali dopo un sovradosaggio. Basandosi su dati rilevati negli animali, i sintomi premonitori rifletterebbero un incremento delle azioni farmacologiche note del farmaco. I sintomi possono comprendere sonnolenza, midriasi, visione offuscata, depressione respiratoria, ipotensione e possibili disturbi extrapiramidali. Non esiste un antidoto specifico per olanzapina, per cui devono essere adottate misure di supporto appropriate. Deve essere tenuta presente la possibilita' di un coinvolgimento plurifarmacologico. In caso di sovradosaggio acuto, garantire e mantenere la pervieta' delle vie aeree del paziente ed assicurare un'adeguata ventilazione e perfusione. Per il trattamento del sovradosaggio deve essere tenuto presente l'impiego del carbone attivo; e' stato infatti osservato che la contemporanea somministrazione di carbone attivo riduce la biodisponibilita' orale di olanzapina del 50-60%. Si puo' inoltre prendere in considerazione anche il lavaggio gastrico (da effettuare dopo intubazione, se il paziente non e' cosciente). L'olanzapina non viene significativamente eliminata tramite emodialisi. L'ipotensione ed il collasso circolatorio devono essere trattati con appropriate misure quali la somministrazione di liquidi per via endovenosa e/o agenti simpaticomimetici come la noradrenalina (non usare dopamina ed adrenalina o altri agenti simpaticomimetici con attivita' (beta)-agonista poiche' in conseguenza del blocco dei recettori (alfa) indotto da olanzapina, la stimolazione dei recettori (beta) puo' determinare un peggioramento dello stato ipotensivo). Considerare la possibilita' di effettuare un monitoraggio cardiovascolare per individuare eventuali aritmie. Mantenere un controllo medico assiduo ed un monitoraggio continuo finche' il paziente non sia guarito. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1 Proprieta' farmacodinamiche Classe farmacoterapeutica: Olanzapina e' un antipsicotico, con codice ATC N05AH03 (derivati della dibenzodiazepina e della dibenzossazepina). Olanzapina e' un agente antipsicotico dotato di un ampio profilo farmacologico su numerosi sistemi recettoriali. In studi pre-clinici olanzapina ha dimostrato di possedere uno spettro di affinita' (Ki<100nM) per i recettori della serotonina 5- HT2A/2C, 5-HT3, 5-HT6, della dopamina D1, D2, D3, D4, D5, per i recettori colinergici di tipo muscarinico (m1-m5), per quelli adrenergici (alfa)1 ed istaminici H1. Studi comportamentali negli animali con olanzapina hanno indicato un antagonismo serotoninergico, dopaminergico e colinergico, che conferma il profilo di affinita' recettoriale sopra descritto. Olanzapina ha dimostrato sia in vitro che in vivo una maggiore affinita' per i recettori serotoninergici 5-HT2 rispetto a quelli dopaminergici D2. Studi elettrofisiologici hanno dimostrato che olanzapina riduce selettivamente l'attivita' dei neuroni dopaminergici mesolimbici (A10), mentre ha scarso effetto sui circuiti striatali (neuroni A9) coinvolti nella funzione motoria. Olanzapina ha ridotto la risposta nel comportamento di evitamento condizionato (test predittivo dell'attivita' antipsicotica) a dosaggi inferiori a quelli capaci di indurre catalessia (test predittivo di effetti collaterali di tipo motorio). Diversamente da altri agenti antipsicotici, olanzapina aumenta la risposta in un test "ansiolitico". In uno studio PET (tomografia ad emissioni di positroni) condotto su volontari sani con dosi singole per via orale (10 mg), olanzapina ha dimostrato un grado di affinita' per i recettori 5HT2A superiore a quello dei recettori dopaminergici D2. Inoltre, uno studio SPECT in pazienti schizofrenici ha dimostrato che i pazienti che rispondono ad olanzapina mostrano un blocco dei recettori striatali D2 di minor grado rispetto ai pazienti che rispondono ad alcuni altri antipsicotici ed al risperidone, e paragonabile a quello dei pazienti che rispondono alla clozapina. In studi clinici controllati, 2 verso placebo e 2 verso un comparatore attivo condotti su oltre 2.900 pazienti schizofrenici che presentavano sintomatologia sia positiva che negativa, olanzapina si e' dimostrata statisticamente superiore nel migliorare sia i sintomi positivi che quelli negativi. 5.2 Proprieta' farmacocinetiche Olanzapina e' ben assorbita dopo somministrazione orale, raggiungendo concentrazioni di picco plasmatico entro 5-8 ore. L'assorbimento non e' influenzato dall'assunzione di cibo. La biodisponibilita' assoluta conseguente alla somministrazione endovenosa non e' stata determinata. Olanzapina viene metabolizzata nel fegato principalmente attraverso processi di coniugazione e di ossidazione. Il principale metabolita circolante e' il 10-N-glicuronide, che non supera la barriera emato- encefalica. I citocromi P450-CYP1A2 e P450-CYP2D6 contribuiscono alla formazione dei metaboliti N-demetilato e 2-idrossimetilato, entrambi i quali dimostrano minore attivita' farmacologica, rispetto all'olanzapina, negli studi su animali. L'attivita' farmacologica predominante viene esercitata dalla molecola di olanzapina non metabolizzata. Dopo somministrazione orale, l'emivita media di eliminazione di olanzapina in volontari sani varia in funzione dell'eta' e del sesso. L'emivita media nei volontari sani anziani (>65 anni) risulta aumentata (51,8 ore rispetto a 33,8 ore) e la clearance ridotta (17,5 verso 18,2 L/ora) rispetto ai soggetti non anziani. L'intervallo di variabilita' dei parametri cinetici negli anziani e' simile a quello riscontrabile nei non anziani. In 44 pazienti schizofrenici di eta' superiore a 65 anni, dosaggi giornalieri da 5 a 20 mg non hanno causato nessun particolare profilo di effetti collaterali. L'emivita media nelle femmine risulta in una certa misura prolungata rispetto ai maschi (36,7 verso 32,3 ore) e la clearance risulta ridotta (18,9 verso 27,3 L/ora). Cio' nonostante olanzapina (5-20 mg) ha dimostrato lo stesso profilo di sicurezza in pazienti di sesso femminile (n=467) e di sesso maschile (n=869). In pazienti con funzionalita' renale ridotta (clearance della creatinina <10 ml/min), non si e' riscontrata una differenza significativa nell'emivita media (37,7 verso 32,4 ore) e nella clearance del farmaco (21,2 verso 25,0 L/ora) rispetto ai soggetti sani. Comunque, uno studio sull'equilibrio di massa ha dimostrato che il 57% dell'olanzapina marcata viene escreta con le urine, principalmente in forma metabolizzata. In soggetti fumatori con lieve alterazione epatica, l'emivita media risulta aumentata (39,3 ore) e la clearance del farmaco ridotta (18,0 L/ora), similmente a quanto riscontrabile in soggetti sani non fumatori (rispettivamente 48,8 ore e 14,1 L/ora). In soggetti non fumatori, rispetto a soggetti fumatori (maschi e femmine), l'emivita media risulta aumentata (38,6 verso 30,4 ore) e la clearance ridotta (18,6 verso 27,7 L/ora). La clearance plasmatica di olanzapina risulta essere piu' bassa negli anziani rispetto ai giovani, nei soggetti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile e nei non-fumatori rispetto ai fumatori. Tuttavia, l'influenza di fattori quali l'eta', il sesso o il fumo sulla clearance e sull'emivita plasmatica di olanzapina e' minima in confronto all'intervallo di variabilita' riscontrabile nella popolazione. In uno studio su soggetti caucasici, giapponesi e cinesi, non sono state riscontrate differenze nei parametri farmacocinetici tra le tre popolazioni. A concentrazioni sieriche variabili da 7 a 1.000 ng/mL olanzapina si lega per il 93% alle proteine plasmatiche, principalmente all'albumina e all'(alfa)1 glicoproteina acida. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Tossicita' acuta (per dose singola) Nei roditori, i segni di tossicita' dopo somministrazione orale sono stati quelli tipici di sostanze ad elevata attivita' neurolettica: ipoattivita', coma, tremori, convulsioni cloniche, salivazione, riduzione dell'incremento ponderale. La dose letale media osservata nei topi e nei ratti e' stata, rispettivamente, di circa 210 e 175 mg/kg. Nei cani, dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg non sono risultate letali; sono state osservate manifestazioni cliniche quali sedazione, atassia, tremori, aumento della frequenza cardiaca, respirazione difficoltosa, miosi ed anoressia. Nelle scimmie, dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg hanno dato luogo a prostrazione e, con dosaggi piu' alti, ad uno stato di semi-incoscienza. Tossicita' per dosi ripetute In studi durati fino a 3 mesi nei topi e fino ad 1 anno nei ratti e nei cani, gli effetti principali riscontrati sono stati la depressione del sistema nervoso centrale, manifestazioni di tipo anticolinergico e disturbi ematologici a livello periferico. Nei confronti degli effetti depressivi sul sistema nervoso centrale si e' sviluppata tolleranza. Alle alte dosi, i parametri di crescita sono risultati diminuiti. Effetti reversibili, relativi ad un aumento della prolattina nei ratti, hanno comportato una diminuzione di peso dell'utero e delle ovaie ed alterazioni morfologiche dell'epitelio vaginale e della ghiandola mammaria. Tossicita' ematologica Sono stati riscontrati effetti sui parametri ematologici in ciascuna delle specie animali suddette, ivi compresa la riduzione dei leucociti circolanti risultata essere dose-correlata ed aspecifica rispettivamente nei topi e nei ratti; comunque, non e' stato ritrovato nessun segno di tossicita' midollare. Neutropenia, trombocitopenia ed anemia reversibili si sono sviluppati in alcuni cani trattati con 8-10 mg/kg al giorno (L'area sotto la curva - AUC - e' da 12 a 15 volte piu' grande di quella osservata in un uomo trattato con 12 mg). Nei cani citopenici, non sono stati osservati effetti avversi a carico degli elementi staminali e proliferativi del midollo osseo. Tossicita' sulla riproduzione Olanzapina non presenta effetti teratogeni. La sedazione interferisce con le capacita' di accoppiamento dei ratti maschi. I cicli di estro sono risultati alterati con dosi pari a 1,1 mg/kg (3 volte la dose massima dell'uomo) ed i parametri della riproduzione sono risultati influenzati in ratti cui erano stati somministrati 3 mg/kg (9 volte la dose massima nell'uomo). La prole di ratti trattati con olanzapina, ha presentato ritardo nello sviluppo fetale ed una transitoria riduzione dei livelli di attivita'. Mutagenesi Olanzapina non risulta essere mutagena ne' capace di favorire la divisione cellulare in una serie completa di tests standard, ivi compresi i tests di mutagenesi effettuati sia sui batteri che sui tessuti di mammifero in vivo ed in vitro. Carcinogenesi In base ai risultati di studi effettuati su topi e ratti, e' stato concluso che olanzapina non possiede attivita' cancerogena. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Gli eccipienti sono: cera Carnauba (Farmacopea Europea), miscela colorata bianca (biossido di titanio E171, macrogol, polisorbato 80), polivinilpirrolidone (Farmacopea Europea), inchiostro blu commestibile (contenente colorante indigo carmine E132), idrossipropilcellulosa (Farmacopea Europea), lattosio monoidrato (Farmacopea Europea), magnesio stearato (Farmacopea Europea), metilidrossipropilcellulosa (Farmacopea Europea), cellulosa microcristallina (Farmacopea Europea). 6.2 Incompatibilita' Nessuna 6.3 Periodo di stabilita' Due anni se correttamente conservato. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare a temperatura compresa tra 15 e 30 (gradi)C. Sensibile alla luce. Tenere le compresse nella loro confezione originale, in un luogo asciutto. 6.5 Natura e contenuto della confezione Blisters ZYPREXA compresse 2,5 mg e' disponibile in blisters di alluminio saldati a freddo, contenuti in scatole di cartone da 28 compresse. Flaconi ZYPREXA compresse 2,5 mg e' confezionato in flaconi di polietilene ad alta densita' con tappi di polipropilene. I flaconi sono sigillati e contengono 100 compresse ed un essiccante. 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO Eli Lilly Nederland BV, Krijtwal 17-23, 3432 ZT, Nieuwegein, Olanda. 8. NUMERI DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI EU/1/96/022/001 ZYPREXA - 2.5 mg - compresse rivestite - flacone contenente 100 compresse rivestite. EU/1/96/022/002 ZYPREXA - 2.5 mg - compresse rivestite - 28 compresse rivestite in strisce, per scatola. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE 27 settembre 1996 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE ZYPREXA 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Ciascuna compressa di ZYPREXA 5 mg contiene 5 mg di olanzapina. ALLEGATO I 3. FORMA FARMACEUTICA Compresse rivestite per somministrazione orale ZYPREXA compresse 5 mg si presenta sotto forma di compresse bianche, rivestite e con stampato il nome "LILLY" ed un codice di identificazione numerico. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1.1 Indicazioni terapeutiche Olanzapina e' indicata per il trattamento della schizofrenia. Nei pazienti che hanno dimostrato risposta positiva al trattamento iniziale, il proseguimento della terapia con olanzapina consente di mantenere il miglioramento clinico. 4.1.2 Ulteriori informazioni sugli studi clinici In uno studio comparativo internazionale, in doppio cieco, sulla schizofrenia, sulle manifestazioni schizoaffettive e disturbi correlati, che comprendeva 1.481 pazienti con associati sintomi depressivi di diversa gravita' (con punteggio medio di 16,6 rilevato all'inizio dello studio secondo la scala di valutazione per la depressione di Montgomery-Asberg), un'analisi prospettica secondaria della variazione del punteggio dell'umore tra l'inizio e la fine dello studio ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo (p=0,001) ottenuto con olanzapina (-6,0) rispetto a quello osservato con aloperidolo (-3,1). 4.2 Posologia e modo di somministrazione Il dosaggio iniziale consigliato di olanzapina e' di 10 mg per via orale in dose unica giornaliera, indipendentemente dall'assunzione dei pasti. In base alla condizione clinica del paziente, il dosaggio giornaliero puo' successivamente essere aggiustato entro un intervallo di 5-20 mg. Una dose giornaliera superiore alla dose terapeutica consigliata di 10 mg, ad esempio una dose giornaliera fino a 15 mg o superiore, e' raccomandata solo dopo un adeguato periodo di osservazione clinica. Bambini: olanzapina non e' stata valutata in pazienti di eta' inferiore ai 18 anni. Anziani: generalmente, non e' richiesto un dosaggio iniziale piu' basso, anche se una riduzione della dose dovrebbe essere presa in considerazione nei pazienti di eta' pari o superiore ai 65 anni quando le situazioni cliniche lo consigliano. Pazienti con insufficienza renale e/o epatica: in questi pazienti si deve prendere in considerazione un dosaggio iniziale piu' basso (5 mg). In caso di insufficienza epatica di grado moderato (cirrosi di classe A o B secondo la classificazione di Child-Pugh), il dosaggio iniziale e' di 5 mg ed ogni incremento di dose deve essere effettuato con cautela. Variazioni posologiche legate al sesso del paziente: di solito, non e' necessario apportare variazioni alla dose iniziale ed all'intervallo di dosaggio per pazienti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile. Pazienti fumatori: di solito, non e' necessario apportare variazioni alla dose iniziale e all'intervallo di dosaggio nei pazienti fumatori rispetto ai non fumatori. Quando sono presenti piu' fattori in grado di rallentare il metabolismo (pazienti di sesso femminile, anziani, non fumatori), si deve considerare la possibilita' di diminuire la dose iniziale. L'aumento di dosaggio, quando necessario, deve essere effettuato con cautela in questi pazienti (vedere anche Paragrafo 4.5, Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere e Paragrafo 5.2, Proprieta' farmacocinetiche). 4.3 Controindicazioni Olanzapina e' controindicata nei pazienti con ipersensibilita' nota ad uno qualunque dei suoi componenti. Olanzapina e' controindicata nei pazienti notoriamente a rischio per il glaucoma ad angolo chiuso. 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego Malattie concomitanti: Anche se olanzapina ha dimostrato attivita' anticolinergica in vitro, l'esperienza durante studi clinici ha rivelato una bassa incidenza di effetti ad essa correlati. Tuttavia, in considerazione della scarsa esperienza clinica con olanzapina in pazienti con malattie concomitanti, si consiglia cautela nella prescrizione a pazienti con ipertrofia prostatica, ileo paralitico e patologie correlate. Lattosio: olanzapina compresse contiene lattosio. Occasionalmente sono stati osservati aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche, SGPT e SGOT, specie nelle fasi iniziali del trattamento. Si consiglia cautela in pazienti con SGPT e/o SGOT elevate, in pazienti con segni e sintomi di insufficienza epatica, in pazienti con preesistenti situazioni associate ad una limitata riserva funzionale epatica, cosi' come nei casi di trattamento concomitante con farmaci potenzialmente epatotossici. In presenza di valori elevati di SGOT e/o SGPT durante la terapia con olanzapina, devono essere effettuati controlli periodici e deve essere tenuta presente la possibilita' di una riduzione del dosaggio. Come per altri farmaci neurolettici, si consiglia cautela nei pazienti con leucopenia e/o neutropenia di qualsiasi origina, nei pazienti con anamnesi di mielotossicita'/mielodepressione su base iatrogena, nei pazienti con mielodepressione dovuta ad una malattia concomitante, a radioterapia od a chemioterapia ed infine nei pazienti con situazioni di ipereosinofilia o con malattia mieloproliferativa. 32 pazienti con precedenti di neutropenia od agranulocitosi correlate a clozapina hanno ricevuto olanzapina senza presentare una diminuzione della neutrofilia basale. Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN). La SMN e' una condizione potenzialmente a rischio di vita associata al trattamento antipsicotico. Rari casi, riferiti come SMN, sono stati segnalati anche con l'impiego di olanzapina. Le manifestazioni cliniche della SMN sono iperpiressia, rigidita' muscolare, alterazione dello stato mentale, instabilita' del sistema nervoso autonomo (irregolarita' del polso o della pressione sanguigna, tachicardia, diaforesi ed aritmia cardiaca). Ulteriori manifestazioni possono comprendere un aumento della creatininfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta. Se un paziente presenta segni e sintomi indicativi di una SMN, o presenta una inspiegabile febbre elevata senza altre manifestazioni cliniche della SMN tutti i farmaci antipsicotici, olanzapina inclusa, devono essere sospesi. Olanzapina deve essere usata con cautela in pazienti con anamnesi di convulsioni o affetti da patologie associate a convulsioni. Discinesia tardiva. Negli studi di confronto della durata di un anno o meno, il trattamento con olanzapina ha determinato un'incidenza inferiore, statisticamente significativa, di discinesie tardive indotte dal trattamento. Comunque, il rischio di discinesia tardiva aumenta con il trattamento a lungo termine; pertanto se i segni o i sintomi della discinesia tardiva si manifestano in un paziente in trattamento con olanzapina, si deve prendere in considerazione una riduzione del dosaggio o la sospensione del farmaco. Tali manifestazioni sintomatologiche possono temporaneamente peggiorare o addirittura insorgere dopo la sospensione del trattamento. A causa degli effetti primari di olanzapina sul Sistema Nervoso Centrale si raccomanda cautela quando il farmaco viene assunto contemporaneamente ad alcool e ad altri farmaci ad azione centrale. Poiche' olanzapina dimostra di possedere in vitro un'attivita' dopamino-antagonista, il farmaco puo' antagonizzare gli effetti di agonisti dopaminergici diretti e indiretti. In studi clinici con olanzapina condotti su pazienti anziani e' stata talvolta osservata ipotensione posturale. Come per altri antipsicotici, si raccomanda di controllare periodicamente la pressione sanguigna in pazienti di oltre 65 anni di eta'. Nel corso di studi clinici, non e' stata osservata correlazione tra l'uso di olanzapina ed un persistente aumento della durata dell'intervallo QT in termini assoluti. Solo in 8 pazienti su 1685 si e' osservato in varie situazioni un intervallo QT corretto aumentato. Comunque, come per altri antipsicotici, si consiglia cautela quando olanzapina viene prescritta insieme con farmaci notoriamente in grado di determinare un aumento dell'intervallo QT corretto, specie nel soggetto anziano. 4.5 Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere Altri farmaci potenzialmente in grado di interferire con olanzapina. Dosi singole di un antiacido (Alluminio, magnesio) o di cimetidina non interferiscono con la biodisponibilita' orale di olanzapina. Comunque, la contemporanea somministrazione di carbone attivo riduce la biodisponibilita' orale di olanzapina del 50-60%. Il fumo (nei pazienti non fumatori la clearance di olanzapina e' ridotta del 33% e l'emivita e' prolungata del 21% rispetto ai pazienti fumatori) o la contemporanea terapia con carbamazepina (la clearance di olanzapina e' aumentata del 44% e l'emivita terminale e' ridotta del 20% quando viene somministrata contemporaneamente a carbamazepina) possono accelerare il metabolismo dell'olanzapina. Il fumo e la terapia con carbamazepina inducono l'attivita' del citocromo P450-1A2. La farmacocinetica della teofillina, che viene metabolizzata dal citocromo P450-1A2, non e' modificata dall'olanzapina. L'effetto di potenti inibitori dell'attivita' del citocromo P450-1A2 sulla farmacocinetica dell'olanzapina non e' stato studiato. Potenziali interferenze di olanzapina con altri farmaci. In studi clinici con dose singola di olanzapina, non e' stata osservata inibizione del metabolismo di farmaci quali imipramina-desipramina (P450-2D6 o P450-3A/1A2), warfarin (P450-2C9), teofillina (P450-1A2) o diazepam (P450-3A4 e P450-2C19). Olanzapina non ha mostrato interazione farmacologica quando somministrata contemporaneamente a litio o a biperidene. E' stata studiata in vitro la capacita' di olanzapina di inibire il metabolismo indotto da 5 citocromi principali. Tali studi evidenziarono costanti di inibizione per il 3A4 (491 (micron)M), 2C9 (751 (micron)M), 1A2 (36 (micron)M), 2C19 (920 (micron)M), 2D6 (89 (micron)M), che confrontate con le concentrazioni plasmatiche di olanzapina di circa 0,2 (micron)M, significherebbero un'attivita' inibitoria massima dell'olanzapina inferiore allo 0,7% sui sistemi citocromiali P450. L'implicazione clinica di queste scoperte e' sconosciuta. 4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento Gravidanza: Non esistono studi adeguati e ben controllati su donne in gravidanza. Le pazienti devono essere avvertite sulla necessita' di informare il proprio medico in caso di gravidanza in atto o programmata in corso di trattamento con olanzapina. Tuttavia, poiche' l'esperienza nell'uomo e' limitata, olanzapina deve essere usata in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica un potenziale rischio per il feto. Allattamento: Durante l'allattamento di ratti trattati con olanzapina, il farmaco e' stato eliminato con il latte. Non e' noto se olanzapina venga eliminata nel latte materno umano. Le pazienti devono essere avvertite di non allattare al seno mentre sono in terapia con olanzapina. 4.7 Effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine Dal momento che olanzapina puo' provocare sonnolenza, i pazienti devono essere informati che occorre cautela nel fare uso di macchinari pericolosi, inclusi i veicoli a motore. 4.8 Effetti indesiderati Frequenti (>10%): I soli effetti indesiderati frequenti riscontrati nei pazienti trattati con olanzapina durante gli studi clinici, sono stati la sonnolenza e l'aumento ponderale. L'aumento ponderale e' stato correlato alla presenza, prima del trattamento, di un indice di massa corporea piu' basso ed all'impiego di un dosaggio iniziale uguale o superiore a 15 mg. Occasionali (1-10%): Effetti indesiderati occasionali verificatisi con olanzapina durante gli studi clinici sono stati vertigini, aumento dell'appetito, edema periferico, ipotensione ortostatica e lievi e transitori effetti anticolinergici, quali stipsi e secchezza delle fauci. Occasionalmente sono stati osservati aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche, SGPT e SGOT, specie nelle fasi iniziali del trattamento (vedi paragrafo 4.4). In studi clinici controllati, i pazienti trattati con olanzapina hanno presentato un'incidenza piu' bassa di Parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto ai pazienti trattati con dosi frazionate di aloperidolo. In mancanza di informazioni anamnestiche dettagliate relative alla presenza di disturbi individuali del movimento di natura extrapiramidale ad esordio acuto e tardivo, allo stato attuale non e' possibile concludere che olanzapina induca una minore comparsa di discinesia tardiva e/o di altre sindromi extrapiramidali ad insorgenza tardiva. Rari (<1%): Raramente sono state osservate reazione di fotosensibilita' ed eruzione cutanea. Altri effetti: Talvolta sono stati riscontrati innalzamenti dei livelli plasmatici di prolattina, sebbene le manifestazioni cliniche associate (ad es. ginecomastia, galattorrea, ingrossamento della ghiandola mammaria) siano state rare. Nella maggioranza dei pazienti, i livelli sono tornati a valori normali senza interrompere il trattamento. Come per altri antipsicotici, rari casi, riferiti come Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN) sono stati segnalati anche con l'impiego di olanzapina (vedere anche paragrafo 4.4, Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego). In rari casi sono stati osservati elevati livelli di creatinfosfochinasi. Come per altri farmaci neurolettici, sono state occasionalmente osservate alterazioni ematologiche, quali leucopenia e trombocitopenia. 4.9 Sovradosaggio L'esperienza di sovradosaggio con olanzapina e' limitata. Nel corso degli studi clinici e' stato possibile accertare sovradosaggio acuto con olanzapina, intenzionale o accidentale, in 67 pazienti. Nel paziente che ha assunto la dose maggiore accertata, 300 mg, gli unici sintomi riportati sono stati sonnolenza e difficolta' nell'eloquio. Nei pochi pazienti che e' stato possibile valutare in ospedale, compreso il paziente che aveva assunto 300 mg, non sono state riscontrate variazioni negative nei dati di laboratorio o nell'ECG. I segni vitali sono sempre risultati entro i limiti usuali dopo un sovradosaggio. Basandosi su dati rilevati negli animali, i sintomi premonitori rifletterebbero un incremento delle azioni farmacologiche note del farmaco. I sintomi possono comprendere sonnolenza, midriasi, visione offuscata, depressione respiratoria, ipotensione e possibili disturbi extrapiramidali. Non esiste un antidoto specifico per olanzapina, per cui devono essere adottate misure di supporto appropriate. Deve essere tenuta presente la possibilita' di un coinvolgimento plurifarmacologico. In caso di sovradosaggio acuto, garantire e mantenere la pervieta' delle vie aeree del paziente ed assicurare un'adeguata ventilazione e perfusione. Per il trattamento del sovradosaggio deve essere tenuto presente l'impiego del carbone attivo; e' stato infatti osservato che la contemporanea somministrazione di carbone attivo riduce la biodisponibilita' orale di olanzapina del 50-60%. Si puo' inoltre prendere in considerazione anche il lavaggio gastrico (da effettuare dopo intubazione, se il paziente non e' cosciente). L'olanzapina non viene significativamente eliminata tramite emodialisi. L'ipotensione ed il collasso circolatorio devono essere trattati con appropriate misure quali la somministrazione di liquidi per via endovenosa e/o agenti simpaticomimetici come la noradrenalina (non usare dopamina ed adrenalina o altri agenti simpaticomimetici con attivita' (beta)-agonista poiche' in conseguenza del blocco dei recettori (alfa) indotto da olanzapina, la stimolazione dei recettori (beta) puo' determinare un peggioramento dello stato ipotensivo). Considerare la possibilita' di effettuare un monitoraggio cardiovascolare per individuare eventuali aritmie. Mantenere un controllo medico assiduo ed un monitoraggio continuo finche' il paziente non sia guarito. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1 Proprieta' farmacodinamiche Classe farmacoterapeutica: Olanzapina e' un antipsicotico, con codice ATC N05AH03 (derivati della dibenzodiazepina e della dibenzossazepina). Olanzapina e' un agente antipsicotico dotato di un ampio profilo farmacologico su numerosi sistemi recettoriali. In studi pre-clinici olanzapina ha dimostrato di possedere uno spettro di affinita' (Ki<100nM) per i recettori della serotonina 5- HT2A/2C, 5-HT3, 5-HT6, della dopamina D1, D2, D3, D4, D5, per i recettori colinergici di tipo muscarinico (m1-m5), per quelli adrenergici (alfa)1 ed istaminici H1. Studi comportamentali negli animali con olanzapina hanno indicato un antagonismo serotoninergico, dopaminergico e colinergico, che conferma il profilo di affinita' recettoriale sopra descritto. Olanzapina ha dimostrato sia in vitro che in vivo una maggiore affinita' per i recettori serotoninergici 5-HT2 rispetto a quelli dopaminergici D2. Studi elettrofisiologici hanno dimostrato che olanzapina riduce selettivamente l'attivita' dei neuroni dopaminergici mesolimbici (A10), mentre ha scarso effetto sui circuiti striatali (neuroni A9) coinvolti nella funzione motoria. Olanzapina ha ridotto la risposta nel comportamento di evitamento condizionato (test predittivo dell'attivita' antipsicotica) a dosaggi inferiori a quelli capaci di indurre catalessia (test predittivo di effetti collaterali di tipo motorio). Diversamente da altri agenti antipsicotici, olanzapina aumenta la risposta in un test "ansiolitico". In uno studio PET (tomografia ad emissioni di positroni) condotto su volontari sani con dosi singole per via orale (10 mg), olanzapina ha dimostrato un grado di affinita' per i recettori 5HT2A superiore a quello dei recettori dopaminergici D2. Inoltre, uno studio SPECT in pazienti schizofrenici ha dimostrato che i pazienti che rispondono ad olanzapina mostrano un blocco dei recettori striatali D2 di minor grado rispetto ai pazienti che rispondono ad alcuni altri antipsicotici ed al risperidone, e paragonabile a quello dei pazienti che rispondono alla clozapina. In studi clinici controllati, 2 verso placebo e 2 verso un comparatore attivo condotti su oltre 2.900 pazienti schizofrenici che presentavano sintomatologia sia positiva che negativa, olanzapina si e' dimostrata statisticamente superiore nel migliorare sia i sintomi positivi che quelli negativi. 5.2 Proprieta' farmacocinetiche Olanzapina e' ben assorbita dopo somministrazione orale, raggiungendo concentrazioni di picco plasmatico entro 5-8 ore. L'assorbimento non e' influenzato dall'assunzione di cibo. La biodisponibilita' assoluta conseguente alla somministrazione endovenosa non e' stata determinata. Olanzapina viene metabolizzata nel fegato principalmente attraverso processi di coniugazione e di ossidazione. Il principale metabolita circolante e' il 10-N-glicuronide, che non supera la barriera emato- encefalica. I citocromi P450-CYP1A2 e P450-CYP2D6 contribuiscono alla formazione dei metaboliti N-demetilato e 2-idrossimetilato, entrambi i quali dimostrano minore attivita' farmacologica, rispetto all'olanzapina, negli studi su animali. L'attivita' farmacologica predominante viene esercitata dalla molecola di olanzapina non metabolizzata. Dopo somministrazione orale, l'emivita media di eliminazione di olanzapina in volontari sani varia in funzione dell'eta' e del sesso. L'emivita media nei volontari sani anziani (>65 anni) risulta aumentata (51,8 ore rispetto a 33,8 ore) e la clearance ridotta (17,5 verso 18,2 L/ora) rispetto ai soggetti non anziani. L'intervallo di variabilita' dei parametri cinetici negli anziani e' simile a quello riscontrabile nei non anziani. In 44 pazienti schizofrenici di eta' superiore a 65 anni, dosaggi giornalieri da 5 a 20 mg non hanno causato nessun particolare profilo di effetti collaterali. L'emivita media nelle femmine risulta in una certa misura prolungata rispetto ai maschi (36,7 verso 32,3 ore) e la clearance risulta ridotta (18,9 verso 27,3 L/ora). Cio' nonostante olanzapina (5-20 mg) ha dimostrato lo stesso profilo di sicurezza in pazienti di sesso femminile (n=467) e di sesso maschile (n=869). In pazienti con funzionalita' renale ridotta (clearance della creatinina <10 ml/min), non si e' riscontrata una differenza significativa nell'emivita media (37,7 verso 32,4 ore) e nella clearance del farmaco (21,2 verso 25,0 L/ora) rispetto ai soggetti sani. Comunque, uno studio sull'equilibrio di massa ha dimostrato che il 57% dell'olanzapina marcata viene escreta con le urine, principalmente in forma metabolizzata. In soggetti fumatori con lieve alterazione epatica, l'emivita media risulta aumentata (39,3 ore) e la clearance del farmaco ridotta (18,0 L/ora), similmente a quanto riscontrabile in soggetti sani non fumatori (rispettivamente 48,8 ore e 14,1 L/ora). In soggetti non fumatori, rispetto a soggetti fumatori (maschi e femmine), l'emivita media risulta aumentata (38,6 verso 30,4 ore) e la clearance ridotta (18,6 verso 27,7 L/ora). La clearance plasmatica di olanzapina risulta essere piu' bassa negli anziani rispetto ai giovani, nei soggetti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile e nei non-fumatori rispetto ai fumatori. Tuttavia, l'influenza di fattori quali l'eta', il sesso o il fumo sulla clearance e sull'emivita plasmatica di olanzapina e' minima in confronto all'intervallo di variabilita' riscontrabile nella popolazione. In uno studio su soggetti caucasici, giapponesi e cinesi, non sono state riscontrate differenze nei parametri farmacocinetici tra le tre popolazioni. A concentrazioni sieriche variabili da 7 a 1.000 ng/mL olanzapina si lega per il 93% alle proteine plasmatiche, principalmente all'albumina e all'(alfa)1 glicoproteina acida. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Tossicita' acuta (per dose singola) Nei roditori, i segni di tossicita' dopo somministrazione orale sono stati quelli tipici di sostanze ad elevata attivita' neurolettica: ipoattivita', coma, tremori, convulsioni cloniche, salivazione, riduzione dell'incremento ponderale. La dose letale media osservata nei topi e nei ratti e' stata, rispettivamente, di circa 210 e 175 mg/kg. Nei cani, dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg non sono risultate letali; sono state osservate manifestazioni cliniche quali sedazione, atassia, tremori, aumento della frequenza cardiaca, respirazione difficoltosa, miosi ed anoressia. Nelle scimmie, dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg hanno dato luogo a prostrazione e, con dosaggi piu' alti, ad uno stato di semi-incoscienza. Tossicita' per dosi ripetute In studi durati fino a 3 mesi nei topi e fino ad 1 anno nei ratti e nei cani, gli effetti principali riscontrati sono stati la depressione del sistema nervoso centrale, manifestazioni di tipo anticolinergico e disturbi ematologici a livello periferico. Nei confronti degli effetti depressivi sul sistema nervoso centrale si e' sviluppata tolleranza. Alle alte dosi, i parametri di crescita sono risultati diminuiti. Effetti reversibili, relativi ad un aumento della prolattina nei ratti, hanno comportato una diminuzione di peso dell'utero e delle ovaie ed alterazioni morfologiche dell'epitelio vaginale e della ghiandola mammaria. Tossicita' ematologica Sono stati riscontrati effetti sui parametri ematologici in ciascuna delle specie animali suddette, ivi compresa la riduzione dei leucociti circolanti risultata essere dose-correlata ed aspecifica rispettivamente nei topi e nei ratti; comunque, non e' stato ritrovato nessun segno di tossicita' midollare. Neutropenia, trombocitopenia ed anemia reversibili si sono sviluppati in alcuni cani trattati con 8-10 mg/kg al giorno (L'area sotto la curva - AUC - e' da 12 a 15 volte piu' grande di quella osservata in un uomo trattato con 12 mg). Nei cani citopenici, non sono stati osservati effetti avversi a carico degli elementi staminali e proliferativi del midollo osseo. Tossicita' sulla riproduzione Olanzapina non presenta effetti teratogeni. La sedazione interferisce con le capacita' di accoppiamento dei ratti maschi. I cicli di estro sono risultati alterati con dosi pari a 1,1 mg/kg (3 volte la dose massima dell'uomo) ed i parametri della riproduzione sono risultati influenzati in ratti cui erano stati somministrati 3 mg/kg (9 volte la dose massima nell'uomo). La prole di ratti trattati con olanzapina, ha presentato ritardo nello sviluppo fetale ed una transitoria riduzione dei livelli di attivita'. Mutagenesi Olanzapina non risulta essere mutagena ne' capace di favorire la divisione cellulare in una serie completa di tests standard, ivi compresi i tests di mutagenesi effettuati sia sui batteri che sui tessuti di mammifero in vivo ed in vitro. Carcinogenesi In base ai risultati di studi effettuati su topi e ratti, e' stato concluso che olanzapina non possiede attivita' cancerogena. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Gli eccipienti sono: cera Carnauba (Farmacopea Europea), miscela colorata bianca (biossido di titanio E171, macrogol, polisorbato 80), polivinilpirrolidone (Farmacopea Europea), inchiostro blu commestibile (contenente colorante indigo carmine E132), idrossipropilcellulosa (Farmacopea Europea), lattosio monoidrato (Farmacopea Europea), magnesio stearato (Farmacopea Europea), metilidrossipropilcellulosa (Farmacopea Europea), cellulosa microcristallina (Farmacopea Europea). 6.2 Incompatibilita' Nessuna 6.3 Periodo di stabilita' Due anni se correttamente conservato. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare a temperatura compresa tra 15 e 30 (gradi)C. Sensibile alla luce. Tenere le compresse nella loro confezione originale, in un luogo asciutto. 6.5 Natura e contenuto della confezione Blisters ZYPREXA compresse 2,5 mg e' disponibile in blisters di alluminio saldati a freddo, contenuti in scatole di cartone da 28 compresse. Flaconi ZYPREXA compresse 2,5 mg e' confezionato in flaconi di polietilene ad alta densita' con tappi di polipropilene. I flaconi sono sigillati e contengono 100 compresse ed un essiccante. 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO Eli Lilly Nederland BV, Krijtwal 17-23, 3432 ZT, Nieuwegein, Olanda. 8. NUMERI DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI EU/1/96/022/003 ZYPREXA - 5 mg - compresse rivestite - flacone contenente 100 compresse rivestite. EU/1/96/022/004 ZYPREXA - 5 mg - compresse rivestite - 28 compresse rivestite in strisce, per scatola. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE 27 settembre 1996 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO ALLEGATO I 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE ZYPREXA 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Ciascuna compressa di ZYPREXA 7,5 mg contiene 7,5 mg di olanzapina. 3. FORMA FARMACEUTICA Compresse rivestite per somministrazione orale ZYPREXA compresse 7,5 mg si presenta sotto forma di compresse bianche, rivestite e con stampato il nome "LILLY" ed un codice di identificazione numerico. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1.1 Indicazioni terapeutiche Olanzapina e' indicata per il trattamento della schizofrenia. Nei pazienti che hanno dimostrato risposta positiva al trattamento iniziale, il proseguimento della terapia con olanzapina consente di mantenere il miglioramento clinico. 4.1.2 Ulteriori informazioni sugli studi clinici In uno studio comparativo internazionale, in doppio cieco, sulla schizofrenia, sulle manifestazioni schizoaffettive e disturbi correlati, che comprendeva 1.481 pazienti con associati sintomi depressivi di diversa gravita' (con punteggio medio di 16,6 rilevato all'inizio dello studio secondo la scala di valutazione per la depressione di Montgomery-Asberg), un'analisi prospettica secondaria della variazione del punteggio dell'umore tra l'inizio e la fine dello studio ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo (p=0,001) ottenuto con olanzapina (-6,0) rispetto a quello osservato con aloperidolo (-3,1). 4.2 Posologia e modo di somministrazione Il dosaggio iniziale consigliato di olanzapina e' di 10 mg per via orale in dose unica giornaliera, indipendentemente dall'assunzione dei pasti. In base alla condizione clinica del paziente, il dosaggio giornaliero puo' successivamente essere aggiustato entro un intervallo di 5-20 mg. Una dose giornaliera superiore alla dose terapeutica consigliata di 10 mg, ad esempio una dose giornaliera fino a 15 mg o superiore, e' raccomandata solo dopo un adeguato periodo di osservazione clinica. Bambini: olanzapina non e' stata valutata in pazienti di eta' inferiore ai 18 anni. Anziani: generalmente, non e' richiesto un dosaggio iniziale piu' basso, anche se una riduzione della dose dovrebbe essere presa in considerazione nei pazienti di eta' pari o superiore ai 65 anni quando le situazioni cliniche lo consigliano. Pazienti con insufficienza renale e/o epatica: in questi pazienti si deve prendere in considerazione un dosaggio iniziale piu' basso (5 mg). In caso di insufficienza epatica di grado moderato (cirrosi di classe A o B secondo la classificazione di Child-Pugh), il dosaggio iniziale e' di 5 mg ed ogni incremento di dose deve essere effettuato con cautela. Variazioni posologiche legate al sesso del paziente: di solito, non e' necessario apportare variazioni alla dose iniziale ed all'intervallo di dosaggio per pazienti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile. Pazienti fumatori: di solito, non e' necessario apportare variazioni alla dose iniziale e all'intervallo di dosaggio nei pazienti fumatori rispetto ai non fumatori. Quando sono presenti piu' fattori in grado di rallentare il metabolismo (pazienti di sesso femminile, anziani, non fumatori), si deve considerare la possibilita' di diminuire la dose iniziale. L'aumento di dosaggio, quando necessario, deve essere effettuato con cautela in questi pazienti (vedere anche Paragrafo 4.5, Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere e Paragrafo 5.2, Proprieta' farmacocinetiche). 4.3 Controindicazioni Olanzapina e' controindicata nei pazienti con ipersensibilita' nota ad uno qualunque dei suoi componenti. Olanzapina e' controindicata nei pazienti notoriamente a rischio per il glaucoma ad angolo chiuso. 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego Malattie concomitanti: Anche se olanzapina ha dimostrato attivita' anticolinergica in vitro, l'esperienza durante studi clinici ha rivelato una bassa incidenza di effetti ad essa correlati. Tuttavia, in considerazione della scarsa esperienza clinica con olanzapina in pazienti con malattie concomitanti, si consiglia cautela nella prescrizione a pazienti con ipertrofia prostatica, ileo paralitico e patologie correlate. Lattosio: olanzapina compresse contiene lattosio. Occasionalmente sono stati osservati aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche, SGPT e SGOT, specie nelle fasi iniziali del trattamento. Si consiglia cautela in pazienti con SGPT e/o SGOT elevate, in pazienti con segni e sintomi di insufficienza epatica, in pazienti con preesistenti situazioni associate ad una limitata riserva funzionale epatica, cosi' come nei casi di trattamento concomitante con farmaci potenzialmente epatotossici. In presenza di valori elevati di SGOT e/o SGPT durante la terapia con olanzapina, devono essere effettuati controlli periodici e deve essere tenuta presente la possibilita' di una riduzione del dosaggio. Come per altri farmaci neurolettici, si consiglia cautela nei pazienti con leucopenia e/o neutropenia di qualsiasi origina, nei pazienti con anamnesi di mielotossicita'/mielodepressione su base iatrogena, nei pazienti con mielodepressione dovuta ad una malattia concomitante, a radioterapia od a chemioterapia ed infine nei pazienti con situazioni di ipereosinofilia o con malattia mieloproliferativa. 32 pazienti con precedenti di neutropenia od agranulocitosi correlate a clozapina hanno ricevuto olanzapina senza presentare una diminuzione della neutrofilia basale. Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN). La SMN e' una condizione potenzialmente a rischio di vita associata al trattamento antipsicotico. Rari casi, riferiti come SMN, sono stati segnalati anche con l'impiego di olanzapina. Le manifestazioni cliniche della SMN sono iperpiressia, rigidita' muscolare, alterazione dello stato mentale, instabilita' del sistema nervoso autonomo (irregolarita' del polso o della pressione sanguigna, tachicardia, diaforesi ed aritmia cardiaca). Ulteriori manifestazioni possono comprendere un aumento della creatininfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta. Se un paziente presenta segni e sintomi indicativi di una SMN, o presenta una inspiegabile febbre elevata senza altre manifestazioni cliniche della SMN tutti i farmaci antipsicotici, olanzapina inclusa, devono essere sospesi. Olanzapina deve essere usata con cautela in pazienti con anamnesi di convulsioni o affetti da patologie associate a convulsioni. Discinesia tardiva. Negli studi di confronto della durata di un anno o meno, il trattamento con olanzapina ha determinato un'incidenza inferiore, statisticamente significativa, di discinesie tardive indotte dal trattamento. Comunque, il rischio di discinesia tardiva aumenta con il trattamento a lungo termine; pertanto se i segni o i sintomi della discinesia tardiva si manifestano in un paziente in trattamento con olanzapina, si deve prendere in considerazione una riduzione del dosaggio o la sospensione del farmaco. Tali manifestazioni sintomatologiche possono temporaneamente peggiorare o addirittura insorgere dopo la sospensione del trattamento. A causa degli effetti primari di olanzapina sul Sistema Nervoso Centrale si raccomanda cautela quando il farmaco viene assunto contemporaneamente ad alcool e ad altri farmaci ad azione centrale. Poiche' olanzapina dimostra di possedere in vitro un'attivita' dopamino-antagonista, il farmaco puo' antagonizzare gli effetti di agonisti dopaminergici diretti e indiretti. In studi clinici con olanzapina condotti su pazienti anziani e' stata talvolta osservata ipotensione posturale. Come per altri antipsicotici, si raccomanda di controllare periodicamente la pressione sanguigna in pazienti di oltre 65 anni di eta'. Nel corso di studi clinici, non e' stata osservata correlazione tra l'uso di olanzapina ed un persistente aumento della durata dell'intervallo QT in termini assoluti. Solo in 8 pazienti su 1685 si e' osservato in varie situazioni un intervallo QT corretto aumentato. Comunque, come per altri antipsicotici, si consiglia cautela quando olanzapina viene prescritta insieme con farmaci notoriamente in grado di determinare un aumento dell'intervallo QT corretto, specie nel soggetto anziano. 4.5 Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere Altri farmaci potenzialmente in grado di interferire con olanzapina. Dosi singole di un antiacido (Alluminio, magnesio) o di cimetidina non interferiscono con la biodisponibilita' orale di olanzapina. Comunque, la contemporanea somministrazione di carbone attivo riduce la biodisponibilita' orale di olanzapina del 50-60%. Il fumo (nei pazienti non fumatori la clearance di olanzapina e' ridotta del 33% e l'emivita e' prolungata del 21% rispetto ai pazienti fumatori) o la contemporanea terapia con carbamazepina (la clearance di olanzapina e' aumentata del 44% e l'emivita terminale e' ridotta del 20% quando viene somministrata contemporaneamente a carbamazepina) possono accelerare il metabolismo dell'olanzapina. Il fumo e la terapia con carbamazepina inducono l'attivita' del citocromo P450-1A2. La farmacocinetica della teofillina, che viene metabolizzata dal citocromo P450-1A2, non e' modificata dall'olanzapina. L'effetto di potenti inibitori dell'attivita' del citocromo P450-1A2 sulla farmacocinetica dell'olanzapina non e' stato studiato. Potenziali interferenze di olanzapina con altri farmaci. In studi clinici con dose singola di olanzapina, non e' stata osservata inibizione del metabolismo di farmaci quali imipramina-desipramina (P450-2D6 o P450-3A/1A2), warfarin (P450-2C9), teofillina (P450-1A2) o diazepam (P450-3A4 e P450-2C19). Olanzapina non ha mostrato interazione farmacologica quando somministrata contemporaneamente a litio o a biperidene. E' stata studiata in vitro la capacita' di olanzapina di inibire il metabolismo indotto da 5 citocromi principali. Tali studi evidenziarono costanti di inibizione per il 3A4 (491 (micron)M), 2C9 (751 (micron)M), 1A2 (36 (micron)M), 2C19 (920 (micron)M), 2D6 (89 (micron)M), che confrontate con le concentrazioni plasmatiche di olanzapina di circa 0,2 (micron)M, significherebbero un'attivita' inibitoria massima dell'olanzapina inferiore allo 0,7% sui sistemi citocromiali P450. L'implicazione clinica di queste scoperte e' sconosciuta. 4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento Gravidanza: Non esistono studi adeguati e ben controllati su donne in gravidanza. Le pazienti devono essere avvertite sulla necessita' di informare il proprio medico in caso di gravidanza in atto o programmata in corso di trattamento con olanzapina. Tuttavia, poiche' l'esperienza nell'uomo e' limitata, olanzapina deve essere usata in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica un potenziale rischio per il feto. Allattamento: Durante l'allattamento di ratti trattati con olanzapina, il farmaco e' stato eliminato con il latte. Non e' noto se olanzapina venga eliminata nel latte materno umano. Le pazienti devono essere avvertite di non allattare al seno mentre sono in terapia con olanzapina. 4.7 Effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine Dal momento che olanzapina puo' provocare sonnolenza, i pazienti devono essere informati che occorre cautela nel fare uso di macchinari pericolosi, inclusi i veicoli a motore. 4.8 Effetti indesiderati Frequenti (>10%): I soli effetti indesiderati frequenti riscontrati nei pazienti trattati con olanzapina durante gli studi clinici, sono stati la sonnolenza e l'aumento ponderale. L'aumento ponderale e' stato correlato alla presenza, prima del trattamento, di un indice di massa corporea piu' basso ed all'impiego di un dosaggio iniziale uguale o superiore a 15 mg. Occasionali (1-10%): Effetti indesiderati occasionali verificatisi con olanzapina durante gli studi clinici sono stati vertigini, aumento dell'appetito, edema periferico, ipotensione ortostatica e lievi e transitori effetti anticolinergici, quali stipsi e secchezza delle fauci. Occasionalmente sono stati osservati aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche, SGPT e SGOT, specie nelle fasi iniziali del trattamento (vedi paragrafo 4.4). In studi clinici controllati, i pazienti trattati con olanzapina hanno presentato un'incidenza piu' bassa di Parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto ai pazienti trattati con dosi frazionate di aloperidolo. In mancanza di informazioni anamnestiche dettagliate relative alla presenza di disturbi individuali del movimento di natura extrapiramidale ad esordio acuto e tardivo, allo stato attuale non e' possibile concludere che olanzapina induca una minore comparsa di discinesia tardiva e/o di altre sindromi extrapiramidali ad insorgenza tardiva. Rari (<1%): Raramente sono state osservate reazione di fotosensibilita' ed eruzione cutanea. Altri effetti: Talvolta sono stati riscontrati innalzamenti dei livelli plasmatici di prolattina, sebbene le manifestazioni cliniche associate (ad es. ginecomastia, galattorrea, ingrossamento della ghiandola mammaria) siano state rare. Nella maggioranza dei pazienti, i livelli sono tornati a valori normali senza interrompere il trattamento. Come per altri antipsicotici, rari casi, riferiti come Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN) sono stati segnalati anche con l'impiego di olanzapina (vedere anche paragrafo 4.4, Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego). In rari casi sono stati osservati elevati livelli di creatinfosfochinasi. Come per altri farmaci neurolettici, sono state occasionalmente osservate alterazioni ematologiche, quali leucopenia e trombocitopenia. 4.9 Sovradosaggio L'esperienza di sovradosaggio con olanzapina e' limitata. Nel corso degli studi clinici e' stato possibile accertare sovradosaggio acuto con olanzapina, intenzionale o accidentale, in 67 pazienti. Nel paziente che ha assunto la dose maggiore accertata, 300 mg, gli unici sintomi riportati sono stati sonnolenza e difficolta' nell'eloquio. Nei pochi pazienti che e' stato possibile valutare in ospedale, compreso il paziente che aveva assunto 300 mg, non sono state riscontrate variazioni negative nei dati di laboratorio o nell'ECG. I segni vitali sono sempre risultati entro i limiti usuali dopo un sovradosaggio. Basandosi su dati rilevati negli animali, i sintomi premonitori rifletterebbero un incremento delle azioni farmacologiche note del farmaco. I sintomi possono comprendere sonnolenza, midriasi, visione offuscata, depressione respiratoria, ipotensione e possibili disturbi extrapiramidali. Non esiste un antidoto specifico per olanzapina, per cui devono essere adottate misure di supporto appropriate. Deve essere tenuta presente la possibilita' di un coinvolgimento plurifarmacologico. In caso di sovradosaggio acuto, garantire e mantenere la pervieta' delle vie aeree del paziente ed assicurare un'adeguata ventilazione e perfusione. Per il trattamento del sovradosaggio deve essere tenuto presente l'impiego del carbone attivo; e' stato infatti osservato che la contemporanea somministrazione di carbone attivo riduce la biodisponibilita' orale di olanzapina del 50-60%. Si puo' inoltre prendere in considerazione anche il lavaggio gastrico (da effettuare dopo intubazione, se il paziente non e' cosciente). L'olanzapina non viene significativamente eliminata tramite emodialisi. L'ipotensione ed il collasso circolatorio devono essere trattati con appropriate misure quali la somministrazione di liquidi per via endovenosa e/o agenti simpaticomimetici come la noradrenalina (non usare dopamina ed adrenalina o altri agenti simpaticomimetici con attivita' (beta)-agonista poiche' in conseguenza del blocco dei recettori (alfa) indotto da olanzapina, la stimolazione dei recettori (beta) puo' determinare un peggioramento dello stato ipotensivo). Considerare la possibilita' di effettuare un monitoraggio cardiovascolare per individuare eventuali aritmie. Mantenere un controllo medico assiduo ed un monitoraggio continuo finche' il paziente non sia guarito. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1 Proprieta' farmacodinamiche Classe farmacoterapeutica: Olanzapina e' un antipsicotico, con codice ATC N05AH03 (derivati della dibenzodiazepina e della dibenzossazepina). Olanzapina e' un agente antipsicotico dotato di un ampio profilo farmacologico su numerosi sistemi recettoriali. In studi pre-clinici olanzapina ha dimostrato di possedere uno spettro di affinita' (Ki<100nM) per i recettori della serotonina 5- HT2A/2C, 5-HT3, 5-HT6, della dopamina D1, D2, D3, D4, D5, per i recettori colinergici di tipo muscarinico (m1-m5), per quelli adrenergici (alfa)1 ed istaminici H1. Studi comportamentali negli animali con olanzapina hanno indicato un antagonismo serotoninergico, dopaminergico e colinergico, che conferma il profilo di affinita' recettoriale sopra descritto. Olanzapina ha dimostrato sia in vitro che in vivo una maggiore affinita' per i recettori serotoninergici 5-HT2 rispetto a quelli dopaminergici D2. Studi elettrofisiologici hanno dimostrato che olanzapina riduce selettivamente l'attivita' dei neuroni dopaminergici mesolimbici (A10), mentre ha scarso effetto sui circuiti striatali (neuroni A9) coinvolti nella funzione motoria. Olanzapina ha ridotto la risposta nel comportamento di evitamento condizionato (test predittivo dell'attivita' antipsicotica) a dosaggi inferiori a quelli capaci di indurre catalessia (test predittivo di effetti collaterali di tipo motorio). Diversamente da altri agenti antipsicotici, olanzapina aumenta la risposta in un test "ansiolitico". In uno studio PET (tomografia ad emissioni di positroni) condotto su volontari sani con dosi singole per via orale (10 mg), olanzapina ha dimostrato un grado di affinita' per i recettori 5HT2A superiore a quello dei recettori dopaminergici D2. Inoltre, uno studio SPECT in pazienti schizofrenici ha dimostrato che i pazienti che rispondono ad olanzapina mostrano un blocco dei recettori striatali D2 di minor grado rispetto ai pazienti che rispondono ad alcuni altri antipsicotici ed al risperidone, e paragonabile a quello dei pazienti che rispondono alla clozapina. In studi clinici controllati, 2 verso placebo e 2 verso un comparatore attivo condotti su oltre 2.900 pazienti schizofrenici che presentavano sintomatologia sia positiva che negativa, olanzapina si e' dimostrata statisticamente superiore nel migliorare sia i sintomi positivi che quelli negativi. 5.2 Proprieta' farmacocinetiche Olanzapina e' ben assorbita dopo somministrazione orale, raggiungendo concentrazioni di picco plasmatico entro 5-8 ore. L'assorbimento non e' influenzato dall'assunzione di cibo. La biodisponibilita' assoluta conseguente alla somministrazione endovenosa non e' stata determinata. Olanzapina viene metabolizzata nel fegato principalmente attraverso processi di coniugazione e di ossidazione. Il principale metabolita circolante e' il 10-N-glicuronide, che non supera la barriera emato- encefalica. I citocromi P450-CYP1A2 e P450-CYP2D6 contribuiscono alla formazione dei metaboliti N-demetilato e 2-idrossimetilato, entrambi i quali dimostrano minore attivita' farmacologica, rispetto all'olanzapina, negli studi su animali. L'attivita' farmacologica predominante viene esercitata dalla molecola di olanzapina non metabolizzata. Dopo somministrazione orale, l'emivita media di eliminazione di olanzapina in volontari sani varia in funzione dell'eta' e del sesso. L'emivita media nei volontari sani anziani (>65 anni) risulta aumentata (51,8 ore rispetto a 33,8 ore) e la clearance ridotta (17,5 verso 18,2 L/ora) rispetto ai soggetti non anziani. L'intervallo di variabilita' dei parametri cinetici negli anziani e' simile a quello riscontrabile nei non anziani. In 44 pazienti schizofrenici di eta' superiore a 65 anni, dosaggi giornalieri da 5 a 20 mg non hanno causato nessun particolare profilo di effetti collaterali. L'emivita media nelle femmine risulta in una certa misura prolungata rispetto ai maschi (36,7 verso 32,3 ore) e la clearance risulta ridotta (18,9 verso 27,3 L/ora). Cio' nonostante olanzapina (5-20 mg) ha dimostrato lo stesso profilo di sicurezza in pazienti di sesso femminile (n=467) e di sesso maschile (n=869). In pazienti con funzionalita' renale ridotta (clearance della creatinina <10 ml/min), non si e' riscontrata una differenza significativa nell'emivita media (37,7 verso 32,4 ore) e nella clearance del farmaco (21,2 verso 25,0 L/ora) rispetto ai soggetti sani. Comunque, uno studio sull'equilibrio di massa ha dimostrato che il 57% dell'olanzapina marcata viene escreta con le urine, principalmente in forma metabolizzata. In soggetti fumatori con lieve alterazione epatica, l'emivita media risulta aumentata (39,3 ore) e la clearance del farmaco ridotta (18,0 L/ora), similmente a quanto riscontrabile in soggetti sani non fumatori (rispettivamente 48,8 ore e 14,1 L/ora). In soggetti non fumatori, rispetto a soggetti fumatori (maschi e femmine), l'emivita media risulta aumentata (38,6 verso 30,4 ore) e la clearance ridotta (18,6 verso 27,7 L/ora). La clearance plasmatica di olanzapina risulta essere piu' bassa negli anziani rispetto ai giovani, nei soggetti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile e nei non-fumatori rispetto ai fumatori. Tuttavia, l'influenza di fattori quali l'eta', il sesso o il fumo sulla clearance e sull'emivita plasmatica di olanzapina e' minima in confronto all'intervallo di variabilita' riscontrabile nella popolazione. In uno studio su soggetti caucasici, giapponesi e cinesi, non sono state riscontrate differenze nei parametri farmacocinetici tra le tre popolazioni. A concentrazioni sieriche variabili da 7 a 1.000 ng/mL olanzapina si lega per il 93% alle proteine plasmatiche, principalmente all'albumina e all'(alfa)1 glicoproteina acida. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Tossicita' acuta (per dose singola) Nei roditori, i segni di tossicita' dopo somministrazione orale sono stati quelli tipici di sostanze ad elevata attivita' neurolettica: ipoattivita', coma, tremori, convulsioni cloniche, salivazione, riduzione dell'incremento ponderale. La dose letale media osservata nei topi e nei ratti e' stata, rispettivamente, di circa 210 e 175 mg/kg. Nei cani, dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg non sono risultate letali; sono state osservate manifestazioni cliniche quali sedazione, atassia, tremori, aumento della frequenza cardiaca, respirazione difficoltosa, miosi ed anoressia. Nelle scimmie, dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg hanno dato luogo a prostrazione e, con dosaggi piu' alti, ad uno stato di semi-incoscienza. Tossicita' per dosi ripetute In studi durati fino a 3 mesi nei topi e fino ad 1 anno nei ratti e nei cani, gli effetti principali riscontrati sono stati la depressione del sistema nervoso centrale, manifestazioni di tipo anticolinergico e disturbi ematologici a livello periferico. Nei confronti degli effetti depressivi sul sistema nervoso centrale si e' sviluppata tolleranza. Alle alte dosi, i parametri di crescita sono risultati diminuiti. Effetti reversibili, relativi ad un aumento della prolattina nei ratti, hanno comportato una diminuzione di peso dell'utero e delle ovaie ed alterazioni morfologiche dell'epitelio vaginale e della ghiandola mammaria. Tossicita' ematologica Sono stati riscontrati effetti sui parametri ematologici in ciascuna delle specie animali suddette, ivi compresa la riduzione dei leucociti circolanti risultata essere dose-correlata ed aspecifica rispettivamente nei topi e nei ratti; comunque, non e' stato ritrovato nessun segno di tossicita' midollare. Neutropenia, trombocitopenia ed anemia reversibili si sono sviluppati in alcuni cani trattati con 8-10 mg/kg al giorno (L'area sotto la curva - AUC - e' da 12 a 15 volte piu' grande di quella osservata in un uomo trattato con 12 mg). Nei cani citopenici, non sono stati osservati effetti avversi a carico degli elementi staminali e proliferativi del midollo osseo. Tossicita' sulla riproduzione Olanzapina non presenta effetti teratogeni. La sedazione interferisce con le capacita' di accoppiamento dei ratti maschi. I cicli di estro sono risultati alterati con dosi pari a 1,1 mg/kg (3 volte la dose massima dell'uomo) ed i parametri della riproduzione sono risultati influenzati in ratti cui erano stati somministrati 3 mg/kg (9 volte la dose massima nell'uomo). La prole di ratti trattati con olanzapina, ha presentato ritardo nello sviluppo fetale ed una transitoria riduzione dei livelli di attivita'. Mutagenesi Olanzapina non risulta essere mutagena ne' capace di favorire la divisione cellulare in una serie completa di tests standard, ivi compresi i tests di mutagenesi effettuati sia sui batteri che sui tessuti di mammifero in vivo ed in vitro. Carcinogenesi In base ai risultati di studi effettuati su topi e ratti, e' stato concluso che olanzapina non possiede attivita' cancerogena. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Gli eccipienti sono: cera Carnauba (Farmacopea Europea), miscela colorata bianca (biossido di titanio E171, macrogol, polisorbato 80), polivinilpirrolidone (Farmacopea Europea), inchiostro blu commestibile (contenente colorante indigo carmine E132), idrossipropilcellulosa (Farmacopea Europea), lattosio monoidrato (Farmacopea Europea), magnesio stearato (Farmacopea Europea), metilidrossipropilcellulosa (Farmacopea Europea), cellulosa microcristallina (Farmacopea Europea). 6.2 Incompatibilita' Nessuna 6.3 Periodo di stabilita' Due anni se correttamente conservato. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare a temperatura compresa tra 15 e 30 (gradi)C. Sensibile alla luce. Tenere le compresse nella loro confezione originale, in un luogo asciutto. 6.5 Natura e contenuto della confezione Blisters ZYPREXA compresse 7,5 mg e' disponibile in blisters di alluminio saldati a freddo, contenuti in scatole di cartone da 56 compresse. Flaconi ZYPREXA compresse 7,5 mg e' confezionato in flaconi di polietilene ad alta densita' con tappi di polipropilene. I flaconi sono sigillati e contengono 100 compresse ed un essiccante. 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO Eli Lilly Nederland BV, Krijtwal 17-23, 3432 ZT, Nieuwegein, Olanda. 8. NUMERI DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI EU/1/96/022/005 ZYPREXA - 7.5 mg - compresse rivestite - flacone contenente 100 compresse rivestite. EU/1/96/022/006 ZYPREXA - 7.5 mg - compresse rivestite - 56 compresse rivestite in strisce, per scatola. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE 27 settembre 1996 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO ALLEGATO I 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE ZYPREXA 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Ciascuna compressa di ZYPREXA 10 mg contiene 10 mg di olanzapina. 3. FORMA FARMACEUTICA Compresse rivestite per somministrazione orale ZYPREXA compresse 10 mg si presenta sotto forma di compresse bianche, rivestite e con stampato il nome "LILLY" ed un codice di identificazione numerico. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1.1 Indicazioni terapeutiche Olanzapina e' indicata per il trattamento della schizofrenia. Nei pazienti che hanno dimostrato risposta positiva al trattamento iniziale, il proseguimento della terapia con olanzapina consente di mantenere il miglioramento clinico. 4.1.2 Ulteriori informazioni sugli studi clinici In uno studio comparativo internazionale, in doppio cieco, sulla schizofrenia, sulle manifestazioni schizoaffettive e disturbi correlati, che comprendeva 1.481 pazienti con associati sintomi depressivi di diversa gravita' (con punteggio medio di 16,6 rilevato all'inizio dello studio secondo la scala di valutazione per la depressione di Montgomery-Asberg), un'analisi prospettica secondaria della variazione del punteggio dell'umore tra l'inizio e la fine dello studio ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo (p=0,001) ottenuto con olanzapina (-6,0) rispetto a quello osservato con aloperidolo (-3,1). 4.2 Posologia e modo di somministrazione Il dosaggio iniziale consigliato di olanzapina e' di 10 mg per via orale in dose unica giornaliera, indipendentemente dall'assunzione dei pasti. In base alla condizione clinica del paziente, il dosaggio giornaliero puo' successivamente essere aggiustato entro un intervallo di 5-20 mg. Una dose giornaliera superiore alla dose terapeutica consigliata di 10 mg, ad esempio una dose giornaliera fino a 15 mg o superiore, e' raccomandata solo dopo un adeguato periodo di osservazione clinica. Bambini: olanzapina non e' stata valutata in pazienti di eta' inferiore ai 18 anni. Anziani: generalmente, non e' richiesto un dosaggio iniziale piu' basso, anche se una riduzione della dose dovrebbe essere presa in considerazione nei pazienti di eta' pari o superiore ai 65 anni quando le situazioni cliniche lo consigliano. Pazienti con insufficienza renale e/o epatica: in questi pazienti si deve prendere in considerazione un dosaggio iniziale piu' basso (5 mg). In caso di insufficienza epatica di grado moderato (cirrosi di classe A o B secondo la classificazione di Child-Pugh), il dosaggio iniziale e' di 5 mg ed ogni incremento di dose deve essere effettuato con cautela. Variazioni posologiche legate al sesso del paziente: di solito, non e' necessario apportare variazioni alla dose iniziale ed all'intervallo di dosaggio per pazienti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile. Pazienti fumatori: di solito, non e' necessario apportare variazioni alla dose iniziale e all'intervallo di dosaggio nei pazienti fumatori rispetto ai non fumatori. Quando sono presenti piu' fattori in grado di rallentare il metabolismo (pazienti di sesso femminile, anziani, non fumatori), si deve considerare la possibilita' di diminuire la dose iniziale. L'aumento di dosaggio, quando necessario, deve essere effettuato con cautela in questi pazienti (vedere anche Paragrafo 4.5, Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere e Paragrafo 5.2, Proprieta' farmacocinetiche). 4.3 Controindicazioni Olanzapina e' controindicata nei pazienti con ipersensibilita' nota ad uno qualunque dei suoi componenti. Olanzapina e' controindicata nei pazienti notoriamente a rischio per il glaucoma ad angolo chiuso. 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego Malattie concomitanti: Anche se olanzapina ha dimostrato attivita' anticolinergica in vitro, l'esperienza durante studi clinici ha rivelato una bassa incidenza di effetti ad essa correlati. Tuttavia, in considerazione della scarsa esperienza clinica con olanzapina in pazienti con malattie concomitanti, si consiglia cautela nella prescrizione a pazienti con ipertrofia prostatica, ileo paralitico e patologie correlate. Lattosio: olanzapina compresse contiene lattosio. Occasionalmente sono stati osservati aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche, SGPT e SGOT, specie nelle fasi iniziali del trattamento. Si consiglia cautela in pazienti con SGPT e/o SGOT elevate, in pazienti con segni e sintomi di insufficienza epatica, in pazienti con preesistenti situazioni associate ad una limitata riserva funzionale epatica, cosi' come nei casi di trattamento concomitante con farmaci potenzialmente epatotossici. In presenza di valori elevati di SGOT e/o SGPT durante la terapia con olanzapina, devono essere effettuati controlli periodici e deve essere tenuta presente la possibilita' di una riduzione del dosaggio. Come per altri farmaci neurolettici, si consiglia cautela nei pazienti con leucopenia e/o neutropenia di qualsiasi origina, nei pazienti con anamnesi di mielotossicita'/mielodepressione su base iatrogena, nei pazienti con mielodepressione dovuta ad una malattia concomitante, a radioterapia od a chemioterapia ed infine nei pazienti con situazioni di ipereosinofilia o con malattia mieloproliferativa. 32 pazienti con precedenti di neutropenia od agranulocitosi correlate a clozapina hanno ricevuto olanzapina senza presentare una diminuzione della neutrofilia basale. Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN). La SMN e' una condizione potenzialmente a rischio di vita associata al trattamento antipsicotico. Rari casi, riferiti come SMN, sono stati segnalati anche con l'impiego di olanzapina. Le manifestazioni cliniche della SMN sono iperpiressia, rigidita' muscolare, alterazione dello stato mentale, instabilita' del sistema nervoso autonomo (irregolarita' del polso o della pressione sanguigna, tachicardia, diaforesi ed aritmia cardiaca). Ulteriori manifestazioni possono comprendere un aumento della creatininfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta. Se un paziente presenta segni e sintomi indicativi di una SMN, o presenta una inspiegabile febbre elevata senza altre manifestazioni cliniche della SMN tutti i farmaci antipsicotici, olanzapina inclusa, devono essere sospesi. Olanzapina deve essere usata con cautela in pazienti con anamnesi di convulsioni o affetti da patologie associate a convulsioni. Discinesia tardiva. Negli studi di confronto della durata di un anno o meno, il trattamento con olanzapina ha determinato un'incidenza inferiore, statisticamente significativa, di discinesie tardive indotte dal trattamento. Comunque, il rischio di discinesia tardiva aumenta con il trattamento a lungo termine; pertanto se i segni o i sintomi della discinesia tardiva si manifestano in un paziente in trattamento con olanzapina, si deve prendere in considerazione una riduzione del dosaggio o la sospensione del farmaco. Tali manifestazioni sintomatologiche possono temporaneamente peggiorare o addirittura insorgere dopo la sospensione del trattamento. A causa degli effetti primari di olanzapina sul Sistema Nervoso Centrale si raccomanda cautela quando il farmaco viene assunto contemporaneamente ad alcool e ad altri farmaci ad azione centrale. Poiche' olanzapina dimostra di possedere in vitro un'attivita' dopamino-antagonista, il farmaco puo' antagonizzare gli effetti di agonisti dopaminergici diretti e indiretti. In studi clinici con olanzapina condotti su pazienti anziani e' stata talvolta osservata ipotensione posturale. Come per altri antipsicotici, si raccomanda di controllare periodicamente la pressione sanguigna in pazienti di oltre 65 anni di eta'. Nel corso di studi clinici, non e' stata osservata correlazione tra l'uso di olanzapina ed un persistente aumento della durata dell'intervallo QT in termini assoluti. Solo in 8 pazienti su 1685 si e' osservato in varie situazioni un intervallo QT corretto aumentato. Comunque, come per altri antipsicotici, si consiglia cautela quando olanzapina viene prescritta insieme con farmaci notoriamente in grado di determinare un aumento dell'intervallo QT corretto, specie nel soggetto anziano. 4.5 Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere Altri farmaci potenzialmente in grado di interferire con olanzapina. Dosi singole di un antiacido (Alluminio, magnesio) o di cimetidina non interferiscono con la biodisponibilita' orale di olanzapina. Comunque, la contemporanea somministrazione di carbone attivo riduce la biodisponibilita' orale di olanzapina del 50-60%. Il fumo (nei pazienti non fumatori la clearance di olanzapina e' ridotta del 33% e l'emivita e' prolungata del 21% rispetto ai pazienti fumatori) o la contemporanea terapia con carbamazepina (la clearance di olanzapina e' aumentata del 44% e l'emivita terminale e' ridotta del 20% quando viene somministrata contemporaneamente a carbamazepina) possono accelerare il metabolismo dell'olanzapina. Il fumo e la terapia con carbamazepina inducono l'attivita' del citocromo P450-1A2. La farmacocinetica della teofillina, che viene metabolizzata dal citocromo P450-1A2, non e' modificata dall'olanzapina. L'effetto di potenti inibitori dell'attivita' del citocromo P450-1A2 sulla farmacocinetica dell'olanzapina non e' stato studiato. Potenziali interferenze di olanzapina con altri farmaci. In studi clinici con dose singola di olanzapina, non e' stata osservata inibizione del metabolismo di farmaci quali imipramina-desipramina (P450-2D6 o P450-3A/1A2), warfarin (P450-2C9), teofillina (P450-1A2) o diazepam (P450-3A4 e P450-2C19). Olanzapina non ha mostrato interazione farmacologica quando somministrata contemporaneamente a litio o a biperidene. E' stata studiata in vitro la capacita' di olanzapina di inibire il metabolismo indotto da 5 citocromi principali. Tali studi evidenziarono costanti di inibizione per il 3A4 (491 (micron)M), 2C9 (751 (micron)M), 1A2 (36 (micron)M), 2C19 (920 (micron)M), 2D6 (89 (micron)M), che confrontate con le concentrazioni plasmatiche di olanzapina di circa 0,2 (micron)M, significherebbero un'attivita' inibitoria massima dell'olanzapina inferiore allo 0,7% sui sistemi citocromiali P450. L'implicazione clinica di queste scoperte e' sconosciuta. 4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento Gravidanza: Non esistono studi adeguati e ben controllati su donne in gravidanza. Le pazienti devono essere avvertite sulla necessita' di informare il proprio medico in caso di gravidanza in atto o programmata in corso di trattamento con olanzapina. Tuttavia, poiche' l'esperienza nell'uomo e' limitata, olanzapina deve essere usata in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica un potenziale rischio per il feto. Allattamento: Durante l'allattamento di ratti trattati con olanzapina, il farmaco e' stato eliminato con il latte. Non e' noto se olanzapina venga eliminata nel latte materno umano. Le pazienti devono essere avvertite di non allattare al seno mentre sono in terapia con olanzapina. 4.7 Effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine Dal momento che olanzapina puo' provocare sonnolenza, i pazienti devono essere informati che occorre cautela nel fare uso di macchinari pericolosi, inclusi i veicoli a motore. 4.8 Effetti indesiderati Frequenti (>10%): I soli effetti indesiderati frequenti riscontrati nei pazienti trattati con olanzapina durante gli studi clinici, sono stati la sonnolenza e l'aumento ponderale. L'aumento ponderale e' stato correlato alla presenza, prima del trattamento, di un indice di massa corporea piu' basso ed all'impiego di un dosaggio iniziale uguale o superiore a 15 mg. Occasionali (1-10%): Effetti indesiderati occasionali verificatisi con olanzapina durante gli studi clinici sono stati vertigini, aumento dell'appetito, edema periferico, ipotensione ortostatica e lievi e transitori effetti anticolinergici, quali stipsi e secchezza delle fauci. Occasionalmente sono stati osservati aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche, SGPT e SGOT, specie nelle fasi iniziali del trattamento (vedi paragrafo 4.4). In studi clinici controllati, i pazienti trattati con olanzapina hanno presentato un'incidenza piu' bassa di Parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto ai pazienti trattati con dosi frazionate di aloperidolo. In mancanza di informazioni anamnestiche dettagliate relative alla presenza di disturbi individuali del movimento di natura extrapiramidale ad esordio acuto e tardivo, allo stato attuale non e' possibile concludere che olanzapina induca una minore comparsa di discinesia tardiva e/o di altre sindromi extrapiramidali ad insorgenza tardiva. Rari (<1%): Raramente sono state osservate reazione di fotosensibilita' ed eruzione cutanea. Altri effetti: Talvolta sono stati riscontrati innalzamenti dei livelli plasmatici di prolattina, sebbene le manifestazioni cliniche associate (ad es. ginecomastia, galattorrea, ingrossamento della ghiandola mammaria) siano state rare. Nella maggioranza dei pazienti, i livelli sono tornati a valori normali senza interrompere il trattamento. Come per altri antipsicotici, rari casi, riferiti come Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN) sono stati segnalati anche con l'impiego di olanzapina (vedere anche paragrafo 4.4, Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego). In rari casi sono stati osservati elevati livelli di creatinfosfochinasi. Come per altri farmaci neurolettici, sono state occasionalmente osservate alterazioni ematologiche, quali leucopenia e trombocitopenia. 4.9 Sovradosaggio L'esperienza di sovradosaggio con olanzapina e' limitata. Nel corso degli studi clinici e' stato possibile accertare sovradosaggio acuto con olanzapina, intenzionale o accidentale, in 67 pazienti. Nel paziente che ha assunto la dose maggiore accertata, 300 mg, gli unici sintomi riportati sono stati sonnolenza e difficolta' nell'eloquio. Nei pochi pazienti che e' stato possibile valutare in ospedale, compreso il paziente che aveva assunto 300 mg, non sono state riscontrate variazioni negative nei dati di laboratorio o nell'ECG. I segni vitali sono sempre risultati entro i limiti usuali dopo un sovradosaggio. Basandosi su dati rilevati negli animali, i sintomi premonitori rifletterebbero un incremento delle azioni farmacologiche note del farmaco. I sintomi possono comprendere sonnolenza, midriasi, visione offuscata, depressione respiratoria, ipotensione e possibili disturbi extrapiramidali. Non esiste un antidoto specifico per olanzapina, per cui devono essere adottate misure di supporto appropriate. Deve essere tenuta presente la possibilita' di un coinvolgimento plurifarmacologico. In caso di sovradosaggio acuto, garantire e mantenere la pervieta' delle vie aeree del paziente ed assicurare un'adeguata ventilazione e perfusione. Per il trattamento del sovradosaggio deve essere tenuto presente l'impiego del carbone attivo; e' stato infatti osservato che la contemporanea somministrazione di carbone attivo riduce la biodisponibilita' orale di olanzapina del 50-60%. Si puo' inoltre prendere in considerazione anche il lavaggio gastrico (da effettuare dopo intubazione, se il paziente non e' cosciente). L'olanzapina non viene significativamente eliminata tramite emodialisi. L'ipotensione ed il collasso circolatorio devono essere trattati con appropriate misure quali la somministrazione di liquidi per via endovenosa e/o agenti simpaticomimetici come la noradrenalina (non usare dopamina ed adrenalina o altri agenti simpaticomimetici con attivita' (beta)-agonista poiche' in conseguenza del blocco dei recettori (alfa) indotto da olanzapina, la stimolazione dei recettori (beta) puo' determinare un peggioramento dello stato ipotensivo). Considerare la possibilita' di effettuare un monitoraggio cardiovascolare per individuare eventuali aritmie. Mantenere un controllo medico assiduo ed un monitoraggio continuo finche' il paziente non sia guarito. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1 Proprieta' farmacodinamiche Classe farmacoterapeutica: Olanzapina e' un antipsicotico, con codice ATC N05AH03 (derivati della dibenzodiazepina e della dibenzossazepina). Olanzapina e' un agente antipsicotico dotato di un ampio profilo farmacologico su numerosi sistemi recettoriali. In studi pre-clinici olanzapina ha dimostrato di possedere uno spettro di affinita' (Ki<100nM) per i recettori della serotonina 5- HT2A/2C, 5-HT3, 5-HT6, della dopamina D1, D2, D3, D4, D5, per i recettori colinergici di tipo muscarinico (m1-m5), per quelli adrenergici (alfa)1 ed istaminici H1. Studi comportamentali negli animali con olanzapina hanno indicato un antagonismo serotoninergico, dopaminergico e colinergico, che conferma il profilo di affinita' recettoriale sopra descritto. Olanzapina ha dimostrato sia in vitro che in vivo una maggiore affinita' per i recettori serotoninergici 5-HT2 rispetto a quelli dopaminergici D2. Studi elettrofisiologici hanno dimostrato che olanzapina riduce selettivamente l'attivita' dei neuroni dopaminergici mesolimbici (A10), mentre ha scarso effetto sui circuiti striatali (neuroni A9) coinvolti nella funzione motoria. Olanzapina ha ridotto la risposta nel comportamento di evitamento condizionato (test predittivo dell'attivita' antipsicotica) a dosaggi inferiori a quelli capaci di indurre catalessia (test predittivo di effetti collaterali di tipo motorio). Diversamente da altri agenti antipsicotici, olanzapina aumenta la risposta in un test "ansiolitico". In uno studio PET (tomografia ad emissioni di positroni) condotto su volontari sani con dosi singole per via orale (10 mg), olanzapina ha dimostrato un grado di affinita' per i recettori 5HT2A superiore a quello dei recettori dopaminergici D2. Inoltre, uno studio SPECT in pazienti schizofrenici ha dimostrato che i pazienti che rispondono ad olanzapina mostrano un blocco dei recettori striatali D2 di minor grado rispetto ai pazienti che rispondono ad alcuni altri antipsicotici ed al risperidone, e paragonabile a quello dei pazienti che rispondono alla clozapina. In studi clinici controllati, 2 verso placebo e 2 verso un comparatore attivo condotti su oltre 2.900 pazienti schizofrenici che presentavano sintomatologia sia positiva che negativa, olanzapina si e' dimostrata statisticamente superiore nel migliorare sia i sintomi positivi che quelli negativi. 5.2 Proprieta' farmacocinetiche Olanzapina e' ben assorbita dopo somministrazione orale, raggiungendo concentrazioni di picco plasmatico entro 5-8 ore. L'assorbimento non e' influenzato dall'assunzione di cibo. La biodisponibilita' assoluta conseguente alla somministrazione endovenosa non e' stata determinata. Olanzapina viene metabolizzata nel fegato principalmente attraverso processi di coniugazione e di ossidazione. Il principale metabolita circolante e' il 10-N-glicuronide, che non supera la barriera emato- encefalica. I citocromi P450-CYP1A2 e P450-CYP2D6 contribuiscono alla formazione dei metaboliti N-demetilato e 2-idrossimetilato, entrambi i quali dimostrano minore attivita' farmacologica, rispetto all'olanzapina, negli studi su animali. L'attivita' farmacologica predominante viene esercitata dalla molecola di olanzapina non metabolizzata. Dopo somministrazione orale, l'emivita media di eliminazione di olanzapina in volontari sani varia in funzione dell'eta' e del sesso. L'emivita media nei volontari sani anziani (>65 anni) risulta aumentata (51,8 ore rispetto a 33,8 ore) e la clearance ridotta (17,5 verso 18,2 L/ora) rispetto ai soggetti non anziani. L'intervallo di variabilita' dei parametri cinetici negli anziani e' simile a quello riscontrabile nei non anziani. In 44 pazienti schizofrenici di eta' superiore a 65 anni, dosaggi giornalieri da 5 a 20 mg non hanno causato nessun particolare profilo di effetti collaterali. L'emivita media nelle femmine risulta in una certa misura prolungata rispetto ai maschi (36,7 verso 32,3 ore) e la clearance risulta ridotta (18,9 verso 27,3 L/ora). Cio' nonostante olanzapina (5-20 mg) ha dimostrato lo stesso profilo di sicurezza in pazienti di sesso femminile (n=467) e di sesso maschile (n=869). In pazienti con funzionalita' renale ridotta (clearance della creatinina <10 ml/min), non si e' riscontrata una differenza significativa nell'emivita media (37,7 verso 32,4 ore) e nella clearance del farmaco (21,2 verso 25,0 L/ora) rispetto ai soggetti sani. Comunque, uno studio sull'equilibrio di massa ha dimostrato che il 57% dell'olanzapina marcata viene escreta con le urine, principalmente in forma metabolizzata. In soggetti fumatori con lieve alterazione epatica, l'emivita media risulta aumentata (39,3 ore) e la clearance del farmaco ridotta (18,0 L/ora), similmente a quanto riscontrabile in soggetti sani non fumatori (rispettivamente 48,8 ore e 14,1 L/ora). In soggetti non fumatori, rispetto a soggetti fumatori (maschi e femmine), l'emivita media risulta aumentata (38,6 verso 30,4 ore) e la clearance ridotta (18,6 verso 27,7 L/ora). La clearance plasmatica di olanzapina risulta essere piu' bassa negli anziani rispetto ai giovani, nei soggetti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile e nei non-fumatori rispetto ai fumatori. Tuttavia, l'influenza di fattori quali l'eta', il sesso o il fumo sulla clearance e sull'emivita plasmatica di olanzapina e' minima in confronto all'intervallo di variabilita' riscontrabile nella popolazione. In uno studio su soggetti caucasici, giapponesi e cinesi, non sono state riscontrate differenze nei parametri farmacocinetici tra le tre popolazioni. A concentrazioni sieriche variabili da 7 a 1.000 ng/mL olanzapina si lega per il 93% alle proteine plasmatiche, principalmente all'albumina e all'(alfa)1 glicoproteina acida. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Tossicita' acuta (per dose singola) Nei roditori, i segni di tossicita' dopo somministrazione orale sono stati quelli tipici di sostanze ad elevata attivita' neurolettica: ipoattivita', coma, tremori, convulsioni cloniche, salivazione, riduzione dell'incremento ponderale. La dose letale media osservata nei topi e nei ratti e' stata, rispettivamente, di circa 210 e 175 mg/kg. Nei cani, dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg non sono risultate letali; sono state osservate manifestazioni cliniche quali sedazione, atassia, tremori, aumento della frequenza cardiaca, respirazione difficoltosa, miosi ed anoressia. Nelle scimmie, dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg hanno dato luogo a prostrazione e, con dosaggi piu' alti, ad uno stato di semi-incoscienza. Tossicita' per dosi ripetute In studi durati fino a 3 mesi nei topi e fino ad 1 anno nei ratti e nei cani, gli effetti principali riscontrati sono stati la depressione del sistema nervoso centrale, manifestazioni di tipo anticolinergico e disturbi ematologici a livello periferico. Nei confronti degli effetti depressivi sul sistema nervoso centrale si e' sviluppata tolleranza. Alle alte dosi, i parametri di crescita sono risultati diminuiti. Effetti reversibili, relativi ad un aumento della prolattina nei ratti, hanno comportato una diminuzione di peso dell'utero e delle ovaie ed alterazioni morfologiche dell'epitelio vaginale e della ghiandola mammaria. Tossicita' ematologica Sono stati riscontrati effetti sui parametri ematologici in ciascuna delle specie animali suddette, ivi compresa la riduzione dei leucociti circolanti risultata essere dose-correlata ed aspecifica rispettivamente nei topi e nei ratti; comunque, non e' stato ritrovato nessun segno di tossicita' midollare. Neutropenia, trombocitopenia ed anemia reversibili si sono sviluppati in alcuni cani trattati con 8-10 mg/kg al giorno (L'area sotto la curva - AUC - e' da 12 a 15 volte piu' grande di quella osservata in un uomo trattato con 12 mg). Nei cani citopenici, non sono stati osservati effetti avversi a carico degli elementi staminali e proliferativi del midollo osseo. Tossicita' sulla riproduzione Olanzapina non presenta effetti teratogeni. La sedazione interferisce con le capacita' di accoppiamento dei ratti maschi. I cicli di estro sono risultati alterati con dosi pari a 1,1 mg/kg (3 volte la dose massima dell'uomo) ed i parametri della riproduzione sono risultati influenzati in ratti cui erano stati somministrati 3 mg/kg (9 volte la dose massima nell'uomo). La prole di ratti trattati con olanzapina, ha presentato ritardo nello sviluppo fetale ed una transitoria riduzione dei livelli di attivita'. Mutagenesi Olanzapina non risulta essere mutagena ne' capace di favorire la divisione cellulare in una serie completa di tests standard, ivi compresi i tests di mutagenesi effettuati sia sui batteri che sui tessuti di mammifero in vivo ed in vitro. Carcinogenesi In base ai risultati di studi effettuati su topi e ratti, e' stato concluso che olanzapina non possiede attivita' cancerogena. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Gli eccipienti sono: cera Carnauba (Farmacopea Europea), miscela colorata bianca (biossido di titanio E171, macrogol, polisorbato 80), polivinilpirrolidone (Farmacopea Europea), inchiostro blu commestibile (contenente colorante indigo carmine E132), idrossipropilcellulosa (Farmacopea Europea), lattosio monoidrato (Farmacopea Europea), magnesio stearato (Farmacopea Europea), metilidrossipropilcellulosa (Farmacopea Europea), cellulosa microcristallina (Farmacopea Europea). 6.2 Incompatibilita' Nessuna 6.3 Periodo di stabilita' Due anni se correttamente conservato. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare a temperatura compresa tra 15 e 30 (gradi)C. Sensibile alla luce. Tenere le compresse nella loro confezione originale, in un luogo asciutto. 6.5 Natura e contenuto della confezione Blisters ZYPREXA compresse 10 mg e' disponibile in blisters di alluminio saldati a freddo, contenuti in scatole di cartone da 28 compresse. Flaconi ZYPREXA compresse 10 mg e' confezionato in flaconi di polietilene ad alta densita' con tappi di polipropilene. I flaconi sono sigillati e contengono 100 compresse ed un essiccante. 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO Eli Lilly Nederland BV, Krijtwal 17-23, 3432 ZT, Nieuwegein, Olanda. 8. NUMERI DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI EU/1/96/022/007 ZYPREXA - 10 mg - compresse rivestite - flacone contenente 100 compresse rivestite. EU/1/96/022/008 ZYPREXA - 10 mg - compresse rivestite - 7 compresse rivestite in strisce, per scatola. EU/1/96/022/009 ZYPREXA - 10 mg - compresse rivestite - 28 compresse rivestite in strisce, per scatola. EU/1/96/022/010 ZYPREXA - 10 mg - compresse rivestite - 56 compresse rivestite in strisce, per scatola. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE 27 settembre 1996 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO