(all. 1 - art. 1)
                                                           ALLEGATO I
            RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
1.  DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
INVIRASE
2.  COMPOSIZIONE QUANTITATIVA E QUALITATIVA
Una capsula di Invirase contiene saquinavir mesilato pari a 200 mg di
saquinavir.
3.  FORMA FARMACEUTICA
Capsule.
4.  INFORMAZIONE CLINICHE.
4.1 Indicazioni terapeutiche
Invirase   in   combinazione   con   gli   antiretrovirali   analoghi
nucleosidici e' indicato per il trattamento di  pazienti  adulti  con
infezioni da HIV-1. (Vedere anche la sezione 4.4).
4.2 Posologia e modo di somministrazione
Adulti e bambini di eta' superiore a 16 anni.
La  posologia consigliata per la terapia di combinazione con analoghi
nucleosidici e' di 600 mg di Invirase tre volte al giorno  entro  due
ore  dopo  i  pasti.  Per  il  dosaggio  raccomandato  degli analoghi
nucleosidici in terapia di combinazione ci si deve riferire al  testo
contenente  le  complete informazioni prescrittive di questi farmaci.
Per informazioni su particolari gruppi di pazienti vedere la  sezione
4.4 "Speciali avvertenze e opportune precauzioni per l'uso".
Aggiustamento della dose
Invirase  nella  terapia  di  combinazione:  per  effetti tossici che
possono essere associati a Invirase, il trattamento con Invirase deve
essere interrotto. Invirase non e' raccomandato a  dosi  inferiori  a
600 mg tre volte al giorno.
Alterata  funzionalita'  epatica e/o renale: per informazioni in caso
di alterata funzionalita' epatica e  renale  vedere  la  sezione  4.4
"Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego".
4.3 Controindicazioni
Invirase  e'  controindicato  in  pazienti  con  ipersensibilita'  al
saquinavir o a uno qualsiasi dei componenti contenuti nella capsula.
Invirase e' controindicato  in  pazienti  trattati  con  terfenadina,
estemizolo o cisapride (vedere la sezione 4.5).
Invirase  e'  controindicato  in pazienti trattati contemporaneamente
con  farmaci  che  diminuiscono  le  concentrazioni  plasmatiche   di
saquinavir,  come  rifampicina,  rifabutina  o  nevirapina (vedere la
sezione 4.5).
4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego
I pazienti devono essere informati che saquinavir non costituisce una
cura dell'infezione da HIV e che essi possono continuare a sviluppare
malattie associate all'infezione da HIV in fase avanzata, comprese le
infezioni  opportunistiche.  I   pazienti   devono   essere   inoltre
avvertiti,  che  possono  manifestarsi effetti tossici associati alla
somministrazione contemporanea di altri farmaci  come  zalcitabina  e
zidovudina.
Data la biodisponibilita' limitata e/o variabile di Invirase, si deve
prendere  in  considerazione  il  rischio  del sottodosaggio. Si deve
quindi prestare estrema attenzione  al  trattamento  complessivo  con
farmaci anti-HIV.
Alterata  funzionalita' epatica: in caso di alterata funzionalita' da
lieve a moderata non  e'  necessario  nessun  aggiustamento  iniziale
della dose raccomandata. Non e' stato studiato l'uso di saquinavir in
pazienti  con  gravi  disfunzioni epatiche. In assenza di tali studi,
devono  essere  prese  precauzioni,  poiche'  si  possono  verificare
incrementi dei livelli di saquinavir.
In  seguito al trattamento con saquinavir, in pazienti con precedente
epatite  B  o  C  e/o  alcolismo  cronico,  e'  stato  riportato   un
peggioramento  della  malattia  epatica e lo sviluppo di ipertensione
portale. Sono stati riportati  anche  ittero,  ascite,  edema  e,  in
alcuni  casi,  varici esofagee. Molti di tali pazienti sono deceduti.
Non e' stata stabilita una  relazione  causale  tra  la  terapia  con
saquinavir  e lo sviluppo di ipertensione portale. In questi pazienti
deve essere evitata la somministrazione di saquinavir in concomitanza
con farmaci dei quali e' nota la tossicita' epatica.
Alterata funzionalita' renale: la clearance renale  costituisce  solo
una  via  di  eliminazione di minore importanza, in quanto la maggior
parte del metabolismo ed eliminazione di saquinavir avvengono per via
epatica. Percio' in pazienti con alterata funzionalita' renale non e'
necessario nessun aggiustamento iniziale della  dose.  Comunque,  non
sono  stati  effettuati studi in pazienti con gravi alterazioni della
funzionalita' renale, e devono essere prese  precauzioni  durante  la
somministrazione di saquinavir in questa popolazione.
Pazienti  con diarrea cronica o malassorbimento: non sono disponibili
informazioni  sull'efficacia  e  sulla  sicurezza  di  saquinavir  in
pazienti  con  diarrea  cronica  o  malassorbimento. Non e' noto se i
pazienti   con   tali   condizioni   abbiano   livelli   di   farmaco
subterapeutici.
Pazienti  giovani  e  anziani:  non  e' stata definita la sicurezza e
l'efficacia di saquinavir nei pazienti  confezione  da  HIV  di  eta'
inferiore a 16 anni. L'esperienza con pazienti di eta' superiore a 60
anni e' limitata.
Intolleranza  al  lattosio:  ogni  capsula contiene lattosio (anidro)
63,3 mg. Questa quantita' non e' probabilmente sufficiente ad indurre
sintomi specifici di intolleranza.
Uso in gravidanza e allattamento: vedere sezione 4.6
Paziente con emofilia:  sono  stati  riportati  casi  di  aumento  di
episodi  emorragici comprendenti ematomi cutanei ed emartro spontanei
in pazienti affetti da emofilia di tipo A e B trattati con  inibitori
della   proteasi.  In  alcuni  pazienti  si  e'  reso  necessario  un
incremento di dose del fattore VIII. In piu'  della  meta'  dei  casi
riportati  e' stato possibile continuare il trattamento con proteasi-
inibitori o riprenderlo nel caso fosse  stato  interrotto.  E'  stata
ipotizzata  una  relazione causale, sebbene non sia stato chiarito il
meccanismo d'azione. I pazienti  emofiliaci  devono  pertanto  essere
informati  circa  la  possibilita'  di  un  aumento  di  tali episodi
emorragici.
Diabete mellito e iperglicemia: i pazienti che  assumevano  inibitori
della  proteasi  hanno  sviluppato  diabete  mellito,  iperglicemia o
esacerbazione del diabete mellito  esistente.  In  alcuni  di  questi
pazienti  si  e'  avuta  iperglicemia grave, talora anche associata a
chetoacidosi. Molti pazienti presentavano condizioni mediche di base,
che in alcuni casi richiedevano la terapia con agenti associati  allo
sviluppo di diabete mellito o iperglicemia.
Interazione   con   ritonavir:   le  concentrazioni  plasmatiche  del
saquinavir aumentano se questo viene  somministrato  in  concomitanza
con   ritonavir   (vedere   sezione   4.5).   In   alcuni   casi   la
somministrazione concomitante di saquinavir e ritonavir ha  provocato
reazioni  avverse gravi, rappresentate principalmente da chetoacidosi
diabetica. Pertanto, si  raccomanda  cautela  nella  somministrazione
della terapia di combinazione saquinavir e ritonavir.
4.5 Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro
genere
L'uso  concomitante  di  saquinavir  e  zalcitabina e/o zidovudina e'
stato studiato in pazienti adulti. L'assorbimento, la distribuzione e
l'eliminazione di ciascuno  di  questi  farmaci  rimangano  invariati
quando vengono assunti insieme.
Ranitidina: quando saquinavir e' stato somministrato con ranitidina e
cibo  si  e'  verificato  un  incremento  dell'esposizione rispetto a
quando il saquinavir e' stato somministrato  soltanto  con  il  cibo.
Cio'  ha  determinato un incremento dei valori dell'AUC del 67%. Tale
incremento  non  e'  ritenuto  clinicamente  rilevante   e   non   e'
raccomandato un aggiustamento della dose.
Succo  di  pompelmo:  nel volontario sano la singola somministrazione
contemporanea  di  saquinavir  e  succo  di  pompelmo  determina   un
incremento   dell'esposizione   al   saquinavir   dal  50%  al  100%,
rispettivamente,  per  il  succo  di  pompelmo  normale  e  a  doppia
concentrazione.   Tale   incremento   non  e'  ritenuto  clinicamente
rilevante e non e' raccomandato un aggiustamento della dose.
Indinavir: la somministrazione concomitante di indinavir (800 mg ogni
8 ore) e singole dosi di saquinavir (600-1200  mg)  ha  provocato  un
aumento  di  circa  5  volte  della AUC plasmatica del saquinavir. Si
pensa che un aumento di tale entita'  non  influenzi  il  profilo  di
sicurezza  del  saquinavir.  Non e' pertanto necessario modificare il
dosaggio del saquinavir o dell'indinavir.
Nelfinavir: la somministrazione contemporanea di nelfinavir  (750  mg
tre  volte al giorno per 4 giorni) con una dose singola di 1200 mg di
saquinavir capsule di gelatina molle  ha  comportato  un  aumento  di
circa   4   volte   AUC   del  saquinavir,  mentre  la  contemporanea
somministrazione di dosi multiple di saquinavir con dosi  singole  di
nelfinavir   ha  determinato  un  aumento  pari  solo  al  18%  della
concentrazione di nelfinavir. Non  si  ritiene  che  l'aumento  della
concentrazione  di  saquinavir sia in grado di influenzare il profilo
di  sicurezza   di   Invirase.   Pertanto   non   sono   raccomandati
aggiustamenti della dose di saquinavir o di nelfinavir.
Nevirapina:   la   somministrazione   concomitante  di  nevirapina  e
saquinavir ha  dato  luogo  a  una  diminuzione  del  24%  della  AUC
plasmatica  del  saquinavir  e  a  nessun cambiamento nella AUC della
nevirapina.
Ritonavir: il ritonavir inibisce in maniera estensiva il  metabolismo
del  saquinavir  dando  luogo  a  forti  aumenti delle concentrazioni
plasmatiche del saquinavir. Rispetto alla AUC di equilibrio  dinamico
e  ai  valori  di Cmax riportati da 114 pazienti che avevano ricevuto
saquinavir 600 mg tre volte al giorno, le esposizioni del  saquinavir
in  pazienti trattati con un regime di combinazione di saquinavri 400
mg due volte al giorno e ritonavir 400 mg due volte al  giorno  erano
aumentate  di  almeno  17 volte (AUC) e 14 volte (Cmax). In seguito a
somministrazioni di dosi orali singole o multiple  di  saquinavir  in
volontari    sani   non   si   sono   osservate   alterazioni   della
farmacocinetica  di ritonavir. In terapia di combinazione, le dosi di
ritonavir o di saquinavir superiori a 400  mg  due  volte  al  giorno
venivano  associate a un aumento delle reazioni avverse (vedere anche
la sezione 4.4).
Claritromicina: la contemporanea somministrazione  di  claritromicina
(500  mg  due  volte  al  giorno) e di saquinavir capsule di gelatina
molle (1200 mg tre volte al giorno) ha determinato un aumento di  1,8
volte  della  concentrazione plasmatica di saquinavir, un aumento del
45% dell'AUC della claritromicina e una diminuzione del 24%  dell'AUC
del   metabolita  14-OH  della  claritromicina.  Non  sono  richiesti
aggiustamento delle  dosi  dei  due  farmaci  quando  questi  vengono
somministrati alle dosi studiate.
Associazioni  non  consigliate:  la  rifampicina (600 mg una volta al
giorno)  ha  dimostrato  di  produrre  diminuzioni   dell'80%   delle
concentrazioni  plasmatiche  di  saquinavir.  La rifampicina non deve
essere somministrata contemporaneamente a  saquinavir,  poiche'  puo'
determinare  concentrazioni  subterapeutiche  di saquinavir. Anche la
rifabutina riduce le concentrazioni  plasmatiche  di  saquinavir  del
40%. Altri farmaci che inducono il CYP3A4 (per esempio fenobarbitale,
fenitoina,  desametasone,  carbamazepina)  possono  anche  ridurre le
concentrazioni plasmatiche di saquinavir.  Se  la  terapia  con  tali
farmaci  e'  necessaria,  i  medici devono prendere in considerazione
alternative quando un paziente sta assumendo Invirase.
La  somministrazione  contemporanea  di  terfenadina   e   saquinavir
determina   un   aumento   della   concentrazione   plasmatica  della
terfenadina (AUC) associata ad un allungamento  dei  tempi  dell'onda
QT.  Quindi la terfenadina e' controindicata in pazienti trattati con
saquinavir (vedere la sezione 4.3).
Associazioni che richiedono precauzioni per l'uso: l'uso concomitante
di ketoconazolo (200 mg una volta al giorno) e saquinavir ha prodotto
un  aumento  di  1,5  volte  delle  concentrazioni   plasmatiche   di
saquinavir,  senza aumenti nell'emitiva di eliminazione o cambiamenti
nella quota di assorbimento. Le caratteristiche farmacocinetiche  del
ketoconazolo  non hanno risentito della somministrazione congiunta di
saquinavir ad una dose di 600 mg tre volte al  giorno.  Non  si  sono
rese  necessarie  modificazioni  della dose quando i due farmaci sono
stati somministrati contemporaneamente alle dosi studiate.
Un simile aumento  delle  concentrazioni  plasmatiche  di  saquinavir
potrebbe  verificarsi  con  altri  composti di questa classe, come il
fluconazolo, l'itraconazolo ed il miconazolo o  con  altri  inibitori
dell'isoenzima CYP3A4.
Altre  potenziali  interazioni:  la somministrazione contemporanea di
astemizolo o cisapride, con farmaci conosciuti come potenti inibitori
della via del CYP3A (per esempio  ketoconazolo,  itraconazolo,  ecc.)
puo'  indurre  elevate  concentrazioni  plasmatiche  di  astemizolo o
cisapride.   Non   sono   stati   condotti   studi   di   interazione
farmacocinetica  con  Invirase  e  astemizolo  o cisapride, e sebbene
saquinavir non sia un forte inibitore del CYP3A i medici devono usare
terapie alternative a astemizolo o cisapride (vedere la sezione 4.3).
Altri composti che sono substrati del CYP3A4 (per esempio i bloccanti
del canale del calcio,  tacrolimus,  dapsone,  chinidina,  triazolam,
midazolam)  possono  avere  elevate concentrazioni plasmatiche quando
somministrati contemporaneamente con saquinavir; percio'  i  pazienti
devono  essere monitorati per la comparsa di tossicita' associata con
questi farmaci.
Non  e'  noto  se  i  farmaci  che  riducono  il  tempo  di  transito
gastrointestinale (per esempio metoclopramide  e  cisapride)  possano
abbassare le concentrazioni plasmatiche di saquinavir.
4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento
Gravidanza:  La  valutazione  dei dati sperimentali negli animali non
indica effetti  dannosi  diretti  o  indiretti  nei  confronti  dello
sviluppo  dell'embrione o del feto, dell'andamento della gravidanza e
nello sviluppo peri e post-natale. Mancano esperienze cliniche  nelle
donne  in  stato di gravidanza. Fino a quando non saranno disponibili
dati ulteriori, saquinavir deve essere dato alle donne in  gravidanza
solo dopo attenta valutazione.
Allattamento:   non  esistono  dati  di  laboratorio,  su  animali  o
sull'uomo,  che  valutino  la  secrezione  di  saquinavir  nel  latte
materno.  Gli effetti collaterali possibili di saquinavir nei bambini
allattati non possono essere valutati e pertanto, l'allattamento deve
essere interrotto prima  di  assumere  saquinavir.  Esperti  sanitari
raccomandano  alle  donne  con  infezione  da HIV di non allattare in
alcun caso i propri figli, per evitare la trasmissione dell'HIV.
4.7 Effetti sulla capacita' di guidare veicoli e sull'uso di macchine
Non e' noto se saquinavir abbia effetto sulla  capacita'  di  guidare
veicoli o utilizzare macchinari.
4.8 Effetti indesiderati
Saquinavir,  in  combinazione  con  zalcitabina  e/o  zidovudina, non
altera ne' aumenta il profilo di tossicita' di questi farmaci.
Per le raccomandazioni dettagliate sulle modificazioni del  dosaggio,
e  sugli  eventi  avversi  associati  a zalcitabina o zidovudina o ad
altri farmaci usati in combinazione, i medici devono far  riferimento
alla completa documentazione dei singoli farmaci.
Gli  eventi  avversi piu' frequentemente riportati tra i pazienti che
assumevano Invirase (eccetto le tossicita' note per essere  associate
alla  somministrazione  associata  di  zidovudina e zalcitabina) sono
stati diarrea, malessere addominale e nausea.
L'elenco sotto riportato si riferisce a uno studio  fondamentale  che
includeva  un braccio di trattamento con saquinavir in monoterapia (n
= 327). Eventi avversi  (lievi,  moderati  e  severi)  con  incidenza
superiore  al  2%,  considerati  dai  ricercatori  almeno remotamente
correlati con saquinavir, sono riportati di seguito.
Cute e annessi: arrossamenti (5%), prurito (3%)
Sistema nervoso  centrale  e  periferico:  cefalea  (8%),  neuropatia
periferica  (8%),  torpore  agli arti (6%), parestesia (5%), capogiri
(2%)
Tratto gastroenterico: diarrea (17%), nausea (8%), ulcerazione  della
mucosa  interna della guancia (6%), malessere addominale (4%), vomito
(3%), dolori addominali (3%), flatulenza (2%)
Organismo  in   generale   -   disturbi   generalizzati:   stati   di
affaticamento (4%), astenia (2%), febbre (2%)
Disturbi del sistema muscolare e osseo: dolori (3%)
Altri eventi avversi
Qui  di  seguito sono elencati gli eventi avversi gravi, riportati in
trials clinici, che sono almeno possibilmente correlati  all'uso  del
saquinavir.
Stati  confusionali,  atassia  e  debolezza;  leucemia  mieloblastica
acuta; anemia  emolitica;  tentato  suicidio;  sindrome  di  Stevens-
Johnson;  gravi  reazioni  cutanee associate ad un aumento dei valori
dei test  di  funzionalita'  epatica;  trombocitopenia  ed  emorragia
intracranica; aggravamento della malattia epatica cronica con aumento
di  grado 4 dei test di funzionalita' epatica, ittero, ascite; febbre
da farmaci; eritema  cutaneo  bolloso  e  poliartrite;  nefrolitiasi;
pancreatite;   ostruzione   intestinale;   ipertensione   portale   e
vasocostrizione periferica.
I suddetti aventi avversi sono stati rilevati da un database di oltre
6000 pazienti, di cui piu' di 100 erano stati  sottoposti  a  terapia
con  saquinavir  per  piu'  di  2  anni.  I  pazienti  assumevano  il
saquinavir in monoterapia o in associazione con una  vasta  gamma  di
altri  farmaci  antiretrovirali (inibitori della trascriptasi inversa
analoghi  dei  nucleosidi,  o  non-nucleosidi,  e   inibitori   della
proteasi).
Qui  di seguito sono riportati gli eventi gravi e non gravi, indicati
da reports spontanei postmarketing non menzionati sopra, per i  quali
non  puo'  essere  esclusa  una  relazione causale con il saquinavir:
miaglia,  sonnolenza,  depressione,   convulsioni,   stati   ansiosi,
reazioni  allergiche,  epatite,  diabete  mellito e alterata funzione
renale.
Alterazioni dei valori di laboratorio
Le alterazioni dei valori di laboratorio piu' comunemente riscontrate
nel corso del  trattamento  con  regimi  contenenti  saquinavir  sono
state:  isolati  incrementi  della  CPK,  ipoglicemia,  iperglicemia,
aumento delle transaminasi e neutropenia.
4.9 Sovradosaggio
Un paziente ha superato la dose quotidiana prescritta  di  saquinavir
(1800  mg/giorno) assumendo 8000 mg di prodotto in una volta sola. Il
paziente e' stato trattato con induzione del  vomito  entro  due  ore
dall'ingestione  della  dose  elevata.  Nel  paziente  non sono state
riscontrate conseguenze. In un piccolo studio pilota, una dose per os
di saquinavir  di  3600  mg/giorno  non  ha  prodotto  aumento  della
tossicita' durante le prime 16 settimane di trattamento.
5.  PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
5.1 Proprieta' farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: agente antivirale, codice ATC JO5 AE01.
Meccanismo  d'azione:  la proteasi dell'HIV opera specifici tagli dei
precursori delle proteine virali nelle cellule infettate, come  tappa
fondamentale   nella   completa   formazione   di  particelle  virali
infettive. Questi precursori delle proteine virali contengono un tipo
di sito di rottura che  viene  riconosciuto  solo  dall'HIV  e  dalle
proteasi  virali  ad  esso  strettamente  correlate. Il saquinavir e'
stato disegnato come un peptide che mima la struttura di questi  siti
di  rottura. Come risultato il saquinavir entra nei siti attivi della
proteasi dell'HIV-1 e dell'HIV-2 agendo in vitro  come  un  inibitore
selettivo  e  reversibile,  con  una  affinita' per le proteasi umane
50.000 volte piu' bassa.
A  differenza  degli  analoghi  nucleosidici  (zidovudina  ecc.)   il
saquinavir   agisce   direttamente  sull'enzima  virale  target.  Non
necessita di attivazione metabolica. Cio' estende la  sua  potenziale
efficacia  anche  alle  cellule  a  riposo.  Saquinavir  e' attivo in
concentrazioni nanomolari nelle linee linfoblastoidi e monocitiche  e
nelle colture primarie di linfociti e monociti infettati con ceppi di
HIV-1 isolati in laboratorio o da pazienti.
Gli   esperimenti  condotti  sulle  colture  cellulari  mostrano  che
saquinavir produce un effetto  antivirale  da  additivo  a  sinergico
contro  l'HIV-1 doppia o tripla combinazione con vari inibitori della
transcriptasi inversa (comprese la  zidovudina,  la  zalcitabina,  la
didanosina senza aumentarne la citotossicita'.
Effetti  farmacodinamici: sono stati valutati, in pazienti confezione
da HIV-1, gli effetti di saquinivar in combinazione con zalcitabina e
zidovudina sui marcatori biologici (conta delle cellule  CD4  ed  RNA
plasmatico).
In  uno  studio (NV 14256) in pazienti con zidovudina (CD4 maggiore o
uguale a 50 minore o uguale a 300  cellule/mm3)  la  combinazione  di
saquinavir   e   zalcitabina   confrontata   con  la  monoterapia  di
zalcitabina, ha prolungato il  tempo  di  comparsa  di  una  malattia
appartenente per definizione all'AIDS e la moralita'.
La  terapia  di  combinazione  ha  ridotto  del  53% il rischio di un
paziente di avere una malattia appartenente per definizione  all'AIDS
o  di  mortalita'.  La terapia di combinazione ha ridotto il rischio,
per la sola mortalita', del 72%. Questo corrisponde ad una  riduzione
del  tasso  della  malattie  appartenenti  per definizione all'AIDS e
della mortalita' dal 29,4% al 16%  in  18  mesi.  Similmente  per  la
mortalita',  il  tasso e' stato ridotto dall'8,6% al 4,1% in 18 mesi.
Nei tre gruppi di trattamento la durata mediana  del  trattamento  e'
stata  di  11-13  mesi e il follow-up mediano e' stato di 17 mesi. In
questo studio la mediana della conta basale  delle  cellule  CD4  per
tutti  i  bracci  di  trattamento andava da 156 a 176 cellule/mm3. La
modificazione media rispetto al valore basale, durante  16  settimane
(DAVG  16  mediane)  per saquinavir piu' zalcitabina, e' stata di +26
cellule/mm3 per quanto riguarda la conta delle cellule CD4 e di  -0,6
log10  di  copie  di  RNA/ml  per  quanto  riguarda  la carica virale
plasmatica. Il picco medio di incremento della  conta  delle  cellule
CD4  e' stato di 47 cellule/mm3 alla 16a settimana. Il picco medio di
riduzione della carica virale plasmatica e' stata  di  0,7  log10  di
copie di RNA/ml alla 12a settimana.
Lo studio SV14604 e' uno studio, su pazienti con infezioni da HIV non
trattati  o trattati minimamente, randomizzato multicentrico a bracci
paralleli in doppio cieco di fase III con  zidovudina  +  zalcitabina
verso  saquinavir  +  zidovudina,  verso  saquinavir  +  zidovudina +
zalcitabina. Un  quarto  braccio  di  trattamento  caratterizzato  da
monoterapia   con   zidovudina  e'  stato  interrotto  e  i  pazienti
originariamente assegnati a questo gruppo sono  stati  arruolati  nel
braccio  saquinavir  +  zidovudina  +  zalcitabina, formando cosi' un
gruppo di triplice terapia "ritardata".
Sono stati trattati complessivamente 3485  pazienti  dei  quali  sono
disponibili dati di follow-up (popolazione intent to treat). I valori
basali  mediani di CD4 nei 3 bracci erano pari a 199-204 cellule/mm3,
mentre i valori basali mediani di HIV-RNA erano pari a 5,0-5,1  log10
copie/ml.  La  durata mediana del trattamento era approssimativamente
pari a 14 mesi e la durata  mediana  del  follow-up  per  gli  eventi
definenti l'AIDS era approssimativamente 17 mesi.
La  progressione verso il primo evento definente l'AIDS o la morte e'
risultata  significativamente  ridotta  nei  pazienti   trattai   con
saquinavir  +  zidovudina  +  zalcitabina  con  76  eventi  definenti
l'AIDS/morti in confronto a 142 eventi osservati ne  gruppo  trattato
con zidovudina + zalcitabina (P=0,0001). Un'analisi esplorativa della
terapia  iniziale  con  saquinavir  +  zidovudina  +  zalcitabina  in
confronto con  la  triplice  terapia  "ritardata"  ha  dimostrato  la
superiorita'   della   triplice   terapia  iniziale  che  comprendeva
saquinavir, con 76 eventi definenti l'AIDS/morti in confronto ai  116
eventi  osservati  nei  pazienti trattati inizialmente in monoterapia
con zidovudina poi passati alla triplice terapia (p=0,001).
I pazienti trattati con la triplice terapia hanno mostrato un maggior
incremento nella  conta  dei  CD4  rispetto  a  quelli  trattati  con
zidovudina  +  zalcitabina  (picco  mediano  di  aumento  pari  a  71
cellule/mm3 verso 40 cellule/mm3).  Analogamente  si  sono  osservate
maggiori  riduzioni  dell'HIV-RNA  nei pazienti trattati con triplice
terapia rispetto a  quelli  trattati  con  zidovudina  +  zalcitabina
(picco meidano di cambiamento pari a - 1,5 log10 copie/ml verso - 1,1
log10  copie/ml).  Sia  per  i CD4 che per l'HIV-RNA i confronti a 48
settimane tra i pazienti  trattati  con  triplice  terapia  e  quelli
trattati  con  zidovudina  +  zalcitabina risultavano statisticamente
significativi (P=0,0001).
La monoterapia non e' raccomandata in quanto non e' stata  dimostrata
l'attivita' antivirale.
Potenziale resistenza e residenza crociata a saquinavir:
Resistenza:  ceppi di HIV con ridotta sensibilita' al saquinavri sono
stati  selezionati  dopo  successivi   passaggi   in   vitro   usando
concentrazioni  crescenti  del  composto.  L'analisi  della  sequenza
aminoacidica della proteasi in questi ceppi ha mostrato  sostituzioni
nella  posizione  48  (valina  al  posto  della  glicina = G48V) e 90
(metionina al posto della leucina = L90M).
Modificazioni nella sensibilita' virale  al  farmaco  in  cultura  (=
"resistenza  fenotipia") o nella sequenza aminoacidica della proteasi
(= "resistenza genotipia") sono stati valutati in studi clinici.  Due
particolari   mutazioni   della   proteasi   virale   (L90M  o  G48V,
predominante il primo e rara la combinazione) sono stati  trovati  in
quei   pazienti,  con  ceppi  resistenti,  trattati  con  saquinavir.
L'incidenza globale di resistenza genotipica a circa un  anno  in  un
gruppo di pazienti in studi di fase I/II trattati in combinazione con
analoghi  nucleosidici  (zalcitabina e/o zidovudina) e' stata del 38%
(15 su 39  pazienti).  Il  significato  clinico  delle  modificazioni
genotipiche  e  fenotipiche associate alla terapia con saquinavir non
e' stato stabilito.
Resistenza  crociata  agli  altri  antiretrovirali:   la   resistenza
crociata tra saquinavir e gli inibitori della trascrittasi inversa e'
improbabile  a  causa dei loro differenti enzimi target. Ceppi di HIV
resistenti a zidovudina sono sensibili a saquinavir e viceversa ceppi
isolati resistenti al saquinavir sono sensibili a zidovudina.
Attualmente la terapia  con  saquinavir  ha  mostrato  un  preciso  e
consistente  profilo di mutazioni. Ricerche sulla resistenza crociata
sono in corso.
5.2 Proprieta' farmacocinetiche
Assorbimento e biodisponibilita' negli adulti ed  effetto  del  cibo:
nei  volontari sani il grado di assorbimento (espresso dall'AUC) dopo
una dose orale di 600 mg di saquinavir e' aumentato da 24 ng.h/ml (CV
33%) a digiuno, a 161 ng.h/ml (CV 35%) quando saquinavir e' dato dopo
una abbondante colazione (48 g di proteine, 60 g di carboidrati, 57 g
di grassi; 1006 Kcal).
La  presenza  di  cibo  aumenta  anche  il  tempo  per raggiungere la
concentrazione  massima  da  2,4   ore   a   3,8   ore   ed   aumenta
sostanzialmente  la  media  della  concentrazione  plasmatica massima
(Cmax) da 3,0 ng/ml a 35,5 ng/ml. L'effetto del cibo  e'  persistente
fino  a  due  ore. Percio' Invirase deve essere assunto entro due ore
dopo i pasti.
La  biodisponibilita'  assoluta  media  e'  stata  del  4%  (CV  73%,
intervallo  1-9%)  in  8 volontari sani che hanno assunto una singola
dose di 600 mg  (200  mg  x  3)  di  saquinavir  dopo  una  colazione
abbondante. Si ritiene che la bassa biodiposnibilita' sia dovuta alla
combinazione  di un assorbimento incompleto e di un ampio metabolismo
di primo passaggio.
Il pH gastrico ha dimostrato di essere soltanto un componente  minore
nel  grande  incremento  di  biodisponibilita'  osservato  durante la
somministrazione con il cibo.
Dopo dosi orali multiple (25-600 mg tre volte al giorno) in  presenza
di   cibo,  l'aumento  dell'esposizione  al  farmaco  (50  volte)  e'
risultato piu' che direttamente proporzionale all'aumento della  dose
(24  volte).  Dopo  somministrazioni  multiple  (600  mg tre volte al
giorno) in pazienti con infezione da HIV (n =  29)  l'area  sotto  la
curva  (AUC)  della concentrazione plasmatica in condizioni basali e'
di 2,5 volte (95% IC da 1,6 a 3,8) piu' alta di quella osservata dopo
una singola dose.
Pazienti con infezione da HIV trattati  con  saquinavir  600  mg  tre
volte  al  giorno, istruiti a prendere saquinavir dopo un pasto o uno
spuntino  sostanzioso,  hanno  valori  di  AUC  e  di  concentrazione
plasmatica  massima  (Cmax) quasi dopo rispetto a quelli osservati in
volontari sani che hanno ricevuto lo stesso trattamento (vedi sotto).
    Media di ACU e Cmax (% CV) in pazienti ed in volontari sani:
                AUC8 (intervallo di dose)      Cmax
                in ng.h/ml                     in ng/ml
_____________________________________________________________________
Volontari sani
 (n = 6)        359,0 (46)                     90,39 (49)
Pazienti
 (n = 113)      757,2 (84)                     253,3 (99)
Distribuzione negli adulti: saquinavir si distribuisce estensivamente
nei tessuti. La media del volume di distribuzione  allo  steady-state
dopo  somministrazione per e.v. di una dose di 12 mg di saquinavir e'
stata di 700 L. (CV 39%). Saquinavir presenta  un  elevato  grado  di
legame  nei  confronti  delle proteine (circa 98%) indipendente dalla
concentrazione per il range di 15-700  ng/ml.  In  due  pazienti  che
hanno   ricevuto   600  mg  tre  volte  al  giorno  di  Invirase,  le
concentrazioni di saquinavir nel  fluido  cerebrospinale  sono  state
trascurabili  in confronto a concentrazioni di campioni plasmatici di
controllo.
Metabolismo ed eliminazione negli adulti: studi in vitro su microsomi
epatici umani hanno dimostrato che il metabolismo  di  saquinavir  e'
mediato  da  citocromo  P450  con  lo  specifico  isoenzima,  CYP3A4,
responsabile per piu' del 90% del  metabolismo  epatico.  In  base  a
studi  in  vitro,  saquinavir  viene rapidamente metabilizzato ad una
varieta' di composti inattivi mono e di-idrossilati.  Con  metodi  di
equilibrio  di  massa  nel  quale saquinavir-14 C e' stato utilizzato
alla  dose  di  600  mg  (n=8),  l'88%  e  l'1%  della radioattivita'
somministrata per via orale  e'  stata  rintracciata  rispettivamente
nelle  feci  e  nelle urine entro 4 giorni dalla somministrazione. In
ulteriori 4 pazienti trattati con 10,5 mg di saquinavir-14 C per  via
endovenosa,   e'   stata   rinvenuto   nelle   feci   e  nelle  urine
rispettivamente l'81% e il 3% della radioattivita' somministrata  per
via  e.v.,  entro  4  giorni  dalla  somministrazione.  Con metodi di
equilibrio di massa, il 13% di saquinavir circolante  nel  plasma  e'
presente  come farmaco immodificato dopo somministrazione orale ed il
rimanente e' presente come metabiliti. Dopo somministrazione e.v., il
66% di saquinavir circolante e' presente come farmaco immodificato ed
il rimanente come metaboliti, suggerendo  che  il  saquinavir  ha  un
ampio metabolismo di primo passaggio.
La  clearance  sistemica  di  saquinavir  e' elevata, 1,14 L/h/kg (CV
12%), leggermente superiore al flusso plasmatico epatico  e  costante
dopo  somministrazione  endovenosa di 6,36 e 72 mg. Il tempo medio di
persistenza di saquinavir e' di 7 ore (n=8).
5.3 Dati preclinici di sicurezza
Tossicita' acuta e cronica: studi  sulla  tossicodipendenza  e  sulla
tossicita'  acuta  e cronica condotti nel topo, nel ratto, nel cane e
nella callitrice, hanno dimostrato una buona tolleranza a  saquinavir
alle  elevate  esposizioni  plasmatiche  al farmaco rispetto a quelle
osservate nell'uomo.
Mutagenesi:  studi  con  o  senza   (a   seconda   dell'oppurtunita')
attivazione  metabolica  hanno  dimostrato che saquinavir non produce
mutagenesi o genotossicita'.
Carcinogenesi: studi sulla carcinogenesi di saquinavir sono in corso.
Tossicita' in gravidanza: vedere la  sezione  4.6,  "Uso  durante  la
gravidanza e l'allattamento".
6.  INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1 Elenco degli eccipienti
Contenuto     delle    capsule:    lattosio    (anidro),    cellulosa
microcristallina, polivinilpirrolidone, sodio amido glicolato, talco,
magnesio stereato.
Involucro delle capsule: gelatina, ossido  di  ferro  nero,  rosso  e
giallo (E172), indigotina (E132), biossido di titanio (E171).
Aspetto  della  capsula: di colore marrone chiaro e verde, opaco; con
impresso il nome "ROCHE" e  il  codice  0245,  su  ogni  meta'  della
capsula.
6.2 Incompatibilita'
Non pertinente.
6.3 Periodo di validita'
Due anni.
6.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare nel contenitore originale chiuso.
6.5 Natura e contenuto della confezione
Contenitore:  flaconi  di  vetro ambrato con tappo di plastica a vite
contenenti 270 capsule di Invirase.
6.6 Istruzioni per l'impiego e la manipolazione, e per l'eliminazione
    del medicinale non utilizzato o  dei  rifiuti  derivati  da  tale
    medicinale (se necessario)
Non pertinente.
7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
Roche  Registration  Limited, 40 Broadwater Road, Welwyn Garden City,
Hertfordshire, AL7 3AY, Gran Bretagna.
8.  NUMERO DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI
EU/1/96/026/001
9.  DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
4.10.1996
10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO