(all. 1 - art. 1)
                       Ministero della Sanita'
        Dipartimento Alimenti, Nutrizione e Sanita' Pubblica
                             Veterinaria
         Commissione di studio per gli aspetti relativi alla
                         organizzazione dei
         Servizi di Igiene degli alimenti e della nutrizione
                           LINEE GUIDA PER
                          L'ORGANIZZAZIONE
                           DEL SERVIZIO DI
                        IGIENE DEGLI ALIMENTI
                         E DELLA NUTRIZIONE
                               SINTESI
I decreti di riordino n. 502 e n. 517 hanno  teso  a  modificare  non
solo  l'assetto  complessivo del sistema sanitario pubblico, ma anche
lo specifico settore della prevenzione.
L'articolo 8 del decreto legislativo n. 517/93, attualmente  vigente,
prevede  infatti  che "Le regioni istituiscono presso ciascuna unita'
sanitaria locale un dipartimento di prevenzione, cui sono  attribuite
le  funzioni  attualmente  svolte  dai servizi delle Unita' Sanitarie
Locali ai sensi degli articoli 16, 20 e 21 della legge 833".
Il dipartimento e' articolato almeno nei seguenti servizi (Fig. 1):
a) igiene e sanita' pubblica;
b) prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro;
c) igiene degli alimenti e della nutrizione;
d) veterinari, articolati distintamente  nelle  tre  aree  funzionali
della  sanita' animale, dell'igiene della produzione, trasformazione,
commercializzazione, conservazione  e  trasporto  degli  alimenti  di
origine  animale  e  loro derivati, e dell'igiene degli allevamenti e
delle produzioni zootecniche.
Questi decreti si caratterizzano dunque  per  avere  individuato  una
struttura   precisa   ed   unica  deputata  a  svolgere  la  funzione
preventiva, riconducendo quindi quest'ultima ad uno specifico  ambito
organizzativo, il dipartimento di prevenzione.
Per  quanto  riguarda  il  Servizio  Igiene  degli  Alimenti  e della
Nutrizione si ritiene che questo si debba sviluppare  attorno  a  due
Aree  Funzionali  (A.F.):  l'Area  Funzionale Igiene degli Alimenti e
delle Bevande (I.A.B.) e l'Area Funzionale  Igiene  della  Nutrizione
(I.N.)  a  cui  corrisponderanno  sotto  il profilo organizzativo due
Unita' Operative. Il Servizio disporra' inoltre di  Uffici  di  staff
che,  organizzati in relazione alle specifiche esigenze organizzative
del  Dipartimento   di   Prevenzione,   costituiranno   un   supporto
"trasversale"  per le esigenze di natura amministrativa, di controllo
gestionale, di programmazione generale delle attivita' di  educazione
sanitaria  e  di  aggiornamento  degli operatori, di entrambe le Aree
Funzionali. Vengono inoltre previste articolazioni  funzionali  delle
U.O.  Sara'  inoltre  necessario  identificare una serie di attivita'
"integrate" fra i diversi Servizi dipartimentali.
Si  precisa  che  le   suddivisioni   delle   Unita'   Operative   in
articolazioni funzionali non dovra' comportare necessariamente rigide
distinzioni   in   "uffici"   separati,   bensi'   rappresentare  una
ripartizione in unita' organizzative semplici, dinamiche,  funzionali
allo  svolgimento  dei  compiti  che ogni Servizio, indipendentemente
dalle dimensioni e dalle caratteristiche del territorio  dell'Azienda
Ussl, sara' tenuto a svolgere.
Competono  all'A.F. Igiene degli Alimenti e delle Bevande le seguenti
funzioni:
1.  Verifica  preliminare  alla  realizzazione  e/o  attivazione  e/o
modifica  di  imprese  di  produzione, preparazione, confezionamento,
deposito,  trasporto,  somministrazione  e  commercio   di   prodotti
alimentari di competenza e bevande.
2.  Controllo  ufficiale  dei  prodotti  alimentari  e  dei requisiti
strutturali e funzionali delle imprese di  produzione,  preparazione,
confezionamento, deposito, trasporto, somministrazione e commercio di
prodotti alimentari di competenza e bevande.
3.  Sorveglianza  per  gli  specifici  aspetti di competenza sui casi
presunti o  accertati  di  infezioni,  intossicazioni,  tossinfezioni
alimentari.
4.  Indagini,  per  gli  aspetti  tecnici di specifica competenza, in
occasione  di  focolai  epidemici   di   infezioni,   intossicazioni,
tossinfezioni alimentari.
5.Tutela delle acque destinate al consumo umano.
6.   Sorveglianza   nella  commercializzazione  e  nell'utilizzo  dei
prodotti fitosanitari.
7.  Prevenzione  delle  intossicazioni  da   funghi.   Attivita'   di
consulenza e controllo proprie dell'ispettorato Micologico.
8.   Censimento   delle   attivita'   di   produzione,  preparazione,
confezionamento, deposito trasporto. somministrazione e commercio dei
prodotti alimentari di competenza  e  delle  bevande,  nonche'  delle
attivita' di cui ai precedenti punti 6 e 7. Tenuta dei registri delle
autorizzazioni,    dei    nulla-osta,    degli   aggiornamenti,   dei
provvedimenti adottati per trasgressioni, dei  dati  di  vendita  dei
prodotti fitosanitari.
9.  Rilascio  dei  pareri tecnici relativi ai Regolamenti Comunali di
Igiene.
10. Informazioni ed educazione sanitaria  abbinata  all'igiene  degli
alimenti e delle preparazioni alimentari.
11.  Elaborazione di proposte per la formazione e l'aggiornamento del
personale sanitario, tecnico  ed  amministrativo  afferente  all'Area
Funzionale.
L'Area  Funzionale  Igiene  degli  Alimenti  e delle Bevande sotto il
profilo organizzativo corrispondera' ad una Unita' Organizzativa  del
S.I.A.N.,   la   quale   a  sua  volta  potra'  essere  suddivisa  in
articolazioni funzionali, da individuarsi  a  cura  delle  Regioni  e
delle  Aziende  Sanitarie  sulla  scorta delle effettive e specifiche
esigenze locali.
Vengono suggerite le seguenti articolazioni:
a) Produzione primaria e prodotti fitosanitari
b)  Imprese  Alimentari  (comprendente  attivita'  produttive  e   di
trasformazione,  pubblici  esercizi, attivita' commerciali, attivita'
di ristorazione collettiva e comunitaria, ecc.)
c) Acque Potabili
d) Ispettorato Micologico
e) Formazione Alimentaristi
Competono  all'Area  Funzionale  Igiene  della Nutrizione le seguenti
funzioni:
1. Sorveglianza nutrizionale: raccolta mirata dei dati epidemiologici
(mortalita',   morbosita'),   consumi   ed   abitudini    alimentari,
rilevamenti dello stato nutrizionale per gruppi di popolazione.
2.  Interventi  di  prevenzione  nutrizionale per la diffusione delle
conoscenze  di  stili  alimentari   corretti   e   protettivi   nella
popolazione   generale   e   per  gruppi  di  popolazione  (genitori,
insegnanti, alimentaristi, infanzia ed  eta'  evolutiva,  anziani  ed
altre  specificita')  con  l'utilizzo  di tecniche e strumenti propri
dell'informazione e dell'educazione sanitaria.
3. Attivita' informative, "Numeri  verdi"  per  la  diffusione  delle
linee guida per la prevenzione nutrizionale.
4.   Interventi   nutrizionali   per   la   ristorazione  collettiva:
predisposizione,  verifica  e  controllo  sulle  tabelle  dietetiche,
indagini  sulla  qualita' nutrizionale dei pasti forniti e consulenza
sui capitolati per i servizi di ristorazione  con  l'apporto  tecnico
degli  altri  Servizi  ed  Unita'  Operative  di  competenza (Servizi
Veterinari, U.O. Igiene Alimenti e Bevande).
5.  Consulenza  per  l'aggiornamento  in  tema  nutrizionale  per  il
personale   delle  strutture  di  ristorazione  pubbliche  e  private
(scuola, attivita' socio-assistenziali, assistenza domiciliare, mense
aziendali, ecc.).
6. Interventi nei settori produttivi e commerciali di competenza,  in
collaborazione  con  il Servizio Veterinario, per la promozione della
qualita' nutrizionale (etichettatura nutrizionale, dieta equilibrata,
prodotti dietetici e per  l'infanzia,  rapporti  favorevoli  qualita'
nutrizionale/trattamenti di conservazione e produzione, ecc.).
7.   Consulenza   dietetico-nutrizionale   (prevenzione,  trattamento
ambulatoriale, terapia di gruppo per fasce di popolazione a rischio).
8.  Rapporti   di   collaborazione   e   consulenza   con   strutture
specialistiche e medici di medicina generale.
9.  Elaborazione  di proposte per la formazione e l'aggiornamento del
personale sanitario, tecnico  ed  amministrativo  afferente  all'Area
Funzionale.
L'Area   Funzionale   Igiene   della   Nutrizione  sotto  il  profilo
organizzativo  corrispondera'  ad  una   Unita'   Organizzativa   del
S.I.A.N.,   la   quale   a  sua  volta  potra'  essere  suddivisa  in
articolazioni funzionali, da individuarsi  a  cura  delle  Regioni  e
delle  Aziende  Sanitarie  sulla  scorta delle effettive e specifiche
esigenze locali.
Vengono suggerite le seguenti articolazioni:
a) Sorveglianza Nutrizionale
b) Educazione Alimentare
c) Ristorazione Collettiva
d) Dietetica Preventiva.
Le Regioni,  per  quanto  di  competenza,  definiscono  le  strategie
generali,  gli  atti  di indirizzo, le Azioni Programmate (A.P.) ed i
Progetti Obiettivo (P.O.), nonche' i piani  di  intervento  specifico
regionali.
Nell'ambito dei servizi e delle U.O. vengono definite dalle Regioni e
dalle Aziende Sanitarie:
a)  i  rapporti  che  le  singole  articolazioni devono intraprendere
all'interno ed all'esterno del Servizio e del Dipartimento.
b)  i livelli e le modalita' di integrazione operativa con i restanti
Servizi dipartimentali;
c)  le  modalita'  di  erogazione  delle  prestazioni,  ivi  compresa
l'articolazione delle stesse in ambito distrettuale.
Nei   modelli   organizzativi   adottati  dovranno  essere  garantite
l'uniformita' e  la  globalita'  degli  interventi  e  dovra'  essere
favorito  l'accesso all'utenza. Dovranno essere pertanto identificate
le funzioni e le classi di prestazioni erogabili a livello decentrato
da quelle che, per caratteri e contenuto  tecnico-professionale,  non
potranno essere assoggettate ad una frammentazione territoriale.
Le   prestazioni   distrettuali  verranno  svolte  da  personale  del
Servizio, che garantira' il rispetto delle modalita'  concordate  col
distretto,  governando direttamente il proprio personale e le proprie
risorse, anche economico-finanziarie.
Una particolare attenzione dovra' inoltre essere posta nel definire i
rapporti con le strutture laboratoristiche  e  di  supporto  tecnico-
scientifico del S.S.N.
Per  quanto concerne le risorse, i Servizi di Igiene degli Alimenti e
della Nutrizione dovranno disporre di una quota ponderata  dei  fondi
destinati  alla  prevenzione  che,  in  misura  minima  del  5%, sono
affidati dalla Legge al Dipartimento di Prevenzione.
E' necessario operare una revisione delle attuali  piante  organiche,
riconvertendo   ove   possibile   funzioni,  personale,  collocazione
territoriale delle strutture in modo razionale.
Dovranno altresi' essere messe in atto  le  procedure  necessarie  al
superamento  dei  vincoli  normativi  che  ostano all'acquisizione di
personale dotato della necessaria professionalita'  (con  particolare
riferimento  ai  laureati  non  medici),  nonche'  al  raggiungimento
graduale di organici sufficienti per garantire  l'espletamento  delle
funzioni  sopra ricordate, per i quali vengono riferiti nella Fig.  9
gli standards minimi ritenuti necessari al momento attuale.
Devono essere pianificati e garantiti sia in ambito regionale, sia in
ambito  locale,  precisi  iter  formativi  e  di  aggiornamento   del
personale,  con  percorsi  didattici  articolati sui diversi campi di
competenza.
Le Aziende USSL devono essere  responsabilizzate  sull'urgenza  e  la
necessita'   di  impegnare  risorse  nell'attivita'  formativa  e  di
aggiornamento del proprio personale. Dal canto loro le Regioni devono
definire linee guida generali e piani di coordinamento  ed  istituire
momenti  formativi  in collaborazione ove possibile con Universita' e
Scuole di Specializzazione,  realizzati  con  formule  appropriate  a
garantire  una  base  di  uniformita' nella preparazione generale. E'
necessario istituire corsi per il personale di vigilanza e ispezione,
per le  figure  dirigenziali,  per  il  personale  degli  ispettorati
micologici,  per  tutto  il  personale  destinato ad operare in campo
nutrizionale.
Non e' plausibile ipotizzare il solo incremento delle risorse,  senza
parallelamente  sviluppare una sistematica razionalizzazione nell'uso
delle  stesse,  finalizzata  a  contenere  i  costi,  recuperare   in
efficienza,  agire  con  efficacia  ed  eliminare prestazioni a basso
rendimento in termini preventivi.  I  servizi  forniti  pertanto  non
possono  essere valutati solo in termini numerici assoluti, ma devono
essere analizzati anche  in  termini  qualitativi.  Particolare  peso
dovra'  essere  dato  pertanto  al problema dell'accreditamento.   E'
necessario  disporre  di  metodi  che  aiutino  il  Dipartimento   di
Prevenzione   ad   adottare  con  sistematicita'  controlli  volti  a
delineare con chiarezza la  domanda,  espressa  o  non  espressa,  di
servizi ed iniziative (verificando dunque la coerenza e la pertinenza
degli  obiettivi  prefissati), ad individuare i livelli di efficienza
necessari nell'utilizzo delle risorse, ad evidenziare l'efficacia nel
raggiungimento dei risultati.
La scelta degli indicatori,  l'impostazione  di  sistemi  informativi
efficienti,    l'utilizzo    piu'    appropriato   dell'epidemiologia
rappresentano quindi momenti irrinunciabili della programmazione.
1. PREMESSA
La  Repubblica   tutela   la   salute   come   fondamentale   diritto
dell'individuo  e  interesse della collettivita' mediante il servizio
sanitario  nazionale  (art.  32  Costituzione  Italiana,  art.  1  L.
833/78).
La  promozione della salute rientra i principi cardine su cui si basa
il complesso delle funzioni, delle strutture,  dei  servizi  e  delle
attivita' del servizio sanitario nazionale.
In  particolare, rientrano fra gli obiettivi fissati la formazione di
una moderna coscienza sanitaria sulla base di un'adeguata  educazione
sanitaria  del  cittadino  e  della  comunita',  la prevenzione delle
malattie in ogni ambito di vita e di lavoro, l'igiene degli  alimenti
e  delle  bevande,  la  formazione professionale e permanente nonche'
l'aggiornamento scientifico culturale del personale addetto.
In campo normativo, i decreti di riordino n. 502 e n. 517 hanno  teso
a  modificare  non  solo  l'assetto complessivo del sistema sanitario
pubblico, ma anche lo specifico settore della prevenzione.
L'articolo 8 del decreto legislativo n. 517/93, attualmente  vigente,
prevede  infatti  che "Le regioni istituiscono presso ciascuna unita'
sanitaria locale un dipartimento di prevenzione, cui sono  attribuite
le  funzioni  attualmente  svolte  dai servizi delle Unita' Sanitarie
Locali ai sensi degli articoli 16, 20 e 21 della legge 833".
Il dipartimento e' articolato almeno nei seguenti servizi (Fig. 1):
a) igiene e sanita' pubblica;
b) prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro;
c) igiene degli alimenti e della nutrizione;
d) veterinari, articolati distintamente  nelle  tre  aree  funzionali
della  sanita' animale, dell'igiene della produzione, trasformazione,
commercializzazione, conservazione  e  trasporto  degli  alimenti  di
origine  animale  e  loro derivati, e dell'igiene degli allevamenti e
delle produzioni zootecniche.
Questi decreti si caratterizzano dunque  per  avere  individuato  una
struttura   precisa   ed   unica  deputata  a  svolgere  la  funzione
preventiva, riconducendo quindi quest'ultima ad uno specifico  ambito
organizzativo, il dipartimento di prevenzione.
Nella  definizione  legislativa  del  futuro  del  Sistema  Sanitario
Nazionale  operata  dai  Decreti  Legislativi  di  riordino  non   va
dimenticato  anche  il  Piano Sanitario Nazionale relativo al biennio
1994-1995, adottato con DPR 1 marzo 1994.
          Fig. 1: I Servizi del Dipartimento di Prevenzione
                     DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
                        art. 7 D.L.vo 502/92
                        art. 8 D.L.vo 517/93
 __________             ___________________         ________________
| Medicina |           |  IGIENE E SANITA' |       | Medicina delle |
| Legale   |           |     PUBBLICA      |       |   comunita'    |
|__________|           |___________________|       |________________|
      -                                                 -
        -                                             -
          -                     |                    -
             -                  |                  -
 ___________    -               |              - ___________________
|VETERINARI |       -  -  <---- | ----->  - -   |   PREVENZIONE E   |
|___________|                   |               | SICUREZZA AMBIENTI|
                                |               |      DI LAVORO    |
                                |               |___________________|
                                |
                     _________________________
                    |   IGIENE DEGLI ALIMENTI |
                    |    E DELLA NUTRIZIONE   |
                   _|_________________________|_
                  |                             |
                  |                             |
           A.F. IGIENE DEGLI                A.F. IGIENE
           ALIMENTI E DELLE                    DELLA
                BEVANDE                      NUTRIZIONE
Tale  documento previsto altresi' dall'art. 1 del D.L.vo 502, si pone
come obiettivo quello di definire i livelli  uniformi  di  assistenza
sanitaria  minimi  da  garantire ad ogni cittadino, ma fornisce anche
indicazioni di tipo organizzativo,  relativamente  alla  nuova  USSL,
cosi' come concepita con i decreti legislativi di riordino.
In  ambito  scientifico,  invece,  i  dati  scientifici  nazionali ed
internazionali consentono d'altra parte di affermare con certezza che
impegnare risorse umane ed organizzative nella prevenzione alimentare
e nutrizionale consente  non  solo  di  prolungare  e  migliorare  la
qualita'  della  vita  riducendo  la mortalita' e la morbosita' delle
principali patologie dei Paesi industrializzati, ma anche, attraverso
queste azioni, di ridurre in modo significativo i  costi  diretti  ed
indiretti dell'assistenza sanitaria.
Il  controllo  e  la  sorveglianza  della qualita' igienico-sanitaria
degli, alimenti  nelle  diverse  fasi  di  produzione,  preparazione,
deposito, trasporto, somministrazione e vendita, rappresentano l'area
di  intervento  che vanta una lunga tradizione nei servizi di sanita'
pubblica fin dai tempi della  sua  istituzione  normativa,  risalente
ormai a piu' di un secolo fa.
L'evoluzione   della  tecnologia,  degli  scambi  commerciali,  delle
abitudini alimentari e di vita, la  conseguente  cospicua  produzione
normativa   europea   e   nazionale,  le  nuove  procedure  in  campo
amministrativo  e  penale,  hanno  determinato  negli   ultimi   anni
l'esigenza di superare schemi collaudati ma in parte datati nel campo
del controllo e della prevenzione alimentare, introducendo nuove aree
di  intervento,  diverse  modalita'  di procedere negli accertamenti,
nuovi  obiettivi  da  raggiungere,  rinnovate  esigenze   di   rigore
metodologico,  nonche'  precise  necessita'  di  raggiungere  livelli
sufficienti di qualita', efficienza ed efficacia delle azioni svolte.
La  "vivacita'"  del  mondo  economico  ed imprenditoriale e l'enorme
espansione dei mercati e dei consumi  hanno  indotto  il  legislatore
europeo  a  responsabilizzare gli operatori dei diversi settori delle
imprese alimentari che divengono non  piu'  semplice  oggetto  di  un
controllo    esterno,   peraltro   difficilmente   assicurabile   con
capillarita' e continuita', ma protagonisti di una presa di coscienza
delle proprie  capacita',  dei  rischi  connessi  con  la  produzione
alimentare, della qualita' del proprio lavoro. Da qui' il proliferare
di  indicazioni  tecniche  e  normative,  sulla buona prassi igienica
delle produzioni, sull'autocontrollo, sulla ricerca della, qualita' e
della sicurezza in ogni settore dell'impresa alimentare.
Tutto cio' comporta  la  necessita'  di  una  crescita  in  qualita',
incisivita',  coerenza,  del  Servizio  Igiene degli Alimenti e della
Nutrizione  che   deve   essere   in,   grado   di   rispondere   con
professionalita'   alle   richieste   provenienti   sia   dal   mondo
imprenditoriale sia dai cittadini, ma deve altresi' essere  in  grado
di   operare  con  autonoma  determinazione,  sia  mediante  indagini
scientifiche, sia tramite il controllo e gli eventuali  provvedimenti
di  carattere  amministrativo e penale. Qualita', sicurezza (sotto il
profilo microbiologico, chimico e fisico) degli alimenti e tutela dei
diritti fondamentali del  consumatore  devono  essere  gli  obiettivi
primari  a  cui  tendere,  a  garanzia  dei diritti alla salute, alla
sicurezza, alla informazione ed alla educazione  che  ogni  individuo
puo'  ricercare  ed  ottenere  anche  attraverso  la  protezione e la
rappresentanza degli organismi di sanita' pubblica.
D'altra  parte,  i  dati  forniti  dall'O.M.S.  e   dalla   comunita'
scientifica   internazionale   sottolineano   con   fermezza  che  la
nutrizione, com'e' universalmente  riconosciuto,  e'  un  fattore  in
grado di modificare profondamente lo stato di salute dell'individuo e
conseguentemente,  della  popolazione nel suo complesso. Com'e' noto,
le malattie "non infettive"  per  le  quali  sono  stati  evidenziati
fattori  di  rischio  nutrizionale  sono numerose: per alcune di esse
sono necessari ancora studi epidemiologici finalizzati a confermare o
a quantificare questa correlazione, ma per molte di  esse  (quali  la
cardiopatia     ischemica,     alcune    neoplasie,    le    malattie
cerebrovascolari) il dato risulta  ormai  da  tempo  consolidato.  E'
necessario  notare  comunque  che  i fattori di rischio noti (eccesso
calorico, eccesso di grassi, carenze  di  fibre,  ecc.)  sono  spesso
ricorrenti  e  risultano  determinanti  in piu' di una patologia. Dal
punto di vista operativo pertanto, indipendentemente  dai  dubbi  che
possono eventualmente persistere relativamente all'effettivo ruolo di
certi fattori per alcune malattie, esiste un ampio campo d'azione per
la prevenzione primaria.
Degli  stati  patologici sopra ricordati non vanno considerati solo i
valori di incidenza e prevalenza, peraltro di grande  impatto  socio-
sanitario,  ma e' necessario tenere ben presenti i costi connessi con
la diagnosi e la cura delle malattie, primitive e derivate, l'eta' di
insorgenza, la gravita'.
Parlare di costi attribuibili ad un  rischio  di  origine  alimentare
significa   evidentemente   poter   considerare   i   costi   diretti
potenzialmente    evitabili  grazie  ad  una   prevenzione   efficace
(ospedalizzazioni,   cure  ambulatoriali,  indagine  di  laboratorio,
farmaci) o, comunque, valutare il contenimento dei tassi di  ricovero
e  delle  durate medie di degenza; e' inoltre possibile stimare anche
il risparmio di costi sociali indiretti, legati alla perdita di  anni
lavorativi,  alle  assenze  per malattie, alle indennita' ed ai premi
assicurativi, e cosi' via.
2. MODELLO ORGANIZZATIVO DEL SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI  E  DELLA
NUTRIZIONE
Per  assolvere ai compiti attribuiti dalle norme vigenti e dalle piu'
recenti evidenze scientifiche al Servizio di Igiene degli Alimenti  e
della Nutrizione, si ritiene che questo si debba sviluppare attorno a
due  Aree Funzionali (A.F.) l'Area Funzionale Igiene degli Alimenti e
delle Bevande (I.A.B.) e l'Area Funzionale  igiene  della  Nutrizione
(I.N.)  (di  cui  vengono  di  seguito  illustrate le funzioni) a cui
corrisponderanno sotto il profilo organizzativo due Unita' Operative.
Il Servizio disporra' inoltre di Uffici di staff che, organizzati  in
relazione  alle specifiche esigenze organizzative del Dipartimento di
Prevenzione, costituiranno un supporto "trasversale" per le  esigenze
di  natura amministrativa, di controllo gestionale, di programmazione
generale delle attivita' di educazione sanitaria e  di  aggiornamento
degli  operatori,  di  entrambe  le  Aree Funzionali. Vengono inoltre
previste articolazioni funzionali delle U.O. Sara' inoltre necessario
identificare una serie di attivita' "integrate" fra i diversi Servizi
dipartimentali.
Si  precisa  che  le   suddivisioni   delle   Unita'   Operative   in
articolazioni funzionali non dovra' comportare necessariamente rigide
distinzioni   in   "uffici"   separati,   bensi'   rappresentare  una
ripartizione in unita' organizzative semplici, dinamiche,  funzionali
allo  svolgimento  dei  compiti  che ogni Servizio, indipendentemente
dalle dimensioni e dalle caratteristiche del territorio  dell'Azienda
USSL, sara' tenuto a svolgere.
Le strategie interne al Servizio ed al Dipartimento potranno favorire
la  formazione  di  equipes  di  riferimento  salvaguardando pero' la
massima  integrazione,  "fisica"  ed  "operativa",  per  le   diverse
funzioni, fra gli operatori addetti.
A)  L'AREA  FUNZIONALE  DI  IGIENE  DEGLI  ALIMENTI  E  DELLE BEVANDE
(I.A.B.)
A1): Le Competenze
La  Fig.2   illustra   schematicamente   le   principali   competenze
attribuibili   a  quest'Area  Funzionale.  Nell'attivita'  preventiva
preliminare alla  realizzazione,  attivazione,  modifica  di  imprese
alimentari  rientrano, relativamente alle attivita' di competenza del
Servizio,  i  pareri  espressi  sui  progetti   edilizi,   i   pareri
preventivi,  le  indagini  preliminari  finalizzate al rilascio delle
autorizzazioni  sanitarie  e  dei  pareri  igienico-sanitari   (Legge
283/62, DPR 327/80, ecc.), gli accertamenti a seguito delle richieste
di nulla osta per la modifica dei locali e degli impianti.
Il  controllo  ufficiale dei prodotti alimentari permane ancora senza
dubbio un momento fondamentale di tutela del cittadino, che interessa
le diverse  tipologie  di  impresa  alimentare  (Allegato  1)  e  che
rappresenta  per  il  Servizio  un momento di grande impegno sotto il
profilo delle risorse e dell'organizzazione. L'imminente  recepimento
delle   Direttive  della  CE  rendera'    d'obbligo  l'emanazione  di
indirizzi in materia di vigilanza attuata dalla struttura pubblica  e
di autocontrollo da parte dell'impresa.
Senza  dubbio  questa importante funzione non puo' prescindere da una
attenta  rilevazione  dei  dati  regionali  e  locali  in  merito  ai
principali  indicatori di salubrita' degli alimenti e da una accurata
programmazione annuale degli interventi di controllo (nell'ambito  di
una  strategia  globale di cui le Regioni devono farsi promotrici con
direttive appropriate), seguita  da  una  rilevazione  ed  un'analisi
competente  dei  dati  di  attivita',  da  cui ricavare indicatori di
esercizio,  di  risultato,  di  riorientamento  della   domanda.   Un
resoconto  annuale  comprendente  i  risultati ottenuti dovra' sempre
essere assicurato.
Anche per la specifica funzione  di  prevenzione  ed  indagine  degli
episodi  epidemici  di origine alimentare e' necessario "spendere" in
termini organizzativi, assicurando piani di intervento  articolati  e
coordinati  con il Servizio igiene e Sanita' Pubblica e con i Servizi
Veterinari, mediante specifici protocolli, al fine di selezionare  ed
individuare  in  modo  tempestivo  le  fonti  di rischio. E' pertanto
necessario  disporre  di  corretti  sistemi  di   ricevimento   delle
segnalazioni,  di buone tecniche di indagine , di piani coordinati di
ispezione e campionamento delle strutture  produttive  e  commerciali
eventualmente  coinvolte, di validi sistemi di analisi epidemiologica
dei dati raccolti. E' indispensabile
Fig. 2: AREA FUNZIONALE IGIENE DEGLI ALIMENTI
E DELLE BEVANDE (I.A.B.): COMPETENZE
1 - Verifica  preliminare  alla  realizzazione  e/o  attivazione  e/o
modifica  di  imprese  di  produzione, preparazione, confezionamento,
deposito,  trasporto,  somministrazione  e  commercio   di   prodotti
alimentari di competenza e bevande.
2  -  Controllo  ufficiale  dei  prodotti  alimentari e dei requisiti
strutturali e funzionali delle imprese di  produzione,  preparazione,
confezionamento, deposito, trasporto, somministrazione e commercio di
prodotti alimentari di competenza e bevande.
3  -  Sorveglianza  per  gli specifici aspetti di competenza sui casi
presunti o accertati di infezioni, intossicazioni,  tossinfezioni  di
origine alimentare.
4  -  Indagini  per  gli  aspetti tecnici di specifica competenza, in
occasione  di  focolai  epidemici   di   infezioni,   intossicazioni,
tossinfezioni alimentari.
5 - Tutela delle acque destinate al consumo umano.
6  -  Sorveglianza  nella  commercializzazione  e  nell'utilizzo  dei
prodotti fitosanitari.
7  -  Prevenzione  delle  intossicazioni  da  funghi.  Attivita'   di
consulenza e controllo proprie dell'Ispettorato Micologico.
8   -   Censimento   delle  attivita'  di  produzione,  preparazione,
confezionamento, deposito, trasporto,  somministrazione  e  commercio
dei  prodotti alimentari di competenza e delle bevande, nonche' delle
attivita' di cui ai precedenti punti 6 e 7. Tenuta dei registri delle
autorizzazioni,   dei   nulla-osta,    degli    aggiornamenti,    dei
provvedimenti  adottati  per  trasgressioni,  dei dati di vendita dei
prodotti fitosanitari.
9 - Rilascio dei pareri tecnici relativi ai Regolamenti  Comunali  di
Igiene.
10  -  Informazioni ed educazione sanitaria abbinata all'igiene degli
alimenti e delle preparazioni alimentari.
11 - Elaborazione di proposte per la formazione e l'aggiornamento del
personale sanitario, tecnico  ed  amministrativo  afferente  all'Area
Funzionale.
Inoltre   predisporre   interventi   efficaci   di  sanita'  pubblica
finalizzati a limitare ulteriori  casi,  i  fattori  di  rischio,  il
ripetersi  di  analoghi  episodi  e  attivare  appropriati sistemi di
sorveglianza sui casi presunti o accertati  di  malattie  correlabili
con un possibile veicolo alimentare.
La  sorveglianza  sulla commercializzazione e l'utilizzo dei prodotti
fitosanitari comporta, oltre al controllo a  campione  delle  matrici
alimentari  per  la  ricerca  dei  residui delle sostanze utilizzate,
anche una  attenta  vigilanza  sulle  modalita'  di  conservazione  e
vendita dei suddetti prodotti, nonche' sul loro uso, con raccolta dei
dati sia di commercio sia di impiego.
A  questa  funzione e' strettamente connessa, come ad altre peraltro,
l'esigenza di una corretta e frequente opera di educazione sanitaria,
indirizzata  ai  venditori  e,  soprattutto,  agli  utilizzatori,  in
collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Sicurezza ambienti di
lavoro   e   con   i   Servizi  Provinciali  Agricoltura  Foreste  ed
Alimentazione.
Le acque potabili costituiscono, com'e' ovvio, un interesse  primario
per  la  sanita'  pubblica  e  devono  pertanto  trovare  una  giusta
collocazione  nell'ambito  dell'Area  Funzionale  I.A.B.,  pur  senza
negare la necessita' di attivare opportune integrazioni con quanti si
occupano  di  tutela  ambientale  ed  igiene  degli aggregati urbani.
Senza dubbio i campionamenti per i controlli analitici,  il  giudizio
di  usabilita'  e  di  qualita',  il controllo di eventuali parametri
aggiuntivi, la  valutazione  del  possibile  rischio  per  la  salute
pubblica,   la   vigilanza   sulle   fonti  di  approvvigionamento  e
distribuzione, sono atti sanitari e bene si collocano per  finalita',
caratteristiche  e  implicanze  sanitarie  con  il Servizio che segue
origini e destini degli alimenti di  cui  l'acqua  e'  il  principale
costituente.
L'Ispettorato  Micologico, di cui le recenti norme nazionali e quelle
regionali conseguenti hanno sancito compiti e finalita', costituisce,
soprattutto  in  alcuni  ambiti,   un   impegno   organizzativo   non
indifferente,  sia  in campo formativo, sia in campo operativo.  Esso
assicura l'importante funzione  di  controllo  ufficiale  dei  funghi
posti in commercio, (attivita' capillare e giornaliera), che richiede
talvolta,  ove  siano  presenti ortomercati, personale esclusivamente
assegnato. L'Ispettorato ha inoltre il compito di  garantire  servizi
di  consulenza  ai  raccoglitori,  servizi  di  pronta  reperibilita'
micologica per gli ospedali (per le  indagini  di  primo  livello  in
occasione  di  presunte intossicazioni), attivita' di informazione ed
educazione sanitaria (corsi  per  raccoglitori  e  per  commercianti,
mostre micologiche, pubblicazioni).
Tutte  le  funzioni  sopra  ricordate  non  possono prescindere da un
completo censimento  delle  attivita'  di  produzione,  preparazione,
confezionamento,   ...   somministrazione  e  commercio  di  prodotti
alimentari e bevande, non ... approvvigionamento idrico e delle  sedi
di  produzione,  commercio  e  ...  fitosanitari.  L'archiviazione di
questi dati e dei registri previsti dalle ...  possono  avvenire  con
materiale  cartaceo,  ma oggi piu' che mai vi ... predisporre sistemi
informatizzati, possibilmente compatibili fra loro e connessi in rete
con archivi centrali regionali.
Cio' consentirebbe omogeneita', leggibilita' e pronta  disponibilita'
dei dati.
Uno  strumento  importantissimo e' il Regolamento Comunale di Igiene,
di cui alcune Regioni hanno da tempo prodotto  modelli  ed  indirizzi
standard,  il  quale  necessita di procedure di verifica, promozione,
valutazione e recepimento in ambito locale.
Non ultima deve essere considerata  l'attivita'  di  informazione  ed
educazione  sanitaria,  strumento cardine della prevenzione primaria,
che deve rivolgersi in primo luogo agli alimentaristi, ma anche  agli
operatori  scolastici, ai genitori e, ove possibile, alla popolazione
generale  (si  consideri  che  il  maggior  numero  di   episodi   di
tossinfezione alimentare origina in ambito familiare).
Gli  strumenti  sono  diversi,  dai  piu' ampi ma meno efficaci delle
campagne informative, degli opuscoli illustrativi, delle attivita' di
informazione  e  verifica  degli   alimentaristi   negli   ambulatori
igienistici,  a quelli sicuramente piu' incisivi (ma piu' impegnativi
e   dunque   utilizzabili   su   gruppi   ristretti  di  popolazione)
dell'educazione sanitaria, con corsi di formazione interattivi.
Non va pero' dimenticata l'opportunita' di pensare, come  nell'ambito
nutrizionale  di  cui  si  dira'    oltre, a servizi consultabili dal
cittadino ("numeri verdi") sempre piu' interessato ed esigente  anche
in materia di igiene degli alimenti e delle preparazioni alimentari.
A2):  L'organizzazione  dell'area  funzionale igiene degli alimenti e
delle bevande
- ARTICOLAZIONI FUNZIONALI
I   precedenti   compiti   possono   essere    esercitati    mediante
L'organizzazione  dall'Area  Funzionale  in articolazioni funzionali,
che  possono  trovare  un  riscontro  pratico  soprattutto   ove   si
realizzino  Aziende  USSL di dimensioni provinciali, con l'intento di
indirizzare   esperienze,   conoscenze,   organizzazione   e   dunque
ottimizzare  le  risorse  disponibili,  pur  garantendo  unita' nella
programmazione e nella gestione.
Le articolazioni funzionali devono essere  individuate  sulla  scorta
delle  effettive  e specifiche esigenze locali: la Fig. 3 ne illustra
alcune ritenute le piu' plausibili.
Una volta definite funzioni ed  organizzazione  di  massima,  riveste
particolare  importanza chiarire con la migliore precisione possibile
i  rapporti  che  le  singole  articolazioni   devono   intraprendere
all'interno ed all'esterno del Servizio e del Dipartimento.
Si  dovra'    pertanto  disporre  di  opportuni protocolli al fine di
garantire da un lato la necessaria integrazione di personale,  mezzi,
organizzazione    e    di    scongiurare,    dall'altro,    possibili
sovrapposizioni, sprechi di risorse, conflittualita'.
- RAPPORTI CON I DISTRETTI
Le funzioni devono inoltre essere ben  ripartite  fra  la  dimensione
dipartimentale e le articolazioni distrettuali dell'USSL, rispondendo
sia  alle  necessita'  di  attuare  interventi  coordinati, esprimere
valutazioni uniformi e disporre di una visione globale dei  problemi,
sia  dall'esigenza  di  attuare  interventi  capillari  e di favorire
l'accesso alle strutture da parte dei cittadini.
L'integrazione con il  Distretto  deve  cioe'  essere  analizzata  in
rapporto  alla  opportunita'  di fornire prestazioni all'utenza ad un
adeguato livello di decentramento, partendo dalla considerazione  che
la  diversa  caratterizzazione  e  le  diverse  utenze  di queste due
strutture  giustificano  di  per  se'  due  gestioni  distinte,   pur
dovendosi  auspicare  e  garantire ogni utile momento di integrazione
funzionale.
Se consideriamo gli ambiti distrettuali come aree di  erogazione,  la
scelta  di  quali  prestazioni  collocarvi,  e  a  quale  livello  di
decentramento,  diviene  funzione   della   accessibilita'   per   il
cliente/utente e delle risorse che il Dipartimento ha a disposizione;
ne  deriva  che  di  massima  sono  fornite  a  livello decentrato le
prestazioni alla persona, e quelle  prestazioni  che  possono  essere
agevolmente essere fornite in quest'ambito senza
_____________________________________________________________________
Fig. 3: AREA FUNZIONALE IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLE BEVANDE
(I.A.B.): POSSIBILI ARTICOLAZIONI FUNZIONALI
_____________________________________________________________________
_____________________________________________________________________
1. PRODUZIONE PRIMARIA/FITOFARMACI
2. IMPRESE ALIMENTARI
   Attivita' produttive e di trasformazione
   Pubblici esercizi
   Attivita' commerciali
   Ristorazione collettiva e comunitaria
3. ACQUE POTABILI
4. ISPETTORATO MICOLOGICO
5. FORMAZIONE ALIMENTARISTI
_____________________________________________________________________
che  venga  sacrificato  il  contenuto  tecnico-professionale  o  che
vengano impediti processi di crescita di  questi  contenuti  e  degli
operatori addetti.
Dette  prestazioni  verranno  svolte  da  personale  dei  Servizi del
Dipartimento, che garantiranno il rispetto delle modalita' concordate
col distretto, governando direttamente il proprio personale.
- STRUTTURE LABORATORISTICHE E DI SUPPORTO TECNICO-SCIENTIFICO
Il Dipartimento di Prevenzione ed il Servizio Igiene degli Alimenti e
della Nutrizione  in  particolare,  per  lo  svolgimento  dei  propri
compiti  abbisognano  inoltre  di  strutture  laboratoristiche  e  di
supporto tecnico-scientifico.
I Presidi Multizonali di Igiene e Prevenzione, nel rispetto di quanto
stabilito  con  legge  833/78,  costituiscono  quindi  indispensabili
presidi  del  sistema  sanitario a supporto del Servizio Igiene degli
Alimenti e della Nutrizione e  del  Dipartimento  di  Prevenzione  in
genere.  Indicazioni  piu'  puntuali  relative  ai  rapporti con essi
attivabili  da  parte  dei  Servizi  dipartimentali  dovranno  essere
necessariamente fornite delle norme di riordino regionali.
Gli  Istituti  Zooprofilattici  Sperimentali  sono  Enti  sanitari  a
valenza regionale o interregionale dotati di  personalita'  giuridica
di  diritto  pubblico,  soggetti alla vigilanza ed al controllo delle
Regioni.
Questi Istituti, che a norma della legge 5/3/1986, n. 68 fanno  parte
del  comparto  del  Servizio  Sanitario Nazionale, sono articolati in
sedi  centrali  e  sezioni   provinciali   o   interprovinciali   che
costituiscono  un sistema di rete interconnesso ed operano in stretto
rapporto con le Unita' Sanitarie Locali.
L'istituto Superiore di Sanita' (I.S.S.) e' uno dei  maggiori  centri
di  ricerca in Italia, dotato di strutture ed ordinamento particolari
e di autonomia scientifica. Istituito nel 1934, e' dal 1978  l'organo
tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale.
Nel  quadro  dell'organizzazione  sanitaria l'istituto esplica la sua
attivita' di ricerca scientifica ai fini della  tutela  della  salute
pubblica;  esegue  controlli  di  Stato, controlli analitici ed esami
tecnici di brevetti e di progetti per  la  parte  igienico-sanitario,
elabora  norme  tecniche  concernenti  farmaci,  alimenti,  prodotti,
attivita'  ed  opere  nel  settore  igienico-sanitario;  promuove  ed
organizza convegni e corsi di aggiornamento ed addestramento tecnico-
scientifico per gli operatori sanitari del Paese.
In  particolare,  l'istituto  esplica  attivita'  di  revisione delle
analisi  in  relazione  agli  accertamenti  analitici  effettuati  su
matrici   alimentari   e  su  altri  prodotti  di  impiego  in  campo
alimentare, di cui alla legge 30 aprile 1962 n. 283.
Nel settore  dell'igiene  degli  alimenti,  l'istituto  Superiore  di
Sanita',  in  base alla legge 7 agosto 1986, n. 462 (art. 16 punto 3)
indica ai laboratori dei Presidi Multizonali  di  Prevenzione  ed  ai
laboratori degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali i criteri e le
metodiche   di  analisi  dei  prodotti  alimentari,  ne  coordina  le
attivita' tecniche ed esercita  sugli  stessi  la  vigilanza  tecnica
limitatamente ai compiti di sanita' pubblica.
L'Ispettorato  Centrale  Repressione  Frodi,  istituito  dall'art. 10
della legge 7 agosto 1985, n. 462 presso il Ministero  delle  Risorse
Agricole,  Alimentari  e Forestali, gia' Ministero dell'Agricoltura e
delle Foreste, e'  l'organo  tecnico  dello  Stato  istituzionalmente
preposto  alla  tutela  economica dei prodotti agroalimentari e delle
sostanze ad uso agrario  e  forestale.  Esso  svolge  un  servizio  a
garanzia  del  consumatore  attraverso  l'effettuazione  di controlli
nelle fasi di produzione, trasformazione  e  commercializzazione  nel
comparto agroalimentare.
Gli   istituti  di  ricerca  e  Sperimentazione  Agraria  sono  stati
istituiti con Decreto del Presidente della Repubblica del 23 novembre
1967, n. 1318, con lo  scopo  di  provvedere  alla  ricerca  ed  alla
sperimentazione agraria.
Gli  Istituti  Sperimentali  sono  articolati  in  sezioni  operative
centrali  e,  talvolta,  periferiche.  Detti  istituti,   dotati   di
personalita'  giuridica  di  diritto  pubblico,  sono sottoposti alla
vigilanza ed  alla  tutela  del  Ministero  delle  Risorse  Agricole,
Alimentari e Forestali.
Ai  sensi di quanto previsto dall'art. 11, comma 2, del Decreto Legge
18 giugno 1986, n. 282, sono stati individuati, con Decreto 18 luglio
1986, quegli istituti di ricerca e di sperimentazione agraria di  cui
si    avvale    l'ispettorato    Centrale   Repressione   Frodi   per
l'effettuazione di analisi di revisione.
L'AREA FUNZIONALE IGIENE DELLA NUTRIZIONE:
B1): Le Competenze
Come piu' volte sottolineato  dall'O.M.S.,  e'  importante  che  ogni
Paese  (e  dunque  ogni Regione) adotti una politica nutrizionale con
iniziative finalizzate al  contenimento  nella  popolazione  generale
delle  malattie  croniche  positivamente  correlate all'assunzione di
alimenti.
Perche' cio' si verifichi e' necessario chiarire che l'approccio  non
puo'  che essere rivolto all'intera comunita' e non esclusivamente ad
una cerchia ristretta di soggetti ad alto rischio.
Pertanto gli obiettivi nutrizionali di  riferimento  dovranno  essere
ideati  considerando  i  dati  di  assunzione  media  ottimale  della
popolazione e dovranno essere necessariamente  distinti  dalle  linee
guida riferite ai singoli individui.
Cio'  nonostante,  ove la disponibilita' di personale, di conoscenze,
di organizzazione e di collaborazione con le strutture specialistiche
e con i medici di base  lo  consentira',  potranno  essere  riservati
opportuni  spazi anche per interventi di dietetica preventiva, in cui
l'insostituibile   apporto   della   professionalita'   del    medico
consentira' senza dubbio la gestione di un approccio di primo livello
ai   soggetti  ad  alto  rischio  e  l'attuazione  di  interventi  di
prevenzione secondaria, ove questa si possa rivelare efficace.
La  prevenzione primaria promossa dalle strutture di sanita' pubblica
non potra' pero' che mirare ad una base di  intervento  molto  ampia,
avendo  lo  scopo, ambizioso ma necessario, di modificare lo stile di
vita della collettivita'.
Da cio' deriva l'importanza di pianificare  e  realizzare  interventi
coerenti  di informazione ed educazione alimentare, che devono trarre
necessariamente origine da una strategia  comune  e  che  non  devono
essere il frutto di iniziative isolate o sporadiche. Il coordinamento
di  queste  iniziative deve essere costante e rigoroso, a garanzia di
una corretta  allocazione  delle  risorse  e  del  perseguimento  dei
risultati attesi.
In  questa fase, e' di prioritaria importanza definire le competenze,
gli  obiettivi  generali  e   intermedi,   le   risorse   necessarie,
l'integrazione  di quelle disponibili, l'organizzazione, le strategie
d'intervento, i costi, la qualita'. La Fig. 4 mostra i compiti propri
di questa Area  Funzionale.  Per  realizzare  strategie  efficaci  e'
indispensabile  disporre di una chiara visione del profilo alimentare
della popolazione e dei problemi di sanita' pubblica associati.
_____________________________________________________________________
Fig. 4: AREA FUNZIONALE IGIENE DELLA NUTRIZIONE (I.N.): COMPETENZE
1 - Sorveglianza nutrizionale: raccolta mirata di dati epidemiologici
(mortalita', morbosa), consumi ed abitudini alimentari, rilievi dello
stato nutrizionale per gruppi di popolazione.
2 - Interventi di prevenzione nutrizionale per  la  diffusione  delle
conoscenze di stili alimentari corretti e protettivi alla popolazione
generale   e   per   gruppi  di  popolazione  (genitori,  insegnanti,
alimentaristi,  infanzia  ed  eta'  evolutiva,   anziani,   e   altre
specificita')   con   l'utilizzo   di  tecniche  e  strumenti  propri
dell'informazione e dell'educazione sanitaria.
3- Attivita' informative, "Numeri  verdi"  per  la  diffusione  delle
linee guida per la prevenzione nutrizionale.
4   -   Interventi   Nutrizionali  per  la  ristorazione  collettiva:
predisposizione,  verifica  e  controllo  sulle  tabelle  dietetiche,
indagini  sulla  qualita' nutrizionale dei pasti forniti e consulenza
sui capitolati per i servizi di ristorazione  con  l'apporto  tecnico
degli  altri  Servizi  ed  Unita'  Operative  di  competenza (Servizi
Veterinari, U.O. Igiene Alimenti e Bevande).
5 - Consulenza  per  l'aggiornamento  in  tema  nutrizionale  per  il
personale   delle  strutture  di  ristorazione  pubbliche  e  private
(scuola, attivita' socio-assistenziali, assistenza domiciliare, mense
aziendali, ecc.)
6 - Interventi nei settori produttivi e commerciali di competenza, in
collaborazione con il Servizio Veterinario, per la  promozione  della
qualita' nutrizionale (etichettatura nutrizionale, dieta equilibrata,
prodotti  dietetici  e  per  l'infanzia, rapporti favorevoli qualita'
nutrizionale/trattamenti di conservazione e produzione, ecc.).
7  -  Consulenza  dietetico-nutrizionale  (prevenzione,   trattamento
ambulatoriale, terapia di gruppo per fasce di popolazione a rischio).
8   -   Rapporti   di   collaborazione  e  consulenza  con  strutture
specialistiche e medici di medicina generale.
9 - Elaborazione di proposte per la formazione e l'aggiornamento  del
personale  sanitario,  tecnico  e  amministrativo  afferente all'Area
Funzionale.
_____________________________________________________________________
La   sorveglianza  nutrizionale  ha  lo  scopo  di  fornire  in  modo
strutturato e con continuita' le informazioni necessarie a costituire
tali profili. Essa deve poter  descrivere  e  valutare  lo  stato  di
nutrizione  della popolazione , le abitudini alimentari e l'andamento
dei consumi; deve fare propri i dati  relativi  alle  indagini  sulle
malattie   correlate   con  il  consumo  alimentare,  contribuendo  a
chiarirne la diffusione, la loro variabilita'   nel tempo  a  seguito
degli  interventi  adottati,  la  relazione  con i fattori di rischio
noti;  deve,  infine,  fornire  gli  strumenti   necessari   per   la
realizzazione di proposte di azioni preventive adeguate.
Considerate le difficolta' e la necessita' di ampie risorse che tutto
questo  comporta, sara'   quindi opportuno evitare, almeno nelle fasi
iniziali, di spendere le  proprie  energie  in  studi  epidemiologici
troppo  ambiziosi,  utilizzando  come  fonte dati secondari frutto di
elaborazioni diverse,  (dati  ISTAT,  di  Pubbliche  Amministrazioni,
rapporti  sanitari,  dati  ospedalieri, registri di malattia, ecc.) e
trasformabili con opportuni fattori di correzione in indicatori utili
ad indirizzare le strategie, gli obiettivi, le verifiche di percorso.
Sara' poi possibile prevedere, in ambiti appositamente scelti perche'
ritenuti rappresentativi,  indagini  piu'  approfondite  destinate  a
fornire successivamente informazioni piu' accurate. Ogni popolazione,
o  meglio  ogni  sottopopolazione,  possiede  infatti caratteristiche
proprie e dunque si caratterizza per abitudini,  rischi  correlati  e
compliance  agli  interventi  preventivi: per l'effettiva riuscita di
questi  ultimi  non  si  puo'  pertanto  prescindere  dalla  completa
conoscenza  dei  valori  sociali,  delle  tradizioni  e della realta'
generale in cui si intende  operare,  sia  nella  formulazione  degli
obiettivi, sia nelle proposte di intervento.
Gli  obiettivi  devono  essere  chiari,  i  progetti  vanno formulati
garantendone la completa  realizzazione  e  la  costanza  nel  tempo,
rinunciando  a  creare  interventi di grande portata senza che questi
godano dell'adeguato sostegno politico, tecnico ed economico. Non  si
deve  inoltre  mai  dimenticare  che i messaggi potranno ambire ad un
successo solo se assumeranno agli occhi del cittadino un'immagine  di
coerenza  e  credibilita' e verranno pertanto recepiti come necessari
ed utili da parte dei consumatori.
Il campo d'azione della sorveglianza  nutrizionale  e'  molto  vasto:
sono necessarie pertanto linee di indirizzo nazionali e regionali per
la individuazione delle priorita', delle risorse, dei progetti, delle
modalita' di revisione continua dei risultati e della gestione.
Strutturare la sorveglianza nutrizionale sul territorio significa per
la  pubblica  amministrazione  e  le  Aziende sanitarie verificare in
prima istanza le diverse competenze disponibili, la  loro  esperienza
in  campo  nutrizionale,  le  possibilita'  di  incremento numerico o
funzionale delle risorse,  sancire  formalmente  la  costituzione  di
Servizi  ed  Unita'  Operative. Uno sforzo non indifferente, che deve
senza dubbio prevedere le conseguenze utili  sullo  stato  di  salute
della popolazione in tempi medio-lunghi, ma che deve anche saper dare
l'opportunita'  ai Direttori delle Aziende USSL, agli amministratori,
all'opinione  pubblica  in  generale  di  poter  valutare   risultati
intermedi in tempi brevi.
Sara'    quindi    necessario,    a    nostro   avviso,   strutturare
progressivamente   un   servizio   autosufficiente,   ricorrendo   ad
integrazioni  estese  di mezzi e personale (con altri Servizi, Unita'
Operative o esterni) nelle fasi iniziali.
La raccolta mirata di dati epidemiologici, le indagini sui consumi  e
sulle  abitudini  alimentari,  i  rilievi sullo stato nutrizionale di
gruppi selezionati di popolazione necessitano di  metodologie  appro-
priate,  di personale opportunamente preparato, della applicazione di
criteri rigorosamente scientifici. La pianificazione delle  indagini,
la  scelta  dei  campioni  rappresentativi,  la predisposizione degli
strumenti tecnici da utilizzare, la raccolta dei dati,  la  verifica,
l'ordinamento,  l'informatizzazione  e  l'elaborazione  degli stessi,
sono tutte fasi che necessitano di adeguati  spazi  in  cui  operare,
strumentazioni  efficienti,  personale  con  esperienza sufficiente a
gestire le diverse funzioni. Vanno organizzati rapporti  stabili  con
l'ufficio  epidemiologico  per i dati sulle patologie correlate e per
l'elaborazione dei dati, quando a cio' non si provveda  direttamente.
Anche  l'A.F.  Igiene Alimenti sara' interessata direttamente per gli
aspetti legati al controllo nutrizionale degli alimenti in commercio,
per l'educazione sanitaria agli  alimentaristi,  per  la  valutazione
degli   aspetti   di  natura  tossicologica  (fitofarmaci,  additivi,
residui), per i rapporti intercorrenti con il  mondo  imprenditoriale
del settore alimentare.
Gli  interventi  educativi ed informativi in senso stretto, diretti a
vari ambiti (scuola, comunita', famiglie), a diverse fasce  o  gruppi
di   popolazione   (infanzia,   adolescenti  e  giovani,  insegnanti,
alimentaristi, responsabili imprese  alimentari,  anziani,  genitori,
gruppi  a  rischio,  popolazione  generale),  con diverse metodologie
(corsi "classici", tecniche interattive e  multimediali,  conferenze,
pubblicazioni, comunicati stampa, ecc.
Bisogna  considerare  che il semplice approccio informativo, anche se
largamente impiegato, non e' di per se' in grado di  produrre  sempre
modifiche  apprezzabili  del  comportamento.  Dovendo raggiungere una
interiorizzazione del problema, il  singolo  soggetto  dovra'  essere
messo  nelle  condizioni  di farsi carico del messaggio, di divenirne
responsabile,  di  renderlo  oggetto  di  ricerca  personale   e   di
condividerne  i  contenuti  con altri individui del gruppo sociale di
appartenenza.
Dovendo  ottenere  questa  "profondita'"  di  intervento  e   dovendo
contemporaneamente  garantirne "l'ampiezza", avendo come destinataria
l'intera   popolazione,   l'educazione   sanitaria   dovra'    essere
indirizzata,  almeno  inizialmente, ai gruppi di popolazione in grado
di assumere in prima  persona  un  ruolo  di  "cassa  di  risonanza":
personale   sanitario  (con  particolare  riferimento  ai  medici  di
medicina generale), insegnanti,  genitori,  amministratori  pubblici,
responsabili   di   gestione  di  imprese  alimentari  e  cosi'  via.
L'educazione alimentare in  eta'  scolare,  ad  esempio,  sara'  piu'
efficace   se  condotta  da  personale  docente  che  abbia  ricevuto
un'istruzione quanto mai chiara ed univoca sull'argomento.
Anche le esigenze di informazione provenienti da richieste  spontanee
dai  cittadini,  non  deve pero' essere sottovalutata: organizzare ad
esempio linee telefoniche o sportelli di risposta diretta agli utenti
puo' essere utile in quanto si opera comunque su una  motivazione  di
base  dell'interessato, che e' piu' disponibile a recepire i messaggi
e si ottiene un consenso  dall'opinione  pubblica  in  generale,  che
frequentemente  lamenta  proprio l'assenza di punti di riferimento in
grado di dare risposte  qualificate  in  modo  diretto  e  facilmente
accessibile.  La  gestione  di  una  "linea  verde"  telefonica,  che
necessariamente serve entrambe le Aree Funzionali, e'  uno  strumento
relativamente  semplice da attivare, ma decisamente impegnativo se si
vuole  garantirne  la  costanza  nel  tempo,  per  la  necessita'  di
personale  e,  soprattutto,  in  relazione  alla elevata preparazione
scientifica e professionale necessaria a condurla.
Sono inoltre da prendere in  considerazione  tutte  le  attivita'  di
consulenza  (e,  ove necessario, di controllo) indirizzate ad esempio
ai Comuni, alle strutture sanitarie ed a quelle socio  assistenziali,
finalizzate   alla   realizzazione  di  modelli  organizzativi  delle
refezioni, alla creazione di tabelle dietetiche standard o  speciali,
alla verifica e/o redazione di capitolati di appalto, alla formazione
ed  all'aggiornamento del personale operante a vario titolo nel campo
della refezione pubblica.   Quest'ultimo  aspetto  riveste  un  ruolo
strategico, soprattutto dove i destinatari non sono solo i cuochi, il
personale  di  assistenza  o  gli  ausiliari, ma anche i responsabili
dell'amministrazione, della gestione, del controllo  delle  strutture
di  refezione, a cui e' affidata la revisione della qualita' non solo
sotto il profilo igienico  (dove  esiste  pur  sempre  un  ambito  di
controllo di legge da parte degli organi preposti), ma anche sotto il
profilo  della  qualita'  nutrizionale  e  dell'accettabilita'  degli
alimenti proposti.
Non bisogna poi dimenticare che anche  il  mondo  "privato"  potrebbe
accedere a questi servizi che, nella prospettiva di aziendalizzazione
delle    USSL,    possono   costituire   una   forma   di   possibile
autofinanziamento.
Gli  interventi  nei  settori   produttivi   e   della   ristorazione
costituiscono   anch'essi   un'area   di   intervento  apparentemente
complessa, ma strategica:  migliorare  la  qualita'  nutrizionale  di
alimenti destinati a bambini ed adolescenti, dare modo alle strutture
di  ristorazione  di partecipare a campagne mirate all'incremento del
consumo di frutta e verdura, migliorare i sistemi di conservazione  e
preparazione  di  alimenti  in  alcuni comparti al fine di preservare
quanto possibile le caratteristiche  nutrizionali  degli  ingredienti
utilizzati,   rappresentano   solo   alcuni   esempi   di   possibile
coinvolgimento  della  realta'  imprenditoriale   nei   processi   di
miglioramento delle condizioni di salute della popolazione.
Occuparsi   poi   piu'  direttamente  della  prevenzione  primaria  e
secondaria in soggetti ad elevato rischio, come  si  e'  detto,  puo'
essere  un  attivita'  senza  dubbio  premiante ove siano presenti le
risorse necessarie, e queste non vengano distratte dalle attivita' di
prevenzione diretta alla popolazione generale.
Sara' comunque importante che in  quest'ambito  vengano  mantenuti  i
necessari  rapporti  di  collaborazione  e  consulenza  con i Servizi
specialistici ed i medici di medicina  generale  per  la  valutazione
dello  stato  di  nutrizione  individuale, per le patologie legate ad
esempio all'obesita' ed  al  sovrappeso,  per  la  prevenzione  e  la
diagnosi   dei  disturbi  del  comportamento  alimentare  (anoressia,
bulimia), dell'alcolismo, della malnutrizione e  delle  patologie  da
carenza  (anziani,  eta'  evolutiva,  gravidanza),  delle allergie di
origine alimentare. Anche  i  Servizi  Dietetici  Ospedalieri  devono
essere messi in condizione di collaborare con i servizi territoriali,
per  assicurare,  ad  esempio,  continuita'  dopo  la  dimissione che
necessitano di essere seguiti anche sotto il profilo  nutrizionale  e
dietetico   e   per   favorire   le  integrazioni  con  le  attivita'
distrettuali (Assistenza Sanitaria di Base, Distretti Socio  Sanitari
di Base, Assistenza Domiciliare integrata, ecc.).
B2): L'organizzazione dell'area funzionale igiene della nutrizione
Anche   per   quest'Area   Funzionale,  possono  essere  identificate
articolazioni funzionali, con le stesse premesse esposte  per  l'A.F.
Igiene  degli Alimenti e Bevande, con la quale peraltro possono, anzi
devono, essere condivisi diversi momenti operativi.
In  questo  caso  l'articolazione,  non  disponendo  a  tutt'oggi  di
indirizzi  ed  obblighi di natura normativa, puo' essere senza dubbio
molto piu' eterogenea in ordine alle priorita' ed agli indirizzi dati
e quella di  seguito  presentata  non  puo'  che  essere  dunque  una
esemplificazione  generale. La divisione, inutile dirlo, e' puramente
indirizzata a delineare esigenze di risorse e spazi piu' che indicare
rigide distinzioni che, evidentemente, non possono esistere in questa
materia trattandosi di aspetti intimamente concatenati fra  loro.  La
Fig.  5  identifica  anche in questo caso le articolazioni funzionali
apparentemente piu' rappresentative.
Anche in questo caso e' necessario  affidare  personale  esclusivo  o
condiviso  (a  seconda delle dimensioni del territorio) e stabilire i
rapporti interni al Servizio, al Dipartimento, all'Az.  USSL  nonche'
quelli  esterni  ad  essa,  allestendo  protocolli che chiariscano le
modalita' pratiche di collaborazione ed integrazione.
_____________________________________________________________________
Fig. 5: AREA FUNZIONALE IGIENE DELLA NUTRIZIONE (I.N.):
POSSIBILI ARTICOLAZIONI FUNZIONALI
1. SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE
2. EDUCAZIONE ALIMENTARE
3. NUTRIZIONE COLLETTIVA
4. DIETETICA PREVENTIVA
_____________________________________________________________________
C) LE RISORSE
Definite le competenze del Servizio igiene  degli  Alimenti  e  della
Nutrizione,  e'  necessario  individuare  le  risorse  necessarie per
garantire i diversi gradi di operativita' ed  il  raggiungimento  dei
risultati attesi a breve ed a lungo termine.
Le  risorse  possono  essere  definite in termini di persone, luoghi,
dotazioni tecniche, risorse  economiche,  rapporti  e  collaborazioni
(Fig.  6). Ovviamente la stessa organizzazione rappresenta di per se'
una  risorsa  primaria  per   il   raggiungimento   degli   obiettivi
prefissati.
Parlare  di  risorse  significa  parlare  anche  di  vincoli che, ove
modificabili, possono a loro volta arricchire il patrimonio a cui  il
Servizio   puo'   attingere   (basti   pensare   alla  formazione  ed
all'aggiornamento del  personale)  ma  che,  ove  siano  inamovibili,
impongono  una  seria revisione degli obiettivi, per non rischiare di
creare strutture non in grado di  sostenere  il  peso  degli  impegni
assunti.  Sotto  questo  profilo  va  considerato  che  costituire un
Servizio  con   le   caratteristiche   sopra   descritte   non   puo'
evidentemente  essere un'operazione "a costo zero", ma che certamente
e' indispensabile rivedere primariamente le  attuali  organizzazioni,
riconvertendo  funzioni e personale, modificando ove possibile piante
organiche, dislocazione dei servizi e dotazioni  tecnico-strumentali,
provvedendo  poi a investire le risorse disponibili per la formazione
e l'aggiornamento ed integrando infine, nel limite del consentito, la
reale forza numerica di personale attribuito.
Il personale dei Servizi attuali frequentemente e' carente, spesso e'
male utilizzato, quasi  sempre  e'  poco  seguito  sotto  il  profilo
formativo e scientifico.
Sicuramente,  allo svolgimento delle funzioni precedentemente esposte
nei Servizi di Igiene degli Alimenti e  della  Nutrizione  dovrebbero
contribuire diverse figure professionali:
* Specialisti in igiene e medicina preventiva
* Specialisti in scienza dell'alimentazione e dietologia
* Laureati specializzati in materie inerenti le competenze del
  Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione
* Assistenti sanitari ed infermieri professionali
* Dietiste in possesso del diploma universitario o titolo
  equipollente
* Periti informatici
                  Fig. 6: Definizione delle risorse
1. Persone          Aspetto culturale-formativo
                    Figure professionali
                    Standards
                    Motivazioni ed incentivi
                    2. Luoghi e spazi       Sedi e locali di servizio
                                            Ricevimento pubblico
                                            Attivita' didattica
                                            Attivita' ambulatoriale
3. Dotazioni tecnico-operative
   Comunicazioni         Trasporti
   Informatizzazione     Strumento di lavoro
   4. Risorse                           5. Rapporti e collaborazioni
      Economiche                           Comuni, Dir. Didattiche,
      Entita'                              Provveditorati
      Garanzia nel tempo                   Associazioni, Mass Media
      Disponibilita'                       Altri Servizi USSL
                                           Professionisti
Alcune  figure  sono  gia'  rappresentate  negli organici dei Servizi
attuali, altre sono previste o utilizzate solo in  ambiti  ristretti,
altre  trovano ostacolo perche' non previste dall'attuale ordinamento
legislativo.
L'attribuzione delle risorse umane rappresenta senza dubbio  uno  dei
problemi   piu'   vincolanti.   Allo   stato  attuale,  le  soluzioni
prospettabili possono  essere  diverse  (Fig.  7)  ed  offrono  tutte
aspetti  positivi e lati negativi o per lo meno vincoli da affrontare
nelle sedi regionali e locali.
Mantenere   gli   organici   attuali   significa    dover    rivedere
l'organizzazione  degli  attuali  Servizi Igiene Pubblica, operazione
questa che puo', rivelarsi difficile; inoltre l'operativita'  permane
limitata,   soprattutto   per   l'area  nutrizionale.  D'altro  canto
l'integrazione  stabile  fino  al  raggiungimento   degli   standards
proposti  puo'  non  essere  considerata fattibile, soprattutto nelle
realta' di maggiori dimensioni, dove il numero  totale  di  operatori
necessari  potrebbe  essere considerato eccessivo. L'integrazione con
altri  Servizi  ed  U.O.  e  quella  temporanea,   finalizzata   alla
realizzazione di specifici progetti, puo' costituire una via di mezzo
perseguibile,  anche  se  non  e'  scevra  da inconvenienti, quali la
necessita' di ricreare di volta in volta le  equipes  di  lavoro,  di
omogeneizzare  le  conoscenze,  di  ridefinire  ruoli e finalita', di
creare momenti formativi.
La formazione e l'aggiornamento degli operatori (Fig. 8)  rappresenta
un  punto  cruciale  di  tutta la questione. Parlare di formazione ed
aggiornamento significa creare percorsi didattici stabili, articolati
su piu' ambiti (dalla formazione di base  e  specialistica,  a  corsi
integrativi   per   personale   gia'   operante  fino  a  momenti  di
approfondimento monotematico) inseriti in un  progetto  generale  che
prediliga  serieta',  completezza, chiarezza di obiettivi e il giusto
rigore nella valutazione dell'apprendimento raggiunto.
Per  il  raggiungimento  delle  finalita'  del  Servizio Igiene degli
Alimenti e della Nutrizione  e'  indispensabile  ed  urgente  che  le
Regioni  e  le  Province autonome definiscano linee guida generali in
materia di formazione ed aggiornamento del personale da adibire  alle
attivita' del suddetto servizio.
Tale   esigenza   e'  infatti  fortemente  ribadita  nella  direttiva
93/99/CEE recante  "misure  supplementari  in  materia  di  controllo
ufficiale dei prodotti alimentari" recepita da parte nell'ordinamento
nazionale con il Decreto Legislativo 26 maggio 1997, n. 155.
Fig. 7: Definizione delle risorse: Persone - Ipotesi percorribili
A. MANTENERE GLI ORGANICI
   ATTUALI                             PRO                 CONTRO
   * Riconvertire le funzioni    - Risparmio        - Carenze forma-
                                                       tive
   * Tagliare competenze vica-   - Qualificazione   - Spese forma-
      riabili                                          zione
   * Comare il gap culturale     - Mantenimento     - Sovrapposi-
   * Pianificare gli studi          esperienza        zioni compe-
   * Pianificare gli interventi     igienistica       tenze attuali
B. INTEGRARE STABILMENTE GLI
   ORGANICI ATTUALI
   * Definire figure, ruoli,     - Arricchimento    - Costi elevati
      standars                     culturale        - Blocco assun-
                                                      ni
   * Stabilire integrazione      - Garanzia oper.   - Tempi assun-
      e tempi                                          ne
   * Uniformare conoscenze       - Progettualita'   - Poca conoscen-
      e tempi                      elevata            za reciproca
   * Creare gruppi affiliati     - Minor impatto    - Perdita espe-
                                   riorganizzati-     rienza igie-
                                   vo                 nistica
   * Pianificare gli studi
   * Pianificare gli interventi
C. INTEGRAZIONE TEMPORANEA
   FINALIZZATA
   * Contratti a termine         - Costi intermedi  - Costi interme-
                                                       di
   * Consulenze                  - Elasticita'      - Frammentarieta'
                                   operativa
   * Borse di Studio             - Snellezza as-    - Affiatamento
                                   sunz.
                                 - Scelte mirate    - Formazione
                 Fig. 8: Formazione ed aggiornamento
    1. PIANIFICARE LA FORMAZIONE E L'AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE
        A) Identificare le figure professionali disponibili
        B) Studiare livelli formativi e relativi percorsi
           Formazione di base e specialistica
           Informazione diffusa e uniforme
           Corsi formativi di base
           Corsi di approfondimento
           Aggiornamento
        C) Decidere sedi, tempi, modalita'
        D) Identificare le nuove figure professionali
        E) Sperimentare il lavoro per gruppi e obiettivi
    _________________
U  |     Scuole      |---> Scienza             _________
N _|       di        |     alimenta-          |Corso di |
I ||Specializzazione |      zione     --------|  base   |
V ||_________________|                |       |_________|
E |  |    _________________       __________
R |  |-->|Igiene e medici- |     |  Scuola  |                SISTEMA
S |      |  na preventiva  |     | regionale|  _________    SANITARIO
I |      |_________________|     |__________| | secondo |   NAZIONALE
T |                                |  |-------| livello |
A'|                                |          |_________|
  |     _____________              |       _____________
  |--->| Istituti di |             |------|Aggiornamento|
       |    igiene   |                    |_____________|
       |_____________|
                           ______________________
                          | Corsi dipartimentali |
                          | ed interdipartimenta-|
                          | li                   |
                          |______________________|
                                  COORDINAMENTO
2. ACQUISIZIONE ED AGGIORNAMENTO DI
   DATI SCIENTIFICI
  _____________________
 |  Uno o piu' Centri  |                     ________________
 | di Riferimento re-  |    _________       | Collegamenti   |
 | gionali (banca dati)|-->| REGIONE |<---- | extraregionali |
 |_____________________|   |_________|      |________________|
                             |
                             |
                             |
                             v
                            ______________      _________
                           |              |    |         |
                           | DIPARTIMENTI |--->| SERVIZI |
                           |______________|    |_________|
Il  sopracitato decreto prevede che le Regioni e le Province autonome
individuino, nell'ambito delle proprie competenze, le  tipologie  del
personale  da  adibire  al  Servizio  Igiene  degli  Alimenti e della
Nutrizione tra cui quello che opera nei campi  della  chimica,  della
chimica alimentare, della medicina veterinaria, della medicina, della
microbiologia  alimentare,  dell'igiene  alimentare, della tecnologia
alimentare e  della  legislazione  nel  settore  alimentare,  tenendo
conto,   in   relazione   ai  diversi  profili  professionali,  delle
caratteristiche della portata delle attivita'  ispettive,  di  quelle
relative al prelievo dei campioni ed al controllo analitico.
Il  decreto  legislativo prevede, altresi', che le Regioni e le Prov-
ince  autonome  dispongano,  con  riguardo  all'articolazione   delle
proprie  strutture  territoriali, di sufficiente personale esperto ed
adeguatamente  qualificato  in  relazione  alle  tipologie  di  sopra
individuate,   nonche'   di   definire   ed   adeguare   i  requisiti
professionali e formativi, ivi compreso l'aggiornamento, del suddetto
personale.
E' con la formazione e l'aggiornamento  che  si  rende  possibile  il
recupero  in  professionalita' del personale sanitario e non, fra cui
gli stessi igienisti,  che  nei  diversi  ambiti  di  competenza  del
Servizio  hanno sicuramente un ruolo primario nel garantirne qualita'
ed  efficacia.  Interventi  di  educazione  sanitaria,   informazione
diretta agli utenti, rilevazione ed elaborazione dati epidemiologici,
per  fare  solo  alcuni  esempi,  possono  essere  condotti  solo con
personale  pienamente  competente  ed  aggiornato  e  non  consentono
approssimazioni,  pena  lo  scadimento  di  rendimento  e di immagine
dell'intero Servizio.
Le Aziende USSL devono pertanto  essere  pienamente  coscienti  della
necessita'  e  dell'urgenza  di  impegnare  risorse  anche economiche
nell'attivita' formativa e di aggiornamento  del  proprio  personale.
Dal  canto loro le Regioni dovrebbero, oltre che definire linee guida
generali, secondo piani di coordinamento periodici, istituire momenti
formativi in collaborazione ove possibile con Universita' e Scuole di
Specializzazione, realizzati con formule appropriate a garantire  una
base  di  uniformita'  nella  preparazione  generale.   E' necessario
istituire corsi per il personale di vigilanza  e  ispezione,  per  le
figure  dirigenziali,  per il personale degli ispettorati micologici,
per tutto il personale destinato ad operare in campo nutrizionale.
Nella Fig. 9 sono indicati alcuni standards di riferimento  che,  per
quanto possano essere oggetto di ulteriori valutazioni e/o modifiche,
tracciano in linea di massima le
FIG. 9: STANDARDS DI PERSONALE (*)
                                     AREA                 AREA
                                  FUNZIONALE           FUNZIONALE
                                    IGIENE               IGIENE
                                   ALIMENTI            NUTRIZIONE
                      ______________________________________________
                     |           1 : 50.000             1 : 50.000
LAUREATI             |
MEDICI/NON MEDICI    |
                     |
PERSONALE DI VIGI-   |           1 : 20.000             1 : 40.000
LANZA E ISPEZIONE    |
                      ______________________________________________
                     |           1 : 100.000
PERSONALE INFERMIE-  |
RISTICO              |
                     |
    DIETISTE                                            1 : 50.000
                      ______________________________________________
                     |
PERSONALE AMMINISTRA-|          20% del restante
TIVO ASSISTENTE E AS-|               personale
SISTENTE E COLLABORA-|
TORE                 |
(*) L'indicazione riferita agli standards di personale deve essere
    considerata meramente indicativa.
esigenze  in  termini  di  personale al fine di garantire le funzioni
sopra  ricordate.  Non  va  dimenticata  inoltre  la  necessita'   di
garantire  disponibilita'  di spazi, attrezzature e strumenti tecnici
per lo svolgimento delle diverse attivita'  concordate,  deve  essere
sufficiente.
Le attuali articolazioni operative che si occupano di alimenti spesso
sono  fisicamente  collocate  nei Servizi Igiene Pubblica in ambienti
limitati e promiscuita', oltre che di funzioni,  anche  di  dotazioni
tecniche  ed amministrative, che vengono condivise da piu' operatori.
Senza voler incentivare spese inutili o, quel che e' peggio,  sprechi
di risorse e' comunque indubbio che i Servizi Igiene degli Alimenti e
della  Nutrizione  devono  poter  operare  con  sufficiente autonomia
(senza negare le opportune integrazioni e condivisioni  di  risorse),
garantire un facile ed adeguato accesso alla propria utenza ed essere
in  grado  di presentarsi con organici e strutture non eccessivamente
dispersi sul territorio. Non potra' mancare  ad  esempio  un'adeguata
dotazione informatica, strumento ormai irrinunciabile per la gestione
dei  flussi  informativi, delle pratiche correnti, degli archivi, per
la  creazione  di  elaborazioni  tecniche  (ad  esempio  le   tabelle
dietetiche),  la  conduzione  di  studi  ed indagini epidemiologiche,
l'acquisizione di dati scientifici, e cosi' via. Vale la pena solo di
accennare a quanto sia  indispensabile,  ad  esempio,  costituire  un
sistema   informativo  coordinato  con  i  Servizi  Igiene  Pubblica,
Veterinario, Prevenzione e Sicurezza Luoghi di Lavoro e con il  PMIP,
stabilire   protocolli  d'intesa  per  l'espletamento  delle  singole
funzioni, instaurare rapporti  operativi  con  strutture  esterne  al
Dipartimento di Prevenzione.
D) LA VALUTAZIONE DELLA QUALITA'
Oggi  piu'  che in passato il processo di "aziendalizzazione" avviato
nelle strutture sanitarie rischia di penalizzare alcune  aree,  prima
fra tutte quella della prevenzione.
Le  logiche  di  contenimento della spesa pubblica inducono infatti a
garantire solo le  funzioni  ove  i  risultati  siano  immediatamente
visibili,  rinunciando  a  quelle  attivita'  che  prevedono  effetti
"diffusi" e dilazionati nel tempo, quali le attivita' di prevenzione,
anche se la ricaduta in  termini  sanitari  ed  economici  di  queste
ultime sarebbe di gran lunga superiore.
In   questa   situazione  risulterebbe  velleitario  ed  astratto  il
tentativo di rivendicare il  solo  incremento  delle  risorse,  senza
parallelamente  sviluppare una sistematica razionalizzazione nell'uso
delle  stesse,  finalizzata  a  contenere  i  costi,  recuperare   in
efficienza,  agire  con  efficacia  ed  eliminare prestazioni a basso
rendimento in termini preventivi.  I  servizi  forniti  pertanto  non
possono  essere valutati solo in termini numerici assoluti, ma devono
essere analizzati anche  in  termini  qualitativi.  Il  problema,  ad
esempio,   dell'accreditamento   delle   strutture  di  controllo  e'
oggigiorno oggetto di crescente interesse e coinvolgera' senza dubbio
anche le  attivita'  del  Servizio  Igiene  degli  Alimenti  e  della
Nutrizione.  E'  necessario  dunque  disporre  quindi  di  metodi che
aiutino il Dipartimento di Prevenzione ad adottare con sistematicita'
controlli volti a delineare con chiarezza la domanda, espressa o  non
espressa,  di servizi ed iniziative (verificando dunque la coerenza e
la pertinenza degli obiettivi prefissati), ad individuare  i  livelli
di  efficienza  necessari nell'utilizzo delle risorse, ad evidenziare
l'efficacia nel raggiungimento dei risultati.
La scelta degli indicatori rappresenta quindi un  punto  cruciale  di
tutta  la  programmazione.  Epidemiologia  e sistemi informativi, per
quanto comportino recupero di costi ampiamente differiti  nel  tempo,
costituiscono  un  bene  indispensabile  per  garantire  la  qualita'
dell'azione preventiva. Attraverso i dati dei  centri  di  costo,  la
contabilita'  di direzione, la contabilita' analitica, bisognera' poi
rilevare le risorse, i fattori produttivi, indicare i tetti di spesa,
ipotizzare tariffazioni  per  i  servizi  non  obbligatori  e  dunque
ricavi.  Ma  bisognera'  anche  dare  un'immagine  alla  qualita' del
prodotto, insistendo perche' l'obiettivo non sia meramente  economico
a  scapito  del contenuto prioritariamente sanitario.  Questo aspetto
richiede  ancora   uno   sforzo   ideativo   non   indifferente   per
l'individuazione   di  indicatori  di  governo  e  di  esercizio  che
rispondano  a  precisi  requisiti  di  significativita',  pertinenza,
sensibilita',       essenzialita',      chiarezza,      economicita',
confrontabilita' e riproducibilita'.
3. CONCLUSIONI
Il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione rappresenta  per
molti   aspetti  la  novita'  piu'  importante  del  Dipartimento  di
Prevenzione di cui all'art. 7 del D.L.vo 502/92, modificato dall'art.
8 del D.L.vo 517/93.
La sicurezza degli alimenti e delle acque destinate al consumo  umano
devono  continuare  a  rappresentare  una priorita' essenziale per la
sanita' pubblica. Non  bisogna  pero'  dimenticare  che  gli  aspetti
nutrizionali giocano un ruolo assai importante nel manifestarsi delle
patologie di maggiore rilevanza sociale, come per esempio le malattie
cardiocircolatorie ed i tumori.
Pur    concordando    sulla    necessita',    peraltro    sollecitata
dall'Organizzazione Mondiale della Sanita', che  per  incidere  sulle
abitudini  alimentari  e  sulla  salute  di  un intero Paese si debba
giungere ad inserire nei programmi di  Governo  una  vera  e  propria
politica  nutrizionale,  in cui vengano integrati tutti gli obiettivi
delle politiche alimentare e nutrizionale, resta percio' evidente che
questo Servizio potra' rendere possibili notevoli progressi nel campo
della promozione della salute tramite una serie estesa  di  attivita'
organizzate   negli  ambiti  d'azione  delle  Aree  Funzionali  sopra
identificate.