ALLEGATO I RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE REBIF 22 microgrammi -soluzione iniettabile 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA REBIF (Interferone beta-la) contiene 22 microgrammi ( 6 milioni di UI*) di Interferone beta-la per siringa preriempita. *: misurato con saggio biologico dell'effetto citopatico (CPE) contro uno standard interno di IFN beta-la, a sua volta calibrato contro il vigente standard internazionale NIH (GB-23-902-531). 3. FORMA FARMACEUTICA Soluzione iniettabile. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche REBIF 22 microgrammi e' indicato nel trattamento di pazienti, in grado di deambulare, con sclerosi multipla (SM) di tipo recidivante- remittente caratterizzata, nei due anni precedenti, da almeno 2 attacchi ricorrenti di disfunzioni neurologiche (riacutizzazioni). Rebif riduce la frequenza e la gravita' delle riacutizzazioni nell'arco di 2 anni. Rebif non e' stato ancora studiato nei pazienti affetti da sclerosi multipla progressiva, quindi il trattamento deve essere interrotto nei pazienti che sviluppano sclerosi multipla progressiva. 4.2. Posologia e modo di somministrazione La posologia consigliata di REBIF e' di 22 microgrammi tre volte a settimana per iniezione sottocutanea. Il trattamento dovra' essere iniziato sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento della malattia. Quando si inizia per la prima volta il trattamento con REBIF, per permettere lo sviluppo della tachifilassi e quindi una riduzione degli effetti collaterali, si raccomanda di somministrare il 20% della dose totale (ovvero 4,4 microgrammi per iniezione = 0,1 ml) nelle prime due settimane di terapia, il 50% della dose totale (ovvero I I microgrammi per iniezione = 0,25 ml) nella terza e nella quarta settimana, e la dose intera (22 microgrammi per iniezione= 0,5 ml) dalla quinta settimana in poi. Non esiste nessun dato con REBIF in pazienti con sclerosi multipla di eta' inferiore a 16 anni e, pertanto, REBIF non deve essere impiegato in questa popolazione. Al momento non e' noto per quanto tempo trattare i pazienti. La sicurezza e l'efficacia del REBIF non sono state dimostrate al di la' di due anni di trattamento. Pertanto si raccomanda di valutare i pazienti dopo 2 anni di trattamento con REBIF e la decisione di proseguire o meno verra' presa dal medico curante in base alla situazione di ogni singolo paziente. 4.3 Controindicazioni L'lnterferone beta-la e' controindicato in pazienti con ipersensibilita' nota all'interferone beta naturale o ricombinante, all'albumina umana, o a qualsiasi altro componente della formulazione. L'Interferone beta-la e controindicato nelle pazienti in gravidanza (vedere anche 4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento), nei pazienti con gravi sintomi depressivi e/o ideazioni suicide e nei pazienti epilettici con anamnesi positiva per convulsioni non controllate adeguatamente da trattamento. 4.4 Speciali avvertenze ed opportune precauzioni di impiego I pazienti devono essere informati sui piu' comuni effetti indesiderati associati alla somministrazione di interferone beta, inclusa la sintomatologia simil influenzale (vedere 4.8 Effetti indesiderati). Questi sintomi sono piu' evidenti all'inizio della terapia e diminuiscono in frequenza e severita' con il proseguire del trattamento. Gli interferoni devono essere somministrati con cautela nei pazienti con sindrome depressiva. E' noto che depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella popolazione dei malati di sclerosi multipla ed in associazione con l'uso dell'interferone. I pazienti in trattamento con Interferone beta-la devono essere avvisati di riferire immediatamente al loro medico curante l'eventuale comparsa di sintomi depressivi o ideazioni suicide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia con interferone beta-la e trattati in modo appropriato. In queste circostanze deve essere presa in considerazione l'interruzione del trattamento con Interferone beta-la. La somministrazione di Interferone beta-la deve essere effettuata con cautela nei pazienti con pregressa anamnesi positiva per convulsioni. Nei pazienti che non hanno mai avuto in precedenza crisi convulsive e che hanno sviluppano il disturbo durante il trattamento con Interferone beta 1-a, deve essere stabilita l'eziologia ed adottata una appropriata terapia anticonvulsiva prima di riprendere il trattamento con Interferone beta-la I pazienti con malattie cardiache, quali angina, scompenso cardiaco congestizio o aritmie, devono essere tenuti sotto stretto controllo per osservare eventuali peggioramenti delle loro condizioni cliniche durante l'inizio della terapia con Interferone beta- 1a. I sintomi della sindrome similinfluenzale associati alla terapia con Interferone beta 1-a possono essere fonte di stress nei pazienti con problemi cardiaci. Sono stati descritti casi di necrosi sul sito di iniezione (NSI) in pazienti in terapia con REBIF (vedere: 4.8 Effetti indesiderati) Per ridurre al minimo il rischio di necrosi sul sito di iniezione consigliare ai pazienti: - di usare tecniche di iniezione asettiche - di variare il sito di iniezione ad ogni dose Le procedure per l'auto-somministrazione devono essere periodicamente riesaminate soprattutto se si sono verificate reazioni nel sito di iniezione. Se il paziente presenta un qualsiasi tipo di lesione cutanea, accompagnato da edema o essudazione dal sito di iniezione, il paziente deve essere avvisato di consultare il proprio medico prima di continuare le iniezioni di REBIF. Se i pazienti presentano lesioni multiple REBIF deve essere interrotto fino alla completa cicatrizzazione delle lesioni. I pazienti con lesioni singole possono continuare la terapia se la necrosi non e' troppo estesa. I pazienti devono essere informati sul potenziale effetto abortivo dell'' interferone beta (vedere 4.6 Uso in caso di gravidanza e allattamento e 53 Dati preclinici di sicurezza). All'impiego di interferoni sono associate alterazioni degli esami di laboratorio. Pertanto, oltre ai test di laboratorio, normalmente richiesti per monitorare i pazienti con la sclerosi multipla, durante la terapia con Interferone beta-la sono raccomandati esami emocromocitometrici con formula, esami ematochimici e i test di funzionalita' epatica. Cautela e stretta sorveglianza devono essere adottate nella somministrazione dell'Interferone beta-la a pazienti con grave disfunzione renale e epatica e a pazienti con grave mielosoppressione. Possono svilupparsi anticorpi neutralizzanti anti-lnterferone beta-la. L'esatta incidenza di tali anticorpi non e' ancora definita. I dati clinici suggeriscono che dopo 24 mesi di trattamento, circa il 24% dei pazienti sviluppa anticorpi sierici contro l'interferone beta-la, qualche volta in via transitoria. E' stato dimostrato che la presenza di anticorpi attenua la risposta farmacodinamica all'lnterferone beta-la (Beta-2 microglobulina e neopterina). L'importanza clinica della comparsa degli anticorpi non e stata completamente chiarita ma puo' essere associata ad una riduzione dell'efficacia. L'uso di vari metodi per la determinazione degli anticorpi sierici e le diverse definizioni di positivita' degli anticorpi limitano la possibilita' di confrontare l'antigenicita' tra prodotti differenti. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed interazioni di qualsiasi altro genere Non sono stati condotti studi specifici nell'uomo sulle interazioni del REBIF (Interferone beta-la) con altri farmaci E' noto che gli interferoni riducono l'attivita' degli enzimi dipendenti dal citocromo epatico P450 nell'uomo e negli animali. occorre prestare attenzione quando si somministra REBIF in associazione ad altri farmaci con stretto indice terapeutico e in larga misura dipendenti per la loro eliminazione dal sistema epatico del citocromo P450, quali antiepilettici ed alcune classi di antidepressivi. Non e' stata studiata in maniera sistematica l'interazione del REBIF con corticosteroidi o ACTH. Studi clinici indicano che i pazienti con sclerosi multipla possono essere trattati con REBIF e corticosteroidi o ACTH durante le riacutizzazioni. 4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento REBIF non deve essere somministrato durante la gravidanza e l'allattamento. Non esistono studi con l'interferone beta-la in donne in gravidanza. In studi sulle scimmie con altri interferoni ad alto dosaggio sono stati osservati effetti abortivi (vedere 5.3 Dati preclinici di sicurezza). Le donne in eta' fertile in terapia con REBIF devono adottare opportune misure contraccettive. Le pazienti che abbiano desiderio di avere figli e quelle che iniziano la gravidanza devono essere informate sui rischi potenziali degli interferoni sul feto e devono interrompere il trattamento con REBIF. Non e noto se REBIF venga escreto nel latte materno. Tenuto conto del rischio di gravi effetti collaterali nei lattanti e' necessario decidere se interrompere l'allattamento o la terapia con REBIF . 4.7 Effetti sulla capacita' di guidare veicoli e sull'uso di macchine Effetti collaterali a livello del sistema nervoso centrale, che, sebbene con frequenza ridotta, sono stati descritti in associazione con l'uso dell'interferone beta, possono influenzare le capacita' di guida e l'uso di macchinari da parte del paziente (vedere 4.8 Effetti indesiderati). 4.8 Effetti indesiderati L'effetto indesiderato piu' frequente associato alla terapia con interferone e' la sindrome influenzale. I sintomi piu' comuni della sindrome influenzale sono: dolori muscolari, febbre, dolori articolari, brividi, astenia, cefalea e nausea. Generalmente i sintomi della sindrome influenzale sono di lieve entita' e sono piu' evidenti all'inizio della terapia e diventano meno frequenti con la prosecuzione del trattamento. Possono manifestarsi reazioni nel sito dell'iniezione generalmente di lieve entita' e transitorie. In alcuni casi si e' riscontrata necrosi nel sito di iniezione. Comunque in tutti i casi, la necrosi si e' risolta spontaneamente. Altri effetti collaterali riportati con minore frequenza in associazione alla somministrazione di interferone beta sono: diarrea, anoressia, vomito, insonnia, vertigine, ansia, rash cutaneo, vasodilatazione e palpitazioni. Raramente la somministrazione di interferoni di tipo I ha determinato la comparsa di gravi effetti collaterali a carico del sistema nervoso centrale quali depressione, suicidio, depersonalizzazione ed anche crisi convulsive e aritmie. Possono manifestarsi reazioni di ipersensibilita'. Sono state osservate alterazioni di analisi di laboratorio, come leucopenia, linfopenia, trombocitopenia e livelli elevati di AST, ALT, y-GT e fosfatasi alcalina. Queste alterazioni sono in genere lievi, asintomatiche e reversibili. In caso di gravi e persistenti effetti indesiderati, a discrezione del medico, il dosaggio di REBIF puo' essere temporaneamente diminuito o sospeso. 4.9 Sovradosaggio Non sono stati descritti ad oggi casi di sovradosaggio. In caso di sovradosaggio si devono comunque ricoverare i pazienti in ospedale per osservazione e deve essere adottata una opportuna terapia di supporto. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1 Proprieta' Farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: citochine, codice ATC: L03 AA. Gli interferoni (IFNS) sono un gruppo di glicoproteine endogene dotate di proprieta' immunomodulatorie, antivirali e antiproliferative. REBIF (Interferone beta-la) possiede la stessa sequenza aminoacidica dell'interferone beta naturale umano. Viene prodotto in cellule di mammifero (cellule ovariche di criceto cinese) ed e quindi glicosilato come la proteina naturale. L'esatto meccanismo di azione del REBIF nella sclerosi multipla e' ancora oggetto di studio. La sicurezza e l'efficacia di REBIF sono state valutate in pazienti con sclerosi multipla di tipo recidivante-remittente a dosaggi compresi fra 11 e 44 microgrammi (3-12 milioni UI), somministrati per via sottocutanea 3 volte a settimana. Ai dosaggi autorizzati, e' stato dimostrato che Rebif riduce l'incidenza (circa 30% in 2 anni) e la gravita delle riacutizzazioni. 5.2 Proprieta' farmacocinetiche Nei volontari sani, dopo somministrazione endovena, l'interferone beta-la presenta un declino multiesponenziale rapido, con livelli sierici proporzionali alla dose somministrata. L'emivita iniziale e' dell'ordine di minuti e quella terminale e' di molte ore, per la possibile presenza di un comparto profondo. Quando somministrato per via sottocutanea o intramuscolare, i livelli sierici di interferone beta rimangono bassi, ma sono ancora misurabili fino a 12 - 24 ore dopo la somministrazione. Ai fini dell'esposizione dell'organismo all'interferone beta le vie di somministrazione sottocutanea e intramuscolare sono equivalenti. Dopo una singola dose di 60 microgrammi, la massima concentrazione plasmatica, misurata con saggio immunologico, e' compresa tra 6 e 10 UI/ml, raggiunta in un tempo medio di circa 3 ore dopo la somministrazione. Dopo la somministrazione sottocutanea di dosi uguali ripetute ogni 48 ore per 4 volte, si osserva un modesto fenomeno di accumulo (circa 2,S x AUC). Indipendentemente dalla via di somministrazione, evidenti modificazioni della farmacodinamica sono associate alla somministrazione di REBIF. Dopo una dose singola, l'attivita' intracellulare e sierica della 2-SA sintetasi e le concentrazioni sieriche di beta2-microglobulina e neopterina aumentano entro 24 ore, e iniziano a diminuire entro i 2 giorni successivi. Le somministrazioni intramuscolare e sottocutanea producono risposte del tutto sovrapponibili. Dopo somministrazioni sottocutanee ripetute, ogni 48 ore per 4 volte, queste risposte biologiche rimangono elevate, senza alcun segno di sviluppo di fenomeni di tolleranza. L'lnterferone beta-la viene prevalentemente metabolizzato ed escreto dal fegato e dai reni. 5.3 Dati preclinici di sicurezza REBIF e' stato testato in studi tossicologici di durata fino a 6 mesi nelle scimmie e di 3 mesi nei- ratti senza causare segni manifesti di tossicita' ad eccezione di una iperpiressia transitoria. REBIF non ha mostrato un effetto mutagenico o clastogenico. Non sono stati effettuati studi di carcinogenicita' con Rebif. E' stato condotto uno studio di tossicita' embrio-fetale nelle scimmie che ha mostrato l'assenza di effetti sulla riproduzione. Sulla base di osservazioni con interferoni alfa e beta non si puo' escludere un aumentato rischio di aborto. Non sono attualmente disponibili informazioni sugli effetti dell'interferone beta-la sulla fertilita' maschile. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Mannitolo, albumina umana, sodio acetato, acido acetico, idrossido di sodio, acqua per preparazioni iniettabili. 6.2 Incompatibilita'' Non risultano incompatibilita'. 6.3 Periodo di validita' 12 mesi. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione REBIF deve essere conservato a 2-8(gradi)C nel suo contenitore originale, al riparo dalla luce. Non congelare. 6.5 Natura e contenuto della confezione REBIF (Interferone beta-la) e' disponibile in confezioni da 1, 3 o 12 dosi individuali di REBIF soluzione per iniezione (0,5 ml) in siringa di vetro da 1 ml con ago in acciaio inossidabile. 6.6 Istruzioni per l'impiego e la manipolazione La soluzione iniettabile in siringa preriempita e' pronta per l'uso. 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO ARES-SERONO (Europe) Ltd. 24 Gilbert Street Londra W1Y 1 RJ Gran Bretagna 8. NUMERO (l) DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DELLE SPECIALITA' MEDICINALI 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO