ALLEGATO I RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE MABTHERA 100 mg 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Un flacone monouso contiene 100 mg (in 10 ml) di rituximab. Il rituximab e' un anticorpo monoclonale chimerico murino/umano ottenuto con tecniche di ingegneria genetica, costituito da una immunoglobulina glicosilata con la regione costante IgGl di origine umana e con la sequenza delle catene leggere e pesanti della regione variabile di origine murina. L'anticorpo viene prodotto utilizzando una coltura di cellule di mammifero (ovariche di Hamster Cinese) e purificato con cromatografia affine e scambio ionico, incluse le procedure di inattivazione e rimozione virale. 3. FORMA FARMACEUTICA Concentrato per soluzione per infusione 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche MABTHERA e' indicato per il trattamento dei pazienti affetti da linfoma follicolare in III-IV stadio, chemioresistente o in seconda o ulteriore recidiva dopo chemioterapia. 4.2 Posologia e modo di somministrazione Il dosaggio raccomandato di MABTHERA somministrato negli adulti come agente singolo e' di 375 mg/metri quadri di superficie corporea, in infusione endovenosa una volta alla settimana per quattro settimane. MABTHERA puo' essere somministrato in pazienti ambulatoriali. Prima dell'inizio di ogni infusione con MABTHERA, puo' essere effettuata una pre-medicazione, con farmaci anti-dolorifici e antistaminici quali paracetamolo e difenidramina. Prima infusione: la soluzione di MABTHERA preparata deve essere somministrata per infusione endovenosa tramite deflussore dedicato. Il dosaggio iniziale consigliato e' di 50 mg/h; dopo i primi 30 minuti pu6 essere incrementato di 50 mg/h ogni 30 minuti, fino a raggiungere un dosaggio massimo di 400 mg/h. Qualora dovesse manifestarsi ipersensibilita' o una reazione correlata alla infusione, l'infusione deve essere temporaneamente rallentata o interrotta (vedere 4.4. Avvertenze speciali e opportune precauzioni d'impiego). Quando i sintomi del paziente migliorano, l'infusione puo' essere proseguita con una dose/h iniziale pari alla meta' di quella precedente. Infusioni successive: le successive infusioni di MABTHERA possono essere effettuate con un dosaggio iniziale di 100 mg/h, incrementato di 100 mg/h ogni 30 minuti, fino a raggiungere un dosaggio massimo di 400 mg/h. Ritrattamento in seguito a recidiva: i pazienti che hanno inizialmente risposto al MABTHERA sono stati trattati di nuovo con il MABTHERA. La percentuale delle risposte in questi pazienti ritrattati sembra sovrapponibile. 4.3 Controindicazioni MABTHERA e' controindicato in pazienti con nota ipersensibilita' ai componenti del prodotto o alle proteine di origine murina. 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego Il trattamento con il MABTHERA deve essere iniziato da uno specialista in ematologia o oncologia. L'infusione con MABTHERA ha causato ipotensione transitoria e broncospasmo. Questi sintomi sono generalmente reversibili con la temporanea interruzione dell'infusione di MABTHERA e con la somministrazione di farmaci anti-dolorifici, antistaminici e occasionalmente di farmaci broncodilatatori o soluzioni saline per endovena. L'infusione puo' essere completata al cessare dei sintomi. Poiche' l'infusione con MABTHERA puo' causare ipotensione transitoria deve essere presa in considerazione la sospensione della somministrazione di farmaci anti-ipertensivi 12 ore prima dell'infusione con MABTHERA. La comparsa di angina pectoris o aritmie cardiache si e' verificata in pazienti con storia di malattie cardiache. Pertanto tali pazienti devono essere attentamente monitorati. In seguito alla somministrazione di proteine possono verificarsi nei pazienti reazioni di tipo anafilattico e altre reazioni di ipersensibilita'. In caso di reazione allergica nel corso della somministrazione di MABTHERA, i farmaci per il trattamento delle reazioni di ipersensibilita', es. epinefrina, antistaminici e corticosteroidi, devono essere disponibili e pronti per l'uso immediato. I pazienti devono essere osservati durante la prima ora di infusione. Sebbene Mabthera non sia mielosoppressivo, deve essere posta particolare attenzione nel considerare il trattamento di pazienti con neutrofili minore l.5 x 10 alla nona/l e/o con conta delle piastrine minore 75 x 10 alla nona/l, poiche' per questo tipo di popolazione si ha una limitata esperienza clinica. MABTHERA e' stato utilizzato in 21 pazienti che avevano effettuato trapianto di midollo autologo e in altri gruppi a rischio con una presumibile ridotta funzionalita' midollare senza indurre mielotossicita'. Nel corso della terapia con MABTHERA e' necessario considerare un monitoraggio periodico dell'emocromo completo con conta piastrinica. Non somministrare le soluzioni preparate per l'infusione come bolo o come iniezione endovenosa. Uso in eta' pediatrica La sicurezza e l'efficacia di Mabthera nei bambini non e' stata stabilita. 4.5 Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere. Al momento non si hanno dati disponibili sulla possibile interazione di farmaci con MABTHERA. I pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-proteine murine o anti-chimerici (HAMA/HACA) hanno reazioni allergiche o di ipersensibilita' quando vengono somministrati altri anticorpi monoclonali diagnostici o terapeutici. La tollerabilita' di associazioni in contemporanea o sequenziali di Mabthera con agenti capaci di determinare la deplezione di cellule B normali, non e' ben definita. Comunque, nessuna tossicita' sinergica e' stata osservata in 40 pazienti trattati con Mabthera in associazione con CHOP (ciclofosfamide, adriamicina, vincristina, prednisone). 4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento Gravidanza Non sono stati effettuati studi con rituximab sulla riproduzione animale. Non si sa inoltre se MABTHERA possa causare danni al feto se somministrato a donne in gravidanza o se possa alterare la capacita' riproduttiva. Tuttavia, poiche' e' noto che le IgG oltrepassano la barriera placentare, il rituximab puo' causare deplezione delle cellule B nel feto. Per tali motivi MABTHERA non deve essere somministrato a donne in gravidanza a meno che i potenziali benefici non superino i potenziali rischi. Dato che rituximab ha un lungo tempo di ritenzione nei pazienti con deplezione di cellule B, donne in eta' fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci nel corso del trattamento e fino a 12 mesi dal completamento della terapia con MABTHERA. Allattamento Non si sa se il rituximab passi nel latte materno. Tuttavia, poiche' le IgG passano nel latte materno, MABTHERA non deve essere somministrato alle donne che allattano. 4.7 Effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine Non e' noto se il rituximab abbia effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchinari, anche se l'attivita' farmacologica e gli eventi avversi ad oggi riportati, non danno indicazione che tali effetti siano probabili. 4.8 Effetti indesiderati Gli effetti indesiderati qui di seguito riportati si riferiscono agli eventi avversi osservati nei trials clinici eseguiti con MABTHERA, su 315 pazienti. Questi pazienti erano stati pre-trattati e la maggior parte aveva fattori prognostici negativi. Gli eventi avversi possono non essere direttamente correlati al trattamento con MABTHERA. Pazienti con un'elevata massa neoplastica definita come lesioni singole con un diametro maggiore 10 cm tendevano ad avere una maggiore incidenza di eventi di grado 3-4(17 per cento contro l'8 per cento). Eventi avversi correlati all'infusione La maggior parte dei pazienti puo' manifestare un insieme di sintomi correlati all'infusione, rappresentati principalmente da febbre e brividi/tremore, soprattutto nel corso della prima infusione con MABTHERA, generalmente entro le prime due ore. Altri sintomi correlati all'infusione sono nausea, orticaria/eruzioni cutanee, affaticamento, cefalea, prurito, broncospasmo/dispnea, sensazioni di gonfiore alla lingua e alla gola (angioedema), irritazione della gola, rinite, vomito, ipotensione transitoria, sensazione di calore, dolore in sede tumorale. Meno frequentemente si e' riscontrato nei pazienti esacerbazione di patologie cardiache pre-esistenti come l'angina pectoris o l'insufficienza cardiaca congestizia. L'incidenza degli eventi correlati all'infusione diminuisce sensibilmente nel corso delle infusioni successive. Reazioni avverse ematologiche Anormalita' ematologiche sono state riscontrate in una minoranza di pazienti e sono generalmente lievi e reversibili. Trombocitopenia grave e neutropenia grave si sono verificate rispettivamente nell'l,3 per cento e nell'1,9 per cento dei pazienti, mentre nell'l,0 per cento dei pazienti si e' riscontrata anemia grave. In seguito al trattamento con Mabthera sono stati riportati un singolo caso di anemia aplastica (aplasia eritroide pura) e casi infrequenti di anemia emolitica. Altre reazioni avverse In associazione alla terapia con MABTHERA sono stati riportati eventi polmonari, compresa la broncostenosi, e soltanto al 2 per cento dei pazienti sono stati somministrati dei broncodilatatori. E' stato riportato un solo caso di bronchiolite ostruttiva. Benche' MABTHERA provochi la deplezione dei linfociti B e possa essere associato alla diminuzione delle immunoglobuline sieriche, l'incidenza di infezione non sembra essere superiore rispetto alle aspettative in questa popolazione, e le infezioni gravi o opportunistiche sono state assai meno numerose rispetto a quelle riportate con la chemioterapia convenzionale. Infezioni generalmente comuni, non opportunistiche e lievi si sono sviluppate in circa il 17 per cento dei pazienti nel corso del trattamento e in circa il 16 per cento dei pazienti fino a un anno dal termine della terapia. La monoterapia con MABTHERA non e' stata associata a tossicita' epatica o renale clinicamente significativa, benche' dagli esami risulti un leggero e transitorio aumento dei parametri di funzionalita' epatica. Ulteriori eventi avversi che si sono verificati nell'1 per cento o piu' dei pazienti sono elencati qui di seguito. Sintomi generali - astenia, dolori addominali, dolori alla schiena, dolori al torace, malessere, distensione addominale, dolori al sito dell'infusione. Sistema cardiovascolare - ipertensione, bradicardia, tachicardia, aritmia, ipotensione posturale. Tratto gastroenterico - diarrea, dispepsia, anoressia. Sistema emopoietico e linfatico - linfoadenopatia. Disturbi metabolici e della nutrizione - iperglicemia, edema periferico, aumento delle LDH, ipocalcemia. Sistema muscolo-scheletrico - artralgia, mialgia, dolori, ipertonia. Sistema nervoso - capogiri, stati ansiosi, parestesia, iperestesia, stato di agitazione, insonnia, nervosismo. Sistema respiratorio - aumento della tosse, sinusite, bronchite, malattie respiratorie. Cute, mucose e annessi- sudorazione notturna, sudorazione, herpes simplex, herpes zoster. Organi sensoriali- disturbi della lacrimazione, congiuntivite, alterazione del gusto. Ulteriori eventi avversi gravi verificatisi in meno dell'1 per cento dei pazienti sono elencati qui di seguito. Sistema emopoietico e linfatico - disturbi della coagulazione. Sistema respiratorio - asma, disordini polmonari. 4.9 Sovradosaggio Non si hanno segnalazioni di sovradosaggio nell'uomo nel corso degli studi clinici. Comunque, non sono stati testati dosaggi singoli superiori a 500 mg/metri quadri di superficie corporea. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1 Proprieta' farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: Agenti antineoplastici, codice ATC: L01X X20 Rituximab si lega in particolare all'antigene transmembranico CD20, una fosfoproteina non glicosilata, che si trova sui linfociti pre-B e sui linfociti B maturi. L'antigene viene espresso su oltre il 95 per cento di tutti i linfomi non-Hodgkin B cellulari (NHLs). Il CD20 si ritrova nelle cellule B normali e neoplastiche, ma non sulle cellule staminali emopoietiche, sulle cellule pro-B, sulle plasmacellule normali o su altri tessuti normali. L'antigene non viene internalizzato, dopo legame anticorpale e non viene disseminato dalla superficie cellulare. Il CD20 non circola nel sangue come antigene libero e quindi non compete con il legame degli anticorpi. Il dominio Fab del rituximab si lega all'antigene CD20 sui linfociti B e attiva le funzioni effettrici del sistema immunitario con lo scopo di provocare la lisi delle cellule B tramite il dominio Fc. I meccanismi possibili della lisi cellulare comprendono la citotossicita' complemento-dipendente (CDC) attraverso il legame con il Clq, e la citotossicita' cellulare anticorpo-dipendente (ADCC) mediata da uno o piu' recettori Fc(gamma) sulla superficie di granulociti, macrofagi e cellule NK. La conta mediana periferica delle cellule B e' scesa al di sotto dei valori normali successivamente alla somministrazione della prima dose, con l'inizio del recupero dopo 6 mesi. I livelli normali delle cellule B sono stati raggiunti tra i 9 e i 12 mesi successivi al termine del trattamento. Dati di laboratorio clinico Non sono state osservate risposte da parte dei 67 pazienti sottoposti all'esame per la ricerca degli anticorpi umani contro il topo (HAMA). Dei 355 pazienti sottoposti all'esame per la ricerca degli HACA, meno dell'1 per cento (3 pazienti) sono risultati positivi. 5.2 Proprieta' farmacocinetiche Nei pazienti trattati rispettivamente con 125, 250 o 375 mg/metri quadri di MABTHERA, somministrato per infusione endovenosa una volta alla settimana, per quattro settimane, le concentrazioni anticorporali sieriche sono incrementate all'aumentare del dosaggio. Nei pazienti che hanno ricevuto il dosaggio di 375 mg/metri quadri, l'emivita sierica media del rituximab e' stata di 68.1 h, la C massima e' stata 238,7 microgrammo/milligrammo e la clearance plasmatica media e' stata di 0,0459 L/h dopo la prima infusione; dopo la quarta infusione, i valori medi dell'emivita sierica media, della C massima e della clearance plasmatica sono stati rispettivamente di 189,9 h, 480,7 microgrammo/milligrammo e 0,0145 L/h. Comunque la variabilita' dei livelli sierici e' stata elevata. Le concentrazioni sieriche di rituximab erano statisticamente piu' elevate nei pazienti responsivi in confronto a quelli non-responsivi quando calcolate subito prima e subito dopo la quarta infusione e dopo il trattamento. Le concentrazioni sieriche erano correlate negativamente alla massa tumorale. Generalmente, il rituximab e' stato ritrovato per 3-6 mesi. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Il rituximab si e' rivelato altamente specifico per l'antigene CD20 sulle cellule B. Gli studi sulla tossicita' effettuati nella scimmia Cynomolgus non hanno rivelato altri effetti se non l'attesa deplezione farmacologica delle cellule B nel sangue periferico e nel tessuto linfonodale. Il recupero delle cellule B periferiche e' stato caratterizzato da un'ampia variabilita' intraindividuale. Comunque, il recupero delle cellule B periferiche e' iniziato generalmente due settimane dopo il trattamento e la conta media delle cellule B ha raggiunto il 40 per cento dei livelli basali dopo un periodo di 3 mesi. Non sono state osservate reazioni avverse non correlate all'effetto atteso, in studi nella scimmia Cynomolgus, sia a dosaggio singolo sia a dosaggio multiplo. Non sono stati eseguiti studi a lungo termine sugli animali, per la definizione del potenziale carcinogenico del rituximab, o per determinare i suoi effetti sulla fertilita' maschile o femminile. Non sono stati eseguiti i test standard per lo studio della mutagenicita', poiche' tali studi non sono rilevanti ai fini della molecola in questione. Comunque, proprio per le sue caratteristiche risulta improbabile che il rituximab abbia un potenziale mutagenico. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Sodio citrato Polisorbato 80 Sodio cloruro Sodio idrossido Acido cloridrico Acqua per preparazioni iniettabili 6.2 Incompatibilita' Non sono state osservate incompatibilita' tra MABTHERA e le sacche di polivinile cloruro o di polietilene, o la strumentazione per infusione. 6.3 Periodo di validita' 24 mesi 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare i flaconi tra 2 e 8 gradi Centigradi. Tenere i flaconi non diluiti lontano dalla luce diretta del sole. Le soluzioni di MABTHERA preparate per l'infusione devono essere utilizzate immediatamente dopo la diluizione e rimangono stabili per 12 ore a temperatura ambiente. Se necessario la soluzione preparata puo' essere conservata nel frigorifero (a 2-8 gradi Centigradi), dato che si mantiene chimicamente stabile per oltre 24 ore. MABTHERA non contiene conservanti antimicrobici, percio' deve essere posta particolare attenzione affinche' la sterilita' della soluzione preparata possa essere garantita. 6.5 Natura e contenuto della confezione Flaconi monouso, senza conservanti, di vetro trasparente con tappo di gomma butilica, contenenti 100 mg (in 10 ml) di rituximab (10 mg/ml). Confezioni da 2 flaconi. 6.6 Istruzioni per l'impiego/la manipolazione e per l'eliminazione del medicinale inutilizzato o degli scarti del suddetto medicinale (se necessario) MABTHERA e' un liquido limpido e incolore, viene fornito in flaconi sterili, senza conservanti, apirogeni, monouso. Aspirare, in condizioni di sterilita', la quantita' necessaria di MABTHERA e diluire per una concentrazione calcolata da 1 a 4 mg/ml di rituximab in una sacca per infusione contenente soluzione sterile e apirogena di sodio cloruro 0,9 per cento, oppure di glucosio al 5 per cento. Per miscelare la soluzione, capovolgere lentamente la sacca in modo da evitare il formarsi di schiuma. Deve essere posta attenzione affinche' sia garantita la sterilita' delle soluzioni preparate. Poiche' il farmaco non contiene conservanti antimicrobici o agenti batteriostatici, si devono osservare le tecniche di asetticita'. I farmaci per uso parenterale devono essere controllati per verificare la presenza di particelle o alterazioni del colore, prima di essere somministrati. 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO Roche Registration Limited, 40 Road, Welwyn Garden City, Hertfordshire, AL7 3AY, U.K. 8. NUMERO DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE / DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE I0. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE MABTHERA 500 mg 1. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Un flacone monouso contiene 500 mg (in 50 mL) di rituximab. Il rituximab e' un anticorpo monoclonale chimerico murino/umano ottenuto con tecniche di ingegneria genetica, costituito da una immunoglobulina glicosilata con la regione costante IgGl di origine umana e con la sequenza delle catene leggere e pesanti della regione variabile di origine murina. L'anticorpo viene prodotto utilizzando una coltura di cellule di mammifero (ovariche di Hamster Cinese) e purificato con cromatografia affine e scambio ionico, incluse le procedure di inattivazione e rimozione virale. 3. FORMA FARMACEUTICA Concentrato per soluzione per infusione 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche MABTHERA e' indicato per il trattamento dei pazienti affetti da linfoma follicolare in III-IV stadio, chemioresistente o in seconda o ulteriore recidiva dopo chemioterapia. 4.2 Posologia e modo di somministrazione Il dosaggio raccomandato di MABTHERA somministrato negli adulti come agente singolo e' di 375 mg/metri quadri di superficie corporea, in infusione endovenosa una volta alla settimana per quattro settimane. MABTHERA puo' essere somministrato in pazienti ambulatoriali. Prima dell'inizio di ogni infusione con MABTHERA, puo' essere effettuata una pre-medicazione, con farmaci anti-dolorifici e antistaminici quali paracetamolo e difenidramina. Prima infusione: la soluzione di MABTHERA preparata deve essere somministrata per infusione endovenosa tramite deflussore dedicato. Il dosaggio iniziale consigliato e' di 50 mg/h; dopo i primi 30 minuti puo' essere incrementato di 50 mg/h ogni 30 minuti, fino a raggiungere un dosaggio massimo di 400 mg/h. Qualora dovesse manifestarsi ipersensibilita' o una reazione correlata alla infusione, l'infusione deve essere temporaneamente rallentata o interrotta (vedere 4.4. Avvertenze speciali e opportune precauzioni d'impiego). Quando i sintomi del paziente migliorano, l'infusione puo' essere proseguita con una dose/h iniziale pari alla meta' di quella precedente. Infusioni successive: le successive infusioni di MABTHERA possono essere effettuate con un dosaggio iniziale di 100 mg/h, incrementato di 100 mg/h ogni 30 minuti, fino a raggiungere un dosaggio massimo di 400 mg/h. Ritrattamento in seguito a recidiva: i pazienti che hanno inizialmente risposto al MABTHERA sono stati trattati di nuovo con il MABTHERA. La percentuale delle risposte in questi pazienti ritrattati sembra sovrapponibile. 4.3 Controindicazioni MABTHERA e' controindicato in pazienti con nota ipersensibilita' ai componenti del prodotto o alle proteine di origine murina. 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d'impiego Il trattamento con il MABTHERA deve essere iniziato da uno specialista in ematologia o oncologia. L'infusione con MABTHERA ha causato ipotensione transitoria e broncospasmo. Questi sintomi sono generalmente reversibili con la temporanea interruzione dell'infusione di MABTHERA e con la somministrazione di farmaci anti-dolorifici, antistaminici, e occasionalmente di farmaci broncodilatatori o soluzioni saline per endovena. L'infusione puo' essere completata al cessare dei sintomi. Poiche' l'infusione con MABTHERA puo' causare ipotensione transitoria deve essere presa in considerazione la sospensione della somministrazione di farmaci anti-ipertensivi 12 ore prima dell'infusione con MABTHERA. La comparsa di angina pectoris o aritmie cardiache si e' verificata in pazienti con storia di malattie cardiache. Pertanto tali pazienti devono essere attentamente monitorati. In seguito alla somministrazione di proteine possono verificarsi nei pazienti reazioni di tipo anafilattico e altre reazioni di ipersensibilita'. In caso di reazione allergica nel corso della somministrazione di MABTHERA, i farmaci per il trattamento delle reazioni di ipersensibilita', es. epinefrina, antistaminici e corticosteroidi, devono essere disponibili e pronti per l'uso immediato. I pazienti devono essere osservati durante la prima ora di infusione. Sebbene Mabthera non sia mielosoppressivo, deve essere posta particolare attenzione nel considerare il trattamento di pazienti con neutrofili minore 1.5 x 10 alla nona/l e/o con conta delle piastrine minore 75 x 10 alla nona/l, poiche' per questo tipo di popolazione si ha una limitata esperienza clinica. MABTHERA e' stato utilizzato in 21 pazienti che avevano effettuato trapianto di midollo autologo e in altri gruppi a rischio con una presumibile ridotta funzionalita' midollare senza indurre mielotossicita'. Nel corso della terapia con MABTHERA e' necessario considerare un monitoraggio periodico dell'emocromo completo con conta piastrinica. Non somministrare le soluzioni preparate per l'infusione come bolo o come iniezione endovenosa. Uso in eta' pediatrica La sicurezza e l'efficacia di Mabthera nei bambini non e' stata stabilita. 4.5 Interazioni con altri medicinali e interazioni di qualsiasi altro genere Al momento non si hanno dati disponibili sulla possibile interazione di farmaci con MABTHERA. I pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-proteine murine o anti-chimerici (HAMA/HACA) hanno reazioni allergiche o di ipersensibilita' quando vengono somministrati altri anticorpi monoclonali diagnostici o terapeutici. La tollerabilita' di associazioni in contemporanea o sequenziali di Mabthera con agenti capaci di determinare la deplezione di cellule B normali, non e' ben definita. Comunque, nessuna tossicita' sinergica e' stata osservata in 40 pazienti trattati con Mabthera in associazione con CHOP (ciclofosfamide, adriamicina, vincristina, prednisone). 4.6 Uso durante la gravidanza e l'allattamento Gravidanza Non sono Stati effettuati studi con rituximab sulla riproduzione animale. Non si sa inoltre se MABTHERA possa causare danni al feto se somministrato a donne in gravidanza o se possa alterare la capacita' riproduttiva. Tuttavia, poiche' e' noto che le IgG oltrepassano la barriera placentare, il rituximab puo' causare deplezione delle cellule B nel feto. Per tali motivi MABTHERA non deve essere somministrato a donne in gravidanza a meno che i potenziali benefici non superino i potenziali rischi. Dato che rituximab ha un lungo tempo di ritenzione nei pazienti con deplezione di cellule B, donne in eta' fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci nel corso del trattamento e fino a 12 mesi dal completamento della terapia con MABTHERA. Allattamento Non si sa se il rituximab passi nel latte materno. Tuttavia, poiche' le IgG passano nel latte materno, MABTHERA non deve essere somministrato alle donne che allattano. 4.7 Effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchine Non e' noto se il rituximab abbia effetti sulla capacita' di guidare e sull'uso di macchinari, anche se l'attivita' farmacologica e gli eventi avversi ad oggi riportati, non danno indicazione che tali effetti siano probabili. 4.8 Effetti indesiderati Gli effetti indesiderati qui di seguito riportati si riferiscono agli eventi avversi osservati nei trials clinici eseguiti con MABTHERA, su 315 pazienti. Questi pazienti erano stati pre-trattati e la maggior parte aveva fattori prognostici negativi. Gli eventi avversi possono non essere direttamente correlati al trattamento con MABTHERA. Pazienti con un'elevata massa neoplastica definita come lesioni singole con un diametro maggiore di 10 cm tendevano ad avere una maggiore incidenza di eventi di grado 3-4 (17 per cento contro l'8 per cento). Eventi avversi correlati all'infusione La maggior parte dei pazienti puo' manifestare un insieme di sintomi correlati all'infusione. rappresentati principalmente da febbre e brividi/tremore, soprattutto nel corso della prima infusione con MABTHERA, generalmente entro le prime due ore. Altri sintomi correlati all'infusione sono nausea, orticaria/eruzioni cutanee, affaticamento, cefalea, prurito, broncospasmo/dispnea, sensazioni di gonfiore alla lingua e alla gola (angioedema), irritazione della gola, rinite, vomito, ipotensione transitoria, sensazione di calore, dolore in sede tumorale. Meno frequentemente si e' riscontrato nei pazienti esacerbazione di patologie cardiache pre-esistenti come l'angina pectoris o l'insufficienza cardiaca congestizia. L'incidenza degli eventi correlati all'infusione diminuisce sensibilmente nel corso delle infusioni successive. Reazioni avverse ematologiche Anormalita' ematologiche sono state riscontrate in una minoranza di pazienti e sono generalmente, lievi e reversibili. Trombocitopenia grave e neutropenia grave si sono verificate rispettivamente nell'1,3 per cento e nell'1,9 per cento dei pazienti, mentre nell'l,0 per cento dei pazienti si e' riscontrata anemia grave. In seguito al trattamento con Mabthera sono stati riportati un singolo caso di anemia aplastica (aplasia eritroide pura) e casi infrequenti di anemia emolitica. Altre reazioni avverse In associazione alla terapia con MABTHERA sono stati riportati eventi polmonari, compresa la broncostenosi, e soltanto al 2 per cento dei pazienti sono stati somministrati dei broncodilatatori. E' stato riportato un solo caso di bronchiolite ostruttiva. Benche' MABTHERA provochi la deplezione dei linfociti B e possa essere associato alla diminuzione delle immunoglobuline sieriche, l'incidenza di infezione non sembra essere superiore rispetto alle aspettative in questa popolazione, e le infezioni gravi o opportunistiche sono state assai meno numerose rispetto a quelle riportate con la chemioterapia convenzionale. Infezioni generalmente comuni, non opportunistiche e lievi si sono sviluppate in circa il 17 per cento dei pazienti nel corso del trattamento e in circa il 16 per cento dei pazienti fino a un anno dal termine della terapia. La monoterapia con MABTHERA non e' stata associata a tossicita' epatica o renale clinicamente significativa, benche' dagli esami risulti un leggero e transitorio aumento dei parametri di funzionalita' epatica. Ulteriori eventi avversi che si sono verificati nell'1 per cento o piu' dei pazienti sono elencati qui di seguito. Sintomi generali - astenia, dolori addominali, dolori alla schiena, dolori al torace, malessere, distensione addominale, dolori al sito dell'infusione. Sistema cardiovascolare - ipertensione, bradicardia, tachicardia, aritmia, ipotensione posturale. Tratto gastroenterico - diarrea, dispepsia, anoressia. Sistema emopoietico e linfatico - linfoadenopatia. Disturbi metabolici e della nutrizione - iperglicemia,' edema periferico, aumento delle LDH, ipocalcemia. Sistema muscolo-scheletrico - artralgia, mialgia, dolori, ipertonia. Sistema nervoso - capogiri, stati ansiosi, parestesia, iperestesia, stato di agitazione, insonnia, nervosismo. Sistema respiratorio - aumento della tosse, sinusite, bronchite, malattie respiratorie. Cute, mucose e annessi - sudorazione notturna, sudorazione, herpes simplex, herpes zoster. Organi sensoriali - disturbi della lacrimazione, congiuntivite, alterazione del gusto. Ulteriori eventi avversi gravi verificatisi in meno dell'1 per cento dei pazienti sono elencati qui di seguito. Sistema emopoietico e linfatico - disturbi della coagulazione. Sistema respiratorio - asma, disordini polmonari. 4.9Sovradosaggio Non si hanno segnalazioni di sovradosaggio nell'uomo nel corso degli studi clinici. Comunque, non sono stati testati dosaggi singoli superiori a 500 mg/metri quadri di superficie corporea. 5. PROPRIETA' FARMACOLOGICHE 5.1 Proprieta' farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: Agenti antineoplastici, codice ATC: L01X X20 Rituximab si lega in particolare all'antigene transmembranico CD2O, una fosfoproteina non glicosilata, che si trova sui linfociti pre-B e sui linfociti B maturi. L'antigene viene espresso su oltre il 95 per cento di tutti i linfomi non-Hodgkin B cellulari (NHLs). Il CD2O si ritrova nelle cellule B normali e neoplastiche, ma non sulle cellule staminali emopoietiche, sulle cellule pro-B, sulle plasmacellule normali o su altri tessuti normali. L'antigene non viene internalizzato, dopo legame anticorpale e non viene disseminato dalla superficie cellulare. Il CD2O non circola nel sangue come antigene libero e quindi non compete con il legame degli anticorpi. Il dominio Fab del rituximab si lega all'antigene CD2O sui linfociti B e attiva le funzioni effettrici del sistema immunitario con lo scopo di provocare la lisi delle cellule B tramite il dominio Fc. I meccanismi possibili della lisi cellulare comprendono la citotossicita' complemento-dipendente (CDC) attraverso il legame con il Clq, e la citotossicita' cellulare anticorpo-dipendente (ADCC) mediata da uno o piu' recettori Fc(gamma) sulla superficie di granulociti, macrofagi e cellule NK. La conta mediana periferica delle cellule B e' scesa al di sotto dei valori normali successivamente alla somministrazione della prima dose, con l'inizio del recupero dopo 6 mesi. I livelli normali delle cellule B sono stati raggiunti tra i 9 e 12 mesi successivi al termine del trattamento. Dati di laboratorio clinico Non sono state osservate risposte da parte dei 67 pazienti sottoposti all'esame per la ricerca degli anticorpi umani contro il topo (HAMA). Dei 355 pazienti sottoposti all'esame per la ricerca degli HACA, meno dell'1 per cento (3 pazienti) sono risultati positivi. 5.2Proprieta' farmacocinetiche Nei pazienti trattati rispettivamente con 125, 250 o 375 mg/metri quadri di MABTHERA, somministrato per infusione endovenosa una volta alla settimana, per quattro settimane, le concentrazioni anticorporali sieriche sono incrementate all'aumentare del dosaggio. Nei pazienti che hanno ricevuto il dosaggio di 375 mg/metri quadri, l'emivita sierica media del rituximab e' stata di 68,1 h, la C/massima e' stata 238,7 microgrammo/ml e la clearance plasmatica media e' stata di 0,0459 L/h dopo la prima infusione; dopo la quarta infusione, i valori medi dell'emivita sierica media, della C/massima e della clearance plasmatica sono stati rispettivamente di 189,9 h, 480,7 microgrammo/ml e 0,0145 L/h. Comunque la variabilita' dei livelli sierici e' stata elevata. Le concentrazioni sieriche di rituximab erano statisticamente piu' elevate nei pazienti responsivi in confronto a quelli non-responsivi quando calcolate subito prima e subito dopo la quarta infusione e dopo il trattamento. Le concentrazioni sieriche erano correlate negativamente alla massa tumorale. Generalmente, il rituximab e' stato ritrovato per 3-6 mesi. 5.3Dati preclinici di sicurezza Il rituximab si e' rivelato altamente specifico per l'antigene CD2O sulle cellule B. Gli studi sulla tossicita' effettuati nella scimmia Cynomolgus non hanno rivelato altri effetti se non l'attesa deplezione farmacologica delle cellule B nel sangue periferico e nel tessuto linfonodale. Il recupero delle cellule B periferiche e' stato caratterizzato da un'ampia variabilita' intraindividuale. Comunque, il recupero delle cellule B periferiche e' iniziato generalmente due settimane dopo il trattamento e la conta media delle cellule B ha raggiunto il 40 per cento dei livelli basali dopo un periodo di 3 mesi. Non sono state osservate reazioni avverse non correlate all'effetto atteso, in studi nella scimmia Cynomolgus, sia a dosaggio singolo sia a dosaggio multiplo. Non sono stati eseguiti studi a lungo termine sugli animali, per la definizione del potenziale carcinogenico del rituximab, o per determinare i suoi effetti sulla fertilita' maschile o femminile. Non sono stati eseguiti i test standard per lo studio della mutagenicita', poiche' tali studi non sono rilevanti ai fini della molecola in questione. Comunque, proprio per le sue caratteristiche risulta improbabile che il rituximab abbia un potenziale mutagenico. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Sodio citrato Polisorbato 80 Sodio cloruro Sodio idrossido Acido cloridrico Acqua per preparazioni iniettabili 6.2 Incompatibilita' Non sono state osservate incompatibilita' tra MABTHERA e le sacche di polivinile cloruro o di polietilene, o la strumentazione per infusione. 6.3 Periodo di validita' 24 mesi 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare i flaconi tra 2 e 8 gradi Centigradi. Tenere i flaconi non diluiti lontano dalla luce diretta del sole. Le soluzioni di MABTHERA preparate per l'infusione devono essere utilizzate immediatamente dopo la diluizione e rimangono stabili per l2 ore a temperatura ambiente. Se necessario la soluzione preparata puo' essere conservata nel frigorifero (a 2-8 gradi Centigradi), dato che si mantiene chimicamente stabile per oltre 24 ore. MABTHERA non contiene conservanti antimicrobici, percio' deve essere posta particolare attenzione affinche' la sterilita' della soluzione preparata possa essere garantita. 6.5 Natura e contenuto della confezione Flaconi monouso, senza conservanti, di vetro trasparente con tappo di gomma butilica, contenenti 500 mg (in 50 ml) di rituximab (10 mg/ml). Confezioni da 1 flacone. 6.6 Istruzioni per l'impiego/la manipolazione e per l'eliminazione del medicinale inutilizzato o degli scarti del suddetto medicinale (se necessario) MABTHERA e' un liquido limpido e incolore, viene fornito in flaconi sterili, senza conservanti, apirogeni, monouso. Aspirare, in condizioni di sterilita', la quantita' necessaria di MABTHERA e diluire per una concentrazione calcolata da 1 a 4 mg/ml di rituximab in una sacca per infusione contenente soluzione sterile e apirogena di sodio cloruro 0,9 per cento, oppure di glucosio al 5 per cento. Per miscelare la soluzione, capovolgere lentamente la sacca in modo da evitare il formarsi di schiuma. Deve essere posta attenzione affinche' sia garantita la sterilita' delle soluzioni preparate. Poiche' il farmaco non contiene conservanti antimicrobici o agenti batteriostatici, si devono osservare le tecniche di asetticita'. I farmaci per uso parenterale devono essere controllati per verificare la presenza di particelle o alterazioni del colore, prima di essere somministrati. 7. TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO Roche Registration Limited, 40 Road, Welwyn Garden City, Hertfordshire, AL7 3AY, U.K. 8. NUMERO DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO COMUNITARIO DEI MEDICINALI 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE / DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO