(all. 1 - art. 1)
                                                           ALLEGATO 1
        FARMACI INIETTABILI ANTIBLASTICI: MOTIVAZIONI PER LA
                   LIMITAZIONE ALL'USO OSPEDALIERO
Fatti salvi gli aspetti concernenti l'assunziore dei relativi oneri a
carico  del  Servizio  Sanitario Nazionale, le motivazioni che stanno
alla base della  limitazione  all'ambito  ospedaliero  della  maggior
parte  dei  medicinali  antiblastici  iniettabili  sono  molteplici e
riguardano profili medico scientifici e organizzativi.
Dal punto di vista medico scientifico va rilevato quanto segue:
 - la maggioranza dei protocolli terapeutici antiblastici prevede  la
somministrazione  di  farmaci  in  combinazioni  polichemioterapiche,
secondo  precisi  criteri  di  somministrazione,   di   sequenze   di
erogazione, di rispetto dei dosaggi e dei tempi di riciclo;
 -  i protocolli di terapia antiblastica sono stabiliti secondo piani
terapeutici  complessi  diversi  da  patologia  a  patologia   spesso
multidisciplinari,   elaborati   da   competenze   specialistiche  di
appartenenza   ospedaliera   (oncologia    medica,    oncoematologia,
specialita'  oncologiche  d'organo) che assumono la responsabilita' e
di conseguenza anche il controllo della corretta  applicazione  degli
stessi protocolli;
 -  i singoli farmaci antiblastici e i diversi regimi di combinazione
sono gravati da importanti e spesso  pericolosi  effetti  collaterali
talora  immediati,  piu'  frequentemente  dilazionati  nel tempo, che
debbono  essere  tempestivamente  riconosciuti   e   che   richiedono
appropriate  misure  preventive  e  adeguati trattamenti di supporto,
possibili solo in  particolari  condizioni  di  assistenza  quali  il
regime   di   ricovero  ordinario,  il  Day  Hospital,  l'ambulatorio
divisionale e l'ospedalizzazione domiciliare;
 - sono anche frequenti i rischi di lesioni necrotico-ulcerative  dei
tessuti  molli  nella  sede  di  iniezione  in seguito a stravaso del
farmaco;
 - durante tutto il programma terapeutico possono rendersi necessarie
modifiche dei dosaggi  e  delle  modalita'  di  somministrazioni  dei
chemioterapici  conseguenti  sia alla comparsa di effetti collaterali
sfavorevoli, sia alla valutazione del  grado  di  sensibilita'  della
neoplasia  al  trattamento  in  atto  modifiche  che  sono di stretta
competenza specialistica e quindi gestibili solo  nell'ambito  di  un
adeguato programma terapeutico.
  Le  motivazioni  di  ordine organizzativo riguardano soprattutto il
problema della protezionistica degli operatori sanitari addetti  alla
preparazione  dei  chemioterapici  antitumorali  e  quello  del  loro
smaltimento.
 A questo proposito l'ISPELS, l'Istituto Superore  di  Sanita'  e  la
Commissione  Oncologica  Nazionale  hanno stabilito precise direttive
secondo le quali la preparazione dei farmaci antiblastici deve essere
effettuata in ambiente protetto, possibilmente  centralizzato,  sotto
cappa a flusso laminare verticale e con tutte le necessarie misure di
protezione individuale (camice a perdere, mascherine, guanti ecc.).
  Da  tutta questa serie di motivazioni deriva che la norma contenuta
nell'art. 68, comma 6 della Legge 23 dicembre 1998, n. 448 'Misure di
finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo" che regola  il
regime  di  dispensazione  dei  farmaci  chemioterapici  antitumorali
iniettabili, non solo non determina alcun arretramento dei livelli di
assistenza ai pazienti neoplastici, ma si traduce anche e soprattutto
in  una  maggiore  tutela  degli stessi pazienti e della salute degli
operatori sanitari.
  Nell'ambito  dei  prodotti  medicinali  iniettabili  con  esclusiva
indicazione  antitumorale  secondo  la norma citata ve ne sono alcuni
per i quali puo' essere prevista  l'erogazione  tramite  le  farmacie
aperte  al  pubblico per una somministrazione domiciliare al di fuori
dei programmi sopra menzionati, con sufficienti garanzie di sicurezza
per il paziente e per gli operatori sanitari.
  La valutazione del livello di sicurezza a questo fine  puo'  essere
basata sui seguenti elementi:
 - via di somministrazione;
 - modalita' di somministrazione;
 - tossicita' acuta;
 - effetti collaterali a medio lungo termine;
 - modalita' di preparazione e di smaltimento.
  In  base  a  tali  criteri e tenendo conto della pratica clinica si
ritiene che possano  essere  considerati  sufficientemente  sicuri  i
trattamenti  con farmaci di semplice preparazione somministrabili per
via intramuscolare, per via sottocutanea  e  per  via  endovescicale,
mentre i trattamenti per via endovenosa rapida e per via infusionale,
soprattutto  se con piu' farmaci possono presentare crescenti livelli
di rischio.
  Ne deriva che  possano  essere  ammessi  all'erogazione  presso  le
farmacie aperte al pubblico per il tramite delle farmacie ospedaliere
gli antiblastici per i quali e' prevista esplicitamente l'indicazione
alla somministrazione intramuscolare, sottocutanea ed endovescicale.