ALLEGATO Al Presidente della Repubblica Il consiglio comunale di Ottaviano (Napoli) e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 8 settembre 1997, registrato alla Corte dei conti in data 16 settembre 1997, per la durata di mesi diciotto, ai sensi dell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, essendo stati riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalita' organizzata. Per effetto dell'avvenuto scioglimento, la gestione dell'ente e' stata affidata alla commissione straordinaria che ha perseguito l'obiettivo del ripristino della legalita', nonostante il clima di sostanziale ostilita'. Invero, come evidenziato dal prefetto di Napoli con relazione in data 10 marzo 1999, dalle risultanze degli interventi di risanamento effettuati dalla commissione emerge che la radicata situazione di illegalita', che ha permeato per lunghi anni la gestione politicoamministrativa del comune di Ottaviano, e lo stato di degrado ambientale e culturale, che caratterizza il territorio e lo stesso tessuto sociale del Paese, sono di ostacolo all'azione di recupero dell'amministrazione della cosa pubblica ai criteri di legalita' e di buon andamento, assolutamente disattesi dal disciolta consiglio comunale. La particolarita' del momento energe dalla recente vicenda relativa alla restituzione al comune di Ottaviano, da parte dell'amministrazione provinciale di Napoli, del piano regolatore generale, ritenuta non meritevole di approvazione. E proprio le lentezze, i ritardi e le inerzie che hanno caratterizzato le procedure per l'adozione del predetto piano regolatore, avviato ben diciotto anni fa, hanno determinato negative ripercussioni di vario ordine, sia sul comune, che sa tutta la collettivita' amministrata. Il necessario conferimento di un nuovo incarico di progettazione del citato strumento urbanistico attraverso procedure corrette, celeri e trasparenti, che valgono ad assicurare continuita' nell'azione di ripristino della legalita', avviata dalla commissione straordinaria, apre una fase tanto piu' delicata ove si considerino gli effetti pregiudizievoli gia' prodottisi sul territorio. Dagli atti istruttori allegati al provvedimento di rigetto adottato dall'organo della provincia, emerge, infatti, con chiarezza e dovizia di particolari, la incompleta e lacunosa gestione di tutta la procedura, sia sotto il profilo tecnico, che sotto quello amministrativo. Rilevano a tal proposito l'assoluta carenza di istruttoria, in relazione all'assenza di tutti i pareri degli organi preposti alla tutela dei vincoli urbanistici, edilizi e sanitari, nonche' le lacune e le incongruenze dello strumento urbanistico, che presenta profili di sospetta strumentalita' speculativa. Appare singolare la previsione normativa di attuazione del piano regolatore generale che, nel caso di mancata iniziativa comunale, entro un anno dall'adozione del medesimo, consentiva modifiche al regime di intervento delle aree sottoposte a piano esecutivo. Tale previsione, oltre a permettere un'arbitraria alterazione del piano originario, per i possibili e prevedibili ritardi od omissioni nella predisposizione degli strumenti esecutivi, rende verosimile l'intendo di legittimare l'intervento incontrollato sul territorio da parte dei privati a favorire il ritorno ad un regime di anarchia urbanistica. E proprio l'assenza di ogni strumento di pianificazione urbanistica ha facilitato sul territorio numerose speculazioni, nonche' la diffusione incontrollata dell'abusivismo edilizio, fenomeni sui quali si e' concentrato l'interesse della criminalita' organizzata, i cui tentativi di interferenza e condizionamento hanno trovato riscontro negli atti della commissione d'accesso, a suo tempo preposta all'attivita' di accertamento, e che hanno rappresentato uno dei motivi dello scioglisento del consiglio comunale di Ottaviano. E' necessario, pertanto, che nell'attuale fase di risanamento avviata dall'organo straordinario vengano attivate le procedure per la redazione del nuovo piano regolatore, atte ad evitare la riproposizione di iniziative speculative in settori, come quello urbanistico, su cui convergono maggiormente gli interessi criminali. In relazione a quanto sopra, il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha espresso, nella seduta del 5 marzo 1999, parere favorevole alla proroga della gestione commissariale, considerato altresi' che un maggior lasso di tempo, rispetto all'imminente turno elettorale, potra' consentire alla comunita' di Ottaviano di esprimere la propria libera determinazione ed il programma di rinnovamento al di fuori di possibili condizionamenti da parte delle organizzazioni criminali presenti sul territorio. Per le suesposte considerazioni, si ritiene necessario un ulteriore intervento dello Stato per assicurare il buon andamento della amministrazione di Ottaviano ed il regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati, mediante l'applicazione dell'istituto della proroga della gestione commissariale, finalizzata a garantire la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita' e la fattiva incidenza sulla tutela degli interessi primari, nonche' a consentire l'effettuazione di nuove elezioni libere da ogni condizionamento malavitoso. La valutazione della situazione in concreto riscontrata in relazione alla persistenza dell'influenza criminale, forte del suo consolidato insediamento, rende necessario che il periodo della gestione commissariale sia protratto di ulteriori sei mesi. Ritenuto, pertanto, che - alla stregua della relazione del prefetto di Napoli, che si intende qui integralmente richiamata - ricorrano le condizioni per l'applicazione dell'art. 2 del decreto-legge 20 dicembre 1993, n. 529, convertito, senza modificazioni, dalla legge 11 febbraio 1994, n. 108, si formula rituale proposta per la proroga della durata dello scioglimento del consiglio comunale di Ottaviano (Napoli) per il periodo di sei mesi. Roma, 15 marzo 1999 Il Ministro dell'interno: Russo Jervolino