(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
                 PIANO STRALCIO DELLE FASCE FLUVIALI
(Legge 18 maggio 1989, n. 183, e successive modifiche e integrazioni,
    art. 17, comma 6-ter, approvato con D.P.C.M. 24 luglio 1998)
0. Premessa
Il  Piano  Stralcio  delle  Fasce Fluviali, approvato con D.P.C.M. 24
luglio 1998, all'art.15 delle Norme di  attuazione,  gli  "interventi
per  la  realizzazione  di  infrastrutture  disciplina pubbliche o di
interesse pubblico" che ricadono all'interno delle fasce A e B.
1. All'interno della fascia A e B e' consentita la  realizzazione  di
   nuove   opere   pubbliche  di  competenza  degli  organi  statali,
   regionali o degli altri enti territoriali e  quelle  di  interesse
   pubblico  a  condizione  che  non modifichino i fenomeni idraulici
   naturali  che  possono  aver  luogo   nelle   fasce,   costituendo
   significativo   ostacolo  al  deflusso  e  non  limitino  in  modo
   significativo la capacita' di invaso.  I  progetti  devono  essere
   corredati  da  uno  studio  che  documenti  l'assenza dei suddetti
   fenomeni. Gli interventi e gli studi sono sottoposti all'Autorita'
   Idraulica  competente  ai  fini  dell'espressione  di  parere   di
   compatibilita' rispetto al Piano di Bacino o ai suoi stralci.
2.  L'Autorita'  di  bacino  dei fiume Po emana ed aggiorna direttive
   tecniche concernenti i criteri, gli indirizzi  e  le  prescrizioni
   sulla  base  dei  quali  predisporre gli studi di compatibilita' e
   individuare gli interventi a maggiore  criticita'  in  termini  di
   impatto  sull'assetto  della  rete  idrografica  da  sottoporre  a
   specifico parere dell'Autorita' di bacino stessa.
3. Le nuove opere  di  attraversamento,  stradale  o  ferroviario,  e
   comunque delle infrastrutture a rete, devono essere progettate nel
   rispetto dei criteri e delle prescrizioni tecniche per la verifica
   idraulica  di  cui ad apposita direttiva emanata dall'Autorita' di
   bacino del fiume Po (deliberazione del Comitato Istituzionale n. 9
   del 10.05.95: PS45, Norme di attuazione - 7.9.2.4. "Norme per  gli
   attraversamenti interferenti con la rete idrografica".
La  realizzazione  di  opere  pubbliche  o  di  interesse pubblico e'
inoltre richiamata all'art. 16, comma  6,  delle  stesse  Norme,  che
tratta degli aspetti urbanistici.
La  presente  direttiva  fornisce  i  criteri,  le prescrizioni e gli
indirizzi di natura tecnica sulla base deiquali  redigere  lo  studio
idraulico,  che  deve  corredare i progetti. delle opere,necessario a
valutare la compatibilita' delle stesse con le prescrizioni dei Piano
stralcio.
Nei successivi capitoli sono definiti:
-   i  criteri  generali  di  compatibilita'  per  le  opere  che  si
inseriscono all'interno delle fasce A e B e le relative procedure  di
valutazione,
-  gli  interventi  a  maggiore  criticita', per i quali il parere di
compatibilita' e' di competenza dell'Autorita' di bacino,
- i contenuti dello studio di compatibilita'.
Per le opere di attraversamento, stradale o ferroviario,  e  comunque
delle  infrastrutture  a  rete, di cui al comma 3 dell'art. 15 citato
(ponti e viadotti), la  verifica  idraulica  deve  avere  gli  stessi
contenuti  dello studio e deve rispettare gli stessi criteri generali
di compatibilita' definiti per tutte le infrastrutture.
Per tali opere sono inoltre definiti specifici criteri e prescrizioni
di compatibilita' in relazione alle particolari caratteristiche delle
stesse.
Secondo quanto indicato dalla normativa CNR - UNI 10007, si definisce
come ponte o viadotto un manufatto di attraversamento con luce  netta
complessiva superiore a 6 m.
1. Criteri di compatibilita' e procedure di valutazione
1.1. Aspetti generali di compatibilita'
Ai  fini della valutazione della compatibilita' idraulica delle nuove
opere infrastrutturali all'interno  delle  fasce  A  e  B  dei  corsi
d'acqua  interessati  dal Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF),
appare opportuno richiamare gli obiettivi e le  finalita'  dei  Piano
stesso  che  individuano le funzioni e le modalita' di gestione delle
fasce.
Il PSFF, approvato con D.P.C.M. 24 luglio  1998  e  pubblicato  sulla
Gazzetta  Ufficiale  del  9 novembre 1998 n. 262, e' lo strumento con
cui si definisce  un  assetto  fisico  ed  ambientale  della  regione
fluviale  funzionale  a garantire un maggior grado di sicurezza dagli
eventi di piena; tale obiettivo viene raggiunto attraverso un sistema
di interventi strutturali e non strutturali finalizzati al ripristino
delle condizioni naturali di evoluzione  del  sistema  fluviale,  ove
cio'  sia  consentito  dalle  condizioni  d'uso  dei  suolo  e  dalla
distribuzione degli insediamenti antropici,  e  alla  definizione  di
opere di difesa ove necessarie ed indispensabili.
A tal fine nella regione fluviale vengono individuate e delimitate le
porzioni  di  territorio  funzionali alla delimitazione dell'alveo di
piena ordinaria (fascia A), all'espandersi della piena per i tempi di
ritorno assunti a riferimento (fascia B), e le  aree  che  potrebbero
avere  zone di coinvolgimento per piene con tempi di ritorno maggiori
dei 200 anni (fascia C).
Queste aree sono  interessate  dal  posizionamento  degli  interventi
strutturali  (da  intendersi  come  costruzione  di  nuovi  argini  o
rafforzamento di quelli esistenti, aree di laminazione e altre  opere
idrauliche)  e  da norme di regolazione d'uso del suolo finalizzate a
impedirne l'ulteriore occupazione e a recuperarne usi compatibili con
il buon regime delle acque.
Come e' noto il piano di bacino detta tali disposizioni  in  coerenza
con  i  contenuti  definiti  dalla legge 183/89: "l'indicazione delle
zone da assoggettare a speciali vincoli e  prescrizioni  in  rapporto
alle    specifiche   condizioni   idrogeologiche,   ai   fini   della
conservazione  del  suolo,  della  tutela   dell'ambiente   e   della
prevenzione   contro   presumibili   effetti  dannosi  di  interventi
antropici' (art. 17, comma 3, lettera m), assumendo come  destinatari
dei  provvedimenti medesimi le pubbliche Amministrazioni in relazione
ai compiti di formazione ed approvazione degli strumenti  urbanistici
e  territoriali  (PRGC,  PTR  ecc.),  di  rilascio  di concessioni ad
edificare, di gestione  del  demanio  fluviale,  nonche'  quelle  con
compiti   di   progettazione,  valutazione  e/o  autorizzazione  alla
realizzazione di opere pubbliche che  direttamente  o  indirettamente
interferiscano con le fasce fluviali.
Per  quanto  riguarda  l'insieme  delle  indicazioni finalizzate alla
revisione e all'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali,  il
PSFF norma direttamente le possibilita' di edificazione di opere pri-
vate  nelle  fasce  A  e  B  (per  la  fascia  C  demanda  al  comune
l'individuazione  di  situazioni  in  cui  sia  opportuno   applicare
limitazioni  alle  destinazioni  d'uso)  mentre  per  gli  interventi
pubblici  o  aventi  finalita'  pubblica  prevede  una  procedura  di
valutazione  puntale  connessa alle condizioni del sito e alla natura
dell'opera.
Per quanto attiene alle previsioni  degli  strumenti  urbanistici  si
rimarca  che  all'art. 16, comma 6, delle Norme di attuazione il PSFF
detta inoltre indirizzi per l'adeguamento degli strumenti urbanistici
comunali:
a)  evitare  nella  fascia  A  e  contenere,  nella  fascia   B,   la
localizzazione  di  opere pubbliche o di interesse pubblico destinate
ad una fruizione collettiva;
b)  favorire  l'integrazione  delle  fasce  A  e   B   nel   contesto
territoriale  e  ambientale, ricercando la massima coerenza possibile
tra l'assetto delle aree urbanizzate e le aree comprese nella fascia;
c) favorire la destinazione prevalente delle fasce A e B  ad  aree  a
primaria  funzione  idraulica  e di tutela naturalistica e ambientale
prevedendo destinazioni che ne migliorino le  caratteristiche.
L'indicazione generale espressa dal PSFF e' pertanto  quella  di  una
ridestinazione  al  fiume  delle aree che gli sono proprie, in quanto
sede dei fenomeni idrodinamici correlati ai diversi stati idrologici,
e di  una  riduzione  della  vulnerabilita'  delle  stesse  aree,  in
rapporto  agli  insediamenti  che  sono  presenti  o  che  si  devono
realizzare in futuro.
Nelle fasce A e B e' pertanto assolutamente  prevalente  la  funzione
idraulica,  rispetto alla quale la migliore compatibilita' e' offerta
dalle  aree  naturali  (vegetazione  spontanea  arborea  ed  erbacea,
superfici  di  acque  lentiche,  aree  prive di copertura vegetale) e
dalle aree agricole.
In merito alle infrastrutture e alle opere pubbliche e  di  interesse
pubblico,  di conseguenza il PSFF indirizza verso criteri generali di
localizzazione  che  puntino  ad  inserire  all'interno  delle  fasce
unicamente  quelle  opere  che,  in  ragione  delle  loro  specifiche
funzioni non possono essere collocate altrove (attraversamenti, opere
di derivazione, ecc.).
Per tutte le altre tipologie di infrastrutture e opere pubbliche e di
interesse pubblico la localizzazione all'interno della fascia A  o  B
e'  condizionata  alla  dimostrazione  dell'assenza di alternative di
localizzazione al di fuori  delle  fasce,  della  sicurezza  e  della
funzionalita'  delle  infrastrutture  stesse e comunque alla garanzia
che non sia pregiudicata la sicurezza  delle  persone  per  quelle  a
fruizione collettiva.
1.2. Criteri di valutazione della compatibilita'
I  criteri  di  compatibilita'  definiti  all'art.  15 delle Norme di
attuazione dei Piano Stralcio delle Fasce  Fluviali  prescrivono  che
gli  interventi  "non  modifichino  i fenomeni idraulici naturali che
possono aver luogo nelle fasce, costituendo significativo ostacolo al
deflusso e  non  limitino  in  modo  significativo  la  capacita'  di
invaso".  Tale  indicazione  rappresenta l'elemento principale per la
valutazione di compatibilita', nell'ambito della quale devono  essere
presi in considerazione i singoli effetti dell'opera sull'assetto del
tronco di corso d'acqua interessato.
Lo   studio   di  compatibilita'  idraulica,  i  cui  contenuti  sono
dettagliati al successivo punto 2., deve identificare e  quantificare
gli  effetti  dell'intervento  in progetto sul corso d'acqua rispetto
alle condizioni fisiche e idrologiche precedenti  alla  realizzazione
dello stesso.
Gli effetti principali da considerare sono i seguenti:
E.1. Modifiche indotte sul profilo inviluppo di piena,
E.2. Riduzione della capacita' di invaso dell'alveo,
E.3. Interazioni con le opere di difesa idrauliche (opere di sponda e
argini) esistenti,
E.4. Opere idrauliche in progetto nell'ambito dell'intervento,
E.5.   Modifiche  indotte  sull'assetto  morfologico  planimetrico  e
altimetrico dell'alveo di inciso e di piena,
E.6.   Modifiche   indotte   sulle   caratteristiche    naturali    e
paesaggistiche della regione fluviale,
E.7 .Condizioni di sicurezza dell'intervento rispetto alla piena.
Rispetto  a  tali  effetti  non pare possibile individuare criteri di
compatibilita'  quantitativi  in  via  preliminare  e  con  validita'
generale;  la  valutazione  specifica  viene  pertanto  rimandata  ai
singoli interventi, sulla base delle  indicazioni  orientative  e  di
indirizzo   che  vengono  individuate  nella  scheda  di  valutazione
riportata in Allegato l.
1.3. Interventi a maggiore criticita'
Ai sensi del comma 2 dell'art. 15 delle Norme di attuazione del Piano
Stralcio delle Fasce Fluviali, sono da sottoporre a specifico  parere
dell'Autorita'  di  bacino  gli  interventi relativi a infrastrutture
pubbliche e di interesse  pubblico  appartenenti  alle  categorie  di
opere di seguito elencate:
-  i  ponti  e i viadotti di attraversamento e i relativi rilevati di
accesso, costituenti parti di qualsiasi infrastruttura a rete,
- le linee ferroviarie e le strade a carattere nazionale, regionale e
locale,
- i porti e le opere per la navigazione fluviale.
Sono inoltre da sottoporre  a  parere  dell'Autorita'  di  bacino  le
categorie   di   opere   di  carattere  infrastrutturale  soggette  a
valutazione di impatto ambientale individuate nel D.P.C.M. 10  agosto
1988  n.  377  e  nel D.P.R. 12 aprile 1996, Allegato A, e successive
modificazioni e integrazioni.
2. Contenuti dello studio di compatibilita'
Obiettivo dello  studio  e'  di  quantificare  gli  effetti  prodotti
dall'intervento in progetto nei confronti delle condizioni idrauliche
attuali  del  tratto  di  corso  d'acqua  interessato  e di quelle di
progetto dello stesso, nel caso siano diverse da quelle attuali.
Lo studio  si  compone  dei  seguenti  punti,  che  costituiscono  la
caratterizzazione  conoscitiva  del sistema fluviale e la valutazione
degli effetti ascrivibili al progetto di intervento:
1. assetto geometrico dell'alveo,
2. caratteristiche morfologiche dell'alveo,
3. caratteristiche granulometriche dei materiale d'alveo,
4. caratteristiche ambientali e paesistiche della regione fluviale,
5. portate di piena,
6. opere di difesa idraulica,
7. manufatti interferenti,
8. modalita' di deflusso in piena,
9. effetti degli interventi in progetto.
L'ampiezza  e  l'approfondimento  delle  indagini e delle valutazioni
relative  a  ciascuno  dei  punti  sopra   indicati   devono   essere
commisurati  all'importanza  dell'intervento  e  alla rilevanza delle
interazioni  indotte  con  l'assetto  idraulico  del  corso   d'acqua
interessato.
E'  opportuno  pertanto  che  tutti  i  punti  sopra  indicati  siano
contenuti nello studio, con l'indicazione, per ciascuno di essi,  del
livello  di  approfondimento  trattato,  in  rapporto alle specifiche
esigenze    delle    valutazioni    di    compatibilita'    collegate
all'infrastruttura in progetto.
Le  specifiche  tecniche di seguito riportate indicano in generale le
procedure da  seguire  per  le  rappresentazioni  conoscitive  e  per
l'analisi    dei   fenomeni   idrodinamici,   il   cui   livello   di
approfondimento e dettaglio va pertanto  commisurato  caso  per  caso
alle caratteristiche dell'intervento in progetto.
Lo  studio  di compatibilita' e' svolto sulla base di una definizione
dell'intervento a livello di progetto definitivo.
All'interno dello studio di compatibilita' e' riportata una sintetica
descrizione  delle  caratteristiche   generali   dell'intervento   in
progetto,  con l'evidenziazione in particolare delle componenti dello
stesso che rivestono importanza ai  fini  delle  interazioni  con  le
condizioni   morfologiche  e  idrauliche  del  corso  d'acqua  o  che
costituiscono elemento di controllo e mitigazione delle stesse.
2.1. Assetto geometrico dell'alveo
La descrizione geometrica  dell'alveo,  funzionale  alle  valutazioni
idrauliche,  deve  essere effettuata tramite un supporto planimetrico
aggiornato a scala di  dettaglio  adeguata  (1:1.000  -  1:10.000  in
relazione alle dimensioni dell'opera in progetto e del corso d'acqua)
e  da  sezioni trasversali topografiche. Ove necessario, in relazione
alle analisi idrauliche  da  condurre,  le  informazioni  geometriche
devono essere organizzate su un DTM di maglia adeguata.
Le  sezioni  topografiche,  comprensive della parte batimetrica per i
corsi d'acqua perenni, devono rappresentare la geometria attuale  del
corso  d'acqua  e  permettere  una descrizione dettagliata del tratto
d'alveo nell'intorno dell'opera.
Le sezioni devono avere le seguenti caratteristiche:
- devono rappresentare la geometria attuale dell'alveo; l'utilizzo di
rilievi gia' esistenti puo' avvenire unicamente previa verifica della
rispondenza degli stessi alle condizioni in atto;
- le quote altimetriche devono essere rilevate  in  valore  assoluto,
tramite appoggio a capisaldi IGM;
devono   essere   posizionate   in  modo  tale  da  rappresentare  le
singolarita' dell'alveo e le variazioni delle dimensioni dello stesso
lungo il tratto di indagine;
devono  essere  estese  per  l'intero  alveo di piena, sino al limite
della fascia B;
devono essere utilizzate e, se necessario, aggiornate, le sezioni  di
rilievo costituenti punti di calcolo per la delimitazione delle fasce
fluviali;  gli  infittimenti  eventuali  devono essere collegati agli
stessi capisaldi;
Il  numero  e   l'interasse   delle   sezioni   necessarie   per   la
rappresentazione  della  geometria  dell'alveo vanno commisurati alle
esigenze di dettaglio delle analisi idrauliche.
2.2. Caratteristiche morfologiche dell'alveo
Le analisi morfologiche devono  caratterizzare  il  tratto  di  corso
d'acqua interessato dall'intervento, con riferimento all'alveo attivo
e alle forme fluviali abbandonate e/o riattivabili in piena.
Esse  devono  essere  estese  all'intera porzione di regione fluviale
delimitata dalla fascia B ed  essere condotte sia per l'alveo  inciso
che per quello di piena.
Le valutazioni devono essere finalizzate a:
definire  il grado di stabilita' dell'alveo inciso, in concomitanza a
situazioni di piena, in rapporto a possibili fenomeni di  divagazione
trasversale  (erosioni  di  sponda,  modificazioni  del tracciato dei
thalweg) e di innalzamento o abbassamento del  fondo  alveo,  tenendo
conto  delle  opere  di  difesa  idraulica  presenti  e  dell'assetto
complessivo dell'alveo definito dalle fasce fluviali;
- definire le condizioni morfologiche dell'area globale o inondabile,
con  particolare  riferimento  alla  presenza   di   forme   fluviali
abbandonate  e/o  riattivabili  in  piena e alla distinzione tra zone
sede di deflusso in piena e quelle che svolgono funzioni  di  invaso;
complessivamente   gli  elementi  considerati  devono  permettere  di
valutare il grado di stabilita' dell'alveo di piena;
- definire, in relazione agli elementi di cui ai punti precedenti, la
tendenza  evolutiva  dell'alveo,  anche  in  relazione  al  grado  di
sistemazione  idraulica  presente  o  eventualmente  in progetto; gli
elementi di  interesse  concernono  le  modificazioni  del  tracciato
pianimetrico  dell'alveo   inciso, la variazione delle quote di fondo
(tendenza all'erosione o al ripascimento) e le  trasformazioni  delle
aree golenali o inondabili.
Le  analisi  devono  essere  condotte  attraverso i seguenti elementi
principali:
- definizione dell'alveo tipo attuale e valutazione comparativa delle
caratteristiche planimetriche dell'alveo e  delle  sue  modificazioni
recenti (ultimi 30-40 anni);
-  quantificazione  delle modificazioni geometriche dell'alveo inciso
tramite confronto di sezioni e profili  d'alveo  riferiti  a  rilievi
topografici  eseguiti  in  epoche  diverse  (dove disponibili) ovvero
tramite la considerazione di altri indicatori locali;
-  identificazione  delle  evidenze  morfologiche  di  antichi  alvei
abbandonati;
-  ricostruzione  delle aree allagate in occasione di significativi e
recenti eventi di piena e delle modalita' di allagamento.
2.3. Caratteristiche granulometriche dei materiale d'alveo.
Nel caso  in  cui  nell'ambito  delle  analisi  idrauliche  si  renda
necessario effettuare valutazioni sulla capacita' di trasporto solido
nel  tratto  interessato e su eventuali fenomeni erosivi locali, deve
essere prodotta una caratterizzazione del materiale d'alveo  mediante
analisi granulometriche.
I punti di campionamento devono riguardare i depositi di fondo alveo,
le sponde ed eventualmente le aree golenali e devono essere in numero
adeguato  alla  rappresentazione delle caratteristiche del materiale;
devono  essere  impiegate  metodiche  di  campionamento   e   analisi
granulometrica    del    materiale    adatte    alla   dimensione   e
dell'assortimento del materiale stesso.
Per quanto concerne nel dettaglio  le  modalita'  di  esecuzione  dei
rilievi  e  delle  misure  si rimanda alle specifiche tecniche di cui
all'Annesso "Monitoraggio morfologico e del  trasporto  solido  degli
alvei" della relazione del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali.
2.4. Caratteristiche ambientali e paesistiche della regione fluviale
Attraverso  la  rilevazione  dell'uso del suolo in atto nella regione
fluviale vanno evidenziate le aree  naturali  (vegetazione  spontanea
arborea, erbacea, acque lentiche, aree prive di copertura vegetale) e
quelle  interessate  da  attivita'  antropiche  (aree a uso agricolo,
infrastrutture, insediamenti).
Nell'ambito delle aree naturali vanno in  particolare  individuate  e
assoggettate  ad approfondimento conoscitivo le emergenze connesse al
sistema fluviale e  le  aree  di  elevato  pregio  ambientale;  vanno
inoltre   individuate  le  componenti  naturalistiche,  ambientali  e
paesistiche piu' sensibili nei confronti degli effetti indotti  dalla
realizzazione dell'opera.
2.5. Portate di piena
La  portata  di  piena  di riferimento da assumere per le valutazioni
idrauliche e' quella per cui  e'  stata  condotta  la  delimitazi'one
della fascia B.
I  valori di riferimento delle portate di piena nelle diverse sezioni
dei  corsi  d'acqua  interessati  dalla  delimitazione  delle   fasce
fluviali  sono  definiti  dall'Autorita'  di  bacino  nell'ambito  di
apposita direttiva.
I soggetti titolari dell'intervento in progetto in sede di assunzione
della portata di riferimento per lo studio di compatibilita'  di  cui
alla   presente   direttiva,   possono,   ove   ritenuto   opportuno,
approfondire con specifico riferimento  al  tratto  fluviale  oggetto
dello  studio,  le valutazioni idrologiche per la definizione di tale
portata.
Nel caso in  cui  i  risultati  ottenuti  si  discostino  dal  valore
definito   dall'Autorita'   di   bacino,  devono  essere  comunicati,
corredati della relativa  relazione  idrologica,  per  l'approvazione
all'Autorita'  di bacino che provvede, se del caso, a validare i dati
ed eventualmente ad aggiornare i valori di riferimento.
Nel  caso  in  cui  le  analisi  idrauliche  comportino   valutazioni
particolarmente  approfondite  su  modificazioni  della  capacita' di
laminazione in alveo derivanti dalla  realizzazione  dell'intervento,
deve  essere definita l'onda di piena relativa, caratterizzata, oltre
che dal valore della portata al colmo, dal volume di  piena  e  dalle
caratteristiche  di forma. A tale scopo deve essere condotto uno stu-
dio idrologico specifico, sulla base di una ricognizione degli eventi
di piena storici, utilizzando le procedure di analisi  probabilistica
e/o  i  modelli  di trasformazione afflussi-deflussi piu' adatti alla
determinazione dei dati idrologici  di  interesse.  L'onda  di  piena
definita  deve  essere comunque quella con associato tempo di ritorno
pari   a   quello   della  portata  per  cui  e'  stata  condotta  la
delimitazione della fascia B.
2.6. Opere di difesa idraulica
La caratterizzazione dell'assetto delle opere di difesa esistenti nel
tratto di corso d'acqua va  svolta  attraverso  i  seguenti  elementi
principali:
-  rilevamento  della  consistenza  (dimensioni,  tipologia, stato di
conservazione) delle opere idrauliche esistenti;
-  analisi  della  funzionalita'  delle   opere   in   relazione   al
contenimento   delle   piene,   al   controllo   delle  modificazioni
morfologiche dell'alveo e alle eventuali possibili interazione con le
infrastrutture e gli insediamenti esistenti;
- presa in conto delle eventuali opere in progetto.
Nella definizione dell'assetto difensivo del corso d'acqua nel tratto
considerato va tenuto conto delle opere di contenimento  dei  livelli
di  piena  individuate  nell'ambito  del  Piano Stralcio delle Fasce,
Fluviali e rappresentate dal limite di progetto tra la fascia B e  la
fascia  C,  ancorche' eventualmente non ancora realizzate; tali opere
concorrono  infatti  a  definire  l'assetto  di  progetto  del  corso
d'acqua.
2.7. Manufatti interferenti
Vanno  individuati  gli  eventuali  insediamenti  e le infrastrutture
presenti sul tronco di corso d'acqua all'interno della fascia B.  Per
essi vanno rilevati gli elementi conoscitivi utili all'individuazione
dello  stato di rischio idraulico attuale e delle modificazioni dello
stesso eventualmente conseguenti alla realizzazione dell'intervento.
2.8. Modalita' di deflusso in piena
L'analisi e' finalizzata alla quantificazione  delle  caratteristiche
idrauliche   del   moto   della  corrente  in  condizioni  di  piena,
rappresentati dai valori dei livelli  idrici  e  delle  velocita'  di
corrente  all'interno  dell'alveo  inciso  e  delle  aree  golenali o
inondate.
Il confronto  tra  la  condizione  del  corso  antecedente  e  quella
successiva  alla  realizzazione  dell'intervento permette di valutare
gli effetti idraulici dell'intervento stesso che si manifestano come:
- variazioni (in genere innalzamento) dei livelli idrici,
- variazione della distribuzione delle velocita' di corrente,
- variazione della capacita' di trasporto solido della corrente,
- variazione dei valore della portata al colmo a valle (solo nel caso
in  cui  si  modifichi  in  misura  apprezzabile  la   capacita'   di
laminazione in alveo).
L'esecuzione  dei  calcoli  idraulici  per  la  determinazione  delle
modalita' di deflusso comporta  la  definizione  dei  seguenti  punti
principali:
metodo di calcolo,
condizioni al contorno,
condizioni di riferimento.
2.8.1. Metodo di calcolo
Il  codice  di  calcolo  da utilizzare per il profilo idrico in piena
della corrente nel tratto di corso d'acqua  dipende  dal  livello  di
approfondimento delle analisi da condurre.
Vi   sono   le   seguenti   alternative   che   fanno  riferimento  a
schematizzazioni progressivamente piu' complesse delle condizioni  di
moto:
a)  moto  stazionario  monodimensionale (portata costante e geometria
dell'alveo variabile),
b)  moto  vario  monodimensionale  o  quasi-bidimensionale  (portata,
variabile nel tempo e  geometria variabile),
c) moto vario bidimensionale, alle differenze o agli elementi finiti,
(portata variabile nel tempo e geometria variabile).
L'utilizzo   dello   schema   del   moto  uniforme,  che  costituisce
un'ulteriore semplificazione rispetto ad a)  non  e'  consentito,  in
quanto  comporta  approssimazioni  eccessive rispetto alla situazione
reale, che non permettono di rappresentare i fenomeni di interesse.
Lo schema a), che  tiene  conto  della  variazione  delle  dimensioni
dell'alveo   e   delle  singolarita'  localizzate  (rappresentate  da
manufatti,  bruschi  restringimenti  o  allargamenti,  variazioni  di
scabrezza,  salti  di  fondo),  e'  generalmente adatto ad affrontare
tutte le  situazioni  in  cui  la  valutazione  degli  effetti  degli
interventi    in   progetto   sulle   condizioni   di   deflusso   e'
rappresentabile unicamente in termini di  modificazione  del  profilo
idrico.
Nei  casi  invece  di  particolare  complessita',  che  richiedano la
valutazione di fenomeni specifici (quali ad esempio i  valori  locali
delle  velocita'  di  corrente  ai  fini  della quantificazione della
capacita' erosiva della corrente) o in cui  si  renda  necessaria  la
quantificazione  di  modificazioni  della  capacita'  di  laminazione
dell'alveo occorre ricorrere ai codici di calcolo b) o c).
Il codice di calcolo impiegato per la valutazione del profilo  idrico
e  delle  altre  caratteristiche del moto va adeguatamente descritto.
Nel caso siano utilizzati programmi di calcolo numerico  generalmente
noti    nella   letteratura   tecnico-scientifica,   e'   sufficiente
l'indicazione precisa del programma utilizzato.
2.8.2. Condizioni al contorno
In funzione dello schema di  calcolo  utilizzato,  le  condizioni  al
contorno da assegnare sono:
-  il  valore  della portata al colmo (o dell'idrogramma di piena) di
riferimento di cui al punto 2.5., che costituisce  la  condizione  di
monte,
-  una  ulteriore condizioni idraulica all'estremo di valle (nel caso
di condizioni di moto in corrente lenta).
Oltre che per la portata di riferimento,  le  simulazioni  idrauliche
devono  essere  condotte  anche  per  portate  con  tempi  di ritorno
superiori o inferiori, qualora  necessario  ai  fini  della  completa
valutazione dei fenomeni di interesse.
2.8.3. Condizioni fisiche di riferimento
I  calcoli  idraulici per la definizione delle condizioni di deflusso
vanno condotti con riferimento alle seguenti condizioni  fisiche  del
corso d'acqua:
- assenza dell'opera (condizioni indisturbate),
- presenza dell'opera nella configurazione definitiva,
-  fasi  significative  di  costruzione  dell'opera, tenendo in conto
delle opere provvisionali eventualmente inserite, qualora  comportino
interazioni  piu'  severe  con  le  condizioni  di  deflusso in piena
rispetto alla condizione di opera realizzata.
Nell'ultimo caso il tempo di ritorno della piena da assumere  per  le
valutazioni  e'  quello  la  cui  probabilita'  di essere raggiunta o
superata una volta nel periodo temporale corrispondente alle fasi  di
costruzione  non  e' superiore alla probabilita' che ha la portata di
progetto di essere raggiunta o superata una volta nel periodo di vita
dell'opera.
Nel   caso  in  cui  le  caratteristiche  e  la  collocazione  plano-
altimetrica delle opere possano comportare il rischio  di  ostruzione
parziale  dell'alveo,  a  seguito  del  deposito temporaneo nel corso
della piena di materiale lapideo e/o arboreo, e'  necessario  che  la
verifica  dell'opera  nella  configurazione definitiva tenga conto di
un'ipotesi di parzializzazione della sezione di  deflusso,  formulata
sulla  base  di  una  ragionevole  considerazione  degli elementi che
possono determinare tale fenomeno, quali ad esempio le condizioni  di
stabilita'   del   bacino  idrografico  sotteso,  le  dimensioni  del
trasporto solido, la  presenza  di  vegetazione  arborea  asportabile
lungo l'asta fluviale.
Il  profilo  di  piena risultante dai calcoli idraulici riferiti alle
condizioni di assenza dell'opera  deve  essere  coerente  con  quello
definito  dall'Autorita'  di bacino nell'ambito di apposita direttiva
con  riferimento  alle  sezioni  di   calcolo   utilizzate   per   la
delimitazione  delle  fasce  fluviali.  Nel  caso  in cui i risultati
ottenuti si discostino da tale valore, essi devono essere comunicati,
corredati della  relativa  relazione  idraulica,  per  l'approvazione
all'Autorita'  di bacino che provvede, se del caso, a validare i dati
ed eventualmente ad aggiornare i valori di riferimento.
2.9. Effetti degli interventi in progetto
Sulla base del quadro  delle  analisi  di  cui  ai  precedenti  punti
2.1.+2.8.    vanno    identificati   e   quantificati   gli   effetti
dell'intervento in progetto sull'assetto del corso  d'acqua  rispetto
alla situazione precedente all'intervento.
I  criteri  di  compatibilita'  definiti  all'art.  15 delle Norme di
attuazione dei Piano Stralcio delle Fasce  Fluviali  prescrivono  che
gli  interventi  "non  modifichino  i fenomeni idraulici naturali che
possono aver luogo nelle fasce, costituendo significativo ostacolo al
deflusso e  non  limitino  in  modo  significativo  la  capacita'  di
invaso".
Ai  fini  della  valutazione di compatibilita' devono pertanto essere
evidenziati in particolare i seguenti punti costituenti  gli  effetti
del progetto sul tronco di corso d'acqua interessato.
E.1.  Modifiche indotte sul profilo inviluppo di piena. Rappresentano
l'effetto di restringimenti di sezioni o di ostacoli al deflusso  nel
tratto  di  corso  d'acqua  interessato derivanti dall'intervento: le
modifiche devono essere quantificate sulla base del confronto tra  il
profilo  di  piena  in  condizioni indisturbate e quello a intervento
realizzato; vanno  inoltre  evidenziati,  qualora  presenti,  effetti
temporanei  dello  stesso  tipo  connessi  alle fasi di realizzazione
dell'opera.
E.2.  Riduzione  della  capacita'   di   invaso   dell'alveo.   Vanno
quantificate,  ove  presenti, le riduzioni delle superfici allagabili
causate dalla realizzazione dell'intervento e l'effetto delle  stesse
in  termini di diminuzione della laminazione in alveo lungo il tratto
fluviale, per mezzo delle simulazioni  idrauliche  di  cui  ai  punti
precedenti  mettendo  in evidenza la riduzione del volume di invaso e
il corrispondente aumento del colmo di piena.
E.3. Interazioni con le opere di difesa idrauliche (opere di sponda e
argini) esistenti. Vanno evidenziate localizzazione e caratteristiche
strutturali  degli elementi costituenti parte delle opere in progetto
che  danno  luogo  alle  possibili  interazioni  e  gli  accorgimenti
adottati  (distanze di rispetto, soluzioni costruttive) per garantire
l'assenza di effetti negativi sulla stabilita' e  sull'efficienza  di
funzionamento delle opere idrauliche.
E.4.  Opere  idrauliche  in progetto nell'ambito dell'intervento. Nel
caso in cui  l'intervento  in  progetto  comporti  la  necessita'  di
realizzare opere idrauliche di sistemazione dell'alveo, queste ultime
vanno  definite  a  livello di progetto definitivo, esplicitandone la
compatibilita' e l'integrazione con le opere idrauliche esistenti.
E.5.  Modifiche  indotte  sull'assetto  morfologico  planimetrico   e
altimetrico  dell'alveo  di  inciso  e  di  piena.  Valutazione degli
effetti della soluzione  progettuale  proposta  per  l'intervento  in
rapporto  all'assetto  morfologico  attuale  dell'alveo  e  alla  sua
prevedibile  evoluzione,  con  evidenziazione  degli   elementi   che
garantiscono l'assenza di modificazioni indotte sia sull'alveo inciso
(effetti  erosivi  di fondo e/o di sponda, modificazioni di tracciato
planimetrico) che su quello di piena (attivazione di vie di  deflusso
preferenziali incompatibili con l'assetto e le opere esistenti).
E.6.    Modifiche    indotte   sulle   caratteristiche   naturali   e
paesaggistiche  della  regione   fluviale.   Vanno   evidenziate   le
modificazioni   conseguenti   alla  realizzazione  dell'opera  e  gli
interventi di mitigazione adottati, con particolare riferimento  alle
emergenze   connesse   al   sistema   fluviale   e   alle  componenti
naturalistiche, ambientali e paesistiche piu' sensibili nei confronti
degli effetti indotti dalla realizzazione dell'opera.
E.7. Condizioni di sicurezza dell'iritervento  rispetto  alla  piena.
Vanno evidenziate le condizioni di stabilita' delle opere costituenti
l'intervento   in   relazione  alle  sollecitazioni  derivanti  dalle
condizioni di deflusso in piena con riferimento in  particolare  agli
effetti  connessi  ai  livelli  idrici  di piena e a quelli derivanti
dell'azione  erosiva  della  corrente   sulle   strutture   e   sulle
fondazioni.    Vanno inoltre evidenziati gli accorgimenti e le misure
tecniche adottati al fine di evitare condizioni di  pericolo  per  le
persone  e  di  danno  per  i  beni, come pure le eventuali riduzioni
temporanee di funzionalita' dell'intervento connesse  al  verificarsi
di un evento di piena.
3.  Criteri  di  compatibilita',  prescrizioni  e  indirizzi  per  la
progettazione e la verifica idraulica dei ponti
3.1. Aspetti generali di compatibilita'
Gli aspetti idraulici connessi  alla  realizzazione  dei  ponti  sono
disciplinati  dal  D.M.  dei  LL.PP.  4 maggio 1990 e dalla Circolare
dello stesso Ministero n. 34233 dei 25/2/1991.
Il "Piano stralcio per la realizzazione degli interventi necessari al
ripristino dell'assetto idraulico, all'eliminazione delle  situazioni
di dissesto idrogeologico e alla prevenzione dei rischi idrogeologici
nonche'    per    il   ripristino   delle   aree   di   esondazione",
convenzionalmente chiamato PS 45, approvato il  10  maggio  1995,  al
punto   7.9.2.4.   ha   definito   "norme   per  gli  attraversamenti
interferenti con la rete idrografica" in cui sono state  indicate  le
verifiche  idrauliche cui devono soddisfare i progetti dei ponti, dei
rilevati di accesso e degli eventuali altri manufatti.
In  Allegato  2  sono riportate le norme sopra citate per gli aspetti
attinenti alle prescrizioni di natura idraulica.
I ponti che attraversano  un  corso  d'acqua  interferiscono  con  le
condizioni  di  deflusso  quando  le  pile siano collocate in alveo e
quando  le  spalle  o  i  rilevati  di  accesso  diano  luogo  a   un
restringimento dell'alveo stesso.
In  generale  gli  effetti sull'assetto di un corso d'acqua derivanti
dall'inserimento di ponte sono facilmente classificabili, trattandosi
di opere la cui  tipologia  rientra  in  canoni  definiti  e  le  cui
interazioni   con   l'idrodinamica   della   piena  sono  altrettanto
definibili.
E'  possibile  di  conseguenza  stabilire  a  priori  i  criteri   di
compatibilita'  specifici, fermo restando quanto indicato nella parte
generale di cui al precedente punto 1.
Tali criteri si traducono pertanto in una serie di  prescrizioni  che
costituiscono  condizioni  da  rispettare  in  modo  tassativo  e  in
indirizzi alle scelte di natura progettuale, finalizzati a  orientare
il  progetto  per  il migliore inserimento dell'opera all'interno del
corso d'acqua.
I criteri e le prescrizioni di seguito indicati  integrano  le  norme
esistenti  per  gli aspetti di carattere prettamente tecnico, in modo
da uniformare le procedure di verifica idraulica delle infrastrutture
in oggetto, in relazione sia ai metodi di calcolo  impiegati  che  ai
criteri progettuali adotti.
Nel  caso  particolare dei ponti la presente direttiva si applica sia
alle nuove opere in progetto che  a  quelle  esiptenti,  in  sede  di
verifica  di  compatibilita' ai sensi e per gli effetti dell'art. 19,
comma 2,Titolo l delle "Norme di attuazione" del Piano  stralcio  per
l'assetto idrogeologico.
Nel  caso  di  una  nuova  opera  le  prescrizioni  e  gli  indirizzi
individuati sono rivolti a garantire:
- che  l'inserimento  della  struttura  sia  coerente  con  l'assetto
idraulico   del  corso  d'acqua  e  non  comporti  alterazioni  delle
condizioni di rischio idraulico,
- che siano valutate in modo adeguato  le  sollecitazioni  di  natura
idraulica cui e' sottoposta l'opera, in rapporto alla sicurezza della
stessa.
Sono di conseguenza definiti:
- i criteri di compatibilita' idraulica da rispettare,
- le procedure di verifica idraulica da attuare.
Nel  caso dei ponti esistenti, la presente direttiva indica, oltre ai
due punti precedenti,  nel  caso  di  opere  per  le  quali  non  sia
soddisfatta la verifica idraulica di compatibilita':
-  le  eventuali condizioni di esercizio transitorio della struttura,
sino alla realizzazione degli interventi di adeguamento progettati,
- i  criteri  di  progettazione  degli  interventi  correttivi  e  di
adeguamento necessari.
3.2.  Criteri di compatibilita' idraulica per i ponti e i rilevati di
accesso in progetto
3.2.1. Prescrizioni
1. Portata di piena di progetto. Il tempo di ritorno della  piena  di
progetto  per  le  verifiche  idrauliche  del  ponte deve normalmente
rispettare i seguenti valori:
-  per  i  corsi  d'acqua interessati dalla delimitazione delle fasce
fluviali, non inferiore a quello assunto per la  delimitazione  della
fascia B;
- per i corsi d'acqua non interessati dalla delimitazione delle fasce
fluviali non inferiore a 100 anni.
In  casi  eccezionali,  quando  si tratti di corsi d'acqua di piccole
dimensioni e di infrastrutture di importanza molto  modesta,  possono
essere  assunti  tempi  di ritorno inferiori in relazione ad esigenze
specifiche adeguatamente motivate; in  tali  situazioni  e'  comunque
necessario  verificare  che  le  opere non comportino un aggravamento
delle condizioni di rischio idraulico sul territorio circostante  per
la piena di 200 anni e definire il comportamento dell'opera stessa in
rapporto alla stessa piena.
2.  Franco minimo. Il minimo franco tra la quota idrometrica relativa
alla piena di progetto e la quota di intradosso del ponte deve essere
non inferiore  a  0.5  volte  l'altezza  cinetica  della  corrente  e
comunque  non inferiore a un 1.00 m; il valore del franco deve essere
assicurato per almeno 2/3 della luce quando  l'intradosso  del  ponte
non  sia  rettilineo  e  comunque  per  almeno 40 m, nel caso di luci
superiori a tale valore.
Nel caso di corsi d'acqua arginati, la quota di intradosso del  ponte
deve essere superiore a quella della sommita' arginale.
Il  franco  minimo  tra  la  quota idrometrica relativa alla piena di
progetto e la quota di sommita' del rilevato di accesso al ponte (pi-
ano viabile) deve essere non inferiore a 0.5 volte l'altezza cinetica
della corrente e comunque non inferiore a 1.00 m.
3. Posizionamento del ponte rispetto all'alveo. L'insieme delle opere
costituenti l'attraversamento non deve comportare condizionamenti  al
deflusso  della piena e indurre modificazioni all'assetto morfologico
dell'alveo. L'orientamento delle pile (ed eventualmente delle spalle)
deve  essere  parallelo  al  filone  principale  della  corrente.  In
particolare devono essere rispettate le seguenti condizioni:
-  per  i  corsi d'acqua arginati la spalla del ponte deve essere sul
lato campagna, a una distanza minima di 10 m  dal  piede  dell'argine
maestro;  lo  stesso  limite vale per il caso siano presenti pile sul
lato campagna; sul lato fiume la posizione delle pile deve essere  al
di  fuori  del  petto  dell'argine;  in  via eccezionale la pila puo'
interessare  il  corpo  arginale,  purche'  non  intacchi  il  nucleo
centrale   dell'argine   stesso   e   sia   integrata  con  opportuni
accorgimenti di difesa e di rivestimento;
- per i corsi d'acqua non arginati le pile e le spalle devono  essere
poste  al di fuori delle sponde incise dell'alveo; in via eccezionale
la pila  puo'  interessare  la  sponda,  purche'  sia  integrata  con
opportuni accorgimenti di difesa e di rivestimento;
- nei casi in cui il ponte sia inserito in un tratto di corso d'acqua
interessato  da  altre opere di attraversamento poste in adiacenza, a
monte o a valle, e' necessario che le pile in alveo (ed eventualmente
le spalle) siano allineate con quelle esistenti in modo che  le  pile
presenti,  considerate congiuntamente, non riducano la luce effettiva
disponibile, anche ai fini del rischio di  ostruzione  da  parte  del
materiale trasportato in piena;
la  struttura deve consentire il mantenimento della continuita' della
pista di servizio in fregio al  corso  d'acqua  ovvero  sul  rilevato
arginale.
4.  Effetti idraulici indotti dal ponte. La soluzione progettuale per
il ponte  e  per  i  relativi  rilevati  di  accesso  deve  garantire
l'assenza  di effetti negativi indotti sulle modalita' di deflusso in
piena; in particolare il profilo idrico  di  rigurgito  eventualmente
indotto  dall'insieme  delle  opere  di  attraversamento  deve essere
compatibile con l'assetto difensivo presente e non deve comportare un
aumento delle condizioni  di  rischio  idraulico  per  il  territorio
circostante.
Vanno inoltre verificati seguenti aspetti aggiuntivi:
assenza  di  riduzione  della  superficie  delle  aree allagabili per
effetto del ponte al fine di evitare effetti  di  minore  laminazione
della piena lungo l'asta fluviale;
- compatibilita' dell'opera e delle eventuali sistemazioni idrauliche
connesse  con  gli effetti indotti da possibili ostruzioni delle luci
ad opera  di  corpi  flottanti  trasportati  dalla  piena  ovvero  di
deposito   anomalo  di  materiale  derivante  dal  trasporto  solido,
soprattutto nel caso possano realizzarsi a monte invasi temporanei di
dimensione significativa.
5. Opere idrauliche collegate al ponte. Nel caso in cui l'inserimento
o la presenza del ponte comporti la realizzazione di opere idrauliche
con  funzioni  di  sistemazione  dell'alveo  nel  tratto  interessato
dall'attraversamento,  il  progetto  deve  comprendere la definizione
delle opere stesse  con  lo  stesso  livello  di  dettaglio  relativo
all'opera principale.
6.  Condizioni  di  sicurezza  idraulica  del  ponte  e  delle  opere
collegate. Il progetto del manufatto   e delle  opere  connesse  deve
contenere  la  verifica  della  stabilita'  strutturale  rispetto  ai
seguenti aspetti:
- scalzamento massimo sulle fondazioni delle pile, delle spalle;
- urti e abrasioni provocate dalla corrente sulle pile in alveo;
-  scalzamento  massimo  sui  rilevati   di   accesso   per   effetto
   ell'erosione della corrente;
-  spinta  idrodinamica per effetto del sovralzo idrico indotto dalla
   struttura; ove opportuno la    valutazione  deve  essere  condotta
   anche  con  riferimento a condizioni di tracimazione del ponte per
   effetto di ostruzione delle luci.
 
 
3.2.2. Indirizzi
Nella definizione delle caratteristiche dimensionali del ponte, oltre
ai valori di prescrizione indicati in precedenza,  vanno  considerati
anche  altri elementi, da definirsi caso per caso, prendendo in conto
i caratteri specifici di manifestazione della  piena,  che  dipendono
dallo  stato del bacino idrografico sotteso e del corso d'acqua nella
parte a monte,  in  rapporto  alla  copertura  vegetale  e  alle  sue
condizioni di stabilita'.
E'  raccomandabile  considerare  ogni  qualvolta possibile i seguenti
elementi:
- portata di progetto: per i ponti sui corsi d'acqua non  interessati
   dalla delimitazione delle fasce fluviali e' opportuno assumere una
   portata  di progetto con tempo di ritorno superiore a 200 anni nel
   caso di opere di rilevante importanza, a  tutela  della  sicurezza
   delle  stesse,  o  con  riferimento  ai  corsi d'acqua a carattere
   torrentizio, quale  fattore  di  sicurezza  rispetto  ai  fenomeni
   connessi  al  deflusso  della  piena  che sono spesso di difficile
   determinazione quantitativa. Tempi di ritorno inferiori a 200 anni
   sono  da  assumere  qualora  si tratti di corsi d'acqua di piccole
   dimensioni e di infrastrutture di importanza modesta, in relazione
   ad esigenze specifiche adeguatamente motivate;
-  comportamento  per  piene  superiori  a  quella  di  progetto:  e'
   opportuno  valutare  la  riduzione  di franco che si manifesta per
   portate superiori a quella di progetto, ai fini  di  una  completa
   determinazione dello stato di sicurezza dell'opera;
-  dislivello  tra  quota  di intradosso impalcato e fondo alveo: non
   inferiore a 6-7 m quando si possa temere il transito di alberi  di
   alto  fusto;  valori  maggiori  vanno mantenuti per ponti con luci
   inferiori ai 30 m o  posti  su  torrenti  su  cui  sono  possibili
   sovralzi del fondo alveo per deposito di materiale lapideo;
-  dislivello  tra quota di intradosso impalcato e piano campagna: e'
   opportuno, soprattutto nei territori di pianura, che la  quota  di
   intradosso dell'impalcato del ponte sia superiore a quella del pi-
   ano campagna circostante per i corsi d'acqua non arginati;
-  dimensione dell'alveo del corso d'acqua: ai fini della definizione
   della luce del ponte  e  dell'ubicazione  dei  manufatti  relativi
   (pile  e  spalle) e' necessario considerare, oltre alle dimensioni
   attuali dell'alveo, anche quelle eventuali di  progetto,  in  modo
   tale  che  l'opera,  una  volta  realizzata, non sia di ostacolo a
   futuri interventi di sistemazione  idraulica  sul  corso  d'acqua,
   compresi gli ampliamenti delle dimensioni dell'alveo;
-  luce  del  ponte: nei casi in cui la larghezza dell'alveo di piena
   sia  limitata,  non  superiore  ai  40  m,   e'   preferibile   la
   realizzazione di un ponte con luce unica in modo da non avere pile
   in alveo e da ubicare le spalle al di fuori dell'alveo stesso;
-  dislocazione  delle pile: la parte maggiormente attiva dell'alveo,
   significativamente l'alveo inciso, deve essere lasciata libera  da
   pile,   compatibilmente  con  i  vincoli  di  natura  strutturale,
   ricercando una soluzione che collochi le pile in  golena  o  nelle
   zone dove l'altezza d'acqua in piena sia relativamente modesta;
-  forma  delle pile in alveo: e' preferibile la forma circolare o di
   tipo profilato in modo da costituire minore ostacolo alla corrente
   (minore esposizione  all'erosione);  nei  casi  in  cui  si  abbia
   elevata  velocita'  di  corrente  abbinata  a  un trasporto solido
   significativo, la parte delle pile a contatto con la corrente deve
   essere opportunamente protetta;
- soluzioni per il controllo dello scalzamento: le  fondazioni  delle
   pile  e  delle  spalle  devono  essere  dimensionate  in  modo  da
   sopportare  direttamente  il   massimo   scalzamento   prevedibile
   (scalzamento  diretto  ed eventuale abbassamento dei fondo alveo),
   senza la necessita' di opere idrauliche aggiuntive. Ad esempio nel
   caso di fondazioni  su  pali  il  dimensionamento  dei  pali  deve
   considerare  scoperto il tratto di palo compreso tra la testa e la
   quota di massimo scalzamento;
- interferenza con le opere idrauliche presenti: nel caso l'opera sia
   inserita in un tratto di corso d'acqua arginato  e'  frequente  la
   necessita'  prevedere  protezioni (rivestimenti e/o diaframmature)
   dei paramento lato fiume dell'argine, in conseguenza delle maggior
   sollecitazioni  idrodinamiche  indotte   dall'opera   stessa.   In
   situazioni   particolari   possono   essere  necessarie  opere  di
   ringrosso e/o sovralzo arginale locale.
3.3. Criteri di compatibilita' idraulica per i ponti e i' rilevati di
accesso esistenti
3.3.1. Prescrizioni
I  criteri  di  compatibilita' che assumono carattere di prescrizioni
per i ponti esistenti sono di seguito elencati.
1. Portata di piena di progetto. Il tempo di ritorno della  piena  di
progetto  per  le  verifiche  idrauliche  del  ponte deve normalmente
rispettare i seguenti valori:
- per i corsi d'acqua interessati  dalla  delimitazione  delle  fasce
   fluviali,  non  inferiore  a  quello  assunto per la delimitazione
   della fascia B;
- per i corsi d'acqua non interessati dalla delimitazione delle fasce
   fluviali non inferiore a 100 anni.
Quando si  tratti  di  corsi  d'acqua  di  piccole  dimensioni  e  di
infrastrutture  di  importanza  molto modesta, possono essere assunti
tempi di  ritorno  inferiori  in  relazione  ad  esigenze  specifiche
adeguatamente  motivate;  in  tali  situazioni e' comunque necessario
verificare  che  le  opere  non  comportino  un  aggravamento   delle
condizioni  di  rischio  idraulico  sul territorio circostante per la
piena di 200 anni e definire il comportamento  dell'opera  stessa  in
rapporto alla stessa piena.
2.  Franco minimo. Il minimo franco tra la quota idrometrica relativa
alla piena di progetto e la quota di intradosso del ponte deve essere
non inferiore  a  0.5  volte  l'altezza  cinetica  della  corrente  e
comunque  non inferiore a un 1.00 m; il valore del franco deve essere
assicurato per almeno 213 della luce quando  l'intradosso  del  ponte
non  sia  rettilineo  e  comunque  per  almeno 40 m. nel caso di luci
superiori a tale valore.
Il franco minimo tra la quota  idrometrica  relativa  alla  piena  di
progetto e la quota di sommita' del rilevato di accesso al ponte (pi-
ano viabile) deve essere non inferiore a 0.5 volte l'altezza cinetica
della corrente e comunque non inferiore a 1.00 m.
3.   Posizionamento   del   ponte  rispetto  all'alveo.  Deve  essere
considerato,  l'orientamento  delle  pile  (ed  eventualmente   delle
spalle)  rispetto  all'alveo  e  verificato che le interazioni tra le
opere e la corrente non diano  luogo  a  fenomeni  incompatibili  con
l'assetto morfologico dell'alveo o la stabilita' dell'opera.
4.  Effetti idraulici indotti dal ponte. Gli elementi strutturali del
ponte e i relativi rilevati di accesso non devono comportare  effetti
negativi  sulle  modalita' di deflusso in piena del corso d'acqua; in
particolare il profilo  idrico  di  rigurgito  eventualmente  indotto
dall'insieme  delle  opere di attraversamento deve essere compatibile
con l'assetto difensivo presente e non  deve  comportare  un  aumento
delle  condizioni di rischio idraulico per il territorio circostante.
Va inoltre verificata la compatibilita' dell'opera e delle  eventuali
sistemazioni idrauliche connesse con gli effetti indotti da possibili
ostruzioni  delle  luci ad opera di corpi flottanti trasportati dalla
piena ovvero di deposito anomalo di materiale derivante dal trasporto
solido, soprattutto nel  caso  possano  realizzarsi  a  monte  invasi
temporanei di dimensione significativa.
5.  Condizioni  di  sicurezza  idraulica  del  ponte  e  delle  opere
collegate. Il manufatto e le opere connesse devono essere  sottoposti
a verifica della stabilita' strutturale rispetto ai seguenti aspetti:
- scalzamento massimo sulle fondazioni delle pile, delle spalle;
- urti e abrasioni provocate dalla corrente sulle pile in alveo;
-   scalzamento   massimo   sui   rilevati  di  accesso  per  effetto
   dell'erosione della corrente;
-  spinta  idrodinamica  per  effetto  del  sovralzo  indotto   dalla
   struttura; ove opportuno la valutazione deve essere condotta anche
   con  riferimento a condizioni di tracimazione del ponte stesso per
   effetto di ostruzione delle luci.
3.3.2. Condizioni di esercizio transitorio per i ponti esistenti
Nei casi in cui la verifica di  compatibilita'  idraulica  dei  ponti
esistenti  non  e'  adeguata  rispetto  alle  prescrizionidi  cui  al
precedente punto 3.3.1., le Amministrazioni  competenti  al  rilascio
del   parere   idraulico  di  compatibilita'  (nulla-osta  idraulico)
definiscono, sulla base degli elementi  derivanti  dallo  studio,  le
condizioni  di  esercizio  transitorio  dell'opera,  valide fino alla
realizzazione degli interventi di adeguamento.
Tali condizioni devono contenere:
- la definizione  dei  limiti  idraulici  di  completa  funzionalita'
   idraulica  dell'opera,  rappresentati  dal  tempo di ritorno della
   portata che soddisfa ai punti 1 e 2 dei paragrafo 3.3.1.;
-  la  programmazione  degli  interventi  periodici  di  manutenzione
   dell'opera  e  dell'alveo  del corso d'acqua in corrispondenza del
   ponte, necessari per mantenere la massima capacita'  di  deflusso,
   comprensivi dell'indicazione dei soggetti responsabili;
-  la  definizione di specifiche operazioni, correlate alla sicurezza
   idraulica,  da  compiere  nell'ambito  dello   svolgimento   delle
   funzioni  periodiche  di  vigilanza  e  ispezione  sullo  stato di
   conservazione dell'opera, come definite dalla Circolare  n.  34233
   dei 25.2.1991 dei Ministero dei Lavori Pubblici;
-  la  definizione  degli  scenari  di piena probabili per le portate
   superiori a quelle per cui l'opera e' compatibile, con particolare
   riferimento alle piene con tempo di ritorno di  200  e  500  anni;
   nell'ambito di tali scenari devono essere evidenziati in specifico
   i centri abitati e le infrastrutture circostanti coinvolte;
-  la definizione del tempi medi di preannuncio della piena (tempo di
   corrivazione del corso d'acqua)  e  dei  tempi  medi  di  crescita
   dell'onda di piena;
-  l'instalazione,  in una sezione adeguata in prossimita' del ponte,
   di un idrometro con l'evidenziazione del livello di guardia  e  di
   quello  di superamento delle condizioni di sicurezza, per il quale
   deve essere sospesa l'agibilita' del ponte;
- il soggetto responsabile della  sorveglianza  per  la  segnalazione
   degli   stati  idrometrici  di  guardia  e  di  superamento  delle
   condizioni di sicurezza;
-  la  necessita'  eventuale  di  aggiornamenti  periodici  circa  le
   condizioni di funzionalita' idraulica dell'opera.
Le  condizioni  di esercizio provvisorio sopra definite costituiscono
parte integrante del parere di  compatibilita'  idraulica  del  ponte
esistente rilasciato dalle Amministrazioni competenti.
Tali  condizioni  sono  allegate  alla concessione di occupazione del
demanio fluviale collegata all'opera.
Le stesse condizioni sono trasmesse ai  soggetti  competenti  per  le
funzioni  di protezione civile ai sensi della legge 24 febbraio 1992,
n. 225.
3.3.3. Progettazione degli interventi di adeguamento
Nei  casi  in  cui  la  verifica idraulica del ponti esistenti non e'
adeguata rispetto  alle  prescrizioni  di  cui  al  precedente  punto
3.3.1.,  il  progetto  di  adeguamento deve contenente gli interventi
correttivi necessari a rimuovere  gli  elementi  di  incompatibilita'
presenti.
La soluzione di intervento deve essere definita in funzione del grado
di  inadeguatezza riscontrato e delle caratteristiche della struttura
esistente.
Per i ponti di  interesse  storico-monumentale,  soggetti  a  formale
tutela,  il  progetto  di  adeguamento dovra' individuare i possibili
interventi che consentano di migliorare  la  funzionalita'  idraulica
del  sistema  "corso  d'acqua  -  struttura  di  attraversamento" nel
rispetto dei vincoli gravanti sull'opera.
Il progetto, nel caso riguardi l'adeguamento dell'opera esistente,  e
non la sostituzione della stessa, tratta separatamente gli interventi
per  il conseguimento di condizioni di sicurezza dell'opera (quali le
opere di protezione delle fondazioni dallo scalzamento) da quelli per
il miglioramento delle condizioni di deflusso del corso d'acqua e per
la riduzione degli effetti di innalzamento del profilo idrico.
Nei casi in cui problemi di incompatibilita' siano determinati  dalle
condizioni  di  scalzamento massimo non compatibili con la stabilita'
delle fondazioni, e' comunque preferibile una soluzione di intervento
diretto sulle fondazioni stesse per il conseguimento dei parametri di
sicurezza necessari.
Solo in casi eccezionali, previa accurata  verifica  idraulica,  sono
possibili    le    seguenti    soluzioni   alternative   volte   alla
stabilizzazione delle quote del fondo alveo, quali ad esempio:
- la realizzazione di una soglia (o platea) di fondo  a  valle  delle
   fondazioni, estesa per tutta la larghezza dell'alveo;
-  la realizzazione di una coronella di protezione a monte delle pile
   (ad esempio con pali di  piccolo diametro, palancole o diaframmi);
- la realizzazione attorno alla pila di una protezione flessibile  in
   materiale lapideo, di granulometria, tale da non essere soggetta a
   trasporto da parte della corrente.
4. Contenuti dello studio di compatibilita' per i ponti e i manufatti
di accesso
Nella  specificazione  dei  contenuti  delle diverse parti si intende
integralmente richiamato quanto indicato al punto 2. e si  forniscono
ulteriori  specificazioni  di  maggiore  dettaglio  esclusivamente in
relazione agli aspetti specifici dei ponti e per  quanto  riguarda  i
corsi d'acqua non interessati dalle fasce fluviali.
Anche  in  questo caso, in conformita' a quanto stabilito dal Decreto
del Ministero LL.PP. 4 maggio 1990,  l'ampiezza  e  l'approfondimento
delle  indagini e delle valutazioni, vanno commisurati all'importanza
del problema  e  al  grado  di  elaborazione  del  progetto  o  della
verifica.
Lo  studio  si  compone  dei  seguenti  punti,  che  costituiscono la
caratterizzazione conoscitiva del sistema fluviale e  la  valutazione
degli effetti ascrivibili al progetto di intervento:
1. assetto geometrico dell'alveo,
2. caratteristiche morfologiche dell'alveo,
3. caratteristiche granulometriche del materiale d'alveo,
4. caratteristiche ambientali e paesistiche della regione fluviale,
5. portate di piena,
6. opere di difesa idraulica,
7. manufatti interferenti,
8. modalita' di deflusso in piena.
4.1. Assetto geometrico dell'alveo
Per  i  corsi d'acqua non interessati dalla delimitazione delle fasce
fluviali le sezioni trasversali devono essere comunque  coerenti  con
quelli  di  riferimento  per il monitoraggio morfologico dell'alveo a
cura delle Amministrazioni competenti.
4.2. Caratteristiche morfologiche dell'alveo
Per i corsi d'acqua non interessati dalla delimitazione  delle  fasce
fluviali  le  analisi  morfologiche  devono  essere estese all'intera
regione fluviale potenzialmente interessata dalle piene piu'  gravose
e  devono  essere  condotte  sia per l'alveo inciso che per quello di
piena.  Le valutazioni devono essere finalizzate a:
- definire il grado di stabilita' dell'alveo inciso, in  concomitanza
   a  situazioni  di  piena,  in    rapporto  a possibili fenomeni di
   divagazione trasversale (erosioni  di  sponda,  modificazione  del
   tracciato  del tha1weg) e di innalzamento o abbassamento del fondo
   alveo;
- definire l'alveo di piena, sulla  base  della  delimitazione  della
   fascia  inondabile  e dell'individuazione delle forme fluviali non
   piu' attive in regime di magra ma riattivabili nel corso di  piene
   significative;
- definire, in relazione agli elementi di cui ai punti precedenti, la
   tendenza  evolutiva  del  tratto  di  alveo, anche in relazione al
   grado  di  sistemazione  idraulica  presente  o  eventualmente  in
   progetto;  gli elementi di interesse concernono la possibilita' di
   modificazione del tracciato planimetrico dell'alveo  inciso  e  le
   modificazioni  delle  quote  di  fondo (tendenza all'erosione o al
   ripascimento).
Nel  caso  in  cui  si  tratti  di  verificare   le   condizioni   di
compatibilita'  di  un  ponte  esistente, le valutazioni di cui sopra
vanno effettuate tenendo conto  della  presenza  dell'opera  e  delle
interazioni  della  stessa  con  la  dinamica  morfologica  del corso
d'acqua.
4.3. Caratteristiche granulometriche del materiale d'alveo
I criteri di analisi e valutazione sono analoghi a quanto specificato
al punto 2.3.
4.4. Caratteristiche ambientali e paesistiche della regione fluviale
I criteri di analisi e valutazione sono analoghi a quanto specificato
al punto 2.4. Nel caso di un ponte esistente il tema non deve  essere
trattato.
4.5. Portate di piena
Per  i  corsi d'acqua non interessati dalla delimitazione delle fasce
fluviali  le  portate  di  piena  vanno  stimate,  sulla  base  delle
indicazioni  della  direttiva  di  cui  all'art.  10  delle  Norme di
attuazione del Piano stralcio di assetto  idrogeologico,  utilizzando
le   procedure   di   analisi   probabilistica   elo   i  modelli  di
trasformazione  afflussi-deflussi  piu'  adatti,  in  funzione  delle
caratteristiche del bacino idrografico sotteso e della disponibilita'
di serie storiche di misura delle variabili idrologiche.
Indipendentemente  dal  valore  assunto  per la piena di progetto, e'
opportuno  che  siano  determinate  le  portate  con  riferimento  ai
seguenti valori del tempo di ritorno: 20, 100, 200, 500 anni.
I  contenuti  dell'analisi devono comprendere, oltre alla stima delle
portate  con  assegnato  tempo  di  ritorno,  la  descrizione   della
metodologia   utilizzata,  le  serie  storiche  dei  dati  idrologici
impiegati (precipitazioni e/o portate)  e  gli  elementi  informativi
disponibili  relativi  alle  piene  storiche che hanno interessato il
tratto.
4.6. Opere di difesa idraulica
I criteri di analisi e valutazione sono analoghi a quanto specificato
al punto 2.6..
4.7. Manufatti interferenti
I criteri di analisi e valutazione sono analoghi a quanto specificato
al punto 2.7..
Nel caso nel tratto di corso d'acqua interessato dalla  realizzazione
del  ponte  siano  presenti  altri ponti, vanno rilevate in dettaglio
tutte le caratteristiche  dimensionali  necessarie  a  garantire  un'
inserimento  della  nuova  opera  secondo criteri coerenti con quelle
esistenti.
4.8. Modalita' di deflusso in piena.
4.8.1. Metodo di calcolo.
Lo schema di calcolo  da  utilizzare  per  il  profilo  idrico  della
corrente  nel  tratto di corso d'acqua in corrispondenza del ponte e'
normalmente  quello  del  moto  stazionario  monodimensionale,  quale
definito al punto 2.8.1.
L'utilizzo  dello  schema  in moto uniforme (che assume come costanti
sia la sezione che la portata nel  tratto)  comporta  approssimazioni
anche   notevoli   rispetto   alla   situazione  reale;  e'  pertanto
accettabile esclusivamente per valutazioni preliminari orientative  o
per opere di importanza molto modesta.
In   condizioni  di  particolare  complessita',  per  la  valutazione
approfondita di specifici problemi, possono essere  impiegati  schemi
di calcolo di moto bidimensionale, stazionario o vario.
4.8.2. Condizioni al contorno
In  funzione  dello  schema  di  calcolo utilizzato, le condizioni al
contorno da assegnare sono:
- il valore della portata al colmo (o dell'idrogramma  di  piena)  di
   riferimento, che costituisce la condizione di monte,
-  una  ulteriore condizioni idraulica all'estremo di valle (nel caso
   di condizioni di moto in corrente lenta).
Oltre che per la portata di riferimento,  le  simulazioni  idrauliche
devono  essere  condotte  anche  per  portate  con  tempi  di ritorno
superiori o inferiori, qualora  necessario  ai  fini  della  completa
valutazione dei fenomeni di interesse.
4.8.3. Condizioni fisiche di riferimento
I  calcoli  idraulici per la definizione delle condizioni di deflusso
vanno condotti con riferimento alle seguenti condizioni  fisiche  del
corso d'acqua nel caso di ponte in progetto:
- assenza dell'opera (condizioni indisturbate),
- presenza dell'opera nella configurazione definitiva,
-  fasi  significative  di  costruzione  dell'opera, tenendo in conto
   delle  opere   provvisionali   eventualmente   inserite,   qualora
   comportino  interazioni  piu' severe con le condizioni di deflusso
   in piena rispetto alla condizione di opera realizzata.
Nell'ultimo  caso  il tempo di ritorno della piena da assumere per le
valutazioni e' quello la  cui  probabilita'  di  essere  raggiunta  o
superata  una volta nel periodo temporale corrispondente alle fasi di
costruzione non e' superiore alla probabilita' che ha la  portata  di
progetto di essere raggiunta o superata una volta nel periodo di vita
dell'opera.
Nel  caso  di un ponte esistente le condizioni fisiche da prendere in
considerazione sono:
- opera nella configurazione attuale;
- opera nella  configurazione  attuale,  con  ipotesi  di  ostruzione
   parziale  delle  luci,  nel  caso  le  caratteristiche  del ponte,
   insufficienti a consentire un libero deflusso della piena, rendano
   probabile tale condizione.
Il secondo caso va definito in funzione della  ragionevole  presa  in
conto  degli elementi che concorrono a determinare il manifestarsi in
piena di ostruzioni dovute ai materiali trasportati: la luce parziale
del ponte (tra due pile), lo stato del bacino idrografico e dell'asta
fluviale a monte, l'altezza del ponte rispetto  al  fondo  alveo.  In
questo  caso la verifica deve valutare le condizioni di funzionamento
residuo, il rigurgito  indotto,  la  possibilita'  di  formazione  di
invasi   temporanei   significativi   a  monte,  la  possibilita'  di
tracimazione del ponte e relative sollecitazioni strutturali.
4.8.4. Coefficiente di scabrezza
Il coefficiente di scabrezza in  un  alveo  naturale  e'  una  misura
globale  della resistenza al moto; la scelta deve essere effettuata a
seguito di  un'accurata  ricognizione  dei  luoghi,  considerando  le
caratteristiche  specifiche del materiali che compongono l'alveo e la
copertura vegetale delle  sponde  e  delle  aree  golenali  adiacenti
interessate al deflusso.
A  titolo  orientativo per la scelta dei valori numerici si puo' fare
riferimento, utilizzando il coefficiente di scabrezza di Manning o di
Strickler, alle indicazioni fornite dalle tabelle  di  "Open  Channel
Hydraulics",  Ven  te  Chow, McGraw Hill International Editions (tab.
1).
Strickler: v = Ks R2/3 i1/2
Manning:   v = (1/n) R2/3 i1/2
dove: v = velocita' media della corrente (m/s)
R = raggio idraulico (m)
i = pendenza di fondo (m/m)
Ks = coefficiente di Strickler
n = coefficiente di Manning
n = (n0 + n1 + n2 + n3 + n4) m5
 
 
Tab. 1: metodo per il calcolo del coefficiente  di  scabrezza  n  nei
corsi d'acqua
===================================================================
           Condizioni dell'alveo                        Valori
===================================================================
Materiale costituente l'alveo  Terra                  n0      0.020
                               Roccia                         0.025
                               Alluvione grossolana           0.028
                               Alluvione fine                 0.024
Irregolarita' della superficie Trascurabile           n1      0.000
della sezione                  Bassa                          0.005
                               Moderata                       0.010
                               Elevata                        0.020
Variazione della forma e       Graduale               n2      0.000
della dimensione della         Variazione occasionalmente     0.005
sezione trasversale            Variazione frequente     0.010-0.015
Effetto relativo di            Trascurabile           n3      0.000
ostruzioni                     Modesto                  0.010-0.015
                               Apprezzabile             0.020-0,030
                               Elevato                  0.040-0.060
Effetto della vegetazione      Basso                n4  0.005-0.010
                               Medio                    0.010-0-025
                               Alto                     0.025-0.050
                               Molto alto               0.050-0.100
Grado di sinuosita'            Modesto                m5      1.000
dell'alveo                     Apprezzabile                   1.150
                               Elevato                        1.300
La tab. 2 presenta i valori di riferimento per i coefficienti di
scabrezza, secondo le formule di Strickler e di Manning, riferiti all
situazioni tipiche dei corsi d'acqua naturali.
Tab. 2: valori dei coefficiente di scabrezza per i corsi d'acqua
naturali
===================================================================
Tipologia del corso d'acqua                          Strickler
                                                  Ks = 1/n (m1/3 s-1)
===================================================================
CORSI D'ACQUA MINORI
(Raggio idraulico ? 2 m; larghezza in piena < 30 m)
-------------------------------------------------------------------
Corsi d'acqua di pianura
- alvei con fondo compatto,
  senza irregolarita'                                      45-40
- alvei regolari con vegetazione
  erbacea                                                  30-35
- alvei con ciottoli e irregolarita'
  modeste                                                  25-30
- alvei fortemente irregolari                              25-15
-------------------------------------------------------------------
Torrenti montani
- fondo alveo con prevalenza di ghiaia
  e ciottoli, pochi grossi massi                           30-25
- alveo in roccia regolare                                 30-25
- fondo alveo con ciottoli e molto
  grossi massi                                             20-15
- alveo in roccia irregolare                               20-15
===================================================================
CORSI D'ACQUA MAGGIORI
(Raggio idraulico ? 4 m; larghezza in piena > 30 m)
-------------------------------------------------------------------
- sezioni con fondo limoso, scarpate
  regolari a debole copertura erbosa                       45-40
- sezioni in depositi alluvionali,
  fondo sabbioso, scarpate regolari
  a copertura erbosa                                          35
- sezioni in depositi alluvionali,
  fondo regolare, scarpate irregolari
  con vegetazione arbustiva e arborea                      25-30
- in depositi alluvionali, fondo irregolare,
  scarpate irregolari con forte presenza
  di vegetazione arbustiva e arborea                       20-25
===================================================================
AREE GOLEGONALI
(Raggio idraulico ? 1 m)
-------------------------------------------------------------------
- a pascolo, senza vegetazione arbustiva                   40-20
- coltivate                                                50-20
- con vegetazione arbustiva spontanea                      25-10
- con vegetazione arborea coltivata                        30-20
===================================================================
Alveo artificiale in terra
-------------------------------------------------------------------
- materiale compatto, liscio                                  60
- sabbia compatta, con argilla o pietrisco                    50
- sabbia e ghiaia, scarpata lastricata                     50-45
- ghiaietto 10-30 mm                                          45
- ghiaia media 20-60 mm                                       40
- ghiaia grossa 50-150 mm                                     35
- limo in zolle                                               30
- grosse pietre                                            30-25
- sabbia, limo o ghiaia, con
  forte rivestimento vegetale                              25-20
===================================================================
Alveo artificiale in roccia
-------------------------------------------------------------------
- con lavorazione accurata                                 30-25
- con lavorazione media                                    25-20
- con lavorazione grossolana                               10-15
===================================================================
Alveo artificiale in muratura
-------------------------------------------------------------------
- muratura in pietra da taglio                             80-70
- muratura accurata in pietra da cava                         70
- muratura normale in pietra da cava                          60
- pietre grossolanamente squadrate                            50
- scarpate lastricate, fondo in
  sabbia e ghiaia                                          50-45
===================================================================
Alveo artificiale in calcestruzzo
-------------------------------------------------------------------
- pavimentazione in cemento                                  100
- calcestruzzo con casseforme metalliche                  100-90
- calcestruzzo con intonaco                                95-90
- calcestruzzo lisciato                                       90
- intonaco di cemento intatto                              90-80
- calcestruzzo con casseforrne in legno,
  senza intonaco                                           70-65
- calcestruzzo costipato, superficie liscia                65-60
- calcestruzzo vecchio, superficie pulita                     60
- rivestimento in calcestruzzo ruvido                         55
- superfici irregolari in calcestruzzo                        50
-------------------------------------------------------------------
Per  i  torrenti  e  per  la  parte  medio-alta  dei  fiumi una stima
approssimativa del coefficiente di  scabrezza  e'  possibile  con  la
relazione:
Ks = 26/d901/6
nella  quale  d90  (m)  e'  il  diametro  del  materiale  d'alveo cui
corrisponde un passante pari al 90%.
E' tipico il caso per i corsi d'acqua di pianura di un alveo di piena
costituito da un alveo centrale (alveo inciso)  per  il  deflusso  di
magra  o  di  piene  moderate,  e di una o due zone laterali talvolta
anche molto estese (golene) contribuenti al moto, impegnate solo  nel
corso  delle  piene  piu'  gravose,  che  sono normalmente vegetate o
coltivate e in cui la profondita' di corrente e' ridotta. Nel caso di
tali sezioni  composite  la  maggior  parte  dei  moduli  di  calcolo
permettono  di  assegnare  valori diversi di scabrezza per ogni parte
elementare della sezione; in alternativa si deve fare  ricorso  a  un
valore di scabrezza equivalente.
4.8.5. Effetto di rigurgito provocato da restringimenti e da pile
Nel  caso  in  cui  il  ponte costituisca una singolarita' geometrica
dell'alveo, comportando un restringimento della sezione  per  effetto
delle  pile  e/o  delle  spalle,  esso  provoca alcune modifiche alle
altezze idrometfiche della corrente,  che  devono  essere  tenute  in
conto   nella   progettazione  del  ponte  e  delle  eventuali  opere
complementari necessarie.
Il calcolo del sovralzo a monte  del  restringimento  va  effettuato,
nell'ambito   della   costruzione   del  profilo  idrico,  attraverso
l'impiego delle usuali formulazioni della letteratura scientifica, in
funzione della classe di moto presente:
- classe A: il moto e' lento e rimane lento nel restringimento;
- classe B: il moto avviene con transizione,  da  lento  a  veloce  o
   viceversa (casi 1b e 2b);
- classe C: il moto e' veloce e rimane veloce.
La distinzione tra le classi e' rappresentata nel diagramma di fig.1,
in  funzione  del  numero  di Froude F = v/(g y)1/2 e del rapporto di
strozzatura r = b1/b0.
Nel caso in cui il deflusso sia di tipo A, sono disponibili  numerose
formule sperimentali per determinare il sovralzo rispetto all'altezza
del moto indisturbato. Quelle d'uso piu' comune sono le seguenti.
Formula di Yarnell
deltay/y = Ky (Ky - 0.6 + 5 F22) (1 - r +15 (1 - r)4) F22
dove  (1-r)  =  (b0  -  b1)/ b0 e' il grado di restringimento e Ky un
coefficiente di forma che assume i  valori di fig. 2.
Fig.   1:   classificazione   dei  modi  di  deflusso  attraverso  un
        restringimento
----> vedere grafico a pagina 64 della G.U. <----
Fig. 2: coefficienti di forma delle pile dei ponti
----> vedere figura a pagina 64 della G.U. <----
Nell'ipotesi che la corrente investa l'asse della pila con un  angolo
alfa  diverso  da  0,  i valori di deltay calcolati con l'espressione
riportata, vanno moltiplicati per un coefficiente 1.3 per alfa = 10 e
2.3 per alfa = 20.
Formula di Rehbock
deltay = KR (1 - r) V22/2g
dove:
KR = 1, per pile e rostri arrotondati
KR = 2, per pile a spigoli vivi.
Formula di Nagler
omega = KN b1 (2g)1/2 (y2 - omega V22/2g) (deltaY + Cr V02/2g)1/2
dove:
omega = coefficiente di turbolenza (normalmente assunto pari a  0.3),
        Cr = coefficiente in funzione del rapporto di contrazione
r = b1/b2 (fig. 3),
KN  =  coefficiente  di  forma della pila, funzione di r, dell'angolo
    formato dalla corrente con l'asse della pila e della forma  della
    pila (tab. 3).
----> vedere grafico a pagina 65 della G.U. <----
Fig. 3: valori dei coefficiente Cr della formula di Nagler
Tab. 3: valori di KN e KA per pile parallele alla corrente
===================================================================
  Tipo di pila                Rapporto di contrazione r
                   0.9      0.8        0.7      0.6       0.5
                 KN    KA   KN   KA    KN   KA   KN   KA    KN   KA
===================================================================
con fronte       0.91 0.96 0.87 1.02 0.86 1.02 0.87 1.00 0.89 0.97
e retro a
spigolo vivo
con fronte e
retro
semicircolari    0.94 0.99 0.92 1.13 0.95 1.20 1.03 1.26 1.11 1.31
con fronte e
retro triangolari
con angolo
acuto al verfice
di 90           0.95      0.94      0.92
coppia di cilindri
con o senza setto
di
collegamento     0.91      0.89      0.88
con fronte e
retro
lenticolari      0.95 1.00 0.94 1.14 0.97 1.22
Formula di Aubuisson
Q = KA b1 y2 (2g deltay + V02)1/2
dove  KA dipende principalmente dal rapporto di contrazione r e dalla
forma e dall'orientamento dell'ostacolo (tab. 3).
Nel caso in cui il deflusso attraverso il ponte sia di classe  B,  il
moto avviene passando nella sezione ristretta in condizioni critiche.
Per  deflusso  di  classe  1b,  la  profondita' a monte della sezione
contratta e' data da:
y0 = K(Q2/(g b02 F2 lim)1/3
dove:
b0   = larghezza dell'alveo a monte del restringimento,
Flim = numero di Froude in funzione del rapporto di contrazione r
              (fig. 1), K    = coefficiente  dipendente  dalla  forma
        dell'ostruzione.
Tab.4: valori dei coefficiente K per la condizione di moto di
               classe 1b
===================================================================
         Tipo di ostruzione                           K
===================================================================
pile con fronti squadrate                           1.135
pile con fronti triangolari                         1.085
pile con fronti semicircolari                       1.050
Contrazione laterale ben accompagnata            1.030-1.020
Nel  caso  in cui il deflusso attraverso il ponte sia di classe C, il
massimo  dell'elevazione  si  ha  nella  sezione  contratta   ed   e'
inferiore, o al massimo uguale, all'altezza critica.
Per  il  caso  particolare  dei  ponti  ad  arco,  per il calcolo del
rigurgito si puo' fare riferimento al  metodo  proposto  da  Biery  e
Delleur  (Biery  P.F.,  Delleur  J.W. "Hydraulics of single span arch
bridge constructions" journal of the Hydraulics Division, ASCE,  vol.
88,  n.2, p.75-108, 1962), riportato anche sul testo "La sistemazione
dei corsi d'acqua montani", U. Maione, ed. Bios 1998, cui si rimanda.
4.8.6. Erosioni localizzate attorno alle fondazioni (scalzamento)
Le rapide variazioni d'intensita' e di distribuzione della  velocita'
della   corrente  liquida  possono  provocare  fenomeni  di  erosione
localizzata,  soprattutto  se  l'alveo  e'  composto   da   materiale
incoerente.
La   profondita'   di   scavo   massima   e'   determinabile  tramite
l'applicazione di formule empiriche,  disponibili  nella  letteratura
scientifica,  derivanti  dai  risultati  di indagini sperimentati. La
scelta della formula da utilizzare e' demandata alle  valutazioni  da
effettuare  nell'ambito  dello  studio di compatibilita', in funzione
della migliore rispondenza alle condizioni dei caso specifico e degli
elementi conoscitivi acquisiti.
A titolo esemplificativo, una delle formule comunemente utilizzate e'
di seguito riportata:
ds/s = f1 ((V0/Vc) (2 tanh (y0/s)) f2 (forma) f3 (alfa, l/s)
dove:
ds = profondita' di scavo a partire dal fondo indisturbato;
s = larghezza della pila;
l = lunghezza della pila;
V0 = velocita' media della corrente indisturbata;
Vc  =  0.85  (2  g d (gammas, - gamma)/gamma)1/2 velocita' critica di
trascinamento, intesa come velocita' media della corrente alla  quale
inizia  il  movimento del materiale di fondo di assegnato diametro d;
per materiale disomogeneo si adotta normalmente d  =  d50;  gammas  e
gamma indicano il peso specifico del materiale di fondo e dell'acqua;
alfa = angolo tra la direzione della corrente indisturbata e la pila;
f1 (V0/Vc)      = 0         per V0/Vc: = 0.5;
f1 (V0/Vc)      = 2 V0/Vc-1  per 0.5 ? V0/Vc =1.0;
f1 (V0/Vc)      = 1         per V0/Vc ? 1.0;
f2 (forma)      = 1.00      per pile circolari o con fronti
                           arrotondate;
f2 (forma)      = 0.75      per pile sagomate in modo da
                           accompagnare la corrente;
f2 (forma)      = 1.30      per pile rettangolari;
f3 (alfa, l/s)  =           ricavabile da fig. 4.
----> vedere grafico a pagina 67 della G.U. <----
Fig.4: funzione f3(alfa, l/s)
In  sede  di  progetto, volendo contenere il valore dello scalzamento
nel limite derivante dalla dimensione della pila, e' necessario porre
il plinto di fondazione a una quota inferiore al valore  ds  rispetto
al  fondo  alveo;  infatti  nel  caso  in  cui  esso venga messo allo
scoperto dall'erosione, le dimensioni maggiori e le forme piu'  tozze
provocano  un  ulteriore scalzamento. In tal caso il calcolo di ds va
ripetuto considerando le dimensioni  del  plinto  invece  che  quelle
della pila.
In sede di progetto o di verifica il massimo scalzamento stimabile in
corrispondenza di una pila in alveo e' pertanto definito come:
dmax = ds + da
dove:
ds  = scalzamento proprio della pila valutabile secondo l'espressione
     sopra riportata;
da = abbassamento proprio  del  fondo  alveo  (eventuale)  dipendente
     dalla  tendenza  evolutiva  del corso d'acqua, estrapolato sulla
     base della durata di vita economica dell'opera.
;ri ALLEGATO 1
Scheda guida per  la  valutazione  compatibilita'  idraulica  per  la
realizzazione  di  infrastrutture  pubbliche  e di interesse pubblico
all'interno delle fasce A e B
La  scheda  di  seguito  riportata  costituisce  una  traccia   della
procedura  di  istruttoria  degli  studi  di  compatibilita' che deve
essere  svolta  a  cura  dell'Autorita'  idraulica   competente   per
l'emissione  del parere di compatibilita' ai sensi dell'art. 15 delle
Norme di attuazione dei Piano Stralcio delle Fasce Fluviali.
Lo scopo della scheda e' quello  di  oggettivare,  e  rendere  quindi
replicabile  la  procedura  di valutazione, e di indicare dei criteri
guida   di   riferimento   nella   formulazione   del   giudizio   di
compatibilita'.
La  scheda  e'  compilata  sulla  base  dei risultati dello studio di
compatibilita' che nel capitolo conclusivo (punto  9  "Effetti  degli
interventi  in  progetto") deve riportare in termini quantitativi gli
effetti degli interventi.
Rispetto  a  ciascuno degli effetti presi in considerazione la scheda
riporta tre voci (Fattori determinanti, Modalita' di quantificazione,
Elementi di compatibilita' da considerare), che hanno la funzione  di
costituire  una  guida  specifica della quantificazione degli effetti
dell'opera in progetto.
La voce finale (Criteri guida di compatibilita')  presenta  invece  i
criteri orientativi di compatibilita', con funzioni di guida e non di
prescrizione  rigida;  si  ritiene  infatti  che  la  valutazione  di
compatibilita' debba essere definita caso per caso in funzione  della
specificita' del singolo progetto.
Effetto E.1.: modifiche indotte sul profilo inviluppo di piena
Fattori   determinanti:  restringimenti  di  sezioni  o  ostacoli  al
deflusso nel tratto di corso d'acqua interessato.
Modalita' di quantificazione: confronto tra il profilo  di  piena  in
condizioni indisturbate e ad intervento realizzato.
Elementi di compatibilita' da considerare:
-  innalzamento  max del profilo di piena (% rispetto alla situazione
   indisturbata);
- estensione del tratto fluviale interessato dall'innalzamento;
- franco residuo rispetto agli argini (se esistenti);
- opere eventuali di contenimento dei  livelli  idrici  previste  nel
   progetto.
Criteri guida di compatibilita':
tratti non arginati:
- assenza di variazioni alla delimitazione della fascia B per effetto
   dei maggiori livelli idrici del profilo  di piena;
- assenza di maggiori rischi su opere presenti;
- assenza di necessita' di nuove opere di contenimento;
tratti arginati:
-  franco  di  1,0  m rispetto agli argini o comunque non inferiore a
   quello esistente nella situazione indisturbata.
Effetto E.2.: riduzione della capacita' di invaso dell'alveo
Fattori   determinanti:   riduzioni   delle   superfici    allagabili
all'interno    della    fascia    B   causate   dalla   realizzazione
dell'intervento
Modalita' di quantificazione: confronto tra il valore dell'idrogramma
di piena in portata lungo il tronco di corso d'acqua  interessato  in
condizioni indisturbate e a intervento realizzato.
Elementi di compatibilita' da considerare:
-  aumento  max  del  colmo  di  piena  (%  rispetto  alla situazione
indisturbata);
- estensione del tratto fluviale interessato dall'aumento;
- aumento del profilo idrico di piena conseguente  (%  rispetto  alla
   situazione indisturbata);
-  eventuali  nuove aree inondabili con funzioni di compenso previste
   nel progetto.
Criteri guida di compatibilita':
tratti non arginati:
- assenza di variazioni alla delimitazione della fascia B per effetto
   del maggiori livelli idrici del profilo  di  piena  nel  tratto  a
   valle;
- assenza di maggiori rischi su opere presenti;
- assenza di necessita' di nuove opere di contenimento;
tratti arginati:
-  franco  di  1,0  m rispetto agli argini o comunque non inferiore a
   quello esistente nella situazione indisturbata.
Effetto E.3: interazioni con le opere di difesa idrauliche (opere  di
sponda e argini) esistenti
Fattori  determinanti:  localizzazione  e caratteristiche strutturali
degli elementi costituenti parte delle opere in progetto
Modalita' di quantificazione: valutazioni  idrauliche  sugli  effetti
idrodinamici coinvolti.
Elementi di compatibilita' da considerare:
-  localizzazione  e  tipologia  delle  opere  in rapporto alla opere
   idrauliche presenti e potenzialmente interessate;
- tipologia delle opere idrauliche interessate;
- eventuali modificazioni di tracciato o  di  tipologia  delle  opere
   idrauliche esistenti previste nel progetto.
-   eventuali   soluzioni   costruttive  adottate  per  garantire  la
   compatibilita'.
Criteri guida di compatibilita':
argini:
- localizzazione coerente  con  le  distanze  di  rispetto  (norme  e
regolamenti di polizia idraulica);
-  assenza di effetti negativi sulla stabilita' strutturate del corpo
   arginale;
- assenza di effetti negativi rispetto ai fenomeni di filtrazione nel
   corpo arginale o di sifonamento nelle fondazioni (fontanazzi);
opere di sponda e in alveo:
- localizzazione coerente con le norme e  i  regolamenti  di  polizia
   idraulica;
- mantenimento delle caratteristiche funzionali.
Effetto    E.4.:    opere    idrauliche   in   progetto   nell'ambito
dell'intervento
Fattori  determinanti:  necessita'  di  protezione  delle  opere   in
progetto o di inserimento delle stesse nel sistema fluviale.
Modalita' di quantificazione: progetto definitivo delle opere.
Elementi di compatibilita' da considerare:
- opere idrauliche presenti;
- soluzioni costruttive adottate.
Criteri guida di compatibilita':
- integrazione con le opere idrauliche esistenti;
- coerenza con l'assetto di progetto del corso d'acqua nel tratto.
Effetto E.5.: modifiche indotte sull'assetto morfologico planimetrico
e altimetrico dell'alveo di inciso e di piena
Fattori  determinanti:  opere  in progetto e soluzioni di inserimento
delle stesse nel sistema fluviale.
Modalita' di quantificazione: valutazioni  idrauliche  sugli  effetti
idrodinamici    coinvolti,    in    rapporto   alle   caratteristiche
geomorfologiche dell'alveo e alle relative tendenze evolutive.
Elementi di compatibilita' da considerare:
- effetti erosivi di fondo e/o di sponda indotti nell'alveo inciso;
- attivazione di nuove vie  di  deflusso  all'interno  dell'alveo  di
   piena.
Criteri guida di compatibilita':
-  assenza  di  effetti  erosivi nell'alveo inciso non controllati da
   opere;
- assenza di vie di deflusso preferenziali in piena incompatibili con
   l'assetto  attuale  e di progetto del corso d'acqua e con le rela-
   tive opere idrauliche.
Effetto E.6.: modifiche  indotte  sulle  caratteristiche  naturali  e
paesaggistiche della regione fluviale
Fattori  determinanti:  opere  in progetto e soluzioni di inserimento
delle stesse nel sistema fluviale.
Modalita' di quantificazione: valutazioni sugli effetti  delle  opere
in  progetto in rapporto alle componenti naturalistiche, ambientali e
paesistiche del sistema fluviale.
Elementi di compatibilita' da considerare:
- presenza di  componenti  o  elementi  di  particolare  rilevanza  o
   sensibilita' alle modificazioni indotte;
- opere di mitigazione previste.
Criteri guida di compatibilita':
-  miglioramento delle condizioni dell'ecosistema fluviale ottenibili
   con l'intervento;
- recupero ambientale delle aree al contorno.
Effetto E.7.: condizioni di sicurezza dell'intervento  rispetto  alla
piena
Fattori determinanti:
-  condizioni  di  stabilita' delle opere costituenti l'intervento in
   relazione alle sollecitazioni derivanti dal deflusso in piena, con
   riferimento in particolare agli effetti connessi ai livelli idrici
   e a quelli derivanti  dell'azione  erosiva  della  corrente  sulle
   strutture e sulle fondazioni;
- tipologia funzionale dell'intervento.
Modalita'   di   quantificazione:  valutazione  delle  condizioni  di
funzionalita' dell'opera in concomitanza di un evento di piena
Elementi di compatibilita' da considerare:
- misure di protezione previste in progetto rispetto  alla  sicurezza
   strutturale e alla funzionalita' dell'intervento;
- modalita' di funzionamento o di utilizzo dell'opera nel corso degli
   eventi di piena;
- sistemi di preannuncio e di allarme per la piena.
Criteri guida di compatibilita':
- condizioni di rischio compatibili.
                                                           ALLEGATO 2
Normativa vigente relativa ai ponti
Si richiama nel seguito la normativa vigente per gli aspetti connessi
alla compatibilita' idraulica dei ponti.
1.  Decreto Ministero LL.PP. 4 maggio 1990 "Aggiornamento delle norme
tecniche per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo  dei  ponti
stradali
 ......... omissis
2.4. Problemi idraulici
Quando il ponte interessa un corso d'acqua naturale o artificiale, il
progetto  dovra'  essere  corredato  da una relazione   riguardante i
problemi idrologici, idrografici ed idraulici  relativi  alle  scelte
progettuali, alla costruzione e all'esercizio del ponte.
L'ampiezza  e  l'approfondimento della relazione e delle indagini che
ne costituiscono  la  base  saranno  commisurati  all'importanza  del
problema e al grado di elaborazione del progetto.
Una  cura particolare e' da dedicare, in ogni caso, al problema delle
escavazioni dell'alveo ed alla protezione delle fondazioni delle pile
e delle spalle.
La trattazione dei citati problemi dovra' avvenire nel  rispetto  del
testo unico 25 luglio 1904, n. 523 e successivi aggiomamenti.
2.  Circolare  n.  34233  dei  25  febbraio 1991 del Ministero LL.PP.
"istruzioni relative alla normativa tecnica del ponti stradali"
 ......... omissis
2.4 Problemi Idraulici
Gli elementi del ponte, quali le opere  di  sostegno,  di  difese  ed
accessorie, quando interessino l'alveo di un corso d'acqua, specie se
di  qualche  importanza,  dovranno far parte di un progetto unitario.
Nello studio andranno in particolare illustrati i seguenti aspetti:
- ricerca e raccolta presso  gli  Uffici  ed  Enti  competenti  delle
   notizie  e dei rilievi esistenti, utili per lo studio idraulico da
   svolgere,
- giustificazione della  soluzione  proposta  per:  l'ubicazione  del
   ponte,  le  sue  dimensioni  e  le  sue  strutture  in  pianta, in
   elevazione e in fondazione, tenuto  conto  del  regime  del  corso
   d'acqua,  dell'assetto morfologico attuale e della sua prevedibile
   evoluzione e della natura geologica della zona interessata;
-  studio  idrologico  degli  eventi  di  massima  piena;  esame  dei
   principali  eventi  verificatisi  nel  corso d'acqua; raccolta dei
   valori estremi, in quanto  disponibili,  e  loro  elaborazione  in
   termini  di  frequenza probabile del loro verificarsi; definizione
   dei mesi dell'anno durante i quali siano da attendersi  eventi  di
   piena,  con  riferimento  alla  prevista  successione  delle  fasi
   costruttive;
- definizione della scala delle portate nella sezione interessata per
   le condizioni attuali  e  per  quelle  dipendenti  dal  costruendo
   manufatto,  anche  per  le  diverse  e  possibili fasi costruttive
   previste; calcolo del rigurgito provocato dal ponte.
Nel caso in cui l'opera di attraversamento sia costituita, oltre  che
dal  ponte  vero  e  proprio,anche da uno o due rilevati collocati in
alveo, dovranno essere valutate quali modifiche  possono  prodursi  a
monte  dell'opera  in  conseguenza  della riduzione della luce libera
rispetto a quella primitiva.
2.4.1. Indicazione dei criteri per fissare il franco minimo  rispetto
al livello di massima piena
La   quota   idrometrica   e  il  franco  dovranno  essere  posti  in
correlazione con la piena di progetto anche in  considerazione  della
tipologia dell'opera e delle situazioni ambientali.
Puo'  ritenersi normalmente che il valore della portata massima e del
relativo franco siano riferiti ad un tempo di ritorno non inferiore a
100 anni, e' di iriteresse stimare i valori della frequenza probabile
di ipotetici eventi che diano luogo e riduzioni  del  franco  stesso.
Nel  caso  di  corsi  d'acqua arginati, la quota di sottotrave dovra'
comunque essere non inferiore alla quota della sommita' arginale.
Nello studio idraulico, sempre  che  le  opere  interessino  l'alveo,
dovranno inoltre essere considerati i seguenti problemi:
-  classificazione  del  corso  d'acqua  ai fini dell'esercizio della
   navigazione interna;
-  valutazione  dello  scavo localizzato con riferimento alle forme e
   alle dimensioni  delle  pile,  delle  spalle  e  delle    relative
   fondazioni, nonche' dei rilevati;
-  valutazione  degli  effetti  dovuti alla eventuale presenza di una
   corrente veloce;
- esame delle conseguenze della presenza di natanti, corpi  flottanti
   e  trasportati dalle acque, ove ricorra detta possibilita', e stu-
   dio della difesa dagli  urti  e  dalle  abrasioni,  nonche'  delle
   conseguenze  di  possibili ostruzioni delle luci (specie se queste
   possono creare invasi anche temporanei a monte),  sia  nella  fase
   costruttiva sia  durante l'esercizio delle opere.
In   situazioni   particolarmente  complesse  puo'  essere  opportuno
sviluppare le indagini  anche  con  l'ausilio  di  modelli  idraulici
sperimentali.
2.4.2. Relazione idraulica
Le   questioni   idrauliche,   trattate   con  ampiezza  e  grado  di
approfondimento commisurati alla natura dei problemi ed al  grado  di
elaborazione  del  progetto,  saranno  oggetto  di apposita relazione
idraulica, che fara' parte integrante del progetto stesso.
3. "Piano stralcio per la realizzazione degli interventi necessari al
ripristino dell'assetto idraulico, all'eliminazione delle  situazioni
di dissesto idrogeologico e alla prevenzione dei rischi idrogeologici
nonche' per il ripristino delle aree di esondazione" - PS 45 (art. 4,
comma 5, legge 22/95). Approvato con deliberazione 10 maggio 1995, n.
9, del Comitato Istituzionale dell'Autorita' di bacino del fiume Po.
Norme di attuazione.
 ......... omissis
7.9.2.4    Norme  per  gli  attraversamenti  interferenti con la rete
idrografica
1. L'evento alluvionale ha messo in evidenza nelle aree  colpite  una
situazione di generale inadeguatezza delle opere di attraversamento e
dei  relativi  rilevati  di accesso. Le opere in questione sono state
frequentemente danneggiate o demolite e hanno inoltre  frequentemente
contribuito  ad  aggravare  almeno  localmente le condizioni di piena
(effetto  di  rigurgito,  sbarramenti  effimeri  delle  luci)   e   i
conseguenti effetti sul territorio.
2.  Per  la  progettazione  dei ponti stradali si richiamano le norme
vigenti, D.M. del 2 agosto 1980 e  D.M.  del  4  maggio  1990  "Norne
tecniche  per  la progettazione, l'esecuzione e il collaudo dei ponti
stradali" e la  Circolare  del  Ministero  LL.PP.  n.  34233  del  25
febbraio 1991 recante "Istruzioni relative alla normativa tecnica dei
ponti  stradali" in cui sono contenuti indirizzi e prescrizioni circa
il dimensionamento idraulico dei manufatti.
3. In particolare  i  progetti  di  ricostruzione  dei  ponti  e  dei
rilevati  dovranno  contenere,  ai  fini della sicurezza delle stesse
strutture, le seguenti verifiche:
- franco minimo tra quota di massima piena di  progetto  e  quota  di
   intradosso  del  ponte  pari  a 0.5 volte l'altezza cinetica della
   corrente e comunque non inferiore a un 1.00 m,
- il  dimensionamento  delle  opere  di  fondazione,  lo  scalzamento
   massimo   sulle   pile   e   le   spalle  (scalzamento  diretto  +
   modificazioni d'alveo) compatibile,
- interasse minimo tra le pile adeguato a non provocare  fenomeni  di
   ostruzione.
Il dimensionomento idraulico dei rilevati di accesso in area golenale
soggetta  ad  esondazione  dovra'  considerare  e definire i seguenti
elementi essenziali:
- franco minimo tra quota di massima piena di progetto  e  quota  del
   piano viabile pari a 0.5 volte l'altezza cinetica della corrente e
   comunque non inferiore a 1.00 m
-  scalzamento  massimo ammissibile al piede compatibile con le rela-
   tive opere di controllo.
4.  Dovra'  essere  inoltre  condotta  una  verifica  sul  fatto  che
l'attraversamento  non  provochi ostruzioni e i condizionamenti delle
modalita' di  deflusso  dell'alveo  di  piena  incompatibili  con  le
condizioni    di   sicurezza   dell'area   circostante   e   con   le
caratteristiche  delle  opere  di  difesa.  Dovra'  pertanto   essere
condotta  la  valutazione  della  compatibilita'  dei  manufatti  con
l'assetto dell'alveo in termini di:
- effetti di restringimento dell'alveo attivo e/o  di  indirizzamento
   della corrente;
- effetti di rigurgito a monte;
- compatibilita' locale con le opere idrauliche esistenti.
5.  Ai  fini  della  verifica  di  compatibilita'  di  cui  al  punto
precedente l'Amministrazione competente sul corso d'acqua e' tenuta a
definire la portata di piena di  riferimento  al  quale  riferire  le
verifiche  di  compatibilita'  delle opere di attraversamento. In via
transitoria, nei casi in cui l'amministrazione non sia in  condizioni
di fissare il valore di portata, in relazione alla mancanza di dati e
studi   ideologici   relativi  al  corso  d'acqua  nella  sezione  di
attraversamento, la portata di piena  di  riferimento  dovra'  essere
individuata nell'ambito del progetto di ricostruzione.
6. Per le opere minori di attraversamento (ponticelli e scatolari) il
dimensionamento idraulico dei manufatti dovra' considerare e definire
i seguenti elementi essenziali,
-  condizioni  di  deflusso  in  funzione  della  portato  liquida di
   progetto;
-  condizioni  di  deflusso  in  funzione  della  portata  solida  di
   progetto,
- effetti di erosione allo sbocco e relative protezioni.
7.  Il progetto di ricostruzione o di nuova realizzazione di un ponte
stradale o ferroviario dovra' essere corredato da   una relazione  di
progetto idraulico del manufatto contenente:
-  descrizione e giustificazione della soluzione progettuale proposta
   in relazione all'ubicazione e alle dimensioni
    degli elementi strutturali interessanti l'alveo (sia in  fase  di
   costruzione  che  d'esercizio) in rapporto all'assetto morfologico
   attuale dello stesso  e  alla  sua  prevedibile  evoluzione,  alla
   natura  geologica  della zona interessata, al regime idraulico del
   corso d'acqua;
- definizione della portata di piena di riferimento  e  del  relativo
   tempo di ritorno;
-  calcolo  del  profilo per la piena di riferimento in condizioni di
   moto stazionario  in  essenza  e  in  presenza  del  manufatto  di
   attraversamento  con  evidenziazione  degli  effetti  di rigurgito
   eventualmente indotti;
- evidenziazione delle interazioni con l'alveo di piena in termini di
   eventuale restringimento  della  sezione  di  piena,  orientamento
   delle  pile  in  alveo  in rapporto alla direzione della corrente,
   eventuale riduzione delle aree allagabili,  eventuali  effetti  di
   possibili  parziali  ostruzioni  delle  luci a causa del materiale
   galleggiante trasportato dall'acqua;
-  individuazione  e   progettazione   delle   eventuali   opere   di
   sistemazione  dell'alveo  (difesa  di  sponda,  soglia  di  fondo,
   argini) che si rendano necessari in relazione  alla  realizzazione
   del  ponte secondo criteri di compatibilita' e integrazione con le
   opere idrauliche esistenti;
-  quantificazione  dello  scalzamento  massimo   prevedibile   sulle
   fondazioni  delle  pile  in  alveo, delle spalle e dei rilevati di
   approccio e progettazione  delle  eventuali  opere  di  protezione
   necessarie;
-   indicazione   delle   eventuali   interferenze   delle  opere  di
   attraversamento con le sistemazioni idrauliche  presenti  (argini,
   opere   di  sponda,  ...  )  e  delle  soluzioni  progettuali  che
   consentano di garantirne la compatibilita'.
L'ampiezza  e  l'approfondimento  del  progetto  idraulico  e   delle
indagini  che  ne  costituiscono  la base dovranno essere commisurati
all'importanza dell'opera e al grado  di  elaborazione  del  progetto
generale.
8.  Le  norme  fissate  andranno adottate anche per la verifica delle
opere di attraversamento esistenti e non  soggette  a  interventi  di
ripristino.  Rispetto  a  tali  opere  dovra' essere definito, a cura
degli Enti  proprietari  o  gestori  delle  opere,  un  programma  di
graduale  adeguamento  per  quelle  che  fossero risultate inadeguate
rispetto le verifiche fissate in funzione  anche  delle  esigenze  di
manutenzione  straordinaria  delle opere stesse. Per quelle opere che
risultino incompatibili con le sistemazioni idrauliche  previste  nel
presente  piano  dovranno  essere  adottati i provvedimenti necessari
contestualmente alla realizzazione degli interventi idraulici.