(all. 1 - art. 1)
 ALLEGATO A
  REQUISITI DEL DOSSIER DA PRESENTARE  AI FINI DELL'ISCRIZIONE DI UNA
SOSTANZA  ATTIVA  FEROMONE  NELL'ELENCO DELLE  SOSTANZE  CHE  POSSONO
ESSERE UTILIZZATE  NEI PRODOTTI FITOSANITARI. (Parte  A dell'allegato
II del decreto legislativo n. 194/1995).
                          Sostanze chimiche
 1. Identita' della sostanza attiva.
   1.1. Richiedente (nome, indirizzo, ecc.)
  1.2.  Fabbricante  (nome,  indirizzo  compresa  l'ubicazione  dello
stabilimento)
  1.3. Nome comune proposto o accettato dall'ISO e sinonimi
   1.4. Nome chimico (nomenclatura IUPAC e CA)
   1.5. Numero(i) del codice di sviluppo del fabbricante
   1.6. Numeri CAS, CEE e CIPAC (se disponibili)
   1.7. Formula empirica e di struttura; massa molecolare
  1.8.  Metodi di  fabbricazione (schema  di sintesi)  della sostanza
attiva
  1.9. Specificazione della purezza della sostanza attiva in g/kg
  1.10. Identita' degli isomeri, impurezze e additivi (ad es., agenti
stabilizzanti), con  relativa formula di struttura  e tenore espresso
in g/kg
   1.11. Profilo analitico delle partite
 2. Proprieta' fisiche e chimiche della sostanza attiva.
   2.1. Punto di fusione e punto di ebollizione
   2.2. Densita' relativa
  2.3.  Tensione di  vapore (in  Pa), volatilita'  (ad es.,  costante
della legge di Henry)
   2.4. Aspetto (stato fisico, colore e odore)
  2.5.  Spettro di  assorbimento  (UV/VIS, IR,  NMR, MS),  estinzione
molare e relative lunghezze d'onda
  2.6. Solubilita' in  acqua compresi gli effetti del pH  (da 4 a 10)
sulla solubilita'
   2.7. Solubilita' nei solventi organici
  2.8.  Coefficiente di  ripartizione  nottanolo/acqua, compresi  gli
effetti del pH (da 4 a 10)
  2.9.  Stabilita'   in  acqua,   tasso  di   idrolisi,  degradazione
fotochimica,   quantita'   e   identita'  del(dei)   prodotto(i)   di
degradazione, costante di dissociazione a diversi pH (da 4 a 9)
  2.10.  Stabilita'  all'aria,  degradazione  fotochimica,  identita'
del(i) prodotto(i) di degradazione
   2.11. Infiammabilita', compresa l'autoinfiammabilita'
   2.12. Punto di infiammabilita'
   2.13. Proprieta' esplosive
   2.14. Tensione superficiale
   2.15. Proprieta' ossidanti
 3. Altre informazioni sulla sostanza attiva.
   3.1. Attivita' semiochimica
  3.3. Campi di impiego considerati ad es. in pieno campo, in colture
protette (serra) o altro
  3.4. Organismi  nocivi controllati e  piante o prodotti  protetti o
trattati
   3.5. Meccanismo d'azione
  3.6.   Informazione  sull'eventuale   sviluppo   di  resistenze   e
appropriate strategie di prevenzione
  3.7.  Metodi  e  precauzioni  raccomandati  per  la  manipolazione,
l'immagazzinamento, il trasporto o in caso di incendio
   3.8. Metodi di distruzione o di decontaminazione
   3.9. Misure di emergenza in caso di incidente
 4. Metodi analitici.
   4.1. Metodi per l'analisi della sostanza attiva prodotta
   4.2. Metodi per la determinazione dei residui (1)
 5. Studi tossicologici e sul metabolismo.
  5.1. Studi sull'assorbimento,  sulla distribuzione, sull'escrezione
e sul metabolismo dei mammiferi (2)
   5.2. Tossicita' acuta
    5.2.1. Orale
    5.2.2. Cutanea
    5.2.3. Inalatoria
    5.2.4. Irritazione cutanea
    5.2.5. Irritazione oculare
    5.2.6. Sensibilizzazione cutanea
   5.3. Tossicita' a breve termine
    5.3.2. Studio di tossicita' orale a 90 giorni (3)
   5.4. Genotossicita'
  in  sostituzione del  punto  5.8 -  Studi  combinati di  tossicita'
ripetuta con  analisi della tossicita' riproduttiva  e dello sviluppo
(Draft  422  OECD), che  appaiono  piu'  opportuni,  per il  tipo  di
prodotti  piuttosto  che  studi  combinati di  tossicita'  cronica  e
cancerogenesi (4)
   5.9. Dati clinici
  5.9.1.   Controllo  medico   sul   personale   degli  impianti   di
fabbricazione
  5.9.2.  Osservazione   diretta  -   ad  es.   casi  clinici   e  di
avvelenamento
  5.9.3. Osservazioni sull'esposizione  della popolazione in generale
e studi epidemiologici, se del caso
  5.9.4. Diagnosi  dell'avvelenamento (determinazione  della sostanza
attiva  e dei  metaboliti),  segni specifici  di avvelenamento,  test
clinici
  5.9.5. Trattamento  proposto: misure di pronto  soccorso, antidoti,
trattamento medico
    5.9.6. Effetti previsti dell'avvelenamento
  5.10.  Sintesi   della  tossicita'  nei  mammiferi   e  valutazione
complessiva
  6.Residui in o su prodotti trattati,  alimenti per l'uomo e per gli
animali (5).
  6.1. Metabolismo,  distribuzione ed  espressione del  residuo nelle
piante
  6.2.  Metabolismo, distribuzione  ed  espressione  del residuo  nel
bestiame
   6.3. Sperimentazione sui residui
   6.4. Studi di alimentazione sul bestiame
  6.5.   Effetti   della   trasformazione   industriale   e/o   delle
preparazioni domestiche
   6.6. Residui in colture successive
  6.7. Livelli  massimi di  residui proposti  (MRL) e  definizione di
residuo
  6.9. Stima  dell'esposizione potenziale  e effettiva  attraverso la
dieta e altre vie
  6.10. Sintesi e valutazione del comportamento dei residui
 7. Destino e comportamento ambientale (vedi allegato III).
 8. Studi ecotossicologici (6).
   8.1. Effetti sugli uccelli
    8.1.1. Tossicita' orale acuta (7)
    8.1.2. Tossicita' alimentare a breve termine (7)
   8.2. Effetti sugli organismi acquatici
    8.2.1. Tossicita' acuta per i pesci
    8.2.4. Tossicita' acuta per gli invertebrati acquatici
  8.2.5. Tossicita' cronica per gli invertebrati acquatici (8)
    8.2.6. Effetti sulla crescita delle alghe
   8.3. Effetti sugli artropodi
    8.3.1. Api
    8.3.2. Altri artropodi (9)
  8.6 Effetti  su altri  organismi non  bersaglio (flora)  ritenuti a
rischio (10)
 9. Sintesi e valutazione del punti 7 e 8.
  10.Proposte di  classificazione e  di etichettatura  della sostanza
attiva  ai sensi  della direttiva  del consiglio  67/548/CEE, attuata
dalla  legge 29  maggio  1974, n.  256,  e successivi  aggiornamenti,
compresa la giustificazione di dette proposte.
   - Simbolo/i di pericolo
   - Indicazioni di pericolo
   - Frasi di rischio (R)
   - Consigli di prudenza (S)
  11.Un dossier come  specificato nell'allegato III, parte  A, per un
prodotti fitosanitario rappresentativo.
                                     N O T E
            (1)  Il    metodo deve essere in   grado di determinare e
          confermare  i  residui  rilevanti  dal   punto   di   vista
          tossicologico o per l'ambiente.
            (2)  Richiesta    condizionata  all'esposizione diretta o
          indiretta di mammiferi o piante.
            (3) Richiesta condizionata  alla    presenza  di  residui
          sulle  derrate, ai  risultati  dell'analisi   chimicofisica
          (presenza  di  eventuali microcontaminanti), e dei dati  di
          tossicita'.
            (4)  Richiesta    condizionata all'evidenziarsi   di dati
          negativi nei saggi di prima fase.
            (5) Questi studi   devono sempre  essere  eseguiti  salvo
          che  si possa comprovare  che non  rimangono residui  sulle
          piante  o sui  prodotti vegetali utilizzati  come  alimenti
          per l'uomo o per gli animali
            (6)  Molti  dei    composti  attualmente  in  uso    sono
          relativamente poco tossici,  vengono  usati in    quantita'
          relativamente    ridotte  e   con particolari modalita'  di
          dispersione, presentano  inoltre proprieta'  fisicochimiche
          tali    da  renderli   spesso poco affini   per determinati
          comparti ambientali (ad es. l'acqua).
            In  molti  casi,  quindi,  un  completo  quadro  di saggi
          ecotossicologici potrebbe essere  superfluo e    richiedere
          un  dispendio  di tempo  e di risorse non  proporzionato al
          possibile rischio.  Tuttavia, per avere  adeguate  garanzie
          di  sicurezza,   non e' possibile  trascurare nessun gruppo
          di organismi  non bersaglio o "end    point"  tossicologico
          senza  opportune   giustificazioni.   A   questo scopo,  si
          ritiene   opportuno  introdurre,    per  una    valutazione
          preliminare  del rischio,  l'uso di sistemi previsionali di
          stima  teorica  della tossicita', basati ad es.  su modelli
          QSAR (Relazioni  quantitative struttura attivita').  Questo
          puo'   essere particolarmente  efficace se  si tiene  conto
          che  molte delle sostanze  in esame   hanno  una  struttura
          relativamente  semplice (ad  es. alcoli  alifatici a  lunga
          catena)   o appartengono   a gruppi  chimici  relativamente
          omogenei.  All'interno    di classi   congeneri, o comunque
          omogenee, la precisione e  attendibilita' di  modelli  QSAR
          e'  molto elevata.   Qualora il  proponente fosse in  grado
          di   fornire un  dato  teorico    di  tossicita'    per  un
          determinato    "end point"   (ad es.  tossicita'  acuta  su
          pesci)   ottenuto  mediante  adeguati  sistemi previsionali
          e questo valore fosse  inferiore di almeno  tre  ordini  di
          grandezza  rispetto   al valore   di PEC ottenuto  nel caso
          peggiore  di  applicazione    agronomica      e    scenario
          ambientale,    il    saggio  di tossicita' potrebbe  essere
          evitato. Saggi  ecotossicologici potranno comunque   essere
          ritenuti    necessari    in  casi   particolari   (ad   es.
          sostanze con accertato effetto genotossico).
            (7)  Richiesti  soltanto  se  la  tossicita'   su   altri
          vertebrati    terrestri    (mammiferi)       e'   risultata
          significativa. Ad es.   LD50 5000 mg/kg  p.c.  o  5000  ppm
          nella dieta.
            (8)     Richiesta    soltanto    se        il    rapporto
          tossicita'/esposizione (TER)  calcolato  dal  saggio  acuto
          (EC50/PEC) risulta 100.
            (9)    Dovranno  essere    effettuati    saggi  atti    a
          dimostrare che   la  sostanza,  alla    massima  rata    di
          applicazione,  non    determina  effetti  (ad    es.  sulla
          riproduzione) tali    da  ridurre    significativamente  le
          popolazioni di artropodi non bersaglio nelle aree trattate.
            (10)  La    necessita' di tali saggi  sara' valutata caso
          per  caso in funzione del   comportamento della    sostanza
          (livelli  di esposizione, bioaccumulo, ecc.)