(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
                         PROGETTO OBIETTIVO
               "TUTELA DELLA SALUTE MENTALE" 1998-2000
Premessa.
  Il   presente    progetto   obiettivo    costituisce   "adempimento
prioritario" previsto  dal Piano  sanitario nazionale  1998-2000, che
individua la salute mentale fra le tematiche ad elevata complessita',
per le quali  si ritiene necessaria l'elaborazione  di specifici atti
di  indirizzo.  Esso  ne   riflette  l'impostazione  generale  e  gli
indirizzi programmatici.
  Il  precedente  progettoobiettivo   "Tutela  della  salute  mentale
1994-1996" individuava quattro questioni principali da affrontare per
dare  basi  piu'  solide  al  settore  dell'assistenza  psichiatrica,
riferita  alla  popolazione  adulta,  onde  migliorarne  la  qualita'
complessiva:
  a) la  costruzione di una  rete di servizi  in grado di  fornire un
intervento integrato, con particolare  riguardo alla riabilitazione e
alla gestione degli stati di crisi;
  b)  lo  sviluppo  dell'organizzazione  dipartimentale  del  lavoro,
dotando la rete dei servizi  di una precisa responsabilita' tecnica e
gestionale  in  grado  di  garantire  il  funzionamento  integrato  e
continuativo dei servizi stessi;
  c) l'aumento delle competenze professionali degli operatori per far
fronte a tutte le patologie psichiatriche, con particolare riguardo a
quelle piu' gravi, attraverso  interventi diversificati che prevedono
la partecipazione di piu' soggetti, ivi compresi i familiari;
  d)  il definitivo  superamento dell'ospedale  psichiatrico mediante
l'attuazione  di  programmi  mirati  ad una  nuova  sistemazione  dei
degenti.
  La  strategia  di intervento  proposta  nel  progetto obiettivo  ha
fornito  un quadro  di riferimento  determinante per  dare finalmente
avvio  ad  una  riorganizzazione  sistematica  dei  servizi  deputati
all'assistenza psichiatrica.
  Gli aspetti piu' significativi possono riassumersi nei seguenti:
  1)  istituzione  del Dipartimento  di  salute  mentale (DSM)  quale
organo di coordinamento per  garantire l'unitarieta' e l'integrazione
dei servizi psichiatrici di uno stesso territorio;
  2)  individuazione della  tipologia delle  componenti organizzative
del DSM  (strutture territoriali, servizi ospedalieri,  strutture per
attivita'  in regime  semiresidenziale e  strutture per  attivita' in
regime  residenziale),  e  definizione   dei  relativi  standard,  in
rapporto alla popolazione;
  3)  individuazione  delle funzioni  del  DSM  e di  ciascuna  delle
componenti organizzative;
  4)  attivazione  di  collegamenti con  altri  servizi  "confinanti"
(medicina di base, medicina  scolastica, guardia medica, consultorio,
servizi sociali, servizi di neuropsichiatria infantile).
  I dati conoscitivi disponibili consentono di affermare che, pur con
differenti gradi di realizzazione, in tutte le regioni il processo di
riorganizzazione dell'assistenza psichiatrica in eta' adulta, secondo
il  modello  dipartimentale e'  indiscutibilmente  avviato  e che  il
dinamismo  che  caratterizza il  settore  costituisce  un fattore  di
indubbio sviluppo, rispetto al passato.
  Il processo di superamento  degli ospedali psichiatrici, pubblici e
privati  convenzionati,  fortemente  sollecitato dalle  ultime  leggi
finanziarie, puo' ritenersi avviato a conclusione, anche se con tempi
e modalita' differenti da regione e regione. In ogni caso il fenomeno
e' oggetto di attento monitoraggio.
  A fronte di tali positivi cambiamenti, occorre, tuttavia, segnalare
alcuni aspetti, tuttora problematici, che devono essere affrontati:
  1) assenza  di una  attenzione specifica  ai problemi  della salute
mentale  in  eta'  evolutiva, attenzione  necessaria  per  sviluppare
strategie  complessive, mirate  alla tutela  della salute  mentale di
tutta la  popolazione, nelle varie  fasi del ciclo  vitale (infanzia,
adolescenza, eta' giovanile, eta'  adulta, eta' avanzata), garantendo
la continuita' della presa in carico;
  2)  carenza di  valutazioni sistematiche  in ordine  all'efficienza
delle risorse impiegate e all'efficacia degli interventi attuati;
  3)   mancata  attuazione,   tranne  che   in  poche   realta',  del
monitoraggio della spesa con istituzione di centri di costo;
  4) rischio di interventi non coordinati e di conflittualita' fra le
varie  figure  professionali,  in   mancanza  di  una  esplicitazione
puntuale della  "missione" affidata agli  operatori ed ai  servizi, e
degli interventi che devono essere assicurati in via prioritaria;
  5) presenza  di situazioni di "istituzionalizzazione"  che non sono
state  toccate  dal processo  di  superamento  degli  ex O.P.  Ci  si
riferisce all'istituzionalizzazione  di pazienti in eta'  evolutiva e
alla realta' degli ospedali psichiatrici giudiziari;
  6)  necessita' di  definire l'offerta  complessiva e  l'utilizzo di
posti    letto    per    media    e    lunga    degenza,    a    fini
terapeuticoriabilitativi,   in  strutture   residenziali  attualmente
differenti per  dimensione e  tipologia; in  questo contesto,  non va
sottovalutata  la  necessita' di  contrastare  ogni  forma di  "nuova
istituzionalizzazione" all'interno delle strutture residenziali;
  7)  relativa insufficienza  per  i servizi  di  salute mentale  dei
requisiti minimi di autorizzazione, approvati recentemente;
  8) carenza del  personale di assistenza e/o  presenza di situazioni
di eccessivo  turnover, con  conseguenze negative per  la continuita'
terapeutica;
  9) necessita'  di chiarezza  e omogeneita'  nei rapporti  con nuovi
soggetti  erogatori   di  servizi  sociosanitari  (ONLUS   e  privato
imprenditoriale) che  chiedono ai  dipartimenti di salute  mentale di
definire  modalita',   requisiti  e  tipologie  di   possibili  "mix"
pubblicoprivato;
  10) necessita' di sviluppare il ruolo strategico e le risorse degli
enti  locali  (in  particolare  dei  comuni),  nel  contribuire  alla
definizione e  alla realizzazione  di innovative politiche  di salute
mentale intersettoriali;
  11) importanza di sviluppare  la collaborazione con le associazioni
dei familiari  e degli utenti,  riconoscendone il ruolo attivo  ed il
valore fondamentale come risorsa al fianco delle equipes dei servizi;
  12) necessita' di rinnovare ed articolare l'offerta formativa degli
operatori dei servizi,  ma anche dei soggetti che,  a diverso titolo,
concorrono  a  pianificare  e/o programmare,  realizzare  e  valutare
progetti di promozione  e di mantenimento della  salute mentale (enti
locali, ONLUS, privato imprenditoriale).
  Tutto cio' giustifica pienamente un nuovo progetto obiettivo mirato
a individuare  in maniera cogente obiettivi  e interventi prioritari,
precisare i modelli organizzativi,  prevedere specifiche modalita' di
verifica dei risultati.
                       Obiettivi e interventi
 Obiettivi di salute.
  In  accordo con  il  Piano sanitario  nazionale  sono, di  seguito,
indicati  i   principali  obiettivi  di  salute   che  devono  essere
perseguiti, attraverso l'azione complementare e coordinata di tutti i
soggetti e le istituzioni che, a vario titolo, concorrono alla tutela
della salute mentale:
  a) promozione della salute mentale nell'intero ciclo di vita, anche
all'interno  dei programmi  di  medicina preventiva  e di  educazione
sanitaria;
  b)  prevenzione primaria  e  secondaria dei  disturbi mentali,  con
particolare   riferimento   alle   culture  a   rischio,   attraverso
l'individuazione precoce,  specie nella popolazione  giovanile, delle
situazioni   di  disagio   e  l'attivazione   di  idonei   interventi
terapeuticopreventivi;
  c)  prevenzione   terziaria  ovvero  riduzione   delle  conseguenze
disabilitanti  attraverso  la  ricostruzione del  tessuto  affettivo,
relazionale  e sociale  delle  persone affette  da disturbi  mentali,
tramite  interventi volti  all'attivazione delle  risorse (quantunque
residuali) degli individui e del contesto di appartenenza;
  d) salvaguardia della  salute mentale e della qualita'  di vita del
nucleo  familiare  del   paziente;  miglioramento  del  funzionamento
globale dei nuclei familiari con gravi problemi relazionali;
  e)  riduzione  dei  suicidi  e  dei  tentativi  di  suicidio  nella
popolazione  a  rischio, per  specifiche  patologie  mentali e/o  per
appartenenza a  fasce d'eta'  particolarmente esposte  (adolescenti e
persone anziane).
 Interventi prioritari.
  Nella  progettazione   delle  attivita'   atte  a   contrastare  la
diffusione dei  disturbi mentali,  i servizi  di salute  mentale, pur
senza   trascurare  la   domanda  portatrice   di  disturbi   mentali
mediolievi,  devono  dare,  nell'arco   del  triennio,  priorita'  ad
interventi di prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi mentali
gravi,  da cui  possono  derivare disabilita'  tali da  compromettere
l'autonomia  e  l'esercizio dei  diritti  di  cittadinanza, con  alto
rischio di cronicizzazione e di emarginazione sociale.
   A questo fine occorre:
  assicurare la presa in carico e  la risposta ai bisogni di tutte le
persone malate o comunque portatrici di una domanda di intervento;
  attuare,  tramite  specifici  protocolli di  collaborazione  fra  i
servizi  per l'eta'  evolutiva  e per  l'eta'  adulta, interventi  di
prevenzione mirati  alla individuazione nella  popolazione giovanile,
soprattutto  adolescenziale,  dei  soggetti,   delle  colture  e  dei
contesti a  rischio, con lo  scopo di contenere e  ridurre evoluzioni
piu' gravemente disabilitanti.
  Le azioni piu' opportune, per realizzare tali interventi, sono:
  a)  l'attuazione da  parte dei  servizi  di salute  mentale di  una
prassi e di  un atteggiamento non di attesa, ma  mirati a intervenire
attivamente e direttamente nel  territorio (domicilio, scuola, luoghi
di lavoro, ecc.), in collaborazione con le associazioni dei familiari
e di volontariato, con i medici  di medicina generale e con gli altri
servizi sanitari e sociali;
  b)    la   formulazione    di    piani   terapeuticopreventivi    o
terapeuticoriabilitativi   personalizzati,    con   assegnazione   di
responsabilita' precise e di precise scadenze di verifica;
  c)  l'integrazione  in tali  piani  dell'apporto  di altri  servizi
sanitari,   dei   medici   di    medicina   generale,   dei   servizi
socioassistenziali e di altre  risorse del territorio, in particolare
per quanto riguarda le attivita' lavorative, l'abitare e i cosiddetti
beni relazionali (produzione di relazioni affettive e sociali);
  d)  l'applicazione   delle  strategie  terapeutiche   giudicate  di
maggiore efficacia,  alla luce dei  criteri della medicina  basata su
prove di efficacia (Evidence based medicine);
  e)  il coinvolgimento  delle  famiglie nella  formulazione e  nella
attuazione   del   piano   terapeutico;  si   sottolinea   che   tale
coinvolgimento   deve  essere   ovviamente   volontario   e  che   la
responsabilita' dell'assistenza e' del servizio e non della famiglia;
  f) l'attivazione  di programmi  specifici di recupero  dei pazienti
che  non  si  presentano  agli  appuntamenti  o  che  abbandonano  il
servizio,  in modo  anche  da ridurre  l'incidenza  di suicidi  negli
utenti;
  g)  il  sostegno alla  nascita  e  al  funzionamento di  gruppi  di
mutuoaiuto  di familiari  e  di pazienti  e  di cooperative  sociali,
specie di quelle con finalita' di inserimento lavorativo;
  h)  l'effettuazione di  iniziative  di  informazione, rivolte  alla
popolazione generale,  sui disturbi  mentali gravi,  con lo  scopo di
diminuire  i  pregiudizi  e   diffondere  atteggiamenti  di  maggiore
solidarieta'.  Cio' aumenterebbe,  fra  l'altro,  la possibilita'  di
indirizzare i malati gravi ai servizi di salute mentale.
 Politiche e programmi di salute.
  Per dare  reale efficacia agli  interventi in favore  delle persone
con  disturbi  mentali gravi,  e'  necessario  predisporre un  quadro
programmatico e organizzativo che punti alla coordinazione strategica
di tutti i soggetti coinvolti.
  Si  tratta,  da  un  lato  di  ottimizzare  l'organizzazione  e  la
coordinazione dei  servizi formali  e informali deputati  alla tutela
della salute mentale; dall'altro di definire strategie innovative che
abbiano  le caratteristiche  di una  sorta  di "patto  per la  salute
mentale"  stipulato  tra  molteplici   attori  (sanitari  e  sociali,
pubblici  e privati,  enti locali,  forme della  cittadinanza attiva,
risorse del  territorio), e  volto alla valorizzazione  delle risorse
umane, materiali, territoriali.
                        Modelli organizzativi
  Il  modello organizzativo  dipartimentale, previsto  nel precedente
progetto obiettivo per i servizi  di salute mentale dell'eta' adulta,
e' da ritenere il modello piu' idoneo a garantire l'unitarieta' degli
interventi e la continuita' terapeutica,  come del resto indicato dal
piano sanitario nazionale.
  In questo progetto obiettivo si vuole sottolineare la necessita' di
un modello  organizzativo anche per  i servizi per  l'eta' evolutiva,
onde meglio  realizzare l'integrazione e l'interazione  con i servizi
per  l'eta' adulta  e definire  comuni politiche  e strategie  per la
tutela della salute mentale in tutte le fasi del ciclo vitale.
  Tuttavia,  stante  l'attuale   complessita'  ed  eterogeneita'  dei
modelli  organizzativi ed  operativi  che  caratterizzano il  settore
dell'eta'  evolutiva, rispetto  ai quali  e' necessario  acquisire un
quadro conoscitivo  piu' approfondito, si ritiene  opportuno dedicare
alla  materia  una  sezione  a   parte  per  individuare  i  problemi
specifici,   le  risorse   necessarie   e   le  possibili   soluzioni
organizzative,  attivando,  in collaborazione  con  le  regioni e  le
province autonome, idonei processi  conoscitivi e di sperimentazione,
che possano consentire, alla fine del triennio, un piu' compiuto atto
di indirizzo.
               Il Dipartimento di salute mentale (DSM)
  Nel presente contesto, pertanto, ci  si riferisce a DSM dei servizi
di salute mentale per gli adulti, anche se e' evidente che la maggior
parte  delle  indicazioni  relative agli  aspetti  organizzativi,  ai
compiti, alle  funzioni, alla  formazione, ecc., sono  da considerare
validi anche  per le soluzioni  organizzative dei servizi  per l'eta'
evolutiva.
 Indicazioni generali.
  Ogni azienda sanitaria istituisce il Dipartimento di salute mentale
(DSM), ispirandosi,  secondo gli  indirizzi delle regioni  e province
autonome,  a modello  organizzativo  della struttura  operativa o  al
modello tecnico funzionale, garantendo in ogni caso:
  l'individuazione  delle  specifiche   risorse,  in  particolare  di
organico, dedicate alle attivita' per la tutela della salute mentale,
esercitate  dalle unita'  operative  territoriali  e ospedaliere  del
Dipartimento;
  omogeneita' di programmazione del  loro utilizzo, in collaborazione
con   le  strutture   operative  dell'azienda   USL  e   dell'azienda
ospedaliera;
  unitarieta' del controllo della gestione economica, con particolare
riferimento alle  risorse di  personale, tramite una  direzione unica
del DSM.
  Le regioni e le province  auutonome provvedono ad emanare direttive
per l'istituzione e il funzionamento del DSM, all'interno delle quali
sono individuati  organi, figure professionali, funzioni  e modalita'
di gestione  dello stesso.  Sulla base di  tali direttive  le aziende
emanano un apposito regolamento.
  Le  regioni e  le  province autonome  destinano,  per le  attivita'
complessive del Dipartimento di salute  mentale, in base alla propria
realta' territoriale, quote adeguate del fondo sanitario regionale.
  Le  regioni   e  le   province  autonome  destinano,   inoltre,  ai
Dipartimenti  di  salute  mentale   quote  di  finanziamento  per  la
realizzazione di strutture  territoriali, in particolare residenziali
e  semiresidenziali.  Dette  quote   possono  derivare  da  programmi
finanziati ex  art. 20 della  legge n. 67/1988,  dall'alienazione dei
beni relativi agli  ex ospedali psichiatrici (art. 32  della legge n.
724/1994), da altre disposizioni normative, da fondi propri.
  L'attribuzione  di  risorse ai  singoli  DSM  deve tener  conto  di
specifiche esigenze documentate, ad  esempio concentrazione di utenti
gravi   in  particolari   aree  metropolitane,   responsabilita'  del
trattamento   di  soggetti   extracomunitari,  notevole   dispersione
territoriale, difficolta' di trasporti.
  Il budget del DSM viene negoziato annualmente dal direttore del DSM
con la  direzione generale dell'azienda sanitaria,  in funzione degli
obiettivi prefissati, previa valutazione dei risultati raggiunti.
  Il  DSM,  in  relazione  alla densita'  della  popolazione  o  alla
estensione territoriale, puo' essere  articolato in piu' moduli tipo,
"sottounita'"  del DSM  che comprendono  le componenti  organizzative
relative a corrispondente ambito  territoriale. Ciascun modulo ha una
direzione  unica, sempre  a garanzia  dell'unitarieta' e  continuita'
degli interventi; esso serve  un ambito territoriale, tendenzialmente
coincidente con uno o piu' distretti e con un bacino d'utenza in ogni
caso non superiore a 150.000 abitanti.
  I moduli tipo  del DSM sono anche centri di  costo, per un corretto
monitoraggio della spesa.
  Organizzazione e compiti del Dipartimento di salute mentale
  Con   riferimento   ai   requisiti  strutturali,   tecnologici   ed
organizzativi  minimi per  l'esercizio delle  attivita' sanitarie  da
parte delle strutture pubbliche e  private introdotti dal decreto del
Presidente della  Repubblica 14  gennaio 1997,  che qui  si intendono
richiamati per le parti  che riguardano l'assistenza psichiatrica, si
descrivono qui  di seguito gli aspetti  organizzativi fondamentali, i
compiti e le funzioni principali del Dipartimento di salute mentale.
 1. Funzioni generali della direzione del DSM.
  Il  direttore del  DSM e'  responsabile della  gestione del  budget
dipartimentale e delle risorse  ad esso assegnate. Promuove attivita'
di prevenzione primaria, tramite ricerche ed interventi sulle culture
ed  i   contesti  a  rischio.   Assicura  il  coordinamento   tra  le
articolazioni  organizzative,   anche  al   fine  di   garantire  gli
interventi  di  emergenza/urgenza  24  ore   su  24  in  ogni  giorno
dell'anno.  Assicura, inoltre,  la  prevenzione e  la verifica  degli
interventi  preventivi, la  presa in  carico dei  pazienti gravi,  la
continuita' dell'assistenza, la promozione delle attivita' di MCQ, la
realizzazione del sistema informativo  ed in genere l'applicazione di
questo  progetto  obiettivo,  nei   limiti  delle  risorse  destinate
dall'azienda.
  Il direttore del DSM adotta un documento in cui sono esplicitati:
  la  missione, gli  obiettivi generali  e  prioritari del  DSM e  le
attivita' principali che il DSM si impegna a svolgere, in accordo con
il  presente progetto  obiettivo, e  con gli  indirizzi programmatici
delle regioni e le province autonome;
  l'organigramma,  con il  quale e  vengono individuate  le linee  di
autorita' e le responsabilita' delle varie componenti organizzative e
dei progetti specifici;
  gli ambiti di attivita' per  le varie figure professionali presenti
nel DSM, in modo da assicurare la complementarieta' e la sinergia dei
rispettivi interventi, evitando, nel contempo, confusioni o conflitti
di competenze.
  Fatta  salva  la  necessita'  di   definire  un  piano  annuale  di
attivita',  approva  anche,  in  accordo con  la  direzione  generale
dell'azienda di appartenenza, il piano strategico, ossia un documento
che  specifica le  linee  di  sviluppo del  servizio  (quello che  il
servizio si  propone di essere  e di fare)  a medio termine,  cioe' a
trecinque anni.
  Per altri aspetti importanti della regolamentazione del DSM, vedere
la sezione su procedure e linee guida.
 2. Standard e gestione del personale.
  Come  previsto   nel  Progetto  obiettivo  1994-1996,   il  DSM  ha
tendenzialmente  un  organico  di   almeno  un  operatore  ogni  1500
abitanti.  In   tale  rapporto   sono  compresi   medici  psichiatri,
psicologi,  infermieri,  terapisti   occupazionali,  terapisti  della
riabilitazione  psichiatrica  e psicosociale,  sociologi,  assistenti
sociali  educatori, ausiliari  od  operatori  tecnici di  assistenza,
personale amministrativo.
  Il  direttore  del  DSM,  in  accordo  con  la  direzione  generale
dell'azienda  sanitaria,  definisce  ed  esplicita  le  politiche  di
gestione delle risorse umane.
  In  particolare,  tenendo  presenti  gli  standard  suddetti  e  le
disposizioni regionali in materia:
  definisce il fabbisogno  di personale in termini  di equivalenti di
tempo pieno per professionalita' e posizione funzionale;
  valuta  il  turnover  e,  se e'  elevato,  propone  interventi  per
diminuirlo;
  verifica periodicamente  l'adeguatezza dello standard  di personale
in rapporto alla tipologia e al volume delle attivita' svolte.
  3.  Nucleo  di valutazione  -  Miglioramento  continuo di  qualita'
(MCQ).
  Ogni  DSM  attiva  un  nucleo di  valutazione  e  miglioramento  di
qualita' che collabora  con gli uffici centrali per  la valutazione e
il  miglioramento di  qualita' e  per  le relazioni  con il  pubblico
dell'azienda e agisce di supporto alle attivita' dirette a migliorare
la   qualita'  professionale,   la   qualita'   percepita  e   quella
manageriale.  Il nucleo  e',  pertanto,  impegnato nella  valutazione
dell'efficacia e dell'efficienza delle attivita' condotte dal DSM.
  Ogni  anno, ciascun  DSM  dovrebbe essere  impegnato  in almeno  un
progetto  di MCQ  relativo alla  qualita' manageriale,  alla qualita'
professionale e alla qualita' percepita.
  Nel  DSM,  nel corso  del  triennio,  dovrebbero essere  effettuati
almeno i seguenti progetti di MCQ:
  un progetto che valuti la soddisfazione degli utenti, dei familiari
e della popolazione entro la quale opera il DSM;
  un  progetto  per  migliorare   la  qualita'  della  documentazione
clinicosociale degli utenti;
  un progetto per migliorare la continuita' dell'assistenza;
  un progetto per la razionalizzazione dell'uso degli psicofarmaci;
  un   progetto  sulla   valutazione   e   sul  miglioramento   della
soddisfazione degli operatori;
  un progetto per migliorare la collaborazione con i familiari;
    un progetto per la riduzione delle recidive.
  Nell'ambito   delle  attivita'   di   valutazione,  vengono   anche
effettuati studi di  follow up su particolari categorie  di utenti, e
vengono identificati eventi sentinella  (quali, ad esempio, i suicidi
dei  pazienti  in  carico,  atti di  aggressivita',  reati  commessi,
perdita di  vista di  pazienti gravi),  sui quali  attivare inchieste
confidenziali.
 4. Sistema informativo.
  Presso  la  direzione  del  dipartimento e'  collocato  il  sistema
informativo dipartimentale, il quale raccoglie, elabora ed archivia i
dati di struttura, processo ed esito, con gli obiettivi di:
  consentire di valutare e di ridefinire le politiche e gli obiettivi
del dipartimento;
  rispondere  al   debito  informativo  nei  confronti   dei  livelli
sovraordinati;
  integrare  le   informazioni  prodotte  dalle   singole  componenti
organizzative del DSM, in modo ad  esempio che sia possibile avere un
quadro  unico  della  prevalenza  e dell'incidenza  degli  utenti  in
carico, senza duplicazioni;
  fornire   dati   sulle   prestazioni  effettuate,   adottando   una
classificazione e un glossario standardizzati;
    conoscere il numero dei persi di vista;
  rilevare il numero  e la proporzione di utenti  provenienti da zone
esterne al  bacino di utenza e  conoscere il numero degli  utenti del
proprio   territorio  che   facciano  ricorso   a  servizi   esterni,
differenziando tra gli utenti inviati e non inviati dal servizio;
  rilevare il ricorso a strutture  di ricovero private degli abitanti
del proprio bacino  di utenza e i costi relativi,  distinguendo tra i
pazienti inviati e non inviati dal servizio stesso;
  rilevare il  numero di interventi riabilitativi  individualizzati e
gli inserimenti lavorativi in ambiente protetto e non protetto;
  analizzare  i   dati  relativi  ai  residenti   nel  territorio  di
competenza   ricoverati  con   diagnosi   psichiatrica  nei   reparti
ospedalieri diversi dallo SPDC;
  ricavare indicatori che permettano di  valutare il carico di lavoro
del personale  e l'entita'  dell'assistenza fornita in  rapporto alla
popolazione  del  bacino  di  utenza,  di  confrontare  le  attivita'
ambulatoriale, domiciliare, residenziale  e di ricovero (distinguendo
tra ricoveri volontari e TSO);
  diffondere i  dati e gli  indicatori da  essi derivati a  tutti gli
interessati;
  analizzare  i  dati  sul  turnover e  l'assenteismo  del  personale
forniti dall'azienda.
  Il   Ministro   della  sanita'   emanera'   linee   guida  per   la
sperimentazione di un sistema  di indicatori, omogeneo sul territorio
nazionale.
 5. Procedure e linee guida.
  Nei 24  mesi dall'entrata in  vigore del progetto obiettivo,  i DSM
adotteranno, attivando  idonei progetti di formazione,  linee guida e
procedure di  consenso professionali  per una buona  pratica clinica,
almeno per quanto riguarda i seguenti temi:
  modalita'   di  accoglimento   e  di   valutazione  della   domanda
dell'utente e/o della famiglia;
    criteri per la presa in carico;
  modalita'    di   definizione    e    di    verifica   dei    piani
terapeuticoriabilitativi personalizzati degli utenti gravi;
  modalita'   con  cui   garantire  la   continuita'  dell'assistenza
(coordinamento tra SPDC  e territorio, turni di  lavoro del personale
che assicurino il  minor numero possibile di  cambiamenti di curanti,
nomina di un operatore di riferimento);
  modalita' per assicurare gli interventi di emergenza/urgenza 24 ore
su 24 in ogni giorno dell'anno;
  criteri di decisione e modalita' di effettuazione dei TSO;
  criteri, frequenza  e modalita'  di effettuazione  degli interventi
domiciliari e negli altri ambienti di vita e di lavoro dei pazienti;
  riconoscimento e trattamento degli effetti collaterali dei farmaci;
  modalita' di coinvolgimento e di sostegno alle famiglie;
  reazioni  del  servizio  alla  segnalazione di  disturbo  grave  in
persona che rifiuta l'intervento;
  reazioni del  servizio a mancata presentazione  agli appuntamenti o
ad abbandono da parte di paziente grave;
  coordinamento con i servizi di salute mentale per l'eta' evolutiva;
  rapporti  di  collaborazione e  consulenza  con  gli altri  reparti
ospedalieri, inclusa la tutela del paziente in carico, ricoverato per
patologia somatica;
  rapporti  di   collaborazione  e  consulenza  con   i  servizi  per
l'alcoolismo e le tossicodipendenze;
  rapporti con  i medici  di medicina  generale e  con i  servizi del
distretto sociosanitario;
  collaborazione con le associazioni  di volontariato, di familiari e
di utenti della zona;
  coordinamento con  i servizi sociali  e utilizzo delle  risorse non
sanitarie del territorio  da parte degli utenti;  iniziative a favore
dell'inserimento lavorativo  degli utenti  e rapporti con  il privato
sociale e imprenditoriale;
  rapporti  con  le   strutture  psichiatriche  private  accreditate,
all'interno di piani terapeuticoriabilitativi personalizzati;
  collaborazione,    nell'ottica    del     superamento    di    ogni
istituzionalizzazione, con gli ospedali psichiatrici giudiziari e con
le case di cura e custodia esistenti nel territorio;
  modalita' di  facilitazione dei reclami, di  loro classificazione e
di risposta agli stessi.
  Il  Ministro della  sanita'  emanera' apposite  linee di  indirizzo
sulla  metodologia e  i criteri  fondanti la  stesura delle  suddette
linee  guida e  procedure  di consenso  professionali  per una  buona
pratica clinica.
 6. Formazione e aggiornamento.
  Il direttore  del DSM predispone  un piano annuale di  formazione e
aggiornamento del personale del  dipartimento stesso, con indicazione
di un responsabile.
  Tale  piano deve  soddisfare il  bisogno formativo  specifico delle
varie  figure  professionali,  e   nello  stesso  tempo  favorire  la
capacita' di lavoro in equipe,  in una prospettiva progettuale ampia,
aperta al collettivo e al sociale.
  Gli interventi  formativi riguarderanno  in particolare  i seguenti
temi:
  problematiche  relative  all'accoglienza,  alla  valutazione  della
domanda e alla presa in carico;
  aggiornamento  sulle   metodiche  diagnostiche,   sugli  interventi
farmacologici,  psicoterapeutici,  riabilitativi, familiari  e  sulle
strategie di  intervento integrato; va data  priorita' alle strategie
terapeutico riabilitative  la cui  efficacia sia provata  da evidenze
scientifiche, secondo  i principi della  medicina basata su  prove di
efficacia (Evidence Based Medicine);
  conoscenze di  base sul  riconoscimento dei disturbi  psichici, sul
loro trattamento  e in  particolare sul riconoscimento  degli effetti
collaterali dei  farmaci, soprattutto  per quegli operatori  privi di
formazione specifica;
  abilita' di comunicazione e di relazione interpersonale;
  identificazione   e   attivazione    di   risorse   comunitarie   e
territoriali;
  acquisizione  di  competenze  sulle metodologie  e  sulle  pratiche
dell'intervento di rete;
  principi e pratica del MCQ (miglioramento continuo di qualita');
  rilevazione corretta dei dati per il sistema informativo.
  Ogni programma  formativo, promosso  o patrocinato dal  DSM, dovra'
avere  obiettivi  di  apprendimento   ben  formulati.  Dovra'  essere
valutato  il raggiungimento  di  tali obiettivi  sia  al termine  del
programma, sia successivamente, accertando  le applicazioni di quanto
appreso nel lavoro quotidiano.
 7. Carta dei servizi.
  La  direzione del  dipartimento  provvede alla  stesura e  relativa
diffusione della parte riguardante i  servizi di salute mentale della
carta dei servizi dell'azienda di  appartenenza. La carta dei servizi
comprende come minimo:
  la descrizione delle strutture presenti, con modalita' di accesso e
orari;
  la descrizione delle priorita' del DSM e delle principali attivita'
svolte;
    l'indicazione dei responsabili;
  le modalita'  di segnalazione dei  reclami e l'impegno a  dare loro
risposta;
    l'indicazione dei tempi di attesa prevedibili;
    i costi per gli utenti;
  l'impegno dei  DSM a  stabilire rapporti  di collaborazione  con le
associazioni dei familiari, degli utenti e di volontariato.
   Componenti organizzative del DSM.
  Come  gia' indicato  nel precedente  Progetto obiettivo,  i servizi
essenziali  costitutivi  del  DSM  (e di  ciascun  modulo  tipo,  ove
presente)  sono  il  Centro  di salute  mentale  (CSM),  il  Servizio
psichiatrico di  diagnosi e cura  (SPDC), il Day hospital,  il centro
diurno, la residenza terapeuticoriabilitativa e socioriabilitativa.
 Il Centro di salute mentale.
  Il CSM  e' la sede  organizzativa dell'equipe degli operatori  e la
sede  del  coordinamento  degli   interventi  di  prevenzione,  cura,
riabilitazione e reinserimento sociale, nel territorio di competenza,
tramite  anche   l'integrazione  funzionale  con  le   attivita'  dei
distretti.
   In particolare il CSM svolge:
  attivita'  di  accoglienza,  analisi   della  domanda  e  attivita'
diagnostica;
  definizione  e attuazione  di programmi  terapeuticoriabilitativi e
socioriabilitativi   personalizzati,   con   le   modalita'   proprie
dell'approccio    integrato,   tramite    interventi   ambulatoriali,
domiciliari, di  "rete", ed  eventualmente anche  residenziali, nella
strategia della continuita' terapeutica;
  attivita'  di  raccordo con  i  medici  di medicina  generale,  per
fornire consulenza  psichiatrica e  per condurre,  in collaborazione,
progetti terapeutici ed attivita' formativa;
  consulenza  specialistica  ai   servizi  "di  confine"  (alcolismo,
tossicodipendenze ecc.),  alle strutture  residenziali per  anziani e
per disabili;
  attivita' di filtro ai ricoveri  e di controllo della degenza nelle
case  di cura  neuropsichiatriche  private, alfine  di assicurare  la
continuita' terapeutica;
  valutazione ai  fini del  miglioramento continuo di  qualita' delle
pratiche e delle procedure adottate.
  Esso  e'  attivo,  per interventi  ambulatoriali  e/o  domiciliari,
almeno 12 ore al giorno, per sei giorni alla settimana.
 Servizio psichiatrico di diagnosi e cura.
  Il  Servizio  psichiatrico  di  diagnosi  e  cura  e'  un  servizio
ospedaliero dove  vengono attuati trattamenti  psichiatrici volontari
ed  obbligatori  in condizioni  di  ricovero  esso, inoltre,  esplica
attivita' di consulenza agli altri servizi ospedalieri.
  Esso e' ubicato  nel contesto di Aziende ospedaliere,  o di presidi
ospedalieri  di Aziende  U.S.L.,  o di  policlinici universitari.  E'
parte  integrante del  dipartimento di  salute mentale,  anche quando
l'ospedale  in  cui  e'  ubicato non  sia  amministrato  dall'Azienda
sanitaria di cui il DSM fa parte.  In tal caso, i rapporti tra le due
Aziende sanitarie sono regolati  da convenzioni obbligatorie, secondo
le indicazioni della regione.  I rapporti con l'Azienda universitaria
sono regolati in  conformita' ai protocolli d'intesa  di cui all'art.
6,  comma  1  del  decreto   legislativo  n.  502/1992  e  successive
modificazioni tra regioni, province autonome e universita'.
  Come  previsto   dal  Progetto   obiettivo  1994-1996,   il  numero
complessivo  dei posti  letto  e'  individuato tendenzialmente  nella
misura di uno  ogni 10.000 abitanti. Ciascun SPDC  contiene un numero
non superiore a 16 posti letto ed  e' dotato di adeguati spazi per le
attivita' comuni.
 Day hospital
  Il  D.H. costituisce  un'area  di  assistenza semiresidenziale  per
prestazioni diagnostiche e terapeutico  riabilitative a breve e medio
termine.  Puo' essere  collocato  all'interno  dell'ospedale, con  un
collegamento funzionale e gestionale  con il Servizio psichiatrico di
diagnosi  e cura.  Puo' essere,  inoltre, collocato  presso strutture
esterne all'ospedale, collegate con il CSM, dotate di adeguati spazi,
delle attrezzature e  del personale necessario e'  aperto almeno otto
ore a giorno per 6 giorni alla settimana.
   Ha la funzione di:
  permettere l'effettuazione  coordinata di  accertamenti diagnostici
vari e complessi;
    effettuare trattamenti farmacologici;
  ridurre  il ricorso  al  ricovero  vero e  proprio  o limitarne  la
durata.
  L'utente vi accede in base a programmi concordati tra gli operatori
del DSM.
  Le  regioni, province  autonome,  nell'ambito della  programmazione
sanitaria  regionale, definiscono  la collocazione  ed il  numero dei
posti letto in  D.H., tenendo presente che un posto  letto in D.H. e'
equivalente  ad un  posto letto  in SPDC,  ai sensi  del decreto  del
Presidente della Repubblica 20 ottobre 1992, art. 2, commi 1 e 2.
 Il Centro diurno (C.D.).
  Il  Centro Diurno  e' una  struttura semiresidenziale  con funzioni
terapeuticoriabilitative,  collocata  nel contesto  territoriale.  E'
aperto  almeno otto  ore al  giorno per  sei giorni  a settimana.  E'
dotato di una propria equipe, eventualmente integrata da operatori di
cooperative  sociali e  organizzazioni  di  volontariato. Dispone  di
locali  idonei  adeguatamente  attrezzati.  Nell'ambito  di  progetti
terapeuticoriabilitativi personalizzati,  consente di  sperimentare e
apprendere abilita'  nella cura  di se',  nelle attivita'  della vita
quotidiana e nelle relazioni  interpersonali individuali e di gruppo,
anche ai fini dell'inserimento lavorativo.
  Il Centro diurno puo' essere gestito  dal DSM o dal privato sociale
e imprenditoriale. In tal caso,  fatti salvi i requisiti previsti dal
decreto  del  Presidente  della  Repubblica 14  gennaio  1997  e  dal
presente  p.o., i  rapporti  con  il DSM  sono  regolati da  apposite
convenzioni, che garantiscano la continuita' della presa in carico.
 Strutture residenziali.
  Si definisce struttura  residenziale una struttura extraospedaliera
in cui si  svolge una parte del  programma terapeuticoriabilitativo e
socioriabilitativo per  utenti di esclusiva  competenza psichiatrica,
come chiaramente  indicato nel precedente Progetto  obiettivo, con lo
scopo di offrire una rete di rapporti e di opportunita' emancipative,
all'interno  di  specifiche  attivita'  riabilitative.  La  struttura
residenziale, pertanto, non va intesa come soluzione abitativa.
  Le strutture  residenziali dovranno  soddisfare i  requisiti minimi
strutturali  e organizzativi,  indicati  dal  decreto del  Presidente
della Repubblica  14 gennaio 1997. Saranno,  quindi, differenziate in
base all'intensita'  di assistenza sanitaria  (24 ore, 12  ore, fasce
orarie) e non avranno piu' di 20 posti.
  Al fine di prevenire ogni forma  di isolamento delle persone che vi
sono ospitate e di favorire lo scambio sociale, le SR vanno collocate
in localita' urbanizzate e  facilmente accessibili. Opportuno, anche,
prevedere la presenza di adeguati spazi verdi esterni.
  Le SR  possono essere realizzate  e gestite  dal DSM o  dal privato
sociale e imprenditoriale. In tal caso, fatti salvi i requisiti e gli
standard  previsti dal  decreto  del Presidente  della Repubblica  14
gennaio 1997 e dal presente P.O., i rapporti con il DSM sono regolati
da appositi  accordi ove  siano definiti  i tetti  di attivita'  e le
modalita' di controllo degli ingressi e delle dimissioni.
  L'accesso e la dimissione dei  pazienti avvengono in conformita' ad
un programma personalizzato  concordato, e periodicamente verificato,
fra  operatori  del  DSM,  operatori  della  struttura  residenziale,
pazienti ed eventuali persone di riferimento.
  Si conferma lo  standard tendenziale di un posto  letto ogni 10.000
abitanti, di cui  al precedente progetto obiettivo.  Tuttavia, per le
necessita'  residenziali  dei  degenti  di  pertinenza  psichiatrica,
dimessi dagli ex ospedali psichiatrici, le regioni, province autonome
possono stabilire una quota aggiuntiva di un secondo posto letto ogni
10.000 abitanti.
  Le regioni, province autonome  riesaminano l'offerta complessiva di
posti  residenziali,  pubblici  e  privati  convenzionati,  anche  in
considerazione del fatto  che la disponibilita' in  alcune regioni e'
superiore  allo standard.  Ai fini  dell'accreditamento, valutano  la
corrispondenza  delle strutture  residenziali esistenti  ai requisiti
del  decreto del  Presidente della  Repubblica 14  gennaio 1997  e ad
eventuali ulteriori requisiti regionali.
                       Ruolo degli enti locali
  Gli enti  locali, in relazione  alle proprie competenze in  tema di
interventi  e servizi  sociali,  collaborano  con proprie  specifiche
risorse   alla  realizzazione   del   presente  progetto   obiettivo,
destinando, allo scopo, quote adeguate dei propri bilanci.
   In particolare:
    i comuni ed i loro organismi di rappresentanza;
  garantiscono il piu' ampio sviluppo degli interventi di prevenzione
primaria;
  partecipano  alla  programmazione  locale   e  regionale,  ed  alla
verifica dei  risultati conseguiti dalle Aziende  sanitarie nel campo
della tutela della salute mentale;
  assicurano   la  fruizione   dei  servizi   sociali  rivolti   alla
generalita' dei cittadini;
  garantiscono il diritto alla casa anche destinando quote di alloggi
di edilizia popolare;
    destinano strutture per assicurare i servizi.
  Le  regioni,   province  autonome   e  i  comuni   garantiscono  la
partecipazione  degli utenti  dei  DSM alle  attivita' di  formazione
finalizzate  all'inserimento  lavorativo,   programmate  nel  proprio
ambito territoriale, anche con specifici interventi mirati.
  Le  regioni, province  auutonome definiscono  criteri, modalita'  e
strumenti  certi  per la  formalizzazione  dei  rapporti fra  Aziende
sanitarie ed enti locali.
                       Ruolo delle universita'
  Nell'ambito  della   programmazione  regionale,   tramite  appositi
accordi (ai  sensi dell'art.  6 comma 2,  del decreto  legislativo n.
502/1992,  e   successive  modificazioni),  vengono   individuate  le
modalita'  per l'affidamento  di almeno  un modulotipo  del DSM  alle
Cliniche psichiatriche  universitarie, agli Istituti  universitari di
psichiatria   e  alle   sezioni  di   psichiatria  dei   dipartimenti
universitari,  in relazione  alle  specifiche funzioni  assistenziali
svolte complementarmente a funzioni di formazione e di ricerca.
  Vengono   disciplinate,   inoltre,  nel   rispetto   dell'autonomia
universitaria,  intese finalizzate  all'utilizzo  delle competenze  e
delle strutture  del DSM nella formazione  universitaria (facolta' di
medicina, scuole di specializzazione, diplomi universitari, ecc.).
              AREA ORGANIZZATIVA DEI SERVIZI DI SALUTE
           MENTALE E DI RIABILITAZIONE DELL'ETA' EVOLUTIVA
Premessa.
  L'esperienza  organizzativa dei  servizi di  salute mentale  per la
popolazione  adulta,  suggerisce che  anche  le  attivita' di  salute
mentale dedicate all'eta' evolutiva (del bambino e dell'adolescente),
possano essere  realizzate all'interno di un  modello dipartimentale,
sia di tipo strutturale che  tecnicofunzionale, a direzione unica che
assicuri l'unitarieta' degli interventi, la continuita' terapeutica e
il collegamento funzionale fra tutti i servizi coinvolti nella tutela
della salute mentale, anche laddove collocati in differenti strutture
operative.
  L'individuazione  di un  modello organizzativo  ottimale, tuttavia,
non puo' prescindere  da una piu' specifica  definizione degli ambiti
operativi  di  tale  settore,  rispetto alla  tipologia  dei  bisogni
assistenziali, e da un confronto fra le diverse formule organizzative
adottate nel tempo nelle varie regioni, province autonome.
  Per fornire  un quadro  operativo di riferimento  per i  Servizi di
salute mentale  dell'eta' evolutiva, e' necessario  tenere presenti i
seguenti punti:
  a) fare  riferimento ai valori demografici  ed alle caratteristiche
epidemiologiche  della fascia  di  eta' 0-18  anni  (e delle  diverse
sottofasce d'eta');
  b) considerare che la neuropsichiatria dell'eta' evolutiva integra,
con numerosi  vantaggi, tre competenze di  base: psicopatologia dello
sviluppo, neuropsicologia dello sviluppo e neurologia dello sviluppo;
  c) considerare  gli altissimi  indici di comorbidita'  che esistono
(anche' in diverse e successive  fasce d'eta') tra i diversi disturbi
seguiti   dalla  neuropsichiatria   dell'eta'   evolutiva,  anche   e
soprattutto fra le tre aree di competenza indicate;
  d) valutare con attenzione l'esigenza di mettere assieme, in unita'
funzionali integrate, diverse  professionalita', tenendo presente che
il lavoro  nel campo della  salute mentale in eta'  evolutiva implica
una   specializzazione   specifica    per   questa   fascia   d'eta':
neuropsichiatri  dell'eta'  evolutiva,  psicologi  clinici  dell'eta'
evolutiva,   terapisti  dell'eta'   evolutiva  (neuropsicomotricisti,
fisioterapisti  e  logopedisti),   assistenti  sociali  ed  educatori
specializzati su specifiche emergenze;
  e)  ponderare le  esigenze di  piante organiche  che rispettino  la
reale  composizione  epidemiologica   delle  diverse  patologie,  ben
distribuite  per fasce  d'eta', e  con le  molteplici funzioni  della
psichiatria clinica, della riabilitazione e della psicoterapia.
 Alcuni dati sul carico assistenziale.
  Il primo  punto da considerare e'  che i servizi di  salute mentale
dell'eta' evolutiva  seguono gia' una popolazione  clinica imponente,
che  presentera' o  non presentera'  dei  problemi in  eta' adulta  a
seconda di  quando, come e  quanto sara'  stata ben seguita.  Un solo
dato   indicativo:  i   minori  portatori   di  handicap   presentano
disabilita'  permanenti che  tendono  a prolungarsi  nel corso  della
vita, determinando  una condizione di  non autonomia che  oscilla, in
rapporto all'appropriatezza o  meno degli interventi, tra il  25 e il
50% dei casi.  E' questa una popolazione ad alto  rischio di disturbo
psichiatrico  secondario, che  ha da  sempre rappresentato  una fonte
importante per l'istituzionalizzazione e per la manicomializzazione.
   I dati piu' consolidati sulle patologie seguite sono:
  1) circa 2 soggetti su 100 presentano handicap o patologie croniche
per  cui sono  prevedibili  interventi terapeutici  superiori agli  8
anni;
  2)    circa    6    soggetti    su    100    presentano    disturbi
neuropsicologici/psicopatologici    con    diverse   occorrenze    di
comorbilita'  (nella   stessa  fascia   d'eta'  o  in   fasce  d'eta'
successive;  sullo stesso  asse problematico  o su  assi problematici
diversi);  questi  soggetti  tendono  a  richiedere  interventi  meno
intensivi ma diluiti in un periodo che  oscilla tra i due ed i cinque
anni;
  3) circa 4  soggetti su 100 contattano i servizi  in eta' evolutiva
in  maniera  sporadica  oppure   non  li  contattano;  interventi  di
prevenzione dovrebbero  essere massimamente rivolti su  questa fascia
di popolazione (che  presenta le patologie NPI,  con classici cluster
di sintomi e di comportamenti pseudo protettivi).
  Riportando i  tre gruppi su  una popolazione di 10.000  soggetti in
eta' 0-18  anni, avremmo  rispettivamente 200,  600, 400  soggetti da
seguire con diversi tipi di intensita' di interventi.
 Caratteristiche logisticoorganizzative.
  Un altro punto da considerare e' la complessita' della collocazione
logisticoorganizzativa degli interventi e dei servizi:
  collocazione territoriale sia a  livello distrettuale sia a livello
sovradistrettuale; nel  70% delle situazioni si  tratta di ambulatori
specialistici e di consultori che vengono frequentati dagli utenti in
piccola parte per  periodi brevi/lunghi (inferiori ai  18-24 mesi) ed
in grandissima  parte per periodi con  cicli terapeuticiriabilitativi
protratti (da un  minimo di 3 ad  un massimo di 8 anni);  in circa il
30% delle  situazioni i  servizi per quest'ultimo  tipo di  utenza si
sono  organizzati con  un modulo  piu' economico  ed efficiente  tipo
centro diurno/ospedale diurno. Pur  nella differenza dei servizi sono
stati  realizzati  collegamenti  necessari ed  indispensabili  con  i
consultori   maternoinfantili,  con   le   istituzioni  educative   e
scolastiche (dai  nidi alle  scuole medie  superiori), con  i servizi
sociali e i tribunali per i minorenni;
  collocazione  ospedaliera con  degenza  piena  presso divisioni  di
neuropsichiatria infantile (o per  i piccoli centri all'interno delle
divisioni di pediatria, con una specializzazione da perfezionare);
  collocazione  per fasce  d'eta': quasi  tutti i  servizi di  salute
mentale   e  di   riabilitazione  dell'eta'   evolutiva  si   pongono
l'obiettivo di approfondire la  specializzazione degli interventi per
fascia d'eta', oltre  che per patologia (in genere per  le fasce 0-6,
6-12,  12-18; in  alcuni  servizi con  interventi piu'  differenziati
ancora).
 Interventi da compiere.
  Per attuare  un intervento  efficace nel  campo della  tutela della
salute mentale in eta'  evolutiva e' necessaria un'azione convergente
sul  piano sanitario  e  su  quello sociale,  che  tenga conto  delle
peculiarita' e specificita' dei bisogni in questa fase della vita.
   In questa ottica, e' centrale:
  a) considerare la necessita' di un intervento globale che comprenda
la  prevenzione e  l'educazione alla  salute,  e che  si sviluppi  in
stretta  interazione   con  gli  interventi   socioassistenziali,  di
competenza degli enti locali;
  b) considerare  la stretta interdipendenza tra  sviluppo e contesto
relazionale, che  richiedono un intervento allargato  alla famiglia e
all'ambiente educativoscolastico;
  c)  tener conto  della reciproca  interazione delle  varie aree  di
sviluppo (motoria,  cognitiva, psicoaffettiva e relazionale),  con la
necessita' conseguente di attuare interventi multidisciplinari;
  d) porre attenta e specifica attenzione alle diverse fasce di eta':
prima e seconda  infanzia, latenza e preadolescenza,  prima e seconda
adolescenza.
   Gli obiettivi generali possono riassumersi nei seguenti:
  a)   svolgere  una   effettiva  azione   di  prevenzione   mediante
l'individuazione  dei  fattori di  rischio  e  la valorizzazione  dei
fattori  di protezione  per la  salute mentale  dei soggetti  in eta'
evolutiva;
  b) ridurre  la prevalenza  e la  gravita' clinica  delle situazioni
psicopatologiche.
   Obiettivi piu' specifici sono:
  a) costruire una cornice  organizzativa con una proporzionalita' di
investimenti per i Servizi per  la salute mentale e la riabilitazione
dell'eta'   evolutiva,  favorendo   la  massima   integrazione  degli
interventi attualmente  frammentati, e il collegamento  delle diverse
politiche  fra  i  diversi  dicasteri  referenti  (Sanita',  Pubblica
Istruzione, Grazia e Giustizia, Affari sociali);
  b)  razionalizzare   secondo  una   coerente  sequenza   i  diversi
interventi,  con  una  integrazione   tra  i  diversi  momenti  della
prevenzione, della diagnosi,  della presa in carico,  della terapia e
dell'integrazione sociale;
  c) realizzare progetti che superino l'istituzionalizzazione in eta'
evolutiva  e   che  impediscano  la  tendenza   a  "manicomializzare"
silenziosamente i casi gravi e cronicizzati;
  d)  dare   adeguato  peso   agli  investimenti  necessari   per  lo
svolgimento di tutte le attivita', con centri di spesa autonomi e con
un monitoraggio della qualita' degli interventi;
  e)  implementare il  coordinamento funzionale  con tutti  gli altri
servizi che operano  per la tutela della salute  mentale per attivare
programmi comuni,  con particolare  riguardo ai  servizi psichiatrici
per soggetti  adulti, ai fini  della presa  in carico di  pazienti in
fascia di eta' "di confine";
  f) promuovere un'attiva collaborazione con le universita' (istituti
di  neuropsichiatria infantile,  facolta'  di  psicologia, scuole  di
servizio sociale ecc.) sia per specifiche funzioni assistenziali, sia
per  l'impostazione  della  ricerca  clinica, sia  per  l'area  della
formazione e dell'aggiornamento.
  Da quanto sopra esposto consegue che l'area per la salute mentale e
la  riabilitazione in  eta' evolutiva  dovrebbe comprendere  una rete
integrata di servizi, articolata nel modo seguente:
  1)  servizi  ambulatoriali  territoriali con  funzioni  preventive,
diagnostiche   e  terapeuticoriabilitative,   rivolte  a   bambini  e
adolescenti con disturbi  di natura neuropsicologica/psicopatologica.
Detti  servizi  costituiscono  la  sede  organizzativa  della  equipe
multidisciplinare  ed   il  riferimento  per  la   definizione  e  la
valutazione   dei   piani  terapeuticoriabilitativi   personalizzati,
rivolti al  bambino ed  all'adolescente ed  allargati al  contesto di
vita.  Assicurano  il  collegamento  con  altre  strutture  sanitarie
(consultori  familiari, pediatria  di  comunita', medicina  generale,
servizi di ostetricia e  di neonatologia, reparti ospedalieri, centri
di salute mentale  per adulti) e con quelle  educative, scolastiche e
giudiziarie; partecipano all'attuazione della legge n. 104/1992 per i
soggetti in  eta' evolutiva;  forniscono consulenza  specialistica ai
servizi integrativi o sostitutivi della famiglia;
  2)  polo   dayhospital  e  polo  ospedaliero   di  neuropsichiatria
Infantile;
  3) comunita' diurne e residenziali per adolescenti, il cui contesto
psicologico ed educativo garantisca trattamenti prolungati.
  Il  problema  di  articolare  gli  interventi  sull'adolescenza  e'
cruciale. Gli adolescenti infatti hanno bisogno di un ventaglio molto
ampio di interventi:  dal consultorio per adolescenti  al servizio di
psicoterapia per adolescenti, al ricovero per i casi acuti, ai centri
di accoglienza;  scelte intempestive potrebbero aumentare  il rischio
di cronicizzazione, tenendo presente che il rapporto tra segnalazioni
e presa in carico e' di circa 10:1.
  Una programmazione flessibile ed economica, che consenta di dare il
massimo  delle terapie  necessarie  in tempi  utili (consentendo  una
valutazione costibenefici ed impedendo il cronicizzarsi di interventi
costosi  e magari  inadatti  per  la fascia  d'eta')  e che  fornisca
risorse sufficienti per abbassare le  eta' medie delle diagnosi e per
attivare realmente progetti preventivi dimostrabili, dovrebbe:
  1)  impostare  il  lavoro diagnostico  e  terapeutico  coinvolgendo
attivamente  la   rete  familiare,  con  spazi   formalizzati,  nelle
strutture appena indicate;
  2)  impostare  i  poli  ambulatoriali, con  la  massima  agibilita'
organizzativa  per   facilitare  una  percentuale   significativa  di
attivita' preventiva su popolazione sana e su popolazione a rischio;
  3)  investire in  posti per  le degenze  diurne (ospedali  diurni e
centri diurni), per bloccare le degenze piene inutili, per favorire i
cicli terapeutici intensivi  (per la riabilitazione) e  brevi (per le
psicoterapie) per  sollecitare il  massimo delle integrazioni  con le
strutture parallele;
  4)  individuare i  posti di  degenza piena,  con una  previsione su
scala provincialeregionale di poli per fascia d'eta', per controllare
correttamente  i  turn  over  veramente  utili  e  per  consentire  i
collegamenti con altre realta' di assistenza comunitaria adeguata.
 Conclusioni.
  La  sintetica  ricognizione, che  qui  e'  stata presentata,  della
situazione attuale, operativa e  professionale nell'area della salute
mentale   del  bambino   e  dell'adolescente,   fornisce  indicazioni
orientative che  consentono di sviluppare nel  territorio nazionale i
servizi di salute mentale e di riabilitazione dell'eta' evolutiva.
  Per quanto  riguarda l'assetto organizzativo, sempre  tenendo conto
delle esigenze  prospettate, si  ritiene opportuno attivare  una fase
sperimentale  in  3-4  realta'  regionali, in  cui  vengano  messi  a
confronto differenti  modelli di organizzazione, tenendo  conto delle
diverse realta' locali, rispetto  ai collegamenti con il Dipartimento
per la salute mentale e il Dipartimento maternoinfantile.
  Tale sperimentazione deve essere  concordata, definita e gestita in
seno alla  Conferenza permanente tra  lo Stato, le  regioni, province
autonome.
     Realizzazione del progetto: valutazioni, verifiche, ricerca
  L'attuazione   del   presente   progetto  obiettivo   deve   essere
accompagnata da  azioni di  verifica in  ordine alla  validita' degli
indirizzi  programmatici  forniti,   attraverso  la  valutazione  dei
risultati  raggiunti, in  rapporto alle  risorse umane  e finanziarie
messe  in  campo.  Devono,  inoltre,  essere  messe  a  punto  mirate
attivita' di sperimentazione e di ricerca.
  Per tale  scopo il Ministero  della sanita', le regioni  e province
autonome,  anche  in  concorso tra  loro,  avvalendosi  dell'Istituto
superiore di sanita',  delle universita' e di altri  enti di ricerca,
promuovono almeno le seguenti attivita':
  studio  delle  esperienze  esistenti sull'assetto  dei  servizi  di
salute  mentale dell'eta'  evolutiva, e  sperimentazione dei  modelli
organizzativi piu'  idonei a  garantire gli  interventi assistenziali
piu'  efficaci ed  il raccordo  funzionale  con i  servizi di  salute
mentale per l'eta' adulta;
  il  monitoraggio della  spesa  tramite l'istituzione  di centri  di
costo;
  studio dei sistemi di finanziamento dei servizi di salute mentale;
    verifiche sui requisiti per l'accreditamento;
  definizione   di  indicatori   demografici   e  socioeconomici   da
utilizzare  come  possibili  fattori  di  correzione  degli  standard
strutturali;
  verifiche sulle  dotazioni organiche e sulle  tipologie delle varie
figure  professionali,  in  ordine  a fabbisogno  e  alle  necessita'
formative;
  definizione di percorsi di trattamento  per patologia e di standard
minimi sotto i quali ogni attivita' risulta inefficace;
    diffusione della cultura della valutazione;
  ricerca  epidemiologica e  clinica.  Effettuazione  di indagini  su
campioni  rappresentativi  della  popolazione  sulla  prevalenza  dei
disturbi  psichiatrici  e sui  fattori  di  rischio noti.  Attenzione
specifica  deve  essere anche  dedicata  alla  ricerca finalizzata  a
sperimentare interventi di prevenzione primaria;
  definizione  di  protocolli  e   modalita'  di  collaborazione  fra
operatori   del   dipartimento   di  salute   mentale   e   operatori
dell'amministrazione  penitenziaria  nel   trattamento  dei  soggetti
internati negli ospedali psichiatrici giudiziari e in altre strutture
psichiatriche  penitenziarie,  tramite  un apposito  accordo  fra  il
Ministero della  sanita', il  Ministero della giustizia,  le regioni,
province autonome e i comuni;
  coinvolgimento  delle  associazioni   scientifiche  dei  medici  di
medicina generale nella messa a punto di protocolli di collaborazione
con  gli operatori  di salute  mentale per  la presa  in carico  e il
trattamento di pazienti psichiatrici.
                                                          Appendice 1
                 PIANO SANITARIO NAZIONALE 1998-2000
               (Capitolo dedicato alla salute mentale)
 Salute mentale.
  La  complessa  problematica  della   tutela  della  salute  mentale
richiede l'elaborazione di uno  specifico progetto obiettivo al quale
e'  demandata la  definizione di  dettaglio degli  obiettivi e  delle
linee di intervento.  Di seguito sono richiamati  solo alcuni aspetti
di carattere generale.
 Gli obiettivi.
  Per il  triennio di  validita' del  Piano sanitario  nazionale sono
indicati i seguenti obiettivi prioritari:
  migliorare  la qualita'  della  vita e  l'integrazione sociale  dei
soggetti con malattie mentali;
  ridurre  l'incidenza dei  suicidi nella  popolazione a  rischio per
problemi di salute mentale.
 Le azioni.
  Gli  interventi  da  compiere   prioritariamente  nel  triennio  di
validita' del Piano sono:
  completamento  su   tutto  il  territorio  nazionale   del  modello
organizzativo dipartimentale;
  stretta integrazione  delle strutture  operative coinvolte  in modo
tale che la presa in  carico del paziente sia chiaramente evidenziata
nella sua  globalita', anche per  gli aspetti riguardanti  le risorse
impiegate;
  riconversione delle risorse recuperate dalla chiusura dei manicomi,
destinandole  alla  realizzazione  di condizioni  abitative  adeguate
(residenziali e diurne)  e alle attivita' dei  dipartimenti di salute
mentale;
  riqualificazione   e  formazione   del   personale  sanitario,   in
particolare di quello gia' operante negli ex ospedali psichiatrici;
  realizzazione di interventi  per la tutela della  salute mentale in
eta' evolutiva;
  adozione di  programmi di aiuto  alle famiglie con  malati mentali,
per  sostenere  i gravi  carichi  assistenziali  che esse  affrontano
quotidianamente.
                                                          Appendice 2
                 REQUISITI STRUTTURALI E TECNOLOGICI
                      PER LE STRUTTURE DEL DSM
    (dal decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997)
                      Centro di salute mentale
  Espleta le funzioni indicate per  il CSM dal decreto del Presidente
della Repubblica 7 aprile 1994.
 Requisiti minimi strutturali e tecnologici.
  Numero  locali  e  spazi  in relazione  alla  popolazione  servita.
Ciascun Centro di salute mentale dispone almeno di:
    locale per accoglienza utenti, segreteria informazioni;
    locale per attivita' diagnostiche e terapeutiche;
    locale visita medica;
    locale per riunioni;
    spazio archivio.
 Requisiti minimi organizzativi.
  Presenza di personale medico  ed infermieristico per tutto l'orario
di apertura.
  Presenza  programmata delle  altre figure  professionali di  cui al
decreto del Presidente  della Repubblica 7 aprile  1994, in relazione
alla popolazione del territorio servito.
  Apertura  12  ore  al  giorno  per sei  giorni  la  settimana,  con
accoglienza   a  domanda,   organizzazione  attivita'   territoriale,
intervento in condizioni di emergenza urgenza.
   Collegamento con il Dipartimento di emergenzaurgenza.
  Collegamento  con le  altre strutture  per la  tutela della  salute
mentale di  cui al decreto  del Presidente della Repubblica  7 aprile
1994.
               Presidi di tutela della salute mentale
       Centro diurno psichiatrico e day hospital psichiatrico
  Svolgono  le  funzioni:   terapeuticoriabilitative,  come  indicate
rispettivamente per  il Centro  diurno e per  il DH  psichiatrico dal
decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 1994.
   Requisiti minimi strutturali del centro diurno:
  locali per  attivita' prevalentemente di gruppo,  in relazione alle
attivita'  specifiche   previste  nel  Centro  diurno,   senza  altre
particolari connotazioni;
    locale per colloqui/visite psichiatriche;
  collocati in  normale contesto residenziale urbano,  per favorire i
processi di socializzazione e l'utilizzo di spazi ed attivita' per il
tempo libero esistenti nella comunita';
  numero complessivo di locali e  spazi in relazione alla popolazione
servita;
   Requisiti minimi organizzativi del centro diurno:
  presenza  di  personale  medico   specialistico  e  di  psicologici
programmata o per fasce orarie;
  apertura otto ore al giorno, per sei giorni la settimana;
  collegamento  con le  altre strutture  per la  tutela della  salute
mentale di  cui al decreto  del Presidente della Repubblica  7 aprile
1994;
  presenza  di  educatori professionali,  personale  infermieristico,
istruttori in relazione alle attivita' previste.
  Requisiti minimi strutturali del day hospital psichiatrico:
  la tipologia dei day hospital  deve essere adattata ed integrata in
rapporto alle specifiche funzioni ed alle caratteristiche operative e
strutturali  di cui  al  decreto del  Presidente  della Repubblica  7
aprile 1994;
    locali e spazi in relazione alla popolazione servita.
   Requisiti organizzativi del day hospital psichiatrico:
  apertura otto ore al giorno, per sei giorni la settimana;
  di   norma  ubicato   in   presidi  territoriali   extraospedalieri
(preferibilmente  Centri   di  salute   mentale  o   centri  diurni),
garantendo  comunque  il  riconoscimento   formale  dei  posti  letto
equivalenti,    l'esecuzione    delle    prestazioni    diagnostiche,
terapeutiche e riabilitative specifiche, ed il personale necessario;
  collegamento  funzionale con  una struttura  di ricovero  e con  le
altre strutture per la tutela della  salute mentale di cui al decreto
del Presidente della Repubblica 7 aprile 1994;
    presenza di personale medico ed infermieristico;
  presenza di psicologi ed  educatori professionali programmata o per
fasce orarie.
               Presidi di tutela della salute mentale
                 Struttura residenziale psichiatrica
  Esplica le  funzioni terapeuticoriabilitative  e socioriabilitative
per utenti  di esclusiva  competenza psichiatrica, come  indicato dal
decreto  del  Presidente  della  Repubblica 7  aprile  1994,  per  il
trattamento di situazioni  di acuzie o di emergenza per  le quali non
risulti  utile  il  ricovero  ospedaliero;  per  fasi  di  assistenza
protratta  successive al  ricovero ospedaliero,  per l'attuazione  di
programmi terapeutico  -riabilitativi di mediolungo  periodo comprese
le  funzioni riabilitative  ospedaliere,  con  il riconoscimento  dei
posti letto equivalenti.
   Requisiti minimi strutturali:
  numero complessivo  locali e  spazi, in relazione  alla popolazione
servita;
    numero massimo dei posti 20;
  per strutture  fino a 10  posti letto caratteristiche  delle civili
abitazioni ed organizzazione interna che garantisca sia gli spazi e i
ritmi  della normale  vita  quotidiana, sia  le specifiche  attivita'
sanitarie, con spazi dedicati per il  personale, per i colloqui e per
le riunioni;
  per strutture oltre i 10 posti letto, i requisiti di cui al decreto
del Presidente del  Consiglio dei Ministri 22  dicembre 1989 allegato
A, limitatamente  ai criteri  5, 7,  9 (punti  a) e  b); punto  f) in
relazione alle dimensioni della struttura) e 10;
  collocate  in  normale contesto  residenziale  urbano,  in modo  da
agevolare i processi di socializzazione.
   Requisiti minimi organizzativi:
  presenza di medici specialisti ed altre figure professionali di cui
al decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 1994, programmata
o per fasce orarie;
  per  strutture residenziali  terapeuticoriabilitative  per acuti  e
subacuti: presenza di personale di assistenza nelle 24 ore;
  per  strutture  residenziali   socioriabilitative  a  piu'  elevata
intensita' assistenziale:  presenza di personale di  assistenza nelle
12 ore diurne;
  per strutture  residenziali socioriabilitative a  minore intensita'
assistenziale: presenza di personale di assistenza per fasce orarie;
  collegamento  con le  altre strutture  per la  tutela della  salute
mentale di  cui al decreto  del Presidente della Repubblica  7 aprile
1994.
  Le dimissioni  di ex degenti degli  ospedali psichiatrici, dismessi
ai sensi  della legge n.  724/1994, art.  3, comma 5,  con prevalenti
bisogni di assistenza psichiatrica (in  relazione ad una patologia in
atto o  al livello  di istituzionalizzazione), sono  effettuate nelle
strutture residenziali psichiatriche; le dimissioni di ex degenti con
prevalenti bisogni  di assistenza sociosanitaria  derivanti dall'eta'
elevata, da  condizioni di non autosufficienza,  di disabilita', sono
effettuate in RSA.
                                                          Appendice 3
                      GLOSSARIO E ABBREVIAZIONI
   Articolazione organizzativa: equivale a modulo tipo.
  Componente organizzativa:  equivale a  struttura assistenziale  o a
servizio facente parte del DSM e/o del modulo tipo. Il PO individua i
seguenti tipi di componenti  organizzative: centro di salute mentale,
servizio  psichiatrico  di  diagnosi  e cura,  day  hospital,  centro
diurno, struttura residenziale.
   CD: Centro diurno.
   CSM: Centro di salute mentale.
   DH: Day hospital.
   DSM: Dipartimento di salute mentale.
  Linea   guida   professionale:    procedura   (vedi)   relativa   a
comportamenti professionali  che va  vista come aiuto  alle decisioni
cliniche  e  non come  qualcosa  di  vincolante e  di  eccessivamente
limitante la liberta' clinica. In  altri termini, si riconosce che la
variabilita'   delle   condizioni   cliniche   e   delle   situazioni
psicologiche e sociali degli utenti e'  tale che puo' essere lecito o
addirittura doveroso scostarsi da quanto suggerito dalla linea guida;
in  questo  caso pero'  bisognerebbe  specificare  i motivi  di  tale
scostamento.
   Modulo tipo: sottounita' organizzativa del DSM.
   NPI: Neuropsichiatria infantile.
  Obiettivo di apprendimento o educativo : cio' che i discenti devono
sapere fare alla  fine di un programma di formazione  e che non erano
in grado di fare prima.
   ONLUS: Organizzazione non lucrativa di utilita' sociale.
  Procedura:   documento  scritto   che  facilita   l'uniformita'  di
comportamento da  parte di operatori  diversi e rende  piu' difficili
variazioni  di  comportamento  non  giustificate  e  quindi  serve  a
prevenire  gli errori.  Secondo i  documenti ISO  9000, comprende  il
titolo  e   il  codice,  lo   scopo,  l'ambito  di   applicazione  il
responsabile della stesura, la firma di approvazione del responsabile
dell'unita' organizzativa dove dovra' essere applicata, le date della
prima  stesura e  delle  versioni successive,  la precisazione  delle
modalita'  di  archiviazione  e  di  distribuzione.  Il  testo  della
procedura tratta cio' che dovrebbe essere fatto, chi lo deve fare (le
responsabilita'),  quando  e  dove   deve  essere  fatto,  con  quali
materiali e  strumenti e  come monitorare (verificare)  e documentare
cio'   che  viene   fatto.   La  esposizione   deve  essere   chiara,
comprensibile facilmente  da parte di coloro  che dovranno utilizzare
la  procedura. Le  procedure  vengono indicate  anche  con i  termini
regolamento,  documento di  servizio, protocollo.  Per la  differenza
rispetto a linea guida, vedi quest'ultima.
  Servizio o  servizio di salute  mentale: in questo  documento viene
usato   genericamente   per   indicare   una   qualsiasi   componente
organizzativa del DSM.
  SPDC:  Servizio  psichiatrico  di   diagnosi  e  cura,  reparto  di
psichiatria di  un ospedale  generale dove si  effettuano trattamenti
sanitari volontari e obbligatori.
   SR: Struttura residenziale.
   TSO: Trattamento sanitario obbligatorio.