(Allegato)
                                                             Allegato 
 
 
                          ISTITUTI TECNICI 
 
                LINEE GUIDA PER IL PASSAGGIO AL NUOVO 
 
                             ORDINAMENTO 
 
             (d.P.R. 15 marzo 2010, articolo 8, comma 3) 
 
                               INDICE 
 
Premessa 
1. Azioni per il passaggio al nuovo ordinamento 
1.1.Rendere riconoscibile l'identita' degli istituti tecnici 
1.1.1 Il Quadro di riferimento dell'Unione europea 1.1.2  L'identita'
degli istituti tecnici 
1.1.3 Il profilo educativo, culturale e professionale (PECUP) 
1.2 Innovare l'organizzazione scolastica 
1.2.1 Autonomia e flessibilita' 1.2.2 I dipartimenti 
1.2.3 Il comitato tecnico scientifico 1.2.4 L'ufficio tecnico 
1.3 Motivare gli studenti a costruire il proprio progetto di  vita  e
di lavoro 
1.4 Realizzare "alleanze formative" sul territorio con il  mondo  del
lavoro, delle professioni e della ricerca 
1.5 Progettare e valutare per competenze 
1.5.1 Insegnare per sviluppare competenze 1.5.2 Operare per progetti 
1.5.3 Valutare le competenze sviluppate 
2. Orientamenti per l'organizzazione del curricolo 
2.1 Profili generali 
2.1.1 Il raccordo tra l' area di  istruzione  generale  e  l'area  di
indirizzo 2.1.2 La formazione tecnologica 
2.1.3 Il laboratorio come metodologia di apprendimento 
2.2 Aspetti trasversali 
2.2.1 L'integrazione delle scienze 
2.2.2 Legalita', cittadinanza e Costituzione 
2.2.3  La  conoscenza  dell'ambiente  e  del  territorio   2.2.4   La
formazione per la sicurezza 
2.3 Aspetti specifici 
2.3.1 Settore  tecnologico:  scienze  e  tecnologie  applicate  2.3.2
Scienze motorie 
ALLEGATO  A)  :  declinazione  dei  risultati  di  apprendimento   in
conoscenze e abilita' per il primo biennio 
A.1 Settore economico 
A.2 Settore tecnologico 
ALLEGATO B) : glossario 
 
                              PREMESSA 
 
Le linee guida definiscono il passaggio al  nuovo  ordinamento  degli
istituti tecnici a norma dell'articolo 8, comma  3,  del  regolamento
emanato con decreto del Presidente della Repubblica  15  marzo  2010,
n.88,  di  seguito  denominato  "Regolamento",  con  riferimento   al
documento  "Persona,  tecnologie  e  professionalita':  gli  istituti
tecnici    e    gli    istituti     professionali     come     scuole
dell'innovazione"(1),   predisposto   dalla   Commissione   nazionale
costituita il 14 dicembre 2007 dal Ministro della Pubblica istruzione
pro  tempore  e  confermata  nell'attuale   legislatura   sino   alla
conclusione dei suoi lavori. 
 
    (1) I lavori istruttori della Commissione e il  documento  finale
sono pubblicati sui numeri 115  -116/2006  e  120  -  121/2007  della
collana "Studi e Documenti degli Annali della  Pubblica  istruzione",
ed. Le Monnier . 
 
Le linee guida sono state  redatte  sulla  base  delle  proposte  del
Gruppo  tecnico  nazionale  operante  presso  il   Dipartimento   per
l'Istruzione che, in continuita' con il lavoro  svolto  dalla  citata
Commissione, ha raccolto  riflessioni  e  indicazioni  attraverso  il
dialogo con docenti e dirigenti scolastici di centinaia  di  istituti
tecnici coinvolti  in  presenza  e  a  distanza  attraverso  il  sito
dell'ANSAS "http://nuovitecnici. indire. it " e nel confronto con  le
associazioni professionali e disciplinari e le parti sociali. 
In questo documento sono  presentati  riferimenti  e  orientamenti  a
sostegno dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, ai fini  della
definizione del piano dell'offerta  formativa  e  dell'organizzazione
del curricolo, ivi compresa, per il primo biennio, l'articolazione in
competenze, abilita' e conoscenze dei risultati di  apprendimento  di
cui agli allegati B) e  C)  del  Regolamento.  Parte  integrante  del
documento e' anche un  breve  glossario  per  rendere  il  linguaggio
utilizzato piu' comprensibile. 
Nell'ulteriore fase che si aprira' dopo la pubblicazione delle  linee
guida, un programma  di  misure  nazionali,  finalizzate  soprattutto
all'aggiornamento  dei  docenti  e  dei  dirigenti   scolastici,   ne
accompagnera' l'attuazione. 
 
1. AZIONI PER IL PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO 
1.1. Rendere riconoscibile l'identita' degli istituti tecnici 
1.1.1 Il Quadro di riferimento dell'Unione europea 
Il Regolamento sul riordino degli istituti tecnici esplicita il nesso
tra l'identita' degli Istituti tecnici e gli  indirizzi  dell'Ue  nel
richiamare la Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio d'Europa
18  dicembre  2006  sulle  "Competenze  chiave  per   l'apprendimento
permanente" e la Raccomandazione 23 aprile  2008  sulla  costituzione
del "Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento  permanente"
(EQF). 
Il  rinnovamento  degli  istituti  tecnici  va  inquadrato,   quindi,
all'interno della cooperazione europea  per  la  costituzione  di  un
sistema condiviso di istruzione  e  formazione  tecnico-professionale
(Vocational Education and Training - VET) e,  piu'  in  generale,  in
coerenza con gli impegni assunti  dal  nostro  Paese  a  seguito  del
Consiglio di Lisbona del 2000. Il Quadro europeo delle qualifiche per
l'apprendimento permanente (EQF) consente, in particolare, di mettere
in relazione e posizionare,  in  una  struttura  a  otto  livelli,  i
diversi titoli (qualifiche, diplomi, certificazioni, ecc.) rilasciati
nei   Paesi   membri.   Il   confronto   si   basa   sui    risultati
dell'apprendimento (learning outcomes)  e  risponde  all'esigenza  di
raggiungere  diversi  obiettivi,  tra  cui  quello  di  favorire   la
mobilita'  e  l'apprendimento  permanente  attraverso  la  messa   in
trasparenza  di  titoli  di  studio,  qualifiche  e  competenze.   La
Raccomandazione  sull'  EQF  indica,  nel  2012,   il   termine   per
l'adozione, da parte degli Stati membri, di sistemi nazionali per  la
comparazione dei titoli e delle qualifiche. L'attenzione  e'  rivolta
ai risultati di apprendimento (outcome-based approach), piuttosto che
alla durata degli studi (numero  di  anni),  alle  modalita'  o  alle
situazioni di apprendimento (formale, informale, non-formale) o  alle
modalita' di insegnamento (input-based approach). Al centro e' posta,
quindi, la  persona  che  apprende,  indipendentemente  dal  tipo  di
percorso seguito per apprendere. 
All'adozione del Quadro europeo sono seguite  misure  di  supporto  e
l'attivazione di strumenti ulteriori  per  rendere  piu'  agevole  il
percorso verso gli scopi dell'EQF,  cui  i  nuovi  ordinamenti  degli
istituti tecnici si riferiscono, quali: 
-  il  "Quadro  europeo  di  riferimento  per  l'assicurazione  della
qualita'  dell'IFP"  (The  European   Quality   Assurance   Reference
framework for Vocational Education and Training  -EQARF),  che  punta
sulla condivisione di criteri qualitativi, descrittori  e  indicatori
comuni per migliorare la qualita' dei sistemi educativi  d'istruzione
e formazione e costruire una comune cultura della valutazione e della
qualita'; 
-  il  "Sistema  Europeo  per  il  Trasferimento  dei   Crediti   per
l'Istruzione e la  Formazione  Professionale"  (The  European  Credit
system for Vocational Education and Training - ECVET), che stabilisce
un sistema di crediti che favorisca il reciproco riconoscimento degli
apprendimenti tra i paesi europei, stimoli la mobilita' dei cittadini
e lavoratori e promuova la flessibilita' dei  percorsi  formativi  al
fine di conseguire una qualificazione professionale. 
Si richiamano, infine, i seguenti documenti: 
-  la  Conclusione  del  Consiglio  del  12/5/2009  (2009/C   119/02)
"Education and Training 2020 " che offre un quadro  aggiornato  delle
strategie  europee  in  materia  di  istruzione  e  formazione.  Tale
documento - ripreso per il nostro Paese da  "Italia  2020"  -  indica
l'insieme delle competenze 'strategiche' da promuovere che  sono,  in
buona misura, competenze di cittadinanza attiva, gia' proposte  nella
Raccomandazione Ue del 18 dicembre 2006 (2006/962/CE); 
- la  Comunicazione  della  Commissione  al  Parlamento  Europeo,  al
Consiglio, al Comitato economico e  sociale  europeo  e  al  Comitato
delle regioni "Competenze  chiave  per  un  mondo  in  trasformazione
25/11/2009", che evidenzia il riflesso avuto dalle politiche  europee
sulle riforme dei programmi  scolastici  dei  Paesi  membri,  con  un
giudizio positivo  sulla  diffusione  di  approcci  interdisciplinari
nell'insegnamento e sul maggiore peso assegnato nei  nuovi  programmi
scolastici alle competenze trasversali,  alla  diffusione  delle  TIC
(Tecnologie dell'informazione e  della  comunicazione),  al  raccordo
piu' stretto della scuola con il mondo del lavoro; 
- la Comunicazione della Commissione Ue (COM 2010/2020) "Europa 2020.
Una  strategia  per  una   crescita   intelligente,   sostenibile   e
inclusiva", adottata dal Consiglio europeo il  17  Giugno  2010,  che
promuove la conoscenza e l'innovazione come  motori  dello  sviluppo,
soprattutto    attraverso    il    miglioramento    della    qualita'
dell'istruzione,  il  potenziamento  della  ricerca,  l'utilizzazione
ottimale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in
modo che le idee  innovative  si  trasformino  in  nuovi  prodotti  e
servizi tali da stimolare la crescita e favorire l'occupazione. 
Con riferimento agli indirizzi contenuti  nei  citati  documenti,  e'
necessario  sviluppare,  attraverso  il  contributo   dell'istruzione
secondaria, il pensiero  critico,  le  competenze  per  "imparare  ad
imparare" e  le  metodologie  dell'apprendimento  attivo,  aperto  al
rapporto con il mondo del  lavoro,  anche  ai  fini  di  favorire  il
rientro nei processi dell'istruzione di giovani e adulti che ne  sono
stati precocemente espulsi o non  ne  hanno  affatto  fruito.  Questo
impegno richiede che tutti  gli  istituti  di  istruzione  secondaria
superiore e, in  particolare,  gli  istituti  dell'ordine  tecnico  e
professionale,  progettino  e  realizzino  programmi  di  studio  con
modalita' di frequenza piu' flessibili e idonee a riconoscere anche i
saperi e le competenze comunque gia' acquisiti dagli studenti. 
1.1.2 L'identita' degli istituti tecnici 
I nuovi ordinamenti  del  secondo  ciclo  del  sistema  educativo  di
istruzione e formazione di cui al decreto legislativo  n.226/05,  che
avranno attuazione dall'anno scolastico  2010/11,  sono  fondati  sul
principio dell'equivalenza formativa di tutti i percorsi con il  fine
di valorizzare i diversi stili di apprendimento degli studenti e dare
una risposta articolata alle domande del mondo  del  lavoro  e  delle
professioni.  La  diversificazione  dei  percorsi  di  istruzione   e
formazione ha proprio lo scopo di valorizzare le diverse intelligenze
e  vocazioni  dei  giovani,  anche  per  prevenire  i   fenomeni   di
disaffezione allo studio e la dispersione scolastica, ferma  restando
l'esigenza di garantire a ciascuno la possibilita' di  acquisire  una
solida  ed  unitaria  cultura   generale   per   divenire   cittadini
consapevoli, attivi e responsabili. 
Nel quadro sopra delineato, il rilancio  dell'istruzione  tecnica  si
fonda sulla consapevolezza del ruolo decisivo della  scuola  e  della
cultura nella nostra societa' non solo per lo sviluppo della persona,
ma anche per il progresso economico e sociale;  richiede  percio'  il
superamento  di  concezioni  culturali   fondate   su   un   rapporto
sequenziale tra teoria/pratica e sul primato dei saperi teorici. 
Come in passato gli istituti tecnici hanno fornito i quadri dirigenti
e intermedi  del  sistema  produttivo,  del  settore  dei  servizi  e
dell'amministrazione pubblica, cosi' oggi e' indispensabile  il  loro
apporto in un momento in cui il progresso scientifico  e  tecnologico
richiede  "menti  d'opera"  con  una  specializzazione  sempre   piu'
raffinata, soprattutto in un paese, come l' Italia, che ha una  forte
vocazione manifatturiera. 
Agli istituti tecnici e' affidato il compito di  far  acquisire  agli
studenti non solo le competenze necessarie  al  mondo  del  lavoro  e
delle  professioni,  ma  anche  le  capacita'   di   comprensione   e
applicazione delle innovazioni che lo sviluppo della scienza e  della
tecnica   continuamente   produce.   Per   diventare   vere   "scuole
dell'innovazione", gli istituti  tecnici  sono  chiamati  ad  operare
scelte orientate permanentemente al cambiamento e, allo stesso tempo,
a favorire attitudini all'autoapprendimento, al lavoro  di  gruppo  e
alla formazione continua. Nei loro percorsi non puo' mancare, quindi,
una riflessione sulla scienza, le sue conquiste e i suoi  limiti,  la
sua evoluzione storica, il suo metodo in rapporto alle tecnologie. In
sintesi, occorre  valorizzare  il  metodo  scientifico  e  il  sapere
tecnologico, che abituano al rigore, all'onesta' intellettuale,  alla
liberta' di  pensiero,  alla  creativita',  alla  collaborazione,  in
quanto valori fondamentali per la costruzione di una societa'  aperta
e democratica. Valori  che,  insieme  ai  principi  ispiratori  della
Costituzione, stanno alla base della convivenza civile. 
In  questo  quadro,  orientato  al  raggiungimento  delle  competenze
richieste dal mondo del lavoro e  delle  professioni,  le  discipline
mantengono la loro specificita' e sono volte  a  far  acquisire  agli
studenti i risultati di apprendimento indicati dal Regolamento, ma e'
molto  importante  che  i  docenti  scelgano  metodologie  didattiche
coerenti con l'impostazione  culturale  dell'istruzione  tecnica  che
siano  capaci  di  realizzare  il  coinvolgimento  e  la  motivazione
all'apprendimento degli studenti. Sono necessari, quindi,  l'utilizzo
di metodi induttivi, di  metodologie  partecipative,  una  intensa  e
diffusa didattica di laboratorio, da estendere anche alle  discipline
dell'area di istruzione  generale  con  l'utilizzo,  in  particolare,
delle  tecnologie  dell'informazione  e   della   comunicazione,   di
attivita' progettuali e di alternanza scuola-lavoro per sviluppare il
rapporto  col  territorio  e  le  sue  risorse  formative  in  ambito
aziendale e sociale. 
Ogni nuovo impianto di studi non puo'  prescindere,  infine,  da  una
visione che accomuni studenti e  docenti.  Considerare  gli  istituti
tecnici come "scuole  dell'innovazione"  significa  intendere  questi
istituti come un laboratorio di costruzione  del  futuro,  capaci  di
trasmettere ai giovani la curiosita', il fascino dell'immaginazione e
il gusto della  ricerca,  del  costruire  insieme  dei  prodotti,  di
proiettare nel futuro il proprio impegno professionale per una  piena
realizzazione sul piano culturale,  umano  e  sociale.  In  un  mondo
sempre piu' complesso e in continua  trasformazione,  l'immaginazione
e' il valore aggiunto per quanti vogliono creare qualcosa  di  nuovo,
di proprio, di distintivo; qualcosa che dia significato alla  propria
storia, alle proprie scelte, ad un  progetto  di  una  societa'  piu'
giusta e solidale. 
1.1.3 Il profilo educativo, culturale e professionale (PECUP) 
Il secondo ciclo di  istruzione  e  formazione  ha  come  riferimento
unitario il profilo educativo, culturale e professionale definito dal
decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, allegato A). 
Esso e' finalizzato a: 
a) la crescita educativa, culturale e professionale dei giovani,  per
trasformare la molteplicita' dei saperi in un sapere unitario, dotato
di senso, ricco di motivazioni; 
b) lo sviluppo dell'autonoma capacita' di giudizio; 
c) l'esercizio della responsabilita' personale e sociale. 
Il  Profilo  sottolinea,  in  continuita'  con  il  primo  ciclo,  la
dimensione trasversale ai differenti  percorsi  di  istruzione  e  di
formazione frequentati dallo studente, evidenziando che le conoscenze
disciplinari e interdisciplinari (il sapere) e le abilita'  operative
apprese (il fare consapevole), nonche' l'insieme delle azioni e delle
relazioni interpersonali intessute (l'agire) siano la condizione  per
maturare  le  competenze  che  arricchiscono  la  personalita'  dello
studente e lo rendono autonomo costruttore di se stesso  in  tutti  i
campi della esperienza umana, sociale e professionale. 
Nel  secondo  ciclo,  gli  studenti  sono  tenuti  ad  assolvere   al
diritto-dovere all'istruzione e alla formazione sino al conseguimento
di un titolo di  studio  di  durata  quinquennale  o  almeno  di  una
qualifica di durata triennale entro il  diciottesimo  anno  di  eta'.
Allo scopo di garantire il piu' possibile che "nessuno resti escluso"
e che "ognuno venga valorizzato", il secondo ciclo e' articolato  nei
percorsi  dell'istruzione  secondaria  superiore   (licei,   istituti
tecnici,  istituti  professionali)  e  nei   percorsi   del   sistema
dell'istruzione  e  della  formazione  professionale  di   competenza
regionale,  presidiati  dai  livelli  essenziali  delle   prestazioni
definiti  a  livello  nazionale.  In  questo  ambito   gli   studenti
completano anche  l'obbligo  di  istruzione  di  cui  al  regolamento
emanato con decreto del Ministro della pubblica istruzione 22  agosto
2007, n. 139. 
I percorsi degli istituti tecnici sono connotati da una  solida  base
culturale a carattere scientifico  e  tecnologico  in  linea  con  le
indicazioni dell'Unione  europea,  costruita  attraverso  lo  studio,
l'approfondimento,  l'applicazione  di  linguaggi  e  metodologie  di
carattere generale e specifico, ... correlati a settori  fondamentali
per lo sviluppo economico  e  produttivo  del  Paese.  Tale  base  ha
l'obiettivo di far acquisire agli studenti sia conoscenze teoriche  e
applicative spendibili in vari contesti  di  vita,  di  studio  e  di
lavoro sia abilita' cognitive idonee per risolvere problemi,  sapersi
gestire  autonomamente  in  ambiti  caratterizzati   da   innovazioni
continue, assumere  progressivamente  anche  responsabilita'  per  la
valutazione e il miglioramento dei risultati ottenuti. 
Il riordino dell'istruzione tecnica si e' misurato, tuttavia, con  la
frammentarieta' che negli anni si e' andata moltiplicando, in assenza
di  riforme  organiche  e  ha  ricondotto  l'insieme  delle  proposte
formative ad alcuni  indirizzi  fondamentali,  in  modo  da  favorire
l'orientamento  dei  giovani   e,   nel   contempo,   garantire   una
preparazione  omogenea  su  tutto  il   territorio   nazionale.   Nel
successivo triennio sara'  possibile  articolare  ulteriormente  tali
proposte in opzioni,  anche  per  rispondere  alle  esigenze  di  una
formazione mirata  a  specifiche  richieste  del  tessuto  produttivo
locale. 
I percorsi dei nuovi istituti tecnici danno,  inoltre,  ampio  spazio
alle metodologie finalizzate a sviluppare le competenze degli allievi
attraverso la didattica di laboratorio e le  esperienze  in  contesti
applicativi,  l'analisi  e  la  soluzione  di  problemi  ispirati   a
situazioni reali, il lavoro per  progetti;  prevedono,  altresi',  un
collegamento organico con il mondo del lavoro  e  delle  professioni,
attraverso stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro. 
I percorsi degli istituti tecnici sono definiti, infine, rispetto  ai
percorsi dei licei,  in  modo  da  garantire  uno  "zoccolo  comune",
caratterizzato da  saperi  e  competenze  riferiti  soprattutto  agli
insegnamenti  di  lingua  e  letteratura  italiana,  lingua  inglese,
matematica, storia  e  scienze,  che  hanno  gia'  trovato  un  primo
consolidamento  degli  aspetti  comuni  nelle  indicazioni  nazionali
riguardanti l'obbligo di istruzione (D.M. n.139/07). 
1.2 Innovare l'organizzazione scolastica 
1.2.1 Autonomia e flessibilita' 
Gli istituti tecnici hanno costituito, per molto tempo, un  punto  di
forza dell'intero sistema economico e produttivo italiano e  uno  dei
fattori piu' efficaci di mobilita' sociale, che hanno accompagnato la
ricostruzione del Paese nel secondo dopoguerra  e  sostenuto  il  suo
rapido  sviluppo  degli  anni  Sessanta  e   Settanta,   mettendo   a
disposizione del mondo produttivo  e  delle  professioni  una  grande
quantita' di giovani tecnici  preparati  e  capaci  di  crescere  sul
lavoro, grazie alla buona formazione culturale  e  tecnica  ricevuta,
fino a raggiungere posizioni di elevata responsabilita',  anche  come
imprenditori di successo. 
Negli  ultimi  decenni  gli  istituti  tecnici  hanno  perso,  pero',
capacita' di attrazione soprattutto per la mancata  percezione  della
loro identita' e ruolo sociale da parte dei giovani e delle famiglie;
nel 1990 avevano 1.300.000 studenti, pari al 45% degli iscritti  alla
scuola  secondaria  superiore;  oggi  tale  percentuale  e'  il  34%.
L'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e' divenuto cosi'  uno
dei paradossi del mercato  del  lavoro  italiano:  a  fronte  di  una
sostenuta  domanda  delle  imprese,  puntualmente  testimoniata   dai
rapporti  annuali  del  sistema   informativo   Excelsior   e   dalle
rilevazioni ISTAT sull'inserimento lavorativo dei diplomati,  permane
una  forte  asimmetria  tra  la  domanda  e  l'offerta  di  diplomati
dell'istruzione tecnica. 
Questo difficile raccordo incide negativamente sia sulle  prospettive
di sviluppo di attivita' economiche e imprenditoriali strategiche per
la competitivita' di ampi settori del made in Italy, sia  sul  futuro
di tanti giovani che faticano a "trovare la bussola" per  uno  sbocco
culturale e professionale efficace  e  coerente  rispetto  ai  propri
interessi,  talenti  e  aspirazioni,  che   rischiano   di   rimanere
inespressi se non addirittura inesplorati. 
Il  rilancio  dell'istruzione  tecnica  passa  anche  attraverso   la
razionalizzazione del sistema che, grazie ai  2  settori  e  agli  11
indirizzi che fanno riferimento ai settori  produttivi  di  rilevanza
nazionale, punta a  predisporre  un  quadro  coerente  e  trasparente
dell'offerta   formativa   per    rispondere    efficacemente    alla
molteplicita' degli interessi e delle aspirazioni dei giovani e  alle
esigenze del territorio, del mondo produttivo e delle professioni. 
A tal fine, gli istituti tecnici dispongono di due opportunita': 
1) utilizzare, nei percorsi educativi, la quota di autonomia del  20%
dei curricoli, sia per potenziare gli  insegnamenti  obbligatori  per
tutti gli studenti, con particolare  riferimento  alle  attivita'  di
laboratorio, sia per attivare ulteriori insegnamenti, finalizzati  al
raggiungimento  degli  obiettivi  previsti  dal  piano   dell'offerta
formativa; 
2) utilizzare gli spazi di flessibilita', intesi come possibilita' di
articolare le aree di indirizzo  in  opzioni,  per  offrire  risposte
efficaci e mirate  alle  esigenze  del  territorio  e  ai  fabbisogni
formativi espressi dal mondo del lavoro e delle  professioni.  Questo
strumento va ricondotto, tuttavia, ad un quadro di  criteri  generali
definiti a livello nazionale, onde evitare il rischio del ritorno  ad
una  frammentazione  e  disarticolazione  dei   percorsi   formativi.
Obiettivo irrinunciabile  dell'intera  riorganizzazione  del  secondo
ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione e'  quello  di
rendere piu' efficienti i  servizi  di  istruzione  e  piu'  efficace
l'utilizzo delle risorse. 
Ci  sono,  dunque,   considerevoli   differenze   tra   autonomia   e
flessibilita'. 
La quota di autonomia e' determinata, nei limiti del  contingente  di
organico annualmente assegnato alle  istituzioni  scolastiche,  senza
determinare situazioni  di  soprannumerarieta',  in  base  all'orario
complessivo delle lezioni previsto per il  primo  biennio  e  per  il
complessivo triennio. L'autonomia consente, dunque, di  modificare  i
curricoli, tenuto  conto  delle  richieste  degli  studenti  e  delle
famiglie, entro il limite del 20% del monte ore delle lezioni, o  per
rafforzare  alcuni  insegnamenti,   oppure   per   introdurre   nuovi
insegnamenti che concorrono  a  realizzare  gli  obiettivi  educativi
individuati nel piano dell'offerta formativa della scuola. Al fine di
preservare l'identita' degli istituti tecnici,  le  attivita'  e  gli
insegnamenti scelti autonomamente dalle istituzioni scolastiche  sono
coerenti con il profilo educativo, culturale  e  professionale  dello
studente definito  in  relazione  al  percorso  di  studi  prescelto.
L'orario di ciascuna disciplina non puo' essere ridotto oltre il  20%
rispetto al quadro orario previsto dall'indirizzo di riferimento. Gli
studenti  sono  tenuti  alla  frequenza  delle  attivita'   e   degli
insegnamenti facoltativi prescelti. La valutazione dei  risultati  di
apprendimento delle materie  facoltative  concorre  alla  valutazione
complessiva. Le richieste sono formulate  all'atto  delle  iscrizioni
alle classi. 
Per sostenere l'autonomia delle scuole, il Regolamento  dispone  che,
nell'ambito  delle  dotazioni   organiche   del   personale   docente
determinate  annualmente  con  il  decreto  adottato  dal   Ministero
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, di concerto con il
Ministero dell'economia e delle finanze, sia prevista la possibilita'
di  assegnare,  previa  verifica  della   sussistenza   di   economie
aggiuntive, un contingente potenziato di organico alle singole scuole
e/o di renderlo disponibile attraverso gli accordi di rete. 
Gli spazi di flessibilita',  invece,  sono  riservati  esclusivamente
alle aree di indirizzo; si possono aggiungere alle quote di autonomia
e sono disponibili a partire dal terzo anno, nella misura del 30% nel
secondo biennio e  del  35%  nel  quinto  anno.  Essi  consentono  di
articolare le aree di indirizzo  per  le  quali  il  Regolamento  non
prevede  articolazioni,  ovvero  di  adattare  le  articolazioni  ivi
previste,  con  l'obiettivo  di  corrispondere  alle   esigenze   del
territorio e ai fabbisogni formativi espressi dal mondo  del  lavoro,
anche in relazione a particolari distretti produttivi  manifatturieri
(per esempio, il settore cartario). 
Le opzioni sono indicate da  un  elenco  nazionale  contenente  anche
l'indicazione delle classi di concorso dei docenti che possono essere
utilizzate per gli insegnamenti ivi previsti. L'elenco  nazionale  e'
adottato  con  un  apposito  decreto  del  Ministro  dell'istruzione,
dell'universita'  e  della  ricerca,  di  concerto  con  il  Ministro
dell'economia e delle finanze, ed e' periodicamente aggiornato  sulla
base degli esiti del monitoraggio  e  della  valutazione  condotti  a
livello nazionale. 
Nel diploma rilasciato  a  conclusione  degli  esami  di  Stato  sono
certificate  le  competenze  acquisite  dallo  studente   anche   con
riferimento alle eventuali opzioni seguite. 
La flessibilita' non puo' determinare comunque esuberi di  personale,
percio' va utilizzata nei limiti delle dotazioni organiche assegnate. 
Inoltre, per arricchire l'offerta formativa della scuola  e  disporre
di competenze specialistiche non presenti  nell'istituto,  le  scuole
possono stipulare contratti d'opera con esperti del mondo del  lavoro
e  delle  professioni,  che  abbiano  una  specifica  e   documentata
esperienza professionale maturata nel  settore  di  riferimento,  nei
limiti degli spazi di  flessibilita'  previsti  dal  regolamento  sul
riordino  degli  istituti  tecnici  e  delle  risorse  iscritte   nel
programma annuale di ciascuna istituzione scolastica. 
1.2.2 I dipartimenti 
La  progettazione  formativa  delle  istituzioni  scolastiche  e'  lo
strumento per rispondere alle esigenze degli studenti,  del  contesto
socio-culturale e ai fabbisogni del territorio e del mondo del lavoro
e delle professioni; essa  valorizza  la  funzione  dei  docenti  che
programmano le proprie attivita' sulla base degli obiettivi  indicati
nel piano dell'offerta formativa di ciascun istituto. 
L'impianto dei nuovi ordinamenti degli istituti tecnici richiede  che
la progettazione formativa sia sostenuta da forme  organizzative  che
pongano,  al  centro  delle  strategie  didattiche   collegiali,   il
laboratorio e la didattica laboratoriale, la costruzione dei percorsi
di insegnamento/ apprendimento in contesti reali, quali  l'alternanza
scuola-lavoro, il  raccordo  con  le  altre  istituzioni  scolastiche
(reti) e con gli enti  locali  (convenzioni),  anche  per  realizzare
progetti condivisi. 
A questo fine, come gia' avviene in molti  casi,  e'  utile  che  gli
istituti tecnici si dotino, nella  loro  autonomia,  di  dipartimenti
quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti, di  supporto
alla didattica e alla progettazione (art. 5, comma 3,  punto  c)  del
Regolamento).   Essi   possono   costituire   un   efficace   modello
organizzativo per favorire un maggior  raccordo  tra  i  vari  ambiti
disciplinari e per realizzare  interventi  sistematici  in  relazione
alla didattica per competenze, all'orientamento  e  alla  valutazione
degli apprendimenti. 
L'istituzione dei dipartimenti assume, pertanto,  valenza  strategica
per valorizzare la dimensione collegiale e co-operativa dei  docenti,
strumento prioritario per  innalzare  la  qualita'  del  processo  di
insegnamento/apprendimento. 
I dipartimenti, quale possibile articolazione  interna  del  collegio
dei  docenti,  possono  presidiare  la  continuita'  verticale  e  la
coerenza  interna   del   curricolo,   vigilare   sui   processi   di
apprendimento per lo sviluppo dei saperi e delle competenze  previste
nei profili dei vari indirizzi, la cui attuazione  e'  facilitata  da
una progettualita' condivisa e un'articolazione flessibile. 
Le tipologie di attivita' che i dipartimenti  possono  svolgere  sono
strettamente correlate alle esperienze realizzate dalla scuola e agli
obiettivi di sviluppo e di miglioramento che si intendono perseguire. 
In particolare, nel primo biennio, i  dipartimenti  possono  svolgere
una funzione strategica per il consolidamento,  con  il  concorso  di
tutte le discipline, delle competenze di base per la lingua italiana,
la lingua straniera e la matematica, per il  raccordo  tra  i  saperi
disciplinari e gli assi culturali previsti dall'obbligo di istruzione
e tra l'area di istruzione generale e le aree di indirizzo. 
In generale, i dipartimenti possono individuare i bisogni formativi e
definire  i  piani  di  aggiornamento  del  personale,  promuovere  e
sostenere la condivisione degli obiettivi educativi e  la  diffusione
delle  metodologie  piu'  efficaci  per  migliorare  i  risultati  di
apprendimento degli studenti. 
Gli istituti tecnici definiscono, nella loro autonomia e nel rispetto
delle tutele contrattuali in materia di organizzazione del lavoro, le
modalita' di costituzione dei dipartimenti e le regole  per  il  loro
funzionamento. Possono essere previste anche forme molto flessibili e
poco strutturate, con forme di comunicazione in presenza  e  in  rete
tra i docenti e gli altri soggetti interessati. Si  ritiene  comunque
opportuno  che  ad  essi  vada  riservato  anche  uno  spazio  fisico
dedicato. 
Esemplificazioni di buone pratiche realizzate dagli istituti  tecnici
sono disponibili al riguardo sul sito ANSAS nella sezione dedicata ai
nuovi istituti tecnici, sotto la voce "Esperienze". 
1.2.3 Il comitato tecnico scientifico 
Gli istituti tecnici, in base  all'art.  5,  comma  3  punto  d)  del
Regolamento, possono dotarsi di un comitato tecnico scientifico (CTS)
composto da  docenti  e  da  esperti  del  mondo  del  lavoro,  delle
professioni e della ricerca scientifica e tecnologica. 
Il CTS  costituisce  un  elemento  che  puo'  favorire  l'innovazione
dell'organizzazione degli  istituti  tecnici;  e'  un  organismo  con
funzioni consultive e propositive per l'organizzazione delle aree  di
indirizzo e l'utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilita';
e' lo strumento per consolidare i rapporti della scuola con il  mondo
del lavoro e delle professioni e sviluppare le alleanze formative  di
cui al par. 1.4. 
Pur non essendovi  una  specifica  regolamentazione  in  materia,  la
costituzione del CTS non puo' che essere  formalizzata  con  apposite
delibere degli organi collegiali della scuola nel rispetto dei  ruoli
istituzionali di  ciascun  organo.  Per  esigenze  di  trasparenza  e
correttezza istituzionale, costituiscono  parti  integranti  di  tali
delibere l' atto costitutivo e il regolamento di funzionamento che ne
definiscono la composizione  anche  in  ordine  alle  competenze  dei
propri membri (coerenti con le  caratteristiche  dell'istituto  e  le
finalita' del CTS), le funzioni, le modalita' organizzative  e  forme
di  comunicazione  e  di  cooperazione  con  gli  organi   collegiali
dell'istituto, nel rispetto delle loro specifiche competenze. 
Al fine di garantire un efficace funzionamento del CTS , e' opportuno
prevedere un congruo numero di riunioni annuali, con  cadenza  almeno
trimestrale. Per assicurare continuita' alle azioni programmate dalle
istituzioni scolastiche nella  loro  autonomia,  anche  ai  fini  del
monitoraggio, valutazione dei risultati e controllo di  qualita'  dei
processi attivati, e' opportuno, altresi', che il CTS duri in  carica
almeno per un triennio. 
Esemplificazioni di buone pratiche realizzate dagli istituti  tecnici
sono disponibili sul sito  ANSAS  nella  sezione  dedicata  ai  nuovi
istituti tecnici, sotto la voce "Esperienze". 
1.2.4 L'ufficio tecnico 
Gli istituti tecnici per gli indirizzi del settore  tecnologico  sono
dotati di un ufficio tecnico con il compito di "sostenere la migliore
organizzazione e funzionalita' dei laboratori a fini didattici  e  il
loro adeguamento in relazione alle  esigenze  poste  dall'innovazione
tecnologica, nonche' per la sicurezza delle persone e dell'ambiente". 
L'ufficio tecnico riprende e  potenzia  il  tradizionale  compito  di
collaborazione con la direzione dell'istituto, di  raccordo  con  gli
insegnanti impegnati nello svolgimento delle esercitazioni pratiche e
con il personale A.T.A.,  per  l'individuazione,  lo  sviluppo  e  il
funzionamento  ottimale  delle  attrezzature  tecnologiche  e   delle
strumentazioni necessarie a supporto della didattica; assume un ruolo
rilevante in una scuola che considera  la  didattica  di  laboratorio
come   una   delle   sue   caratteristiche   distintive    ai    fini
dell'acquisizione delle competenze da parte degli studenti. 
L'ufficio tecnico puo' estendere il suo campo  d'azione  a  tutte  le
aree disciplinari  attraverso  la  predisposizione  di  un  piano  di
attivita' per l'uso programmato degli spazi e delle attrezzature,  la
ricerca delle soluzioni logistiche e  organizzative  piu'  funzionali
alla didattica ed anche per la condivisione  in  rete  delle  risorse
umane, professionali e tecnologiche disponibili. 
Sulla base delle autonome scelte organizzative dei singoli  istituti,
l'ufficio  tecnico  puo'  divenire  una  risorsa  per   lo   sviluppo
qualitativo delle competenze organizzative della scuola,  soprattutto
raccordandosi con tutte le strutture (per  esempio,  i  dipartimenti)
previste per la gestione e la  realizzazione  di  progetti  didattici
condivisi.  Anche  per  questo,  e'  importante  che  i  responsabili
dell'ufficio tecnico provvedano ad assicurare una  adeguata  gestione
dell'archiviazione  e  della  documentazione  ai  fini  della   piena
fruibilita' delle conoscenze esistenti e  di  quelle  accumulate  nel
tempo. 
Per soddisfare le esigenze di  manutenzione  e  adeguamento  continuo
delle  risorse  tecniche  necessarie  all'attivita'  didattica  e  al
funzionamento generale dell'istituto, e' utile che l'ufficio  tecnico
sviluppi  una  progettazione  che  parta  dalla   rilevazione   delle
necessita'  evidenziate  dai  responsabili  dei  dipartimenti  e  dei
laboratori e dall'individuazione di categorie di beni o di servizi da
approvvigionare; interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria
da mettere in atto; possibili integrazioni di risorse disponibili sul
territorio anche in rete con altri istituti. 
Il funzionamento e la gestione dell'ufficio tecnico e' descritto  nel
regolamento di istituto, che indica, con trasparenza, le procedure  e
le modalita' operative adottate per  rispondere  agli  obiettivi  che
l'istituzione scolastica si e' data per innalzare la  qualita'  delle
attivita' didattiche. 
Il Regolamento, per i posti  da  assegnare  all'ufficio  tecnico,  fa
riferimento  a  quelli   gia'   previsti,   secondo   il   previgente
ordinamento, dai decreti istitutivi degli istituti tecnici  confluiti
nel settore tecnologico in  base  alle  indicazioni  riportate  nella
tabella di cui all'Allegato D) al Regolamento medesimo. 
1.3. Motivare gli studenti a costruire il proprio progetto di vita  e
di lavoro 
Il sistema educativo di istruzione e  formazione  presenta  oggi  due
distinti modelli organizzativi, che,  in  relazione  al  primo  e  al
secondo ciclo, vanno resi progressivamente coerenti, anche attraverso
la valorizzazione delle buone pratiche. 
Si pone, quindi, il problema di garantire il diritto  dello  studente
ad un percorso formativo organico e completo, che miri  a  promuovere
uno sviluppo articolato e multidimensionale della sua persona. 
Una corretta azione educativa  richiede  un  progetto  formativo  che
accompagni lo studente con continuita' nell'acquisizione graduale dei
risultati di apprendimento attesi in termini di conoscenze,  abilita'
e competenze. Essa si propone anche di prevenire le difficolta' e  le
situazioni di criticita' riscontrate in modo particolare nei passaggi
tra i  diversi  ordini  di  scuola,  che  sono  di  solito  la  causa
principale di una  diffusa  dispersione  scolastica  soprattutto  nel
primo biennio della scuola secondaria superiore. 
La continuita' diviene, quindi, un obiettivo prioritario per  educare
lo studente a riorganizzare i saperi, le competenze e  le  esperienze
acquisite. Continuita'  del  processo  educativo  significa  pertanto
considerare il percorso formativo  secondo  una  logica  di  sviluppo
coerente, che da una parte valorizzi quello che lo studente sa  e  sa
fare e, dall'altra, riconosca la specificita' degli interventi e  del
profilo educativo culturale e professionale al termine di ogni  ciclo
scolastico. 
A tal fine, gli insegnanti del secondo ciclo di istruzione dovrebbero
essere messi in grado di conoscere i risultati di  apprendimento  che
lo studente ha effettivamente conseguito prima del suo  ingresso  nel
secondo ciclo  anche  allo  scopo  di  attuare  eventuali  azioni  di
recupero. 
E' opportuno pertanto che il passaggio dal primo al secondo ciclo sia
accompagnato da  specifiche  azioni  di  orientamento  informativo  e
formativo  ispirate  ai  principi  della  continuita'   verticale   e
dell'integrazione tra i sistemi. 
Il  modello  della  rete  territoriale  tra  scuole   medie,   scuole
secondarie superiori, uffici  scolastici  provinciali,  enti  locali,
associazioni e altri soggetti si e' rivelato finora il piu'  efficace
per coinvolgere un'ampia  fascia  di  destinatari,  con  interessi  e
aspettative diverse. 
Le reti hanno facilitato i contatti con le famiglie sia nella fase di
informazione  e  sensibilizzazione  precedente  alle  iscrizioni   al
secondo ciclo del sistema  di  istruzione  e  formazione,  sia  nelle
successive attivita' a valenza orientativa o di ri-orientamento. 
Grazie alla loro  capacita'  di  "fare  sistema",  infatti,  le  reti
favoriscono l'inclusione, riducono gli insuccessi e le uscite precoci
dai percorsi scolastici e formativi,  facilitano  eventuali  passaggi
tra i percorsi educativi, accrescono il  numero  dei  diplomati  e  i
livelli di istruzione tra gli adulti. 
La collaborazione tra le scuole e gli altri soggetti del  territorio,
a partire dal raccordo con  le  scuole  del  primo  ciclo,  e'  molto
importante anche per  realizzare  iniziative  e  percorsi  capaci  di
motivare  gli  studenti  a  costruire  progressivamente  il   proprio
progetto di vita e di lavoro. 
I giovani oggi incontrano infatti maggiori difficolta' a disegnare il
proprio  futuro  professionale  e  a  definire   le   strategie   per
realizzarlo. Il mondo non solo e' radicalmente mutato, ma continua  a
cambiare con una velocita' sconosciuta alle generazioni che li  hanno
preceduti. Le scelte diventano piu' difficili e complesse: nulla puo'
essere lasciato al caso e il  percorso  va  costruito  per  tutta  la
durata  della  scuola  secondaria  superiore,  cogliendo   tutte   le
opportunita'  per  vagliare  con  consapevolezza   come   valorizzare
attitudini e talenti personali in un coerente progetto di vita  e  di
lavoro. 
Diventa essenziale pertanto sviluppare una cultura  dell'orientamento
che, privilegiando la dimensione formativa e operativa piuttosto  che
quella informativa, accolga gli studenti fin dal loro ingresso  nella
scuola secondaria e li accompagni lungo l'intero percorso  di  studi,
motivandoli  verso  le  professioni  tecniche,  con   un'approfondita
conoscenza  del  settore  di  riferimento  e  delle  sue  prospettive
evolutive, affinche' ogni giovane si senta protagonista  del  proprio
processo di formazione e orgoglioso del contributo professionale  che
puo' dare allo sviluppo del Paese. 
Soprattutto   negli   istituti   tecnici,   che   offrono    un'ampia
possibilita', dopo il diploma, di intraprendere  subito  un  percorso
professionale, e' auspicabile che  gli  studenti  imparino  il  prima
possibile ad elaborare le acquisizioni che  la  scuola  propone  loro
attraverso lo studio delle discipline, arricchendole  e  integrandole
con esperienze che li mettano in grado di confrontarsi con  crescente
autonomia con le richieste dal mondo del lavoro e delle  professioni,
per  mettere  in  relazione  questi  dati  con  gli  interessi  e  le
aspirazioni personali. 
Nel rispetto dell'autonomia organizzativa  e  didattica  di  ciascuna
istituzione scolastica, e' auspicabile  infine  che  l'impegno  della
scuola si concentri prevalentemente su principi  che  sviluppino  gli
aspetti educativi piu' intimamente connessi con la  dimensione  della
progettualita' personale, in funzione di una facilitazione  oggettiva
delle  scelte  degli  studenti.   Si   tratta   di   valorizzare   le
potenzialita'  di  ciascun  allievo,  soddisfare  le  aspettative  di
crescita e di  miglioramento,  individuare  percorsi  rispondenti  ai
bisogni degli studenti. In altre parole, promuovere  un  orientamento
che sostenga l'esplorazione delle possibilita' di sviluppo  personale
e  professionale,  che  valorizzi  la  dimensione  orientativa  delle
discipline che favorisca il collegamento e l'interazione della scuola
con il territorio e il mondo produttivo, soprattutto  attraverso  gli
stage  e  l'alternanza,  che   proponga   agli   studenti   attivita'
coinvolgenti, utilizzando diffusamente metodologie attive e  contesti
applicativi. 
Per svolgere questo delicato compito, gli  istituti  tecnici  possono
contare su  alleanze  consolidate,  a  livello  locale,  regionale  e
nazionale con  le  istituzioni  e  le  associazioni  professionali  e
imprenditoriali. 
1.4. Realizzare "alleanze formative" sul territorio con il mondo  del
lavoro, delle professioni e della ricerca 
Il rilancio dell'istruzione tecnica richiede un raccordo piu' stretto
e organico della scuola con i soggetti istituzionali  e  sociali  del
territorio e, in particolare, con il sistema produttivo, il mondo del
lavoro e delle professioni, attraverso un'alleanza formativa stabile,
ampia e radicata a livello locale, anche per superare  le  criticita'
determinatesi,  a  partire  dagli  anni  '90,   in   relazione   alla
decrescente attenzione dei giovani e delle  loro  famiglie  verso  le
professioni tecniche. 
Questa  situazione  ha  determinato  un  crescente  mancato  incontro
(mismatch) tra domanda e offerta di lavoro: da un  lato,  le  imprese
non trovano i tecnici qualificati di cui hanno bisogno per  competere
sui mercati  mondiali;  dall'altro,  il  tasso  di  disoccupazione  o
sotto-occupazione  dei  nostri  giovani  e'  tra   i   piu'   elevati
dell'Unione  europea  perche'  i  titoli  di  studio  acquisiti   non
rispondono ai fabbisogni  del  mondo  del  lavoro,  oppure  risultano
spendibili solo in settori e ambiti a bassa crescita occupazionale. 
Il nostro sistema di  istruzione  e'  attraversato,  quindi,  da  una
contraddizione  che  occorre  superare:  i  giovani  diplomati  degli
istituti tecnici sono i primi  a  capitalizzare  rapidamente  i  loro
studi,  trasformandoli  in  occasioni   di   crescita   personale   e
professionale sia attraverso un  rapido  inserimento  nel  mondo  del
lavoro sia nei successivi percorsi universitari,  ma  questo  fattore
positivo incide scarsamente sulle scelte delle famiglie e dei giovani
al momento dell'iscrizione alla scuola secondaria superiore. 
L'apertura della scuola al mondo del lavoro e delle  professioni  e',
tra  l'altro,  una  opportunita',  unanimemente   riconosciuta,   per
prevenire e contrastare la  dispersione  scolastica,  oltre  che  per
favorire l'occupabilita'. 
La competitivita' delle economie piu' sviluppate, infatti,  si  gioca
sempre piu'  sul  terreno  della  "competizione  intellettuale",  che
intreccia      profondamente      conoscenza,      innovazione      e
internazionalizzazione.  Per   mantenere   elevati   i   livelli   di
occupazione occorre puntare su livelli di istruzione piu' elevati, ma
anche sull'apertura  a  esperienze  e  linguaggi  diversi:  contenuti
specialistici e suddivisioni disciplinari tendono  ad  una  crescente
interdipendenza e contaminazione tra i saperi. Per  far  fronte  alle
nuove sfide dell'educazione, l'Unione  europea  raccomanda  ai  paesi
membri di innovare i sistemi educativi nazionali in moda da  superare
la  contrapposizione  tra  cultura  generale  e  cultura  tecnica   e
professionale, creare nuovi ponti tra  scuola,  societa'  e  impresa,
considerando  quest'ultima  anche  come   ambiente   formativo,   per
garantire  ai  cittadini  e  ai  lavoratori  un  apprendimento  lungo
l'intero corso della vita. 
In questo contesto, sono sempre piu'  necessari  l'interazione  e  il
dialogo,  in  forme  non  episodiche,  tra  le   imprese,   che   per
sopravvivere e svilupparsi devono divenire "fabbriche di conoscenza",
e  le  scuole,  tradizionali  "fabbriche  della  conoscenza  e  della
cittadinanza". 
L'impianto   del   nuovo   ordinamento    accentua    la    rilevanza
dell'istruzione tecnica come canale formativo dotato di  una  propria
identita' culturale e pedagogica, fondata sulla filiera scientifica e
sulle tecnologie che caratterizzano gli  indirizzi  di  studio:  meno
settori e indirizzi per rispondere meglio all'evoluzione sempre  piu'
rapida dei mestieri e delle professioni  che,  nella  societa'  della
conoscenza,  tende  a  riorganizzare  permanentemente  i  livelli  di
specializzazione richiesti e, nel contempo, un collegamento  organico
tra  scuola  e  impresa  e  con  l'ampliamento  di  stage,  tirocini,
alternanza scuola/lavoro, per favorire l'apprendimento dei giovani in
contesti operativi reali. 
L'interazione con il  mondo  produttivo  e  il  territorio,  pilastro
dell'istruzione tecnica  findalla  nascita,  e'  strategica  per  gli
istituti  tecnici,  perche'  facilita  uno  scambio  di  informazioni
continuamente aggiornato sui  fabbisogni  professionali  e  formativi
delle imprese, sulla reale "spendibilita'" dei titoli di  studio  nel
mercato del lavoro, sulle prospettive di sviluppo delle  professioni,
sulle competenze specifiche richieste dal sistema  produttivo,  sulle
condizioni  migliori  per  organizzare  efficacemente  gli  spazi  di
autonomia e di flessibilita' che tali scuole hanno a disposizione. 
Il  piano  "Italia  2020",  tra  le  misure  utili   per   promuovere
l'occupabilita' dei giovani, propone azioni specifiche  molto  vicine
alle  consolidate  esperienze  che   gli   istituti   tecnici   hanno
sviluppato, soprattutto in quelle aree del Paese in  cui  sono  stati
protagonisti della crescita dei sistemi produttivi locali.  Il  piano
sottolinea la necessita'  di  progettare  percorsi  di  istruzione  e
formazione di  qualita',  accessibili  a  tutti  e  coerenti  con  le
esigenze del sistema produttivo e di facilitare la transizione  dalla
scuola  al  lavoro  sia  attraverso  servizi  di  orientamento   piu'
efficienti ed  efficaci  rivolti  ai  giovani  e  alle  famiglie  sia
attraverso percorsi educativi in alternanza scuola/lavoro. 
Tali  indicazioni  sono   importanti   per   valorizzare   il   ruolo
dell'alternanza non solo per  superare  la  separazione  tra  momento
formativo e applicativo, ma soprattutto per accrescere la motivazione
allo studio e per aiutare i giovani nella  scoperta  delle  vocazioni
personali attraverso "l'imparare  facendo".  L'alternanza  li  aiuta,
infatti,  a  capire  e  sperimentare  "sul  campo"  la   vastita'   e
l'interconnessione delle conoscenze e delle competenze necessarie per
avere successo  nell'attuale  situazione  storica,  ad  avvicinare  i
ragazzi alla cultura del lavoro e all'applicazione  delle  conoscenze
alla risoluzione dei problemi. 
Sebbene l'urgenza di approfondire  la  collaborazione  tra  scuola  e
impresa  sia  ampiamente  condivisa,  particolare  attenzione  andra'
riservata alle modalita' e ai mezzi per svilupparla. 
Le modalita' di raccordo tra istituti tecnici  e  territorio  possono
assumere  forme  diverse,  con  differenti  figure   giuridiche   che
identificano  la  corresponsabilita'  dei  vari  soggetti  circa   la
qualita' dell'offerta formativa in una logica di  sussidiarieta'.  Un
esempio e' il  modello  delle  reti  delineato  dal  Regolamento  per
l'autonomia delle istituzioni scolastiche (d.P.R. n. 275/99, art. 7),
che le prospetta come sedi naturali per  promuovere  la  cooperazione
tra scuole e altri soggetti  per  realizzare  la  ricerca  educativa,
l'orientamento  scolastico  e  professionale,   la   formazione   del
personale. Si tratta di  un  modello  organizzativo  gia'  ampiamente
diffuso a livello nazionale, che consente di sperimentare  innovative
forme di coordinamento tra le  scuole,  anche  di  diverso  ordine  e
grado, e altri soggetti al fine di migliorare la qualita' dei servizi
e  delle  politiche  formative,  valorizzando  il  contributo   degli
operatori scolastici, degli enti locali, delle istituzioni culturali,
sociali ed economiche, delle Camere di Commercio, delle  associazioni
e delle agenzie del territorio che intendono  dare  il  loro  apporto
alla  realizzazione  di  specifici  progetti  educativi  o,  piu'  in
generale, partecipare al miglioramento  della  qualita'  dell'offerta
formativa rivolta ai giovani e agli adulti. 
Un altro modello organizzativo innovativo, finalizzato  a  promuovere
in modo stabile la collaborazione tra scuole e imprese per  sostenere
la diffusione della cultura tecnica e scientifica, la  ricerca  e  il
trasferimento tecnologico, e' quello dei  poli  tecnico-professionali
che potranno essere costituiti a norma dell'art. 13, comma  2,  della
legge n. 40/07, nel rispetto delle competenze esclusive delle Regioni
in materia di programmazione  dell'offerta  formativa,  tra  istituti
tecnici  e  istituti  professionali,   strutture   della   formazione
professionale accreditate,  istituti  tecnici  superiori,  centri  di
ricerca, universita' e altri soggetti interessati. 
1.5. Progettare e valutare per competenze 
1.5.1 Insegnare per sviluppare competenze 
L'impianto  del  sistema  degli  Istituti  Tecnici  e'  diretto  alla
promozione  di  un  insieme  di  competenze  descritte  nel   profilo
educativo, culturale e professionale sia generale,  sia  relativo  ai
singoli indirizzi. Per quanto riguarda il biennio  iniziale,  vengono
assunte per la  parte  comune  le  competenze  incluse  nell'impianto
normativo  riferibile  all'obbligo  di  istruzione.  Tale  quadro  di
riferimento sollecita la progettazione e l'attuazione progressiva  di
una coerente pratica didattica. A questo fine vengono proposti alcuni
criteri di riferimento, in particolare per quanto riguarda  il  primo
biennio. 
La  normativa  relativa  all'obbligo  di   istruzione   elenca   otto
competenze chiave di cittadinanza e quattro assi culturali a cui fare
riferimento nell'impostare l'attivita' formativa  del  primo  biennio
del secondo ciclo. Dal momento che l'impianto europeo  relativo  alle
competenze chiave da sviluppare lungo  tutto  l'arco  della  vita  le
definisce come "la comprovata capacita' di usare conoscenze, abilita'
e capacita' personali, sociali e/o metodologiche,  in  situazioni  di
lavoro o di studio e nello  sviluppo  professionale  e/o  personale",
precisando che esse "sono descritte in termine di  responsabilita'  e
autonomia",  esse  debbono  essere  collegate  alle  risorse  interne
(conoscenze, abilita',  altre  qualita'  personali)  che  ne  sono  a
fondamento. Di conseguenza anche la loro valutazione implica, secondo
un'efficace formula, "accertare non cio' che lo studente sa, ma  cio'
che sa fare consapevolmente con cio' che sa". 
Sono  di  seguito  presentate  alcune  considerazioni   che   possono
orientare i docenti ad insegnare per sviluppare competenze: 
a. una competenza sia generale, sia  di  studio,  sia  di  lavoro  si
sviluppa  in  un  contesto  nel  quale  lo  studente  e'   coinvolto,
personalmente  o  collettivamente,  nell'affrontare  situazioni,  nel
portare a termine compiti, nel  realizzare  prodotti,  nel  risolvere
problemi, che implicano l'attivazione e il coordinamento operativo di
quanto sa, sa fare, sa essere o sa collaborare con  gli  altri.  Cio'
vale sia  nel  caso  delle  competenze  legate  allo  sviluppo  della
padronanza della  lingua  italiana,  della  lingua  straniera,  della
matematica e delle scienze, sia  alla  progressiva  padronanza  delle
tecnologie e tecniche di progettazione, realizzazione e controllo  di
qualita'  nel   settore   di   produzione   di   beni   e/o   servizi
caratterizzanti il proprio indirizzo, sia per quanto riguarda  quelle
che,  nel  documento  sull'obbligo  di  istruzione,   sono   chiamate
competenze di cittadinanza. Un ruolo  centrale,  come  risulta  dalla
stessa definizione europea di competenza, e'  svolto  dalla  qualita'
della conoscenze e delle  abilita'  sviluppate  nei  vari  ambiti  di
studio. Esse infatti devono essere  non  solo  acquisite  a  un  buon
livello di comprensione e di  stabilita'  ma  devono  anche  rimanere
aperte a una loro mobilizzazione e  valorizzazione  nel  contesto  di
ogni attivita' di studio, di lavoro o di una vita sociale; 
b. la progettazione di un'attivita' formativa diretta  allo  sviluppo
di competenze dunque non puo' non tener conto della necessita' che le
conoscenze  fondamentali  da  questa  implicate  siano  acquisite  in
maniera  significativa,  cioe'  comprese  e  padroneggiate  in   modo
adeguato, che le abilita' richieste siano disponibili  a  un  livello
confacente di correttezza  e  di  consapevolezza  di  quando  e  come
utilizzarle, che si sostenga il desiderio di acquisire  conoscenze  e
sviluppare  abilita'  nell'affrontare  compiti  e  attivita'  che  ne
esigono l'attivazione e  l'integrazione.  Per  questo  e'  necessario
l'individuazione chiara delle conoscenze e abilita' fondamentali  che
le  varie  competenze  implicano  e  del  livello  di  profondita'  e
padronanza  da  raggiungere  e,  dall'altra,  l'effettuazione  di  un
bilancio  delle  conoscenze,  delle  abilita'   gia'   acquisite   ed
evidenziate  da  parte  dello  studente  (o,   eventualmente,   delle
competenze da lui gia'  raggiunte).  Dal  confronto  tra  questi  due
riferimenti e' possibile elaborare un  progetto  formativo  coerente.
Cio' e' abbastanza evidente nel caso delle competenze riferibili allo
scrivere, al leggere e alla matematica, competenze  che  condizionano
non poco lo sviluppo di qualsiasi altra competenza; 
c. la consapevolezza, che tutti gli insegnanti dovrebbero raggiungere
circa il ruolo degli apporti  delle  loro  discipline  allo  sviluppo
delle  competenze  intese,  favorisce  la  presenza  di  un  ambiente
educativo nel quale studenti e docenti collaborano in tale direzione.
Si tratta di promuovere una pratica formativa  segnata  dall'esigenza
di favorire un'acquisizione di conoscenze e abilita' del cui  valore,
ai fini dello sviluppo personale, culturale e professionale  indicate
nelle competenze finali  da  raggiungere,  siano  consapevoli  sia  i
docenti,  sia  gli  studenti.  Cio'  implica  l'uso  di  metodi   che
coinvolgono l'attivita' degli studenti  nell'affrontare  questioni  e
problemi  di  natura  applicativa  (alla  propria  vita,  alle  altre
discipline, alla vita sociale e  lavorativa)  sia  nell'introdurre  i
nuclei fondamentali delle conoscenze e abilita', sia nel  progressivo
padroneggiarli.  Un  ambiente  di  lavoro  nel  quale  si  realizzano
individualmente o collettivamente prodotti che richiedono un utilizzo
intelligente di quanto studiato o sollecitano un suo  approfondimento
e' la chiave di volta metodologica. Naturalmente nei primi  due  anni
si tratta di prodotti non particolarmente  impegnativi  come  sintesi
scritte  di  testi  studiati,  alle  quali   si   possono   accostare
riflessioni   personali,    esempi    di    applicazioni    pratiche,
argomentazioni  critiche  o  risultati  di  discussioni   di   gruppo
(eventualmente in  lingua  straniera);  ricerca  di  applicazioni  di
concetti e  principi  matematici  e/o  scientifici  a  casi  di  vita
quotidiana e/o tecnici; individuazione di fondamenti concettuali  che
fanno da supporto a procedure e tecniche presentate  nelle  attivita'
di indirizzo; l'impostazione e la realizzazione di  piccoli  progetti
che implichino l'applicazione di quanto  studiato;  progettazione  di
protocolli di laboratorio o di semplici ricerche sperimentali; 
d. l'ambiente nel quale si  svolgono  i  percorsi  dovrebbe  assumere
sempre piu' le caratteristiche di un laboratorio nel quale  si  opera
individualmente o in gruppo al fine di  acquisire  e  controllare  la
qualita' delle conoscenze a e abilita'  progressivamente  affrontate,
mentre se ne verifica la  spendibilita'  nell'affrontare  esercizi  e
problemi sempre piu' impegnativi  sotto  la  guida  dei  docenti.  Si
tratta di promuovere una metodologia di insegnamento e  apprendimento
di tipo laboratoriale, alla  quale  si  potra'  accostare  con  ancor
maggior profitto l'utilizzo delle previste attivita' da svolgere  nei
laboratori.  Ad  esempio,  si  puo'  immaginare  un  laboratorio   di
scrittura in italiano, sostenuto dall'uso personale e/o collettivo di
tecnologie digitali, nel quale si possano anche redigere relazioni su
quanto esplorato nelle scienze o nelle tecnologie, oltre che commenti
alle  proprie  letture;  un  laboratorio   di   introduzione   e   di
applicazione dei concetti e dei procedimenti matematici, mediante  la
soluzione di problemi anche  ispirati  allo  studio  parallelo  delle
scienze o delle tecnologie;  esercitazioni  nella  lingua  straniera,
valorizzando,  se  ci  sono,  quanti  ne  manifestano  una   maggiore
padronanza o mediante la lettura  e/o  ascolto  collettivo  di  testi
tecnici in inglese; 
e.  infine,  occorre  ribadire  che  nella  promozione  delle   varie
competenze previste, anche a livello di biennio iniziale,  va  curata
con  particolare  attenzione  l'integrazione  tra  quanto  sviluppato
nell'area generale, comune a tutti gli indirizzi, e quanto oggetto di
insegnamento nell'area specifica di ciascun indirizzo. In particolare
nel promuovere le competenze di natura  tecnica  proprie  di  ciascun
indirizzo  occorre  evidenziare  i  collegamenti  esistenti  con   le
conoscenze  e  le  abilita'  introdotte  negli  assi   matematico   e
scientifico-tecnologico e, viceversa, facilitare  l'applicazione  dei
concetti,  principi  e   procedimenti   degli   assi   matematico   e
scientifico-tecnologico alla costruzione delle competenze tecniche  e
tecnologiche. Questa impostazione implica una particolare cura  nella
progettazione  didattica  dei  vari   insegnamenti   e   nella   loro
realizzazione, cercando in primo luogo una sistematica collaborazione
tra i docenti delle varie discipline coinvolte e, in  secondo  luogo,
favorendo una costante verifica della capacita'  di  collegamento  da
parte degli studenti tra quanto appreso  nell'area  comune  e  quanto
affrontato  nell'area  di  indirizzo  e   viceversa.   In   sede   di
progettazione collegiale, e'  molto  opportuno  indicare  anche  come
ciascuna  disciplina  intende  concorrere   al   raggiungimento   dei
risultati di apprendimento comuni  a  tutti  i  percorsi  (punto  2.1
dell'allegato  A)  al  Regolamento   per   gli   istituti   tecnici),
declinandoli in termini di abilita' misurabili. 
Con  riferimento  alle  indicazioni  di  natura  metodologica   sopra
esposte, si suggerisce, in particolare, che i  dipartimenti  assumano
compiti collaborativi in ordine alla progettazione,  realizzazione  e
valutazione dei percorsi formativi anche selezionando e/o  producendo
materiali  a  supporto  delle  didattica  e  predisponendo  opportuni
strumenti di valutazione  dei  progressi  dei  singoli  studenti.  In
particolare,  per  il  primo  biennio,  si  ritiene  molto  utile  la
costituzione  di   strutture   dipartimentali   in   relazione   alla
progettazione e valutazione  di  attivita'  di  consolidamento  delle
competenze di padronanza della lingua italiana,  della  matematica  e
della lingua straniera, e dell'integrazione tra gli insegnamenti  che
concorrono alla promozione  delle  competenze  proprie  dell'area  di
indirizzo. 
1.5.2 Operare per progetti 
In generale la pedagogia del progetto e' una  pratica  educativa  che
coinvolge gli studenti nel lavorare intorno a  un  compito  condiviso
che abbia una sua  rilevanza,  non  solo  all'interno  dell'attivita'
scolastica, bensi' anche fuori di essa. Ad esempio, si puo'  proporre
agli studenti di impegnarsi nella produzione di uno spettacolo, nella
pubblicazione  di  un  giornale,   nel   preparare   un   viaggio   o
un'escursione, scrivere una novella, redigere una guida turistica che
descriva un luogo o un oggetto  d'arte,  preparare  una  esposizione,
girare  un  film  o  un  video,  progettare  e  realizzare  un   sito
informatico, partecipare a un'azione umanitaria ecc. E' nel  contesto
di tali attivita' che essi saranno stimolati a mettere  in  moto,  ad
acquisire significativamente, a coordinare efficacemente conoscenze e
abilita', ad arricchire e irrobustire le  loro  disposizioni  interne
stabili (valori, atteggiamenti, interessi, ecc.). Il grande vantaggio
di questo approccio sta nel favorire l'interiorizzazione del senso di
quello che si apprende, cioe' del fatto  che  conoscenze  e  abilita'
fatte proprie o ancora da  ancora  acquisire  hanno  un  ruolo  e  un
significato, possono servire per raggiungere uno scopo piu' vasto. 
Lavorare per progetti induce la  conoscenza  di  una  metodologia  di
lavoro di grande rilievo sul piano dell'agire, la sensibilita'  verso
di essa e la capacita' di utilizzarla in vari contesti. Il  progetto,
infatti, e' un fattore di  motivazione,  in  quanto  cio'  che  viene
imparato in questo contesto prende immediatamente, agli  occhi  degli
studenti, la figura di strumenti per comprendere la realta'  e  agire
su di essa. 
Per  questa   ragione,   la   pedagogia   del   progetto   e'   utile
all'acquisizione di competenze complesse, perche'  da'  agli  allievi
l'abitudine di vedere i procedimenti appresi a scuola come  strumenti
per raggiungere degli scopi che possono percepire e che stanno loro a
cuore, anche nella vita extra scolastica. 
Sul piano  operativo,  si  parte  sempre  da  un  momento  di  natura
progettuale. Si tratta di tutto  il  lavoro  che  precede  l'  azione
concreta, ma che ne fornisce i fondamenti e i riferimenti generali  e
particolari. E' il momento ideativo. Esso comporta l'elaborazione del
progetto sia nel suo risultato finale o prodotto,  sia  nel  modo  di
raggiungerlo  o  processo  di  produzione.  In  esso  vengono   anche
esplicitati tempi,  luoghi,  persone,  risorse  implicate  nella  sua
realizzazione. Spesso assume un  ruolo  importante  la  capacita'  di
interpretare le linee e le indicazioni progettuali per adattarle alle
specifiche circostanze che  giorno  per  giorno  si  evidenziano.  In
questa fase entrano in gioco complesse competenze di  gestione  delle
relazioni interpersonali e istituzionali. 
Accanto all'evidenziarsi delle capacita' tecniche  realizzatrici,  e'
opportuno  prevedere  un  vero  e  proprio  processo  di  valutazione
continua,  un  controllo  della  qualita'  della  realizzazione   del
progetto, sia quanto al risultato sul piano del prodotto, sia  quanto
alle modalita' con le quali esso viene conseguito. Vengono  messi  in
risalto gli scarti esistenti tra progetto  e  sua  realizzazione,  ne
vengono studiati l'origine e il significato e quindi si interviene  o
modificando il progetto stesso, o migliorando  la  sua  realizzazione
concreta. L'esperienza diretta di un  lavoro  per  progetti  porta  a
esaminare e interpretare il mondo produttivo e professionale, secondo
categorie di lettura che consentono  attribuzioni  di  significato  e
valutazioni di congruenza. 
1.5.3 Valutare le competenze sviluppate 
Problematiche connesse con la valutazione delle competenze 
In ogni programma educativo diretto allo sviluppo  di  competenze  e'
cruciale la scelta della modalita' di valutazione che i  responsabili
della progettazione e conduzione di tale programma debbono  fare  sia
per quanto  riguarda  le  competenze  iniziali,  gia'  validamente  e
stabilmente  possedute,  sia  per  quanto  concerne  il   costituirsi
progressivo  di  quelle  oggetto  di  apprendimento.  Occorre   anche
aggiungere che intrinseca al processo  stesso  e'  la  promozione  di
un'adeguata capacita' di autovalutazione del  livello  di  competenza
raggiunto. Cio' per varie ragioni: in primo  luogo,  perche'  occorre
sollecitare e sostenere lo sviluppo di competenze autoregolative  del
proprio apprendimento; in secondo luogo, perche' la constatazione dei
progressi  ottenuti   e'   una   delle   maggiori   forze   motivanti
all'apprendimento. 
Una competenza si manifesta  quando  uno  studente  e'  in  grado  di
affrontare un compito o  realizzare  un  prodotto  a  lui  assegnato,
mettendo in gioco le sue risorse personali e quelle, se  disponibili,
esterne utili o necessarie. Naturalmente la natura del compito o  del
prodotto caratterizza la tipologia e il livello di competenza che  si
intende rilevare. Questo puo' essere piu' direttamente collegato  con
uno  o  piu'  insegnamenti,  oppure  riferirsi  piu'  direttamente  a
un'attivita' tecnica e/o professionale.  Comunque,  esso  deve  poter
sollecitare  la  valorizzazione  delle  conoscenze,  delle   abilita'
apprese e  delle  altre  caratteristiche  personali  in  maniera  non
ripetitiva e banale. Il livello di  complessita'  e  di  novita'  del
compito proposto rispetto alla pratica gia' consolidata determina poi
la qualita' e il livello della competenza posseduta. 
Occorre anche  aggiungere  che  non  e'  possibile  decidere  se  uno
studente possieda o meno  una  competenza  sulla  base  di  una  sola
prestazione.   Per   poterne   cogliere   la   presenza,   non   solo
genericamente, bensi' anche specificatamente e  qualitativamente,  si
deve poter disporre di una famiglia o insieme di sue manifestazioni o
prestazioni particolari. Queste assumono il ruolo di base informativa
e  documentaria  utile  a  ipotizzarne  l'esistenza  e   il   livello
raggiunto.  Infatti,   secondo   molti   studiosi,   una   competenza
effettivamente posseduta non e' direttamente  rilevabile,  bensi'  e'
solo  inferibile  a  partire  dalle  sue   manifestazioni.   Di   qui
l'importanza di costruire un repertorio di strumenti e metodologie di
valutazione, che tengano conto di una pluralita' di fonti informative
e di strumenti rilevativi. 
E' inoltre opportuno ricordare che in un processo valutativo un conto
e' la raccolta  di  elementi  informativi,  di  dati,  relativi  alle
manifestazioni di competenza, un altro conto e'  la  loro  lettura  e
interpretazione al fine di elaborare un giudizio comprensivo. Ambedue
gli aspetti del processo valutativo esigono  particolare  attenzione.
Quanto alla  raccolta  di  informazioni,  occorre  che  queste  siano
pertinenti (cioe' si riferiscano effettivamente a cio'  che  si  deve
valutare) e  affidabili  (cioe'  degne  di  fiducia,  in  quanto  non
distorte o mal raccolte).  Ma  la  loro  lettura,  interpretazione  e
valutazione, esigono  che  preventivamente  siano  stati  definiti  i
criteri in base ai quali cio' viene fatto, deve cioe' essere indicato
a che cosa si presta attenzione e si  attribuisce  valore  e  seguire
effettivamente  e  validamente  in  tale  apprezzamento   i   criteri
determinati. 
L'elaborazione di un giudizio  che  tenga  conto  dell'insieme  delle
manifestazioni di competenza, anche da un punto di  vista  evolutivo,
non puo' basarsi su calcoli  di  tipo  statistico,  alla  ricerca  di
medie: assume invece il carattere di un accertamento di presenza e di
livello,  che  deve  essere  sostenuto  da  elementi  di  prova   (le
informazioni raccolte) e da consenso (da parte di altri). Si  tratta,
infatti, di un giudizio  che  risulti  il  piu'  possibile  degno  di
fiducia, sia per la  metodologia  valutativa  adottata,  sia  per  le
qualita' personali e professionali dei valutatori. 
Il ruolo della valutazione delle conoscenze, delle abilita'  e  degli
atteggiamenti 
Allo scopo di costruire progressivamente una reale pratica valutativa
delle competenze, un primo passo spesso  consiste  nella  valutazione
della qualita'  delle  conoscenze  e  delle  abilita'  che  risultano
componenti essenziali delle competenze. 
Occorre  pero'  ricordare  che  le  conoscenze,  per   poter   essere
valorizzate nello sviluppo di una competenza, devono manifestare  tre
caratteristiche: significativita', stabilita' e fruibilita'.  Occorre
che gli elementi  conoscitivi  siano  effettivamente  compresi  a  un
adeguato  livello  di  profondita',  tenuto  conto  dell'eta'  e  del
percorso   formativo   seguito.   Forme   d'acquisizione    solamente
ripetitive, non sufficientemente dominate,  rimangono  rigide  e  non
facilmente collegabili a situazioni diverse  da  quelle  nelle  quali
sono state acquisite. La costituzione di una base conoscitiva stabile
e ben organizzata, che permetta un facile accesso ai  concetti  e  ai
quadri concettuali richiesti,  deve  fornire  principi  organizzatori
adeguati. Un concetto, o un quadro  concettuale,  deve  infine  poter
essere utilizzato per interpretare situazioni e  compiti  diversi  da
quelli nei quali esso e' stato costruito. 
Analoghe caratteristiche dovrebbero presentare le  abilita'  apprese.
Una abilita'  deve  poter  essere  utilizzata  in  maniera  fluida  e
corretta, sapendo collegarla a quelle che sono denominate  conoscenze
condizionali; cioe' di  fronte  a  una  questione  o  un  compito  lo
studente dovra' essere in grado di attivare quelle abilita' che  sono
richieste e farlo in maniera adeguata e consapevole. Tra le  abilita'
rivestono particolare importanza quelle collegate con la capacita' di
controllare e gestire in proprio un processo di apprendimento. 
Un accenno infine alle componenti  critiche  di  natura  affettiva  e
motivazionale. Purtroppo spesso si trascura questa  dimensione  delle
competenze,  ma  basta  osservare  uno  studente  per  cogliere  come
all'origine di scarsi risultati in  termini  di  apprendimento  siano
presenti  disposizioni  interiori  negative  sul   piano   affettivo,
motivazionale  e  volitivo.  Un  atteggiamento  negativo   verso   un
insegnamento o  un  insegnante,  la  fragilita'  della  capacita'  di
concentrazione,   l'incapacita'   o   debolezza   nel   superare   le
frustrazioni di fronte alle difficolta' o agli insuccessi, la  scarsa
tenuta e perseveranza nello svolgere un compito un  po'  impegnativo,
pregiudicano sia l'acquisizione, sia la manifestazione di competenze. 
Le  principali  fonti  informative  su  cui  basare  un  giudizio  di
competenza 
Per quanto riguarda, in generale, le  fonti  informative  sulla  base
delle quali esprimere  un  giudizio  di  competenza,  possono  essere
classificate secondo tre grandi ambiti specifici: quello relativo  ai
risultati  ottenuti  nello  svolgimento  di  un   compito   o   nella
realizzazione del prodotto; quello relativo a  come  lo  studente  e'
giunto a conseguire tali risultati; quello relativo  alla  percezione
che lo studente ha del suo lavoro. 
Il primo ambito riguarda i compiti che  devono  essere  svolti  dallo
studente e/o i prodotti  che  questi  deve  realizzare.  Essi  devono
esigere la messa in moto non solo  delle  conoscenze  delle  abilita'
possedute, ma anche una loro valorizzazione in contesti e  ambiti  di
riferimento  moderatamente  diversi  da  quelli   ormai   gia'   resi
famigliari dalla pratica didattica. Occorre che lo studente  evidenzi
la capacita' di sapersi muovere in maniera sufficientemente agevole e
valida  al  di  fuori  dei  confini   della   ripetizione   e   della
familiarita', individuando in primo  luogo  proprio  le  esigenze  di
adattamento e di flessibilita' che la situazione proposta implica una
previa definizione esplicita di  criteri  di  qualita'  favorisce  la
valutazione dei risultati ottenuti dai singoli studenti. 
Il  secondo  ambito  implica   una   osservazione   sistematica   del
comportamento dello studente mentre svolge il compito; cio'  comporta
una previa definizione delle categorie osservative, cioe'  di  quegli
aspetti specifici che caratterizzano  una  prestazione  e  sui  quali
concentrare l'attenzione per poter decidere se una  certa  competenza
sia stata raggiunta o meno. Anche in questo  caso  non  e'  possibile
risalire dall'osservazione di un'unica prestazione alla constatazione
di  un'acquisizione  effettiva  di  una  competenza  sufficientemente
complessa. 
Il terzo ambito evoca una qualche forma di narrazione di se' da parte
dello studente, sia come descrizione del come e perche' ha svolto  il
compito  assegnato  in  quella  maniera,  sia  come  valutazione  del
risultato ottenuto.  Cio'  coinvolge  una  capacita'  di  raccontare,
giustificandole,  le  scelte  operative  fatte;  di   descrivere   la
successione delle  operazioni  compiute  per  portare  a  termine  il
compito  assegnato,  evidenziando,  eventualmente,  gli  errori  piu'
frequenti e i possibili miglioramenti; di indicare  la  qualita'  non
solo del  prodotto,  risultato  del  suo  intervento,  ma  anche  del
processo produttivo adottato. 
La raccolta sistematica  delle  informazioni  e  la  loro  lettura  e
interpretazione permette di inferire se lo studente  abbia  raggiunto
un certo livello di competenza in un ambito di  attivita'  specifico.
In questo modo, i docenti possono disporre di evidenze utili ai  fini
della valutazione finale da effettuare secondo quanto previsto  dalla
normativa vigente, ivi compresa quella relativa  alla  certificazione
delle competenze per l'adempimento dell'obbligo di istruzione, il cui
modello e' stato adottato con il decreto ministeriale  n.  9  del  27
gennaio 2010. 
 
2. ORIENTAMENTI PER L'ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO 
2.1 Profili generali 
2.1.1 Il raccordo tra l'area  di  istruzione  generale  e  l'area  di
indirizzo 
L'identita'  degli  istituti  tecnici,  cosi'  come  esplicitato  nel
Regolamento, e' connotata, in linea con  le  indicazioni  dell'Unione
Europea di cui al paragrafo 1. 1, da  una  solida  base  culturale  a
carattere scientifico e tecnologico, acquisita  attraverso  saperi  e
competenze sia dell'area di  istruzione  generale  sia  dell'area  di
indirizzo. 
L'area  di  istruzione  generale  comune  a  tutti  i   percorsi   ha
l'obiettivo di fornire ai giovani - a partire dal rafforzamento degli
assi  culturali  che  caratterizzano  l'obbligo  d'istruzione  -  una
preparazione  adeguata  su  cui  innestare  conoscenze   teoriche   e
applicative  nonche'  abilita'   cognitive   proprie   dell'area   di
indirizzo. 
Per comprendere il rapporto fra area di istruzione generale e area di
indirizzo occorre aver presente, anzitutto, che tali  aree  non  sono
nettamente separabili, pur  avendo  una  loro  specificita',  per  le
seguenti motivazioni: 
- la cultura generale, necessaria alla formazione delle persone e dei
cittadini, include una forte attenzione ai temi del  lavoro  e  delle
tecnologie; 
- una moderna concezione della professionalita'  richiede,  oltre  al
possesso  delle  competenze  tecniche,  competenze   comunicative   e
relazionali e di  saper  collegare  la  cultura  tecnica  alle  altre
culture, saper riflettere sulla  natura  del  proprio  lavoro,  saper
valutare il valore e le conseguenze dell'uso delle  tecnologie  nella
societa'. 
Il peso dell'area  di  istruzione  generale  e'  maggiore  nel  primo
biennio ove,  in  raccordo  con  l'area  di  indirizzo,  esplica  una
funzione orientativa in vista delle scelte  future,  mentre  decresce
nel secondo biennio e nel  quinto  anno,  dove  svolge  una  funzione
formativa, piu' legata  a  contesti  specialistici,  per  consentire,
nell'ultimo anno una scelta responsabile per l'inserimento nel  mondo
del lavoro o il prosieguo degli studi. 
Nel  primo  biennio,  i  risultati  di  apprendimento  dell'area   di
istruzione generale  sono  in  linea  di  continuita'  con  gli  assi
culturali  (dei  linguaggi,  matematico,  scientifico-tecnologico   e
storico-sociale) dell'obbligo di istruzione e si  caratterizzano  per
il collegamento con le discipline di indirizzo. La presenza di saperi
scientifici e tecnologici, tra loro interagenti,  permette,  infatti,
un piu' solido rapporto, nel metodo e  nei  contenuti,  tra  scienza,
tecnologia e cultura umanistica. 
Le competenze  linguistico  -  comunicative,  proprie  dell'asse  dei
linguaggi sono patrimonio comune a tutti i contesti di  apprendimento
e costituiscono l'obiettivo dei saperi afferenti sia ai quattro  assi
culturali sia all'area di indirizzo.  Le  discipline  scientifiche  e
tecniche favoriscono, l'allargamento dell'uso della lingua  nel  loro
contesto. A questo fine si possono prendere in  considerazione  anche
le prove di comprensione della lettura delle indagini  OCSE-PISA,  in
quanto propongono, in modo sistematico, testi  "multilinguaggio"  che
integrano  la  scrittura  testi  "continui"  e  "discontinui"   (come
tabelle, grafici ecc.). 
L'asse matematico garantisce l'acquisizione di  saperi  e  competenze
che pongono lo studente nelle condizioni di  possedere  una  corretta
capacita' di giudizio e  di  sapersi  orientare  consapevolmente  nei
diversi contesti del mondo  contemporaneo.  Al  termine  dell'obbligo
d'istruzione, gli studenti acquisiscono le  abilita'  necessarie  per
applicare i principi ed i processi matematici di  base  nel  contesto
quotidiano della sfera domestica, nonche' per seguire e  vagliare  la
coerenza logica delle argomentazioni proprie ed altrui 
L'asse scientifico-tecnologico rende  gli  studenti  consapevoli  dei
legami tra scienza e  tecnologia,  della  loro  correlazione  con  il
contesto culturale  e  sociale,  con  i  modelli  di  sviluppo  e  la
salvaguardia dell'ambiente.  L'insegnamento  della  scienza  e  della
tecnologia si colloca, quindi, entro un orizzonte generale in  cui  i
saperi si ricompongono per offrire ai giovani strumenti culturali  ed
applicativi per porsi con atteggiamento razionale, critico e creativo
di  fronte  alla  realta',  e  ai  suoi  problemi   anche   ai   fini
dell'apprendimento permanente. 
Il raggiungimento di tali  risultati  richiede  la  progettazione  di
percorsi congiunti  in  cui  si  integrano  conoscenze  e  competenze
diverse,  metodologie  didattiche  innovative,  idonei  strumenti   e
strategie anche ai fini dell'orientamento. 
La consapevolezza dell'interdipendenza tra evoluzione della scienza e
della tecnologia ed implicazioni etiche, sociali ed ambientali e' uno
strumento culturale per l'integrazione tra le due aree. 
Sul piano culturale, al fine di collegare organicamente i saperi,  e'
essenziale la ricerca disciplinare. Lo statuto  epistemologico  delle
discipline  diventa,  quindi,  il  riferimento   culturale   per   la
connessione tra competenze generali e scientifico-tecnologiche e  per
l'individuazione di concetti guida nella comprensione della realta'. 
L'asse storico-sociale contribuisce alla comprensione  critica  della
dimensione  culturale   dell'evoluzione   scientifico-tecnologica   e
sviluppa il rapporto fra discipline tecniche e  l'insegnamento  della
storia.  In  questo  insegnamento,  il  ruolo  dello  sviluppo  delle
tecniche e il lavoro sono un elemento  indispensabile  perche'  tutti
gli  studenti  comprendano  come   si   e'   sviluppata   la   storia
dell'umanita'. E' evidente che se il lavoro dell'insegnante di storia
e' sorretto da quello delle discipline tecniche, i docenti di materie
di  indirizzo  possono  non  solo  rispondere  a  domande  specifiche
relative alla loro  disciplina,  ma  anche  introdurre,  nel  proprio
insegnamento, elementi di storicita' che aiutano a comprendere meglio
le dinamiche interne di sviluppo delle tecniche. 
A tal fine, le attivita' e gli insegnamenti relativi a  "Cittadinanza
e Costituzione" di  cui  alla  legge  n.  169/08  possono  sviluppare
organici raccordi tra le due aree e sviluppare le  competenze  chiave
per l'apprendimento permanente indicate dall'Unione europea. 
Sul piano metodologico,  il  laboratorio,  le  esperienze  svolte  in
contesti  reali  e  l'alternanza  scuola-   lavoro   sono   strumenti
indispensabili per la connessione tra l'area di istruzione generale e
l'area di indirizzo; sono luoghi formativi in cui si  sviluppa  e  si
comprende la teoria e si connettono competenze disciplinari  diverse;
sono ambienti di apprendimento che facilitano la  ricomposizione  dei
saperi e coinvolgono, in maniera integrata, i linguaggi del  corpo  e
della  mente,  il   linguaggio   della   scuola   e   della   realta'
socio-economica. 
In  un  quadro  di  coinvolgimento  degli  studenti,  tali  strumenti
implicano, inoltre, la partecipazione creativa e critica ai  processi
di ricerca e di soluzione dei problemi, stimolano la  propensione  ad
operare per obiettivi e progetti, abituano al lavoro cooperativo e di
gruppo e ad assumere atteggiamenti  responsabili  ed  affidabili  nei
confronti del territorio, dell'ambiente e della sicurezza nei  luoghi
di vita e di lavoro. 
Sul piano  organizzativo,  il  dipartimento  -  come  illustrato  nel
paragrafo 2.2 - puo' essere la  struttura  piu'  idonea  a  sostenere
l'integrazione tra le discipline afferenti alle due aree;  esso  puo'
avere un ruolo di facilitazione del lavoro  collegiale  dei  docenti,
soprattutto  al  fine  di  collegare  organicamente  i  quattro  assi
culturali che caratterizzano l'obbligo di istruzione con i  risultati
di apprendimento relativi ai diversi indirizzi. 
Le   istituzioni   scolastiche,   utilizzando   la   quota   prevista
dall'autonomia scolastica, possono  progettare,  nel  primo  biennio,
percorsi didattici pluridisciplinari in termini di apprendimento  per
competenze, da articolare in forme coerenti con  le  scelte  generali
del piano dell'offerta formativa e con le indicazioni  del  curricolo
del primo ciclo di istruzione. 
2.1.2 La formazione tecnologica 
Rapporto fra formazione scientifica e tecnologica 
La cultura scientifica e' necessaria  nella  formazione  di  tutti  i
cittadini e, soprattutto, per gli studenti che  intendono  continuare
gli studi superiori ad  indirizzo  scientifico.  In  particolare,  la
cultura scientifica incide molto positivamente sulle  caratteristiche
delle professioni tecniche, come sostengono le imprese piu'  avanzate
che raccomandano un rapporto forte e continuo fra cultura scientifica
e tecnologica, che non riduca la prima a  mera  funzione  strumentale
della seconda. 
La   tradizionale   collocazione   delle    scienze    in    funzione
prevalentemente propedeutica assicura, infatti,  le  basi  necessarie
per lo studio delle tecnologie; essa non e' sufficiente, pero', a far
acquisire  agli   studenti   una   formazione   tecnologica   rivolta
all'innovazione, che richiede sia la capacita' di risolvere  problemi
sia quella di riflettere sui modelli e  sui  fondamenti  concettuali.
Per questo, occorre una rapporto costante e reciproco fra  dimensione
scientifica e dimensione tecnologica. 
Il rapporto fra la formazione scientifica e tecnologica si risolve in
modo differenziato nel percorso quinquennale  in  quanto,  nel  primo
biennio,  sono  presenti   le   discipline   sia   tecnologiche   sia
scientifiche  che  non  hanno,  invece,  una  autonoma  presenza  nel
triennio successivo. 
Nel primo biennio, si tratta di mantenere  uno  stretto  collegamento
fra i due  tipi  di  discipline  e  favorirne  l'incontro  attraverso
reciproche "contaminazioni": l'uso dei concetti e dei metodi di  base
della  scienza  nella  tecnologia  e,  viceversa,  la  posizione  dei
contesti e problemi reali della tecnologia nella scienza. Nel secondo
biennio e nell'ultimo  anno,  in  cui  sono  presenti  unicamente  le
discipline tecnologiche, il rapporto va risolto tutto all'interno  di
queste; cio' implica  che  sia  mantenuta  viva  la  loro  dimensione
scientifica  e  metodologica  attraverso   la   dimostrazione   della
validita' generale dei molti modelli usati nella tecnologia, anche al
di fuori della loro applicazione specifica. 
Caratteristiche  di  professionalita'  e  qualita'  della  formazione
tecnologica 
La scuola ha garantito, per un lungo periodo di tempo, la  formazione
di tecnici di livello intermedio dotati di una padronanza duratura di
concetti, tecniche e metodi, attraverso l'organizzazione di curricoli
molto sistematici,  rivolti  a  competenze  basate  su  repertori  di
procedimenti  e  soluzioni  standard.  Per  questo,   sono   prevalse
metodologie indirizzate  a  far  acquisire  apparati  sistematici  ed
esaustivi di conoscenze tecniche unite alla padronanza di un limitato
numero di procedimenti ben determinati. 
Questo tipo di formazione e' ancora,  in  parte,  necessario  ma  una
formazione rivolta all'innovazione pone due problemi: 
1) le tecnologie di frontiera sono normalmente meno stabili di quelle
mature e non si prestano a trattazioni sistematiche valide per lunghi
periodi; 
2)  la  stessa  attitudine  all'innovazione  richiede  di  affrontare
l'imprevisto: problemi nuovi per i quali le  procedure  standard  non
bastano. Inoltre, l'insieme delle  competenze  tecniche  deve  essere
piu' dinamico  per  affrontare  la  complessita'  e  la  variabilita'
organizzativa dei nuovi contesti. 
La risposta al primo problema e' data da un tipo  di  istruzione  che
unisca  un  insieme  di   competenze   ed   approfondimenti   tecnici
opportunamente selezionati e una  solida  formazione  sui  fondamenti
scientifici e culturali, inclusa la prospettiva storica. 
La risposta al secondo problema  pone  la  questione  del  metodo  di
apprendimento.  E'  anzitutto  opportuno,  anche  in   un   curricolo
sequenziale che affronta, uno dopo l'altro, contenuti o  procedimenti
specifici,  assumere  il   metodo   del   problem-solving:   proporre
sistematicamente problemi che richiedano, oltre  all'applicazione  di
principi  e  procedure  standard,   attivita'   di   analisi   e   di
interpretazione. 
E' opportuno, comunque, che nei percorsi formativi  siano  sviluppate
le  competenze  necessarie  ad  affrontare  situazioni  complesse,  a
prendere decisioni sulla base di molte variabili ed in condizioni  di
incertezza. Come indicato nel paragrafo 5.2, il lavoro  per  progetti
e' una metodologia che contribuisce a sviluppare queste competenze. 
Problem-solving e lavoro per progetti sono  i  metodi  necessari  per
acquisire, rielaborare e inquadrare nuove conoscenze e valorizzare la
competenza chiave dell' imparare a  imparare  gia'  richiamata  dalle
indicazioni  nazionali  riguardanti  l'adempimento  dell'obbligo   di
istruzione (DM n. 139/07). 
2.1.3 Il laboratorio come metodologia di apprendimento 
Il laboratorio e' concepito, nei  nuovi  ordinamenti  dell'istruzione
tecnica, non solo come il luogo nel quale  gli  studenti  mettono  in
pratica  quanto  hanno  appreso  a  livello  teorico  attraverso   la
sperimentazione di protocolli standardizzati, tipici delle discipline
scientifiche,  ma  soprattutto   come   una   metodologia   didattica
innovativa, che coinvolge tutte le discipline, in quanto facilita  la
personalizzazione  del  processo  di  insegnamento/apprendimento  che
consente agli studenti di acquisire il "sapere" attraverso il "fare",
dando forza all'idea che la scuola e' il posto in cui si  "impara  ad
imparare" per tutta la vita. Tutte  le  discipline  possono,  quindi,
giovarsi di momenti laboratoriali, in quanto tutte  le  aule  possono
diventare laboratori. 
Il lavoro in  laboratorio  e  le  attivita'  ad  esso  connesse  sono
particolarmente importanti perche' consentono  di  attivare  processi
didattici in  cui  gli  allievi  diventano  protagonisti  e  superano
l'atteggiamento di  passivita'  e  di  estraneita'  che  caratterizza
spesso  il  loro  atteggiamento  di  fronte  alle  lezioni  frontali.
L'impianto generale dei nuovi ordinamenti  richiede  che  l'attivita'
laboratoriale venga integrata nelle discipline sulla base di progetti
didattici multidisciplinari fondati "sulla  comprovata  capacita'  di
usare  conoscenze,  abilita'  e  capacita'  personali,  sociali   e/o
metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e  nello  sviluppo
professionale e/o personale" . 
I nuovi ordinamenti degli istituti tecnici possono  offrire,  quindi,
occasioni per valorizzare i diversi stili cognitivi in una  rinnovata
relazione tra discipline teoriche ed  attivita'  di  laboratorio  che
aiutino lo studente, attraverso un processo induttivo,  a  connettere
il sapere acquisito  in  contesti  applicativi  al  sapere  astratto,
basato  su  concetti  generali  e  riproducibile  nella  piu'   ampia
generalita' dei contesti. 
L'attivita' di laboratorio, condotta con un  approccio  operativo  ai
processi tecnologici, puo' coniugare l'attitudine degli studenti alla
concretezza e all'azione con la necessita' di far  acquisire  loro  i
quadri concettuali  che  sono  indispensabile  per  l'interpretazione
della realta' e la sua trasformazione. La  didattica  di  laboratorio
facilita l'apprendimento dello studente in quanto lo coinvolge  anche
dal punto di vista  fisico  ed  emotivo  nella  relazione  diretta  e
gratificante con i compagni e con il docente. 
I docenti, utilizzando  il  laboratorio,  hanno  la  possibilita'  di
guidare l'azione didattica per "situazioni-problema" e strumenti  per
orientare e negoziare  il  progetto  formativo  individuale  con  gli
studenti, che consente loro di acquisire  consapevolezza  dei  propri
punti di forza e debolezza. 
Il  processo  sistematico  di  acquisizione  e  di  trasferimento  di
conoscenze/abilita'/competenze che caratterizza l'apprendimento dello
studente puo'  esprimersi,  in  modo  individuale  o  collegiale,  in
un'attivita'  osservabile  che  si  configuri   come   un   risultato
valutabile.  Il  laboratorio,  quindi,   rappresenta   la   modalita'
trasversale che puo' caratterizzare tutta la didattica disciplinare e
interdisciplinare per  promuovere  nello  studente  una  preparazione
completa e capace di continuo rinnovamento. 
Nell'attivita' di laboratorio sono varie le attivita' che si  possono
esplicare sul piano didattico. 
Oltre all'utilizzo delle diverse strumentazioni, delle  potenzialita'
offerte dall'informatica e della telematica, si puo' far ricorso alle
simulazioni, alla  creazione  di  oggetti  complessi  che  richiedono
l'apporto sia di piu' studenti sia di diverse discipline.  In  questo
caso, l'attivita' di laboratorio  si  intreccia  con  l'attivita'  di
progetto e diventa  un'occasione  particolarmente  significativa  per
aiutare lo studente a misurarsi con la realta'.  Tirocini,  stage  ed
esperienze  condotte  con  la  metodologia  dell'"impresa   formativa
simulata" sono strumenti molto  importanti  per  far  acquisire  allo
studente  competenze   molto   utili   per   l'orientamento   e   per
l'occupabilita'. 
Metodologie didattiche basate sul costante utilizzo delle  tecnologie
aiutano  i  docenti  a  realizzare  interventi   formativi   centrati
sull'esperienza,  che  consentono   allo   studente   di   apprendere
soprattutto tramite la  verifica  della  validita'  delle  conoscenze
acquisite in un ambiente interattivo di "apprendimento per  scoperta"
o di  "apprendimento  programmato",  che  simuli  contesti  reali.  I
docenti possono avvalersi della simulazione  in  svariati  modi:  per
realizzare giochi  didattici,  esperimenti  di  laboratorio,  per  lo
studio   di   fenomeni,   esercitazioni,   rinforzo,   verifiche   di
apprendimento. 
E' importante, comunque, che  i  docenti  ,  nel  tener  conto  delle
diverse  intelligenze  degli  studenti  e  delle  loro  attitudini  e
motivazioni, scelgano le simulazioni in modo da integrarle con  altre
metodologie e strumenti didattici. 
2.2 Aspetti trasversali 
2.2.1 L'integrazione delle scienze 
Le scienze integrate non vanno  intese  come  una  nuova  disciplina,
nella quale si  fondono  discipline  diverse,  ma  come  l'ambito  di
sviluppo e di applicazione di una comune metodologia di  insegnamento
delle scienze. Essenziale al riguardo e' la ricerca e  l'adozione  di
un linguaggio scientifico omogeneo, di modelli  comparabili,  nonche'
di temi e concetti che abbiano una valenza unificante. 
Integrare  non  significa  affidarsi  ad  accostamenti  improvvisati,
quanto  piuttosto  impegnarsi  in  un'operazione  di   alto   profilo
culturale, che richiede consapevolezza,  apertura  mentale  e  grande
padronanza del sapere scientifico, non  disgiunto  dalla  volonta'  e
dalla propensione al lavoro di equipe. 
Le scienze  integrate  (scienza  della  terra  e  biologia,  chimica,
fisica) e le scienze applicate (tecnologie informatiche, tecnologie e
tecniche di rappresentazione  grafica),  cosi'  come  presentate  nei
nuovi quadri orari degli istituti tecnici,  richiedono  espressamente
un  cambiamento  del  metodo  di  approccio  nella  progettazione   e
programmazione didattica e curriculare. 
Le  composizioni  e  le  articolazioni  degli  argomenti  di   queste
discipline, richiedono infatti nuove  forme  di  comunicazione  e  di
cooperazione  fra  i  docenti:  essi  sono   chiamati   a   valutare,
nell'esercizio delle proprie funzioni e nel rispetto  della  liberta'
di  insegnamento,  la  possibilita'  di  congiungere,   integrare   e
armonizzare, in termine di  risorse,  le  informazioni  offerte  agli
studenti dai diversi punti di vista. 
Sul piano curriculare, l'insegnamento delle scienze integrate intende
ricondurre il  processo  dell'apprendimento  verso  lo  studio  della
complessita' del mondo naturale, ricomponendo e tematizzando i saperi
che solo per facilita' di studio, quando necessario,  possono  essere
affrontati separatamente. Le  scienze  della  terra,  la  fisica,  la
chimica e la biologia fanno parte degli strumenti che la  cultura  ha
sviluppato  per  conoscere,  comprendere,  speculare  e   utilizzare.
L'osservazione dei fenomeni, la proposta di  ipotesi  e  la  verifica
sperimentale della loro attendibilita', permettono agli  studenti  di
valutare la propria creativita', di apprezzare le  proprie  capacita'
operative e di sentire piu' vicini i temi proposti. 
Nel primo biennio, l'integrazione delle scienze, pur non  disperdendo
la specificita' degli  apporti  disciplinari,  mira  a  potenziare  e
sviluppare l'intima connessione del sapere  scientifico  di  base,  a
partire da quanto acquisito nella scuola secondaria di primo grado  e
in vista di orientare progressivamente gli studenti alla scelta degli
studi successivi a livello  post-secondario.  L'integrazione  non  e'
tuttavia  affidata  all'unicita'  dell'insegnante;   gli   insegnanti
possono essere diversi per le diverse discipline.  Essa  si  realizza
nell'attivita' di progetto che muove dall'individuazione di  elementi
comuni che uniformano prospettive, visioni e metodi. Esige un  lavoro
in  team  dei  docenti  di  tutto  il  consiglio  di   classe   nella
programmazione dell'attivita' didattica: nella  progettazione,  nella
previsione dei momenti di confronto  tra  i  docenti  interessati  su
metodi  e  contenuti,  nella  preparazione  di  prove   di   verifica
dell'apprendimento e nella valutazione dei risultati.  Potra'  essere
utile costituire nella singola istituzione scolastica un dipartimento
specifico  e  ricorrere  anche  ad  altre   forme   di   aggregazione
territoriale, ad esempio per i  laboratori  e  per  le  attivita'  di
rilevazione, di supporto e di controllo. 
L'impegno del singolo docente e' necessario ma non  basta;  in  molti
casi  finirebbe  per  prevalere  negli  insegnanti  la   tendenza   a
rifugiarsi nella propria disciplina, nell'illusione  che  gli  alunni
acquisiscano da soli la capacita' di operare corretti collegamenti  e
approfondimenti  interdisciplinari.  Neppure  si  puo'  pensare   che
l'integrazione  disciplinare  si  realizzi   senza   una   necessaria
gradualita', ne' tantomeno senza  una  progressiva  preparazione  dei
docenti e senza la predisposizione di  interventi  istituzionali  che
rendano attuabile questa modalita' di apprendimento degli allievi. 
Per questo e' indispensabile  prevedere  una  fase  sperimentale  che
guidi e curi a livello territoriale la  messa  in  atto  di  percorsi
didattici da testare, verificandone e comparandone i risultati.  Tale
impegno  riguarda  anche  l'editoria   scolastica,   oltre   che   la
creativita' di quanti si occupano della produzione di  materiali  per
l'insegnamento scientifico. 
L'insegnamento delle scienze integrate, se correttamente interpretato
e realizzato, potra' cosi' essere una grande occasione per avvicinare
le  nuove  generazioni  alla  scienza,  per  sviluppare  la   cultura
scientifica, per far  avanzare  nel  nostro  Paese  la  capacita'  di
misurarsi  con  le  grandi  questioni  dello  sviluppo  economico   e
dell'integrazione fra le culture e i popoli. 
Indicazioni metodologiche 
Le istituzioni scolastiche e gli organi collegiali, avranno  cura  di
privilegiare la  didattica  laboratoriale  ritenuta  maggiormente  in
grado sia di raccordare  le  discipline  tradizionali  con  le  nuove
discipline previste dal  Regolamento  (scienze  integrate  e  scienze
applicate), sia di favorire un atteggiamento mentale adeguato con cui
affrontare situazioni problematiche. 
La piu' importante prova della validita' dell'approccio laboratoriale
e' il relativo controllo che  gli  allievi  hanno  sui  vari  aspetti
dell'esperienza di apprendimento: qualcosa di esterno, il fenomeno, e
qualcosa di interno a ognuno di essi, cioe' il pensiero critico e  la
riflessione metacognitiva  su  quanto  pensato,  si  fondono  fino  a
portare ad un apprendimento  significativo.  Quindi  una  riflessione
sulla scienza, sulle sue conquiste  e  sui  suoi  limiti,  sulla  sua
evoluzione storica, sulla sua strategia di  ricerca,  sulle  ricadute
sociali delle sue acquisizioni. 
Per ottenere una reale competenza  scientifica,  gli  studenti  hanno
bisogno ridisporre dello spazio di tempo necessario per costruire  il
proprio bagaglio intellettuale attraverso domande,  scambio  di  idee
con  altri  studenti,  esperienze  in  laboratorio  e   problemi   da
risolvere. Tale  approccio,  mentre  puo'  risultare  particolarmente
motivante  per   gli   allievi,   riserva   un   ruolo   fondamentale
all'insegnante, che seleziona e adatta i  contenuti  e  le  strategie
didattiche ai fabbisogni degli allievi in base al tempo  disponibile.
Va da se', che la qualita' dell'atto educativo non si misura  con  la
larghezza del curricolo proposto ma con la profondita'  dei  concetti
affrontati e anche gli errori  commessi  dagli  studenti  durante  il
processo d'apprendimento  forniscono  preziose  informazioni  per  la
scelta  di  ulteriori   e/o   diversificati   interventi   didattici,
finalizzati anche all'attivita' di sostegno e di recupero. 
Piu' che dalla predisposizione di  metodi  astratti  e  generali,  la
realizzazione  dell'integrazione  fra  le  scienze  dipendera'  dalla
capacita' delle scuole  di  trasferire  saperi  e  competenze  in  un
progetto didattico che ne consenta una trattazione organica, forte di
legami tra concetti, modelli, procedure e teorie.  Ad  esempio  negli
U.S.A. il National Science Education Standard propone  come  nessi  i
"concetti e  processi  unificanti",  atti  a  stabilire  piu'  solide
connessioni tra le discipline  scientifiche  in  quanto  riconosciuti
fondamentali e ampi, comprensibili e  utilizzabili  durante  l'intero
percorso di studi. Esempi di concetti  e  processi  unificanti  sono:
sistemi, ordine e organizzazione; evidenza,  modelli  e  spiegazione;
costanza, cambiamento e misurazione; evoluzione ed equilibrio;  forma
e funzione. 
I concetti e  processi  unificanti,  denominati  anche  organizzatori
concettuali o cognitivi, possono  essere  utilizzati  quali  collanti
culturali  ideali  per  l'integrazione  didattica  delle   discipline
scientifiche, con un riferimento continuo  agli  interrogativi  e  ai
problemi della vita di tutti i giorni. 
Gli  studenti  piu'  giovani  tendono  a  interpretare   i   fenomeni
separatamente piuttosto che in termini  di  sistema;  la  forza,  per
esempio, e' percepita come una proprieta' di un oggetto piuttosto che
il risultato di un'interazione  tra  corpi.  Ai  docenti  di  materie
scientifiche e' affidato, percio', il compito di aiutare gli studenti
a riconoscere le proprieta' dei corpi, fino ad arrivare a comprendere
i sistemi. Ancora, gli studenti percepiscono spesso  i  modelli  come
copie fisiche della realta' e non come rappresentazioni  concettuali.
Bisogna,  percio',  aiutarli  a  comprendere  che  i   modelli   sono
sviluppati e testati confrontandoli con gli eventi empirici. 
I concetti e i processi unificanti  si  pongono  come  categorie  che
permettono  una  facile  transizione  attraverso   vari   domini   di
conoscenza  nonche'  come   elementi   strutturali   che   consentono
esplicitazioni  contestuali  plurime.   Essi   costituiscono   validi
strumenti didattici, permettono allo studente di adattarsi alle varie
situazioni problematiche reali, favorendo l'espansione  dello  spazio
mentale, individuale e collettivo, aumentando  la  consapevolezza  in
merito a come s'impara. 
Le scienze integrate rappresentano quindi un  ambito  potenziale  che
orienta al superamento della frammentarieta' dei saperi,  attorno  ad
un "fuoco", un oggetto,  naturale  o  artificiale,  una  ricerca,  il
perseguimento di un risultato che permetta di sviluppare e  applicare
una metodologia che consenta apprendimenti trasversali  alle  diverse
materie. Discipline scientifiche in primis, compresa  la  matematica,
per gli strumenti di calcolo  e  di  rappresentazione  che  riesce  a
fornire, ma anche  quelle  tecnologiche  fino  a  comprendere  quelle
umanistiche,  coinvolgendo  potenzialmente  tutti   i   docenti   del
consiglio di classe. 
Perche' l'integrazione delle scienze possa  radicarsi,  non  si  puo'
prescindere dalla valutazione degli allievi. Essa  e'  uno  strumento
per accertare le acquisizioni che  garantiscono  il  crescere  di  un
sapere  organico  permeato  di   solida   cultura   scientifica.   La
valutazione potra' essere realizzata  in  diversi  modi:  recependola
all'interno  delle  singole   discipline,   oppure   prevedendo   una
valutazione interdisciplinare di  "integrazione  delle  scienze"  cui
potrebbero fare riferimento anche le valutazioni di altre  competenze
o attivita', come quelle di progetto o di stage. 
2.2.2 Legalita', cittadinanza e Costituzione 
La Decisione n. 1904/2006/CE del Parlamento europeo e  del  Consiglio
del 12  dicembre  2006  ha  istituito  il  programma  "Europa  per  i
cittadini" mirante a promuovere la cittadinanza europea  attiva  e  a
sviluppare l'appartenenza ad una societa'  fondata  sui  principi  di
liberta', democrazia e rispetto  dei  diritti  dell'uomo,  diversita'
culturale, tolleranza e solidarieta', in conformita' della Carta  dei
diritti fondamentali dell'Unione europea, proclamata  il  7  dicembre
2007. 
Educare alla legalita' significa elaborare e diffondere  un'autentica
cultura dei valori  civili,  cultura  che  intende  il  diritto  come
espressione del patto sociale, indispensabile per costruire relazioni
consapevoli tra i cittadini e tra questi  ultimi  e  le  istituzioni.
Consente, cioe', l'acquisizione  di  una  nozione  piu'  profonda  ed
estesa dei diritti di cittadinanza, a partire dalla reciprocita'  fra
soggetti dotati della  stessa  dignita';  aiuta  a  comprendere  come
l'organizzazione della vita  personale  e  sociale  si  fondi  su  un
sistema di  relazioni  giuridiche;  sviluppa  la  consapevolezza  che
condizioni quali dignita',  liberta',  solidarieta',  sicurezza,  non
possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno  perseguite,
volute e, una volta conquistate, protette. 
I  risultati   di   apprendimento   comuni   a   tutti   i   percorsi
dell'istruzione tecnica contribuiscono a  fornire  agli  studenti  un
sistema di valori coerenti con  i  principi  della  Costituzione.  Le
attivita' e gli insegnamenti relativi a "Cittadinanza e Costituzione"
coinvolgono pertanto tutti gli  ambiti  disciplinari  dell'istruzione
tecnica e si sviluppano,  in  particolare,  in  quelli  di  interesse
storico-sociale e giuridico- economico; interessano, pero', anche  le
esperienze di vita  e,  nel  triennio,  le  attivita'  di  alternanza
scuola- lavoro, con  la  conseguente  valorizzazione  dell'etica  del
lavoro. 
In questa prospettiva, il bagaglio culturale dei  giovani  e'  frutto
della interazione tra apprendimenti formali e non formali; la cultura
della cittadinanza e della legalita' e' il risultato  dell'esperienze
e  delle  conoscenze  acquisite  anche   fuori   della   scuola,   e,
contemporaneamente, evidenzia come l'educazione  alla  democrazia  ed
alla  legalita'  trova  nel  protagonismo  degli  studenti  e   delle
studentesse un ambito privilegiato; i diritti- doveri di cittadinanza
si esplicano nel rispetto delle  regole  e  nella  partecipazione  di
tutti i cittadini alla vita civile, sociale, politica  ed  economica.
E'un orientamento tendenzialmente finalizzato a prevenire il  diffuso
malessere dei giovani nella scuola e nella societa', che  si  esprime
in molteplici forme e dimensioni come l'abbandono precoce, lo  scarso
rendimento scolastico, le difficolta' di apprendimento, la fuga dalle
regole del vivere civile e sociale. 
A   riguardo,   particolare   importanza   riveste   la    dimensione
dell'accoglienza  quale   strumento   con   il   quale   la   scuola,
nell'accogliere, conosce e valorizza tutti gli  apporti  dei  singoli
alunni, anche quelli di diversa cultura ed abilita' e  cura  -  nella
propria autonomia  -  la  comunicazione,  dando  adeguato  spazio  ad
attivita' in cui ciascuno possa esprimersi liberamente utilizzando le
competenze informali  e  non  formali  possedute,  molto  spesso  non
adeguatamente valorizzate, per assumere compiti e funzioni utili  per
la collettivita' scolastica. 
Gia' nel  primo  biennio  dei  percorsi  di  istruzione  tecnica,  il
superamento dei tradizionali programmi di Educazione civica  avviene,
quindi,  sulla  base  di  una  concreta  prospettiva  di  lavoro  che
incardina Cittadinanza  e  Costituzione  nel  curricolo,  perche'  e'
concepita non come discorso aperto a tutte le prospettive, ma come un
orizzonte di senso trasversale e come un organico impianto  culturale
diretto a conferire particolare rilievo al concetto di  "cittadinanza
attiva";  esso  diviene,  come  tale,  elemento  catalizzatore  della
valenza  educativa  di  tutte  le  discipline.   Il   richiamo   alla
"cittadinanza attiva" e' basato sugli orientamenti europei in materia
di  apprendimento  permanente,  recepiti  nella  Raccomandazione  del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 18/12/2006, relativa, appunto,
alle competenze chiave per l'apprendimento permanente  (2006/962/CE),
assunte come riferimento a livello nazionale, dal  Decreto  22/8/2007
n.  139  (Regolamento  recante  norme  in  materia   di   adempimento
dell'obbligo di istruzione). 
Nell'insegnamento  di  "Cittadinanza  e   Costituzione",   e'   molto
importante focalizzare  lo  studio  sulla  Costituzione  italiana,  a
partire dall'Assemblea Costituente,  e  fare  in  modo  che  diventi,
attraverso l'impegno dei docenti, parte fondante  delle  coscienze  e
dei  comportamenti  dei  giovani  in  rapporto  a  diritti  e  doveri
costituzionalmente sanciti. 
Gli  istituti  tecnici  attuano  l'insegnamento  di  "Cittadinanza  e
Costituzione"  con  prevalente  riferimento  a  principi   e   valori
afferenti l'asse scientifico-tecnologico che  li  caratterizza  e  ai
risultati di apprendimento previsti per l'area di istruzione generale
e per le aree di indirizzo. Tra essi particolare  rilevanza  assumono
le questioni concernenti la possibilita'  di  collocare  l'esperienza
personale  in  un   sistema   di   regole   fondato   sul   reciproco
riconoscimento dei diritti garantiti  dalla  Costituzione,  a  tutela
della   persona,   della   collettivita'   e   dell'ambiente,    come
espressamente indicato nell'obbligo di istruzione. 
Tale obiettivo  si  consegue  piu'  puntualmente  nel  primo  biennio
attraverso lo studio della Costituzione Italiana (principi, liberta',
diritti e doveri), dell'Unione europea e delle grandi  organizzazioni
internazionali, nonche' dei concetti di norma giuridica e  fonti  del
diritto  e  della  loro  codificazione.  A  tale  studio   concorrono
prioritariamente storia,  diritto  ed  economia  e,  per  il  settore
economico, geografia e questa  ultima  soprattutto  per  gli  aspetti
riguardanti  il  delicato  rapporto  tra  l'uomo  e  l'ambiente.   E'
opportuno che i docenti di storia  che  insegnano  nei  percorsi  del
settore tecnologico affrontino tali aspetti anche in una  prospettiva
geografica. 
Anche il tema dell'educazione finanziaria e  del  relativo  grado  di
"alfabetizzazione" dei cittadini (financial literacy)  e'  di  grande
rilevanza all'interno della prospettiva qui considerata,  poiche'  le
scelte finanziarie hanno conseguenze determinanti  sulla  qualita'  e
sullo  stile  di  vita  dei  cittadini  e   sulla   legalita'   della
collettivita'. Per  questo  e'  necessario  dotare  gli  studenti  di
strumenti utili a comprendere  benefici  e  rischi  collegati  ad  un
corretto utilizzo di beni e servizi finanziari quale utile contributo
per la cittadinanza consapevole. 
La stessa prospettiva curricolare in cui si colloca  "Cittadinanza  e
Costituzione" favorisce  il  coinvolgimento  e  valorizza  infine  la
progettazione collegiale  e  l'attivita'  laboratoriale  di  tutti  i
docenti  che,  proprio  in  rapporto  alla   specificita'   culturale
dell'istruzione  tecnica,  sono  chiamati  ad  affrontare,  con   gli
studenti,  aspetti  e  problemi  di  rilevante  importanza  come   la
sicurezza, l'igiene e la salubrita' dei luoghi  di  produzione  e  di
lavoro, anche nel corso di stage e  percorsi  di  alternanza  scuola/
lavoro. 
2.2.3 La conoscenza dell'ambiente e del territorio 
I risultati di apprendimento relativi al profilo culturale, educativo
e  professionale  degli   istituti   tecnici   contengono   espliciti
riferimenti alla dimensione  geografica  dei  saperi.  La  geografia,
infatti  quale  scienza  che  studia  processi,  segni  e   fenomeni,
derivanti dall'umanizzazione del nostro pianeta, sviluppa  competenze
che riguardano sia l'area di  istruzione  generale  sia  quelle  piu'
specifiche di indirizzo. 
Tale insegnamento, trattando tematiche relative alla sfera  dell'uomo
e  della  natura,  puo'   essere   concepito,   simultaneamente   e/o
alternativamente,   come   "umanistico"   e    come    "scientifico",
configurandosi come ponte e snodo tra i diversi  saperi  e  mappa  di
riferimento per l'acquisizione di competenze linguistiche,  storiche,
economiche, sociali e tecnologiche. 
La  consapevolezza  delle  connessioni  tra  aspetti   geografici   e
strutture demografiche, economiche, sociali e culturali, il confronto
tra  le  tradizioni  culturali  locali  e  internazionali,  l'uso  di
strumenti  tecnologici  a  tutela  dell'ambiente  e  del  territorio,
rafforzano la cultura dello studente, lo pongono nelle condizioni  di
inserirsi nei contesti professionali con autonomia e  responsabilita'
e favoriscono la mobilita' anche in  contesti  globali.  Il  discorso
geografico s'inquadra fondamentalmente in  una  visione  sistemica  e
d'insieme, nella quale confluiscono varie componenti che  afferiscono
a discipline diverse. 
La grande varieta' di competenze  geografiche  puo'  essere  proposta
agli alunni e didatticamente tradotta in piu' modi e in piu' forme  a
scuola, costituendo un momento  didatticamente  propulsivo.  Infatti,
l'oggetto della geografia e' radicato nella realta' stessa del  mondo
in cui viviamo: da qui  l'aiuto  sostanzioso  che  lo  studente  puo'
ricevere, sia per avere il "senso" degli avvenimenti correnti sia per
formulare valutazioni informate su problemi  demografici,  economici,
socio-culturali, politici, ambientali. 
D'altra  parte,  pero',  le  possibilita'  di  comunicazione   e   di
informazione sono legate alla disponibilita', alla  varieta'  e  alla
qualita' delle fonti. Le informazioni vanno attentamente vagliate;  a
scuola  e'  necessario  fornire  gli  alunni  di  valide  chiavi   di
interpretazione, che consentano una  valutazione  seria  delle  fonti
(alle quali bisogna "reagire" in modo attivo e partecipe). Un tipo di
approccio interdisciplinare agevola,  comunque,  la  diversificazione
delle fonti da utilizzare. Questa  metodologia  aiuta,  tra  l'altro,
l'insegnante  a  proporre  confronti  critici  che   sono   necessari
all'alunno per guardare la  realta'  da  diverse  prospettive  e  per
giungere ad una migliore comprensione, interpretazione e  valutazione
dei problemi da affrontare. 
L'interdipendenza tra discipline storiche e  geografiche  costituisce
un binomio  per  percorsi  di  approfondimento  geo-storici  di  tipo
interdisciplinare. La cartografia non  puo'  prescindere  infatti  da
operazioni matematico-geometriche, il linguaggio della geo-graficita'
contribuisce alla competenza linguistica piu' generale. 
Nel primo biennio in particolare, gli aspetti geografici forniscono i
concetti di base sull'organizzazione territoriale, sulla comprensione
del significato dell'ambiente naturale e  artificiale,  sull'utilizzo
corretto  delle  fonti  (atlanti,  carte  geografiche  ecc.),   sulla
specificita' del linguaggio cartografico anche in vista del prosieguo
degli studi 
Luogo  privilegiato  per  affinare   ed   integrare   le   competenze
geografiche e' anche in questo caso il laboratorio che  si  configura
come centro di documentazione, sul territorio e nel  territorio,  che
favorisce il dialogo con il mondo esterno, anche attraverso attivita'
mirate e consente l'utilizzo dei vari linguaggi  (grafico,  numerico,
visivo spaziale, sociale ecc)  in  una  ricomposizione  unitaria  dei
saperi. 
Per quanto riguarda la scelta  delle  tematiche  e  delle  conoscenze
specifiche  dell'educazione  geografica,  sul  sito   dell'ANSAS   e'
proposto un repertorio di esemplificazioni, dal quale le  istituzioni
scolastiche interessate possono attingere, nella loro autonomia,  per
percorsi di  approfondimento,  riguardanti  le  seguenti  discipline:
italiano; matematica; storia; scienze;  lingua  inglese;  diritto  ed
economia; disegno tecnico; informatica; storia e scienze. 
2.2.4 La formazione per la sicurezza 
Il riordino degli istituti tecnici, nel riconfigurare gli indirizzi e
ridisegnare il profilo educativo,  culturale  e  professionale  dello
studente a conclusione del secondo ciclo  del  sistema  educativo  di
istruzione e  formazione,  pone  particolare  attenzione  al  corredo
culturale ed etico legato alla sicurezza in tutte le sue accezioni  e
all'effettivo collegamento tra scuola e mondo del  lavoro,  ove  tale
tematica, insieme  con  la  salvaguardia  dell'ambiente,  emerge  con
particolare criticita'. 
Lo studio della sicurezza, svolto in continuita' e  coerenza  con  le
competenze chiave di cittadinanza, promuove,  inoltre,  comportamenti
generali adeguati e stili di vita sani e sicuri. 
In  relazione  all'assolvimento  dell'obbligo  di   istruzione,   gli
argomenti che riguardano  la  sicurezza  trovano  corrispondenza  nei
saperi    e     nelle     competenze     riguardanti     gli     assi
scientifico-tecnologico  e   storico-sociale;   gli   strumenti   per
affinarne lo studio si possono acquisire anche attraverso i saperi  e
le competenze relativi all'asse dei linguaggi e all'asse matematico. 
Gli  approfondimenti  disciplinari  sulla   sicurezza   assumono   un
carattere specifico negli istituti  tecnici,  essendo  riferiti  alla
loro identita', esplicitata dai risultati di apprendimento delle aree
di istruzione generale e di indirizzo, come si evince dal Regolamento
(d.P.R. 15 marzo 2010,  allegato  A,  punto  2.1):  "gli  studenti  -
attraverso lo studio, le esperienze operative  di  laboratorio  e  in
contesti  reali,  la  disponibilita'  al  confronto   e   al   lavoro
cooperativo, valorizzando la loro creativita' ed autonomia - sono  in
grado  di:  padroneggiare  l'uso  di   strumenti   tecnologici,   con
particolare attenzione alla sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro,
alla tutela della persona, dell'ambiente e del territorio". 
Questo implica che, in tutti i percorsi dell'istruzione  tecnica,  la
sicurezza e' un  valore  da  perseguire  attivamente,  attraverso  le
attivita'  di  progettazione,  produzione,  costruzione,  gestione  e
organizzazione, svolte nel rispetto di criteri, regole e leggi  dello
Stato, secondo il principio che la sicurezza e' un valore  intrinseco
e non complementare o addizionale alle attivita'. 
Il  riferimento  a  tale  principio  puo'  avere  effetti  di  grande
efficacia,  specialmente  se  viene   introdotto   fin   dalla   fase
dell'obbligo di istruzione, che si  compie  nel  primo  biennio,  nel
quale gli apprendimenti tecnici vengono fondati e sviluppati  insieme
con  la  dimensione  etica  del  comportamento;  particolare   valore
formativo assume, inoltre, la  contestualizzazione  delle  esperienze
dello studente attraverso il rapporto  col  territorio,  l'analisi  e
l'interpretazione di casi, dati e testimonianze,  per  riconoscere  e
riconoscersi nel sistema di regole  a  tutela  della  Persona,  della
collettivita' e dell'ambiente, fondate sulla Costituzione. 
Sul piano organizzativo della didattica, le tematiche della sicurezza
sono multidisciplinari e coinvolgono tutti i docenti,  negli  aspetti
generali e nella specificita' culturale dell'istruzione  tecnica.  E'
quindi opportuno che tutti concorrano  in  maniera  cooperativa  alla
progettazione e realizzazione degli esiti di apprendimento convenuti,
con  attivita'  laboratoriali,  e  prioritariamente   attraverso   la
concreta applicazione  dei  principi  della  sicurezza  nei  contesti
specifici  ambientali  e  di  apprendimento   (T.U.   81/2008).   Per
l'approfondimento delle tematiche nei contesti esterni  alla  scuola,
possono  essere  proficuamente  realizzati  stage   e   percorsi   di
alternanza scuola/ lavoro. 
Nel prosieguo del percorso, le  competenze  specifiche  indicate  nei
risultati di apprendimento  si  caratterizzeranno  per  una  maggiore
complessita' e per  una  correlazione  piu'  specifica  agli  aspetti
peculiari di ogni settore, relativi sia all'operativita'  (strumenti,
sostanze,  procedure  e  dispositivi)  che   alle   interazioni   con
l'ambiente e al relativo impatto.  Tutte  le  discipline  concorrono,
quindi, a sviluppare e a potenziare le competenze degli  studenti  in
fatto di sicurezza, per  arricchirne  i  profili  con  i  riferimenti
culturali ed etici indispensabili perche' essi  divengano  lavoratori
capaci di assumere comportamenti professionalmente responsabili. 
2.3 Aspetti specifici 
2.3.1. Settore tecnologico: scienze e tecnologie applicate 
Finalita' 
"Scienze e tecnologie applicate" e' la nuova  disciplina,  introdotta
nel secondo anno degli indirizzi del settore tecnologico, per avviare
i giovani  allo  studio  delle  filiere  produttive  di  interesse  e
offrirne  il  relativo  contesto  specifico  di   applicazione   agli
insegnamenti/apprendimenti  che  vengono  proposti  nelle  discipline
generali e di indirizzo. 
La  disciplina  si  riferisce   particolarmente   ai   risultati   di
apprendimento relativi all'asse  scientifico-tecnologico,  dal  quale
mutua contesti e contenuti,  e  attinge  competenze  anche  dall'asse
storico  sociale  per  evidenziare  come  l'incontro  fra  scienza  e
tecnologia  avvenga  effettivamente  nel  realizzarsi  di  specifiche
condizioni economiche e sociali. 
Con  questa  disciplina  si  realizza  esplicitamente  l'incontro  di
Scienza e Tecnologia sul terreno  dei  processi  organizzativi  della
produzione, introdotti con graduale complessita',  con  la  reciproca
valorizzazione dei metodi di studio, delle strumentazioni  tipiche  e
delle  cognizioni  proprie  delle  discipline  scientifiche  e  delle
tecnologiche studiate. 
Nello studio della disciplina, lo  studente  e'  messo  in  grado  di
risolvere  problemi  ricorrendo  ai  diversi   strumenti   materiali,
cognitivi e metodologici tipici dell'indirizzo, scelti  col  criterio
dell'efficacia  delle   soluzioni   adottate.   Nell'applicazione   e
approfondimento,  lo  studente  e'  messo  in  grado   di   attingere
spontaneamente da tutti gli apprendimenti scientifici  e  tecnologici
in suo possesso e di contestualizzarli e affinarli gradualmente. 
A tal fine si suggerisce che nell'incontro di  Scienza  e  Tecnologia
vengano riprodotte, con  metodo  laboratoriale,  le  interazioni  fra
pensiero operativo e speculativo che hanno  segnato  storicamente  le
profonde  trasformazioni  intervenute,  nel   tempo,   nei   processi
produttivi fino all'attuale fase di globalizzazione. 
La dimensione orientativa 
La disciplina "Scienze e tecnologie applicate" introduce gli studenti
al linguaggio, ai contenuti e ai metodi caratteristici dell'indirizzo
e, per questo motivo, il suo insegnamento e' affidato al docente  che
svolge il maggior numero  di  ore  di  disciplina  di  indirizzo  nel
triennio; essa appartiene peraltro al primo biennio dove, insieme con
le altre discipline di indirizzo, costituisce un'area  di  avviamento
all'indirizzo. 
La nuova disciplina associa ai suoi contenuti e  caratteri  specifici
una valenza ben piu' generale, utile per  sostenere  il  processo  di
orientamento degli studenti, in quanto: 
a - attraverso la connessione con  "Scienze  integrate",  "Tecnologie
informatiche" e "Tecnologie e tecniche di rappresentazione  grafica",
"Scienze e  tecnologie  applicate"  concorre  al  consolidamento  del
sostrato culturale generale caratteristico  di  tutta  la  formazione
tecnica; 
b -si sviluppa in attivita' di tipo analitico e progettuale, centrate
sull'individuazione, soluzione e discussione di problemi tecnologici,
anche in forma simulata,  che  sono  presenti  in  tutte  le  filiere
produttive; 
c - in coordinamento  con  le  discipline  scientifiche  e  tecniche,
permette una trattazione distribuita delle tematiche, valorizza tutte
le  risorse  di  laboratorio  disponibili  nell'istituto   e   genera
feed-back positivi. 
Partendo  da  tali  considerazioni  di  contesto,  questa  disciplina
colloca gli apprendimenti nel piu' generale percorso di  orientamento
dello   studente,   inserendolo   organicamente    nella    struttura
organizzativa del curricolo. 
In questo modo l'orientamento non viene  svolto  solo  attraverso  un
servizio  di  informazione  ma  viene   inserito   direttamente   nel
complessivo processo di formazione. 
L'apprendimento della tecnologia necessita di riferimenti concreti  e
operativi e l'uso di strumenti, metodi e linguaggi  delle  scienze  e
delle tecnologie per risolvere problemi, per analizzare e  realizzare
oggetti tecnici, e permette allo studente di  comprendere  meglio  le
proprie attitudini e motivazioni. 
Gli apprendimenti acquisiti nella disciplina, anche  se  riferiti  ad
uno specifico indirizzo, grazie  alla  loro  trasversalita',  possono
essere  valorizzati  inoltre  in  tutti   i   trienni   del   settore
tecnologico. Nel secondo anno di corso, e' opportuno pertanto evitare
la trattazione di argomenti specialistici, che,  oltre  a  costituire
un'anticipazione di competenze,  potrebbero  costituire  prerequisiti
per i percorsi dei successivi trienni. 
In relazione  all'indirizzo  seguito,  gli  studenti  possono  essere
introdotti ai processi produttivi, alle  normative  e  alle  pratiche
relativi alla disciplina studiata, con particolare riguardo  ai  temi
relativi alla sicurezza delle persone e alla tutela dell'ambiente, ai
contesti organizzativi e aziendali, nonche'  agli  aspetti  attinenti
alle figure professionali di riferimento. 
Allo scopo di evitare un approccio nozionistico, e' opportuno che  le
conoscenze vengano acquisite, il piu' possibile, nel rapporto diretto
della scuola con le  realta'  produttive,  con  le  quali  progettare
percorsi di orientamento e situazioni reali, anche simulate. 
2.3.2 Scienze motorie e sportive 
L'insegnamento di scienze motorie e sportive negli  istituti  tecnici
fa  riferimento  a  quanto  previsto  dall'art.  2,  comma   2,   del
Regolamento. Esso costituisce un ambito essenziale per favorire negli
studenti il perseguimento di un equilibrato sviluppo e un consapevole
benessere psico-fisico. 
Non  a  caso  e'  previsto  che  tale  insegnamento  concorra  a  far
conseguire allo  studente,  al  termine  del  percorso  quinquennale,
risultati  di  apprendimento  che  lo  mettano  in  grado  di   avere
consapevolezza dell'importanza che riveste la pratica  dell'attivita'
motoria - sportiva per il benessere individuale  e  collettivo  e  di
saperla esercitarla in modo efficace. Si tratta  di  una  prospettiva
finalizzata a valorizzare  la  funzione  educativa  e  non  meramente
addestrativa delle scienze motorie e sportive. 
Tenuto  conto  che  nell'obbligo  di  istruzione  non  sono  indicate
specifiche competenze al riguardo, puo' essere  opportuno  segnalare,
nel rispetto dell'autonomia scolastica e didattica,  alcune  concrete
conoscenze e abilita' perseguibili al termine del primo biennio. 
Esse riguardano non solo aspetti collegati  alla  pratica  motoria  e
sportiva, come ad esempio quelli relativi all'esecuzione di  corrette
azioni motorie, all'uso di test motori appropriati o ai  principi  di
valutazione dell'efficienza fisica, ma  anche  quelli  relativi  alla
consapevolezza  del  ruolo  culturale  ed  espressivo  della  propria
corporeita' in collegamento con gli altri linguaggi. 
Inoltre,  in  questo  insegnamento  assume  speciale   rilevanza   la
dimensione delle competenze sociali  o  trasversali,  in  particolare
quelle collegabili all'educazione alla cittadinanza attiva,  tra  cui
si possono prevedere fin nel primo biennio le seguenti: 
- utilizzare le regole sportive come strumento di convivenza civile, 
- partecipare alle gare scolastiche, collaborando  all'organizzazione
dell'attivita' sportiva anche in compiti di arbitraggio e di giuria, 
- riconoscere comportamenti di base funzionali al mantenimento  della
propria salute, 
- riconoscere e osservare le regole di base per la prevenzione  degli
infortuni  adottando  comportamenti  adeguati  in  campo  motorio   e
sportivo. 
Sul piano metodologico, il  percorso  didattico  -  in  coerenza  con
queste valenze educative - e' finalizzato a colmare eventuali  lacune
nella  formazione  di  base,  ma   soprattutto   a   valorizzare   le
potenzialita' di  ogni  studente  in  ordine  alla  integralita'  del
proprio sviluppo. 
 
 
                                                          Allegato A) 
 
           Declinazione dei risultati di apprendimento in 
 
             conoscenze e abilita' per il primo biennio 
 
 
A.1 Settore economico 
A.2 Settore tecnologico 
 
Il  presente  allegato  e'  stato  redatto   con   riferimento   alle
indicazioni nazionali per l'adempimento dell'obbligo di istruzione di
cui al regolamento emanato con decreto del  Ministro  della  Pubblica
istruzione n. 139/2007 e ai risultati di apprendimento - allegati  B)
e C) del regolamento d.P.R. n. 88/2010. 
 
                                                         Allegato A.1 
 
                          SETTORE ECONOMICO 
 
                            Primo biennio 
 
 
Indirizzi: 
- "Amministrazione, finanza e marketing" 
- "Turismo" 
 
                              PREMESSA 
 
Il settore economico comprende due ampi indirizzi, riferiti ad ambiti
e processi essenziali per la competitivita' del sistema  economico  e
produttivo  del  Paese,  come  quelli   amministrativi,   finanziari,
commerciali e del turismo.  Per  l'approfondimento  di  tecnologie  e
metodologie   specifiche   di   indirizzo,   sono   previste   alcune
articolazioni nell'indirizzo "Amministrazione, finanza e marketing". 
In tutti gli indirizzi e articolazioni, i risultati di  apprendimento
sono definiti a partire  dalle  funzioni  aziendali  e  dai  processi
produttivi e tengono conto dell' evoluzione che caratterizza l'intero
settore sia sul piano delle metodologie di erogazione dei servizi sia
sul piano delle tecnologie di gestione,  che  risultano  sempre  piu'
trasversali alla diverse tipologie aziendali. Essi tengono conto,  in
particolare,  di  un  significativo  spostamento  di  attenzione  che
riguarda l'organizzazione e  il  sistema  informativo  aziendale,  la
gestione delle relazioni interpersonali e degli aspetti comunicativi,
i processi di internazionalizzazione. 
I risultati di apprendimento rispecchiano  questo  cambiamento  delle
discipline economico-aziendali in senso sistemico e integrato e vanno
letti  nel  loro  insieme.  Tale  impostazione  intende   facilitare,
inoltre, apprendimenti piu' efficaci e duraturi nel tempo, in  quanto
basati  su  un  approccio  che  parte  dall'osservazione  del  reale,
essenziale per affrontare professionalmente  le  problematiche  delle
discipline in una prospettiva dinamica. 
Questo ambito di studi si caratterizza, in generale,  per  un'offerta
formativa relativa ad un settore che ha  come  sfondo  il  mercato  e
affronta lo studio dei macrofenomeni economico-aziendali nazionali  e
internazionali,  la  normativa  civilistica  e  fiscale,  il  sistema
azienda nella sua complessita' e nella sua struttura,  con  specifica
attenzione all'utilizzo delle tecnologie  e  forme  di  comunicazione
piu' appropriate, anche in lingua straniera. 
Le discipline di indirizzo sono presenti nel percorso fin  dal  primo
biennio, in funzione orientativa e concorrono a  far  acquisire  agli
studenti i risultati di apprendimento dell'obbligo di istruzione;  si
sviluppano  nel   successivo   triennio   con   gli   approfondimenti
specialistici che si propongono di sostenere gli studenti nelle  loro
scelte professionali e di studio. 
Le competenze acquisite dagli studenti  nell'intero  corso  di  studi
sono configurate a partire dal quadro unitario  definito  dagli  assi
culturali dell'obbligo di istruzione, che ne risulta progressivamente
potenziato.  In  particolare,  l'asse  scientifico-tecnologico  viene
consolidato  dagli   apporti   specialistici,   finalizzati   a   far
comprendere anche la continua  evoluzione  delle  normative  e  degli
standard tecnici, nazionali ed  internazionali,  operanti  a  livello
settoriale. 
Un altro aspetto di rilievo per il settore  economico  e'  costituito
dall'educazione all'imprenditorialita', in linea con  le  indicazioni
dell'Unione europea, in quanto  le  competenze  imprenditoriali  sono
motore dell'innovazione, della competitivita' e  della  crescita.  La
loro acquisizione consente agli studenti di  sviluppare  una  visione
orientata al  cambiamento,  all'iniziativa,  alla  creativita',  alla
mobilita'  geografica  e  professionale,  nonche'  all'assunzione  di
comportamenti socialmente responsabili, che li mettono  in  grado  di
organizzare  il  proprio  futuro  professionale  tenendo  conto   dei
processi in atto. 
Presentazione sintetica degli indirizzi e delle articolazioni 
Gli indirizzi del settore economico fanno riferimento a  comparti  in
costante crescita sul  piano  occupazionale  e  interessati  a  forti
innovazioni sul piano tecnologico ed  organizzativo,  soprattutto  in
riferimento alle potenzialita' delle tecnologie  dell'informazione  e
della comunicazione (Information Communication Technologies -ICT): 
- l'indirizzo "Amministrazione,  finanza  e  marketing"  persegue  lo
sviluppo di competenze  relative  alla  gestione  aziendale  nel  suo
insieme  e  all'interpretazione  dei  risultati  economici,  con   le
specificita' relative alle funzioni in cui  si  articola  il  sistema
azienda   (amministrazione,   pianificazione,   controllo,   finanza,
commerciale, sistema informativo, gestioni speciali).  Esso  presenta
due articolazioni specifiche: 
- "Relazioni internazionali per il Marketing", per  approfondire  gli
aspetti  relativi   alla   gestione   delle   relazioni   commerciali
internazionali  riguardanti  differenti   realta'   geo-politiche   e
settoriali e  per  assicurare  le  competenze  necessarie  a  livello
culturale, linguistico e tecnico; 
- "Sistemi informativi aziendali", per sviluppare competenze relative
alla gestione del sistema informativo  aziendale,  alla  valutazione,
alla  scelta  e  all'adattamento  di   software   applicativi,   alla
realizzazione di nuove procedure, con particolare riguardo al sistema
di archiviazione, della  comunicazione  in  rete  e  della  sicurezza
informatica; 
-   l'indirizzo   "Turismo"   integra   le   competenze   dell'ambito
professionale specifico con quelle linguistiche  e  informatiche  per
operare  nel   sistema   informativo   dell'azienda   e   contribuire
all'innovazione  e  al  miglioramento  dell'impresa  turistica.  Esso
intende  promuovere  abilita'  e  conoscenze  specifiche  nel   campo
dell'analisi dei macrofenomeni economici nazionali ed internazionali,
della normativa civilistica e  fiscale,  dei  sistemi  aziendali  con
l'attenzione  alla  valorizzazione  integrata   e   sostenibile   del
patrimonio  culturale,   artistico,   artigianale,   enogastronomico,
paesaggistico ed ambientale. Particolare attenzione e'  rivolta  alla
formazione plurilinguistica. 
 
 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
 
                                                         Allegato A.2 
 
                         SETTORE TECNOLOGICO 
 
                            Primo biennio 
 
 
Indirizzi : 
- "Meccanica, Meccatronica ed Energia 
- "Trasporti e Logistica" 
- "Elettronica ed Elettrotecnica" 
- "Informatica e Telecomunicazioni" 
- "Grafica e Comunicazione" 
- "Chimica, Materiali e Biotecnologie" 
- "Sistema Moda" 
- "Agraria, Agroalimentare e Agroindustria" 
- "Costruzioni, Ambiente e Territorio" 
 
                              PREMESSA 
 
Il settore tecnologico comprende nove ampi indirizzi,  riferiti  alle
aree  tecnologiche  piu'  rappresentative  del  sistema  economico  e
produttivo del Paese: Meccanica, Meccatronica ed Energia; Trasporti e
Logistica;   Elettronica    ed    Elettrotecnica;    Informatica    e
Telecomunicazioni; Grafica  e  Comunicazione;  Chimica,  Materiali  e
Biotecnologie; Sistema Moda; Agraria, Agroalimentare e Agroindustria;
Costruzioni,  Ambiente  e  Territorio.   Per   l'approfondimento   di
tecnologie  specifiche  di  indirizzo,   che   hanno   una   spiccata
caratterizzazione,  la  maggior  parte  degli  i  indirizzi   prevede
articolazioni. 
In tutti gli indirizzi e articolazioni, i risultati di  apprendimento
sono definiti a partire dai processi produttivi reali e tengono conto
della continua evoluzione che caratterizza l'intero settore, sia  sul
piano  delle   metodologie   di   progettazione,   organizzazione   e
realizzazione, sia nella scelta  dei  contenuti,  delle  tecniche  di
intervento e dei materiali. Il  riferimento  ai  processi  produttivi
riflette, in tutti i percorsi del settore, la dinamicita' propria dei
contesti, con l'introduzione graduale alle tematiche dell'innovazione
tecnologica  e  del  trasferimento  dei  saperi  dalla  ricerca  alla
produzione. 
Questa impostazione facilita apprendimenti efficaci  e  duraturi  nel
tempo in quanto  basati  su  una  metodologia  di  studio  operativa,
essenziale per affrontare professionalmente le diverse  problematiche
delle   tecnologie,    l'approfondimento    specialistico    e    gli
aggiornamenti. 
Nei nuovi  percorsi,  lo  studio  delle  tecnologie  approfondisce  i
contenuti tecnici specifici degli indirizzi e sviluppa  gli  elementi
metodologici  e  organizzativi  che,  gradualmente  nel  quinquennio,
orientano alla visione  sistemica  delle  filiere  produttive  e  dei
relativi segmenti; viene cosi'  facilitata  anche  l'acquisizione  di
competenze imprenditoriali, che attengono alla gestione dei progetti,
alla gestione di processi produttivi correlati a funzioni  aziendali,
all'applicazione   delle   normative   nazionali    e    comunitarie,
particolarmente  nel  campo  della  sicurezza  e  della  salvaguardia
dell'ambiente. 
In particolare, nel complesso degli  indirizzi,  l'offerta  formativa
del settore tecnologico presenta un duplice livello di intervento: la
contestualizzazione negli ambiti tecnici  d'interesse,  scelti  nella
varieta'  delle  tecnologie  coinvolte,  e  l'approfondimento   degli
aspetti progettuali piu' generali, che  sono  maggiormente  coinvolti
nel generale processo di innovazione. 
Le discipline di indirizzo sono presenti nel percorso fin  dal  primo
biennio in funzione orientativa e concorrono  a  far  acquisire  agli
studenti i risultati di apprendimento dell'obbligo di istruzione;  si
sviluppano  nel   successivo   triennio   con   gli   approfondimenti
specialistici  che  sosterranno  gli  studenti  nelle   loro   scelte
professionali e di studio. 
Presentazione sintetica degli indirizzi e delle articolazioni 
Gli indirizzi del settore tecnologico fanno riferimento alle aree  di
produzione e  di  servizio  nei  diversi  comparti  tecnologici,  con
particolare attenzione all'innovazione dei processi, dei  prodotti  e
dei servizi: 
- L'indirizzo "Meccanica, Meccatronica ed Energia" integra competenze
scientifiche e 
tecnologiche di ambito meccanico, dell'automazione e  dell'energia  e
presenta due articolazioni: 
- "Meccanica e Meccatronica", che approfondisce, nei diversi contesti
produttivi,  le  tematiche  generali  connesse  alla   progettazione,
realizzazione e gestione  di  apparati  e  sistemi  e  alla  relativa
organizzazione del lavoro; 
- "Energia", per l'approfondimento, in particolare, delle  specifiche
problematiche   collegate   alla    conversione    e    utilizzazione
dell'energia,  ai  relativi  sistemi  tecnici  di  controllo  e  alle
normative per la sicurezza e la tutela dell'ambiente. 
- L'indirizzo "Trasporti e  Logistica"  integra  competenze  tecniche
specifiche e metodi  di  lavoro  funzionali  allo  svolgimento  delle
attivita'  inerenti  la  progettazione,   la   realizzazione   e   la
manutenzione dei mezzi con competenze specifiche dell'area  logistica
in relazione alle modalita' di gestione del traffico,  all'assistenza
e alle procedure di spostamento e trasporto. L'indirizzo presenta tre
articolazioni: 
- "Costruzione del mezzo", per approfondire gli aspetti relativi alla
costruzione e manutenzione del mezzo: aereo,  navale  e  terrestre  e
all'acquisizione   delle    professionalita'    nel    campo    delle
certificazioni d'idoneita' all'impiego dei mezzi medesimi; 
- "Conduzione del mezzo", per l'approfondimento  delle  problematiche
relative alla conduzione e  all'esercizio  del  mezzo  di  trasporto:
aereo, marittimo e terrestre; 
- "Logistica", che  approfondisce  gli  aspetti  delle  problematiche
relative alla gestione e al controllo degli aspetti organizzativi del
trasporto  e  all'interrelazione  fra  le  diverse  componenti  dello
stesso. 
- L'indirizzo  "Elettronica  ed  Elettrotecnica"  integra  competenze
scientifiche  e  tecnologiche  nel   campo   dei   materiali,   della
progettazione, costruzione e collaudo,  nei  contesti  produttivi  di
interesse, relativamente ai sistemi elettrici  ed  elettronici,  agli
impianti elettrici e ai  sistemi  di  automazione;  presenta  le  tre
articolazioni: 
- "Elettronica", per approfondire la progettazione,  realizzazione  e
gestione di sistemi e circuiti elettronici; 
- "Elettrotecnica", che approfondisce la  progettazione,realizzazione
e gestione di sistemi e impianti elettrici, civili e industriali; 
-   "Automazione",   per   l'approfondimento   della   progettazione,
realizzazione e gestione di sistemi di controllo. 
- L'indirizzo "Informatica e  Telecomunicazioni"  integra  competenze
scientifiche  e  tecnologiche  nel  campo  dei  sistemi  informatici,
dell'elaborazione delle informazioni, delle applicazioni e tecnologie
Web, delle reti e  degli  apparati  di  comunicazione;  presenta  due
articolazioni: 
- "Informatica", che approfondisce l'analisi, la  comparazione  e  la
progettazione di dispositivi e strumenti informatici  e  lo  sviluppo
delle applicazioni informatiche; 
- "Telecomunicazioni",  che  approfondisce  l'analisi,  comparazione,
progettazione, installazione e gestione di  dispositivi  e  strumenti
elettronici e sistemi di telecomunicazione. 
- L'indirizzo "Grafica e Comunicazione" integra competenze specifiche
nel  campo  della  comunicazione  interpersonale  e  di  massa,   con
particolare riferimento  all'uso  delle  tecnologie  per  produrla  e
approfondisce i processi produttivi  che  caratterizzano  il  settore
della grafica, dell'editoria,  della  stampa  e  i  servizi  ad  esso
collegati,  nelle  fasi  dalla  progettazione   alla   pianificazione
dell'intero ciclo di lavorazione dei prodotti. 
- L'indirizzo "Chimica, Materiali e Biotecnologie" integra competenze
specifiche  nel  campo  dei  materiali,  delle  analisi   strumentali
chimico-biologiche, nei processi di  produzione,  in  relazione  alle
esigenze  delle   realta'   territoriali,   negli   ambiti   chimico,
merceologico, biologico, farmaceutico, tintorio  e  conciario  e  nel
settore della prevenzione e della gestione di  situazioni  a  rischio
ambientale e sanitario; presenta tre articolazioni: 
- "Chimica e Materiali", che  approfondisce  le  competenze  relative
alle metodiche per la preparazione e  per  la  caratterizzazione  dei
sistemi  chimici,  all'elaborazione,  realizzazione  e  controllo  di
progetti chimici e biotecnologici e alla  progettazione,  gestione  e
controllo di impianti chimici; 
- "Biotecnologie ambientali", per l'approfondimento, in  particolare,
delle competenze relative al governo  e  al  controllo  di  progetti,
processi e attivita' nel rispetto della normativa ambientale e  della
sicurezza e dello studio sulle interazioni fra sistemi  energetici  e
ambiente; 
- "Biotecnologie sanitarie", che approfondisce le competenze relative
alla metodiche  per  la  caratterizzazione  dei  sistemi  biochimici,
biologici, microbiologici e  anatomici  e  all'uso  delle  principali
tecnologie  sanitarie   nel   campo   biomedicale,   farmaceutico   e
alimentare. 
-  L'indirizzo   "Sistema   Moda"   integra   competenze   specifiche
nell'ambito delle  diverse  realta'  ideativo-creative,  progettuali,
produttive  e  di  marketing  del  settore  tessile,   abbigliamento,
calzature e moda; presenta due articolazioni; 
-  "Tessile,  Abbigliamento  e  Moda",  per  l'approfondimento  delle
competenze che caratterizzano il profilo professionale  in  relazione
alle materie prime, ai prodotti e processi per  la  realizzazione  di
tessuti tradizionali e innovativi e di accessori moda; 
-  "Calzature  e  Moda",  che   approfondisce   le   competenze   che
caratterizzano il profilo professionale  in  relazione  alle  materie
prime, ai processi e prodotti per la realizzazione di calzature e  di
accessori moda. 
-  L'indirizzo  "Agraria,  Agroalimentare  e  Agroindustria"  integra
competenze nel campo della  organizzazione  e  della  gestione  delle
attivita' produttive, trasformative e valorizzative del settore,  con
attenzione alla qualita' dei prodotti e al rispetto  dell'ambiente  e
sugli aspetti relativi alla gestione del  territorio,  con  specifico
riguardo  agli  equilibri  ambientali  e  a  quelli  idrogeologici  e
paesaggistici; presenta tre articolazioni: 
-  "Produzioni  e  Trasformazioni",   per   l'approfondimento   delle
problematiche collegate all'organizzazione delle produzioni animali e
vegetali, alle trasformazioni e alla commercializzazione dei relativi
prodotti, all'utilizzazione delle biotecnologie; 
- "Gestione dell'ambiente e del  territorio",  che  approfondisce  le
problematiche della conservazione e tutela del patrimonio  ambientale
e le tematiche collegate alle operazioni di estimo e al genio rurale; 
- "Viticoltura  ed  enologia",  che  approfondisce  le  problematiche
collegate all'organizzazione specifica delle produzioni vitivinicole,
alle trasformazioni  e  commercializzazione  dei  relativi  prodotti,
all'utilizzazione delle biotecnologie. 
- L'indirizzo "Costruzioni, ambiente e territorio" integra competenze
nel campo dei materiali, delle macchine e dei dispositivi  utilizzati
nelle industrie delle costruzioni, nell'impiego degli  strumenti  per
il   rilievo,   nell'uso   degli   strumenti   informatici   per   la
rappresentazione grafica e per il calcolo, nella valutazione  tecnica
ed economica dei beni privati e  pubblici  e  nell'utilizzo  ottimale
delle  risorse  ambientali.  Approfondisce  competenze   grafiche   e
progettuali in  campo  edilizio,  nell'organizzazione  del  cantiere,
nella gestione degli impianti e  nel  rilievo  topografico.  Presenta
l'articolazione: 
- "Geotecnico", che approfondisce la  ricerca  e  sfruttamento  degli
idrocarburi, dei minerali  di  prima  e  seconda  categoria  e  delle
risorse idriche. In particolare,  tratta  dell'assistenza  tecnica  e
della direzione di lavori per le  operazioni  di  coltivazione  e  di
perforazione. 
 
 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico