Allegato 1 Prescrizioni - parte prima Raccomandazioni - seconda parte Prescrizioni - parte prima 1. Dovranno essere recepite le prescrizioni e le raccomandazioni gia' date dal CIPE con delibera n. 151 del 12 dicembre 2005 pertinenti il tratto in esame e non ottemperate con il presente progetto. 2. Il Proponente dovra' realizzare un sistema di monitoraggio finalizzato a che, durante l'esercizio dell'infrastruttura, con riferimento alla situazione a quel momento esistente conseguente alle azioni di cui alla programmazione regionale e statale in materia di qualita' dell'aria, sia periodicamente aggiornata la valutazione della qualita' dell'aria stessa sul territorio, in stretto coordinamento con la Regione, lo Stato, ISPRA e ARPAL. Durante la progettazione esecutiva dovra' essere stipulato un Protocollo Operativo tra Regione Lombardia, ARPA Lombardia e Proponente, per la pianificazione di tale azione, conformemente ad analoghi provvedimenti adottati su altre primarie arterie della rete stradale lombarda, in modo che sia integrata una rete di monitoraggio unitaria e coerente, Il Protocollo Operativo, in coerenza con quanto previsto dai Piani di Azione a breve termine previsti dall'art. 24 della Direttiva 2008/50/CE, dovra' anche contenere i provvedimenti efficaci per limitare e se necessario sospendere le attivita' che contribuiscono al rischio che i rispettivi valori limite, valori obiettivo e soglie di allarme di cui agli allegati VII, XI e XIV della Direttiva 2008/50/CE siano superati. Il Protocollo dovra' altresi' stabilire, per le rispettive competenze degli enti territoriali, gli interventi e le azioni da attuare per ridurre le emissioni inquinanti quando il sistema di monitoraggio afferente ai collegamenti stradali rilevi il superamento dei valori limite di cui all'allegato XI della Direttiva 2008/50/CE. I superamenti saranno riferiti alla misurazione della rete di rilevamento regionale, integrata per quanto necessario alla valutazione da un sistema di centraline dedicate i cui costi di acquisizione e messa in opera dovranno essere a carico del Proponente. Le attivita' di controllo e verifica dei dati provenienti dal sistema di rilevamento saranno gestite da ARPA Lombardia; il Proponente dovra' realizzare i sistemi di elaborazione e trasmissione-dati. Le relative forniture e impiantistiche saranno gestite, in conformita' a quanto previsto dal Protocollo, a cura e spese del Proponente o, successivamente, del Soggetto addetto alla manutenzione delle opere. 3. Per verificare la corretta esecuzione dei Piani di Monitoraggio Ambientale (PMA), con particolare riferimento alla gestione di specifiche criticita', alle modalita' di trattamento dei risultati del monitoraggio e alla divulgazione delle informazioni ambientali (audit pubblico) nonche' per , la risoluzione delle questioni puntuali richiamate nel presente parere dovra' essere istituito, come prescritto dal CIPE, l'Osservatorio/Tavolo ambientale nell'ambito del vigente Collegio di Vigilanza dell'Accordo di Programma sull'Accessibilita' alla Valtellina, relativo all'opera nel suo complesso, in accordo con l'attivita' della Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale VIA-VAS, che si avvalga del supporto tecnico di ARPA Lombardia, a cui affidare, a condizioni da definirsi e concordarsi, l'azione di audit pubblico nei confronti del soggetto incaricato dell'esecuzione del Piano di Monitoraggio Ambientale. Gli oneri per l'esecuzione dei rilievi, per la rendicontazione degli stessi, per la realizzazione di un sistema informativo per la gestione e l'accesso al pubblico dei risultati del monitoraggio, nonche' per la suddetta attivita' di' audit saranno a carico del soggetto attuatore. 4. Il PMAallegato al progetto esecutivo dovra' adeguarsi alle norme tecniche dell'allegato XXI del D.Lgs. 163/2006 e in particolare riguardo alla definizione delle soglie di attenzione e alle procedure di prevenzione e di risoluzione delle criticita' gia' individuate da tutti i Soggetti competenti o che emergeranno dalle ulteriori rilevazioni ante-operam. Dovranno altresi' essere giustificati, alla luce delle predette valutazioni, tutti i criteri di campionamento nello spazio e nel tempo, esplicitando le modellistiche ed evidenziando in particolare le situazioni di criticita' richiedenti misure piu' approfondite rispetto agli standard medi adottati. Mediante l'attuazione del piano di monitoraggio e biomonitoraggio dovranno fra l'altro essere approfondite le valutazioni circa la qualita' dell'aria post-operam nel comparto territoriale di riferimento di cui alla Prescrizione precedente. 5. Il PMAallegato al progetto esecutivo dovra' essere considerato unitariamente e coerentemente nel contesto del progetto dell'intero "Lotto 1- SS 38 - variante di Morbegno dallo svincolo di Fuentes alla svincolo del Tartano", con criteri tecnico- scientifici coerenti e modalita' di presentazione dei risultati sia disgiunte per gli Stralci sia organiche. 6. Con riferimento alla variante introdotta rispetto al progetto originario consistente nella riduzione della lunghezza della Galleria Paniga, e nella sua parziale sostituzione con un tratto all'aperto subito dopo l'abitato di Campovico, sia in fase di cantiere sia in esercizio si dovra' effettuare un accurato monitoraggio ambientale, con particolare riferimento alla qualita' dell'aria, in corrispondenza dell'area edificata prossima all'imbocco ovest della galleria Selva Piana, il Piano di monitoraggio ambientale (PMA) dovra' verificare in fase di esercizio dell'opera, con opportune campagne di rilevamento da estendersi sino a 12 mesi dall'entrata in esercizio, la congruenza dei livelli di qualita' dell'aria previsti nel SIA con gli effettivi livelli verificati, e predisporre le eventuali azioni tecniche di adeguamento degli impianti al fine del rispetto dei parametri di legge. 7. Dovra' essere modellizzata la concentrazione degli inquinanti in fase di cantiere, sulla base del dettaglio della cantierizzazione e delle fasi costruttive. 8. Al fine di scongiurare potenziali "effetti camino" in corrispondenza delle 2 gallerie naturali Selva Piana di 2740 m e Paniga di 2285 m dovranno essere realizzati sistemi di ventilazione forzata per entrambe le gallerie, garantendone il funzionamento ed il rispetto dei parametri ambientali previsti per legge sulla componente qualita' dell'aria, in relazione alle effettive situazioni di transito nelle fasi di massimo carico da e verso Sondrio. 9. Per quel che riguarda l'ambiente idrico, tenendo conto delle Normative vigenti al momento del progetto esecutivo, dovra' essere indicata su apposita cartografia l'ubicazione dei punti di campionamento e misura dei parametri sia qualitativi che quantitativi, completando le analisi del progetto definitivo e indicando i criteri tecnico- scientifici di scelta. 10. Per quel che riguarda la tutela del fiume Adda, nell'ambito del progetto del sistema di smaltimento dovra' essere valutato di sottoporre le acque di dilavamento ad un affinamento del trattamento, ad esempio mediante fitodepurazione, al fine di assicurare la salvaguardia degli ecosistemi acquatici conformemente agli obiettivi di qualita' fissati dalla Direttiva 2000/60/CEE (direttiva quadro nel settore delle risorse idriche). Preliminarmente alla progettazione dovra' essere effettuata una caratterizzazione e quantificazione dei carichi inquinanti potenziali da trattare. Il progetto dovra' prevedere un piano di manutenzione dell'impianto al fine di garantire nel tempo una buona efficienza nella rimozione degli inquinanti. 11. In merito all'area di deposito presso il cantiere 2, sara' da installare un accurato sistema drenante che garantisca il mantenimento delle caratteristiche geometriche (spessore) e idrauliche (portata specifica) sotto carichi prolungati nel tempo. 12. Prima del deposito definitivo i materiali di risulta dovranno essere sottoposti alle verifiche ed alle autorizzazioni previste dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.. 13. Nell'ambito delle relazioni tecniche di dettaglio da produrre, dovra' essere redatta un'analisi delle interferenze con il geosito "Conoide del Tartano", per prevedere eventuali interventi atti a mitigare gli impatti nei confronti del bene ambientale suddetto, anche connessi a potenziali riprese di flussi deiettivi soprattutto in occasione di eventi piovosi eccezionali e comunque alle condizioni piu' sfavorevoli prevedibili. 14. Scegliere l'utilizzo di ceppi autoctoni di origine certificata per le specie vegetali previste per gli interventi di mitigazione proposti ai fini di evitare l'inquinamento genetico della flora naturale presente. 15. Si dovra' fornire una descrizione dettagliata dello schema di monitoraggio ante e post-operam, incluse le specifiche temporali per i rilevamenti, il numero di sessioni per i campionamenti e la metodologia esatta prescelta tra quelle elencate per l'avifauna e la teriofauna. Inoltre si dovra' fornire un dettaglio del metodo di studio delle popolazioni che frequentano il Torrente Tovate. 16. Contestualizzare nel PMA la componente "Salute pubblica" prevedendo l'attualizzazione e l'integrazione dei dati del SIA, in modo da giustificare l'entita' e la natura dei monitoraggi anche sulla base di valutazioni epidemiologiche, precedendo le eventuali e opportune azioni mitigative sulle singole componenti ambientali interessate. 17. Indicare l'evoluzione prevedibile dell'incidentalita' sulla base della realizzazione della soluzione a semplice carreggiata - sez. tipo cat. C1 - con riconfigurazione del raccordo terminale est con l'attuale S.S. 38 rispetto alla previsione a doppia carreggiata come previsto nell'intervento originario. 18. Sviluppare uno studio previsionale dell'ambiente acustico stimando i possibili aumenti del traffico ad almeno quindici anni dall'entrata in esercizio della variante in oggetto e quindi dimensionando opportunamente gli eventuali interventi di mitigazione acustica. 19. Per le fasi di cantiere, individuare i ricettori puntuali impattati e dimensionare eventuali opere di mitigazione e/o giustificare eventuali deroghe dei superamenti previsti. 20. Corredare il progetto di elaborati per la verifica della continuita' dei percorsi di interesse paesaggistico esistenti. 21. I risultati dell'affinamento delle modellizzazioni di cui alle prescrizioni precedenti dovranno avere conseguenze critiche anche nell'elaborazione del PMA allegato al progetto esecutivo. 22. Il cronoprogramma di dettaglio allegato al progetto esecutivo dovra' tener conto di tutte le ulteriori condizioni al contorno accertate e prevedibili, anticipando ulteriormente, per quanto possibile, la realizzazione delle opere di mitigazione e compensazione ambientale. 23. Dovra' predisporsi quanto necessario per adottare, prima della data di consegna dei lavori, un sistema di gestione ambientale dei cantieri secondo i criteri di cui alla norma lSO 14001 o al sistema EMAS (Regolamento CEE 761/2001). 24. Sulla base degli aggiornamenti di cui alle prescrizioni precedenti, dovra' essere redatto un Piano particolareggiato della cantierizzazione che definisca l'approntamento, la viabilita',, la gestione, gli impatti (rumore, vibrazioni, polveri e gas di scarico, governo delle acque, impatti sugli ecosistemi all'intorno, salute dei lavoratori e delle popolazioni, anche con riferimento alle possibili sovrapposizioni degli effetti di altri cantieri eventualmente operativi in contemporanea), le mitigazioni e protezioni durante i lavori, i monitoraggi e- attraverso un dettagliato progetto di ripristino e riqualificazione -la sistemazione finale delle aree da utilizzare (anche con il ripristino della vegetazione esistente, ove presente). 25. Contemplare un eventuale affinamento progettuale per la salvaguardia della vegetazione in corrispondenza della linea di esproprio relativa ai mappali 169 e 171 del foglio 11, particellari 229-230, Cosio V. 26. In fase di progettazione esecutiva si dovra' prevedere una soluzione progettuale di illuminotecnica stradale finalizzata all'adozione di tecnologie alternative che garantiscano un effettivo risparmio energetico. 27. Dovranno essere rispettate le prescrizioni del Ministero per i beni e le attivita' culturali recepite nella Delibera CIPE n. 151/2005. 28. Le opere previste dovranno essere eseguite sotto la sorveglianza di ditta specializzata in scavi archeologici, sotto la direzione della soprintendenza archeologica della Lombardia, poiche' si evidenzia un rischio archeologico medio alto in considerazione che gli scavi saranno eseguiti in area nella quale vi sono notizie di ritrovamenti archeologici, non precisamente localizzati. 29. Dovra' essere concordato l'inizio dei lavori con Soprintendenza archeologica della Lombardia, per una migliore azione di tutela. 30. La ditta esecutrice dovra' essere chiamata dalla stazione appaltante al rispetto di quanto previsto dal D.Lgs 42/2004 in materia di ritrovamenti archeologici. 31. Per quanto riguarda il tratto in variante, visto l'incisivo impatto visuale prodotto dalle opere gli interventi di mitigazione dovranno consentire il mascheramento del tracciato stradale al fine di mantenere, per quanto possibile , le configurazioni paesaggistiche preesistenti, pertanto: a. si dovra' prevedere uno studio piu' approfondito per quanto riguarda l'integrazione delle previste opere d'arte nel contesto paesaggistico caratterizzato da un elevato livello di naturalita', evitando quanto piu' possibile un ulteriore impegno del territorio finalizzato al mascheramento del tracciato nel tratto da 15+700 al 16+000, con alberature e piantumazioni analoghe a quelle gia' presenti prevedendo la omogeneizzazione vegetazionale con la preesistente ed evitando diversificazioni d'assetto a verde;. b. dovra' essere evitata la realizzazione di elementi che possano enfatizzare l'intrusivita' della struttura prediligendo l'uso di essenze autoctone anche nella minimizzazione dell'impatto prodotto alle previste strutture verticali sottostanti la galleria; c. gli imbocchi delle gallerie dovranno seguire l'andamento del terreno; d. in fase di progettazione esecutiva, dovranno essere particolarmente curati l'inserimento ambientale e la qualita' progettuale delle opere d'arte da realizzarsi all'aperto (svincoli, ponti, viadotti e rilevati); in particolare per i ponti di attraversamento del fiume Adda (Cosio, Adda-Bitto, Adda); laddove tecnicamente possibile, si dovra' evitare di realizzare le pile in alveo e occorrera' elaborare ulteriori foto simulazioni che permettano di valutare l'inserimento paesaggistico delle opere stesse. 32. I passaggi per la fauna dovranno essere equipaggiati al loro esterno con essenze tali da ricreare una situazione il piu' possibile vicina alla naturalita'. 33. Dovranno determinarsi aree, anche lontane dall'intervento, che possono costituire percorsi privilegiati per la fauna verificando la possibilita' di incrementarne la vegetazione. A tal fine dovranno individuarsi terreni, strade rurali, macchie e siepi da recuperare ad una funzionalita' faunistica. Particolare attenzione dovra' essere posta al potenziamento della vegetazione riparia lungo l'Adda e lungo tutti i corsi d'acqua, canali e rogge interessati dal progetto. 34. In sede di progetto esecutivo dovra' essere valutato l'inserimento, mediante posa di scatolare, di idoneo attraversamento pedonale e ciclabile adeguatamente raccordato che permetta il permanere della possibilita' di percorrere la strada che verra' interrotta Cosio-Traona all'altezza del ponte sul fiume Adda; analoga richiesta viene avanzata anche per due ulteriori attraversamenti, uno tra pKm 10+500 e pkm 10+520 ed uno a pKm 11+700. 35. In sede di progetto esecutivo si richiede di prevedere, possibilmente in corrispondenza del rilevato stradale ubicato alla pkm 15+700 circa, adeguate piste di accesso alle gallerie finalizzate esclusivamente al transito dei mezzi di soccorso per le persone e per la rimozione dei mezzi incidentati. 36. In sede di progetto esecutivo in relazione alla particolare criticita' dell'attuale innesto della S.P. 16 (Orobica- Tartano) sulla S.S. 38, si chiede di valutare la possibilita' di realizzare un collegamento che, partendo dal tracciato della stessa Provinciale, si colleghi direttamente alla nuova rotonda in progetto in sostituzione del suddetto incrocio. In generale, in relazione al previsto incremento di traffico (in particolare pesante) lungo la viabilita' ordinaria in fase lavori, dovranno essere attentamente monitorati - al fine di intervenire tempestivamente con eventuali correttivi adeguati - le ripercussioni sulle condizioni locali di sicurezza della circolazione agli effetti di possibili incrementi dell'incidentalita' locale. Particolare attenzione andra' altresi' prestata - nell'ambito della minimizzazione degli impatti generati dalla fase di cantierizzazione sulla fruibilita' della rete viaria locale - alla necessita' di garantire anche in fase di esecuzione dei lavori la percorribilita' della S.P. 4 nel tratto intersecante il viadotto Adda - Bitto, al fine di ridurre e mitigare i disagi e le eventuali ripercussioni sulla viabilita' locale di collegamento tra il Comune di Morbegno e i comuni del versante retico. Si richiama infine, in via generale, l'obbligo di rispetto delle disposizioni di cui al D.P.R. n. 753/1980 in ordine agli aspetti di eventuale interferenza con la linea ferroviaria RFI Milano-Sondrio. 37. Tutti gli aspetti relativi al PMA (metodologie, parametri, localizzazione punti di misura, modalita' di trattamento dei dati e di interventi di risoluzione delle criticita') e le modalita' di ottemperanza alle suddette prescrizioni, dovranno essere concordati nel dettaglio con ARPA - sede centrale di Milano. Si ritiene inoltre necessario che l'attuazione del suddetto PMA venga raccordata con quello relativo al 1° stralcio con particolare riguardo anche alle prescrizioni non ancora ottemperate. 38. Per verificare la corretta esecuzione dei PMA, con particolare riferimento alla gestione di specifiche criticita', alle modalita' di trattamento dei risultati del monitoraggio e alla divulgazione delle informazioni ambientali (audit pubblico) nonche' per la risoluzione delle questioni puntuali richiamate nel presente parere, dovra' essere istituito, come prescritto dal CIPE, l'Osservatorio/Tavolo ambientale nell'ambito del vigente Collegio di Vigilanza dell'Accordo di Programma sull'Accessibilita' alla Valtellina, relativo all'opera nel suo complesso, che si avvalga del supporto tecnico di ARPA Lombardia, a cui affidare, a condizioni da definirsi e concordarsi, l'azione di audit pubblico nei confronti del soggetto incaricato dell'esecuzione del PMA. Gli oneri per l'esecuzione dei rilievi, per la rendicontazione degli stessi, per la realizzazione di un sistema informativo per la gestione e l'accesso al pubblico dei risultati del monitoraggio, nonche' per la suddetta attivita' di audit saranno a carico del soggetto attuatore. 39. Il proponente dovra' comunque farsi carico delle eventuali azioni mitigative nel caso in cui i risultati del monitoraggio evidenziassero situazioni di criticita' o di superamento delle soglie fissate, indicando altresi' i tempi di attuazione delle misure mitigative e/o correttive. 40. Occorre altresi' che siano opportunamente approfonditi gli aspetti connessi al coordinamento dei due stralci funzionali e dei relativi Piani di Monitoraggio. 41. Dovra' essere posta la massima attenzione al ripristino del suolo agrario compromesso in fase di cantiere e alla creazione di fasce arbustive/arboree di raccordo con le superfici boscate idonee alla mitigazione dell'impatto dell'infrastruttura sul territorio agricolo (garantendo la ricostruzione della fertilita' iniziale). 42. Dovra' essere favorita la ricomposizione fondiaria tra le aziende agricole che verranno separate dalla costruzione della nuova strada con interventi mirati. Si dovra' inoltre provvedere a quantificare le superfici da disboscare e quindi a individuare le corrispettive superfici da rimboschire e recuperare e i siti dove effettuare le relative compensazioni in ottemperanza a quanto disposto dal Decreto Legislativo n. 227/2001 e dalla Delibera di Giunta Regionale n. 8/3002 del 27 luglio 2006. 43. L'intervento interessa aree a bosco e prato pertanto, nelle fasi di cantiere, sara' importante adottare idonee misure per il contenimento degli effetti di disturbo nei confronti degli ecosistemi e della componente faunistica, dovuto principalmente a rumori, polveri e vibrazioni. 44. Con riferimento alle aree identificate come "sensibili" dagli studi faunistici, dovra' definirsi un piano temporale delle opere che permetta di evitare, per quanto possibile, lo svolgimento dei lavori nel momento riproduttivo della fauna. 45. Per tutte le misure di mitigazione dovra' essere privilegiato l'utilizzo di specie autoctone la cui provenienza sia certificata, come ad esempio, per quanto riguarda le erbacee, con la certificazione del Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia. 46. In corrispondenza della galleria artificiale (pkm 15+374 / pkm 15+485), al fine di nascondere alla vista la "terra rinforzata con paramento a gabbioni" dovra' prevedersi, ove non gia' di progetto, la messa a dimora alla base delle opere, di essenze arboree con altezza adeguata, a pronto effetto con portamento fastigiata. A completamento si potrebbe considerare l'impiego di diverse soluzioni architettoniche, mediante il rivestimento con pietra locale. 47. Dovranno inserirsi ulteriori tombotti in particolare nei tratti di terrapieno estesi al fine di agevolare l'attraversamento della nuova sede stradale da parte della fauna. 48. La verifica di efficacia delle misure di mitigazione previste dal monitoraggio degli inquinanti prescritto dalla delibera CIPE n. 151/2005 dovra' essere condotta, in particolare, nei tratti interessati dal maggior traffico dovuto alla movimentazione dei materiali da costruzione, sia in fase di cantierizzazione che ad opera conclusa (dall'inizio dei lavori e fino ad un anno dopo la conclusione dei lavori stessi). Tale verifica dovra' essere estesa alle aree individuate per la localizzazione delle cave di prestito. 49. Il piano di monitoraggio dovra' prevedere la misura delle concentrazioni degli inquinanti - compreso il CO - all'interno e all'esterno delle gallerie in corrispondenza degli imbocchi e dei recettori; cio' anche al fine di verificare la necessita' di ulteriori interventi mitigativi quali l'adeguamento dei sistemi di ventilazione e aspirazione e l'installazione di idonei impianti di abbattimento delle emissioni. 50. Per la fase di costruzione, ai fini del contenimento delle emissioni di polveri, oltre le misure di mitigazione indicate nello studio e quelle previste dalla delibera CIPE n. 151/2005, devono essere attuati i seguenti interventi utili al contenimento ed all'abbattimento delle polveri derivanti dalla movimentazione d'inerti: a. impiego, ove possibile, di apparecchi di lavoro a basse emissioni (con motore elettrico); b. dotazione di filtri di abbattimento del particolato per le macchine di cantiere funzionanti con motore diesel e utilizzo di carburanti con basso tenore di zolfo (<50 ppm); c. rispetto del divieto di combustione all'aperto, come introdotto dalla D.G.R. 11 luglio 2008, n. 7635, ma esteso a tutto l'anno; d. bagnatura dei cumuli di inerti e delle piste di cantiere, umidificazione materiali di scavo, riduzione delle altezze di getto, schermatura con pannelli, copertura mezzi di trasporto, ecc.; e. programmazione ed ottimizzazione del traffico indotto (carichi e percorsi) nonche' adozione delle migliori tecnologie per contenere gli inquinanti emessi dai mezzi di cantiere. 51. In relazione alle situazioni di superamento dei limiti di rumore del DPR n. 142/2004 in facciata, dovra' essere verificata la possibilita' ovvero l'impossibilita' tecnica di conseguire il rispetto di tali limiti di rumore con ulteriori misure, rispetto a quelle gia' previste, di mitigazione alla sorgente o lungo il percorso di propagazione. Dovra' essere predisposta, al proposito, una apposita relazione di approfondimento che motivi in dettaglio, qualora effettivamente sussistesse, tale impossibilita' e giustifichi la necessita' di intervenire direttamente ai recettori. Qualora da tale relazione si accerti la possibilita' tecnica di intervenire con misure di mitigazione lungo la sorgente o sul percorso di propagazione che consentano il conseguimento del rispetto dei limiti di rumore in facciata del DPR 142/04, dovra' essere adeguato di conseguenza il progetto di tali mitigazioni. Qualora, invece, si determini che non e' possibile intervenire altrimenti che con fonoisolamento dei recettori, dovra' essere prodotta la documentazione di progettazione degli interventi di fonoisolamento diretto ai recettori che dimostri, ai fini della garanzia della risolutivita' dell'intervento al recettore, la fattibilita' tecnica di tali interventi in considerazione dei parametri di isolamento di facciata che e' necessario assicurare per rientrare nei limiti di rumore all'interno dell'ambiente abitativo stabiliti dal DPR n. 142/2004. Dovranno inoltre essere garantite, per i recettori presso i quali si intervenisse con interventi di fonoisolamento diretto, condizioni di raffrescamento e climatizzazione adeguate alla fruizione degli ambienti e compatibili con il benessere dei residenti. La relazione dovra' essere sottoposta alla valutazione dell'Osservatorio Ambientale di cui alle precedenti prescrizioni. 52. Il monitoraggio acustico post-operam, da avviarsi entro tre mesi dall'entrata in esercizio, ferme restando le valutazioni di ARPA circa l'adeguatezza della scelta dei punti e delle modalita' di misura, dovra' in particolare verificare il rispetto dei limiti di rumore e l'adeguatezza delle misure di mitigazione e consentire di individuarne e dimensionarne ulteriori che fossero necessarie per garantire il rispetto di detti limiti. Il programma di monitoraggio, con individuazione dei punti e delle modalita' di misura nonche' specificazione della durata complessiva del monitoraggio da determinarsi in funzione della complessita' e numerosita' delle rilevazioni fonometriche, dovra' essere sottoposto ad ARPA ed ai Comuni territorialmente competenti per le valutazioni di adeguatezza. In particolare si suggerisce di prevedere una stazione di misura in uno dei punti in cui l'attuale S.S. 38 attraversa l'abitato di Morbegno; il confronto delle misurazioni ante e post operam consentirebbe di verificare il miglioramento atteso. 53. Entro tre mesi dal termine del monitoraggio acustico post-operam dovra' essere predisposta ed inviata ad ARPA ed ai Comuni territorialmente competenti una relazione sugli esiti del monitoraggio riportante i livelli di rumore rilevati, la valutazione circa la loro conformita' ai limiti di rumore, l'indicazione degli eventuali ulteriori interventi che a seguito del monitoraggio risultassero necessari nonche' dei tempi della loro attuazione. 54. Lo scavo del tratto in galleria produrra' un notevole quantitativo di materiale che dovra' essere sottoposto ai test di cessione prima di poterne stabilire l'idoneo ed effettivo riutilizzo esterno al cantiere. E' bene ricordare che l'uso dei materiali da scavo, deve avvenire secondo le procedure dell'art. 23 del D. Lgs n. 4/2008 che modifica l'art.186 del precedente D.Lgs n. 152/2006. 55. Il materiale inerte dovra' essere depositato al di fuori delle aree di esondazione del Fiume Adda e dei corsi d'acqua presenti in zona, con modalita' tali da garantirne la stabilita' e soprattutto evitare il rischio di rimobilizzazione verso i corsi stessi. 56. Si dovra' aver cura che le lavorazioni svolte entro il cantiere non abbiano ad interagire con i suoli generando percolazioni e infiltrazioni di sostanze; dovranno essere previste apposite procedure di intervento urgente in caso di eventi accidentali. 57. Si dovranno prevedere adeguati interventi e dispositivi di protezione, nonche' sistemi di monitoraggio dei fenomeni di dissesto che potrebbero innescarsi anche a seguito delle tecniche di scavo e di demolizione delle rocce previste per la realizzazione delle gallerie. 58. Si dovranno prevedere i necessari interventi atti a prevenire i fenomeni che potrebbero interessare i centri abitati sul fondo valle attraverso l'utilizzo di dispositivi finalizzati a tutelarne la sicurezza. 59. Per quanto concerne le modalita' di gestione delle terre e delle rocce da scavo si sottolinea che, alla luce degli indirizzi della pianificazione regionale in materia di gestione dei rifiuti che prevedono la massimizzazione del recupero effettivo degli stessi in termini di materia ed energia, e' da privilegiarsi, ove possibile, l'utilizzo di materiali inerti da rifiuto rispetto all'uso di inerte proveniente da cave di prestito. 60. Nelle operazioni di cantiere e' necessario che i lavori in alveo siano eseguiti limitando il piu' possibile il rischio di presa in carico di materiali e sostanze e di eventuali contaminazioni delle acque (sversamento di olii ecc.) dovute all'utilizzo dei mezzi di cantiere ed a quelli di trasporto. Quest'ultima precauzione vale anche per la salvaguardia delle acque sotterranee. Una particolare attenzione andra' prestata al rischio di venute d'acqua durante lo scavo delle gallerie. 61. Il PMA dovra' consentire di valutare durante le diverse fasi di attivita' (ante-operam, corso d'opera, post-operam) la non compromissione del raggiungimento degli obiettivi di qualita' ambientale fissati per i corpi idrici significativi dal Piano di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) della Regione Lombardia (approvato con DGR n. 2244 del 29 marzo 2006), nonche' nel rispetto della Direttiva 2000/60/CE e nelle more dell'approvazione del Piano di Gestione ai sensi dell'art. 117 del D.Lgs n. 152/2006. 62. Il sistema di raccolta e separazione delle acque di prima pioggia deve essere opportunamente dimensionato; le vasche di raccolta delle acque meteoriche di prima pioggia, cosi' come definite dal Regolamento Regionale 24 marzo 2006 n. 4, comma 1, lettere c) e d) dell'articolo 3, devono servire anche per il contenimento di sversamenti incidentali e acque di spegnimento di incendi, che dovranno essere raccolte e tempestivamente smaltite come rifiuto. 63. Per quanto riguarda gli scarichi di acque reflue e quelli di acque di prima pioggia originati dai cantieri, tali scarichi dovranno essere conformi alle disposizioni di legge nazionali e regionali vigenti in materia (D.Lgs n. 152/2006, R.R. n. 3, del 24 marzo 2006, "Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione dell'articolo 52, comma 1, lettera a) della L.R. 12 dicembre 2003, n. 26" e R.R. n. 4, del 24 marzo 2006 "Disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, in attuazione dell'articolo 52, comma 1, lettera a) della L.R. 12 dicembre 2003, n. 26"). 64. Dovra' eseguirsi il censimento dei pozzi e delle sorgenti esistenti adibite a scopo idropotabile. Qualora dovessero accertarsi potenziali interferenze con la zona di rispetto di tali captazioni, dovranno adottarsi le misure di messa in sicurezza necessarie previste dalla normativa vigente (art. 94, D.Lgs n. 152/2006) al fine di tutelarne la risorsa. 65. Venga effettuata una preventiva opera di bonifica da ordigni bellici inesplosi (con particolare riferimento alla fase di ricerca, localizzazione e recupero) in conformita' con il Capitolato Speciale BCM del Ministero della Difesa Ed. 1984 e delle altre disposizioni in materia avvalendosi, ove necessario, dei competenti organi dell'Amministrazione Militare. Una copia del verbale di constatazione, approntato dall'Ente Militare competente per il territorio dovra' essere inviata anche al Comando Militare Esercito "Lombardia". 66. Per eventuali sottopassi di altezza inferiore a 5 metri venga osservato quanto disposto dal D.M. 4 maggio 1990, siano rispettate le disposizioni contenute nella circolare dello Stato Maggiore della Difesa. 67. Con riferimento ai rilevati stradali ubicati all'interno della fascia B e quindi in aree potenzialmente allagabili, dovra' essere valutata la necessita' di prevedere e mettere in opera ulteriori dispositivi per la protezione, ai fini della sicurezza, dei rilevati stessi. 68. Con riferimento alle opere provvisorie e provvisionali, per le quali e' stato assunto come valore della portata di progetto il valore al colmo della piena con tempo di ritorno di 20 anni, si osserva che, in base ai risultati delle verifiche idrauliche, la quota di piena al di sopra della quale devono emergere le isole necessarie per la realizzazione delle pile del viadotto Talamona assume il valore di 260,21 m.s.m., superiore a quello indicato nei disegni di progetto. Si dovra' pertanto far riferimento per le successive fasi di progettazione a tale valore. 69. Con riferimento alla proposta di sistemazione della confluenza del torrente Bitto, la valutazione dell'opportunita' della sistemazione e la valutazione tecnica sul progetto della stessa saranno espresse dall'Autorita' idraulica competente al riguardo, rispetto alla quale, l'Autorita' di bacino del fiume Po rimane a disposizione. Raccomandazioni - parte seconda 1. Si raccomanda di tenere in considerazione la Rete Ecologica Regionale (RER), alla quale e' stata riconosciuta la valenza di infrastruttura prioritaria per la Lombardia nell'ambito del Piano Territoriale Regionale approvato con DGR n. 6447 del 16 gennaio 2008. Con DGR n. 8/6415 del 27 dicembre 2007 la Giunta regionale ha approvato i criteri per l'interconnessione della RER con gli strumenti di pianificazione territoriale degli Enti locali e successivamente con DGR n. 8/8515 del 26 novembre 2008 sono state approvate le modalita' di attuazione della RER in raccordo con la programmazione degli enti locali con l'individuazione finale della rete in scala 1:25.000. E' interessato dall'infrastruttura il Corridoio primario del fiume Adda. 2. Si raccomanda l'opportunita' di fare riferimento al documento "Criteri ed indirizzi tecnico progettuali per il miglioramento del rapporto fra infrastrutture stradali ed ambiente naturale", recentemente realizzato nell'ambito di un progetto piu' ampio sullo studio interdisciplinare dei rapporti tra protezione della natura e infrastrutture di trasporto" ed approvato con decreto del Direttore Generale della Qualita' dell'ambiente regionale n. 4517 del 7 maggio 2007. 3. Si raccomanda di valutare, per le superfici delle gallerie, l'opportunita' di utilizzare vernici fotocatalitiche. 4. Si raccomanda attenzione al sistema delle sorgenti esistenti che potrebbe essere compromesso durante le operazioni di scavo delle gallerie e del cunicolo, attraverso un opportuno censimento e costante monitoraggio delle sorgenti in sito. 5. Si raccomanda di coinvolgere opportunamente le amministrazioni locali nelle scelte relative alle viabilita' di cantiere e nella definizione delle modalita' operative di mitigazione degli impatti. 6. Si raccomanda per gli aspetti relativi alla fase di cantiere di prendere a riferimento le linee guida "Grandi Opere" di cui alla DGR n. VIII/489 del 4 agosto 2005.