(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
Prescrizioni - parte prima 
Raccomandazioni - seconda parte 
 
                     Prescrizioni - parte prima 
 
1. Dovranno essere recepite le prescrizioni e le raccomandazioni gia'
    date dal CIPE con delibera n. 151 del 12 dicembre 2005 pertinenti
    il tratto in esame e non ottemperate con il presente progetto. 
2. Il  Proponente  dovra'  realizzare  un  sistema  di   monitoraggio
    finalizzato a che, durante l'esercizio  dell'infrastruttura,  con
    riferimento alla situazione a quel momento esistente  conseguente
    alle azioni di cui alla programmazione  regionale  e  statale  in
    materia di qualita' dell'aria, sia periodicamente  aggiornata  la
    valutazione della qualita' dell'aria stessa  sul  territorio,  in
    stretto coordinamento con la Regione, lo Stato,  ISPRA  e  ARPAL.
    Durante la progettazione esecutiva  dovra'  essere  stipulato  un
    Protocollo Operativo tra  Regione  Lombardia,  ARPA  Lombardia  e
    Proponente, per la pianificazione di tale  azione,  conformemente
    ad analoghi provvedimenti  adottati  su  altre  primarie  arterie
    della rete stradale lombarda, in modo che sia integrata una  rete
    di monitoraggio unitaria e coerente, Il Protocollo Operativo,  in
    coerenza con quanto previsto dai Piani di Azione a breve  termine
    previsti dall'art. 24 della Direttiva  2008/50/CE,  dovra'  anche
    contenere i provvedimenti efficaci per limitare e  se  necessario
    sospendere le attivita'  che  contribuiscono  al  rischio  che  i
    rispettivi valori limite, valori obiettivo e soglie di allarme di
    cui agli allegati VII, XI e XIV della Direttiva 2008/50/CE  siano
    superati.  Il  Protocollo  dovra'  altresi'  stabilire,  per   le
    rispettive competenze degli enti territoriali, gli  interventi  e
    le azioni da attuare per ridurre le emissioni  inquinanti  quando
    il sistema di monitoraggio  afferente  ai  collegamenti  stradali
    rilevi il superamento dei valori limite di  cui  all'allegato  XI
    della Direttiva 2008/50/CE. I superamenti saranno  riferiti  alla
    misurazione della rete di rilevamento  regionale,  integrata  per
    quanto necessario alla valutazione da un  sistema  di  centraline
    dedicate i cui costi di acquisizione e messa  in  opera  dovranno
    essere a carico del  Proponente.  Le  attivita'  di  controllo  e
    verifica dei dati provenienti dal sistema di rilevamento  saranno
    gestite da ARPA Lombardia;  il  Proponente  dovra'  realizzare  i
    sistemi  di  elaborazione  e   trasmissione-dati.   Le   relative
    forniture e impiantistiche  saranno  gestite,  in  conformita'  a
    quanto previsto dal Protocollo, a cura e spese del Proponente  o,
    successivamente, del Soggetto  addetto  alla  manutenzione  delle
    opere. 
3. Per verificare la corretta esecuzione dei  Piani  di  Monitoraggio
    Ambientale (PMA), con particolare riferimento  alla  gestione  di
    specifiche  criticita',  alle  modalita'   di   trattamento   dei
    risultati del monitoraggio e alla divulgazione delle informazioni
    ambientali (audit pubblico) nonche' per ,  la  risoluzione  delle
    questioni puntuali richiamate nel presente parere  dovra'  essere
    istituito,  come  prescritto  dal   CIPE,   l'Osservatorio/Tavolo
    ambientale  nell'ambito  del  vigente   Collegio   di   Vigilanza
    dell'Accordo di Programma  sull'Accessibilita'  alla  Valtellina,
    relativo all'opera nel suo complesso, in accordo con  l'attivita'
    della Commissione Tecnica  di  Verifica  dell'Impatto  Ambientale
    VIA-VAS, che si avvalga del supporto tecnico di ARPA Lombardia, a
    cui affidare, a condizioni da definirsi e  concordarsi,  l'azione
    di  audit  pubblico  nei  confronti   del   soggetto   incaricato
    dell'esecuzione del Piano di Monitoraggio Ambientale.  Gli  oneri
    per  l'esecuzione  dei  rilievi,  per  la  rendicontazione  degli
    stessi, per la realizzazione di un  sistema  informativo  per  la
    gestione e l'accesso al pubblico dei risultati del  monitoraggio,
    nonche' per la suddetta attivita' di' audit saranno a carico  del
    soggetto attuatore. 
4. Il PMAallegato al progetto esecutivo dovra' adeguarsi  alle  norme
    tecniche dell'allegato XXI del D.Lgs. 163/2006 e  in  particolare
    riguardo alla definizione  delle  soglie  di  attenzione  e  alle
    procedure di prevenzione e di risoluzione delle  criticita'  gia'
    individuate da tutti i  Soggetti  competenti  o  che  emergeranno
    dalle ulteriori rilevazioni ante-operam. Dovranno altresi' essere
    giustificati, alla  luce  delle  predette  valutazioni,  tutti  i
    criteri di campionamento nello spazio e nel  tempo,  esplicitando
    le modellistiche ed evidenziando in particolare le situazioni  di
    criticita' richiedenti misure  piu'  approfondite  rispetto  agli
    standard  medi  adottati.  Mediante  l'attuazione  del  piano  di
    monitoraggio  e  biomonitoraggio  dovranno  fra  l'altro   essere
    approfondite  le  valutazioni   circa   la   qualita'   dell'aria
    post-operam nel comparto territoriale di riferimento di cui  alla
    Prescrizione precedente. 
5. Il PMAallegato al progetto  esecutivo  dovra'  essere  considerato
    unitariamente  e  coerentemente   nel   contesto   del   progetto
    dell'intero "Lotto 1- SS 38 - variante di Morbegno dallo svincolo
    di Fuentes alla  svincolo  del  Tartano",  con  criteri  tecnico-
    scientifici coerenti e modalita' di presentazione  dei  risultati
    sia disgiunte per gli Stralci sia organiche. 
6. Con riferimento alla  variante  introdotta  rispetto  al  progetto
    originario consistente  nella  riduzione  della  lunghezza  della
    Galleria Paniga, e nella sua parziale sostituzione con un  tratto
    all'aperto subito dopo l'abitato di Campovico,  sia  in  fase  di
    cantiere sia  in  esercizio  si  dovra'  effettuare  un  accurato
    monitoraggio  ambientale,  con   particolare   riferimento   alla
    qualita'  dell'aria,  in   corrispondenza   dell'area   edificata
    prossima all'imbocco ovest della galleria Selva Piana,  il  Piano
    di monitoraggio ambientale (PMA) dovra'  verificare  in  fase  di
    esercizio dell'opera, con opportune campagne  di  rilevamento  da
    estendersi  sino  a  12  mesi  dall'entrata  in   esercizio,   la
    congruenza dei livelli di qualita' dell'aria previsti nel SIA con
    gli effettivi livelli  verificati,  e  predisporre  le  eventuali
    azioni  tecniche  di  adeguamento  degli  impianti  al  fine  del
    rispetto dei parametri di legge. 
7. Dovra' essere modellizzata la concentrazione degli  inquinanti  in
    fase di cantiere, sulla base del dettaglio della cantierizzazione
    e delle fasi costruttive. 
8. Al  fine   di   scongiurare   potenziali   "effetti   camino"   in
    corrispondenza delle 2 gallerie naturali Selva Piana di 2740 m  e
    Paniga  di  2285  m  dovranno  essere   realizzati   sistemi   di
    ventilazione forzata per entrambe le  gallerie,  garantendone  il
    funzionamento ed il rispetto dei  parametri  ambientali  previsti
    per legge sulla componente qualita' dell'aria, in relazione  alle
    effettive situazioni di transito nelle fasi di massimo carico  da
    e verso Sondrio. 
9. Per quel che  riguarda  l'ambiente  idrico,  tenendo  conto  delle
    Normative vigenti  al  momento  del  progetto  esecutivo,  dovra'
    essere indicata su apposita cartografia l'ubicazione dei punti di
    campionamento  e  misura  dei  parametri  sia   qualitativi   che
    quantitativi, completando le analisi del  progetto  definitivo  e
    indicando i criteri tecnico- scientifici di scelta. 
10. Per quel che riguarda la tutela del fiume Adda,  nell'ambito  del
    progetto del sistema di smaltimento  dovra'  essere  valutato  di
    sottoporre  le  acque  di  dilavamento  ad  un  affinamento   del
    trattamento, ad esempio  mediante  fitodepurazione,  al  fine  di
    assicurare   la   salvaguardia   degli    ecosistemi    acquatici
    conformemente agli obiettivi di qualita' fissati dalla  Direttiva
    2000/60/CEE (direttiva quadro nel settore delle risorse idriche).
    Preliminarmente alla progettazione dovra' essere  effettuata  una
    caratterizzazione  e  quantificazione  dei   carichi   inquinanti
    potenziali da trattare. Il progetto dovra' prevedere un piano  di
    manutenzione dell'impianto al fine di  garantire  nel  tempo  una
    buona efficienza nella rimozione degli inquinanti. 
11. In merito all'area di deposito presso il  cantiere  2,  sara'  da
    installare  un  accurato  sistema  drenante  che  garantisca   il
    mantenimento  delle  caratteristiche  geometriche  (spessore)   e
    idrauliche  (portata  specifica)  sotto  carichi  prolungati  nel
    tempo. 
12. Prima del deposito definitivo i  materiali  di  risulta  dovranno
    essere sottoposti alle verifiche ed alle autorizzazioni  previste
    dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.. 
13. Nell'ambito delle relazioni tecniche di  dettaglio  da  produrre,
    dovra'  essere  redatta  un'analisi  delle  interferenze  con  il
    geosito "Conoide del Tartano", per prevedere eventuali interventi
    atti a mitigare gli impatti nei  confronti  del  bene  ambientale
    suddetto, anche connessi a potenziali riprese di flussi deiettivi
    soprattutto in occasione di eventi piovosi eccezionali e comunque
    alle condizioni piu' sfavorevoli prevedibili. 
14. Scegliere l'utilizzo di ceppi autoctoni  di  origine  certificata
    per le specie vegetali previste per gli interventi di mitigazione
    proposti ai fini di evitare l'inquinamento genetico  della  flora
    naturale presente. 
15. Si dovra' fornire una descrizione  dettagliata  dello  schema  di
    monitoraggio ante e post-operam, incluse le specifiche  temporali
    per i rilevamenti, il numero di sessioni per i campionamenti e la
    metodologia esatta prescelta tra quelle elencate per l'avifauna e
    la teriofauna. Inoltre si dovra' fornire un dettaglio del  metodo
    di studio delle popolazioni che frequentano il Torrente Tovate. 
16. Contestualizzare  nel  PMA  la   componente   "Salute   pubblica"
    prevedendo l'attualizzazione e l'integrazione dei dati  del  SIA,
    in modo da giustificare l'entita' e  la  natura  dei  monitoraggi
    anche sulla base di valutazioni  epidemiologiche,  precedendo  le
    eventuali e opportune azioni mitigative sulle singole  componenti
    ambientali interessate. 
17. Indicare l'evoluzione prevedibile dell'incidentalita' sulla  base
    della realizzazione della soluzione a semplice carreggiata - sez.
    tipo cat. C1 - con riconfigurazione del  raccordo  terminale  est
    con  l'attuale  S.S.  38  rispetto  alla  previsione   a   doppia
    carreggiata come previsto nell'intervento originario. 
18. Sviluppare  uno  studio   previsionale   dell'ambiente   acustico
    stimando i possibili aumenti del traffico ad almeno quindici anni
    dall'entrata in esercizio della  variante  in  oggetto  e  quindi
    dimensionando  opportunamente   gli   eventuali   interventi   di
    mitigazione acustica. 
19. Per  le  fasi  di  cantiere,  individuare  i  ricettori  puntuali
    impattati e  dimensionare  eventuali  opere  di  mitigazione  e/o
    giustificare eventuali deroghe dei superamenti previsti. 
20. Corredare  il  progetto  di  elaborati  per  la  verifica   della
    continuita' dei percorsi di interesse paesaggistico esistenti. 
21. I risultati dell'affinamento delle modellizzazioni  di  cui  alle
    prescrizioni precedenti dovranno avere conseguenze critiche anche
    nell'elaborazione del PMA allegato al progetto esecutivo. 
22. Il cronoprogramma di dettaglio  allegato  al  progetto  esecutivo
    dovra' tener conto di tutte le ulteriori condizioni  al  contorno
    accertate e prevedibili, anticipando  ulteriormente,  per  quanto
    possibile,  la  realizzazione  delle  opere  di   mitigazione   e
    compensazione ambientale. 
23. Dovra' predisporsi quanto necessario per  adottare,  prima  della
    data di consegna dei lavori, un sistema  di  gestione  ambientale
    dei cantieri secondo i criteri di cui alla norma lSO 14001  o  al
    sistema EMAS (Regolamento CEE 761/2001). 
24. Sulla  base  degli  aggiornamenti  di   cui   alle   prescrizioni
    precedenti, dovra'  essere  redatto  un  Piano  particolareggiato
    della  cantierizzazione   che   definisca   l'approntamento,   la
    viabilita',,  la  gestione,  gli  impatti  (rumore,   vibrazioni,
    polveri e gas di scarico,  governo  delle  acque,  impatti  sugli
    ecosistemi   all'intorno,   salute   dei   lavoratori   e   delle
    popolazioni, anche con riferimento alle possibili sovrapposizioni
    degli  effetti  di  altri  cantieri  eventualmente  operativi  in
    contemporanea), le mitigazioni e protezioni durante i  lavori,  i
    monitoraggi e- attraverso un dettagliato progetto di ripristino e
    riqualificazione -la sistemazione finale delle aree da utilizzare
    (anche  con  il  ripristino  della  vegetazione  esistente,   ove
    presente). 
25. Contemplare  un  eventuale   affinamento   progettuale   per   la
    salvaguardia della vegetazione in corrispondenza della  linea  di
    esproprio  relativa  ai  mappali  169  e  171  del   foglio   11,
    particellari 229-230, Cosio V. 
26. In fase  di  progettazione  esecutiva  si  dovra'  prevedere  una
    soluzione progettuale  di  illuminotecnica  stradale  finalizzata
    all'adozione  di  tecnologie  alternative  che  garantiscano   un
    effettivo risparmio energetico. 
27. Dovranno essere rispettate le prescrizioni del  Ministero  per  i
    beni e le attivita' culturali recepite  nella  Delibera  CIPE  n.
    151/2005. 
28. Le opere previste dovranno essere eseguite sotto la  sorveglianza
    di ditta specializzata in scavi archeologici, sotto la  direzione
    della soprintendenza archeologica  della  Lombardia,  poiche'  si
    evidenzia un rischio archeologico medio  alto  in  considerazione
    che gli scavi saranno  eseguiti  in  area  nella  quale  vi  sono
    notizie   di   ritrovamenti   archeologici,   non    precisamente
    localizzati. 
29. Dovra' essere concordato l'inizio dei lavori  con  Soprintendenza
    archeologica della Lombardia, per una migliore azione di tutela. 
30. La  ditta  esecutrice  dovra'  essere  chiamata  dalla   stazione
    appaltante al rispetto di quanto previsto dal  D.Lgs  42/2004  in
    materia di ritrovamenti archeologici. 
31. Per quanto riguarda  il  tratto  in  variante,  visto  l'incisivo
    impatto  visuale  prodotto  dalle   opere   gli   interventi   di
    mitigazione dovranno consentire il  mascheramento  del  tracciato
    stradale  al  fine  di  mantenere,  per  quanto  possibile  ,  le
    configurazioni paesaggistiche preesistenti, pertanto: 
a. si dovra'  prevedere  uno  studio  piu'  approfondito  per  quanto
       riguarda  l'integrazione  delle  previste  opere  d'arte   nel
       contesto paesaggistico caratterizzato da un elevato livello di
       naturalita',  evitando  quanto  piu'  possibile  un  ulteriore
       impegno  del  territorio  finalizzato  al  mascheramento   del
       tracciato nel tratto da 15+700 al  16+000,  con  alberature  e
       piantumazioni analoghe a quelle gia'  presenti  prevedendo  la
       omogeneizzazione vegetazionale con la preesistente ed evitando
       diversificazioni d'assetto a verde;. 
b. dovra' essere evitata la realizzazione  di  elementi  che  possano
       enfatizzare l'intrusivita' della struttura prediligendo  l'uso
       di essenze autoctone anche nella  minimizzazione  dell'impatto
       prodotto alle  previste  strutture  verticali  sottostanti  la
       galleria; 
c. gli imbocchi  delle  gallerie  dovranno  seguire  l'andamento  del
       terreno; 
d. in fase    di    progettazione    esecutiva,    dovranno    essere
       particolarmente curati l'inserimento ambientale e la  qualita'
       progettuale  delle  opere  d'arte  da  realizzarsi  all'aperto
       (svincoli, ponti, viadotti e rilevati); in particolare  per  i
       ponti di attraversamento del fiume  Adda  (Cosio,  Adda-Bitto,
       Adda); laddove tecnicamente possibile, si  dovra'  evitare  di
       realizzare le pile in alveo e occorrera'  elaborare  ulteriori
       foto simulazioni  che  permettano  di  valutare  l'inserimento
       paesaggistico delle opere stesse. 
32. I passaggi per la fauna  dovranno  essere  equipaggiati  al  loro
    esterno con essenze tali  da  ricreare  una  situazione  il  piu'
    possibile vicina alla naturalita'. 
33. Dovranno determinarsi aree, anche  lontane  dall'intervento,  che
    possono costituire percorsi privilegiati per la fauna verificando
    la possibilita' di  incrementarne  la  vegetazione.  A  tal  fine
    dovranno individuarsi terreni, strade rurali, macchie e siepi  da
    recuperare   ad   una   funzionalita'   faunistica.   Particolare
    attenzione dovra' essere posta al potenziamento della vegetazione
    riparia lungo l'Adda e lungo tutti  i  corsi  d'acqua,  canali  e
    rogge interessati dal progetto. 
34. In  sede   di   progetto   esecutivo   dovra'   essere   valutato
    l'inserimento,   mediante   posa   di   scatolare,   di    idoneo
    attraversamento pedonale e ciclabile adeguatamente raccordato che
    permetta il permanere della possibilita' di percorrere la  strada
    che verra' interrotta  Cosio-Traona  all'altezza  del  ponte  sul
    fiume Adda;  analoga  richiesta  viene  avanzata  anche  per  due
    ulteriori attraversamenti, uno tra pKm 10+500 e pkm 10+520 ed uno
    a pKm 11+700. 
35. In  sede  di  progetto  esecutivo  si  richiede   di   prevedere,
    possibilmente in corrispondenza  del  rilevato  stradale  ubicato
    alla pkm 15+700 circa, adeguate piste di  accesso  alle  gallerie
    finalizzate esclusivamente al transito dei mezzi di soccorso  per
    le persone e per la rimozione dei mezzi incidentati. 
36. In sede di  progetto  esecutivo  in  relazione  alla  particolare
    criticita' dell'attuale innesto della S.P. 16 (Orobica-  Tartano)
    sulla  S.S.  38,  si  chiede  di  valutare  la  possibilita'   di
    realizzare un collegamento  che,  partendo  dal  tracciato  della
    stessa Provinciale, si colleghi direttamente alla  nuova  rotonda
    in progetto in sostituzione del suddetto incrocio.  In  generale,
    in relazione al previsto incremento di traffico  (in  particolare
    pesante) lungo la viabilita' ordinaria in fase  lavori,  dovranno
    essere  attentamente  monitorati  -  al   fine   di   intervenire
    tempestivamente  con   eventuali   correttivi   adeguati   -   le
    ripercussioni  sulle  condizioni  locali   di   sicurezza   della
    circolazione    agli    effetti    di    possibili     incrementi
    dell'incidentalita'   locale.   Particolare   attenzione   andra'
    altresi'  prestata  -  nell'ambito  della  minimizzazione   degli
    impatti generati dalla fase di cantierizzazione sulla fruibilita'
    della rete viaria locale - alla necessita' di garantire anche  in
    fase di esecuzione dei lavori la percorribilita' della S.P. 4 nel
    tratto intersecante il viadotto Adda - Bitto, al fine di  ridurre
    e mitigare i disagi e le eventuali ripercussioni sulla viabilita'
    locale di collegamento tra il Comune di Morbegno e i  comuni  del
    versante retico. Si richiama infine, in via  generale,  l'obbligo
    di rispetto delle disposizioni di cui al D.P.R.  n.  753/1980  in
    ordine agli  aspetti  di  eventuale  interferenza  con  la  linea
    ferroviaria RFI Milano-Sondrio. 
37. Tutti  gli  aspetti  relativi  al  PMA  (metodologie,  parametri,
    localizzazione punti di misura, modalita' di trattamento dei dati
    e di interventi di risoluzione delle criticita') e  le  modalita'
    di  ottemperanza  alle  suddette  prescrizioni,  dovranno  essere
    concordati nel dettaglio con ARPA - sede centrale di  Milano.  Si
    ritiene inoltre necessario  che  l'attuazione  del  suddetto  PMA
    venga  raccordata  con  quello  relativo  al  1°   stralcio   con
    particolare  riguardo  anche   alle   prescrizioni   non   ancora
    ottemperate. 
38. Per verificare la corretta esecuzione dei  PMA,  con  particolare
    riferimento  alla  gestione  di   specifiche   criticita',   alle
    modalita' di trattamento dei risultati del  monitoraggio  e  alla
    divulgazione  delle  informazioni  ambientali  (audit   pubblico)
    nonche' per la risoluzione delle  questioni  puntuali  richiamate
    nel presente parere, dovra' essere istituito, come prescritto dal
    CIPE, l'Osservatorio/Tavolo ambientale  nell'ambito  del  vigente
    Collegio    di    Vigilanza     dell'Accordo     di     Programma
    sull'Accessibilita' alla Valtellina, relativo all'opera  nel  suo
    complesso, che si avvalga del supporto tecnico di ARPA Lombardia,
    a cui affidare, a condizioni da definirsi e concordarsi, l'azione
    di  audit  pubblico  nei  confronti   del   soggetto   incaricato
    dell'esecuzione del PMA. Gli oneri per l'esecuzione dei  rilievi,
    per la rendicontazione degli stessi, per la realizzazione  di  un
    sistema informativo per la gestione e l'accesso al  pubblico  dei
    risultati del monitoraggio, nonche' per la suddetta attivita'  di
    audit saranno a carico del soggetto attuatore. 
39. Il proponente dovra' comunque farsi carico delle eventuali azioni
    mitigative  nel  caso  in  cui  i  risultati   del   monitoraggio
    evidenziassero situazioni di criticita' o  di  superamento  delle
    soglie fissate, indicando altresi' i tempi  di  attuazione  delle
    misure mitigative e/o correttive. 
40. Occorre  altresi'  che  siano  opportunamente  approfonditi   gli
    aspetti connessi al coordinamento dei due  stralci  funzionali  e
    dei relativi Piani di Monitoraggio. 
41. Dovra' essere posta la massima attenzione al ripristino del suolo
    agrario compromesso in fase di cantiere e alla creazione di fasce
    arbustive/arboree di raccordo con  le  superfici  boscate  idonee
    alla mitigazione dell'impatto dell'infrastruttura sul  territorio
    agricolo (garantendo la ricostruzione della fertilita' iniziale). 
42. Dovra' essere favorita la ricomposizione fondiaria tra le aziende
    agricole che verranno  separate  dalla  costruzione  della  nuova
    strada con interventi mirati.  Si  dovra'  inoltre  provvedere  a
    quantificare le superfici da disboscare e quindi a individuare le
    corrispettive superfici da rimboschire e recuperare e i siti dove
    effettuare le relative compensazioni  in  ottemperanza  a  quanto
    disposto dal Decreto Legislativo n. 227/2001 e dalla Delibera  di
    Giunta Regionale n. 8/3002 del 27 luglio 2006. 
43. L'intervento interessa aree a bosco e prato pertanto, nelle  fasi
    di cantiere, sara'  importante  adottare  idonee  misure  per  il
    contenimento  degli  effetti  di  disturbo  nei  confronti  degli
    ecosistemi e della componente faunistica, dovuto principalmente a
    rumori, polveri e vibrazioni. 
44. Con riferimento alle aree  identificate  come  "sensibili"  dagli
    studi faunistici, dovra' definirsi un piano temporale delle opere
    che permetta di evitare, per quanto possibile, lo svolgimento dei
    lavori nel momento riproduttivo della fauna. 
45. Per tutte le misure di  mitigazione  dovra'  essere  privilegiato
    l'utilizzo  di  specie   autoctone   la   cui   provenienza   sia
    certificata, come ad esempio, per quanto riguarda le erbacee, con
    la  certificazione  del  Centro  Flora  Autoctona  della  Regione
    Lombardia. 
46. In corrispondenza della galleria artificiale (pkm  15+374  /  pkm
    15+485), al fine di nascondere alla vista  la  "terra  rinforzata
    con paramento a gabbioni" dovra'  prevedersi,  ove  non  gia'  di
    progetto, la messa a dimora alla base  delle  opere,  di  essenze
    arboree con altezza adeguata, a  pronto  effetto  con  portamento
    fastigiata. A completamento si potrebbe considerare l'impiego  di
    diverse soluzioni architettoniche, mediante il  rivestimento  con
    pietra locale. 
47. Dovranno inserirsi ulteriori tombotti in particolare  nei  tratti
    di terrapieno estesi al fine di agevolare l'attraversamento della
    nuova sede stradale da parte della fauna. 
48. La verifica di efficacia delle misure di mitigazione previste dal
    monitoraggio degli inquinanti prescritto dalla delibera  CIPE  n.
    151/2005 dovra'  essere  condotta,  in  particolare,  nei  tratti
    interessati dal maggior traffico dovuto alla  movimentazione  dei
    materiali da costruzione, sia in fase di cantierizzazione che  ad
    opera conclusa (dall'inizio dei lavori e fino ad un anno dopo  la
    conclusione dei  lavori  stessi).  Tale  verifica  dovra'  essere
    estesa alle aree individuate per la localizzazione delle cave  di
    prestito. 
49. Il  piano  di  monitoraggio  dovra'  prevedere  la  misura  delle
    concentrazioni degli inquinanti - compreso il CO - all'interno  e
    all'esterno delle gallerie in corrispondenza degli imbocchi e dei
    recettori; cio' anche al fine  di  verificare  la  necessita'  di
    ulteriori interventi mitigativi quali l'adeguamento  dei  sistemi
    di  ventilazione  e  aspirazione  e  l'installazione  di   idonei
    impianti di abbattimento delle emissioni. 
50. Per la fase  di  costruzione,  ai  fini  del  contenimento  delle
    emissioni di polveri, oltre le  misure  di  mitigazione  indicate
    nello studio e quelle previste dalla delibera CIPE  n.  151/2005,
    devono essere attuati i seguenti interventi utili al contenimento
    ed all'abbattimento delle polveri derivanti dalla  movimentazione
    d'inerti: 
a. impiego, ove possibile, di apparecchi di lavoro a basse  emissioni
       (con motore elettrico); 
b. dotazione  di  filtri  di  abbattimento  del  particolato  per  le
       macchine di cantiere funzionanti con motore diesel e  utilizzo
       di carburanti con basso tenore di zolfo (<50 ppm); 
c. rispetto del divieto di combustione  all'aperto,  come  introdotto
       dalla D.G.R. 11 luglio  2008,  n.  7635,  ma  esteso  a  tutto
       l'anno; 
d. bagnatura  dei  cumuli  di  inerti  e  delle  piste  di  cantiere,
       umidificazione materiali di scavo, riduzione delle altezze  di
       getto, schermatura con pannelli, copertura mezzi di trasporto,
       ecc.; 
e. programmazione ed ottimizzazione del traffico indotto  (carichi  e
       percorsi)  nonche'  adozione  delle  migliori  tecnologie  per
       contenere gli inquinanti emessi dai mezzi di cantiere. 
51. In relazione alle situazioni di superamento dei limiti di  rumore
    del DPR n. 142/2004 in  facciata,  dovra'  essere  verificata  la
    possibilita' ovvero l'impossibilita'  tecnica  di  conseguire  il
    rispetto di tali limiti di rumore con ulteriori misure,  rispetto
    a quelle gia' previste, di mitigazione alla sorgente o  lungo  il
    percorso  di  propagazione.   Dovra'   essere   predisposta,   al
    proposito, una apposita relazione di approfondimento  che  motivi
    in   dettaglio,   qualora   effettivamente   sussistesse,    tale
    impossibilita'  e  giustifichi  la  necessita'   di   intervenire
    direttamente ai recettori. Qualora da tale relazione  si  accerti
    la possibilita' tecnica di intervenire con misure di  mitigazione
    lungo la sorgente o sul percorso di propagazione  che  consentano
    il conseguimento del rispetto dei limiti di  rumore  in  facciata
    del DPR 142/04, dovra' essere adeguato di conseguenza il progetto
    di tali mitigazioni. Qualora, invece, si  determini  che  non  e'
    possibile  intervenire  altrimenti  che  con  fonoisolamento  dei
    recettori,  dovra'   essere   prodotta   la   documentazione   di
    progettazione  degli  interventi  di  fonoisolamento  diretto  ai
    recettori  che   dimostri,   ai   fini   della   garanzia   della
    risolutivita'  dell'intervento  al  recettore,  la   fattibilita'
    tecnica di tali interventi in  considerazione  dei  parametri  di
    isolamento di facciata che e' necessario assicurare per rientrare
    nei  limiti  di  rumore   all'interno   dell'ambiente   abitativo
    stabiliti dal DPR n. 142/2004. Dovranno inoltre essere garantite,
    per i recettori presso i quali si intervenisse con interventi  di
    fonoisolamento   diretto,   condizioni   di   raffrescamento    e
    climatizzazione  adeguate  alla  fruizione   degli   ambienti   e
    compatibili con il benessere dei residenti. La  relazione  dovra'
    essere sottoposta alla valutazione  dell'Osservatorio  Ambientale
    di cui alle precedenti prescrizioni. 
52. Il monitoraggio acustico post-operam, da avviarsi entro tre  mesi
    dall'entrata in esercizio, ferme restando le valutazioni di  ARPA
    circa l'adeguatezza della scelta dei punti e delle  modalita'  di
    misura, dovra' in particolare verificare il rispetto  dei  limiti
    di  rumore  e  l'adeguatezza  delle  misure  di   mitigazione   e
    consentire di individuarne e dimensionarne ulteriori che  fossero
    necessarie  per  garantire  il  rispetto  di  detti  limiti.   Il
    programma di monitoraggio, con individuazione dei punti  e  delle
    modalita'  di  misura   nonche'   specificazione   della   durata
    complessiva del monitoraggio da determinarsi  in  funzione  della
    complessita' e numerosita' delle rilevazioni fonometriche, dovra'
    essere  sottoposto  ad  ARPA  ed   ai   Comuni   territorialmente
    competenti per le valutazioni di adeguatezza. In  particolare  si
    suggerisce di prevedere una stazione di misura in uno  dei  punti
    in cui l'attuale S.S. 38 attraversa  l'abitato  di  Morbegno;  il
    confronto delle misurazioni ante e post operam  consentirebbe  di
    verificare il miglioramento atteso. 
53. Entro tre mesi dal termine del monitoraggio acustico  post-operam
    dovra' essere  predisposta  ed  inviata  ad  ARPA  ed  ai  Comuni
    territorialmente  competenti  una  relazione  sugli   esiti   del
    monitoraggio  riportante  i  livelli  di  rumore   rilevati,   la
    valutazione circa  la  loro  conformita'  ai  limiti  di  rumore,
    l'indicazione degli eventuali ulteriori interventi che a  seguito
    del monitoraggio risultassero necessari nonche' dei  tempi  della
    loro attuazione. 
54. Lo  scavo  del  tratto  in   galleria   produrra'   un   notevole
    quantitativo di materiale che dovra' essere sottoposto ai test di
    cessione  prima  di  poterne  stabilire  l'idoneo  ed   effettivo
    riutilizzo esterno al cantiere. E' bene ricordare che  l'uso  dei
    materiali da scavo, deve avvenire secondo le procedure  dell'art.
    23 del D. Lgs n. 4/2008 che  modifica  l'art.186  del  precedente
    D.Lgs n. 152/2006. 
55. Il materiale inerte dovra' essere depositato al  di  fuori  delle
    aree di esondazione del Fiume Adda e dei corsi  d'acqua  presenti
    in zona,  con  modalita'  tali  da  garantirne  la  stabilita'  e
    soprattutto evitare il rischio di rimobilizzazione verso i  corsi
    stessi. 
56. Si dovra' aver cura che le lavorazioni svolte entro  il  cantiere
    non abbiano ad interagire con i suoli  generando  percolazioni  e
    infiltrazioni di  sostanze;  dovranno  essere  previste  apposite
    procedure di intervento urgente in caso di eventi accidentali. 
57. Si  dovranno  prevedere  adeguati  interventi  e  dispositivi  di
    protezione, nonche'  sistemi  di  monitoraggio  dei  fenomeni  di
    dissesto che potrebbero innescarsi anche a seguito delle tecniche
    di  scavo  e  di  demolizione  delle  rocce   previste   per   la
    realizzazione delle gallerie. 
58. Si dovranno prevedere i necessari interventi atti a  prevenire  i
    fenomeni che potrebbero interessare i centri  abitati  sul  fondo
    valle  attraverso  l'utilizzo  di   dispositivi   finalizzati   a
    tutelarne la sicurezza. 
59. Per quanto concerne le modalita' di gestione delle terre e  delle
    rocce da scavo si sottolinea che, alla luce degli indirizzi della
    pianificazione regionale in materia di gestione dei  rifiuti  che
    prevedono la massimizzazione del recupero effettivo degli  stessi
    in termini di  materia  ed  energia,  e'  da  privilegiarsi,  ove
    possibile, l'utilizzo di materiali  inerti  da  rifiuto  rispetto
    all'uso di inerte proveniente da cave di prestito. 
60. Nelle operazioni di cantiere e' necessario che i lavori in  alveo
    siano eseguiti limitando il piu' possibile il rischio di presa in
    carico di materiali e  sostanze  e  di  eventuali  contaminazioni
    delle acque (sversamento di olii ecc.)  dovute  all'utilizzo  dei
    mezzi  di  cantiere  ed  a  quelli  di  trasporto.   Quest'ultima
    precauzione  vale  anche  per   la   salvaguardia   delle   acque
    sotterranee.  Una  particolare  attenzione  andra'  prestata   al
    rischio di venute d'acqua durante lo scavo delle gallerie. 
61. Il PMA dovra' consentire di valutare durante le diverse  fasi  di
    attivita'  (ante-operam,  corso  d'opera,  post-operam)  la   non
    compromissione del raggiungimento  degli  obiettivi  di  qualita'
    ambientale fissati per i corpi idrici significativi dal Piano  di
    Tutela  e  Uso  delle  Acque  (PTUA)  della   Regione   Lombardia
    (approvato con DGR n.  2244  del  29  marzo  2006),  nonche'  nel
    rispetto   della    Direttiva    2000/60/CE    e    nelle    more
    dell'approvazione del Piano di Gestione ai  sensi  dell'art.  117
    del D.Lgs n. 152/2006. 
62. Il sistema di raccolta e separazione delle acque di prima pioggia
    deve essere opportunamente dimensionato; le  vasche  di  raccolta
    delle acque meteoriche di prima pioggia, cosi' come definite  dal
    Regolamento Regionale 24 marzo 2006 n. 4, comma 1, lettere  c)  e
    d) dell'articolo 3, devono servire anche per il  contenimento  di
    sversamenti incidentali e acque di spegnimento  di  incendi,  che
    dovranno essere raccolte e tempestivamente smaltite come rifiuto. 
63. Per quanto riguarda gli scarichi di  acque  reflue  e  quelli  di
    acque di prima pioggia  originati  dai  cantieri,  tali  scarichi
    dovranno essere conformi alle disposizioni di legge  nazionali  e
    regionali vigenti in materia (D.Lgs n. 152/2006, R.R. n.  3,  del
    24 marzo 2006, "Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi
    di acque reflue domestiche e  di  reti  fognarie,  in  attuazione
    dell'articolo 52, comma 1, lettera  a)  della  L.R.  12  dicembre
    2003, n. 26" e R.R. n. 4, del 24  marzo  2006  "Disciplina  dello
    smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree
    esterne, in attuazione dell'articolo  52,  comma  1,  lettera  a)
    della L.R. 12 dicembre 2003, n. 26"). 
64. Dovra'  eseguirsi  il  censimento  dei  pozzi  e  delle  sorgenti
    esistenti  adibite  a  scopo  idropotabile.   Qualora   dovessero
    accertarsi potenziali interferenze con la  zona  di  rispetto  di
    tali  captazioni,  dovranno  adottarsi  le  misure  di  messa  in
    sicurezza necessarie previste dalla normativa vigente  (art.  94,
    D.Lgs n. 152/2006) al fine di tutelarne la risorsa. 
65. Venga effettuata una preventiva  opera  di  bonifica  da  ordigni
    bellici inesplosi  (con  particolare  riferimento  alla  fase  di
    ricerca,  localizzazione  e  recupero)  in  conformita'  con   il
    Capitolato Speciale BCM del Ministero della  Difesa  Ed.  1984  e
    delle altre disposizioni in materia avvalendosi, ove  necessario,
    dei competenti organi dell'Amministrazione  Militare.  Una  copia
    del  verbale  di  constatazione,  approntato  dall'Ente  Militare
    competente per il  territorio  dovra'  essere  inviata  anche  al
    Comando Militare Esercito "Lombardia". 
66. Per eventuali sottopassi di altezza inferiore  a  5  metri  venga
    osservato  quanto  disposto  dal  D.M.  4  maggio   1990,   siano
    rispettate le disposizioni contenute nella circolare dello  Stato
    Maggiore della Difesa. 
67. Con riferimento ai rilevati stradali  ubicati  all'interno  della
    fascia B e  quindi  in  aree  potenzialmente  allagabili,  dovra'
    essere valutata la necessita' di prevedere  e  mettere  in  opera
    ulteriori dispositivi per la protezione, ai fini della sicurezza,
    dei rilevati stessi. 
68. Con riferimento alle opere provvisorie e  provvisionali,  per  le
    quali e' stato assunto come valore della portata di  progetto  il
    valore al colmo della piena con tempo di ritorno di 20  anni,  si
    osserva che, in base ai risultati delle verifiche idrauliche,  la
    quota di piena al di sopra della quale devono emergere  le  isole
    necessarie per la realizzazione delle pile del viadotto  Talamona
    assume il valore di 260,21 m.s.m., superiore  a  quello  indicato
    nei disegni di progetto. Si dovra' pertanto far  riferimento  per
    le successive fasi di progettazione a tale valore. 
69. Con riferimento alla proposta di  sistemazione  della  confluenza
    del  torrente  Bitto,  la  valutazione  dell'opportunita'   della
    sistemazione e la valutazione tecnica sul progetto  della  stessa
    saranno espresse dall'Autorita' idraulica competente al riguardo,
    rispetto alla quale, l'Autorita' di bacino del fiume Po rimane  a
    disposizione. 
 
                   Raccomandazioni - parte seconda 
 
1. Si raccomanda  di  tenere  in  considerazione  la  Rete  Ecologica
    Regionale (RER), alla quale e' stata riconosciuta la  valenza  di
    infrastruttura prioritaria per la Lombardia nell'ambito del Piano
    Territoriale Regionale approvato con DGR n. 6447 del  16  gennaio
    2008. Con DGR n. 8/6415 del 27 dicembre 2007 la Giunta  regionale
    ha approvato i criteri per l'interconnessione della RER  con  gli
    strumenti di pianificazione  territoriale  degli  Enti  locali  e
    successivamente con DGR n. 8/8515 del 26 novembre 2008 sono state
    approvate le modalita' di attuazione della RER in raccordo con la
    programmazione degli  enti  locali  con  l'individuazione  finale
    della rete in scala 1:25.000. E' interessato  dall'infrastruttura
    il Corridoio primario del fiume Adda. 
2. Si raccomanda l'opportunita'  di  fare  riferimento  al  documento
    "Criteri ed indirizzi tecnico progettuali  per  il  miglioramento
    del rapporto fra infrastrutture stradali ed  ambiente  naturale",
    recentemente realizzato nell'ambito di  un  progetto  piu'  ampio
    sullo studio interdisciplinare dei rapporti tra protezione  della
    natura e infrastrutture di trasporto" ed  approvato  con  decreto
    del Direttore Generale della Qualita' dell'ambiente regionale  n.
    4517 del 7 maggio 2007. 
3. Si raccomanda  di  valutare,  per  le  superfici  delle  gallerie,
    l'opportunita' di utilizzare vernici fotocatalitiche. 
4. Si raccomanda attenzione al sistema delle sorgenti  esistenti  che
    potrebbe essere compromesso durante le operazioni di scavo  delle
    gallerie e del cunicolo, attraverso  un  opportuno  censimento  e
    costante monitoraggio delle sorgenti in sito. 
5. Si raccomanda di  coinvolgere  opportunamente  le  amministrazioni
    locali nelle scelte relative alle viabilita' di cantiere e  nella
    definizione  delle  modalita'  operative  di  mitigazione   degli
    impatti. 
6. Si raccomanda per gli aspetti relativi alla fase  di  cantiere  di
    prendere a riferimento le linee guida "Grandi Opere" di cui  alla
    DGR n. VIII/489 del 4 agosto 2005.