Art. 7. Legame con l'ambiente La zona geografica di produzione e' un'area omogenea sia dal punto di vista geografico che storico-culturale e coincide, sostanzialmente, con il territorio del Marchesato di Crotone, che sin dall'anno 1390 dell'era volgare identifica il territorio in questione. L'area di produzione e' caratterizzata dalle tipiche colline locali di argilla plioceniche del Crotonese e nella fascia montana confinante con la provincia di Crotone, che va dalla Sila Piccola alla Sila Grande. Quest'area geografica e' dal punto di vista fisico strettamente interconnessa, infatti gli altopiani silani sono in gran parte i pascoli naturali estivi per le greggi stanziate nelle colline comprese fra i monti in questione e il mar Jonio. La composizione floristica dei pascoli naturali e' composta prevalentemente da essenze vegetali fresche, quali: loglio, trifoglio, cicoria, sulla, erba medica di ecotipi locali. La specificita' del prodotto e' data essenzialmente dalla qualita' organolettica unica del formaggio, le cui caratteristiche sono ben definite e riconoscibili dagli esperti. Appena tagliata la forma, si avverte un odore lieve di latte di pecora legato armonicamente con altri odori suoi caratteristici, quali odore di fieno, erbe mature di campo, sentore di nocciola e di fumo. Nei formaggi a lunga stagionatura e' presente un leggerissimo retrogusto piccante. La caratteristica che lo contraddistingue e' l'armonicita' dell'aroma in tutte le sue componenti odorose, che si sommano senza una specifica dominanza o, al massimo, con una leggera dominanza del sentore di pecora. La consistenza in bocca e' scarsamente elastica; durante la masticazione si avvertono i granuli della struttura, che si sciolgono bene in bocca dopo un'accurata masticazione. Si avverte la presenza di grasso, ma non la sensazione di burrosita'. Per effetto della masticazione e del calore corporeo si ha la medesima impressione aromatica avuta al taglio, ma in forma piu' completa e marcata, soprattutto durante la deglutizione. A questo punto l'aroma tipico avvolge la bocca con una lunga e piacevole persistenza. Nella produzione del Pecorino Crotonese assume particolare rilevanza l'utilizzo di sieri innesti-lattoinnesti naturali provenienti ed esistenti nella zona di produzione, che crea un importante legame microbiologico con l'area di produzione e la tecnica di caseificazione, derivante dalla tradizione secolare locale dei mastri caporali/casari, fra i piu' bravi al mondo, dai quali anche deriva la reputazione del prodotto. Da secoli e' infatti l'unico prodotto caseario calabrese ad aver volumi utili all'esportazione extraregionale. Il Pecorino Crotonese e' un formaggio che rappresenta un elemento costitutivo dello spazio rurale identificato con l'area di produzione della DOP: le testimonianze della sua produzione sono molto antiche, gia' antecedenti il medioevo, ma documenti comprovanti l'esportazione risalgono al XVI secolo. Durante il Viceregno Austriaco (1707 - 1734) si assiste ad una massiccia esportazione di formaggio e all'inizio del gennaio 1712 a Napoli il reverendo Giacinto Tassone di Cutro, vende al mercante napoletano Aniello Montagna «200 cantara di formaggio Cotrone della presente stagione del corrente anno, non gonfio, ne tarlato, ne sboccato o serchiato».