(Relazione)
 

              Parte di provvedimento in formato grafico

 
 
             Prefettura Ufficio Territoriale del Governo 
                              di Napoli 
 
 
Prot. 21647/Area II/EE.LL.                      Napoli, 5 Aprile 2013 
 
 
                                        Al Sig. Ministro dell'Interno 
                                                      ROMA            
 
 
OGGETTO: Comune di GIUGLIANO (Na) (circa 118.000 abitanti) -        
         Relazione sull'esito degli accertamenti ispettivi          
         volti a verificare la sussistenza dei presupposti          
         per l'adozione del provvedimento di cui all'art.           
         143 del decreto legislativo n. 267/2000.                   
 
 
   Nell'ambito dell'attivita' di monitoraggio sulla  funzionalita'  e
la gestione amministrativa degli enti  locali  di  questa  provincia,
volta  ad  un'azione   mirata   di   prevenzione   di   fenomeni   di
condizionamento criminale degli organi elettivi, sono stati acquisiti
elementi  informativi  riguardanti  l'amministrazione   comunale   di
Giugliano in Campania (circa 118.000 abitanti), ritenuti  d'interesse
per le finalita' di prevenzione su accennate. 
   Gli  elementi  cognitivi  acquisiti  hanno  indotto   a   chiedere
l'esercizio dei poteri di accesso  ex  art.  1,  comma  4,  del  D.L.
629/1982 nei confronti di quel comune,  conferiti,  poi,  con  delega
ministeriale n. 17102/128/51(33)/ Uff.V del 19 settembre 2012. 
   Si e' proceduto,  quindi,  a  costituire,  con  decreto  n.  prot.
63060/Area II/EE.LL. del  28  settembre  2012,  apposita  Commissione
d'indagine per verificare la sussistenza di pericoli di infiltrazioni
e condizionamenti della criminalita'  organizzata  nell'ambito  della
gestione politico amministrativa  dell'Ente  in  questione,  ai  fini
dell'adozione  eventuale  del  provvedimento  sanzionatorio  previsto
dall'art.143 del D.Lgs. n.267/2000. 
   L'Organo ispettivo, insediatosi presso il citato comune in data 28
settembre 2012, in  relazione  alla  complessita'  dell'attivita'  di
accertamento, ha, poi, chiesto la proroga di ulteriori tre  mesi  del
termine  fissato  per  la  conclusione  degli  accertamenti;  proroga
concessa con successivo provvedimento n 63060/Area II/EE.LL.  del  14
dicembre 2012. 
   Non puo' tralasciarsi di evidenziare che il comune di Giugliano in
Campania era stato gia' oggetto di attivita' di accesso antimafia nel
2006, le cui  risultanze,  rassegnate  nel  2008,  non  determinarono
l'adozione del decreto di scioglimento per infiltrazioni  mafiose  di
quel Consiglio comunale essendo stati, nel frattempo,  rinnovati  gli
organi elettivi. 
   Al termine dell'attivita' svolta  dall'Organo  ispettivo,  che  ha
incentrato le verifiche sull'operato dell'amministrazione  in  carica
dall'aprile 2008, e' stata trasmessa a quest'ufficio una relazione in
data 20 marzo 2013. 
   Va soggiunto  che  a  seguito  dello  scioglimento  del  Consiglio
comunale di Giugliano in Campania, con d.p.r.  in  data  23  novembre
2012 omissis la gestione amministrativa dell'ente e' ora affidata  ad
un Commissario Straordinario. 
   Gli organi elettivi dell'Ente dovrebbero  essere  rinnovati  nelle
consultazioni elettorali amministrative previste per il prossimo mese
di maggio 2013, salvo diversa determinazione. 
   In  circa  sei  mesi  di  lavoro,  la  Commissione  ha   esaminato
provvedimenti   amministrativi    concernenti    tutta    l'attivita'
istituzionale del Comune di Giugliano  in  Campania  nel  quadriennio
2008-2012, analizzando le posizioni di amministratori dell'ente e  di
dipendenti comunali, compresi  quelli  delle  ditte  affidatarie  dei
servizi,  e  verificando  appalti  di  opere,  servizi   pubblici   e
contratti. In un piu' ampio contesto l'Organo ispettivo ha, altresi',
analizzato  i  provvedimenti  in  materia  di  emergenza  ambientale,
nonche' gli atti relativi ai concessionari delle aree  mercatali.  Il
predetto Organismo ha preso anche atto degli  elementi  investigativi
acquisiti nel corso delle diverse operazioni di  polizia  giudiziaria
contro la criminalita' organizzata che hanno riguardato il territorio
giuglianese,  effettuando  anche  12  audizioni  di  funzionari,   ex
amministratori comunali e di imprenditori. 
 
   INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONTESTO AMBIENTALE 
 
   Il  Comune  di  Giugliano  in  Campania  e'  situato  nella  parte
settentrionale della provincia di Napoli, a ridosso  della  provincia
di Caserta. I Comuni con i quali confina  appartengono,  infatti,  in
modo quasi paritario ai due citati contesti territoriali  (tra  i  15
Comuni confinanti, 8 sono casertani e 7 napoletani). 
   Con  i  suoi  attuali  118.821  abitanti  distribuiti   su   94,19
chilometri quadrati, Giugliano in Campania e' il terzo  Comune  della
Regione, dopo Napoli e Salerno. 
   Nell'ultimo ventennio si e' registrato  un  gigantesco  incremento
demografico  conosciuto  (nel  1981  la  popolazione  era  di  44.220
abitanti per, poi, giungere ai 118.000  attuali  abitanti  che  fanno
inserire Giugliano tra i primi 50 Comuni d'Italia per popolazione) al
quale si e' accompagnato un diffuso fenomeno di abusivismo edilizio. 
   L'economia giuglianese  si  fondava  tradizionalmente  su  di  una
estesa  base  agricola  imperniata  sul  cosiddetto  "sistema   delle
masserie" che ha  costituito,  per  circa  quattro  secoli,  la  leva
produttiva del territorio. 
   A  partire  dagli  anni  '50  del  secolo  scorso,  la  "vocazione
agricola" di  Giugliano  ha  cominciato  a  tramontare  a  causa  del
poderoso  processo  di   trasformazione   che,   peraltro,   l'intero
territorio nazionale ha conosciuto nel secondo dopoguerra. 
   Negli  anni  '80,  soprattutto  a   seguito   degli   eventi   che
accompagnarono il terremoto in Campania e Basilicata del 23  novembre
1980, l'area  di  Giugliano  in  Campania  ha  conosciuto  un  enorme
sviluppo degli insediamenti residenziali, sia legali che abusivi, cui
si  e'  coniugato  l'avvio   dell'esplosione   demografica   ed   una
proliferazione delle discariche, legali e abusive, per lo smaltimento
dei rifiuti solidi urbani. 
   Quest'ultimo fenomeno ha determinato un grave  degrado  ambientale
di vaste aree del territorio, che erano state  per  secoli  connotate
dalla vocazione agricola, ormai compromessa, creando in  tal  modo  i
presupposti per l'aggressione criminale del  territorio  giuglianese,
che e' diventato nel tempo un fertile "humus" per l'inasprimento  dei
condizionamenti da parte della criminalita' organizzata. 
   Ciononostante,  il  polo  ortofrutticolo  di  Giugliano   continua
tutt'oggi ad essere uno dei piu' grandi d'Italia. 
   La gestione delle attivita' correlate al mercato ortofrutticolo ha
formato oggetto di un'operazione di P.G. convenzionalmente denominata
"Sud Pontino" del novembre 2011. Nel corso  dell'inchiesta  e'  stata
ricostruita una  composita  associazione  per  delinquere  di  stampo
mafioso, di cui hanno fatto  parte  affiliati  al  clan  MALLARDO  di
Giugliano in Campania, al sodalizio dei LICCIARDI  di  Secondigliano,
al clan dei Casalesi - del gruppo SCHIAVONE -, ma anche  appartenenti
a "Cosa nostra catanese", alla nota  famiglia  RIINA  ed  alla  cosca
calabrese dei TRIPODO di Reggio Calabria.  Le  succitate  consorterie
criminali controllavano tutte  le  attivita'  del  Mercato,  partendo
dall'imposizione dei prezzi a livello locale, fino  al  trasporto  ed
alla distribuzione delle merci ed avevano assunto  il  monopolio  del
settore del trasporto su gomma dell'ortofrutta nei grandi mercati  di
distribuzione  della  Campania,  della  Sicilia  e  del  Lazio,   con
particolare riferimento al M.O.F. di Fondi (LT). 
   L'affievolimento  nel  tempo,  come   sopra   evidenziato,   della
tradizionale vocazione agricola dell'area giuglianese  ha  consentito
che  il  territorio  venisse  sfruttato  per  attivita'  di  illecito
smaltimento  di  sostanze  inquinanti  da  parte  della   consorterie
criminali nell'ambito delle c.d. "ecomafie". 
   Tale criticita' e' stata, peraltro,  evidenziata  da  parte  della
"Commissione parlamentare d'Inchiesta sul ciclo dei rifiuti  e  sulle
attivita' illecite ad esso connesse,  che  ha  effettuato,  altresi',
appositi sopralluoghi in quelle aree, interessate anche dal  fenomeno
delle c.d. "ecoballe". 
   La  compromissione  ambientale  che  contraddistingue   ormai   il
territorio giuglianese e che, negli ultimi tempi, e' stata ampiamente
documentata anche nella recentissima  "Relazione  territoriale  sugli
illeciti  connessi  al  ciclo  dei  rifiuti  tossici  nella   Regione
Campania"  predisposta  dalla  competente  Commissione   Parlamentare
d'Inchiesta della XVI legislatura, costituisce  ormai  fatto  notorio
alla pubblica opinione. 
   Il territorio del Comune di Giugliano in Campania  e'  ricompreso,
inoltre,  nella  c.d.  "terra  dei  fuochi",  una  vasta  area  della
provincia  di  Napoli,  che  abbraccia,  tra  l'altro,  i  comuni  di
Qualiano, Villaricca e Giugliano,  caratterizzata  dallo  sversamento
illegale di rifiuti, anche tossici, da parte della camorra. In  molti
casi, i cumuli di rifiuti, illegalmente riversati nelle  campagne,  o
ai margini delle strade, vengono incendiati dando luogo a roghi i cui
fumi  diffondono  sostanze  tossiche  nell'atmosfera  e  nelle  terre
circostanti. 
   Il  comprensorio  Giuglianese   e'   ritenuto,   altresi',   anche
l'epicentro  della  c.d.  «terra  dei  veleni".   Nell'ambito   della
operazione denominata "Green", cha  in  data  5.12.2012  e'  sfociata
nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal  Tribunale
di Napoli nei confronti del noto boss casalese BIDOGNETTI, e'  emerso
che il predetto capo-clan,  unitamente  ad  altre  persone,  creo'  e
diresse, tra la fine degli anni '80 e la prima meta' degli anni  '90,
omissis finalizzata a dare copertura formale  all'illegale  ciclo  di
smaltimento trans-regionale dei rifiuti, prevalentemente  provenienti
da produzioni industriali del  Nord  Italia,  gestito  in  regime  di
monopolio e fondato  sullo  sfruttamento  delle  discariche  site  in
Giugliano in Campania - localita' Scafarea - riconducibili a omissis.
Quest'ultimo e' stato arrestato il 4 gennaio 2006 in quanto  ritenuto
responsabile  del  reato  di  associazione  per  delinquere  di  tipo
mafioso, nonche' per  aver  realizzato  e  gestito  quattro  distinte
discariche, mai autorizzate per lo smaltimento di rifiuti pericolosi,
insistenti  nella  suddetta  localita'  "Scafarea"  del   Comune   di
Giugliano. 
   In questo contesto di degrado non possono non  citarsi,  altresi',
le  problematiche  di  compromissione  dell'ordine  e  la   sicurezza
pubblica, collegate alla situazione dei ROM (500/600 persone, tra cui
anche molti minori, provenienti principalmente dalla  ex  Jugoslavia,
insediatisi nella zona ASI in campi abusivi con  precarie  condizioni
igienico-sanitarie), che oltre a determinare un pesantissimo clima di
insicurezza e di sfiducia nelle Istituzioni da parte  dei  cittadini,
alimentano  un  fertile  humus  per  i  fenomeni  di  condizionamento
criminale della vita civile, economica e sociale giuglianese. 
   Non poche sono state, nel corso degli anni le problematiche legate
alla presenza nella zona di queste etnie per i fenomeni di razzie sul
territorio a danno della popolazione  residenziale,  gia'  fortemente
vessata dalla presenza delle agguerrite organizzazioni  camorristiche
locali. 
 
   SITUAZIONE STORICO - CRIMINALE 
 
   Il territorio di Giugliano in Campania, e'  contrassegnato  da  un
pluriennale     ed      incontrastato      predominio      esercitato
dall'organizzazione criminale facente capo alla famiglia MALLARDO. 
   L'organizzazione nasce, a cavallo tra gli anni settanta e ottanta,
con la figura di Francesco MALLARDO,  detto  Ciccio  e'  Carlantonio,
ritenuto il capo del clan alleato alla Nuova Famiglia e poi  ai  clan
LICCIARDI e CONTINI grazie al patto stretto tra i tre rispettivi boss
e battezzato col nome di Alleanza di Secondigliano. I capi storici, i
fratelli Giuseppe e Francesco MALLARDO, sono attualmente detenuti per
scontare la pena dell'ergastolo. 
   Negli anni il clan si e' consolidato sul territorio, mantenendo il
controllo delle attivita' estorsive e dei traffici di droga oltre  al
controllo di appalti pubblici, della produzione  del  calcestruzzo  e
delle transazioni immobiliari. Ha, inoltre, rafforzato i rapporti con
i clan LICCIARDI di Secondigliano (Napoli) e BIDOGNETTI di  Casal  di
Principe (Caserta). 
   Da  circa  vent'anni,  il  sodalizio  criminale  ha  assunto   una
posizione egemonica nel controllo di settori  strategici  dell'intero
territorio di Giugliano in Campania, ivi compresa la zona costiera di
Licola e Lago Patria, subentrando alle famiglie MAISTO,  D'ALTERIO  e
NAPPO da esso scompaginate. 
   Negli ultimi anni molteplici  operazioni  di  polizia  giudiziaria
hanno inferto  durissimi  colpi  al  clan  MALLARDO  e  le  complesse
indagini svolte hanno fatto emergere  un  quadro  della  criminalita'
organizzata giuglianese progressivamente delineatasi, nel corso degli
ultimi tre decenni,  come  un'organizzazione  che  ha  raggiunto  una
configurazione molto complessa, dotata di  una  strategia  aggressiva
che, a partire dal  territorio  di  Giugliano  e  rimanendo  comunque
radicata in esso, anche attraverso  stretti  rapporti  familiari  fra
imprenditori,  "colletti   bianchi"   locali   ed   esponenti   della
criminalita' organizzata, ha  esteso  le  sue  mire  espansionistiche
verso  nuovi  territori  tradizionalmente   estranei   alle   logiche
egemoniche della delinquenza organizzata. 
   Tra le  piu'  importanti  operazioni  di  polizia  giudiziaria  si
evidenzia l'Operazione "Eclisse" che ha  visto  coinvolti,  nell'anno
2008, omissis con l'accusa di concussione, corruzione, falso in  atto
pubblico ed associazione per delinquere. 
   Le cennate operazioni  di  polizia  giudiziaria  hanno  comportato
anche un rilevantissimo numero di sequestri di beni  ai  sensi  della
legislazione antimafia - riportati in un  prospetto  sinottico  dalla
Commissione - per un valore presunto di ben un miliardo e  settecento
milioni di euro  -  a  testimonianza  del  forte  impegno  repressivo
dispiegato dallo Stato. 
 
   SITUAZIONE POLITICA - ORGANI ELETTIVI 
 
   L'ultima  Amministrazione  Comunale  di  Giugliano   in   Campania
omissis.  Il  Consiglio  Comunale,  eletto  nella  medesima   tornata
elettorale, era  costituito  da  30  Consiglieri,  mentre  la  Giunta
Municipale era composta da 4 Assessori. 
   L'Organo ispettivo ha proceduto ad effettuare, con sistematicita',
verifiche approfondite sui precedenti penali degli amministratori  in
carica dal 2008 al 2012, alla cui analisi esaustiva - come  delineata
nella relazione rassegnata dalla  Commissione  di  accesso  -  si  fa
rinvio, riportando, di seguito, una sintesi di alcune  posizioni  che
per   la   Commissione   d'indagine   hanno    assunto    particolare
significativita' ai fini degli accertamenti demandati. 
   Omissis 
 
   STRUTTURA BUROCRATICA 
 
   La Commissione d'indagine ha, altresi', svolto un'analisi accurata
sulla struttura burocratica amministrativa  del  comune  provvedendo,
inoltre, ad effettuare, avvalendosi degli accertamenti delle Forze di
Polizia,  verifiche  accurate  sui  precedenti  penali  di  tutti   i
dipendenti comunali e delle  partecipate  ed,  in  proposito,  si  fa
rinvio alla relazione rassegnata dalla Commissione di accesso. 
   In tal modo l'Organo ispettivo ha potuto constatare che  oltre  il
30% del personale in  servizio  presso  il  Comune  di  Giugliano  in
Campania e' interessato da provvedimenti giudiziari o,  comunque,  da
segnalazioni  di  p.g..  Emergono,  inoltre,  anche   situazioni   di
parentela di dipendenti, non immuni da pregiudizi o segnalazioni, con
esponenti  di  vertice  del  clan  MALLARDO  e   frequentazioni   con
appartenenti alla criminalita' organizzata locale. omissis. 
   Ma la vicenda che, piu'  delle  altre,  ha  caratterizzato,  negli
ultimi anni, la posizione del personale del Comune  di  Giugliano  in
Campania  e'  stata  costituita  dall'operazione  omissis.  In   data
12.05.2008  sono  stati  tratti  in  arresto  dal  Commissariato   di
Giugliano in Campania il 20 maggio 2008, su esecuzione  di  ordinanza
di custodia  cautelare  omissis  per  i  reati  di  associazione  per
delinquere,  concussione  corruzione,  falsita'  in  atti   pubblici,
favoreggiamento omissis. Tale inchiesta giudiziaria ha fatto emergere
un insieme di fattispecie criminose  (concussione  o  corruzione  sui
cantieri  edilizi  abusivi  attraverso  un  controllo  capillare  del
territorio - analogo a quello delle organizzazioni camorristiche  nel
settore delle estorsioni - spesso coperto  perche'  svolto  in  abiti
borghesi per evitare problemi, espletato non per finalita' preventive
correlate ai compiti istituzionali, ma per esigenze di  arricchimento
personale e del  sodalizio).  Inoltre  gli  accertamenti  di  polizia
giudiziaria hanno evidenziato come  le  attivita'  di  controllo  del
territorio, da parte degli organi  e  degli  uffici  comunali,  siano
state svolte "non per espletare compiti d'istituto ma per localizzare
nuove opportunita' di reati". 
 
   ATTIVITA' E SERVIZI COMUNALI 
 
   La   Commissione   d'accesso,   attraverso   l'analisi   di   atti
amministrativi e tecnici, l'esame di  precedenti  penali  di  persone
fisiche e delle compagini delle persone  giuridiche  a  vario  titolo
entrate in relazioni con l'Amministrazione Comunale di  Giugliano  in
Campania, nonche' attraverso diverse audizioni effettuate dall'organo
ispettivo   con   ex   amministratori,   dirigenti,   funzionari   ed
imprenditori, ha posto in rilievo molteplici profili  di  criticita'.
Tali  elementi,  in  modo  alquanto  omogeneo,  pongono  in  luce  la
sussistenza di elementi oggettivi di evidente, attuale e  persistente
condizionamento delle attivita' e dei servizi  dell'ente  locale  per
effetto, in  via  diretta  ed  indiretta,  dell'operato  di  soggetti
riconducibili, anche organicamente, alle consorterie criminali. 
   Il predetto organismo ha, altresi', evidenziato come,  sebbene  la
linea strategica omissis ben diversa, invero, e' apparsa nei fatti la
realta', connotata da connivenze e condizionamenti intercorrenti  tra
l'Amministrazione comunale e la criminalita'. 
   A suffragio di quanto sopra  la  Commissione  ha  enucleato  dieci
aspetti che di seguito si vanno a riassumere. 
 
   A) Rapporti (parentele, frequentazioni  ed  intrecci  d'interessi)
fra  amministratori,  dipendenti  comunali,  imprenditori   edili   e
criminalita' organizzata. 
   Dalle numerose ordinanze di custodia cautelare adottate dalla  DDA
in  svariati  procedimenti  penali  a   carico   di   amministratori,
imprenditori. faccendieri, dipendenti comunali,  camorristi  operanti
sul  territorio  di  Giugliano  e  dagli  approfondimenti  settoriali
effettuati dalla Commissione, e' emerso un vero e  proprio  intreccio
sistematico di relazioni illecite. 
   Tale situazione viene emblematicamente  rilevata,  fra  le  altre,
dalla citata operazione di P.G. denominata "Eclisse" del 2008 che  ha
fatto emergere la sussistenza di una pluralita' di rapporti di natura
corruttiva, o comunque in generale di complicita', fra dipendenti del
Comune di Giugliano, soprattutto Vigili Urbani, ma  anche  dipendenti
di altri uffici comunali, ed alcuni grossi e medi imprenditori  della
zona  operanti  nel  settore  dell'edilizia  privata  in   confluenza
d'interessi con le consorterie criminali. Dalle attivita'  d'indagine
e' emersa una intensa rete di rapporti  di  natura  illecita  da  far
ritenere che, come osservato dall'A.G., "il fenomeno della corruzione
all'interno dei citati organi comunali abbia raggiunto un livello  di
diffusivita' talmente ampio da divenire estremamente  allarmante.  Al
di la' del numero e della gravita'  dei  singoli  episodi  delittuosi
emersi, dalle intercettazioni si evince  l'esistenza  di  un  sistema
endemico o generalizzata di corruzione e di  collusioni  tra  settori
del  mondo  dell'imprenditoria  edilizia,  gli  organismi   dell'ente
demandati al controllo delle attivita' urbanistiche sul territorio  e
qualche pericoloso legame con settori  di  criminalita'  organizzata.
Una vera e propria sistematica corruzione ambientale,  realizzata  in
forma organizzata a fini di lucro soprattutto (ma non solo) nel campo
della speculazione edilizia.". 
   Il medesimo fenomeno corruttivo e' stato accertato  da  ulteriori,
piu'  o  meno  coeve,  operazioni  di  P.G.  contro  la  criminalita'
organizzata giuglianese e, segnatamente, contro il clan MALLARDO (es.
Arcobaleno, Aquila Reale,  Puff  Village,  Feudo,  Caffe'  Macchiato,
Sfregio ecc.). 
   Anche  alla  luce  di  queste  indagini   e'   stata   riscontrata
l'utilizzazione da parte del  clan  MALLARDO  di  faccendieri,  quali
intermediari,  i  quali,   avvalendosi   della   loro   qualita'   di
professionisti  del   settore   (geometri,   ingegneri,   architetti,
commercialisti e quant'altro), hanno intrattenuto una fitta  rete  di
rapporti con i pubblici dipendenti indagati al  fine  di  curare  gli
"interessi" delle imprese di  riferimento  del  sodalizio  criminale.
Costoro, infatti, sono intervenuti a vario titolo in diverse pratiche
amministrative, che, formalmente,  provvedevano  a  presentare  o  ad
istruire presso i vari  uffici  del  Comune  (istanze  di  sanatoria,
richieste di rilascio di licenze edilizie, pratiche di  frazionamento
ecc.)  ovvero  in  altri  pubblici  uffici  (quali  le   istanze   di
dissequestro  degli  immobili  abusivi).  Inoltre,   avvalendosi   di
relazioni di vario genere, per lo piu' fondate su rapporti di  natura
corruttiva - e,  quindi,  ex  se  illeciti-  oppure  anche  meramente
amicali,  o,  ancora,  professionali  od  istituzionali,  venivano  a
costituire, in realta', un vero e proprio canale di congiunzione  fra
Amministrazione e mondo  imprenditoriale  giuglianese,  connotato  da
favori e privilegi. 
   Siffatta compromissione dell'imparzialita' e  del  buon  andamento
dell'azione amministrativa  dell'ente,  espressione  dell'alterazione
della corretta formazione della propria  volonta'  determinativa,  ha
causato ritardi ovvero omissioni nel rilevamento di abusi edilizi  (e
del connesso ritardato od omesso sequestro  del  manufatto),  nonche'
l'omessa denuncia degli autori della  violazione,  il  ritardo  nella
notifica di atti amministrativi di  natura  pregiudizievole  (es.  le
ordinanze di demolizione del manufatto abusivo) ed, in  alcuni  casi,
il rilascio di provvedimenti amministrativi  illegittimi  o  comunque
non altrimenti concedibili (permessi di costruire,  provvedimenti  di
sanatoria ecc.); il tutto finalizzato a poter  dare  illegittimamente
inizio, ovvero a poter  procedere  nella  realizzazione  di  immobili
abusivi. 
 
   B) Superficialita', anomalie e carenze nell'azione amministrativa. 
   La compromissione del buon andamento delle attivita' comunali, con
riflessi evidenti sul regolare svolgimento delle funzioni, fortemente
vulnerate  nei  procedimenti  di  formazione   delle   determinazioni
d'indirizzo  e  di  gestione,   e'   stata   riscontrata,   altresi',
dall'organo   ispettivo   in    molti    settori    comunali,    come
dettagliatamente  documentato  dalla  relazione   della   Commissione
d'indagine ed alle cui risultanze si fa rinvio. 
   Tali campi d'azione, peraltro, attengono  a  missioni  strategiche
proprie dell'ente locale, come la carente pianificazione territoriale
che  ha  agevolato  ogni  forma   di   aggressione   massiva   e   di
cementificazione selvaggia degli spazi, le  anomalie  in  materia  di
programmazione dei Lavori Pubblici e di gestione delle  procedure  di
appalto, le vistose lacune nella prevenzione, nel controllo  e  nella
repressione dell'abusivismo edilizio, le altrettanto vistose anomalie
registratesi nella gestione del Servizio Rifiuti  Solidi  Urbani,  le
"leggerezze" che hanno accompagnato l'adozione di  misure  inadeguate
per l'emergenza ambientale, la desolante anarchia in cui  versano  le
grandi strutture mercatali che dovrebbero invece  essere  un  polmone
economico per l'intera comunita'. 
   Tutto cio', dettagliatamente documentato nella relazione,  da'  il
senso  di  una  profonda  alterazione  della  volonta'  degli  organi
elettivi  "indotta"  dall'esterno,  considerato  che  in  ognuno  dei
succitati campi le operazioni  della  DDA  hanno  messo  in  luce  la
sussistenza di enormi interessi di vari soggetti  facenti  capo  alle
consorterie criminali. 
   Nel campo dei lavori e dei servizi pubblici,  in  particolare,  la
Commissione ha rilevato la significativa e  diffusa  applicazione  di
procedure  di  affidamento  diretto  o  al   piu'   negoziate   senza
pubblicazione di bando di gara, genericamente motivate da  un'estrema
urgenza ed indifferibilita' degli interventi non  compatibile  con  i
termini imposti dalla normativa per le procedure con pubblicazione di
un bando di gara. Dette motivazioni,  in  specie  per  i  servizi  di
manutenzione della rete stradale, della rete fognaria, degli impianti
di pubblica illuminazione, dei servizi  cimiteriali,  degli  immobili
comunali, prorogati  alle  medesime  ditte  periodicamente  nell'arco
dell'intero periodo 2008-2012, si pongono in assoluta  controtendenza
con i criteri ai quali deve informarsi  la  corretta  gestione  della
cosa pubblica. 
   Inoltre,  la  programmazione   delle   opere   pubbliche   si   e'
concretizzata sostanzialmente nella realizzazione di  sole  opere  di
manutenzione e non risulta in concreto ispirata da una seria politica
di  governance  del  territorio  orientata  al  soddisfacimento   dei
fabbisogni della collettivita' amministrata. 
   Cio' assume ancora maggior rilievo in  un  territorio  in  cui  la
criminalita' organizzata impone la propria "presenza"  attraverso  le
imprese di riferimento, come hanno dimostrato le numerose  operazioni
delle Forze di Polizia nel medesimo periodo  d'interesse,  che  hanno
coinvolto anche i  dipendenti  del  Comune,  evidenziando,  altresi',
intrecci  tra  numerose  ditte  appaltatrici,  subappaltatrici  e  le
consorterie criminali (come evincibile dalla lettura della  relazione
commissariale). 
   E' stato, inoltre, fatto rilevare  dall'organo  ispettivo  che  il
Comune di  Giugliano,  pur  avendo  aderito  in  data  28/08/2007  al
"Protocollo di legalita' sugli appalti", non ha aderito alla Stazione
Unica   Appaltante   (S.U.A.),   strumento   notoriamente   teso   ad
implementare   la   trasparenza   e   l'efficienza   della   pubblica
amministrazione ed al rafforzamento degli strumenti di  contrasto  ai
tentativi di condizionamento da  parte  dei  sodalizi  criminali  nei
confronti degli enti locali. Siffatta iniziativa, come  e'  noto,  si
inquadra nel contesto del protocollo d'intesa sullo "Sviluppo  locale
in sicurezza e legalita'", sottoscritto il 17/10/2008 tra  Prefettura
e  Unione  Industriale  di  Napoli   alla   presenza   del   Ministro
dell'Interno con  l'obiettivo  di  promuovere  e  attuare  interventi
idonei a creare condizioni di sicurezza  e  legalita'  favorevoli  al
rilancio dell'economia e  dell'immagine  della  realta'  territoriale
della provincia di Napoli. 
 
   C) Mancanza di un'aggiornata pianificazione urbanistica. 
   Allo stato, l'unico strumento urbanistico vigente  nel  Comune  di
Giugliano e' rappresentato dal  vecchio  Piano  Regolatore  Generale,
esecutivo dal 18/11/1985. 
   Si tratta  di  uno  strumento  obsoleto  che,  incapace  di  saper
cogliere le esigenze di  valorizzazione  delle  potenziali  vocazioni
peculiari locali (agricoltura rurale, archeologia,  natura,  turismo,
enogastronomica, ecc.),  non  e'  stato  in  grado  di  governare  lo
sviluppo del territorio ed ha contribuito a determinare  un  fenomeno
insediativo connotato da una forte spinta alla dispersione  (fenomeno
della  citta'  policentrica),  contraddistinta  anche   da   elevate,
incontrollate e diffuse azioni di abusivismo edilizio, favorendo,  di
contro  ed  in  maniera   sempre   piu'   marcata,   l'urbanizzazione
indiscriminata del territorio. 
   L'evidente inadeguatezza delle strategie di governo, non in  grado
di arginare la caoticita' in  essere,  ha  esaltato-  secondo  quanto
relazionato  dalla  Commissione-  la  carenza   della   politica   di
pianificazione adottata (sulla base delle quale doveva anche  calarsi
l'attivita' di vigilanza). 
   L'organo   ispettivo,   infatti,   ha    fatto    rilevare    come
l'Amministrazione abbia assunto in proposito solo una serie  di  atti
scollegati che  non  hanno  perseguito  una  effettiva  strategia  di
governance del territorio,  tale  da  mettere  ordine  in  una  terra
compromessa dall'abusivismo e dal degrado ambientale. 
 
   D) Abusivismo edilizio incontrollato. 
   L'abusivismo edilizio, nel Comune di Giugliano in Campania, occupa
un capitolo a se'  per  la  portata,  in  termini  quantitativi,  del
fenomeno le cui dimensioni vanno lette in stretta correlazione con il
gigantesco incremento demografico conosciuto  dal  Comune  a  partire
dagli anni '80 del secolo scorso. 
   Assume,  inoltre,  rilievo  sia   per   le   particolari   vicende
giudiziarie che hanno delineato gli interessi del clan  MALLARDO  nel
settore immobiliare (es. operazione  "Eclisse",  "Arcobaleno",  "Puff
Village",  "Aquila  Reale"  ecc.  dettagliatamente  analizzate  nella
relazione della Commissione cui si rinvia)  sia  per  il  continuo  e
costante reiterarsi dei riscontrati contatti che  hanno  legato,  nel
corso degli anni e  che  continuano  a  collegare,  politica  locale,
criminalita'  organizzata,  apparati   amministrativi   comunali   ed
imprenditoria edile in un quasi inestricabile groviglio di  relazioni
che ora la Magistratura e le Forze  dell'Ordine  hanno  cominciato  a
dipanare grazie alle richiamate inchieste. 
   La Commissione d'Indagine, attraverso le acquisizioni  documentali
ed i riscontri  ricevuti  dalle  Forze  di  Polizia  e  dagli  stessi
funzionari ed amministratori interpellati in sede  di  audizione,  ha
potuto  rilevare  una  carenza  pressoche'  totale  di  gestione  del
fenomeno in  un  territorio  che,  peraltro,  e'  contraddistinto  da
elevate, e diffuse azioni di abusivismo edilizio,  che  hanno  goduto
nel  tempo  di   inerzia   ed   inefficacia   repressiva   da   parte
dell'Amministrazione, deputata al controllo ed alla vigilanza. 
   Tutto cio' - si ribadisce - in un contesto caratterizzato  da  una
pluralita' di soggetti aventi  ruoli  comunque  tipici,  esecutivi  o
strumentali, all'interno di una fitta trama di rapporti  e  relazioni
reciproche, in un unicum finalizzato al malaffare. 
   Inoltre,  e'  stata  fatta  rilevare  dall'Organo  ispettivo   una
generale  paralisi  delle  attivita'  comunale   caratterizzata,   in
particolare, dalla modestissima  risoluzione  degli  arretrati  delle
pratiche di condono (rilasciate solo  2.360  pratiche  rispetto  alle
13.604 pratiche  arretrate)  e  dall'ancor  piu'  modesta  azione  di
repressione all'abusivismo edilizio (solo  74  autodemolizioni  e  27
demolizioni eseguite a fronte di circa 1.300 ordinanze di demolizione
emesse);  circostanza  che  evidenzia  la   sostanziale   disfunzione
complessiva dell'azione amministrativa in  un  settore  assolutamente
strategico per una realta' come quella di Giugliano in Campania. 
 
   E)  Anomalie  amministrative  nella  gestione  del   Servizio   di
Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani. 
   Dall'esame degli atti relativi ai  procedimenti  amministrativi  e
negoziali in materia di gestione  del  Servizio  di  Smaltimento  dei
Rifiuti  Solidi  Urbani  e  dei  riscontri  ricevuti  attraverso   le
audizioni da Parte della Commissione d'indagine dei Responsabili  del
Servizio  Ecologia  del   Comune   di   Giugliano   in   Campania   e
dell'Amministratore  Unico  omissis  e'  emersa,   secondo   l'Organo
ispettivo, una situazione a dir poco caotica. 
   Nel tempo  si  sono  susseguiti  affidamenti  e  proroghe,  in  un
andamento gestionale poco trasparente ed improduttivo, costellato  da
vistose carenze gestionali come, ad  esempio,  l'assoluta  crisi  nel
campo della raccolta differenziata le  cui  percentuali  di  raccolta
risultano, all'attualita', ancora di gran lunga  inferiori  a  quelle
previste dalla legislazione vigente. 
   In particolare, dall'analisi degli atti acquisiti, la  Commissione
ha constatato la mancanza, per  lunghi  periodi  temporali,  di  atti
contrattuali  di  affidamento  del  Servizio,  oscurita'  procedurali
dovute a mancanza  di  documentazione  disciplinanti  la  durata  del
rapporto e lo svolgimento effettivo del servizio stesso,  nonche'  il
mancato rinvenimento di atti relativi alla regolarita' amministrativa
e contabile di cui all'articolo 147 bis del Testo  Unico  degli  Enti
Locali  ed  alla   conformita'   della   prestazione   ai   requisiti
quantitativi e qualitativi e ai termini ed alle condizioni pattuite. 
   Tutto cio', ovviamente, si e' riverberato - secondo la Commissione
- in senso  sfavorevole  sul  regolare  svolgimento  del  Servizio  e
sull'efficacia dell'azione dell'ente in un settore  tanto  strategico
per un  territorio  che,  a  causa  delle  predette  disfunzioni,  si
presenta sempre piu' devastato. 
 
   F) Presenza della criminalita' organizzata nel settore dei rifiuti 
   Gli accertamenti svolti dall'Organo  ispettivo  hanno  evidenziato
come tra gli addetti al Servizio R.S.U. presso il Comune di Giugliano
sia  particolarmente  elevata  la  presenza  di  pregiudicati  e   di
pluripregiudicati che  rafforza  il  convincimento  della  subdola  e
strisciante ingerenza della criminalita' organizzata condizionante la
volonta' dell'ente. 
   Infatti, su 268 dipendenti, ben 115 soggetti risultano gravati  da
precedenti  penali,  per  lo  piu'  riconducibili  a  reati  di  tipo
ordinario.  Tra   costoro   vi   sono   anche   15   pregiudicati   o
pluripregiudicati gravati da precedenti per il reato di  associazione
per delinquere di stampo  mafioso.  Si  tratta  di  soggetti  che  in
diverse occasioni hanno posto in essere vere  e  proprie  aggressioni
nei confronti del Responsabile del Servizio Ecologia  del  Comune  di
Giugliano. Fra questi e' stato citato  dalla  Commissione  d'indagine
omissis. 
   La massiccia presenza di personaggi di tale risma, dunque, secondo
l'avviso dell'organo ispettivo,  sta  condizionando  notevolmente  lo
svolgimento  del  Servizio,  determinandone  profonde  alterazioni  e
condizionamenti. 
   Tali   condizionamenti   sembrano   destinati    addirittura    ad
appesantirsi,  laddove  si  consideri  che,   come   riferito   dalla
Commissione, omissis. 
   Al riguardo la Commissione ha citato il contenuto,  reso  pubblico
dall'A.G., di  una  conversazione  intercettata  tra  alcune  persone
ancora non identificate, dalla quale emerge  chiaramente  l'interesse
del clan alla gestione del servizio di Igiene Urbana di Giugliano. 
   Nell'intercettazione in parola vengono omissis con i quali, a dire
dall'interlocutore, ci sarebbe stato un contatto diretto. Alla  fine,
proprio il soggetto  intercettato  ha  affermato:  «...Eh,  mettetevi
d'accordo sopra a quel Comune, perche' ci sta il mangiare  per  tutti
quanti...». 
 
   G) Eccezionale gravita'  del  danno  ambientale  ed  inadeguatezza
degli interventi amministrativi. 
   Anche  nel  cruciale  e   delicatissimo   settore,   assolutamente
essenziale e strategico, come quello delle misure per contrastare  il
disastroso   avvelenamento   del   territorio   e    la    gravissima
compromissione  della  salute  e  delle  condizioni  di  vita   della
cittadinanza, la gestione amministrativa del Comune di  Giugliano  in
Campania - secondo quanto  evidenziato  dalla  Commissione  -  si  e'
dimostrata inadeguata in quanto non ha posto in essere le  necessarie
misure  contingibili  ed  urgenti;  il  tutto  sotto  la  spinta  dei
condizionamenti esercitati dalla criminalita' organizzata. 
   In tale ambito ha assunto significativa rilevanza la  gia'  citata
operazione della DDA denominata "Green" del  dicembre  2012,  che  ha
posto in luce la  gestione  diretta  da  parte  della  camorra  delle
discariche del giuglianese,  ove  sono  stati  sversati  illegalmente
rifiuti anche tossici. 
   Le attivita' giudiziarie sono state supportate  da  una  relazione
del CTU, disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli  e
conosciuta come omissis, che  ha  individuato  nel  territorio  della
Piana  Giuglianese,  e  soprattutto  in  quelle  parti  di  esso  ove
insistono discariche o ex discariche  (come  in  localita'  Scafarea,
area delle  ex  discariche  Resit,)  tutte  le  condizioni  richieste
dall'ordinamento penale  per  la  configurazione  del  reato  di  cui
all'articolo 434 del  C.  P.  (disastro  ambientale).  Il  consulente
dell'A.G.  ha  fatto  rilevare  in  particolare  che:«...  Il   danno
ambientale e' di eccezionale gravita' in quanto l'acqua (contaminata)
viene  fortemente  emunta  in  zona  per   l'attivita'   agricola   e
industriale ma anche  per  gli  scopi  alimentari  della  popolazione
residente nel comprensorio  e  alla  tipologia  di  rifiuti  in  esse
smaltiti, contaminazione in atto e risalente  gia'  all'inizio  delle
attivita' in questi luoghi  (anni  Settanta),  e  accelerata  da  vie
preferenziali quali pozzi disperdenti e  tufo  fratturato  alla  base
degli Invasi, a cui si aggiunge l'enorme mole di  percolato  presente
al fondo  degli  Invasi  Resit  (unici  indagati  con  strumentazione
geofisica) in accumulo per  l'impossibilita'  della  sua  estrazione,
permettendone un'infiltrazione prolungata nel tempo dal fondo e dalle
sponde degli Invasi...». 
   A fronte di quanto sopra l'Amministrazione Comunale  di  Giugliano
ha posto  in  essere  interventi  meramente  burocratici,  senza  mai
ricorrere all'esercizio dei poteri di  straordinarieta'  ed  urgenza,
richiesti dalla situazione. 
   Infatti, omissis pur avendo avuto notificata la omissis ha avviato
interventi  aventi  ad  oggetto  la  chiusura  dei  pozzi   acquiferi
insistenti in localita' Scafarea, presso le aree delle discariche  ex
Resit, con ordinanze di chiusura, apparentemente "ad horas",  ma  non
adottate con i poteri contingibili ed urgenti. Su tale ultimo aspetto
la Commissione ha avuto modo di riscontrare che le  citate  ordinanze
oltre ad essere state adottate con tempi del  tutto  inadeguati  alla
gravita' dell'emergenza, non risultano, per la stragrande maggioranza
dei casi, essere state effettivamente eseguite. 
   La Commissione  ha,  infatti,  accertato  che  i  sopralluoghi  di
controllo per  verificare  l'ottemperanza  all'ordine  dell'Autorita'
Comunale si sono limitati a pochissimi casi, evidenziando,  peraltro,
le relative  attivita'  di  controllo  non  sono  mai  avvenute  motu
proprio, ma sono state eseguite per sporadici casi solo dopo espressa
richiesta della  Procura  della  Repubblica  -  Sezione  Ambiente  al
Comando di Polizia Locale di Giugliano.  Escludendo,  quindi,  queste
ultime fattispecie, non e'  stata,  pertanto,  rinvenuta  dall'Organo
ispettivo  alcuna   documentazione   dalla   quale   poter   desumere
l'iniziativa autonoma dell'Amministrazione Comunale per verificare se
alle ordinanze di chiusura  dei  pozzi  inquinati  fosse  stata  data
ottemperanza. 
 
   H) Assenza dei controlli e gravi disfunzioni amministrative presso
il Mercato Ortofrutticolo. 
   Il Mercato Ortofrutticolo di Giugliano in Campania, sorto nel 1920
ad opera di alcuni commercianti locali e' il piu' grande in  Campania
e fra i primi in Italia, secondo solo a  quello  di  Milano.  Ha  una
superficie di duecentomila metri quadrati di cui  una  parte  coperta
con un movimento merci  di  un  milione  di  quintali  l'anno  e  con
cinquantaquattro commissionari, la maggior parte locali. 
   Anche in tale settore vitale per l'economia locale, la Commissione
d'Accesso ha evidenziato gli invasivi condizionamenti  da  parte  del
clan MALLARDO e le correlative inefficienze da parte del Comune nelle
attivita' di controllo. 
   Infatti, grazie all'operazione "Sud Pontino" del novembre 2011  e'
stata svelata una serie di  comportamenti  violenti  e  criminosi  in
danno delle attivita' mercatali e a tali  violente  sopraffazioni  ha
fatto da contraltare la piu' completa assenza di controlli  da  parte
del comune  di  Giugliano  che,  peraltro,  e'  l'ente  gestore  come
stabilito dal regolamento comunale. 
   La Commissione ha messo in  evidenza  l'assenza  di  controlli  da
parte della polizia annonaria; circostanza questa confermata,  anche,
in sede di audizione presso l'Organo ispettivo, omissis. 
   I predetti hanno riconosciuto che, nei confronti  delle  attivita'
mercatali non viene effettuato alcun tipo di  verifica,  soggiungendo
che  la  situazione   igienica   e'   fuori   norma   per   l'assenza
dell'autorizzazione sanitaria e che il traffico dei veicoli, i prezzi
e le aree del mercato vengono gestiti "autonomamente", e che  mancano
completamente figure istituzionali, quali il Direttore del Mercato di
nomina dell'ente gestore, il quale, in base al  Regolamento  (rimasto
inattuato)  dovrebbe  provvedere  a  sovraintendere  alle   attivita'
mercatali. 
   In conclusione la Commissione ha fatto  rilevare  che  anche  tale
settore - essenziale per l'economia agricola giuglianese -  presenta,
pertanto,   gravissime   criticita',   suffragate   dalle    indagini
giudiziarie, che hanno posto in evidenza  come  le  azioni  criminali
orientino le attivita' ed i servizi  comunali,  determinando  in  tal
modo  una  chiara  alterazione  della   formazione   della   volonta'
dell'istituzione pregiudicando, nel contempo, il  regolare  andamento
del Servizio Pubblico. 
 
   I) Profili omissivi nella gestione delle procedure disciplinari. 
   A  fronte  di  un  vastissimo  numero  di  situazioni   penalmente
rilevanti che hanno interessato il personale comunale  per  oltre  il
30%   dell'intera   dotazione   organica,    l'azione    disciplinare
dell'Amministrazione Comunale e' stata ben poco incisiva, secondo  la
Commissione, essendosi l'Ente  limitato,  nel  quadriennio  preso  in
esame, ad assumere provvedimenti  di  sospensione  dal  servizio  nei
confronti del solo personale  interessato  dall'operazione  "Eclisse"
del 2008 ed in pochissimi altri casi. 
   Dalle acquisizioni documentali  effettuate  dall'Organo  ispettivo
emerge,  infatti,  che  i  procedimenti  disciplinari,  nel   periodo
2008-2012, si sono limitati ai 28  dipendenti  coinvolti  nella  sola
operazione "Eclisse", a fronte di ben 79 di posizioni aventi  rilievo
penale, come accertate dalla Commissione, anche per gravi imputazioni
connesse ad operazioni giudiziarie svoltesi negli  anni  2006,  2008,
2009, 2010 e 2012. 
   Segnatamente ad  altri  5  procedimenti  disciplinari  sono  state
irrogate sanzioni alquanto lievi omissis. 
   Tale stato di cose- come sottolineato dalla Commissione- non  puo'
non contribuire al mantenimento di un diffuso clima consociativo che,
nel pregiudicare fortemente l'imparzialita',  la  trasparenza  ed  il
buon  andamento  dell'azione  dell'ente,  delinea  un   panorama   di
relazioni e complicita' avvalorate dall'accertata  sussistenza  delle
relazioni  fra  personale  del  Comune  e  soggetti  appartenenti  ai
sodalizi camorristici. 
 
   L) Aspetti nell'azione amministrativa comunale di sottovalutazione
della criminalita' organizzata giuglianese. 
   Ulteriore  elemento  di  criticita'  rilevato  dalla   Commissione
d'indagine  e'  costituito  dall'atteggiamento  minimalista,  che  ha
condotto  gli  organi  elettivi   dell'amministrazione   comunale   a
sottovalutare  il  problema  della   criminalita'   organizzata   sul
territorio  e,  conseguentemente,  ad  astenersi   dall'intraprendere
concludenti e significative iniziative. 
   Chiara conferma di tale posizione e'  stata  rilevata  dall'Organo
ispettivo  nella  totale  assenza  di  una  seria  riflessione  sulla
possibilita' che il Comune di Giugliano si costituisse  parte  civile
nei diversi procedimenti penali avviati a seguito delle operazioni di
polizia giudiziaria che hanno colpito gli esponenti  di  vertice  del
clan MALLARDO, come se la questione dovesse assumere per  gli  organi
elettivi un rilievo del tutto marginale e secondario. 
   Tale atteggiamento, peraltro, ha trovato conferma da  parte  della
Commissione  ispettiva  anche  dalla  lettura   dei   documenti   che
l'Amministrazione medesima ha ritenuto fondamentali per  lo  sviluppo
del territorio, come il Documento di Orientamento Strategico (DOS) in
cui le stesse parole 'criminalita' organizzata', 'camorra'  ecc.  non
compaiono mai, nemmeno per indicare la possibilita' di  intraprendere
nel futuro possibili nuovi percorsi. 
   In tal modo e'  stato  fortemente  vulnerato,  secondo  la  citata
Commissione, il corretto rapporto di fiducia rappresentativa  di  una
comunita' vessata dalla forza intimidatrice della camorra locale, con
indubbia alterazione  di  processi  di  formazione  di  volonta'  del
soggetto rappresentativo che, di contro, dovrebbero  essere  condotti
in piena e libera autodeterminazione. 
   E' appena il caso di rilevare che,  sull'argomento  in  questione,
gli organi elettivi si sono  mostrati  arretrati  anche  rispetto  ad
altre parti della societa' civile  giuglianese,  che,  invero,  hanno
concretamente agito di conseguenza,  costituendosi  parte  civile  in
importanti processi contro i clan giuglianesi. 
 
   CONCLUSIONI 
 
   Le risultanze degli accertamenti ispettivi sin qui riassunti hanno
consentito all'Organo ispettivo di individuare  molteplici  punti  di
crisi, che assumono tratti di concretezza, rilevanza ed univocita' in
quanto  desunti  dall'approfondito  e  puntuale  esame  analitico  di
specifiche documentazioni concernenti provvedimenti amministrativi  e
dall'esame della posizione di amministratori e  del  personale  sulla
base  di  atti  di  polizia.  Tali  concreti  elementi  confluiscono,
univocamente,  sul   condizionamento   operato   dalla   criminalita'
organizzata sulla struttura politico/burocratica dell'Ente. 
   Gli esiti degli accertamenti svolti dalla  Commissione  d'indagine
sono stati oggetto di approfondimento nella seduta omissis 
   In tale contesto, tenuto conto delle risultanze  rassegnate  dalla
Commissione d'indagine e del ruolo esercitato dal clan  Mallardo  sul
territorio, e' stata pienamente condivisa dai presenti la  necessita'
dell'adozione della misura di rigore  finalizzata  allo  scioglimento
degli  organi  elettivi  del  comune  di  Giugliano,  in  quanto   le
intromissioni della  criminalita'  organizzata  appaiono  radicali  e
ramificate  e  tali  da  non  risultare  contrastabili  se  non   con
l'adozione di misure straordinarie. 
   Pertanto, in conformita' con il parere espresso omissis si propone
lo scioglimento del Consiglio comunale di  Giugliano  (Na)  ai  sensi
dell'art. 143 del d.lgs.  n.  267/2000,  come  modificato  con  legge
15.7.2009 n. 94, tenuto conto, altresi', che il cennato provvedimento
dissolutorio, ai sensi del comma 13 del riformulato  art.  143,  puo'
intervenire, come nel caso del predetto Comune,  ancorche'  ricorrano
le situazioni previste dall'art.141 del menzionato TUEL. 
 
 
 
                             IL PREFETTO 
                             (Musolino) 
 
 

              Parte di provvedimento in formato grafico