Allegato 1 AUTOSTRADA A31 VALDASTICO NORD 1° LOTTO FUNZIONALE PIOVENE ROCCHETTE - VALLE DELL'ASTICO PRESCRIZIONI - PARTE PRIMA Prescrizioni - tecnico in fase progettuale 1. Sviluppare la soluzione progettuale di cui ai tracciati contenuti nella documentazione integrativa e denominati Alternativa 1 "Cogollo del Cengio", Opzione A, Alternativa 2 "Pedemonte". 2. Dare la preferenza per il viadotto Piovene alla soluzione ad arco o a cavalletto in unica campata in sostituzione del previsto ponte a travi orizzontali e pile verticali, per un migliore inserimento dell'intervento oltre che il rispetto degli obiettivi di qualita' paesaggistica previsti nell'Atlante ricognitivo degli ambiti di paesaggio dei nuovo PTRC della Regione Veneto. 3. Definire in modo puntuale le opere idrauliche, il loro dimensionamento, modalita' di rilascio delle acque della piattaforma stradale e le misure di salvaguardia e compensative nella rete idrografica dell'Astico in accordo con la competente Direzione Regionale Difesa del Suolo, in merito alla compatibilita' idraulica di cui alla D.G.R.V. n.2948/2009 (con tempi di ritorno non inferiori a 50 anni), e predisporre adeguati sistemi di controllo in corrispondenza degli scarichi nella rete pubblica. 4. Verificare attentamente, lungo le fasce interessate dai tracciati in galleria naturale, la stabilita' delle scarpate agli imbocchi principali e quelle soprastanti le vallette laterali, in ordine ad eventuali frane di crollo o altri fenomeni di origine gravitativa, prevedendo e predisponendo opere di disgaggio e di stabilizzazione ed eventuali monitoraggi. 5. In sede di progettazione definitiva dovra' altresi' essere approfondita l'alternativa piano altimetrica di cui alla delibera del Consiglio Comunale di Valdastico n. 43 del 13/11/2012, cosi' come riportato nel verbale in data 15/11/2012, allegato al presente provvedimento, al fine di verificarne la concreta fattibilita' sotto il profilo tecnico ed idrogeologico nonche' i relativi impatti. 6. Nello sviluppo progettuale della Alternativa 1 "Cogollo del Cengio", in sede di progetto definitivo andra' valutata la possibilita' di abbassare, per quanto possibile, la quota dell'asse autostradale al fine di ottenere un minor impatto paesaggistico dell'opera anche con un allungamento della galleria naturale posta a monte dell'abitato di Cogollo e dello svincolo autostradale di progetto, al fine di sottopassare la S.P. 350 e la frazione di Casale ad una quota piu' bassa; conseguentemente, andra' rivisitata la tipologia dello svincolo, privilegiando soluzioni di minor occupazione territoriale complessiva e piu' limitate opere di allargamento dei tratti in galleria. 7. Effettuare, in corrispondenza delle fasce interessate dai tracciati in galleria naturale, un accurato e dettagliato studio geomeccanico e geofisico dei differenti ammassi rocciosi per determinarne le principali proprieta' meccaniche dei litotipi presenti nelle varie tratte, al fine di predisporre le modalita' di avanzamento (sistemi di scavo, armamento, rivestimento, consolidamento ed impermeabilizzazione) adeguati ai caratteri strutturali della roccia ed al quadro tensionale locale che insiste in corrispondenza della fascia di intervento ed aree limitrofe eventualmente interessate da possibili interferenze; lo studio dovra' utilizzare mezzi di esplorazione sperimentali (sismica, sondaggi, etc.) al fine di consentire previsioni adeguate. 8. Verificare l'interferenza dei rilevati e delle strutture di sostegno delle opere d'arte previste nell'alveo del fiume Astico e dei relativi affluenti, mediante un modello idraulico di calcolo e verifica con un tempo di ritorno di 200 anni. 9. Realizzare un modello bidimensionale al fine di verificare e valutare attentamente possibili fenomeni di erosione in corrispondenza delle pile delle opere d'arte di attraversamento del fiume Astico e dei relativi affluenti, ed eventualmente individuare e dimensionare le opere di consolidamento. 10. Prevedere, in corrispondenza dei caselli, aree di parcheggio scambiatori idoneamente attrezzate e predisposte per una dotazione minima di almeno 30 posti auto. 11. Relativamente alle gallerie: il pieno rispetto delle "Linee Guida ANAS per la progettazione della sicurezza nelle Gallerie Stradali", vigenti alla data di redazione delle fasi successive del progetto. 12. Per tutte le gallerie di lunghezza superiore a 1,0 km (per ogni canna in caso di gallerie sdoppiate per direzione): la ventilazione forzata tramite ventilatori di estrazione o acceleratori in volta che consentano la regolazione bidirezionale della ventilazione longitudinale, per meglio gestire in sicurezza eventuali situazioni di emergenza. Essi devono essere realizzati in acciaio inox AISI 316L, o equivalente, resistenti ad una temperatura di 400°C per almeno 2 ore. I sistemi connessi, quali la rete elettrica e i sistemi di controllo, dovranno garantire la stessa resistenza; la redazione di un piano di manutenzione dell'intero sistema di ventilazione e depolverazione, compresi i vari sensori di misura. Per questi ultimi deve essere previsto anche un piano di taratura periodica; l'installazione, oltre ai rilevatori di fumo, di sistemi di monitoraggio in continuo di CO, N02, polveri (opacimetri) e sistemi di misura della velocita' dell'aria, cosi' intervallati: per le gallerie fino a 2 km di lunghezza, uno a meta' lunghezza; per gallerie di lunghezza superiore a 2 km, a circa 1 km; per la galleria di valico, a distanza di circa 2 km, assicurando una congrua distanza dalle stazioni di trattamento dell'aria. Deve essere prevista la registrazione delle misure e la conservazione dei dati per almeno un anno. Prescrizioni - In fase di cantierizzazione 13. Prevedere per la fase di realizzazione delle opere, misure atte ad assicurare che le attivita' di perforazione e di esecuzione delle opere non determinino l'insorgere del rischio di diffusione di sostanze inquinanti, dovute ai fluidi di perforazione, nelle falde idriche, evitando l'utilizzo di fanghi bentonitici o polimerici per il sostegno degli scavi, prevedendo anche l'utilizzo di bacini di decantazione a tenuta stagna prima dell'allontanamento finale. 14. La gestione dei materiali di scavo deve avvenire in conformita' con il decreto ministeriale 10 agosto 2012, n. 161 "Regolamento recante la disciplina dell'utilizzazione delle terre e rocce da scavo". 15. Qualora, non effettuando alcuna procedura di recupero, si intenda smaltire le terre come rifiuti speciali dovranno essere previste la operazioni di smaltimento in impianto autorizzato/discarica per inerti, il piano di cantierizzazione dovra' indicare l'ubicazione delle stesse e la capacita' recettiva per le tipologie di rifiuti ammessi; dovra' essere redatto uno studio sugli impatti generati in fase di trasporto dei rifiuti sui recettori e sulle componenti ambientali interessate. 16. Dettagliare la cantierizzazione: indicando le proposte e linee guida per la sistemazione delle maestranze nella ricettivita' locale valutandone i possibili costi (alla luce delle somme stanziate) e possibili soluzioni; garantendo il piu' possibile l'efficienza della viabilita' locale in fase di cantiere; specificando la quantita' e la qualita' delle immissioni in atmosfera degli inquinanti e delle polveri e le misure per evitare superamenti, imputabili alle attivita' di cantiere, dei valori previsti dalla normativa vigente, anche adottando la stabilizzazione delle piste di cantiere con leganti; analizzando il rumore e le vibrazioni del cantiere, verificando nei ricettori sensibili piu' vicini ai cantieri il rispetto dei limiti differenziali; programmando la realizzazione dei lavori in modo da evitare i periodi di massima sensibilita' delle specie faunistiche eventualmente presenti, in particolare nella stagione coincidente con la fase riproduttiva del ciclo biologico; descrivendo compiutamente l'eventuale movimentazione e provenienza del materiale e/o inerti afferenti al cantiere, i quantitativi e le caratteristiche dei materiali di scavo, le modalita' di realizzazione della messa a dimora nel sito, l'invio a discarica dei materiali pericolosi; individuando gli approvvigionamenti idrici e garantendo gli scarichi in fase di cantiere nel rispetto del dmv. Gli impianti di depurazione dovranno essere dimensionati in modo che le acque immesse nel reticolo idrografico garantiscano il rispetto dei valori limite piu' restrittivi previsti dal D.Lgs.n. 152/2006 e s.m.i., prevedendo, se necessario, ulteriori misure di sicurezza; prevedendo per tutti i siti dei cantieri la realizzazione di impianti con riciclo d'acqua completo, sia per la lavorazione del materiale proveniente dallo scavo che per la produzione di calcestruzzo; valutando il fabbisogno d'acqua ad uso industriale dei cantieri (lavaggio inerti - produzione di calcestruzzo e altro), privilegiando, nei limiti del possibile, l'utilizzo dell'acqua presente in galleria; specificando la quantita' e qualita' degli scarichi idrici di tutte le acque di lavorazione, delle acque di lavaggio piazzali, delle acque di prima pioggia per ciascuna delle aree di cantiere; progettando un sistema di collettamento finalizzato ad allontanare le acque inquinate da oli, carburanti e altri inquinanti dal cantiere ed il loro convogliamento nei siti di trattamento, con le necessarie volumetrie di accumulo, al fine di non inquinare le falde e la rete idrica superficiale al momento della loro restituzione; specificando le aree destinate allo stoccaggio temporaneo del terreno vegetale e le procedure atte a mantenerne nel tempo la vegetabilita'; mettendo in atto misure volte ad evitare la riattivazione dei processi erosivi, i potenziali crolli/frane delle pareti, l'alterazione della qualita' del suolo a causa di elementi inquinanti, l'interferenza con le falde acquifere. 17. Predisporre un piano di circolazione dei mezzi d'opera in fase di costruzione, con valenza contrattuale, che contenga i dettagli operativi di quest'attivita' in termini di: verifica, con gli enti proprietari, della sostenibilita' dei percorsi prescelti sulle infrastrutture; previsione dei necessari interventi di mitigazione oltre che il ripristino complessivo (fondo stradale, opere di corredo, arredo vegetazionale e opere d'arte esistenti) alle condizioni precedenti la cantierizzazione, interventi da effettuare periodicamente e ad opere ultimate; percorsi impegnati; tipo di mezzi; volume di traffico, velocita' di percorrenza, calendario e orari di transito; percorsi alternativi in caso di inagibilita' temporanea dei percorsi programmati; percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate, ove siano specificate, se del caso, le misure di salvaguardia degli edifici sensibili. 18. In fase di cantiere le sorgenti di rumore devono essere silenziate secondo le migliori tecnologie per minimizzare le emissioni sonore in conformita' al decreto ministeriale 1° aprile 2004 "Linee guida per l'utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale". 19. Utilizzare mezzi d'opera omologati rispetto ai limiti di emissione stabiliti dalle piu' recenti norme nazionali e comunitarie alla data di inizio lavori del cantiere e che tutte le macchine operatrici (off road, gruppi elettrogeni), con motori a ciclo diesel, siano dotate di specifici dispositivi di contenimento del particolato ad alta efficienza. 20. Attivare programmi di manutenzione dei mezzi finalizzati al mantenimento di livelli ottimali delle prestazioni emissive delle apparecchiature utilizzate e l'attivazione di misure mitigative per limitare la dispersione di materiale particolato. 21. Per l'illuminazione delle strutture, si ritiene necessario minimizzare i punti di illuminazione e utilizzare lampade al Sodio ad alta pressione, con limitata emissione di UV, schermate affinche' il fascio di luce sia orientato verso il basso. 22. Redigere un dettagliato Piano di Cantierizzazione che preveda: la collocazione di tutte le aree logistiche, gestionali e temporali per le attivita' di cantiere, indicando inoltre le aree destinate al deposito temporaneo del materiale di scavo risultante dalle varianti di tracciato introdotte; durante le fasi di cantiere il monitoraggio della qualita' delle acque superficiali mediante campionature ed analisi periodiche da concordare con il Servizio Pesca della Provincia di Vicenza; la valutazione delle immissioni di rumore prevedendo la realizzazione, ove necessario, di idonee barriere fonoassorbenti provvisionali; la specificazione della quantita' e qualita' degli scarichi idrici di tutte le acque di lavorazione e di drenaggio per l'aggottamento della falda, delle acque di lavaggio dei piazzali, delle acque di prima pioggia, per ciascuna delle aree di cantiere, con particolare attenzione ai tratti adiacenti e piu' prossimi ad aree tutelate o di ambito fluviale; l'adozioni di adeguati sistemi in grado di evitare fenomeni di intorbidamento delle acque dei corsi d'acqua naturali; la predisposizione di uno studio preliminare, da trasformare nella fase esecutiva in Piano operativo, per la ricomposizione, sistemazione e gestione delle aree di cantiere di pertinenza dell'infrastruttura autostradale, concordando con il Servizio Forestale della Provincia di Vicenza l'intervento di riqualificazione vegetale mediante reimpianto arboreo arbustivo delle entita' preventivamente sottratte durante le lavorazioni e mediante individui legnosi autoctoni di certa provenienza e purezza forniti da vivai specializzati; la realizzazione di un sistema di impermeabilizzazione e collettamento finalizzato ad allontanare le acque inquinate da oli, carburanti e altri inquinanti dei cantieri ed il loro convogliamento in appositi siti di trattamento, con le necessarie volumetrie di accumulo, con particolare attenzione agli sversamenti accidentali; l'utilizzo di mezzi di cantiere e di mezzi di trasporto pesanti da e verso il cantiere omologati e rispondenti alla normativa piu' recente - almeno euro 4 - per quanto riguarda le emissioni di rumore e gas di scarico; la realizzazione, per ogni uscita dei mezzi operativi dalle area di cantiere, di un sistema chiuso di lavaggio delle ruote; la stabilizzazione delle piste di cantiere, anche con leganti, qualora il transito degli automezzi provochi un eccessivo sollevamento di polveri nell'atmosfera; la continuita' delle viabilita' secondarie interessate ed interferite.il pieno Il Piano di Cantierizzazione dovra' essere correlato di specifiche procedure e istruzioni operative per gli addetti da concordare con A.R.P.A.V. e da trasmettere anche a Comuni e Province. Tale Piano sara' comprensivo, inoltre, di un programma di informazione e formazione del personale operante per la salvaguardia delle componenti ambientali e naturalistiche durante la realizzazione dell'opera, cosi da evitare ii verificarsi di comportamenti impattanti e gestire correttamente eventuali situazioni di emergenza ambientale. 23. Tutte le aree interessate temporaneamente a vario titolo dall'infrastruttura di progetto, con particolare attenzione a quelle di cantiere e/o di stoccaggio provvisorio del materiale di scavo, dovranno essere ripristinate nello stato originario al termine dei lavori. 24. Le operazioni di scavo dovranno essere preventivamente concordate con la competente Soprintendenza Archeologica, prevedendo un adeguato Piano di indagine geoarcheologica a mezzo di saggi preliminari (sondaggi, carotaggi, trincee, e cosi via). 25. Venga previsto durante l'esecuzione dei lavori il posizionamento di strumenti di misura in corrispondenza dei fabbricati presenti entro una fascia di 30 m dall'infrastruttura, o superiore nel caso di opere particolarmente impattanti, per monitorare movimenti e cedimenti e valutare tempestivamente eventuali interventi e misure da adottare. Prescrizioni - carattere ambientale 26. Aggiornare l'analisi della qualita' dell'aria dell'intero tracciato comprendente le alternative, tramite valutazione degli inquinanti atmosferici derivanti dall'inserimento del input emissivo a quel momento esistente, approfondendo le simulazioni modellistiche riferite ai parametri temporali presenti nei relativi valori limite, utilizzando i valori limite gia' previsti dalla normativa che entreranno in vigore durante il periodo di esercizio dell'opera. Qualora si profilassero, nei vari scenari temporali previsti, condizioni della qualita' dell'aria incompatibili con il quadro normativo di riferimento, dovranno essere indicate le azioni correttive o compensative atte a garantire il rispetto dei limiti indicati dalla normativa e che, per quanto riguarda Concessionario e Concedente, prevedono tra gli altri la riduzione del limite di velocita' a 110 Km/h sui tratti autostradali interessati dai superamenti. 27. Le azioni correttive/compensative individuate dovranno trovare adeguato riscontro nel quadro economico dell'opera. 28. Effettuare una verifica degli impatti in condizione di non funzionamento degli impianti di abbattimento dei fumi nella Galleria di Cogollo prevedendo la definizione della probabilita' di eventi e la definizione dei sistemi di mitigazione in caso di malfunzionamento o non funzionamento del sistema. 29. Definire, in merito alle tecniche di trattamento delle acque di prima pioggia provenienti dalla piattaforma stradale, un maggiore dettaglio bio-tecnologico del sistema di fito-depurazione proposto con evidenze in merito all'efficienza, l'efficacia e affidabilita' di suddette soluzioni di trattamento e ai necessari interventi di manutenzione e assistenza da esse richieste. 30. Effettuare, nelle fasce interessate dai tracciati in galleria naturale, un accurato censimento delle sorgenti poste tra l'alveo del T. Astico e la quota della livelletta della galleria. I dati raccolti saranno utilizzati per la taratura del modello idrogeologico cosi' da individuare eventuali interferenze con la circolazione idrica collegata alle emergenze sorgentifere individuate. 31. Predisporre un dettagliato piano di monitoraggio delle sorgenti, della durata di almeno un anno, che preveda misure periodiche delle portate e del chimismo, ante operam, durante la costruzione delle gallerie e post operam. I dati raccolti dovranno essere utilizzati per l'aggiornamento dei modelli idrogeologici. 32. Predisporre un piano accurato di indagini geognostiche con prove sperimentali in sito (sondaggi e prove penetrometriche, indagini geosismiche ed altro) e di laboratorio, rapportati alla tipologia di opera e di intervento, al fine avere un maggior grado di affidabilita' del modello geologico-geotecnico e idrogeologico dell'area carsica attraversata e lungo tutto il tracciato in rilevato, in trincea in galleria ed in viadotto, con particolare dettaglio: ai tratti ove sono previste le opere d'arte, tenendo inoltre conto del grado di sismicita' dell'area e di possibili fenomeni di amplificazione sismica locale attraverso prove sismiche specifiche e misurazione di velocita' di propagazione, con particolare riguardo alle formazioni dolomitiche e della definizione e quantificazione delle interferenze delle cavita' eventualmente presenti con le gallerie; ai tracciati in galleria lo studio idrogeologico deve essere esteso per un intorno significativo a prevedere eventuali venute d'acqua. 33. Prevedere per i tratti ricadenti in zone di faglia e/o di intensa fratturazione, la possibilita' di utilizzare sezioni di avanzamento con interventi mirati a conseguire l'impermeabilizzazione delle gallerie attraverso sondaggi sub-orizzontali in avanzamento al fronte di scavo, per la definizione delle caratteristiche geomeccaniche e idrogeologiche, delle fasce di fratturazioni e delle venute d'acqua, con stima delle portate drenate e confronto con quelle stimate in fase di progetto. 34. Negli attraversamenti dei corsi d'acqua, fossi, canali e fiumi dovra' essere conservata la biodiversita' evitando soluzioni invasive e l'artificializzazione delle sezioni dell'alveo e delle aree ripariali; e' inoltre necessario recuperare e/o potenziare la vegetazione ripariale, a questo fine dovra' essere evidenziata la sezione dell'alveo nel punto di attraversamento, da cui sia chiaramente evidente il profilo della vegetazione, ampiezza ed altezza degli strati arbustivo ed arboreo, distribuzione delle comunita' vegetali. 35. Siano messe in atto una serie di misure volte a consentire la libera circolazione della fauna ittica e anfibia da monte verso valle e viceversa, attraverso la realizzazione di passaggi o l'adozione di soluzioni tecniche adeguate all'obiettivo della salvaguardia della fauna ittica e anfibia, nel rispetto delle caratteristiche e della funzionalita' tecnica delle opere e della sicurezza idraulica del sito. 36. I passaggi faunistici e gli altri accorgimenti progettuali finalizzati a ridurre gli impatti sulla fauna devono essere opportunamente collocati e dimensionati rispetto alla fauna presente, in particolare quella di maggiori dimensioni come gli Ungulati. 37. Nella realizzazione delle recinzioni andranno previste anche strutture che riducano il passaggio delle specie piu' rilevanti della fauna presente, dotando le reti di cosiddette "gattare" (prolungamento della rete di recinzione di circa 50 cm, posta alla sommita' della recinzione, con inclinazione di circa 45° verso l'esterno). 38. Verificare che le opere provvisionali e le attivita' di cantiere non alterino in maniera significativa e permanente gli ecosistemi fluviali; gli eventuali fenomeni transitori di alterazione delle condizioni idrobiologiche dovranno essere oggetto di monitoraggio e dovranno essere mitigate nel corso della realizzazione dell'opera; Il monitoraggio dovra' essere esteso anche alla fase post operarti, al fine di consentire la verifica degli effetti quali-quantitativi sulla componente idrica derivanti dalle opere di mitigazione proposte ed apportare eventuali correttivi. 39. Il Progetto definitivo preveda, nel rispetto della legge regionale n. 52/1978 (Legge Forestale), per quanto riguarda il ripristino della vegetazione, l'impiego di specie appartenenti alle serie autoctone, prevedendo eventualmente la raccolta in loco di materiale per la propagazione (sementi, talee, ecc.) al fine di rispettare la diversita' biologica (soprattutto in prossimita' di aree protette) e preveda la produzione di materiale vivaistico presso vivai specializzati che ne assicurino l'idoneita' all'uso anche in condizioni ambientali difficili (terreni di riporto di scadente qualita', ecc.), da concordare con il Servizio Forestale Regionale. 40. Nei tratti di galleria dove e' possibile l'interferenza con rocce potenzialmente radioattive oltre ad assicurare un sistema di ventilazione adeguato, prevedere una campagna di rilevamento in corso d'opera per la verifica della concentrazione di radon negli ambienti sotterranei. Qualora si rilevassero concentrazioni significative si adotteranno tutte le misure precauzionali del caso previste dalla normativa vigente. 41. Predisporre il "Progetto di monitoraggio ambientale" dell'opera, in accordo alle norme tecniche dell'allegato XXI del decreto legislativo n. 163/2006 e le Linee guida redatte dalla Commissione speciale VIA, a partire dalle informazioni riportate nello Studio di impatto ambientale e sue successive integrazioni, da concordare con TARPA Regionale e Provinciale; i costi dell'attuazione del monitoraggio dovranno essere indicati nel quadro economico del progetto. 42. Sviluppare tutti gli interventi di carattere generale e locale indicati dal proponente nello Studio di impatto ambientale e nella risposta alla richiesta di integrazioni della Commissione, in particolare introdurre nel progetto elementi di mitigazione e di compensazione in accordo con gli Enti territoriali di competenza, dettagliandone localizzazione, tipologia, modalita' di esecuzione e costi analitici. 43. Inserire nei documenti progettuali relativi agli oneri contrattuali dell'appaltatore dell'infrastruttura (capitolati d'appalto) le prescrizioni relative sia alla mitigazione degli impatti in fase di costruzione che alla conduzione delle attivita' di cantiere che dovranno essere, altresi', evidenziati nel quadro economico del progetto definitivo. 44. Qualora non previsto, venga inserito nei capitolati che l'appaltatore dell'infrastruttura possegga o, in mancanza, acquisisca, prima della consegna dei lavori e nel piu' breve tempo, la Certificazione Ambientale ISO 14001 o la Registrazione di cui al Regolamento CE 761/2001 (EMAS) per le attivita' di cantiere. 45. Opere di mitigazione/riqualificazione/progettazione definitiva/esecutiva Tracciato In generale (Ministero per i beni e le attivita' culturali) a) Dovranno essere oggetto di uno studio piu' approfondito le strutture pensate per le aree di casello, di servizio e di manutenzione (Velo d'Astico e Valle dell'Astico), al fine di ottenere un affinamento dell'architettura proposta mediante un miglior utilizzo di materiali e cromatismi per un piu' corretto inserimento nel contesto. b) Nella predisposizione del progetto definitivo, dovra' inoltre essere affrontata con piu' puntualita' e scientificita' la ricomposizione del paesaggio e degli elementi che ne costituiscono le peculiarita', tenendo conto della tessitura agraria e dell'orografia esistente. Dovranno essere previsti interventi di ricomposizione del complessivo disegno paesaggistico dei luoghi, integrati con le compensazioni mediante l'impianto vegetazionale a tal fine disposto anche autonomamente rispetto al tracciato dell'arteria autostradale e, comunque, in coerenza con la struttura morfologica e orografica del contesto, in modo da assicurare un quadro percettivo d'insieme in sintonia con l'assetto originario. Nell'approfondimento dovuto alle opere di mitigazione, come per esempio negli attraversamenti dei corpi idrici, il progetto definitivo dovra' meglio affrontare e privilegiare la protezione e il consolidamento delle componenti vegetazionali esistenti che costituiscono i presidi di naturalita' di alto valore ecosistemico e di qualita' paesaggistica, favorendo azioni di riqualificazione e consolidamento delle componenti vegetali esistenti lungo gli assi stessi dei corpi fluviali piuttosto che interventi diretti al "mascheramento" dei manufatti previsti; le stesse opere di mitigazione dovranno essere pensate per la predisposizione di elementi vegetazionali utili ai fini dell'inserimento paesaggistico e della ri-naturalizzazione degli elementi naturali interferiti. c) Nell'ambito del processo di riqualificazione delle aree oggetto dell'intervento infrastrutturale, per consentire una migliore e piu' scientifica valutazione dell'inserimento delle opere rispetto al contesto paesaggistico di riferimento, nonche' per la necessaria verifica di quanto prospettato in sede di progetto definitivo (nel merito del quale dovranno essere chiamati ad esprimere le proprie valutazioni di competenza gli uffici periferici Mibac e gli uffici territoriali competenti della Provincia Autonoma di Trento), si dovra' provvedere ad un approfondimento conoscitivo degli elementi vegetazionali presenti e tipici nel contesto territoriale interessato dal cantiere dell'opera; cio', attraverso la predisposizione di ulteriori schede (formato A4-A3) e/o abaco con il tipo di intervento di mitigazione proposto, la consociazione vegetale relativa al territorio attraversato e l'ambito (agricolo, urbano/ periurbano o naturalistico) da cui dedurre quali essenze vegetali impiegare. Oltre alle indicazioni generiche ogni scheda dovra' riportare in dettaglio i dati quantitativi e il sesto o "pattern" d'impianto di ogni singola tipologia di impianto vegetazionale circoscritta per ogni specifico areale preso a riferimento (es: filare singolo/doppio arboreo di I/II/III grandezza, fascia arboreo arbustiva con alberi di I/II/lII grandezza, fascia arbustiva di arbusti h < 3m, fascia mista arbustiva/arborea, ecc.). d) Mediante la predisposizione di planimetrie di progetto (Tavole 1:2000), divise per tratte, dovranno essere riportate in modo completo le opere di mitigazione progettate, le opere di ripristino paesaggistico e ambientale e della vegetazione esistente nelle aree di cantiere. A tal riguardo, dovra' essere redatto un elaborato comprensivo di computo metrico estimativo riferito alle opere di che trattasi, nonche' comprovante la disponibilita' economica per la realizzazione di quanto richiesto. e) Dovranno, inoltre, essere implementati gli elaborati concernenti gli schermi e le coperture artificiali sopra gia' richiamati e quelli riferiti al rapporto tra ('infrastruttura e i contesti culturali presenti e/o vicini, che dovranno essere migliorativi ed indirizzati ad uno studio di qualita' per consentire, specie negli ambiti piu' degradati, di rafforzare le caratteristiche percettive ed ambientali del sistema paesaggistico e culturale, nei quali la ricomposizione e/o la costruzione del contesto di paesaggio, possa consentirne la pubblica fruizione. f) Poiche' l'opera proposta rientra nel Programma degli interventi riferiti alle "infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale - legge 21 dicembre 2001 n. 443 (Legge obiettivo)", di cui alla Delibera CIPE n. 81 del 18 novembre 2010, si prescrive l'obbligo da parte del proponente, di corrispondere a tutti gli ulteriori adempimenti e verifiche, eventualmente indicati dagli Uffici territoriali competenti e richiesti dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee nel corso delle successive fasi di progetto (definitivo ed esecutivo), volti a soddisfare pienamente l'interesse pubblico rivestito dall'intervento e le finalita' proprie di competenza di questo Ministero. 46. Nella fase della progettazione definitiva andra' verificato e definito il rapporto fra il proponente e la Regola di Casotto in relazione all'interessamento da parte dell'opera pubblica di interesse strategico a livello nazionale di terreni di proprieta' della Regola ricadenti nel Comune di Pedemonte. 47. Per le fasi di cantiere e di primo esercizio (primi due anni dall'apertura al traffico) un piano di monitoraggio periodico della qualita' dell'aria con riferimento agli inquinanti atmosferici CO e NOx, presso i nuclei abitati e singoli edifici adibiti a civile abitazione a distanza non superiore a 250 m dal margine esterno della piattaforma autostradale. Le misure, condivise con ARPAV, dovranno valutare i livelli esistenti con le attivita' di cantiere/esercizio in atto e per quanto possibile valutarne il loro contributo. In caso di valutato/stimato contributo significativo (eccedente il 5% del limite corrispondente della qualita' dell'aria short term), si procedera' anche con campagne di misura delle polveri (PM10). 48. In ordine ai bacini di accumulo e laminazione, prevedere che le acque riversate non si disperdano in falda; si dovra' quindi provvedere alla loro impermeabilizzazione; inoltre le acque di scarico delle vasche dovranno rispettare i limiti qualitativi imposti dalla specifica normativa. 49. Prevedere un sistema di chiusura delle vasche di laminazione, analogo e contemporaneo alla paratoia di intercettazione "onda nera", in modo da isolare il sistema vasca a lemma - vasca di fitodepurazione dal sistema idrografico superficiale fino al ripristino manuale delle condizioni di funzionamento normale dell'impianto di trattamento. 50. Prevedere nei bacini di fitodepurazione una miscellanea di piante acquatiche, radicate e galleggianti, e contornare il bacino con salici e/o pioppo bianco, curando in modo particolare l'impermeabilita' del fondo e la possibilita' di immissione esterna d'acqua per evitare il prosciugamento del bacino nei periodi siccitosi. 51. Verificare le interferenze del tracciato stradale con i perimetri delle proprieta' al fine di salvaguardarne quanto piu' possibile l'integrita' e la funzionalita'; dovra', inoltre, essere sempre garantita l'accessibilita' ai fondi e la continuita' della rete idrica naturale. 52. Tener conto della presenza dei sottoservizi e dell'eventualita' di possibili ampliamenti degli stessi. 53. In ordine alla componente rumore: prevedere idonee barriere acustiche su tutti i tratti ove il modello e le misure post operam indichino la probabilita' del superamento dei limiti; nel merito nelle zone di particolare impatto e di rilevante valenza ambientale, le barriere dovranno essere realizzate in modo tale da conseguire un appropriato inserimento paesaggistico; rispettare integralmente, nella predisposizione del Piano di Mitigazione sul rumore, il dettato della normativa vigente indipendentemente dall'altezza degli edifici. 54. Prevedere ove possibile, barriere fisiche e filtri naturali, per esempio impiegando vegetazione arbustiva, tra i punti di emissione (acustica ed atmosferica) ed i bersagli sensibili. 55. Data l'evidente origine naturale della maggior parte dei terreni interessati da attivita' di movimentazione lungo il corridoio di progetto, il detentore delle Terre e Rocce da scavo provvedera' a concordare con ARPAV la definizione di un set minimo di parametri da determinare per la caratterizzazione dei materiali, cosi' da limitare i costi di indagine e relativi tempi di analisi, li protocollo dovra' inoltre individuare le procedure operative da applicare nei casi di sospetta contaminazione dei terreni oggetto di scavo e riporto per la costruzione dell'infrastruttura. 56. Le analisi chimiche di caratterizzazione dei terreni e delle rocce dovranno essere effettuate da laboratori certificati. 57. Deve essere previsto un idoneo trattamento di depolverazione dell'aria estratta dalle gallerie durante la fase di scavo, mediante filtrazione meccanica (filtri a maniche/a cartucce) o mediante filtri elettrostatici. 58. Il Proponente, sempre nella fase di progettazione definitiva, dovra' redigere e rendere operativo un Piano di Monitoraggio Ambientale, predisposto secondo le Linee Guida della Commissione Speciale VIA, in particolare per l'individuazione dei recettori sensibili direttamente o indirettamente interferiti dall'opera (abitazioni, aree di interesse naturalistico, beni culturali o paesaggistici). Il monitoraggio, riferito alle componenti ambientali: acque superficiali e sotterranee, suolo e sottosuolo, aria, agenti fisici (rumore e vibrazioni) vegetazione, fauna e paesaggio, (habitat, habitat di specie e specie del sito interessato e dei corridoi ecologici intersecati) dovra' essere considerato nella situazione ante, in corso e post opera, e dovra' essere esteso anche alla viabilita' complementare ed alle aree interessate dagli svincoli, nelle condizioni di traffico piu' gravose e considerando gli impatti cumulativi. Il monitoraggio ambientale sara' esteso anche al controllo per quanto attiene lo smaltimento dei rifiuti, la raccolta e lo smaltimento delle acque reflue, nonche' l'emissione di fumi e rumori in atmosfera, come regolati dalla normativa in vigore. Il suddetto Piano dettagliera' la tipologia, la frequenza e la durata dei controlli ambientali, e sara' funzionale alla verifica dei principali impatti ambientali diretti e indiretti indotti dall'opera, alla verifica dell'efficacia delle misure di mitigazione e compensazione previste e alla individuazione di eventuali azioni di risanamento che si potranno rendere necessarie. I risultati del piano di monitoraggio dovranno essere raccolti ed elaborati in una relazione periodica, in cui dovranno essere evidenziati il miglioramento o il peggioramento della qualita' ambientale per singola matrice al progredire della realizzazione dell'opera e nella fase di esercizio. Il Piano di monitoraggio e l'articolazione funzionale e temporale della relazione periodica dovranno essere sottoposti ad A.R.P.A.V. Gli esiti del monitoraggio e le relazioni periodiche dovranno essere trasmessi con la frequenza concordata ai Comuni interessati, Province ed A.R.P.A.V. Il Proponente e' tenuto inoltre a segnalare alla Autorita' competente (Provincia, Comune, A.R.P.A.V. e U.L.S.S.) ogni eventuale superamento dei limiti indicati dalla normativa vigente entro 24 ore dal rilevamento. 59. Venga redatto per la fase di esercizio un "Piano di sicurezza generale" ed un "Piano di intervento specifico", concordato con ARPAV, in caso di incidenti che coinvolgano mezzi con prodotti infiammabili/tossici od inquinanti con particolare attenzione per quest'ultimo, all'impatto sulla componente idrica e sul suolo, inoltre, tale Piano, comprensivo di procedure operative e istruzioni, dovra' essere trasmesso ai Comuni e Provincia. 60. In concomitanza alla nuova progettazione adeguata alle Alternative 1A di Cogollo e Alternativa 2 di Pedemonte, dovra' essere presentata la Valutazione di incidenza ambientale, come previsto dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE, relativa al nuovo tracciato completa delle informazioni su vegetazione, fauna e flora conformemente alle specifiche tecniche di cui alle delibere di Giunta regionale n. 1066/06 e n. 4426/06. Prescrizioni - archeologico e paesaggistico 61. Beni archeologici (parte intervento ricadente nella Regione Veneto): nella successiva fase di progettazione dovra' essere prodotto un aggiornamento della documentazione cartografica relativa alla valutazione archeologica preventiva, con inserite le soluzioni alternative di tracciato complete delle eventuali aree di cantiere sulla quale dovra' essere acquisito il preventivo parere della stessa competente Soprintendenza (Ministero per i beni e le attivita' culturali). 62. Profilo culturale e paesaggistico (parte intervento ricadente nella Regione Veneto):Nei contesti oggetto di rilievo da parte della competente Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, di cui ai punti A, B e C della nota soprintendenza prot. n. 10535 del 18 aprile 2012, per alcuni dei quali (chiesa di S. Agata ed il contesto della Pieve di San Giorgio in comune di Velo d'Astico, svincolo in comune di Cogollo del Cengio) gia' con successiva nota prot. n. 22515 del 7 agosto 2012 la medesima Soprintendenza ha osservato che le soluzioni alternative fornite risultano "meritevoli di approfondimenti per il miglioramento del tracciato" mentre per altri ha espresso ancora riserve sulle soluzioni adottate, si prescrive che in sede di progettazione definitiva vengano ulteriormente integrate le soluzioni migliorative delle criticita' non ancora del tutto risolte su cui "effettuare con maggior dettaglio e sulla base delle tavole dei vincoli in parte gia' aggiornate una ulteriore disamina degli effetti dell'opera". In particolare, dovranno essere migliorate le soluzioni per la chiesa di S. Agata, il contesto della Pieve di San Giorgio in comune di Velo d'Astico e per lo svincolo in comune di Cogollo del Cengio, inoltre, dovranno essere opportunamente risolti alcuni punti dello svincolo denominato Valle d'Astico ed essere oggetto di studi piu' specifici e adeguamento progettuale, tale da superare tutte le riserve della competente Soprintendenza, le soluzioni dei viadotti Piovene, Val D'Assa, Setteca' soprattutto negli attraversamenti del torrente Astico, nonche' sulle tipologie strutturali che dovranno essere misurate con i singoli contesti interessati. A tal riguardo dovranno, inoltre, essere forniti elaborati di raffronto con altri interventi gia' realizzati in casi analoghi, ivi compresi quelli sullo studio delle mitigazioni (Ministero per i beni e le attivita' culturali). Prescrizioni in fase di conferenza di servizi 63. Si segnala fin d'ora l'interferenza idraulica estesa con il torrente Astico con ben n. 7 attraversamenti e taluni tratti di affiancamento dell'opera autostradale al corso del torrente stesso; si ritiene necessario uno studio approfondito, esteso agli effetti dell'opera sull'intera tratta del corso d'acqua, per verificare l'impatto in un ambito gia' interessato da fenomeni erosivi. 64. Per lo svincolo di "Valle dell'Astico" va verificata la compatibilita' con l'ambito di cava attiva denominata "La Marogna", in Comune di Valdastico. 65. Si ricorda che la legge regionale. n. 52/1978 prevede l'obbligo della compensazione a fronte di riduzioni di superfici boscate, pertanto, il proponente dovra' intervenire optando fra le diverse alternative previste dalla normativa regionale, e precisamente: rimboschimento di pari superficie; interventi forestali di miglioramenti boschivi su superfici doppie di quelle disboscate; versamento nell'apposito "Fondo regionale per interventi di miglioramento forestale" di un importo pari a € 17.500 per ettaro disboscato. 66. Sotto il profilo paesaggistico si richiede uno studio di inserimento maggiormente dettagliato delle zone di imbocco delle numerose gallerie naturali, dei relativi volumi tecnici e delle opere in viadotto. 67. Le procedure di gestione dei materiali, dei rifiuti e delle MPS saranno fornite ad ARPAV che ne prendera' atto. 68. Le attivita' di audit eventualmente svolte da ARPAV per la verifica dei piani di manutenzione e controllo dovranno essere a carico del concessionario. 69. A) Tutela della salute dei lavoratori, primi elementi per la stesura dei piani di sicurezza - La pianificazione delle attivita' di sicurezza dovra' comprendere, oltre alle fasi esecutive dei lavori: Organizzazione per la sicurezza; Affidamento dei lavori ad altre imprese; Verifica, coordinamento e mantenimento degli standard di sicurezza; Gestione delle modifiche. 70. Salvaguardia risorse idriche: va prodotto un approfondimento specifico sulla non interferenza dell'opera sui 2 maggiori approvvigionamenti idrici, sorgente Val Civetta e campo pozzi localita' Scalini. 71. Salvaguardia risorse idriche: nel piano di campionamento ambientale si ritiene che il monitoraggio post conclusione per le acque superficiali e soprattutto per le acque sotterranee passi da 12 mesi previsti a 24 mesi. 72. IDRAULICA. Il Comitato Istituzionale della Autorita' di Bacino dei fiumi dell'alto Adriatico, con Delibera n. 4 del 19 giugno 2007, ha adottato la prima variante del Progetto di Piano stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione (P.A.I.). In tale documento e' prevista ... "la realizzazione di uno sbarramento sul torrente Astico mediante un bacino artificiale a scopo multiplo in corrispondenza della gola rocciosa tra Meda e Cogollo (...)" ... In tempi piu' recenti nel documento predisposto dal Commissario delegato per il superamento dell'emergenza derivante dagli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio della Regione Veneto nei giorni dal 31 ottobre al 2 novembre 2010 "Piano delle azioni e degli interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico" (v. D.G.R.V. n. 1643 del 11 ottobre 2011)... e' stata ribadita l'importanza strategica di tale opera. In relazione a cio', si rende necessario segnalare che il tracciato di cui all'oggetto non e' compatibile con l'invaso, cosiddetto di Meda, previsto nei documenti di pianificazione sopra richiamati. 73. IDRAULICA. In merito alle condizioni di pericolosita' idraulica delle aree interessate dal tracciato autostradale si richiamano i contenuti del "Piano straordinario diretto a rimuovere le situazioni a rischio idrogeologico molto elevato" ... riportati nel Progetto di P.A.I. ... Sulla questione andranno pertanto effettuati appositi approfondimenti atteso che l'opera proposta interferisce in maniera significativa con l'area fluviale del torrente Astico. ... le opere interferenti con l'area fluviale ... non dovranno essere di impedimento al deflusso delle acque, non dovranno ridurre significativamente la capacita' di espansione del corso d'acqua ne' dovranno incrementare le condizioni di pericolosita' in tutta la tratta interessata dall'intervento, nonche' a monte e a valle della stessa. In particolare, nella successiva fase di progettazione dovranno essere attentamente valutati, mediante l'applicazione di adeguati strumenti modellistici, ... gli effetti della realizzazione dell'opera. Dovra' essere rivolta una particolare attenzione alla presenza di pile in alveo, allo spostamento d'alveo in corrispondenza del viadotto Posta e ai tratti in rilevato in aree allagabili, anche in relazione a possibili fenomeni di erosione al piede degli stessi. 74. GEOLOGIA 2. interferenza con perimetrazione PAI codice n. P024078002 In prossimita' della spalla sud del ponte sul torrente Astico (progr. 0+950) e' presente la perimetrazione con codice P020478002 a pericolosita' elevata - P3 e media - P2. ... L'interferenza del tracciato stradale ... e' solo apparente in quanto l'autostrada in questo tratto supera il torrente Astico in viadotto,... Stante la vicinanza del tracciato autostradale con la sopracitata perimetrazione PAI e l'interferenza con la strada comunale che conduce alla localita' Calappi si pone in evidenza la necessita' di tenere conto del delicato contesto geomorfologico e di prevedere le opportune opere di stabilizzazione e protezione del versante anche nell'ottica di inserire la spalla del ponte in un contesto stabile e che tenga conto dello stato evolutivo del corso d'acqua e delle corrispondenti sponde. 75. GEOLOGIA 3. interazione con l'accumulo di frana denominato "Marogna" ... Considerato che il tracciato autostradale in questo settore e' in parte in galleria e in parte in trincea si ritiene utile evidenziare le possibili condizioni di locale instabilita' legate alla presenza di macereto di frana, con particolare riguardo alle condizioni di stabilita' dei massi volumetricamente piu' rilevanti. 76. GEOLOGIA 4. Interazione con perimetrazione PAI n. P0240112400 II tracciato autostradale nel territorio comunale di Valdastico interferisce solo in apparenza con le perimetrazioni PAI con codice 0240112400 e 0240111300, in questi settori infatti l'autostrada passa in galleria. Tuttavia considerata la rilevanza del fenomeno di caduta massi che interessa il Monte Sirocolo (perimetrazione n. 0240112400) e l'adiacenza con la citata paleofrana ... Marogna si ritiene utile evidenziare la necessita' di approfondire l'assetto strutturale di quest'area che potrebbe essere sede di un importante "disturbo tettonico". 77. GEOLOGIA 5. Problematica della caduta massi nella valle dell'Astico ... utile richiamare l'attenzione circa il tema della caduta massi ... In particolare ... sugli sbocchi delle gallerie e sull'area di svincolo in Comune di Valdastico tra le progressive 18+500 e 19+300 dove le pertinenze autostradali si trovano a ridosso di un versante molto acclive con locali condizioni di instabilita'. 78. VALANGHE. ... nei pressi dell'imbocco della galleria di valico nel Comune di Pedemonte e' presente un'area di pericolosita'. Tale area che attualmente e' classificata nel PAI con pericolosita' da valanga media - P2, e' dovuta ad un fenomeno valanghivo incanalato che ha raggiunto la strada che collega gli abitati di Ciechi e Carotte. 79. ... ENEL ha provveduto a sottoporre alla Societa' che cura la progettazione del nuovo tratto autostradale le varianti necessarie per risolvere le interferenze. 80. Mancando formale richiesta per le forniture di energia elettrica dei cantieri (10 MW) non sono stati definiti gli interventi sulla rete di distribuzione necessari a tale scopo. 81. Considerando che l'attuale rete di distribuzione dell'area e' idonea solamente per i modesti carichi attuali, si e' individuata come probabile soluzione la realizzazione di una nuova cabina primaria di trasformazione AT/MT ... pertanto e' stata inviata a Terna formale richiesta di connessione della cabina primaria. 82. ... quelle censite risultano essere le uniche interferenze con impianti Terna S.p.A. nel tratto non in galleria ...Resta inteso che la valutazione di fattibilita' sopra esposta deve intendersi di massima, essendo riferita ad una analisi preliminare degli elaborati trasmessici, e che l'effettiva fattibilita' degli stessi, cosi' come il conseguente quadro economico degli interventi, dovranno essere valutati dalla scrivente Societa' a valle di un puntuale studio di fattibilita' che tenga conto, tra l'altro, di tutti gli eventuali vincoli (incluso quello paesaggistico) alla realizzazione delle varianti... 83. ... l'attuazione da parte della Societa' Snam Rete Gas S.p.A. dell'adeguamento dei propri impianti interferiti con le costruende opere... risulta essere subordinata alla stipula di apposita e specifica convenzione con il soggetto proponente ... 84. Per quanto concerne l'interferenza al chilometro 0+120 (scheda interferenze n° 001 SNAM ...) non e' stato per Societa' Snam Rete Gas S.p.A. possibile individuare una soluzione progettuale tale da risolvere l'interferenza tra le nostre condotte e la nostra area di cantiere. Per tale interferenza dovra' essere cura del soggetto proponente provvedere alla modifica dell'area tenendo in debita considerazione le fasce di rispetto delle nostre condotte pari a m 11,00 per parte dall'asse delle stesse. 85. Sara' cura e onere del soggetto proponente ottenere, nell'ambito dei procedimenti di approvazione dell'opera: i provvedimenti amministrativi necessari, ... l'approvazione del progetto, l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio e la dichiarazione di pubblica utilita' degli impianti, la disponibilita' delle aree necessarie ... la presa in possesso delle aree di occupazione necessarie per la realizzazione degli impianti. 86. Gli importi e gli elaborati grafici a corredo del progetto inviato a Edison DG S.p.A., non hanno tenuto conto delle soluzioni, gli accorgimenti tecnici condivisi e gli importi trasmessi ... che dovranno essere pertanto rivisti. 87. Relativamente all'interferenza del tracciato dell'autostrada con le opere di captazione della risorsa idropotabile ... qualora il percorso si sviluppi anche parzialmente all'interno delle zone di rispetto di pozzi e sorgenti... dovranno essere valutati puntualmente gli effetti di tale interferenza e previste le opportune opere di salvaguardia, oltre ai monitoraggi gia' previsti in sede di progettazione preliminare. 88. Relativamente alle interferenze del tracciato di progetto con le condotte di acquedotto e di fognatura ... si segnala che le eventuali nuove opere da realizzare al fine di eliminare le interferenze con le condotte esistenti dovranno essere concordate con il gestore stesso e approvate dall'Autorita' d'Ambito Bacchiglione. 89. A) Tutela della sicurezza e salute dei lavoratori. Si rende necessario che la pianificazione delle attivita' di sicurezza preveda altresi': una maggiore definizione dell'organizzazione della sicurezza ... una definizione delle figure incaricate e le modalita' adottate per la gestione ... una definizione delle attivita' di verifica e coordinamento dei vari attori... le modalita' di gestione delle modifiche che si discostino dalle modalita' previste in fase di progettazione... 90. Si prescrive che prima della conclusione della progettazione definitiva dovranno essere inviati all'ispettorato Logistico dell'Esercito e ai rispettivi comandi Interforze gli elaborati riguardanti il piano particellare d'esproprio per consentire l'espressione del parere di competenza. RACCOMANDAZIONI - PARTE SECONDA 1. Con riferimento al patrimonio artistico archeologico e culturale, in considerazione delle problematiche relative ai punti dove il patrimonio artistico, architettonico e archeologico risulta piu' consistente, il progetto definitivo proponga soluzioni progettuali supportate da una attenta analisi visuale, supportata da foto simulazioni specifiche. 2. Deve essere garantita la prevenzione dell'inquinamento luminoso, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, preferendo l'uso della tecnologia a Led nei corpi illuminanti. 3. Concordare con le Amministrazioni comunali competenti la viabilita' in fase di cantiere, mettendo in atto deviazioni, obblighi e tutte le misure idonee ad impegnare al minimo la viabilita' locale anche realizzando, quando possibile, piste di cantiere sul futuro tracciato autostradale.