(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
                   AUTOSTRADA A31 VALDASTICO NORD 
      1° LOTTO FUNZIONALE PIOVENE ROCCHETTE - VALLE DELL'ASTICO 
 
 
                     PRESCRIZIONI - PARTE PRIMA 
 
Prescrizioni - tecnico in fase progettuale 
    1. Sviluppare  la  soluzione  progettuale  di  cui  ai  tracciati
contenuti nella documentazione integrativa e denominati Alternativa 1
"Cogollo del Cengio", Opzione A, Alternativa 2 "Pedemonte". 
    2. Dare la preferenza per il viadotto Piovene alla  soluzione  ad
arco o a cavalletto in unica campata  in  sostituzione  del  previsto
ponte  a  travi  orizzontali  e  pile  verticali,  per  un   migliore
inserimento dell'intervento oltre che il rispetto degli obiettivi  di
qualita' paesaggistica previsti nell'Atlante ricognitivo degli ambiti
di paesaggio dei nuovo PTRC della Regione Veneto. 
    3. Definire  in  modo  puntuale  le  opere  idrauliche,  il  loro
dimensionamento, modalita' di rilascio delle acque della  piattaforma
stradale e le  misure  di  salvaguardia  e  compensative  nella  rete
idrografica  dell'Astico  in  accordo  con  la  competente  Direzione
Regionale Difesa del Suolo, in merito alla  compatibilita'  idraulica
di cui alla D.G.R.V. n.2948/2009 (con tempi di ritorno non  inferiori
a  50  anni),  e  predisporre  adeguati  sistemi  di   controllo   in
corrispondenza degli scarichi nella rete pubblica. 
    4.  Verificare  attentamente,  lungo  le  fasce  interessate  dai
tracciati in galleria naturale, la  stabilita'  delle  scarpate  agli
imbocchi principali e quelle soprastanti  le  vallette  laterali,  in
ordine ad eventuali frane di  crollo  o  altri  fenomeni  di  origine
gravitativa, prevedendo e  predisponendo  opere  di  disgaggio  e  di
stabilizzazione ed eventuali monitoraggi. 
    5. In sede di progettazione  definitiva  dovra'  altresi'  essere
approfondita l'alternativa piano altimetrica di cui alla delibera del
Consiglio Comunale di Valdastico n. 43  del  13/11/2012,  cosi'  come
riportato nel  verbale  in  data  15/11/2012,  allegato  al  presente
provvedimento, al fine di verificarne la concreta fattibilita'  sotto
il profilo tecnico ed idrogeologico nonche' i relativi impatti. 
    6. Nello sviluppo progettuale della Alternativa  1  "Cogollo  del
Cengio",  in  sede  di  progetto  definitivo   andra'   valutata   la
possibilita' di abbassare, per quanto possibile, la  quota  dell'asse
autostradale al fine  di  ottenere  un  minor  impatto  paesaggistico
dell'opera anche con un allungamento della galleria naturale posta  a
monte dell'abitato  di  Cogollo  e  dello  svincolo  autostradale  di
progetto, al fine di sottopassare la S.P. 350 e la frazione di Casale
ad una quota  piu'  bassa;  conseguentemente,  andra'  rivisitata  la
tipologia  dello   svincolo,   privilegiando   soluzioni   di   minor
occupazione  territoriale  complessiva  e  piu'  limitate  opere   di
allargamento dei tratti in galleria. 
    7. Effettuare, in  corrispondenza  delle  fasce  interessate  dai
tracciati in galleria naturale,  un  accurato  e  dettagliato  studio
geomeccanico  e  geofisico  dei  differenti  ammassi   rocciosi   per
determinarne  le  principali  proprieta'  meccaniche   dei   litotipi
presenti nelle varie tratte, al fine di predisporre le  modalita'  di
avanzamento   (sistemi    di    scavo,    armamento,    rivestimento,
consolidamento  ed  impermeabilizzazione)   adeguati   ai   caratteri
strutturali della roccia ed al quadro tensionale locale  che  insiste
in corrispondenza  della  fascia  di  intervento  ed  aree  limitrofe
eventualmente interessate da possibili interferenze; lo studio dovra'
utilizzare mezzi di  esplorazione  sperimentali  (sismica,  sondaggi,
etc.) al fine di consentire previsioni adeguate. 
    8. Verificare l'interferenza dei rilevati e  delle  strutture  di
sostegno delle opere d'arte previste nell'alveo del  fiume  Astico  e
dei relativi affluenti, mediante un modello idraulico  di  calcolo  e
verifica con un tempo di ritorno di 200 anni. 
    9. Realizzare un modello bidimensionale al fine di  verificare  e
valutare   attentamente   possibili   fenomeni   di    erosione    in
corrispondenza delle pile delle opere d'arte di  attraversamento  del
fiume Astico e dei relativi affluenti, ed eventualmente individuare e
dimensionare le opere di consolidamento. 
    10. Prevedere, in corrispondenza dei caselli, aree di  parcheggio
scambiatori idoneamente attrezzate e predisposte  per  una  dotazione
minima di almeno 30 posti auto. 
    11. Relativamente alle gallerie: il pieno rispetto  delle  "Linee
Guida ANAS  per  la  progettazione  della  sicurezza  nelle  Gallerie
Stradali", vigenti alla data di redazione delle fasi  successive  del
progetto. 
    12. Per tutte le gallerie di lunghezza superiore a  1,0  km  (per
ogni canna in caso di gallerie sdoppiate per direzione): 
      la ventilazione forzata tramite  ventilatori  di  estrazione  o
acceleratori in volta che  consentano  la  regolazione  bidirezionale
della ventilazione longitudinale, per  meglio  gestire  in  sicurezza
eventuali situazioni di emergenza. Essi devono essere  realizzati  in
acciaio inox AISI 316L, o equivalente, resistenti ad una  temperatura
di 400°C per  almeno  2  ore.  I  sistemi  connessi,  quali  la  rete
elettrica e i sistemi di  controllo,  dovranno  garantire  la  stessa
resistenza; 
      la redazione di un piano di manutenzione dell'intero sistema di
ventilazione e depolverazione, compresi i vari sensori di misura. Per
questi ultimi  deve  essere  previsto  anche  un  piano  di  taratura
periodica; 
      l'installazione, oltre ai rilevatori di  fumo,  di  sistemi  di
monitoraggio in continuo di CO, N02, polveri (opacimetri)  e  sistemi
di misura della  velocita'  dell'aria,  cosi'  intervallati:  per  le
gallerie fino a 2  km  di  lunghezza,  uno  a  meta'  lunghezza;  per
gallerie di lunghezza superiore a 2 km, a circa 1 km; per la galleria
di valico, a distanza di circa 2 km, assicurando una congrua distanza
dalle stazioni di trattamento  dell'aria.  Deve  essere  prevista  la
registrazione delle misure e la conservazione dei dati per almeno  un
anno. 
Prescrizioni - In fase di cantierizzazione 
    13. Prevedere per la fase di realizzazione  delle  opere,  misure
atte ad assicurare che le attivita' di perforazione e  di  esecuzione
delle opere non determinino l'insorgere del rischio di diffusione  di
sostanze inquinanti, dovute ai fluidi di  perforazione,  nelle  falde
idriche, evitando l'utilizzo di fanghi bentonitici o  polimerici  per
il sostegno degli scavi, prevedendo anche  l'utilizzo  di  bacini  di
decantazione a tenuta stagna prima dell'allontanamento finale. 
    14.  La  gestione  dei  materiali  di  scavo  deve  avvenire   in
conformita' con il  decreto  ministeriale  10  agosto  2012,  n.  161
"Regolamento recante la disciplina dell'utilizzazione delle  terre  e
rocce da scavo". 
    15. Qualora, non effettuando alcuna  procedura  di  recupero,  si
intenda smaltire le  terre  come  rifiuti  speciali  dovranno  essere
previste    la    operazioni    di    smaltimento     in     impianto
autorizzato/discarica per inerti, il piano di cantierizzazione dovra'
indicare l'ubicazione delle stesse e la capacita'  recettiva  per  le
tipologie di rifiuti ammessi; dovra' essere redatto uno studio  sugli
impatti generati in fase di trasporto dei  rifiuti  sui  recettori  e
sulle componenti ambientali interessate. 
    16. Dettagliare la cantierizzazione: 
      indicando le proposte e linee guida per la  sistemazione  delle
maestranze nella ricettivita' locale valutandone  i  possibili  costi
(alla luce delle somme stanziate) e possibili soluzioni; 
      garantendo il  piu'  possibile  l'efficienza  della  viabilita'
locale in fase di cantiere; 
      specificando la quantita' e la  qualita'  delle  immissioni  in
atmosfera degli inquinanti e delle polveri e le  misure  per  evitare
superamenti,  imputabili  alle  attivita'  di  cantiere,  dei  valori
previsti dalla normativa vigente, anche adottando la  stabilizzazione
delle piste di cantiere con leganti; 
      analizzando il rumore e le vibrazioni del cantiere, verificando
nei ricettori sensibili piu'  vicini  ai  cantieri  il  rispetto  dei
limiti differenziali; 
      programmando la realizzazione dei lavori in modo da  evitare  i
periodi   di   massima   sensibilita'   delle   specie    faunistiche
eventualmente presenti, in particolare nella stagione coincidente con
la fase riproduttiva del ciclo biologico; 
      descrivendo   compiutamente   l'eventuale   movimentazione    e
provenienza  del  materiale  e/o  inerti  afferenti  al  cantiere,  i
quantitativi  e  le  caratteristiche  dei  materiali  di  scavo,   le
modalita' di realizzazione della messa a dimora nel sito,  l'invio  a
discarica dei materiali pericolosi; 
      individuando gli approvvigionamenti  idrici  e  garantendo  gli
scarichi in fase di cantiere nel rispetto del dmv.  Gli  impianti  di
depurazione dovranno essere dimensionati in modo che le acque immesse
nel reticolo idrografico garantiscano il rispetto dei  valori  limite
piu' restrittivi previsti dal D.Lgs.n. 152/2006 e s.m.i., prevedendo,
se necessario, ulteriori misure di sicurezza; 
      prevedendo per tutti i siti dei cantieri  la  realizzazione  di
impianti con riciclo d'acqua completo, sia  per  la  lavorazione  del
materiale  proveniente  dallo  scavo  che  per   la   produzione   di
calcestruzzo; 
      valutando il fabbisogno d'acqua ad uso industriale dei cantieri
(lavaggio   inerti   -   produzione   di   calcestruzzo   e   altro),
privilegiando,  nei  limiti  del  possibile,  l'utilizzo   dell'acqua
presente in galleria; 
      specificando la quantita' e qualita' degli scarichi  idrici  di
tutte le acque di lavorazione,  delle  acque  di  lavaggio  piazzali,
delle acque di prima pioggia per ciascuna delle aree di cantiere; 
      progettando  un  sistema  di   collettamento   finalizzato   ad
allontanare le acque inquinate da oli, carburanti e altri  inquinanti
dal cantiere ed il loro convogliamento nei siti di  trattamento,  con
le necessarie volumetrie di accumulo, al fine  di  non  inquinare  le
falde  e  la  rete  idrica  superficiale  al   momento   della   loro
restituzione; 
      specificando le aree destinate allo stoccaggio  temporaneo  del
terreno vegetale e le  procedure  atte  a  mantenerne  nel  tempo  la
vegetabilita'; 
      mettendo in atto misure volte ad evitare la  riattivazione  dei
processi   erosivi,   i   potenziali   crolli/frane   delle   pareti,
l'alterazione  della  qualita'  del  suolo  a   causa   di   elementi
inquinanti, l'interferenza con le falde acquifere. 
    17. Predisporre un piano di circolazione  dei  mezzi  d'opera  in
fase  di  costruzione,  con  valenza  contrattuale,  che  contenga  i
dettagli operativi di quest'attivita' in termini di: 
      verifica, con gli enti proprietari,  della  sostenibilita'  dei
percorsi prescelti sulle infrastrutture; 
      previsione dei necessari interventi di mitigazione oltre che il
ripristino complessivo (fondo  stradale,  opere  di  corredo,  arredo
vegetazionale e opere d'arte esistenti) alle condizioni precedenti la
cantierizzazione, interventi da effettuare periodicamente e ad  opere
ultimate; 
      percorsi impegnati; 
      tipo di mezzi; 
      volume di traffico,  velocita'  di  percorrenza,  calendario  e
orari di transito; 
      percorsi alternativi in caso  di  inagibilita'  temporanea  dei
percorsi programmati; 
      percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate,  ove  siano
specificate, se del caso, le misure  di  salvaguardia  degli  edifici
sensibili. 
    18. In fase di cantiere  le  sorgenti  di  rumore  devono  essere
silenziate  secondo  le  migliori  tecnologie  per   minimizzare   le
emissioni sonore in conformita' al  decreto  ministeriale  1°  aprile
2004  "Linee  guida  per  l'utilizzo  dei  sistemi  innovativi  nelle
valutazioni di impatto ambientale". 
    19. Utilizzare mezzi d'opera  omologati  rispetto  ai  limiti  di
emissione stabiliti dalle piu' recenti norme nazionali e  comunitarie
alla data di inizio lavori del  cantiere  e  che  tutte  le  macchine
operatrici (off road, gruppi elettrogeni), con motori a ciclo diesel,
siano dotate di specifici dispositivi di contenimento del particolato
ad alta efficienza. 
    20. Attivare programmi di manutenzione dei mezzi  finalizzati  al
mantenimento di livelli ottimali  delle  prestazioni  emissive  delle
apparecchiature utilizzate e l'attivazione di misure  mitigative  per
limitare la dispersione di materiale particolato. 
    21. Per l'illuminazione delle strutture,  si  ritiene  necessario
minimizzare i punti di illuminazione e utilizzare lampade al Sodio ad
alta pressione, con limitata emissione di UV, schermate affinche'  il
fascio di luce sia orientato verso il basso. 
    22.  Redigere  un  dettagliato  Piano  di  Cantierizzazione   che
preveda: 
      la collocazione di  tutte  le  aree  logistiche,  gestionali  e
temporali per le attivita' di cantiere,  indicando  inoltre  le  aree
destinate al deposito temporaneo del materiale  di  scavo  risultante
dalle varianti di tracciato introdotte; 
      durante le fasi di  cantiere  il  monitoraggio  della  qualita'
delle acque superficiali mediante campionature ed analisi  periodiche
da concordare con il Servizio Pesca della Provincia di Vicenza; 
      la  valutazione  delle  immissioni  di  rumore  prevedendo   la
realizzazione, ove  necessario,  di  idonee  barriere  fonoassorbenti
provvisionali; 
      la specificazione della quantita'  e  qualita'  degli  scarichi
idrici  di  tutte  le  acque  di  lavorazione  e  di  drenaggio   per
l'aggottamento della falda, delle acque  di  lavaggio  dei  piazzali,
delle acque di prima pioggia, per ciascuna delle  aree  di  cantiere,
con particolare attenzione ai tratti adiacenti  e  piu'  prossimi  ad
aree tutelate o di ambito fluviale; 
      l'adozioni di adeguati sistemi in grado di evitare fenomeni  di
intorbidamento delle acque dei corsi d'acqua naturali; 
      la predisposizione di uno studio  preliminare,  da  trasformare
nella fase esecutiva  in  Piano  operativo,  per  la  ricomposizione,
sistemazione  e  gestione  delle  aree  di  cantiere  di   pertinenza
dell'infrastruttura  autostradale,  concordando   con   il   Servizio
Forestale della Provincia di Vicenza l'intervento di riqualificazione
vegetale  mediante  reimpianto  arboreo   arbustivo   delle   entita'
preventivamente sottratte durante le lavorazioni e mediante individui
legnosi autoctoni di certa provenienza e  purezza  forniti  da  vivai
specializzati; 
      la  realizzazione  di  un  sistema  di  impermeabilizzazione  e
collettamento finalizzato ad allontanare le acque inquinate  da  oli,
carburanti e altri inquinanti dei cantieri ed il loro  convogliamento
in appositi siti di trattamento,  con  le  necessarie  volumetrie  di
accumulo, con particolare attenzione agli sversamenti accidentali; 
      l'utilizzo di mezzi di cantiere e di mezzi di trasporto pesanti
da e verso il cantiere omologati e rispondenti  alla  normativa  piu'
recente - almeno euro 4 - per quanto riguarda le emissioni di  rumore
e gas di scarico; 
      la realizzazione, per ogni uscita  dei  mezzi  operativi  dalle
area di cantiere, di un sistema chiuso di lavaggio delle ruote; 
      la stabilizzazione delle piste di cantiere, anche con  leganti,
qualora  il  transito   degli   automezzi   provochi   un   eccessivo
sollevamento di polveri nell'atmosfera; 
      la  continuita'  delle  viabilita'  secondarie  interessate  ed
interferite.il pieno 
    Il  Piano  di  Cantierizzazione  dovra'   essere   correlato   di
specifiche procedure  e  istruzioni  operative  per  gli  addetti  da
concordare con A.R.P.A.V. e da trasmettere anche a Comuni e Province.
Tale  Piano  sara'  comprensivo,  inoltre,   di   un   programma   di
informazione e formazione del personale operante per la  salvaguardia
delle componenti ambientali e naturalistiche durante la realizzazione
dell'opera,  cosi  da  evitare  ii   verificarsi   di   comportamenti
impattanti e gestire correttamente eventuali situazioni di  emergenza
ambientale. 
    23. Tutte le aree  interessate  temporaneamente  a  vario  titolo
dall'infrastruttura di progetto, con particolare attenzione a  quelle
di cantiere e/o di stoccaggio provvisorio  del  materiale  di  scavo,
dovranno essere ripristinate nello stato originario  al  termine  dei
lavori. 
    24.  Le  operazioni  di  scavo  dovranno  essere  preventivamente
concordate con la competente Soprintendenza Archeologica,  prevedendo
un adeguato Piano  di  indagine  geoarcheologica  a  mezzo  di  saggi
preliminari (sondaggi, carotaggi, trincee, e cosi via). 
    25.  Venga  previsto   durante   l'esecuzione   dei   lavori   il
posizionamento  di  strumenti  di  misura   in   corrispondenza   dei
fabbricati presenti entro una fascia di 30 m  dall'infrastruttura,  o
superiore  nel  caso  di  opere   particolarmente   impattanti,   per
monitorare movimenti e cedimenti e valutare tempestivamente eventuali
interventi e misure da adottare. 
Prescrizioni - carattere ambientale 
    26. Aggiornare l'analisi  della  qualita'  dell'aria  dell'intero
tracciato comprendente  le  alternative,  tramite  valutazione  degli
inquinanti atmosferici derivanti dall'inserimento del input  emissivo
a quel momento esistente, approfondendo le simulazioni  modellistiche
riferite ai parametri temporali presenti nei relativi valori  limite,
utilizzando  i  valori  limite  gia'  previsti  dalla  normativa  che
entreranno in vigore durante  il  periodo  di  esercizio  dell'opera.
Qualora  si  profilassero,  nei  vari  scenari  temporali   previsti,
condizioni della  qualita'  dell'aria  incompatibili  con  il  quadro
normativo  di  riferimento,  dovranno  essere  indicate   le   azioni
correttive o compensative atte a garantire  il  rispetto  dei  limiti
indicati dalla normativa e che, per quanto riguarda Concessionario  e
Concedente, prevedono tra  gli  altri  la  riduzione  del  limite  di
velocita'  a  110  Km/h  sui  tratti  autostradali  interessati   dai
superamenti. 
    27.  Le  azioni  correttive/compensative   individuate   dovranno
trovare adeguato riscontro nel quadro economico dell'opera. 
    28. Effettuare una verifica degli impatti in  condizione  di  non
funzionamento degli impianti di abbattimento dei fumi nella  Galleria
di Cogollo prevedendo la definizione della probabilita' di  eventi  e
la definizione dei sistemi di mitigazione in caso di malfunzionamento
o non funzionamento del sistema. 
    29. Definire, in merito alle tecniche di trattamento delle  acque
di prima pioggia provenienti dalla piattaforma stradale, un  maggiore
dettaglio bio-tecnologico del sistema  di  fito-depurazione  proposto
con evidenze in merito all'efficienza, l'efficacia e affidabilita' di
suddette soluzioni  di  trattamento  e  ai  necessari  interventi  di
manutenzione e assistenza da esse richieste. 
    30. Effettuare, nelle fasce interessate dai tracciati in galleria
naturale, un accurato censimento delle sorgenti poste tra l'alveo del
T. Astico e la quota della livelletta della galleria. I dati raccolti
saranno utilizzati per la taratura del modello idrogeologico cosi' da
individuare  eventuali  interferenze  con  la   circolazione   idrica
collegata alle emergenze sorgentifere individuate. 
    31.  Predisporre  un  dettagliato  piano  di  monitoraggio  delle
sorgenti,  della  durata  di  almeno  un  anno,  che  preveda  misure
periodiche delle portate e del  chimismo,  ante  operam,  durante  la
costruzione delle gallerie e post operam. I  dati  raccolti  dovranno
essere utilizzati per l'aggiornamento dei modelli idrogeologici. 
    32. Predisporre un piano accurato di  indagini  geognostiche  con
prove  sperimentali  in  sito  (sondaggi  e  prove   penetrometriche,
indagini geosismiche ed altro)  e  di  laboratorio,  rapportati  alla
tipologia di opera e di intervento, al fine avere un maggior grado di
affidabilita'  del  modello  geologico-geotecnico   e   idrogeologico
dell'area  carsica  attraversata  e  lungo  tutto  il  tracciato   in
rilevato, in trincea in galleria  ed  in  viadotto,  con  particolare
dettaglio: 
      ai tratti ove sono previste le opere  d'arte,  tenendo  inoltre
conto del grado di sismicita' dell'area e di  possibili  fenomeni  di
amplificazione sismica locale attraverso prove sismiche specifiche  e
misurazione di velocita' di propagazione,  con  particolare  riguardo
alle formazioni dolomitiche e  della  definizione  e  quantificazione
delle  interferenze  delle  cavita'  eventualmente  presenti  con  le
gallerie; 
      ai tracciati in galleria lo studio  idrogeologico  deve  essere
esteso per un intorno  significativo  a  prevedere  eventuali  venute
d'acqua. 
    33. Prevedere per i tratti ricadenti in zone  di  faglia  e/o  di
intensa fratturazione,  la  possibilita'  di  utilizzare  sezioni  di
avanzamento con interventi mirati a conseguire l'impermeabilizzazione
delle gallerie attraverso sondaggi sub-orizzontali in avanzamento  al
fronte  di  scavo,   per   la   definizione   delle   caratteristiche
geomeccaniche e idrogeologiche, delle fasce di fratturazioni e  delle
venute d'acqua, con stima  delle  portate  drenate  e  confronto  con
quelle stimate in fase di progetto. 
    34. Negli attraversamenti dei  corsi  d'acqua,  fossi,  canali  e
fiumi dovra' essere conservata la  biodiversita'  evitando  soluzioni
invasive e l'artificializzazione delle  sezioni  dell'alveo  e  delle
aree ripariali; e' inoltre necessario recuperare  e/o  potenziare  la
vegetazione ripariale, a questo fine  dovra'  essere  evidenziata  la
sezione  dell'alveo  nel  punto  di  attraversamento,  da   cui   sia
chiaramente  evidente  il  profilo  della  vegetazione,  ampiezza  ed
altezza  degli  strati  arbustivo  ed  arboreo,  distribuzione  delle
comunita' vegetali. 
    35. Siano messe in atto una serie di misure volte a consentire la
libera circolazione della fauna ittica e anfibia da monte verso valle
e viceversa, attraverso la realizzazione di passaggi o l'adozione  di
soluzioni tecniche adeguate all'obiettivo  della  salvaguardia  della
fauna ittica e anfibia, nel rispetto delle  caratteristiche  e  della
funzionalita' tecnica delle opere e  della  sicurezza  idraulica  del
sito. 
    36. I passaggi faunistici e gli  altri  accorgimenti  progettuali
finalizzati  a  ridurre  gli  impatti  sulla  fauna   devono   essere
opportunamente collocati e dimensionati rispetto alla fauna presente,
in particolare quella di maggiori dimensioni come gli Ungulati. 
    37. Nella realizzazione delle recinzioni andranno previste  anche
strutture che riducano il passaggio delle specie piu' rilevanti della
fauna   presente,   dotando   le   reti   di   cosiddette   "gattare"
(prolungamento della rete di recinzione di circa 50  cm,  posta  alla
sommita' della  recinzione,  con  inclinazione  di  circa  45°  verso
l'esterno). 
    38. Verificare che le  opere  provvisionali  e  le  attivita'  di
cantiere non alterino  in  maniera  significativa  e  permanente  gli
ecosistemi fluviali; gli eventuali fenomeni transitori di alterazione
delle  condizioni   idrobiologiche   dovranno   essere   oggetto   di
monitoraggio e dovranno essere mitigate nel corso della realizzazione
dell'opera; Il monitoraggio dovra' essere esteso anche alla fase post
operarti,  al  fine  di  consentire   la   verifica   degli   effetti
quali-quantitativi sulla componente idrica derivanti dalle  opere  di
mitigazione proposte ed apportare eventuali correttivi. 
    39. Il Progetto definitivo  preveda,  nel  rispetto  della  legge
regionale n.  52/1978  (Legge  Forestale),  per  quanto  riguarda  il
ripristino della vegetazione, l'impiego di specie  appartenenti  alle
serie autoctone, prevedendo eventualmente  la  raccolta  in  loco  di
materiale per la propagazione  (sementi,  talee,  ecc.)  al  fine  di
rispettare la diversita' biologica  (soprattutto  in  prossimita'  di
aree protette) e preveda la produzione di materiale vivaistico presso
vivai specializzati che ne assicurino l'idoneita'  all'uso  anche  in
condizioni ambientali  difficili  (terreni  di  riporto  di  scadente
qualita', ecc.), da concordare con il Servizio Forestale Regionale. 
    40. Nei tratti di galleria dove e' possibile  l'interferenza  con
rocce potenzialmente radioattive oltre ad assicurare  un  sistema  di
ventilazione adeguato, prevedere una campagna di rilevamento in corso
d'opera per la verifica della concentrazione di radon negli  ambienti
sotterranei. Qualora si rilevassero concentrazioni  significative  si
adotteranno tutte le misure precauzionali  del  caso  previste  dalla
normativa vigente. 
    41.  Predisporre  il  "Progetto   di   monitoraggio   ambientale"
dell'opera, in accordo alle  norme  tecniche  dell'allegato  XXI  del
decreto legislativo n.  163/2006  e  le  Linee  guida  redatte  dalla
Commissione speciale VIA,  a  partire  dalle  informazioni  riportate
nello Studio di impatto ambientale e sue successive integrazioni,  da
concordare con TARPA Regionale e Provinciale; i costi dell'attuazione
del monitoraggio dovranno essere indicati nel  quadro  economico  del
progetto. 
    42. Sviluppare tutti  gli  interventi  di  carattere  generale  e
locale indicati dal proponente nello Studio di impatto  ambientale  e
nella risposta alla richiesta di integrazioni della  Commissione,  in
particolare introdurre nel progetto  elementi  di  mitigazione  e  di
compensazione in accordo con gli  Enti  territoriali  di  competenza,
dettagliandone localizzazione, tipologia, modalita' di  esecuzione  e
costi analitici. 
    43.  Inserire  nei  documenti  progettuali  relativi  agli  oneri
contrattuali   dell'appaltatore    dell'infrastruttura    (capitolati
d'appalto)  le  prescrizioni  relative  sia  alla  mitigazione  degli
impatti in fase di costruzione che alla conduzione delle attivita' di
cantiere  che  dovranno  essere,  altresi',  evidenziati  nel  quadro
economico del progetto definitivo. 
    44. Qualora non  previsto,  venga  inserito  nei  capitolati  che
l'appaltatore   dell'infrastruttura   possegga   o,   in    mancanza,
acquisisca, prima della consegna dei lavori e nel piu'  breve  tempo,
la Certificazione Ambientale ISO 14001 o la Registrazione di  cui  al
Regolamento CE 761/2001 (EMAS) per le attivita' di cantiere. 
    45.    Opere    di     mitigazione/riqualificazione/progettazione
definitiva/esecutiva 
    Tracciato In generale  (Ministero  per  i  beni  e  le  attivita'
culturali) 
      a) Dovranno essere oggetto di uno studio piu'  approfondito  le
strutture  pensate  per  le  aree  di  casello,  di  servizio  e   di
manutenzione (Velo d'Astico e Valle dell'Astico), al fine di ottenere
un  affinamento  dell'architettura  proposta  mediante   un   miglior
utilizzo di materiali e cromatismi per un piu'  corretto  inserimento
nel contesto. 
      b)  Nella  predisposizione  del  progetto  definitivo,   dovra'
inoltre essere affrontata con piu' puntualita'  e  scientificita'  la
ricomposizione del paesaggio e degli elementi che ne costituiscono le
peculiarita', tenendo conto della tessitura agraria e  dell'orografia
esistente. Dovranno essere previsti interventi di ricomposizione  del
complessivo  disegno  paesaggistico  dei  luoghi,  integrati  con  le
compensazioni mediante l'impianto vegetazionale a tal  fine  disposto
anche autonomamente rispetto al tracciato  dell'arteria  autostradale
e, comunque, in coerenza con la struttura  morfologica  e  orografica
del contesto, in modo da assicurare un quadro percettivo d'insieme in
sintonia con l'assetto originario. Nell'approfondimento  dovuto  alle
opere di mitigazione, come  per  esempio  negli  attraversamenti  dei
corpi idrici, il  progetto  definitivo  dovra'  meglio  affrontare  e
privilegiare la  protezione  e  il  consolidamento  delle  componenti
vegetazionali esistenti che costituiscono i presidi di naturalita' di
alto valore  ecosistemico  e  di  qualita'  paesaggistica,  favorendo
azioni di riqualificazione e consolidamento delle componenti vegetali
esistenti lungo gli assi stessi  dei  corpi  fluviali  piuttosto  che
interventi diretti al  "mascheramento"  dei  manufatti  previsti;  le
stesse  opere  di  mitigazione  dovranno  essere   pensate   per   la
predisposizione   di   elementi   vegetazionali   utili    ai    fini
dell'inserimento  paesaggistico  e  della  ri-naturalizzazione  degli
elementi naturali interferiti. 
      c) Nell'ambito del  processo  di  riqualificazione  delle  aree
oggetto dell'intervento infrastrutturale, per consentire una migliore
e piu' scientifica valutazione dell'inserimento delle opere  rispetto
al contesto paesaggistico di riferimento, nonche' per  la  necessaria
verifica di quanto prospettato in sede di  progetto  definitivo  (nel
merito del quale dovranno essere chiamati  ad  esprimere  le  proprie
valutazioni di competenza gli uffici periferici Mibac  e  gli  uffici
territoriali competenti  della  Provincia  Autonoma  di  Trento),  si
dovra' provvedere ad un approfondimento  conoscitivo  degli  elementi
vegetazionali presenti e tipici nel contesto territoriale interessato
dal cantiere  dell'opera;  cio',  attraverso  la  predisposizione  di
ulteriori schede (formato A4-A3) e/o abaco con il tipo di  intervento
di  mitigazione  proposto,  la  consociazione  vegetale  relativa  al
territorio attraversato e l'ambito (agricolo,  urbano/  periurbano  o
naturalistico) da cui dedurre quali essenze vegetali impiegare. Oltre
alle indicazioni generiche ogni scheda dovra' riportare in  dettaglio
i dati quantitativi e il sesto o "pattern" d'impianto di ogni singola
tipologia di impianto vegetazionale circoscritta per  ogni  specifico
areale preso a riferimento  (es:  filare  singolo/doppio  arboreo  di
I/II/III grandezza, fascia arboreo arbustiva con alberi  di  I/II/lII
grandezza,  fascia  arbustiva  di  arbusti  h  <  3m,  fascia   mista
arbustiva/arborea, ecc.). 
      d) Mediante  la  predisposizione  di  planimetrie  di  progetto
(Tavole 1:2000), divise per tratte, dovranno essere riportate in modo
completo le opere di mitigazione progettate, le opere  di  ripristino
paesaggistico e ambientale e della vegetazione esistente  nelle  aree
di cantiere. A tal  riguardo,  dovra'  essere  redatto  un  elaborato
comprensivo di computo metrico estimativo riferito alle opere di  che
trattasi, nonche' comprovante  la  disponibilita'  economica  per  la
realizzazione di quanto richiesto. 
      e)  Dovranno,  inoltre,  essere  implementati   gli   elaborati
concernenti  gli  schermi  e  le  coperture  artificiali  sopra  gia'
richiamati e quelli riferiti al rapporto  tra  ('infrastruttura  e  i
contesti  culturali  presenti  e/o  vicini,   che   dovranno   essere
migliorativi ed indirizzati ad uno studio di qualita' per consentire,
specie negli ambiti piu' degradati, di rafforzare le  caratteristiche
percettive ed ambientali del sistema paesaggistico e  culturale,  nei
quali la ricomposizione e/o la costruzione del contesto di paesaggio,
possa consentirne la pubblica fruizione. 
      f)  Poiche'  l'opera  proposta  rientra  nel  Programma   degli
interventi riferiti alle "infrastrutture  strategiche  di  preminente
interesse  nazionale  -  legge  21  dicembre  2001  n.   443   (Legge
obiettivo)", di cui alla Delibera CIPE n. 81 del 18 novembre 2010, si
prescrive l'obbligo da parte del proponente, di corrispondere a tutti
gli ulteriori adempimenti e verifiche, eventualmente  indicati  dagli
Uffici territoriali competenti e richiesti dalla  Direzione  Generale
per  il  Paesaggio,  le   Belle   Arti,   l'Architettura   e   l'Arte
Contemporanee nel corso delle successive fasi di progetto (definitivo
ed esecutivo), volti a  soddisfare  pienamente  l'interesse  pubblico
rivestito dall'intervento e le finalita'  proprie  di  competenza  di
questo Ministero. 
    46. Nella fase della progettazione definitiva andra' verificato e
definito il rapporto fra il proponente e  la  Regola  di  Casotto  in
relazione  all'interessamento  da  parte   dell'opera   pubblica   di
interesse strategico a livello nazionale  di  terreni  di  proprieta'
della Regola ricadenti nel Comune di Pedemonte. 
    47. Per le fasi di cantiere e di primo esercizio (primi due  anni
dall'apertura al traffico) un piano di monitoraggio  periodico  della
qualita' dell'aria con riferimento agli inquinanti atmosferici  CO  e
NOx, presso i nuclei abitati  e  singoli  edifici  adibiti  a  civile
abitazione a distanza non superiore a 250 m dal margine esterno della
piattaforma autostradale. Le misure, condivise  con  ARPAV,  dovranno
valutare i livelli esistenti con le attivita'  di  cantiere/esercizio
in atto e per quanto possibile valutarne il loro contributo. In  caso
di valutato/stimato contributo significativo  (eccedente  il  5%  del
limite  corrispondente  della  qualita'  dell'aria  short  term),  si
procedera' anche con campagne di misura delle polveri (PM10). 
    48. In ordine ai bacini di accumulo e laminazione, prevedere  che
le acque riversate non si  disperdano  in  falda;  si  dovra'  quindi
provvedere  alla  loro  impermeabilizzazione;  inoltre  le  acque  di
scarico delle vasche dovranno rispettare i limiti qualitativi imposti
dalla specifica normativa. 
    49. Prevedere un sistema di chiusura delle vasche di laminazione,
analogo e contemporaneo alla paratoia di intercettazione "onda nera",
in  modo  da  isolare  il  sistema  vasca  a   lemma   -   vasca   di
fitodepurazione  dal  sistema  idrografico   superficiale   fino   al
ripristino  manuale  delle  condizioni   di   funzionamento   normale
dell'impianto di trattamento. 
    50. Prevedere nei bacini di fitodepurazione  una  miscellanea  di
piante acquatiche, radicate e galleggianti, e  contornare  il  bacino
con  salici  e/o  pioppo  bianco,   curando   in   modo   particolare
l'impermeabilita' del fondo e la possibilita' di  immissione  esterna
d'acqua  per  evitare  il  prosciugamento  del  bacino  nei   periodi
siccitosi. 
    51. Verificare le  interferenze  del  tracciato  stradale  con  i
perimetri delle proprieta' al  fine  di  salvaguardarne  quanto  piu'
possibile l'integrita' e la funzionalita';  dovra',  inoltre,  essere
sempre garantita l'accessibilita' ai fondi  e  la  continuita'  della
rete idrica naturale. 
    52.   Tener   conto   della   presenza   dei    sottoservizi    e
dell'eventualita' di possibili ampliamenti degli stessi. 
    53. In ordine alla componente rumore: 
      prevedere idonee barriere acustiche su tutti i  tratti  ove  il
modello e  le  misure  post  operam  indichino  la  probabilita'  del
superamento dei limiti; nel merito nelle zone di particolare  impatto
e di  rilevante  valenza  ambientale,  le  barriere  dovranno  essere
realizzate in modo tale  da  conseguire  un  appropriato  inserimento
paesaggistico; 
      rispettare integralmente, nella predisposizione  del  Piano  di
Mitigazione  sul  rumore,  il   dettato   della   normativa   vigente
indipendentemente dall'altezza degli edifici. 
    54. Prevedere ove possibile, barriere fisiche e filtri  naturali,
per  esempio  impiegando  vegetazione  arbustiva,  tra  i  punti   di
emissione (acustica ed atmosferica) ed i bersagli sensibili. 
    55. Data l'evidente origine  naturale  della  maggior  parte  dei
terreni interessati da attivita' di movimentazione lungo il corridoio
di progetto, il detentore delle Terre e Rocce da scavo provvedera'  a
concordare con ARPAV la definizione di un set minimo di parametri  da
determinare per la caratterizzazione dei materiali, cosi' da limitare
i costi di indagine e relativi tempi di analisi, li protocollo dovra'
inoltre individuare le procedure operative da applicare nei  casi  di
sospetta contaminazione dei terreni oggetto di scavo e riporto per la
costruzione dell'infrastruttura. 
    56. Le analisi chimiche di caratterizzazione dei terreni e  delle
rocce dovranno essere effettuate da laboratori certificati. 
    57. Deve essere previsto un idoneo trattamento di  depolverazione
dell'aria estratta dalle gallerie durante la fase di scavo,  mediante
filtrazione meccanica (filtri a maniche/a cartucce) o mediante filtri
elettrostatici. 
    58. Il Proponente, sempre nella fase di progettazione definitiva,
dovra'  redigere  e  rendere  operativo  un  Piano  di   Monitoraggio
Ambientale, predisposto secondo  le  Linee  Guida  della  Commissione
Speciale VIA,  in  particolare  per  l'individuazione  dei  recettori
sensibili  direttamente  o  indirettamente   interferiti   dall'opera
(abitazioni,  aree  di  interesse  naturalistico,  beni  culturali  o
paesaggistici). Il monitoraggio, riferito alle componenti ambientali:
acque superficiali e sotterranee, suolo e  sottosuolo,  aria,  agenti
fisici  (rumore  e  vibrazioni)  vegetazione,  fauna   e   paesaggio,
(habitat, habitat di specie e  specie  del  sito  interessato  e  dei
corridoi  ecologici  intersecati)  dovra'  essere  considerato  nella
situazione ante, in corso e post opera, e dovra' essere esteso  anche
alla  viabilita'  complementare  ed  alle  aree   interessate   dagli
svincoli, nelle condizioni di traffico piu'  gravose  e  considerando
gli impatti cumulativi. Il monitoraggio ambientale sara' esteso anche
al controllo per  quanto  attiene  lo  smaltimento  dei  rifiuti,  la
raccolta e lo smaltimento delle acque reflue, nonche' l'emissione  di
fumi e rumori in atmosfera, come regolati dalla normativa in  vigore.
Il suddetto Piano dettagliera' la tipologia, la frequenza e la durata
dei controlli  ambientali,  e  sara'  funzionale  alla  verifica  dei
principali impatti ambientali diretti e indiretti indotti dall'opera,
alla  verifica  dell'efficacia  delle   misure   di   mitigazione   e
compensazione previste e alla individuazione di eventuali  azioni  di
risanamento che si potranno rendere necessarie. I risultati del piano
di  monitoraggio  dovranno  essere  raccolti  ed  elaborati  in   una
relazione  periodica,  in  cui   dovranno   essere   evidenziati   il
miglioramento  o  il  peggioramento  della  qualita'  ambientale  per
singola matrice al progredire della realizzazione dell'opera e  nella
fase  di  esercizio.  Il  Piano  di  monitoraggio  e  l'articolazione
funzionale e temporale  della  relazione  periodica  dovranno  essere
sottoposti ad A.R.P.A.V. Gli esiti del monitoraggio  e  le  relazioni
periodiche dovranno essere trasmessi con la frequenza  concordata  ai
Comuni interessati, Province ed A.R.P.A.V. Il  Proponente  e'  tenuto
inoltre a segnalare alla  Autorita'  competente  (Provincia,  Comune,
A.R.P.A.V. e U.L.S.S.) ogni eventuale superamento dei limiti indicati
dalla normativa vigente entro 24 ore dal rilevamento. 
    59. Venga redatto per la fase di esercizio un "Piano di sicurezza
generale" ed un  "Piano  di  intervento  specifico",  concordato  con
ARPAV, in caso  di  incidenti  che  coinvolgano  mezzi  con  prodotti
infiammabili/tossici od inquinanti  con  particolare  attenzione  per
quest'ultimo,  all'impatto  sulla  componente  idrica  e  sul  suolo,
inoltre, tale Piano, comprensivo di procedure operative e istruzioni,
dovra' essere trasmesso ai Comuni e Provincia. 
    60.  In  concomitanza  alla  nuova  progettazione  adeguata  alle
Alternative 1A di Cogollo e Alternativa 2 di Pedemonte, dovra' essere
presentata la Valutazione  di  incidenza  ambientale,  come  previsto
dalla  Direttiva  Habitat  92/43/CEE,  relativa  al  nuovo  tracciato
completa  delle  informazioni   su   vegetazione,   fauna   e   flora
conformemente alle specifiche tecniche di cui alle delibere di Giunta
regionale n. 1066/06 e n. 4426/06. 
Prescrizioni - archeologico e paesaggistico 
    61. Beni archeologici (parte intervento ricadente  nella  Regione
Veneto):  nella  successiva  fase  di  progettazione  dovra'   essere
prodotto un aggiornamento della documentazione cartografica  relativa
alla valutazione archeologica preventiva, con inserite  le  soluzioni
alternative di tracciato complete delle eventuali  aree  di  cantiere
sulla quale dovra' essere acquisito il preventivo parere della stessa
competente Soprintendenza  (Ministero  per  i  beni  e  le  attivita'
culturali). 
    62. Profilo culturale e paesaggistico (parte intervento ricadente
nella Regione Veneto):Nei contesti oggetto di rilievo da parte  della
competente Soprintendenza per i beni architettonici  e  paesaggistici
per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, di cui ai punti A, B e C
della nota soprintendenza prot. n. 10535  del  18  aprile  2012,  per
alcuni dei quali (chiesa di S. Agata ed il contesto  della  Pieve  di
San Giorgio in comune di Velo d'Astico, svincolo in comune di Cogollo
del Cengio) gia' con successiva nota prot. n. 22515 del 7 agosto 2012
la medesima Soprintendenza ha osservato che le soluzioni  alternative
fornite risultano "meritevoli di approfondimenti per il miglioramento
del tracciato" mentre per altri  ha  espresso  ancora  riserve  sulle
soluzioni  adottate,  si  prescrive  che  in  sede  di  progettazione
definitiva vengano ulteriormente integrate le soluzioni  migliorative
delle criticita' non ancora del tutto risolte su cui "effettuare  con
maggior dettaglio e sulla base delle tavole dei vincoli in parte gia'
aggiornate una  ulteriore  disamina  degli  effetti  dell'opera".  In
particolare, dovranno essere migliorate le soluzioni per la chiesa di
S. Agata, il contesto della Pieve di San Giorgio in  comune  di  Velo
d'Astico e per lo svincolo in comune di Cogollo del Cengio,  inoltre,
dovranno essere opportunamente risolti alcuni  punti  dello  svincolo
denominato Valle d'Astico ed essere oggetto di studi piu' specifici e
adeguamento progettuale, tale da  superare  tutte  le  riserve  della
competente Soprintendenza, le soluzioni  dei  viadotti  Piovene,  Val
D'Assa,  Setteca'  soprattutto  negli  attraversamenti  del  torrente
Astico, nonche'  sulle  tipologie  strutturali  che  dovranno  essere
misurate con i singoli contesti interessati. A tal riguardo dovranno,
inoltre, essere forniti elaborati di raffronto con  altri  interventi
gia' realizzati in casi analoghi, ivi compresi  quelli  sullo  studio
delle mitigazioni (Ministero per i beni e le attivita' culturali). 
Prescrizioni in fase di conferenza di servizi 
    63. Si segnala fin d'ora l'interferenza idraulica estesa  con  il
torrente Astico con ben n.  7  attraversamenti  e  taluni  tratti  di
affiancamento dell'opera autostradale al corso del  torrente  stesso;
si ritiene necessario uno studio approfondito,  esteso  agli  effetti
dell'opera sull'intera  tratta  del  corso  d'acqua,  per  verificare
l'impatto in un ambito gia' interessato da fenomeni erosivi. 
    64. Per lo svincolo  di  "Valle  dell'Astico"  va  verificata  la
compatibilita' con l'ambito di cava attiva denominata  "La  Marogna",
in Comune di Valdastico. 
    65. Si  ricorda  che  la  legge  regionale.  n.  52/1978  prevede
l'obbligo della compensazione a  fronte  di  riduzioni  di  superfici
boscate, pertanto, il proponente dovra' intervenire  optando  fra  le
diverse   alternative   previste   dalla   normativa   regionale,   e
precisamente: 
      rimboschimento di pari superficie; 
      interventi forestali di  miglioramenti  boschivi  su  superfici
doppie di quelle disboscate; 
      versamento nell'apposito "Fondo  regionale  per  interventi  di
miglioramento forestale" di un importo pari  a  € 17.500  per  ettaro
disboscato. 
    66. Sotto il profilo paesaggistico  si  richiede  uno  studio  di
inserimento maggiormente dettagliato  delle  zone  di  imbocco  delle
numerose gallerie naturali, dei relativi volumi tecnici e delle opere
in viadotto. 
    67. Le procedure di gestione dei materiali, dei rifiuti  e  delle
MPS saranno fornite ad ARPAV che ne prendera' atto. 
    68. Le attivita' di audit eventualmente svolte da  ARPAV  per  la
verifica dei piani di manutenzione  e  controllo  dovranno  essere  a
carico del concessionario. 
    69. A) Tutela della salute dei lavoratori, primi elementi per  la
stesura dei piani di sicurezza - 
    La   pianificazione   delle   attivita'   di   sicurezza   dovra'
comprendere, oltre alle fasi esecutive dei lavori: 
      Organizzazione per la sicurezza; 
      Affidamento dei lavori ad altre imprese; 
      Verifica,  coordinamento  e  mantenimento  degli  standard   di
sicurezza; 
      Gestione delle modifiche. 
    70. Salvaguardia risorse idriche: 
      va prodotto un approfondimento specifico sulla non interferenza
dell'opera sui 2 maggiori  approvvigionamenti  idrici,  sorgente  Val
Civetta e campo pozzi localita' Scalini. 
    71. Salvaguardia risorse idriche: 
      nel  piano  di  campionamento  ambientale  si  ritiene  che  il
monitoraggio post conclusione per le acque superficiali e soprattutto
per le acque sotterranee passi da 12 mesi previsti a 24 mesi. 
    72. IDRAULICA. 
    Il Comitato Istituzionale della Autorita'  di  Bacino  dei  fiumi
dell'alto Adriatico, con  Delibera  n.  4  del  19  giugno  2007,  ha
adottato la  prima  variante  del  Progetto  di  Piano  stralcio  per
l'assetto idrogeologico dei  bacini  idrografici  dei  fiumi  Isonzo,
Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione (P.A.I.). In  tale  documento
e' prevista ... "la realizzazione di  uno  sbarramento  sul  torrente
Astico  mediante  un  bacino  artificiale   a   scopo   multiplo   in
corrispondenza della gola rocciosa tra Meda e Cogollo (...)"  ...  In
tempi piu' recenti nel documento predisposto dal Commissario delegato
per il superamento dell'emergenza derivante dagli eventi  alluvionali
che hanno colpito il territorio della Regione Veneto nei  giorni  dal
31 ottobre al 2 novembre 2010 "Piano delle azioni e degli  interventi
di mitigazione del rischio idraulico e  geologico"  (v.  D.G.R.V.  n.
1643  del  11  ottobre  2011)...  e'  stata   ribadita   l'importanza
strategica di tale opera. In relazione a cio',  si  rende  necessario
segnalare che il tracciato di cui all'oggetto non e' compatibile  con
l'invaso,   cosiddetto   di   Meda,   previsto   nei   documenti   di
pianificazione sopra richiamati. 
    73. IDRAULICA. 
    In merito alle condizioni di pericolosita' idraulica  delle  aree
interessate dal tracciato autostradale si richiamano i contenuti  del
"Piano straordinario diretto a  rimuovere  le  situazioni  a  rischio
idrogeologico molto elevato" ... riportati nel Progetto di P.A.I. ...
Sulla questione andranno pertanto effettuati appositi approfondimenti
atteso che l'opera proposta interferisce in maniera significativa con
l'area fluviale del torrente Astico. ... le  opere  interferenti  con
l'area fluviale ... non dovranno essere di  impedimento  al  deflusso
delle acque, non dovranno ridurre significativamente la capacita'  di
espansione del corso d'acqua ne' dovranno incrementare le  condizioni
di pericolosita' in  tutta  la  tratta  interessata  dall'intervento,
nonche' a monte  e  a  valle  della  stessa.  In  particolare,  nella
successiva  fase  di  progettazione  dovranno   essere   attentamente
valutati, mediante l'applicazione di adeguati strumenti modellistici,
... gli effetti della realizzazione dell'opera. Dovra' essere rivolta
una particolare attenzione alla  presenza  di  pile  in  alveo,  allo
spostamento d'alveo in corrispondenza del viadotto Posta e ai  tratti
in rilevato in  aree  allagabili,  anche  in  relazione  a  possibili
fenomeni di erosione al piede degli stessi. 
    74. GEOLOGIA 
    2. interferenza con perimetrazione PAI codice  n.  P024078002  In
prossimita' della spalla sud del ponte sul  torrente  Astico  (progr.
0+950)  e'  presente  la  perimetrazione  con  codice  P020478002   a
pericolosita' elevata - P3 e  media  -  P2.  ...  L'interferenza  del
tracciato stradale ... e' solo apparente in  quanto  l'autostrada  in
questo tratto supera il torrente Astico  in  viadotto,...  Stante  la
vicinanza   del   tracciato   autostradale   con    la    sopracitata
perimetrazione PAI  e  l'interferenza  con  la  strada  comunale  che
conduce alla localita' Calappi si pone in evidenza la  necessita'  di
tenere conto del delicato contesto geomorfologico e di  prevedere  le
opportune opere di stabilizzazione e protezione  del  versante  anche
nell'ottica di inserire la spalla del ponte in un contesto stabile  e
che tenga conto dello stato  evolutivo  del  corso  d'acqua  e  delle
corrispondenti sponde. 
    75. GEOLOGIA 
    3. interazione con l'accumulo di frana denominato  "Marogna"  ...
Considerato che il tracciato autostradale in  questo  settore  e'  in
parte in galleria e in parte in trincea si ritiene utile  evidenziare
le possibili condizioni di locale instabilita' legate  alla  presenza
di macereto di frana, con particolare  riguardo  alle  condizioni  di
stabilita' dei massi volumetricamente piu' rilevanti. 
    76. GEOLOGIA 
    4. Interazione con perimetrazione PAI n. P0240112400 II tracciato
autostradale nel territorio comunale di Valdastico interferisce  solo
in apparenza con  le  perimetrazioni  PAI  con  codice  0240112400  e
0240111300, in questi settori infatti l'autostrada passa in galleria.
Tuttavia considerata la rilevanza del fenomeno di  caduta  massi  che
interessa  il  Monte  Sirocolo  (perimetrazione  n.   0240112400)   e
l'adiacenza con la citata paleofrana ...  Marogna  si  ritiene  utile
evidenziare la necessita' di approfondire  l'assetto  strutturale  di
quest'area che  potrebbe  essere  sede  di  un  importante  "disturbo
tettonico". 
    77. GEOLOGIA 
    5. Problematica della caduta massi nella  valle  dell'Astico  ...
utile richiamare l'attenzione circa il tema della caduta massi ... In
particolare ... sugli sbocchi delle gallerie e sull'area di  svincolo
in Comune di Valdastico tra le progressive 18+500 e  19+300  dove  le
pertinenze autostradali si trovano a ridosso  di  un  versante  molto
acclive con locali condizioni di instabilita'. 
    78. VALANGHE. ...  nei  pressi  dell'imbocco  della  galleria  di
valico nel Comune di Pedemonte e' presente un'area di  pericolosita'.
Tale area che attualmente e' classificata nel PAI  con  pericolosita'
da valanga media - P2, e' dovuta ad un fenomeno valanghivo incanalato
che ha raggiunto la strada  che  collega  gli  abitati  di  Ciechi  e
Carotte. 
    79. ... ENEL ha provveduto a sottoporre alla Societa' che cura la
progettazione del nuovo tratto autostradale  le  varianti  necessarie
per risolvere le interferenze. 
    80. Mancando  formale  richiesta  per  le  forniture  di  energia
elettrica dei cantieri (10 MW) non sono stati definiti gli interventi
sulla rete di distribuzione necessari a tale scopo. 
    81. Considerando che l'attuale rete di distribuzione dell'area e'
idonea solamente per i modesti carichi  attuali,  si  e'  individuata
come  probabile  soluzione  la  realizzazione  di  una  nuova  cabina
primaria di trasformazione AT/MT ...  pertanto  e'  stata  inviata  a
Terna formale richiesta di connessione della cabina primaria. 
    82. ... quelle censite risultano essere  le  uniche  interferenze
con impianti Terna S.p.A. nel tratto non in galleria ...Resta  inteso
che la valutazione di fattibilita' sopra esposta deve  intendersi  di
massima, essendo riferita ad una analisi preliminare degli  elaborati
trasmessici, e che l'effettiva fattibilita' degli stessi, cosi'  come
il conseguente quadro economico  degli  interventi,  dovranno  essere
valutati dalla scrivente Societa' a valle di un  puntuale  studio  di
fattibilita' che tenga conto, tra l'altro,  di  tutti  gli  eventuali
vincoli  (incluso  quello  paesaggistico)  alla  realizzazione  delle
varianti... 
    83. ... l'attuazione da parte della Societa' Snam Rete Gas S.p.A.
dell'adeguamento dei propri impianti interferiti  con  le  costruende
opere... risulta  essere  subordinata  alla  stipula  di  apposita  e
specifica convenzione con il soggetto proponente ... 
    84.  Per  quanto  concerne  l'interferenza  al  chilometro  0+120
(scheda interferenze n° 001 SNAM ...) non e' stato per Societa'  Snam
Rete Gas S.p.A. possibile individuare una soluzione progettuale  tale
da risolvere l'interferenza tra le nostre condotte e la  nostra  area
di cantiere. Per tale interferenza dovra' essere  cura  del  soggetto
proponente provvedere  alla  modifica  dell'area  tenendo  in  debita
considerazione le fasce di rispetto delle nostre condotte  pari  a  m
11,00 per parte dall'asse delle stesse. 
    85.  Sara'  cura  e  onere  del  soggetto  proponente   ottenere,
nell'ambito dei procedimenti di approvazione dell'opera: 
      i provvedimenti amministrativi necessari, ... 
      l'approvazione  del   progetto,   l'apposizione   del   vincolo
preordinato all'esproprio e la  dichiarazione  di  pubblica  utilita'
degli impianti, 
      la disponibilita' delle aree necessarie ... 
      la presa in possesso delle aree di occupazione  necessarie  per
la realizzazione degli impianti. 
    86. Gli importi e gli elaborati grafici a  corredo  del  progetto
inviato a Edison DG S.p.A., non hanno tenuto conto  delle  soluzioni,
gli accorgimenti tecnici condivisi e gli importi  trasmessi  ...  che
dovranno essere pertanto rivisti. 
    87. Relativamente all'interferenza del tracciato  dell'autostrada
con le opere di captazione della risorsa idropotabile ... qualora  il
percorso si sviluppi anche parzialmente  all'interno  delle  zone  di
rispetto di pozzi e sorgenti... dovranno essere valutati puntualmente
gli effetti di tale interferenza e previste  le  opportune  opere  di
salvaguardia,  oltre  ai  monitoraggi  gia'  previsti  in   sede   di
progettazione preliminare. 
    88. Relativamente alle interferenze del tracciato di progetto con
le condotte di acquedotto e  di  fognatura  ...  si  segnala  che  le
eventuali  nuove  opere  da  realizzare  al  fine  di  eliminare   le
interferenze con le condotte esistenti dovranno essere concordate con
il gestore stesso e approvate dall'Autorita' d'Ambito Bacchiglione. 
    89. A) Tutela della sicurezza e salute dei lavoratori.  Si  rende
necessario che la pianificazione delle attivita' di sicurezza preveda
altresi': 
      una maggiore definizione  dell'organizzazione  della  sicurezza
... 
      una definizione delle figure incaricate e le modalita' adottate
per la gestione ... 
      una definizione delle attivita' di verifica e coordinamento dei
vari attori... 
      le modalita' di gestione  delle  modifiche  che  si  discostino
dalle modalita' previste in fase di progettazione... 
    90. Si prescrive che prima della conclusione della  progettazione
definitiva  dovranno   essere   inviati   all'ispettorato   Logistico
dell'Esercito  e  ai  rispettivi  comandi  Interforze  gli  elaborati
riguardanti  il  piano  particellare   d'esproprio   per   consentire
l'espressione del parere di competenza. 
 
                   RACCOMANDAZIONI - PARTE SECONDA 
 
    1.  Con  riferimento  al  patrimonio  artistico  archeologico   e
culturale, in considerazione delle problematiche  relative  ai  punti
dove il patrimonio artistico, architettonico e  archeologico  risulta
piu'  consistente,  il   progetto   definitivo   proponga   soluzioni
progettuali supportate da una attenta analisi visuale, supportata  da
foto simulazioni specifiche. 
    2.  Deve  essere  garantita  la   prevenzione   dell'inquinamento
luminoso, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, preferendo
l'uso della tecnologia a Led nei corpi illuminanti. 
    3. Concordare  con  le  Amministrazioni  comunali  competenti  la
viabilita' in fase di cantiere, mettendo in atto deviazioni, obblighi
e tutte le misure idonee ad impegnare al minimo la viabilita'  locale
anche realizzando, quando possibile, piste  di  cantiere  sul  futuro
tracciato autostradale.