(Allegato)
                                                             Allegato 
 
Linee di indirizzo nazionale per l'organizzazione e la gestione delle
  banche  del  latte  umano  donato  nell'ambito  della   protezione,
  promozione e sostegno dell'allattamento al seno. 
 
                            Introduzione 
 
    L'allattamento al seno rappresenta  la  norma  dell'alimentazione
sia per il neonato a termine che  per  quello  pretermine.  Il  latte
della propria mamma, pertanto, nei confronti dei sostituti del  latte
materno,  presenta  vantaggi   insuperati   di   tipo   nutrizionale,
immunologico ed economico. In alcune particolari situazioni cliniche,
quando il latte della propria mamma non e'  disponibile  o  non  puo'
essere somministrato, sorge la necessita' di avere a disposizione del
latte di donna. 
    Per tale motivo sorgono le Banche del Latte Umano Donato  (BLUD),
che garantiscono un servizio finalizzato a selezionare le  donatrici,
raccogliere,  controllare,  selezionare,   trattare,   conservare   e
distribuire  latte  umano  donato,  da  utilizzare   per   specifiche
necessita' mediche. Le BLUD sono  indispensabili  per  soddisfare  le
necessita' dei neonati pretermine, ma si rendono utili anche in altre
situazioni, sulla base di precise indicazioni  mediche,  per  esempio
pei i rari casi di neonati  a  termine  che  per  brevi  periodi  non
possono essere alimentati al seno, o neonati affetti da patologia (ad
esempio nella rialimentazione dopo interventi chirurgici  sul  tratto
gastrointestinale, pazienti  affetti  da  alcune  forme  di  malattia
metabolica,  da  cardiopatia,  da  deficit   di   accrescimento   per
intolleranza alimentare, da insufficienza renale cronica, da  diarrea
intrattabile, da intolleranza alle proteine del latte vaccino). 
    Il presente documento, che origina da quanto elaborato dal Gruppo
di Lavoro* nell'ambito del  Comitato  Nazionale  Multisettoriale  per
l'Allattamento Materno, e'  rivolto  agli  operatori  sanitari  delle
Banche del Latte e  delle  Unita'  Operative  di  Neonatologia  e  di
Terapia Intensiva  Neonatale,  nonche'  a  tutti  gli  operatori  del
percorso  nascita.  E'  inoltre  rivolto  agli  Amministratori  delle
Aziende Sanitarie cui afferiscono i Centri Neonatali e le Banche  del
Latte. 
 
Latte umano donato e neonati pretermine 
 
    Il latte della propria madre, fresco o adeguatamente  conservato,
e' l'alimento ideale anche per i neonati pretermine, ma quando questo
alimento non e' disponibile o non e' sufficiente (come ad esempio nei
casi di condizioni cliniche materne molto critiche o  di  transitoria
separazione per trasferimento del  neonato)  il  latte  umano  donato
rappresenta  l'alternativa  piu'  valida.   I   principali   vantaggi
derivanti dall'utilizzo del latte umano di  banca  nell'alimentazione
dei neonati pretermine sono: 
      bassa incidenza di enterocolite necrotizzante 
      ridotta incidenza di sepsi ed altre infezioni 
      ridotta incidenza di displasia broncopolmonare 
      elevata tolleranza alimentare 
      prevenzione     dell'ipertensione     arteriosa     e     dell'
insulinoresistenza 
    Le Linee di indirizzo nazionali sulla protezione,  la  promozione
ed il sostegno dell'allattamento al seno (Gazzetta  Ufficiale  n.  32
del 7 febbraio 2008) affermano che «il latte materno,  dato  al  seno
oppure come latte di banca donato da madre o da donatrice, e'  anche,
laddove non controindicato, l'alimento piu'  adeguato  ai  fabbisogni
nutrizionali dei neonati prematuri e ricoverati». 
 
                              Obiettivi 
 
    Gli obiettivi del documento sono: 
      a) orientare le iniziative  regionali  per  la  costituzione  e
l'organizzazione di una  BLUD,  definendo  criteri  uniformi  per  un
servizio centrato sul paziente e sui bisogni di salute; 
      b) definire i requisiti essenziali  in  rapporto  alle  diverse
aree  specialistiche,  per   la   qualita'   e   l'efficienza   della
costituzione e dell'organizzazione di una BLUD; 
      c) predisporre  i  criteri  di  verifica  da  adottare  per  il
monitoraggio delle attivita' delle BLUD  in  un  ambito  regionale  e
nazionale. 
 
                  Le Banche del latte umano donato 
 
a. Cenni storici sulle banche del latte umano 
 
    Nel 1980  l'Organizzazione  Mondiale  della  Sanita'  e  l'UNICEF
presentarono una dichiarazione congiunta che recitava: «Quando non e'
possibile  per  la  madre  biologica  allattare  al  seno,  la  prima
alternativa, se disponibile, deve essere il latte  umano.  Le  Banche
del  Latte   Umano   dovrebbero   essere   attivate   in   situazioni
appropriate.» Da quel momento in poi si e' verificata  una  serie  di
eventi che hanno  confermato  l'importanza  delle  Banche  del  Latte
Umano. Nel 1981 nasce in  Francia  l'Association  des  Lactariums  de
France; nel 1985 viene fondata negli Stati Uniti la Human  Milk  Bank
Association of North America; nel 1989 l'attivita' delle  banche  del
latte viene regolamentata in Francia da una legge nazionale; nel 1997
sorge in Inghilterra la United Kingdom Association for Milk  Banking;
nel 2005 viene fondata in Italia l'Associazione Italiana delle Banche
del Latte Umano Donato (AIBLUD). 
    L'Italia compare tardi nella storia delle banche del latte umano.
La prima banca italiana con caratteristiche «moderne»  (raccolta  del
latte  a  domicilio  della  donatrice,  pastorizzazione  del   latte,
controlli batteriologici) e' stata inaugurata l'8 marzo  1971  presso
l'Ospedale Meyer di Firenze. 
    Nel 2008 in Toscana e' stata costituita la Rete  Regionale  delle
Banche del Latte Umano Donato (ReBLUD),  primo  esempio  di  rete  in
Europa. 
    Il nostro Paese risulta essere, al momento, uno dei  piu'  attivi
in Europa; l'attivita' delle banche esistenti in Italia e' coordinata
dall'Associazione italiana Banche del latte umano donato (AIBLUD). 
    Al novembre 2013, le Banche che operano sul territorio  sono  30;
si tratta di un numero elevato se confrontato con  le  realta'  degli
altri Paesi europei. 
b. L'Associazione  Italiana  delle  Banche  del  Latte  Umano  Donato
  (AIBLUD) 
    L'Associazione Banche del Latte Umano  Donato  (AIBLUD)  persegue
esclusivamente finalita' di solidarieta'  sociale,  non  ha  fini  di
lucro ed ha per oggetto  lo  svolgimento  di  attivita'  nel  settore
dell'assistenza sociale e socio-sanitaria. 
    L'Associazione, ispirandosi alla Convenzione  Internazionale  dei
Diritti dei Minori (O.N.U. 1989)  ed  a  concetti  di  globalita'  ed
efficienza  nell'assistenza  perinatale,  svolge  in  particolare  la
seguente attivita' istituzionale: 
      promozione e diffusione dell'allattamento materno; 
      promozione e diffusione della donazione del latte materno; 
      promozione e diffusione dell'utilizzo del  latte  umano  donato
nei Centri di Neonatologia e, in particolare, nelle Terapie Intensive
Neonatali; 
      coordinamento delle BLUD esistenti in Italia, privilegiando  la
costituzione di nuove Banche nelle aree carenti; 
      promozione del miglioramento  della  qualita'  nelle  procedure
operative delle BLUD italiane; 
      diffusione in ambito nazionale ed internazionale  delle  «Linee
Guida per la costituzione e l'organizzazione di una  BLUD»  elaborate
dalla  Societa'  Italiana  di  Neonatologia  (SIN)  e  periodicamente
aggiornate; 
      promozione di studi ed attivita'  di  ricerca  scientifica  sul
latte umano e sul suo utilizzo. 
c. Le Banche del Latte Umano come  mezzo  di  protezione  e  supporto
  dell'allattamento al seno 
    Le BLUD non sono soltanto centri per la raccolta, la lavorazione,
lo stoccaggio e la distribuzione del latte  umano,  ma  rappresentano
una grande opportunita' di promozione e di sostegno dell'allattamento
al seno. 
    La presenza di una BLUD in una Terapia Intensiva Neonatale  (TIN)
riduce significativamente la percentuale di neonati che ricevono  una
formula  artificiale  nelle  prime  settimane  di  vita.  Inoltre  da
un'indagine condotta  dalla  Societa'  Italiana  di  Neonatologia  in
collaborazione con l'AIBLUD presso  le  TIN  operative  in  Italia  e
partecipanti  al  Network  Neonatale  Italiano,  nell'anno  2010   e'
risultato che la percentuale di neonati con allattamento esclusivo al
seno alla dimissione e' stata del 29,75% nelle TIN  dotate  di  Banca
del Latte Umano Donato contro un valore del 15,93% nelle TIN prive di
Banca del Latte. 
    L'utilizzo  del  latte  di  banca  cosi'  inteso  si   configura,
pertanto,  come  una   importante   strategia   per   la   promozione
dell'allattamento materno in Terapia  Intensiva  Neonatale.  Oltre  a
fornire un alimento di alta qualita' per i neonati ricoverati in TIN,
innesca una serie  di  meccanismi  utili  a  favorire  l'allattamento
materno  sia  durante  il  ricovero  che  successivamente   dopo   la
dimissione. 
    Promuovere  la  donazione  e  l'utilizzo  del  latte  di   banca,
pertanto,   significa   necessariamente   promuovere   una    cultura
dell'allattamento materno e del suo utilizzo anche e soprattutto  nei
neonati piu' critici e immaturi. 
    L'alimentazione artificiale rappresenta un significativo  fattore
di rischio per morbilita' e  mortalita'  nei  neonati  pretermine  e,
quando il latte della madre non e' disponibile, il latte umano donato
rappresenta l'alternativa migliore. 
    La World Health Organization e l'UNICEF si sono espressi con  una
dichiarazione congiunta in cui affermano che l'apertura di una  Banca
del Latte Umano rientra nel quadro delle  iniziative  che  a  livello
internazionale  vengono  intraprese  per  promuovere   e   supportare
l'allattamento  al  seno:  «Soltanto   in   circostanze   del   tutto
eccezionali il latte di una madre puo' essere considerato non  idoneo
per il suo bambino. In quelle rare situazioni cliniche dove i neonati
non possono, o non devono, essere alimentati al  seno  della  propria
madre, la scelta dell'alternativa migliore - latte estratto dal  seno
della madre, latte di donna fresco da una nutrice sana o latte  umano
di banca - dipende dalle circostanze individuali» (WHO/ UNICEF Global
Strategy for Infant and Young Child Feeding, Geneva, Switzerland. WHO
2003). 
 
              CRITERI E INDICAZIONI PER LA COSTITUZIONE 
       E L'ORGANIZZAZIONE DI UNA BANCA DEL LATTE UMANO DONATO 
 
    Le indicazioni delle presenti Linee di Indirizzo sono finalizzate
a garantire standard di qualita'  uniformi  su  tutto  il  territorio
nazionale nelle varie fasi della filiera: dai  criteri  di  selezione
delle donatrici alle procedure di raccolta e conservazione del latte,
dagli accertamenti infettivologici alle metodiche di  pastorizzazione
e di stoccaggio. Tali indicazioni recepiscono le raccomandazioni e le
evidenze scientifiche riportate nelle Linee Guida nazionali, promosse
dalla Societa' Italiana di Neonatologia, ed in quelle internazionali. 
    La Banca, per garantirsi una costante ed adeguata  disponibilita'
di latte, deve impegnarsi a promuovere: 
      a) la cultura della donazione; 
      b) la motivazione alla donazione  del  latte  umano  basata  su
protezione, promozione e sostegno dell'allattamento al seno; 
      c) la diffusione di informazioni sull'utilita' del latte  umano
donato e sulle metodiche di trattamento impiegate  per  garantire  la
sicurezza e la qualita' del prodotto finale. 
    A tale scopo dovrebbero essere sviluppati, in collaborazione  col
personale   medico,    infermieristico    e    ostetrico    dell'area
materno-infantile, programmi educativi specifici per le future  madri
e  le  puerpere.  Appare  opportuno  anche   l'uso   dei   mezzi   di
comunicazione piu' idonei ad informare la popolazione generale. 
    Le  presenti  Linee  di  Indirizzo  offrono   anche   indicazioni
finalizzate  alla  organizzazione  del  Servizio  con  le  necessita'
logistiche, di apparecchiature e di personale formato. 
    Infine,   esse   promuovono   la   sicurezza   igienico-sanitaria
dell'alimento  secondo  i  principi  della  HACCP  (Hazard   Analysis
Criticai Control Points). In Italia, dal 1° gennaio 2006  e'  entrato
in vigore il Regolamento CE 852/04 che prevede l'utilizzo di  manuali
specifici  delle  procedure  di  autocontrollo;  per  ogni  fase  del
processo  produttivo  occorre  valutare  le  tipologie  di   pericolo
eventualmente  presenti:  biologico,  chimico  e  fisico.  In  questo
Regolamento vengono prese in considerazione anche le  Buone  Pratiche
di Produzione (Good Manifacturing Practices: GMP). 
 
a. Definizioni 
 
Banca del Latte Umano Donato (BLUD) 
 
    Servizio  costituito  al  fine   di   selezionare,   raccogliere,
controllare, trattare, conservare, distribuire latte umano donato, da
utilizzare per specifiche necessita' mediche. 
 
Latte di donatrice 
 
    Latte di donna fornito volontariamente  e  gratuitamente  ad  una
BLUD. 
 
Latte crudo (o fresco) 
 
    Latte non sottoposto ad alcun trattamento. 
 
Latte umano fresco refrigerato 
 
    Latte conservato a temperatura costante di + 4 °C. 
 
Latte umano fresco congelato 
 
    Latte conservato a temperatura uguale o inferiore a - 20 °C. 
 
Latte umano pastorizzato 
 
    Latte sottoposto a  trattamento  termico  di  pastorizzazione  (+
62,5°C per 30 minuti). 
 
Pool di latte umano 
 
    Miscela di latte raccolto da piu' di una donatrice. 
 
Latte umano pretermine 
 
    Latte di donna che ha  partorito  prima  delle  37  settimane  di
gestazione, raccolto entro la 4ª settimana dopo il parto. 
 
b. Criteri di esclusione dalla donazione 
 
Stile di vita 
 
    Madri fumatrici o che fanno uso di prodotti medicinali contenenti
nicotina, utilizzati per la disassuefazione dal tabagismo. 
    Madri che fanno uso di droghe (marijuana, cocaina ecc.). 
    Madri  che  assumono  abitualmente  quantita'  molto  elevate  di
sostanze contenenti xantine, ad esempio caffe', te', cola, cacao. 
    Madri che assumono quotidianamente quantita' uguali o superiori a
30-40 cc di superalcolici o ad un bicchiere di vino (circa 100 ml)  o
a 200 ml di birra. 
    Madri che hanno avuto, nei 6 mesi  precedenti  la  donazione  del
latte, rapporti sessuali non protetti con partners sconosciuti o  che
hanno fatto uso di droghe, che sono HCV, HIV,  HBV  positivi,  o  che
sono affetti da malattie veneree,  o  che  sono  stati  trasfusi  con
sangue od emoderivati. 
    Madri che si sono sottoposte, nei 6 mesi precedenti la  donazione
del latte, a piercing e tatuaggi (se non praticati  con  strumenti  a
perdere), ad agopuntura (se non praticata da un medico autorizzato  e
con l'utilizzo di aghi a perdere). 
 
Terapie materne 
 
    Madri che hanno ricevuto, nei 6 mesi precedenti la donazione  del
latte, trasfusioni di sangue o derivati, o trapianti d'organo. 
    L'assunzione di farmaci o di sostanze  farmacologicamente  attive
(ad esempio, prodotti di erboristeria)  dovra'  essere  valutata  nei
singoli casi. 
 
Malattie infettive materne e test sierologici 
 
    Madri con sierologia positiva per epatite B  e  C,  HIV.  I  test
devono essere eseguiti in occasione della prima donazione di latte. 
    La  positivita'  sierologica  per  il  CMV  non  controindica  la
donazione,  in  quanto   il   latte   donato   viene   sottoposto   a
pastorizzazione a + 62,5°C per 30 minuti. 
    Per la sifilide e la tubercolosi e'  sufficiente  la  valutazione
del dato clinico anamnestico, escludendo le donne  con  infezione  in
atto. 
 
Controindicazioni temporanee 
 
    Le madri donatrici devono essere  istruite  sulla  necessita'  di
informare  il  medico  referente  della  Banca   sull'insorgenza   di
eventuali patologie e/o sull'eventuale assunzione di farmaci. 
    L'assunzione di farmaci o di sostanze  farmacologicamente  attive
(ad esempio prodotti di  erboristeria)  dovra'  essere  valutata  nei
singoli casi. 
    Presenza di  malattie  infettive  acute.  Il  medico  rivalutera'
l'idoneita' alla donazione  mediante  l'anamnesi,  l'esame  dei  dati
clinici e, se necessario, anche sierologici. 
    Mastite, micosi del capezzolo e dell'areola; riattivazione  nella
regione mammaria o toracica di  infezioni  da  herpes  simplex  virus
(HSV) o varicella zoster. 
c. Procedure per la raccolta e la conservazione del latte 
    La. Banca del Latte si fara'  carico  di  istruire  le  donatrici
sulle corrette modalita' di raccolta  e  conservazione  del  latte  e
fornira' loro il materiale necessario per l'estrazione del  latte.  A
tale scopo risulta necessaria l'applicazione del sistema di sicurezza
igienico-sanitaria seguendo i principi della Hazard Analysis Critical
Control Points (HACCP). 
 
Modalita' di estrazione del latte 
 
    Prima di ogni raccolta e' fondamentale un accurato lavaggio delle
mani. 
    Le mammelle, in particolare la zona dell'areola ed  i  capezzoli,
devono essere deterse. Per evitare alterazioni cutanee da detergenti,
e' sufficiente il lavaggio solo con acqua corrente o  con  una  garza
imbevuta d'acqua. 
    Non e' necessario scartare i primi 5-10 ml di latte  estratto  al
fine di ridurre la carica batterica. 
    Per lo svuotamento delle mammelle sono utilizzabili la spremitura
manuale, l'estrazione con tiralatte manuale e  quella  con  tiralatte
elettrico. 
    Per lo  svuotamento  completo  delle  mammelle  e  per  donazioni
protratte nel tempo, il tiralatte elettrico rappresenta lo  strumento
piu' pratico ed efficace. E' preferibile  utilizzare  i  modelli  che
simulano la dinamica di suzione del bambino e che sono  provvisti  di
kit per l'estrazione simultanea da ambedue le mammelle. 
    E' anche possibile utilizzare  tiralatte  manuali,  di  cui  sono
disponibili diversi tipi. 
    Risulta  essenziale,  soprattutto  a  domicilio,   l'osservazione
scrupolosa delle norme igieniche. Per i tiralatte e' necessario porre
particolare  cura  alla  pulizia  e  alla  disinfezione  delle   loro
componenti. 
 
Lavaggio e disinfezione del materiale 
 
    Tutto il materiale utilizzato che e'  stato  a  contatto  con  il
latte, dopo l'uso deve essere lavato  con  acqua  calda  e  sapone  e
risciacquato con cura in modo da eliminare tutti i residui organici. 
    E' necessaria un'appropriata pulizia e disinfezione  delle  parti
del tiralatte che sono venute a contatto con il latte. 
    Si consiglia che le Banche del Latte che fanno uso di biberon  di
vetro utilizzino una lavabiberon con  termodisinfezione  (+90/+93  °C
per  un  tempo  di  5/10  minuti),  in  alternativa   alla   classica
lavabiberon a spazzole e all'autoclave per la sterilizzazione. 
    E'  accettabile  anche  una  lavastoviglie  che  sia   utilizzata
esclusivamente per questo scopo e  che  raggiunga  le  condizioni  di
termo disinfezione. 
 
Contenitori per il latte 
 
    Possono essere di vetro o di plastica rigida (a norma di legge). 
    E' preferibile l'utilizzo  dei  contenitori  di  plastica  rigida
piuttosto che quelli di vetro, in  quanto  questi  ultimi  comportano
rischio per gli operatori (ferite da taglio) e per gli stessi neonati
(microframmenti di vetro nel latte). 
    Sono da sconsigliare i sacchetti morbidi di polietilene. 
    Eventuale materiale usa e getta deve essere conforme  alle  norme
vigenti. 
 
Conservazione del latte a domicilio 
 
    Le inevitabili manipolazioni del latte umano raccolto a domicilio
comportano il rischio di inquinamento, di riduzione della  stabilita'
chimico-fisica e dell'attivita' biologica. E' importante  quindi  che
dopo l'estrazione il latte destinato alla donazione sia manipolato  e
conservato nel modo migliore possibile. 
    La donatrice deve sempre applicare, su ogni biberon, un'etichetta
sulla quale sara' indicato il suo codice e la data  di  raccolta:  in
tal modo, se necessario, sara' possibile risalire all'identita' della
donatrice. 
    Devono essere inoltre segnalati alla Banca eventuali  medicamenti
assunti. 
    Il latte raccolto a domicilio e  destinato  alla  donazione  deve
essere mantenuto a temperatura ambiente per il minor tempo possibile. 
    Dopo ogni singola raccolta, effettuata sempre con  un  recipiente
sterile, il contenitore del latte deve essere chiuso ermeticamente  e
subito posto sotto l'acqua corrente del rubinetto per raffreddarlo. 
    Nell'attesa che il latte venga trasportato alla Banca, si possono
seguire due metodi di conservazione: 
    1. Refrigerazione immediata con successivo congelamento (metodica
da utilizzare in caso di ulteriori aggiunte al latte raccolto): 
      a) Porre in frigorifero a + 4 °C il  latte  appena  estratto  e
raffreddato. E' possibile aggiungere al medesimo contenitore il latte
ottenuto con estrazioni  successive  finche'  questo  non  sia  quasi
completamente pieno. Fra una raccolta e l'altra il  contenitore  deve
essere  mantenuto  nella  zona  a   temperatura   piu'   fredda   del
frigorifero, lontano dallo sportello. 
      b) Trasferire il  contenitore  con  il  latte  refrigerato  nel
congelatore a - 20 °C, non oltre 24 ore dalla prima estrazione. 
    Se  il  frigorifero  non  possiede  un  sistema  di  monitoraggio
affidabile della  temperatura  (generalmente  assente  nella  maggior
parte degli apparecchi domestici), si raccomanda  prudenzialmente  di
non superare le 12 ore di conservazione del latte nel settore frigo. 
    2. Congelamento immediato: dopo l'estrazione, se  si  prevede  di
non fare ulteriori aggiunte, si pone il contenitore direttamente  nel
freezer. Si sconsiglia di aggiungere latte appena estratto  a  quello
gia' congelato. 
    Il contenitore destinato al  congelamento  non  va  mai  riempito
completamente; si raccomanda, per esempio, che in un biberon  da  250
ml siano introdotti al massimo 200 ml di latte. 
    Per  ridurre  il  rischio  di  contaminazione,  si  consiglia  di
conservare i biberon di latte all'interno dei  frigoriferi  domestici
in contenitori che li isolino dagli altri alimenti. 
 
Trasporto del latte 
 
    Anche per il trasporto del latte alla  Banca  risulta  necessaria
l'applicazione del sistema di sicurezza igienico-sanitaria seguendo i
principi dell'HACCP. 
    Il trasporto del latte raccolto a  domicilio  deve  avvenire  nel
rispetto della «catena del freddo», in modo che il latte arrivi  alla
Banca ancora congelato. Per maggiore sicurezza e' preferibile che  la
Banca si faccia carico del ritiro a domicilio del  latte  raccolto  e
del suo trasporto. 
    Possono  essere  utilizzati  congelatori  da   trasporto,   borse
termiche con ghiaccio secco o pacchetti refrigeranti. 
    Evitare l'uso del ghiaccio comune. 
d. Procedure operative 
    Il latte umano donato richiede controlli colturali e  trattamenti
di bonifica e conservazione. 
    Qualsiasi manipolazione del latte deve essere  effettuata  sempre
seguendo  i  principi  dell'HACCP  e  rappresentare  espressione  del
migliore  compromesso  possibile  tra  sicurezza  d'uso  e   qualita'
biologico-nutrizionali. 
 
Accertamenti infettivologici e di qualita' 
 
    Prima della pastorizzazione  devono  essere  sempre  valutate  le
caratteristiche organolettiche del latte: in caso di odore o  aspetto
improprio il campione va eliminato. 
    Si consiglia di effettuare gli accertamenti  batteriologici  alla
prima donazione e di ripeterli successivamente  quando  la  donatrice
non  sembra  offrire  garanzie  igieniche  appropriate  o,  comunque,
periodicamente  in  modo  randomizzato.  Nei  casi  in  cui   vengano
effettuati esami microbiologici, il latte  pastorizzato  puo'  essere
utilizzato solo quando si conoscono i risultati delle colture. 
    Criteri per definire l'accettabilita'  del  latte  donato  quando
viene effettuata l'analisi batteriologica: 
      prima della pastorizzazione: 
        il latte con conta 10 unita'  formanti  colonia  (ufc)/ml  di
Staphylococcus aureus viene scartato; 
        il  latte  con  presenza  di  germi  patogeni  diversi  dallo
Staphylococcus aureus viene accettato indipendentemente  dalla  conta
batterica; 
      dopo la pastorizzazione il latte deve essere scartato  in  caso
di crescita batterica di qualunque tipo. 
    Accertamenti di  qualita',  condotti  con  lo  scopo  di  svelare
eventuali manipolazioni o frodi dovute all'aggiunta di latte vaccino,
possono essere effettuati in maniera occasionale e casuale. 
    Inoltre e' opportuno valutare periodicamente con test di qualita'
tutte le procedure effettuate dalla Banca, nel rispetto dei  principi
dell'HACCP. 
 
Metodiche di pastorizzazione 
 
    Tutto il latte che giunge alla BLUD deve essere pastorizzato.  Il
ciclo ideale di pastorizzazione dovrebbe prevedere una fase rapida di
riscaldamento, seguita da una fase  di  mantenimento  costante  della
temperatura ed una fase finale di raffreddamento rapido. 
    La  pastorizzazione  puo'  avvenire  sul  latte  di  una  singola
donatrice oppure su  un  pool  di  latte  proveniente  da  un  numero
limitato (massimo 6) di donatrici. 
    Il trattamento termico deve essere effettuato sul latte fresco  o
scongelato  lentamente,   contenuto   in   biberon   sterili   chiusi
ermeticamente. I biberon dovranno contenere quantita' equivalenti  di
latte fino ad un volume pari a 4/5 della capacita' del contenitore. 
    Per le Banche del Latte e' raccomandata la  pastorizzazione  a  +
62,5°C  per  30  minuti  (metodo  di  Holder).  Attualmente  non   e'
accettabile una temperatura di pastorizzazione piu' bassa. 
    E' necessario che i dati  riguardanti  il  ciclo  di  trattamento
termico siano misurati, registrati e conservati. 
    Un biberon di controllo, con la stessa quantita' di  latte  degli
altri   contenitori,   posizionato   al   centro   della   vasca   di
pastorizzazione, deve contenere un termometro ad  immersione  per  la
registrazione   della   temperatura   durante    il    processo    di
pastorizzazione (il 25% circa del volume del latte deve essere al  di
sotto del punto di misurazione della temperatura). 
    L'inizio del processo di pastorizzazione va calcolato dal momento
in cui il latte raggiunge la temperatura di 62,5 °C  all'interno  del
biberon di controllo. 
    La fase finale del ciclo di  pastorizzazione  deve  prevedere  il
raffreddamento  rapido  del  latte  con  acqua  refrigerata  fino  al
raggiungimento di una temperatura <  10°C.  E'  desiderabile  che  la
temperatura scenda da 62,5 °C a 25 °C in meno di 10 minuti. 
    I  tappi  delle  bottiglie  devono  rimanere  sopra  il   livello
dell'acqua per prevenire possibili contaminazioni. 
    A fine ciclo di pastorizzazione i cestelli  contenenti  il  latte
devono essere immediatamente tolti dal pastorizzatore. 
 
Conservazione del latte presso la Banca 
 
    Il  latte  accettato  dalla  Banca  deve  essere  conservato   in
frigoriferi muniti di termometro,  in  freezer  dedicati,  dotati  di
termoregistrazione, allarmi acustici e luminosi. 
    Il  latte  da  conservare  deve  essere  conforme  ai   requisiti
specificati. 
    I   contenitori   devono   essere   muniti   di   etichetta   per
l'identificazione della Banca  e  della  donatrice,  con  data  della
raccolta e della pastorizzazione. 
    Il  latte  fresco,  raccolto  presso  la   Banca,   deve   essere
immediatamente posto in frigorifero e  pastorizzato  il  piu'  presto
possibile. In casi eccezionali, in attesa della pastorizzazione, puo'
essere conservato nel refrigeratore della Banca a + 4° C  fino  a  72
ore dalla raccolta o eventualmente congelato. 
    Il latte sia fresco che pastorizzato deve  essere  conservato  in
congelatore alla temperatura di -20° C per una durata  massima  di  6
mesi. 
    Per l'alimentazione  del  neonato  pretermine  si  consiglia  una
conservazione del latte congelato per un periodo massimo di 3 mesi. 
    Il latte pastorizzato,  raffreddato  o  scongelato,  puo'  essere
conservato nel refrigeratore a + 4° C ed utilizzato entro 24 ore. 
 
Metodiche di scongelamento 
 
    Lo  scongelamento  puo'  interessare  sia  il  latte  estratto  e
congelato a domicilio, sia il latte pastorizzato e  congelato  presso
la  Banca.  Il  latte  pastorizzato  e  scongelato  dovrebbe   essere
manipolato con molta attenzione, secondo i  principi  dell'HACCP,  in
quanto  la  pastorizzazione  riduce  l'attivita'  batteriostatica   e
battericida del latte. 
    Lo scongelamento puo' avvenire: 
      lentamente, in frigorifero per un periodo non  superiore  a  24
ore; 
      rapidamente, a bagnomaria con acqua a temperatura non superiore
a 37° C o sotto acqua corrente tiepida. 
    Lo scongelamento rapido deve essere  effettuato  con  particolare
attenzione per evitare che il tappo del contenitore venga a  contatto
con l'acqua. 
    Il latte estratto e congelato a domicilio, dopo lo scongelamento,
potra' essere conservato al massimo per 2 ore a temperatura ambiente,
oppure mantenuto in frigorifero per un massimo di 24  ore,  prima  di
essere pastorizzato. 
    Il  latte  pastorizzato  e  congelato  dalla   Banca,   dopo   lo
scongelamento, dovra' essere somministrato entro 2 ore se  conservato
a temperatura  ambiente,  oppure  mantenuto  in  frigorifero  per  un
massimo di 24 ore. 
    Il  latte   fresco   non   dovrebbe   essere   ricongelato   dopo
scongelamento. 
    E' controindicato lo scongelamento in forno a microonde. 
e. Aspetti medico-legali 
    In quanto direttamente prodotto dal corpo umano, la gestione  del
latte  umano,  indipendentemente  dalla  definizione  di  tessuto   o
alimento,   segue   nei   percorsi   di   raccolta,    conservazione,
distribuzione  ed  utilizzazione,  gli  stessi  criteri  generali  di
solidarieta', sussidiarieta'  e  gratuita'  relativi  ai  tessuti  ed
organi umani, e quindi non puo' essere fatto oggetto, in alcun  modo,
di commercializzazione. 
    La donazione del latte umano non deve pertanto  prevedere  alcuna
forma di remunerazione, ne' per la donazione ne' per il suo utilizzo. 
    Ai fini di una gestione appropriata e  sicura,  il  latte  umano,
prima della sua estrazione,  va  sottoposto  a  criteri  e  controlli
necessari, in analogia con quelli destinati a tessuti  ed  organi,  e
dopo la sua estrazione, a quelli previsti  per  gli  alimenti,  cosi'
come codificati dall'articolo 2 del  regolamento  (CE)  n.  178/2002,
secondo il quale «(....)  si  intende  per  "alimento"  (o  "prodotto
alimentare", o "derrata alimentare") qualsiasi  sostanza  o  prodotto
trasformato, parzialmente trasformato o non trasformato, destinato ad
essere ingerito, o di cui si prevede ragionevolmente che possa essere
ingerito, da esseri umani». 
    In tale ottica, e' necessario garantire un meccanismo  analogo  a
quello individuato dall'art. 18, del medesimo  regolamento,  che,  in
tema di rintracciabilita', prevede: 
      «1. E' disposta  in  tutte  le  fasi  della  produzione,  della
trasformazione  e  della  distribuzione  la  rintracciabilita'  degli
alimenti,  dei  mangimi,  degli  animali  destinati  alla  produzione
alimentare e di qualsiasi altra sostanza destinata o atta a entrare a
far parte di un alimento o di un mangime. 
      2. Gli operatori del settore alimentare e  dei  mangimi  devono
essere in grado di individuare chi abbia fornito loro un alimento, un
mangime, un animale destinato alla produzione alimentare o  qualsiasi
sostanza destinata o atta a entrare a far parte di un alimento  o  di
un mangime. A tal fine detti operatori devono disporre di  sistemi  e
di procedure che consentano di mettere a disposizione delle autorita'
competenti che le richiedano, le informazioni al riguardo. 
      3. Gli operatori del settore alimentare e  dei  mangimi  devono
disporre di sistemi e procedure per individuare le imprese alle quali
hanno fornito i propri prodotti. Le  informazioni  al  riguardo  sono
messe a disposizione delle autorita' competenti che le richiedano». 
    Per autorita' competenti si intendono tutti gli  organi  preposti
al controllo in  materia  alimentare  cosi'  come  individuati  dalle
vigenti disposizioni e precisamente, ASL, Regioni - Province autonome
e Ministero  della  Salute,  ciascuno  nell'ambito  delle  rispettive
attribuzioni. 
    Al momento della donazione  il  Servizio  assegna  un  codice  di
identificazione unico, alla donatrice ed al latte donato, in modo  da
garantire un'adeguata identificazione  della  donatrice  al  fine  di
assicurare la sicurezza della somministrazione del latte donato e  la
tracciabilita' della donazione stessa. Il codice della donatrice e  i
dati correlati alla  donazione  sono  annotati  dal  Servizio  in  un
registro predisposto per tali finalita'. 
    I dati anagrafici delle donatrici sono tenuti separati  dai  dati
sanitari delle stesse. I dati contenuti nel  registro  sono  trattati
nel rispetto  delle  norme  sulla  tutela  della  riservatezza  e  la
protezione dei dati personali idonei a rivelare lo  stato  di  salute
della donatrice. 
    L'accesso  a  tali  dati  e'  consentito  solo  per  le  predette
finalita' ed e' limitato al responsabile della struttura preposta  al
prelievo  ed  alla  conservazione  del  latte  materno,  ai  soggetti
appositamente incaricati  dal  responsabile  nonche'  alle  autorita'
competenti per le ispezioni e per i controlli in materia. 
    Secondo le disposizioni vigenti in materia, l'identita' del o dei
riceventi non dovra' essere rivelata al donatore o alla sua  famiglia
e viceversa. 
    Tutti i dati personali  raccolti  a  tal  fine  sono  tenuti  con
modalita' idonee a garantire che il donatore  e  il  ricevente  siano
identificabili solo ove necessario a fini di tutela della salute. 
    I  medesimi  dati  devono  essere  custoditi  e  controllati  nel
rispetto delle misure minime di sicurezza previste  dalla  disciplina
sulla protezione dei dati personali, nonche' mediante  l'adozione  di
misure ed accorgimenti  idonei  a  ridurre  al  minimo  i  rischi  di
distruzione o perdita dei  dati  di  accesso  non  autorizzato  o  di
trattamento non consentito. 
 
Consenso informato 
 
    La donatrice, prima di esprimere l'autorizzazione all'uso del suo
latte, deve essere informata dal Servizio: 
      a) sulle modalita' di  impiego  del  suo  latte  (distribuzione
gratuita  a  pazienti  critici  o  utilizzo  per  scopi  di   ricerca
scientifica finalizzata alla tutela della salute); 
      b) sulla necessita' di sottoporsi  a  prelievi  di  sangue  per
effettuare specifici screening sierologici indispensabili a garantire
la sicurezza della somministrazione del latte. 
    Prima  di  raccogliere  i  dati  personali  che   riguardano   la
donatrice, relativi anche al suo  stato  di  salute,  ai  fini  della
sicurezza e della tracciabilita'  della  donazione  o  per  scopi  di
ricerca scientifica finalizzata alla tutela della salute, il Servizio
acquisisce il  consenso  della  donatrice  al  trattamento  dei  dati
personali  -  specifico,  autonomo  e  distinto  per  ciascuna  delle
finalita' perseguite -  dopo  avere  reso  all'interessata  un'idonea
informativa ai sensi della disciplina sulla protezione dei dati. 
    Nell'informativa il Servizio pone in evidenza che il consenso  al
trattamento dei dati della donatrice a fini di ricerca scientifica e'
manifestato liberamente, rispettando la facolta' della  donatrice  di
aderire o meno alla ricerca stessa. 
 
Etichettatura 
 
    Le operazioni di  etichettatura  dei  campioni  di  latte  devono
essere effettuate in modo da prevenire errori di identificazione. 
    Etichette  d'identificazione  devono  essere  previste   per   il
contenitore primario e secondario e per il contenitore  di  trasporto
del latte allo stato fresco e congelato. 
    Ad ogni unita' deve essere  assegnato  un  codice  identificativo
univoco,  lo  stesso  codice  deve  contrassegnare  i   campioni   di
riferimento dell'unita'. 
    Deve essere previsto un sistema di etichettatura per il  prodotto
nelle  fasi  del  processo  di   raccolta,   di   manipolazione,   di
congelamento e di rilascio (etichetta parziale e finale). 
    Il contenuto minimo di ciascuna etichetta e le  informazioni  che
devono essere riportate nella documentazione di accompagnamento  sono
definiti  da  specifiche  procedure  operative   atte   a   garantire
un'adeguata identificazione della donatrice e la  tracciabilita'  del
latte  donato,  nel  rispetto  delle  norme  per  la   tutela   della
riservatezza. 
 
Accettazione 
 
    Al ricevimento dell'unita' devono essere verificate e  registrate
le condizioni di  trasporto  e  di  imballaggio,  l'etichettatura,  i
campioni e la documentazione di accompagnamento. 
    Tutte  le  attivita'  devono  essere  svolte  in  conformita'   a
specifiche procedure operative. 
    La caratterizzazione dell'unita' deve  essere  descritta  in  una
specifica procedura operativa, che distingua  gli  esami  minimi  che
devono essere  effettuati  al  momento  del  bancaggio  e  quelli  da
effettuare anche in  un  momento  successivo  a  completamento  della
caratterizzazione. 
 
Registro delle donatrici 
 
    I dati delle donatrici sono raccolti dal Servizio in un  Registro
che riporta: 
      il codice unico di  identificazione  assegnato  alla  donatrice
(che sara' riportato sulla etichetta dei contenitori del latte); 
      la data del parto; 
      la settimana di gestazione al momento del parto; 
      codice unico di identificazione della donazione  contenente  la
data di inizio e fine della donazione; 
      i  dati  clinici,  anamnestici  ed  i  risultati  degli   esami
infettivologici  indispensabili  a  garantire  la   sicurezza   della
somministrazione del latte; 
      la quantita' di latte donato; 
      l'identita' e la firma del medico che attesta la idoneita' alla
donazione. 
    Al fine di garantire  la  sicurezza  della  somministrazione  del
latte  donato  e  la  tracciabilita'  della  donazione   stessa,   la
conservazione dei dati della donatrice nel Registro  e'  circoscritta
al periodo di utilizzabilita' del latte prelevato e comunque non puo'
essere superiore a 12 mesi dalla data della donazione. 
    Oltre  suddetto   termine   e'   consentita   esclusivamente   la
conservazione del solo codice identificativo della donazione che puo'
essere utilizzato soltanto per scopi statistici. 
 
Manuale e registro delle procedure 
 
    La Banca del Latte Umano deve predisporre  un  Manuale  specifico
delle procedure di autocontrollo, secondo i principi dell'HACCP,  con
relativo Registro che riporti: 
      i risultati dei controlli microbiologici e di qualita' eseguiti
sui campioni di latte; 
      la registrazione delle procedure di trattamento  termico  e  di
conservazione del latte; 
      i risultati dei controlli eseguiti sulle apparecchiature  della
Banca. 
 
La sicurezza dei lavoratori 
 
    Il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 e' il  riferimento
in  materia  di  prevenzione  e  protezione  dai  rischi  connessi  a
qualsiasi attivita' lavorativa e all'ambiente in cui si opera. 
    In passato, il datore di  lavoro  si  faceva  carico  di  imporre
determinati comportamenti e  dispositivi  di  prevenzione,  stabiliti
dalla  legge;  oggi   sono   richiesti   il   coinvolgimento   e   la
partecipazione di tutti gli  operatori,  al  fine  di  migliorare  le
condizioni di lavoro. 
    Anche nei vari processi lavorativi di cui e' composta l'attivita'
della  Banca   del   Latte,   vanno   individuate   le   incongruenze
organizzative, che possono costituire occasioni  di  rischio  per  la
salute degli operatori ed avviate  le  modalita'  d'intervento  utili
alla prevenzione dei rischi e  ad  una  migliore  organizzazione  del
lavoro. 
    Per  ogni  procedura  e'  consigliabile  considerare  i  seguenti
fattori: 
      A. Le fasi elementari di lavoro e i risultati attesi 
      B. Le azioni tecniche elementari (struttura dei compiti) 
      C. La struttura sociale: 
        a. chi fa che cosa 
        b. dove 
        c. quali dispositivi di protezione individuale 
      D. I rischi potenziali: 
        a. rischio chimico 
        b. rischio biologico 
        c. rischio di infortunio 
        d. movimentazione carichi 
        e. rischio elettrico 
      E. Le conoscenze necessarie: in  considerazione  dei  rischi  e
degli obiettivi di qualita' delle  varie  fasi  di,  lavoro  sono  da
analizzare le conoscenze necessarie  a  ciascun  operatore,  sia  sui
mezzi usati, sia sui processi lavorativi 
      F. I correttivi e le scelte alternative. 
    Si rimanda al testo del decreto legislativo n. 81/2008 e s.m. per
quanto riguarda gli  aspetti  relativi  all'antincendio,  al  rischio
elettrico, all'analisi del  microclima  e  della  disposizione  degli
arredi. Si pongono in evidenza invece  gli  elementi  piu'  specifici
relativi all'attivita' lavorativa nella Banca del Latte. 
 
Il rischio chimico 
 
    Vengono utilizzate  sostanze  potenzialmente  pericolose  per  la
salute degli  operatori  (alcool,  etere,  acetone  o  altro  per  la
disinfezione e detersione), per i quali devono  essere  previste  una
scheda  di  sicurezza  e  l'utilizzazione  degli  idonei  presidi  di
protezione individuale (DPI), come guanti, mascherina ecc., oltre  ad
un luogo idoneo di stoccaggio. 
 
Il rischio biologico 
 
    Il   rischio   biologico   nella   Banca   del   Latte   riguarda
essenzialmente la manipolazione  del  latte  umano.  Non  e'  provata
l'associazione  tra  esposizione  occupazionale  al  latte  umano   e
trasmissione dell'HIV agli operatori, tuttavia  vi  sono  indicazioni
prudenziali che  raccomandano  l'uso  di  dispositivi  di  protezione
individuale (guanti, mascherina, occhiali) per  gli  operatori  della
Banca del Latte proprio perche' manipolano quantita' "consistenti" di
latte umano. 
 
Il rischio di infortunio 
 
    Ferita da taglio: 
      con l'uso di vetreria durante le fasi di lavaggio manuale 
      con l'uso di tappatrici manuali di biberon che utilizzano tappi
di foglio di alluminio 
    Stress termico: 
      con la manipolazione di materiale congelato 
    Ustioni da calore: 
      durante l'attivita' di bollitura di materiale da sterilizzare 
      durante l'attivita' di pastorizzazione (cambio del bagno) 
 
Le conoscenze e la formazione 
 
    Per  ciascun  rischio  e'  opportuna  la  ricerca  di   soluzioni
migliorative della sicurezza degli operatori della Banca  del  Latte.
L'informazione e la formazione del personale che  opera  nella  Banca
del Latte, oltre che per le norme e gli atteggiamenti che  riguardano
l'antinfortunistica  e  le  norme  antincendio,   dovrebbero   essere
orientate  anche  ad  alcuni  aspetti  specifici  che  riguardano  la
manipolazione del latte umano e il raggiungimento di elevati standard
di igiene e conservazione organolettica. L'analisi  delle  conoscenze
tecniche inerenti le azioni relative  all'oggetto  di  trasformazione
(conoscenze di base),  ai  mezzi  e  ai  processi  di  trasformazione
potrebbero a buon diritto rientrare nelle attivita' di formazione  ai
fini dell'applicazione piena della normativa decreto  legislativo  n.
81/2008 e s.m.. 
Organizzazione e requisiti minimi 
    Il  servizio  deve  essere  correlato  con  almeno   una   Unita'
Funzionale Neonatologica che ricovera neonati di eta' gestazionale  <
34 settimane. 
 
La struttura 
 
    I locali devono essere strutturati in modo tale da permettere  un
controllo agevole, una pulizia accurata e una disinfezione efficace. 
 
Attrezzature di base 
 
    Sono necessarie: 
      1 pastorizzatrice; 
      1 o piu' congelatori (- 20 °C) con allarmi acustici e  luminosi
della temperatura e termoregistratore; 
      1 o piu' frigoriferi  a  struttura  verticale  con  temperatura
d'esercizio 0 °C / + 4 °C con controllo della  temperatura  minima  e
massima; 
      1 bancone da lavoro; 
      tiralatte elettrici  in  quantita'  adeguata  al  numero  delle
donatrici. 
    Se non vengono utilizzati biberon e/o capsule monouso: 
      1 lavabiberon con termodisinfezione (+ 93 °C per 10 minuti); 
      un sistema di chiusura ermetica dei biberon. 
 
Personale 
 
    La costituzione e il mantenimento di un sistema operativo  capace
di garantire la qualita' del latte distribuito si basa  su  un'equipe
che  deve  essere  numericamente  adeguata  al  carico   di   lavoro,
tecnicamente preparata e motivata a svolgere tutte le  attivita'  che
competono alla Banca. 
    Il  personale  dedicato  (medico,  infermieristico,   tecnico   e
ausiliario) ed i compiti assegnati variano in base alla  complessita'
del  servizio:  responsabilita',  coordinamento   (pianificazione   e
verifica delle attivita', controllo  delle  procedure),  arruolamento
delle donatrici, assistenza  alle  donatrici,  raccolta  domiciliare,
controllo di qualita' del latte, trattamento termico e  conservazione
del latte, controllo e sanificazione  dei  materiali  e  dei  locali,
archiviazione dei documenti medico-amministrativi, distribuzione  del
prodotto. 
    Le Banche del  Latte  devono  poter  fare  riferimento  ad  altri
servizi (ad esempio, laboratorio microbiologico) e  possono  servirsi
di consulenze di varie discipline sanitarie. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
 
Altri requisiti 
 
    Sono: 
      1. etichettatura del latte  raccolto  e  distribuito,  tale  da
consentire l'identificazione della BLUD e delle donatrici; 
      2. documentazione dei procedimenti  di  sicurezza  impiegati  e
della destinazione del latte donato; 
      3. servizio di raccolta a domicilio  organizzato  nel  rispetto
delle procedure di sicurezza previste; 
      4. dotazione di un Manuale delle Procedure di  Autocontrollo  e
di un Regolamento Interno specifico per la Banca. 
f. La sicurezza igienico  sanitaria  secondo  i  principi  dell'HACCP
  (Hazard Analysis Critical Control Points) 
    Il sistema HACCP (analisi dei rischi e  di  controllo  dei  punti
critici) e' un sistema di controllo  degli  alimenti,  finalizzato  a
garantire la sicurezza  per  il  consumatore.  Consiste  nell'analisi
dettagliata di tutte le fasi del processo produttivo di  un  alimento
con lo scopo di evitare i possibili errori  ed  impone  alle  aziende
alimentari  l'adozione  di  procedure  di  «autocontrollo»   atte   a
garantire la sicurezza degli alimenti. 
    Il sistema HACCP si basa su sette principi: 
      analisi dei rischi e definizione delle misure preventive 
      identificazione  dei  punti  critici  di  controllo   (Critical
Control Points: CCP) 
      definizione,  per  ciascun  CCP,  dei  limiti  critici  che  ne
definiscono il range di sicurezza 
      definizione di un sistema di sorveglianza dei CCP 
      definizione delle azioni correttive  da  adottare  in  caso  di
superamento dei limiti critici 
      predisposizione di un sistema di registrazione delle  procedure
e conservazione dei dati 
      verifica e revisione periodica di tutte le procedure. 
    Il Regolamento CE 852/04 prevede l'utilizzo di manuali  specifici
delle procedure di autocontrollo. 
    Il  diagramma  di  flusso  delle  procedure  di   una   BLUD   e'
rappresentato nella figura 1. 
 
                             CONCLUSIONI 
 
    Il Comitato Nazionale Multisettoriale per l'Allattamento  Materno
raccomanda l'utilizzo del latte umano donato per i neonati pretermine
quando  il  latte  della  propria  madre  non  e'  disponibile  o  e'
insufficiente. 
    L'osservanza delle  indicazioni  di  queste  Linee  di  Indirizzo
garantisce la sicurezza e la qualita' del latte umano  donato  in  un
contesto che preveda la promozione,  la  protezione  ed  il  sostegno
dell'allattamento al seno anche nei neonati critici e pretermine. 
    Il  Servizio  Sanitario  Nazionale,  attraversa  i  suoi   organi
competenti, esercita il controllo e la vigilanza del  rispetto  delle
presenti  Linee  di  Indirizzo,  avvalendosi   della   collaborazione
dell'AIBLUD  per  monitorare  a  livello  nazionale  l'appropriatezza
operativa e gestionale delle banche del Latte  Umano  attualmente  in
funzione e di quelle che sorgeranno in futuro. 
 
*GRUPPO DI LAVORO 
 
    BERTINO Enrico Direttore U.O. D.U. Neonatologia -  Ospedale  OIRM
S. Anna - Torino, BORRELLO Silvio Direttore Generale  D.G.I.S.A.N.  -
Ministero  della   Salute,   COPPARONI   Roberto   Dirigente   Medico
D.G.I.S.A.N.  -  Ministero  della   Salute,   DALL'OGLIO   Immacolata
Infermiere Pediatrico  Coordinatore  -  Ospedale  Pediatrico  Bambino
Gesu', IRCCS -  Roma  (IPASVI),  DE  NISI  Giuseppe  Vice  Presidente
Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD) -Trento,
FABRIS  Claudio  Professore  Ordinario  Neonatologia  -   Universita'
Torino, GUIDARELLI Lucia Dirigente Medico  D.G.I.S.A.N.  -  Ministero
della Salute, MORO Guido Presidente Associazione Italiana Banche  del
Latte Umano Donato (AIBLUD), SALVATORI Guglielmo Dirigente  Medico  -
U.O. Neonatologia - Ospedale Pediatrico Bambino Gesu',  IRCCS  -Roma,
VICARIO Maria  Ostetrica  Dirigente  Dip.  Ginecologia  e  Ostetricia
-Seconda Universita' - Napoli - (FNCO) 
 
                            BIBLIOGRAFIA 
 
    1. McGuire W, Anthony MY. Donor human  milk  versus  formula  for
preventing necrotising enterocolitis in preterm  infants:  systematic
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infant  formula  for   preterm   infants:   Systematic   review   and
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