(Allegato)
                                                             Allegato 
 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
 
                       PREFETTURA DI BRINDISI 
 
                  Ufficio Territoriale del Governo 
 
                Area I - Ordine e Sicurezza Pubblica 
 
 
 
                                        AL SIG. MINISTRO DELL'INTERNO 
                                                     ROMA             
 
 
 
OGGETTO: Comune di Cellino San Marco. Relazione  ai  sensi  dell'art.
143 D.L.vo 18 agosto 2000, n. 267, come sostituito dalla L. 15 luglio
                      2009, n. 94, art. 2 n.30. 
 
 
  Si fa seguito alle note prefettizie n.22/0ES/R del 2 maggio 2013  e
p. n del 21 maggio, concernenti  l'oggetto,  per  comunicare  che  la
Commissione  d'indagine,  costituita  giusta  delega  del   Ministero
dell'Interno del 28  maggio  2013  ed  incaricata  con  provvedimento
prefettizio - omissis- del 10 luglio 2013,  ha  completato  i  propri
lavori presso il Comune di Cellino San Marco consegnando la relazione
che si allega. 
  Come gia' riferito, il Comune di Cellino  San  Marco  e'  stato  da
tempo oggetto di costante attenzione da parte  di  questa  Prefettura
sotto il duplice profilo dell'andamento della  criminalita'  e  delle
sue possibili implicazioni sull'attivita' politico-amministrativa. 
  Sono stati rilevati, infatti,  numerosi  episodi  intimidatori  che
hanno coinvolto il Sindaco,  gli  Assessori  (tranne  l'Assessore  al
bilancio -omissis-) e dipendenti comunali, dei quali si e' fatto gia'
cenno  nella  relazione  prefettizia  di  richiesta  di  delega   per
l'accesso e che inducono a ritenere in atto un evidente tentativo  di
pressione intimidatoria su Amministratori Comunali. 
  La sequela di atti  intimidatori,  con  le  consuete  modalita'  di
distruzione o incendio di beni, si e' registrata anche nel periodo di
operativita' della Commissione di indagine ed ha avuto il suo culmine
nella violenta aggressione, accaduta nel settembre scorso,  ai  danni
di -omissis-, coordinatore della locale sezione del PDL.  A  cio'  si
aggiungono le frequentazioni di Sindaco,  di  alcuni  Consiglieri  ed
Assessori con soggetti legati alla criminalita' comune e organizzata,
nonche' numerosi esposti anonimi, peraltro oggetto di indagini  della
locale Procura della Repubblica. 
  Si tratta di elementi che hanno indotto quest'Ufficio a  monitorare
costantemente la situazione anche  attraverso  i  contributi  forniti
dalle Forze dell'Ordine, con  l'obiettivo  di  acquisire  ogni  utile
spunto circa la possibile ingerenza  della  criminalita'  sull'azione
amministrativa del Comune in questione. 
  E' del tutto evidente che il quadro d'insieme come sopra  delineato
e come risultato dagli esiti di  una  prima  verifica  effettuata  ha
fatto emergere alcune  criticita'  in  alcuni  ambiti  dell'attivita'
amministrativa dell'Ente (affidamenti diretti di  lavori,  contributi
economici, assunzioni mediate) necessarie di approfondimento da parte
della Commissione di accesso, onde consentire una  verifica  completa
circa  l'effettiva  esistenza   di   un   condizionamento   criminale
nell'ambito  comunale,  relativamente  alla   gestione   politica   e
all'attuale apparato burocratico amministrativo. 
  Si e' ritenuto, pertanto, di chiedere,  con  note  prefettizie  del
maggio 2013, ai sensi dell'art. 1 della legge n. 356/92 e del Decreto
del Ministro dell'Interno in data 23 dicembre  1992,  la  delega  per
l'esercizio del potere di accesso presso il citato Ente. 
  Con decreto del Ministero dell'Interno del 28 maggio 2013 e'  stata
accolta la richiesta e, pertanto, e' stato disposto l'accesso  presso
il Comune di  Cellino  San  Marco;conseguentemente  lo  scrivente  ha
nominato all'uopo la Commissione d'indagine con il fine  di  compiere
accertamenti    mirati    ad    individuare    eventuali    possibili
condizionamenti  ed  infiltrazioni  della  criminalita'   organizzata
nell'ambito dell'attivita'  gestionale,  politico-amministrativa  del
Comune. 
  La Commissione d'indagine si e' insediata il giorno 11 luglio 2013.
L'accesso ispettivo, dopo la proroga di ulteriori  due  mesi,  si  e'
concluso il 10 dicembre 2013, con il deposito presso  questo  Ufficio
della relazione. 
  L'organo  ispettivo,   nell'ambito   dell'attivita'   di   verifica
demandata, ha approfondito in  particolare  i  soggetti  appartenenti
all'apparato politico-burocratico del Comune al fine di  individuare,
in primis, quelle situazioni che sono sintomatiche di  una  possibile
soggezione  degli  amministratori  e  dei  dipendenti  comunali  alla
criminalita'  organizzata,  quali  i  legami  di   parentela   e   di
frequentazione con personaggi ad essa legati. 
 
  Il Sindaco e gli Assessori 
 
  Il lavoro d'indagine, suffragato anche  dall'informativa  dell'Arma
dei Carabinieri, ha consentito di appurare una particolare  rilevanza
di frequentazioni di alcuni amministratori  comunali  in  carica  con
soggetti gravati da precedenti penali. 
  Spicca, in particolare,  come  acclarato,  anche  a  seguito  delle
audizioni con gli assessori, il ruolo determinante del  Sindaco,  che
all'interno della Giunta Comunale individua argomenti all'ordine  del
giorno,  proponendo  delibere  e  soluzioni  da  adottare  in   piena
autonomia.  Si  deve  aggiungere  che  tale  atteggiamento  e'  stato
sottolineato soltanto dal Vicesindaco, in  quanto  sminuito  nel  suo
ruolo e non gia' dal resto degli assessori, tutti legati al Sindaco o
alla sua famiglia da rapporti di amicizia. 
  Come gia' sottolineato nella precedente intercorsa  corrispondenza,
il Comune di Cellino  San  Marco,  negli  ultimi  decenni,  e'  stato
amministrato, pressoche' con carattere di continuita', dalla famiglia
-omissis-, sempre presente negli organi elettivi dal  1983  ad  oggi,
costituendo,  pur  nella  diversita'  di  ruoli  di   maggioranza   e
opposizione, un costante caposaldo nella gestione dell'ente civico. 
  In questo contesto si inserisce la posizione dell'attuale  Sindaco,
sulla cui figura  si  segnalano  alcuni  episodi  indicativi  di  una
precipua vicinanza ad ambienti  criminosi  cellinesi,  come  peraltro
riscontrato anche dalla Commissione d'indagine. Si fa riferimento, in
particolare, alla partecipazione, nel luglio del  2010,  al  funerale
del pregiudicato, -omissis- vicino al clan della  SCU-  tenutosi  nel
Comune  di   San   Pietro   Vernotico.   Tale   partecipazione,   non
giustificabile   pienamente   in   ragione   della   sua    attivita'
professionale di legale del defunto, ha  avuto  ampio  risalto  sulla
stampa   generando   commenti   negativi   da    parte    dell'allora
Sottosegretario dell'Interno. 
  A  cio'  aggiungansi  altri  atteggiamenti  tenuti  dal  Sindaco  :
singolare, infatti, appare la vicenda dell'incendio  del  chiosco  di
proprieta'  comunale-  ceduto  a  titolo  gratuito  al   pregiudicato
-omissis- per l'esercizio dell'attivita'  di  ristorazione  priva  di
autorizzazione sanitaria e amministrativa -ripristinato, a spese  del
Comune,  per  intervento   del   medesimo   Sindaco   successivamente
denunciato per abuso d'ufficio. 
  Degna  di  attenzione   appare   anche   l'intera   vicenda   della
costituzione dell'ufficio di staff, sia quanto alle  nomine  sia  per
l'attivita' in concreto svolta dai collaboratori in violazione  delle
norme vigenti. 
  Istituito, con decreto sindacale nel luglio 2010, con  mansioni  di
supporto e collaborazione operativa, nello staff figurano, in  quanto
assunti con contratti a tempo determinato, -omissis-. 
  I primi due appartengono alla lista "Cellino per tutti" del Sindaco
Cascione e non risultano eletti, mentre  la  terza  e'  moglie  di  -
omissis-, anch'egli risultato non eletto nella lista del Sindaco. 
  Tutti, tranne in minima parte  la  -  omissis-,  non  hanno  svolto
attivita' di staff, ma sono stati destinati a svolgere  attivita'  di
ufficio.  In  particolare,  nel  mese  di  marzo  2012,  senza  alcun
provvedimento formale, -omissis- e'  stato  destinato  quale  addetto
allo  sportello  dell'Ufficio  Anagrafe  e   con   disposizione   del
responsabile del Servizio Affari del Personale n. 8142 del 22  agosto
2012 e' stato assegnato ai servizi  demografici  con  il  compito  di
istruire le pratiche relative all'emanazione di provvedimenti e  atti
vari. Peraltro, come riscontrato dall'Anna  dei  Carabinieri,  appare
significativo che il predetto abbia avuto anche il compito di firmare
i "cartellini"  per  il  rilascio  delle  carte  d'identita'  con  la
dicitura - "Il Sindaco - Istruttore amministrativo -omissis- 
  A seguito delle rimostranze dei dipendenti  dell'Ufficio  Anagrafe,
che hanno espresso dubbi  circa  la  legittimita'  del  provvedimento
adottato, allo stesso veniva conferito temporaneamente la  delega  di
"ufficiale di anagrafe" con data retroattiva a partire dal 22  agosto
2012. 
  A -omissis- e' stato affidato il compito di  curare  la  Protezione
civile Comunale, ed  e'  stato  nominato  responsabile  della  locale
associazione di protezione civile, denominata "Gruppo Comunale"; alla
- omissis- e' stato  affidato  l'ufficio  legale.  I  tre  impiegati,
secondo le risultanze dell'attivita' ispettiva, non hanno  specifiche
competenze professionali per svolgere le attivita' di ufficio a  loro
affidate, tranne - omissis- che ha svolto la professione di avvocato. 
  L'affidamento  di  funzioni  amministrative,  anche  di   rilevanza
esterna, come nel caso di delega di funzioni di ufficiale  d'anagrafe
a - omissis-, senza le competenze richieste,  ha  provocato  malumori
sfociati in alcuni scritti anonimi. -omissis-  e'  intervenuto,  come
Presidente dell'associazione di volontari di  Protezione  civile,  su
richiesta del Sindaco, per ogni situazione di  urgenza,  sia  che  si
tratti di Protezione civile in senso stretto  sia  che  si  riferisca
all'organizzazione  di  eventi  o  di  viaggi  che  coinvolgano   gli
amministratori. 
  Dunque la  scarsa  attitudine  della  compagine  amministrativa  al
rispetto delle regole e comunque l'opzione per condotte non in  linea
con i principi di buon andamento e  legalita'  trova  conferma  nelle
modalita' improprie per la costituzione degli uffici  di  staff  che,
ove previsti,  sono  alle  dirette  dipendenze  del  Sindaco  per  lo
svolgimento di funzioni di indirizzo e controllo e non, come nel caso
di specie, gestionali. 
  Su queste modalita' di gestione si colloca  anche  la  vicenda  del
pluripregiudicato -omissis-, affiliato al  clan  -omissis-,  fratello
dei  pregiudicati  -omissis-,  cliente  di  -omissis-,  il  quale  ha
beneficiato dall'Ente civico della  realizzazione  di  una  struttura
frangi-pioggia presso l'appartamento- di proprieta'  comunale  a  lui
assegnato -per  l'importo  di  €  15.000,00.  L'opera  sarebbe  stata
ottenuta a seguito dell'aggressione verbale subita  dal  responsabile
dell'Ufficio Tecnico, al quale,  con  il  successivo  intervento,  il
Sindaco fece stanziare la somma occorrente ( su  tale  vicenda  pende
procedimento penale presso la locale Procura della Repubblica). 
  Ancora,  nell'estate  del  2011,  il  predetto  -omissis-   avrebbe
autonomamente sostituito  la  caldaia  dell'appartamento  presso  gli
alloggi dell'ex OMNI, di proprieta' dell'Ente Comunale, senza formale
richiesta, ma presentando il  risarcimento  direttamente  al  Comune.
Tale circostanza suscito' degli alterchi tra lo stesso  -omissis-  ed
-omissis-,  il  quale   all'interno   della   casa   comunale   subi'
un'aggressione fisica e verbale. Anche questa  vicenda  venne  curata
direttamente dal Sindaco il quale non consenti' la  presentazione  di
querela ed anzi invito' il funzionario a scusarsi con -omissis-. 
  Nell'  assetto  funzionale  del  Comune   appare,   per   converso,
scarsamente incisivo il ruolo esercitato dal Consiglio Comunale  poco
interessato alle problematiche cittadine e  completamente  appiattito
sul ruolo del Sindaco . Si pensi che nell'anno 2013 la partecipazione
contemporanea di tutti  i  consiglieri  di  opposizione  alle  sedute
consiliari e' stata raramente registrata. 
  Anzi, secondo quanto si legge nella relazione,  il  consigliere  di
minoranza -omissis-, ha espresso timori per  la  partecipazione  alle
sedute consiliari a causa di aggressioni verbali e per  il  clima  di
intimidazione avvertito. 
  E' evidente da quanto  sopra  che  il  Consiglio  Comunale  risulta
sostanzialmente esautorato delle proprie prerogative  e  svilito  dal
ruolo di incontro  ed  espressione  degli  interessi  generali  della
comunita',  oltre  che  deputato  al   controllo   ed   all'indirizzo
dell'azione amministrativa dell'Ente. 
  Soffermandosi   sulle   posizioni   di   alcuni   Assessori   viene
innanzitutto attenzionato -omissis-, il quale risulta denunciato alla
competente Autorita' Giudiziaria per "concorso" per  l'  acquisto  di
sostanze stupefacenti da persona attualmente indagata per spaccio; il
medesimo e' stato controllato piu' volte in compagnia di pregiudicati
ed  in  particolare  di  -omissis-,  nipote   del   pluripregiudicato
-omissis- (SCU), nonche' dei pregiudicati -omissis-. 
  L'Assessore -omissis-, stretto collaboratore del  Sindaco,  risulta
essere cugino di 1° grado di -omissis-, elemento di spicco della  SCU
cellinese. 
  L'Assessore -omissis-,  e'  fratello  del  pregiudicato  -omissis-,
denunciato per concorso  in  truffa  aggravata,  frode  in  pubbliche
forniture  e  abuso  d'ufficio,  unitamente  all'Ingegnere   comunale
responsabile del Settore IV - Territorio e  Ambiente  Le  ipotesi  di
reato sono state acclarate nel corso di un'ispezione a un cantiere di
lavori appaltati dal Comune di Cellino San Marco, nel febbraio  2012,
alla ditta -omissis-, della quale e' risultato referente il  medesimo
-omissis-. 
  La ditta e' intestata a: 
  -omissis,  pregiudicato  per  reati  contro  il  patrimonio,   gia'
sottoposto  ad  avviso  orale,  fratello  dei  pregiudicati   mafiosi
-omissis-, affiliati al clan "omissis", convivente  di  "  -omissis-,
sorella dell'assessore e - omissis-; 
  - omissis-, convivente con -omissis-. 
  I lavori appaltati alla citata impresa erano stati da  quest'ultima
subappaltati alla ditta  individuale  denominata  -omissis-,  cessata
poco dopo il controllo di polizia. 
  Sulla  vicenda  la  Procura  della  Repubblica   di   Brindisi   ha
incardinato il procedimento penale -omissis-. 
  Gli elementi ed i collegamenti evidenziati  dalla  Commissione  non
sembrano  potersi  ricondurre  a  meri  rapporti  di   conoscenza   o
professionali, tipici di una piccola realta' territoriale, in  quanto
essi sembrano di fatto influenzare le scelte operate dalla  compagine
politico-amministrativa. 
 
  Attivita' gestionale-amministrativa 
 
  La Commissione ha proceduto inoltre all'effettuazione di  specifici
accertamenti,  in  ordine  all'attivita'  amministrativa  gestionale,
all'esito dei quali  sono  emerse,  con  particolare  riferimento  ad
alcuni ambiti (affidamenti in  economia,  lavori  di  somma  urgenza,
risarcimenti danni  per  insidie  stradali,  erogazioni  di  benefici
economici e contributi), numerose irregolarita'. 
  Sintomatica della ingerenza della criminalita'  organizzata  appare
la gestione del delicato settore degli  appalti  pubblici,  che,  sia
pure  nella   limitata   attivita'   amministrativa   dell'Ente,   e'
caratterizzata da numerosi affidamenti diretti posti in essere  senza
esperire le relative procedure negoziate o  indagini  comparative  in
totale dispregio delle norme vigenti. 
  L'esame dei diversi affidamenti ha sovente evidenziato l'assenza di
motivi di indifferibilita' ed urgenza che avrebbero  giustificato  il
ricorso a tali procedure. Infatti gran parte dei lavori in economia o
somma urgenza sono stati affidati a ditte i cui titolari sono gravati
da pregiudizi o precedenti penali anche per associazione a delinquere
di stampo mafioso e d altro, ritenuti affiliati o con  frequentazioni
di soggetti gravitanti in ambiti delinquenziali. 
  In particolare, meritano attenzione gli affidamenti a favore  della
gia' citata ditta - omissis-, costituita il 22/7/2010,  dunque  pochi
mesi dopo le elezioni amministrative  ed  operativa  all'interno  del
Comune nell'ottobre 2010. 
  Dalla relazione ispettiva e' emerso che tutti gli affidamenti,  per
un totale di € 61.853,26  in  15  mesi,  sono  avvenuti  a  cura  del
responsabile del settore  tecnico  comunale  con  incarichi  diretti,
senza le prescritte, preventive indagini di mercato e con la dicitura
in determina che "per tali lavori e' stata interessata  la  ditta  di
fiducia dell'Amministrazione Comunale". In particolare e' emerso  che
i lavori commissionati non sono stati valutati in  maniera  oggettiva
dall'ufficio competente, dichiarandoli  tuttavia  "congrui  a  corpo"
senza alcun rapporto con  altri  preventivi  o  con  computi  metrici
appositamente stilati. Giova segnalare in specie l'anomala  procedura
riscontrata per  l'intervento  di  esecuzione  di  lavori  presso  un
istituto scolastico - di cui  e'  cenno  a  pag.46  della  relazione-
oggetto da parte della Tenenza della Guardia di Finanza di San Pietro
Vernotico di attivita' di indagine a carico di -omissis- per i  reati
di cui agli articoli 110, 640 e 356 c.p., perche',  in  concorso  tra
loro nelle qualifiche sopra dette, hanno posto in essere  una  truffa
nei confronti del  Comune  di  Cellino  San  Marco  (BR),  consistita
nell'assegnazione di  appalto  ad  una  ditta  che  non  ne  aveva  i
requisiti, mediante la costituzione di una societa' fittizia e  nella
successiva frode in pubbliche  forniture  a  seguito  dell'esecuzione
imperfetta delle opere oggetto dello stesso appalto. 
  Tali ipotesi di reato sono scaturite  a  seguito  di  un  controllo
effettuato il 28.12.2011 (per  segnalazione  anonima  di  impiego  di
lavoratori "in nero") presso il cantiere dei lavori da cui e'  emerso
che il referente della ditta era -omissis-, definito poi in  fase  di
ulteriore accertamenti vero e proprio socio  occulto  della  Societa'
-omissis-, in quanto nessuno presso l'Ente, ne' presso gli  studi  di
consulenza  della  Societa'  aveva  mai  avuto   rapporti   con   gli
amministratori formali della Societa' (-omissis); inoltre due dei tre
operai erano assunti in nero mentre solo il figlio di  -omissis-  era
stato assunto da qualche giorno prima; il  fatturato  della  Societa'
dalla costituzione al 31.12.2011 e' stato rappresentato per l'84%  da
lavori presso il Comune di Cellino S. Marco e che, alcuni  di  questi
lavori, sono  stati  effettuati  in  periodi  in  cui  non  risultano
dipendenti assunti presso la Societa'; i lavori  eseguiti  presso  il
Comune sono  stati  tutti  affidati  senza  stipula  di  contratti  e
dichiarati successivamente "eseguiti a regola  d'arte"  senza  alcuna
relazione tecnica di sopralluogo. 
  In relazione a quanto sopraesposto appare verosimile ritenere  che"
il rapporto lavorativo dell'Ente con -omissis- sia stato  instaurato,
proseguito e condizionato sicuramente dall'attivita'  assessorile  di
-omissis-, senza escludere la presenza, nella stessa Societa', di uno
dei fratelli -omissis- dichiarati affiliati al clan -omissis-,  cosi'
come la vicinanza di -omissis- con il noto esponente locale della SCU
-omissis-, anch'egli affiliato al clan -omissis-". 
  Parimenti sintomatici sono gli affidamenti alle ditte  -omissis-per
le quali  sono  state  individuate  ulteriori  e  gravissime  carenze
istruttorie nell'iter  procedimentale.  In  particolare,  per  quanto
concerne la prima ditta, gli  affidamenti  diretti  risultano  essere
fatti con ordinanza contingibile e urgente ai sensi dell'art. 54  del
TUOEL, nella assoluta carenza dei presupposti  giustificativi.  Detta
interpretazione, in considerazione dei servizi oggetto dell'ordinanza
(semplici e normali servizi di manutenzione ordinaria di aree  verdi,
di  strade  e  di  pulizie,  ecc.)  e'  da  ritenersi   assolutamente
arbitraria e illegittima, in quanto - come gia'  detto  -  in  aperta
violazione sia dell'art. 54 che dell'art. 107 del TUOEL. 
  Tale comportamento, tra l'altro, e' stato reiterato numerose  volte
per  le  stesse  fattispecie  (dunque  in  contrasto  con  lo  stesso
principio di imprevedibilita' e di urgenza) e anche dopo le obiezioni
verbali manifestate dai responsabili  comunali  circa  la  competenza
sull'adozione degli atti (come dichiarato  dagli  stessi  durante  le
audizioni dinanzi alla Commissione d'indagine). 
  Passando alla posizione della  Ditta  individuale  -omissis-  ,  il
medesimo risulta  gravato  da  numerosi  pregiudizi  di  polizia  per
associazione di tipo mafiosa finalizzata al porto  abusivo  di  armi,
stupefacenti, estorsione, ed altro e, arrestato nel novembre 2013 per
"...reato di traffico e spaccio di  sostanze  stupefacenti  del  tipo
hashish e  cocaina,  con  l'aggravante  di  aver  commesso  il  fatto
avvalendosi delle condizioni di cui all'art. 416 bis". 
  La Ditta -omissis- ha  iniziato  il  suo  rapporto  lavorativo  con
l'Ente civico attraverso una commistione  di  atti  emessi  dai  vari
attori  dell'Ente  (Giunta  Comunale,  Sindaco  e  Responsabile  UTC)
dall'aprile  del  2012  al  2013,   sino   a   pochi   giorni   prima
dell'insediamento   della   Commissione   d'indagine.   Molti   degli
interventi affidati alla  Ditta  -omissis-  risultano  "assolutamente
uguali" a quelli oggetto del contratto in  essere  con  -omissis-  (e
prima con le Cooperative Sociali) in quanto  riguardano  sistemazione
di aree verdi, alberi, aree verdi del cimitero, pulizia delle  strade
dalle erbacce, ecc., per cui non si comprendono i  motivi  che  hanno
indotto  l'Ente  a  individuare  altre  ditte,  affidare   interventi
diretti, elargire soldi pubblici per attivita' gia' sotto contratto -
e gia' retribuite nel canone complessivo  onnicomprensivo  -  con  la
Ditta affidataria. 
  Pertanto, nel periodo di  appena  un  anno,  alla  Ditta  -omissis-
risultano  affidati  e  liquidati  interventi   per   complessivi   €
42.361,00, quasi tutti basati su stime generiche e senza veri computi
metrici  da  parte  dell'ufficio  preposto,  cosi'  come  del   tutto
generiche sono le diciture riportate in fattura da parte della  Ditta
che mai specifica in dettaglio i  lavori  eseguiti  ma  li  individua
sempre  con  importi  "a  corpo".  Tale  impostazione   di   generica
descrizione e quantificazione  degli  interventi,  unita  alla  forte
ingerenza del Sindaco- omissis- con proprie ordinanze o con  chiamate
dirette della Ditta (che hanno poi comportato anche un riconoscimento
di debito fuori bilancio), danno contezza dell'assoluta imposizione e
ingerenza della Ditta -omissis- all'interno dell'Ente. 
  Il  quadro  delineato  dalla  Commissione  di   indagine,   dunque,
evidenzia una precarieta' delle condizioni funzionali  dell'Ente  che
si riscontra anche  con  riferimento  ad  altri  aspetti  di  seguito
riportati. 
 
  Assunzioni 
 
  Di interesse e' anche la vicenda relativa alle assunzioni di alcuni
soggetti, avvenute per il tramite dell'agenzia di  lavoro  interinale
-omissis-  e/o  cooperative  -omissis-  che   evidenziano   rilevanti
situazioni di cattiva gestione (per il cui dettaglio si rimanda  alla
relazione della Commissione  pagg.78-82).  Appare  significativo,  in
particolare , sulla base di quanto riferito nella relazione, che alle
stesse Cooperative - dal 2010 ad oggi - siano stati affidati numerosi
servizi -tra l'altro di  settori  diversi-  e  tutti  con  la  stessa
formula di affidamento diretto sulla base delle delibera di G.C. 69 e
70 del 17/4/2008, con modalita'  e  tempi  di  definizione  dell'iter
emblematici. Si soggiunge che  alle  medesime  cooperative  risultano
essere  stati  attribuiti  anche  interventi  o   servizi   "   fuori
contratto", liquidati a parte. 
  Anche nel caso dei  servizi  gestiti  dalle  precitate  cooperative
degne di nota sono alcune assunzioni di personale, tra  le  quali  si
segnalano, in particolare, i seguenti rapporti di lavoro: 
  -omissis- impiegato dalle cooperative  -omissis-,  per  un  periodo
iniziale di 6 mesi, poi prorogato, nel servizio di  vigilanza  presso
le  strutture   scolastiche   sportive   e   ricreative   in   orario
extrascolastico. Questi risulta gravato da pregiudizi di  polizia  ed
e' fratello del pregiudicato -omissis-; 
  -  omissis-,  assunto  per  il  tramite  dell'agenzia   di   lavoro
interinale -omissis- ha svolto spesso la  sua  attivita'  all'interno
dell'Ente e, in particolar modo, presso l'Ufficio tecnico comunale. 
  Sul  conto  del  medesimo  si  segnalano  frequentazioni   con   il
pluripregiudicato -omissis-, assunto per il tramite  dell'agenzia  di
lavoro interinale -omissis-. Si accompagna con -omissis-. 
 
  Erogazione di contributi e transazioni 
 
  Ulteriori criticita'  che  concorrono  a  delineare  il  quadro  di
generale e diffusa illegalita' si rinvengono anche  dall'  erogazione
di contributi, di cui e' stato  accertato  un  significativo  aumento
certamente giustificabile per la situazione economica del  paese,  ma
che suscita  non  poche  perplessita',  quando  il  contributo  viene
concesso a cittadini che, dalle  indagini  delle  Forze  di  Polizia,
risultano strettamente collegati ad associazioni criminali. 
  Si segnala in particolare il contributo di € 1000,00  concesso  nel
settembre 2012, con delibera di Giunta  assunta  all'unanimita'  alla
signora -omissis-, residente in  Cenino  San  Marco,  convivente  del
pregiudicato mafioso -omissis-, affiliato al clan "omissis",  per  il
pagamento del  funerale  del  fratello,  il  pregiudicato  -omissis-,
ucciso nel corso di un agguato di mafia  in  San  Donaci  (BR)  il  5
settembre 2012, figlio di -omissis-. 
  Al riguardo assume rilevanza la  circostanza  secondo  la  quale  i
funerali furono celebrati a Cellino San Marco, mentre il  feretro  e'
stato tumulato nel cimitero del confinante Comune di San Donaci, dove
era  stato  commesso  l'omicidio,  nonche'  luogo   d'origine   della
famiglia. 
  La signora, residente a Cellino San Marco, non aveva alcun titolo a
ricevere il citato contributo, in quanto il fratello con  la  propria
famiglia non risultava residente a Cellino. 
  Ugualmente da segnalare e' il contributo concesso a-  omissis-  che
ha ricevuto 1000 euro  per  i  funerali  del  -omissis-  deceduto  in
Austria. 
  La gestione amministrativa non in linea con le  noiniative  vigenti
trova conferma  anche  nel  settore  delle  transazioni  legate  alle
richieste di  risarcimento  danni  per  insidie  stradali,  che  come
acclarato dalla Commissione di indagine, hanno  fatto  registrare  un
significativo  aumento  nonche'  delle  irregolarita',  sia  per   le
modalita'  di  erogazione  che   per   gli   importi   effettivamente
corrisposti. 
  In  particolare  si  segnalano  la  transazione   intervenuta   nei
confronti  dell'addetto  all'ufficio  staff  del  Sindaco  -omissis-,
-omissis-, per danni occorsi alla propria autovettura a causa di  una
buca nel manto stradale non segnalata, nonche' quella  intervenuta  a
favore di - omissis-, che le indagini dei Carabinieri riportano  come
contiguo al  clan  "  omissis",  per  lesioni  riportate  dal  figlio
-omissis-, in seguito ad una caduta  con  la  bicicletta  causata  da
insidia stradale. 
  Fonti anonime hanno riferito alla Commissione che -omissis- sarebbe
invece caduto nel cortile di uno stabilimento vinicolo. 
 
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  In sostanza dal  quadro  analitico  come  descritto  nonche'  dalle
conclusioni della Commissione di indagine,  si  rileva  una  gestione
della cosa pubblica in violazione delle normative vigenti,  posta  in
atto dal Sindaco che, nella vicenda, assume un ruolo strategico nella
evidente inesistenza del ruolo di controllo del Consiglio comunale. 
  L'esame delle dinamiche dei procedimenti  amministrativi  posti  in
essere dai dipendenti uffici pongono  in  luce  l'asservimento  della
funzione ad interessi  privati,  e  dunque  contrastanti  con  quegli
specifici doveri di imparzialita' e buon andamento che debbono essere
osservati da chiunque eserciti una pubblica funzione. 
  Analogamente riverberi  negativi  derivano  da.  numerose  e  quasi
strutturate frequentazioni del Sindaco e di parte degli assessori con
elementi di spicco della criminalita' cellinese,  facenti  capo  alla
SCU. 
  Le cennate evidenze sulla cattiva  gestione  dell'Ente  sono  state
condivise anche dal Procuratore Capo della Repubblica e  dai  vertici
delle Forze dell'Ordine, nel corso della riunione del 15 gennaio  c.a
del Comitato Provinciale per l'Ordine e la  Sicurezza,  appositamente
convocato ed integrato con la presenza del Magistrato. 
  In tale  sede,  si  e'  rilevato  infatti  che,  dalle  circostanze
descritte nella relazione, valutate nella loro interezza e non  quali
singoli episodi, emergono i presupposti per l'applicazione  dell'art.
143 comma 1, del d. lgs. 18 agosto  2000,  n.  267,  come  sostituito
dalla legge 15 luglio 2009, n. 9. 
  In particolare, si e' convenuto sulla circostanza  che  l'andamento
gestionale dell' Ente ed  i  particolari'  rapporti  intessuti  dagli
amministratori  locali  con  alcuni  esponenti   della   criminalita'
denotano un uso distorto della cosa pubblica che si e'  concretizzato
nel  favorire  soggetti  o  imprese  direttamente  o   indirettamente
collegati ad ambienti  malavitosi  per  l'esistenza  di  rapporti  di
parentela, amicizie e frequentazioni con alcuni amministratori. 
  Viene in realta' evidenziato un quadro diffuso di irregolarita'  ed
illegalita', che unitamente ad un generale disordine  amministrativo,
sembrano essere funzionali al mantenimento di assetti  predeterminati
con soggetti appartenenti ad ambienti criminosi, nonche'  un'alterata
funzionalita' amministrativa  sia  con  riferimento  alle  assunzioni
mediate che alle procedure di affidamento  diretto  di  lavori  o  di
somma  urgenza,  atti  diretti  complessivamente  a  favorire  amici,
parenti o appartenenti a sodalizi criminosi. 
  La mole delle irregolarita' riscontrate, pur in un  piccolo  Comune
con un'economia depressa e un bilancio con esigue risorse, concorre a
far ritenere la sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti
di collegamenti diretti o indiretti con la  criminalita'  organizzata
che  nel  tempo  ha   condizionato   talune   scelte   dell'   azione
amministrativa, peraltro non sempre improntata  ai  criteri  di  buon
andamento  ed  imparzialita'  con  ovvie  conseguenze  sul   regolare
funzionamento dei servizi ad essa affidati. 
  La situazione verificatasi a Cellino San Marco ha  evidenziato  una
evidente incapacita' di amministrare in posizione di terzieta'  e  di
far fronte alle ingerenze delle compagini criminose che,  utilizzando
modi surrettizi, tende a rendere organici all'ente suoi esponenti. 
  Le intimidazioni mediante l'incendio di beni, i  comportamenti,  le
vicende sopradescritte rendono nel loro insieme plausibile  l'ipotesi
di un progressivo condizionamento degli amministratori da parte della
criminalita' organizzata e sintomatici di una  vicinanza  che  assume
particolare significativita', ferme restando le valutazioni  in  sede
penale di competenza  dell'Autorita'  Giudiziaria  che  risulta  aver
avviato da lungo tempo compiute ed articolate indagini. 
  Tutto cio' premesso, anche su  confollne  e  condiviso  parere  del
Comitato Provinciale per l'Ordine e  la  Sicurezza  Pubblica,  si  e'
preso atto delle conclusioni della Commissione d'indagine, rassegnate
nella relazione depositata il 10 dicembre 2013, circa la  sussistenza
dei  presupposti  univoci  per  l'applicazione  dell'art.  143   co.1
sopracitato   atteso   che   gli   elementi    acquisiti,    valutati
complessivamente  e  contestualmente  ,   costituiscono   un   quadro
indiziario sintomatico di un  modus  operandi  complessivo  dell'Ente
locale che non e' finalizzato alla cura degli interessi generali  cui
e' preposto. 
  In definitiva, dall'analisi complessiva di fatti e  delle  vicende,
si ritiene che con riferimento al Consiglio Comunale di  Cellino  San
Marco  sussistano,  allo  stato,  i  presupposti  per  l'applicazione
dell'art. 143 comma 1, del d. lgs.  18  agosto  2000,  n.  267,  come
sostituito dalla legge 15 luglio 2009, n. 94. 
 
 
                             Il Prefetto 
                               (Prete) 
 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico