Allegato Parte di provvedimento in formato grafico PREFETTURA DI BRINDISI Ufficio Territoriale del Governo Area I - Ordine e Sicurezza Pubblica AL SIG. MINISTRO DELL'INTERNO ROMA OGGETTO: Comune di Cellino San Marco. Relazione ai sensi dell'art. 143 D.L.vo 18 agosto 2000, n. 267, come sostituito dalla L. 15 luglio 2009, n. 94, art. 2 n.30. Si fa seguito alle note prefettizie n.22/0ES/R del 2 maggio 2013 e p. n del 21 maggio, concernenti l'oggetto, per comunicare che la Commissione d'indagine, costituita giusta delega del Ministero dell'Interno del 28 maggio 2013 ed incaricata con provvedimento prefettizio - omissis- del 10 luglio 2013, ha completato i propri lavori presso il Comune di Cellino San Marco consegnando la relazione che si allega. Come gia' riferito, il Comune di Cellino San Marco e' stato da tempo oggetto di costante attenzione da parte di questa Prefettura sotto il duplice profilo dell'andamento della criminalita' e delle sue possibili implicazioni sull'attivita' politico-amministrativa. Sono stati rilevati, infatti, numerosi episodi intimidatori che hanno coinvolto il Sindaco, gli Assessori (tranne l'Assessore al bilancio -omissis-) e dipendenti comunali, dei quali si e' fatto gia' cenno nella relazione prefettizia di richiesta di delega per l'accesso e che inducono a ritenere in atto un evidente tentativo di pressione intimidatoria su Amministratori Comunali. La sequela di atti intimidatori, con le consuete modalita' di distruzione o incendio di beni, si e' registrata anche nel periodo di operativita' della Commissione di indagine ed ha avuto il suo culmine nella violenta aggressione, accaduta nel settembre scorso, ai danni di -omissis-, coordinatore della locale sezione del PDL. A cio' si aggiungono le frequentazioni di Sindaco, di alcuni Consiglieri ed Assessori con soggetti legati alla criminalita' comune e organizzata, nonche' numerosi esposti anonimi, peraltro oggetto di indagini della locale Procura della Repubblica. Si tratta di elementi che hanno indotto quest'Ufficio a monitorare costantemente la situazione anche attraverso i contributi forniti dalle Forze dell'Ordine, con l'obiettivo di acquisire ogni utile spunto circa la possibile ingerenza della criminalita' sull'azione amministrativa del Comune in questione. E' del tutto evidente che il quadro d'insieme come sopra delineato e come risultato dagli esiti di una prima verifica effettuata ha fatto emergere alcune criticita' in alcuni ambiti dell'attivita' amministrativa dell'Ente (affidamenti diretti di lavori, contributi economici, assunzioni mediate) necessarie di approfondimento da parte della Commissione di accesso, onde consentire una verifica completa circa l'effettiva esistenza di un condizionamento criminale nell'ambito comunale, relativamente alla gestione politica e all'attuale apparato burocratico amministrativo. Si e' ritenuto, pertanto, di chiedere, con note prefettizie del maggio 2013, ai sensi dell'art. 1 della legge n. 356/92 e del Decreto del Ministro dell'Interno in data 23 dicembre 1992, la delega per l'esercizio del potere di accesso presso il citato Ente. Con decreto del Ministero dell'Interno del 28 maggio 2013 e' stata accolta la richiesta e, pertanto, e' stato disposto l'accesso presso il Comune di Cellino San Marco;conseguentemente lo scrivente ha nominato all'uopo la Commissione d'indagine con il fine di compiere accertamenti mirati ad individuare eventuali possibili condizionamenti ed infiltrazioni della criminalita' organizzata nell'ambito dell'attivita' gestionale, politico-amministrativa del Comune. La Commissione d'indagine si e' insediata il giorno 11 luglio 2013. L'accesso ispettivo, dopo la proroga di ulteriori due mesi, si e' concluso il 10 dicembre 2013, con il deposito presso questo Ufficio della relazione. L'organo ispettivo, nell'ambito dell'attivita' di verifica demandata, ha approfondito in particolare i soggetti appartenenti all'apparato politico-burocratico del Comune al fine di individuare, in primis, quelle situazioni che sono sintomatiche di una possibile soggezione degli amministratori e dei dipendenti comunali alla criminalita' organizzata, quali i legami di parentela e di frequentazione con personaggi ad essa legati. Il Sindaco e gli Assessori Il lavoro d'indagine, suffragato anche dall'informativa dell'Arma dei Carabinieri, ha consentito di appurare una particolare rilevanza di frequentazioni di alcuni amministratori comunali in carica con soggetti gravati da precedenti penali. Spicca, in particolare, come acclarato, anche a seguito delle audizioni con gli assessori, il ruolo determinante del Sindaco, che all'interno della Giunta Comunale individua argomenti all'ordine del giorno, proponendo delibere e soluzioni da adottare in piena autonomia. Si deve aggiungere che tale atteggiamento e' stato sottolineato soltanto dal Vicesindaco, in quanto sminuito nel suo ruolo e non gia' dal resto degli assessori, tutti legati al Sindaco o alla sua famiglia da rapporti di amicizia. Come gia' sottolineato nella precedente intercorsa corrispondenza, il Comune di Cellino San Marco, negli ultimi decenni, e' stato amministrato, pressoche' con carattere di continuita', dalla famiglia -omissis-, sempre presente negli organi elettivi dal 1983 ad oggi, costituendo, pur nella diversita' di ruoli di maggioranza e opposizione, un costante caposaldo nella gestione dell'ente civico. In questo contesto si inserisce la posizione dell'attuale Sindaco, sulla cui figura si segnalano alcuni episodi indicativi di una precipua vicinanza ad ambienti criminosi cellinesi, come peraltro riscontrato anche dalla Commissione d'indagine. Si fa riferimento, in particolare, alla partecipazione, nel luglio del 2010, al funerale del pregiudicato, -omissis- vicino al clan della SCU- tenutosi nel Comune di San Pietro Vernotico. Tale partecipazione, non giustificabile pienamente in ragione della sua attivita' professionale di legale del defunto, ha avuto ampio risalto sulla stampa generando commenti negativi da parte dell'allora Sottosegretario dell'Interno. A cio' aggiungansi altri atteggiamenti tenuti dal Sindaco : singolare, infatti, appare la vicenda dell'incendio del chiosco di proprieta' comunale- ceduto a titolo gratuito al pregiudicato -omissis- per l'esercizio dell'attivita' di ristorazione priva di autorizzazione sanitaria e amministrativa -ripristinato, a spese del Comune, per intervento del medesimo Sindaco successivamente denunciato per abuso d'ufficio. Degna di attenzione appare anche l'intera vicenda della costituzione dell'ufficio di staff, sia quanto alle nomine sia per l'attivita' in concreto svolta dai collaboratori in violazione delle norme vigenti. Istituito, con decreto sindacale nel luglio 2010, con mansioni di supporto e collaborazione operativa, nello staff figurano, in quanto assunti con contratti a tempo determinato, -omissis-. I primi due appartengono alla lista "Cellino per tutti" del Sindaco Cascione e non risultano eletti, mentre la terza e' moglie di - omissis-, anch'egli risultato non eletto nella lista del Sindaco. Tutti, tranne in minima parte la - omissis-, non hanno svolto attivita' di staff, ma sono stati destinati a svolgere attivita' di ufficio. In particolare, nel mese di marzo 2012, senza alcun provvedimento formale, -omissis- e' stato destinato quale addetto allo sportello dell'Ufficio Anagrafe e con disposizione del responsabile del Servizio Affari del Personale n. 8142 del 22 agosto 2012 e' stato assegnato ai servizi demografici con il compito di istruire le pratiche relative all'emanazione di provvedimenti e atti vari. Peraltro, come riscontrato dall'Anna dei Carabinieri, appare significativo che il predetto abbia avuto anche il compito di firmare i "cartellini" per il rilascio delle carte d'identita' con la dicitura - "Il Sindaco - Istruttore amministrativo -omissis- A seguito delle rimostranze dei dipendenti dell'Ufficio Anagrafe, che hanno espresso dubbi circa la legittimita' del provvedimento adottato, allo stesso veniva conferito temporaneamente la delega di "ufficiale di anagrafe" con data retroattiva a partire dal 22 agosto 2012. A -omissis- e' stato affidato il compito di curare la Protezione civile Comunale, ed e' stato nominato responsabile della locale associazione di protezione civile, denominata "Gruppo Comunale"; alla - omissis- e' stato affidato l'ufficio legale. I tre impiegati, secondo le risultanze dell'attivita' ispettiva, non hanno specifiche competenze professionali per svolgere le attivita' di ufficio a loro affidate, tranne - omissis- che ha svolto la professione di avvocato. L'affidamento di funzioni amministrative, anche di rilevanza esterna, come nel caso di delega di funzioni di ufficiale d'anagrafe a - omissis-, senza le competenze richieste, ha provocato malumori sfociati in alcuni scritti anonimi. -omissis- e' intervenuto, come Presidente dell'associazione di volontari di Protezione civile, su richiesta del Sindaco, per ogni situazione di urgenza, sia che si tratti di Protezione civile in senso stretto sia che si riferisca all'organizzazione di eventi o di viaggi che coinvolgano gli amministratori. Dunque la scarsa attitudine della compagine amministrativa al rispetto delle regole e comunque l'opzione per condotte non in linea con i principi di buon andamento e legalita' trova conferma nelle modalita' improprie per la costituzione degli uffici di staff che, ove previsti, sono alle dirette dipendenze del Sindaco per lo svolgimento di funzioni di indirizzo e controllo e non, come nel caso di specie, gestionali. Su queste modalita' di gestione si colloca anche la vicenda del pluripregiudicato -omissis-, affiliato al clan -omissis-, fratello dei pregiudicati -omissis-, cliente di -omissis-, il quale ha beneficiato dall'Ente civico della realizzazione di una struttura frangi-pioggia presso l'appartamento- di proprieta' comunale a lui assegnato -per l'importo di € 15.000,00. L'opera sarebbe stata ottenuta a seguito dell'aggressione verbale subita dal responsabile dell'Ufficio Tecnico, al quale, con il successivo intervento, il Sindaco fece stanziare la somma occorrente ( su tale vicenda pende procedimento penale presso la locale Procura della Repubblica). Ancora, nell'estate del 2011, il predetto -omissis- avrebbe autonomamente sostituito la caldaia dell'appartamento presso gli alloggi dell'ex OMNI, di proprieta' dell'Ente Comunale, senza formale richiesta, ma presentando il risarcimento direttamente al Comune. Tale circostanza suscito' degli alterchi tra lo stesso -omissis- ed -omissis-, il quale all'interno della casa comunale subi' un'aggressione fisica e verbale. Anche questa vicenda venne curata direttamente dal Sindaco il quale non consenti' la presentazione di querela ed anzi invito' il funzionario a scusarsi con -omissis-. Nell' assetto funzionale del Comune appare, per converso, scarsamente incisivo il ruolo esercitato dal Consiglio Comunale poco interessato alle problematiche cittadine e completamente appiattito sul ruolo del Sindaco . Si pensi che nell'anno 2013 la partecipazione contemporanea di tutti i consiglieri di opposizione alle sedute consiliari e' stata raramente registrata. Anzi, secondo quanto si legge nella relazione, il consigliere di minoranza -omissis-, ha espresso timori per la partecipazione alle sedute consiliari a causa di aggressioni verbali e per il clima di intimidazione avvertito. E' evidente da quanto sopra che il Consiglio Comunale risulta sostanzialmente esautorato delle proprie prerogative e svilito dal ruolo di incontro ed espressione degli interessi generali della comunita', oltre che deputato al controllo ed all'indirizzo dell'azione amministrativa dell'Ente. Soffermandosi sulle posizioni di alcuni Assessori viene innanzitutto attenzionato -omissis-, il quale risulta denunciato alla competente Autorita' Giudiziaria per "concorso" per l' acquisto di sostanze stupefacenti da persona attualmente indagata per spaccio; il medesimo e' stato controllato piu' volte in compagnia di pregiudicati ed in particolare di -omissis-, nipote del pluripregiudicato -omissis- (SCU), nonche' dei pregiudicati -omissis-. L'Assessore -omissis-, stretto collaboratore del Sindaco, risulta essere cugino di 1° grado di -omissis-, elemento di spicco della SCU cellinese. L'Assessore -omissis-, e' fratello del pregiudicato -omissis-, denunciato per concorso in truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e abuso d'ufficio, unitamente all'Ingegnere comunale responsabile del Settore IV - Territorio e Ambiente Le ipotesi di reato sono state acclarate nel corso di un'ispezione a un cantiere di lavori appaltati dal Comune di Cellino San Marco, nel febbraio 2012, alla ditta -omissis-, della quale e' risultato referente il medesimo -omissis-. La ditta e' intestata a: -omissis, pregiudicato per reati contro il patrimonio, gia' sottoposto ad avviso orale, fratello dei pregiudicati mafiosi -omissis-, affiliati al clan "omissis", convivente di " -omissis-, sorella dell'assessore e - omissis-; - omissis-, convivente con -omissis-. I lavori appaltati alla citata impresa erano stati da quest'ultima subappaltati alla ditta individuale denominata -omissis-, cessata poco dopo il controllo di polizia. Sulla vicenda la Procura della Repubblica di Brindisi ha incardinato il procedimento penale -omissis-. Gli elementi ed i collegamenti evidenziati dalla Commissione non sembrano potersi ricondurre a meri rapporti di conoscenza o professionali, tipici di una piccola realta' territoriale, in quanto essi sembrano di fatto influenzare le scelte operate dalla compagine politico-amministrativa. Attivita' gestionale-amministrativa La Commissione ha proceduto inoltre all'effettuazione di specifici accertamenti, in ordine all'attivita' amministrativa gestionale, all'esito dei quali sono emerse, con particolare riferimento ad alcuni ambiti (affidamenti in economia, lavori di somma urgenza, risarcimenti danni per insidie stradali, erogazioni di benefici economici e contributi), numerose irregolarita'. Sintomatica della ingerenza della criminalita' organizzata appare la gestione del delicato settore degli appalti pubblici, che, sia pure nella limitata attivita' amministrativa dell'Ente, e' caratterizzata da numerosi affidamenti diretti posti in essere senza esperire le relative procedure negoziate o indagini comparative in totale dispregio delle norme vigenti. L'esame dei diversi affidamenti ha sovente evidenziato l'assenza di motivi di indifferibilita' ed urgenza che avrebbero giustificato il ricorso a tali procedure. Infatti gran parte dei lavori in economia o somma urgenza sono stati affidati a ditte i cui titolari sono gravati da pregiudizi o precedenti penali anche per associazione a delinquere di stampo mafioso e d altro, ritenuti affiliati o con frequentazioni di soggetti gravitanti in ambiti delinquenziali. In particolare, meritano attenzione gli affidamenti a favore della gia' citata ditta - omissis-, costituita il 22/7/2010, dunque pochi mesi dopo le elezioni amministrative ed operativa all'interno del Comune nell'ottobre 2010. Dalla relazione ispettiva e' emerso che tutti gli affidamenti, per un totale di € 61.853,26 in 15 mesi, sono avvenuti a cura del responsabile del settore tecnico comunale con incarichi diretti, senza le prescritte, preventive indagini di mercato e con la dicitura in determina che "per tali lavori e' stata interessata la ditta di fiducia dell'Amministrazione Comunale". In particolare e' emerso che i lavori commissionati non sono stati valutati in maniera oggettiva dall'ufficio competente, dichiarandoli tuttavia "congrui a corpo" senza alcun rapporto con altri preventivi o con computi metrici appositamente stilati. Giova segnalare in specie l'anomala procedura riscontrata per l'intervento di esecuzione di lavori presso un istituto scolastico - di cui e' cenno a pag.46 della relazione- oggetto da parte della Tenenza della Guardia di Finanza di San Pietro Vernotico di attivita' di indagine a carico di -omissis- per i reati di cui agli articoli 110, 640 e 356 c.p., perche', in concorso tra loro nelle qualifiche sopra dette, hanno posto in essere una truffa nei confronti del Comune di Cellino San Marco (BR), consistita nell'assegnazione di appalto ad una ditta che non ne aveva i requisiti, mediante la costituzione di una societa' fittizia e nella successiva frode in pubbliche forniture a seguito dell'esecuzione imperfetta delle opere oggetto dello stesso appalto. Tali ipotesi di reato sono scaturite a seguito di un controllo effettuato il 28.12.2011 (per segnalazione anonima di impiego di lavoratori "in nero") presso il cantiere dei lavori da cui e' emerso che il referente della ditta era -omissis-, definito poi in fase di ulteriore accertamenti vero e proprio socio occulto della Societa' -omissis-, in quanto nessuno presso l'Ente, ne' presso gli studi di consulenza della Societa' aveva mai avuto rapporti con gli amministratori formali della Societa' (-omissis); inoltre due dei tre operai erano assunti in nero mentre solo il figlio di -omissis- era stato assunto da qualche giorno prima; il fatturato della Societa' dalla costituzione al 31.12.2011 e' stato rappresentato per l'84% da lavori presso il Comune di Cellino S. Marco e che, alcuni di questi lavori, sono stati effettuati in periodi in cui non risultano dipendenti assunti presso la Societa'; i lavori eseguiti presso il Comune sono stati tutti affidati senza stipula di contratti e dichiarati successivamente "eseguiti a regola d'arte" senza alcuna relazione tecnica di sopralluogo. In relazione a quanto sopraesposto appare verosimile ritenere che" il rapporto lavorativo dell'Ente con -omissis- sia stato instaurato, proseguito e condizionato sicuramente dall'attivita' assessorile di -omissis-, senza escludere la presenza, nella stessa Societa', di uno dei fratelli -omissis- dichiarati affiliati al clan -omissis-, cosi' come la vicinanza di -omissis- con il noto esponente locale della SCU -omissis-, anch'egli affiliato al clan -omissis-". Parimenti sintomatici sono gli affidamenti alle ditte -omissis-per le quali sono state individuate ulteriori e gravissime carenze istruttorie nell'iter procedimentale. In particolare, per quanto concerne la prima ditta, gli affidamenti diretti risultano essere fatti con ordinanza contingibile e urgente ai sensi dell'art. 54 del TUOEL, nella assoluta carenza dei presupposti giustificativi. Detta interpretazione, in considerazione dei servizi oggetto dell'ordinanza (semplici e normali servizi di manutenzione ordinaria di aree verdi, di strade e di pulizie, ecc.) e' da ritenersi assolutamente arbitraria e illegittima, in quanto - come gia' detto - in aperta violazione sia dell'art. 54 che dell'art. 107 del TUOEL. Tale comportamento, tra l'altro, e' stato reiterato numerose volte per le stesse fattispecie (dunque in contrasto con lo stesso principio di imprevedibilita' e di urgenza) e anche dopo le obiezioni verbali manifestate dai responsabili comunali circa la competenza sull'adozione degli atti (come dichiarato dagli stessi durante le audizioni dinanzi alla Commissione d'indagine). Passando alla posizione della Ditta individuale -omissis- , il medesimo risulta gravato da numerosi pregiudizi di polizia per associazione di tipo mafiosa finalizzata al porto abusivo di armi, stupefacenti, estorsione, ed altro e, arrestato nel novembre 2013 per "...reato di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina, con l'aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all'art. 416 bis". La Ditta -omissis- ha iniziato il suo rapporto lavorativo con l'Ente civico attraverso una commistione di atti emessi dai vari attori dell'Ente (Giunta Comunale, Sindaco e Responsabile UTC) dall'aprile del 2012 al 2013, sino a pochi giorni prima dell'insediamento della Commissione d'indagine. Molti degli interventi affidati alla Ditta -omissis- risultano "assolutamente uguali" a quelli oggetto del contratto in essere con -omissis- (e prima con le Cooperative Sociali) in quanto riguardano sistemazione di aree verdi, alberi, aree verdi del cimitero, pulizia delle strade dalle erbacce, ecc., per cui non si comprendono i motivi che hanno indotto l'Ente a individuare altre ditte, affidare interventi diretti, elargire soldi pubblici per attivita' gia' sotto contratto - e gia' retribuite nel canone complessivo onnicomprensivo - con la Ditta affidataria. Pertanto, nel periodo di appena un anno, alla Ditta -omissis- risultano affidati e liquidati interventi per complessivi € 42.361,00, quasi tutti basati su stime generiche e senza veri computi metrici da parte dell'ufficio preposto, cosi' come del tutto generiche sono le diciture riportate in fattura da parte della Ditta che mai specifica in dettaglio i lavori eseguiti ma li individua sempre con importi "a corpo". Tale impostazione di generica descrizione e quantificazione degli interventi, unita alla forte ingerenza del Sindaco- omissis- con proprie ordinanze o con chiamate dirette della Ditta (che hanno poi comportato anche un riconoscimento di debito fuori bilancio), danno contezza dell'assoluta imposizione e ingerenza della Ditta -omissis- all'interno dell'Ente. Il quadro delineato dalla Commissione di indagine, dunque, evidenzia una precarieta' delle condizioni funzionali dell'Ente che si riscontra anche con riferimento ad altri aspetti di seguito riportati. Assunzioni Di interesse e' anche la vicenda relativa alle assunzioni di alcuni soggetti, avvenute per il tramite dell'agenzia di lavoro interinale -omissis- e/o cooperative -omissis- che evidenziano rilevanti situazioni di cattiva gestione (per il cui dettaglio si rimanda alla relazione della Commissione pagg.78-82). Appare significativo, in particolare , sulla base di quanto riferito nella relazione, che alle stesse Cooperative - dal 2010 ad oggi - siano stati affidati numerosi servizi -tra l'altro di settori diversi- e tutti con la stessa formula di affidamento diretto sulla base delle delibera di G.C. 69 e 70 del 17/4/2008, con modalita' e tempi di definizione dell'iter emblematici. Si soggiunge che alle medesime cooperative risultano essere stati attribuiti anche interventi o servizi " fuori contratto", liquidati a parte. Anche nel caso dei servizi gestiti dalle precitate cooperative degne di nota sono alcune assunzioni di personale, tra le quali si segnalano, in particolare, i seguenti rapporti di lavoro: -omissis- impiegato dalle cooperative -omissis-, per un periodo iniziale di 6 mesi, poi prorogato, nel servizio di vigilanza presso le strutture scolastiche sportive e ricreative in orario extrascolastico. Questi risulta gravato da pregiudizi di polizia ed e' fratello del pregiudicato -omissis-; - omissis-, assunto per il tramite dell'agenzia di lavoro interinale -omissis- ha svolto spesso la sua attivita' all'interno dell'Ente e, in particolar modo, presso l'Ufficio tecnico comunale. Sul conto del medesimo si segnalano frequentazioni con il pluripregiudicato -omissis-, assunto per il tramite dell'agenzia di lavoro interinale -omissis-. Si accompagna con -omissis-. Erogazione di contributi e transazioni Ulteriori criticita' che concorrono a delineare il quadro di generale e diffusa illegalita' si rinvengono anche dall' erogazione di contributi, di cui e' stato accertato un significativo aumento certamente giustificabile per la situazione economica del paese, ma che suscita non poche perplessita', quando il contributo viene concesso a cittadini che, dalle indagini delle Forze di Polizia, risultano strettamente collegati ad associazioni criminali. Si segnala in particolare il contributo di € 1000,00 concesso nel settembre 2012, con delibera di Giunta assunta all'unanimita' alla signora -omissis-, residente in Cenino San Marco, convivente del pregiudicato mafioso -omissis-, affiliato al clan "omissis", per il pagamento del funerale del fratello, il pregiudicato -omissis-, ucciso nel corso di un agguato di mafia in San Donaci (BR) il 5 settembre 2012, figlio di -omissis-. Al riguardo assume rilevanza la circostanza secondo la quale i funerali furono celebrati a Cellino San Marco, mentre il feretro e' stato tumulato nel cimitero del confinante Comune di San Donaci, dove era stato commesso l'omicidio, nonche' luogo d'origine della famiglia. La signora, residente a Cellino San Marco, non aveva alcun titolo a ricevere il citato contributo, in quanto il fratello con la propria famiglia non risultava residente a Cellino. Ugualmente da segnalare e' il contributo concesso a- omissis- che ha ricevuto 1000 euro per i funerali del -omissis- deceduto in Austria. La gestione amministrativa non in linea con le noiniative vigenti trova conferma anche nel settore delle transazioni legate alle richieste di risarcimento danni per insidie stradali, che come acclarato dalla Commissione di indagine, hanno fatto registrare un significativo aumento nonche' delle irregolarita', sia per le modalita' di erogazione che per gli importi effettivamente corrisposti. In particolare si segnalano la transazione intervenuta nei confronti dell'addetto all'ufficio staff del Sindaco -omissis-, -omissis-, per danni occorsi alla propria autovettura a causa di una buca nel manto stradale non segnalata, nonche' quella intervenuta a favore di - omissis-, che le indagini dei Carabinieri riportano come contiguo al clan " omissis", per lesioni riportate dal figlio -omissis-, in seguito ad una caduta con la bicicletta causata da insidia stradale. Fonti anonime hanno riferito alla Commissione che -omissis- sarebbe invece caduto nel cortile di uno stabilimento vinicolo. >>>>>>>>>>>>>>>>>>> In sostanza dal quadro analitico come descritto nonche' dalle conclusioni della Commissione di indagine, si rileva una gestione della cosa pubblica in violazione delle normative vigenti, posta in atto dal Sindaco che, nella vicenda, assume un ruolo strategico nella evidente inesistenza del ruolo di controllo del Consiglio comunale. L'esame delle dinamiche dei procedimenti amministrativi posti in essere dai dipendenti uffici pongono in luce l'asservimento della funzione ad interessi privati, e dunque contrastanti con quegli specifici doveri di imparzialita' e buon andamento che debbono essere osservati da chiunque eserciti una pubblica funzione. Analogamente riverberi negativi derivano da. numerose e quasi strutturate frequentazioni del Sindaco e di parte degli assessori con elementi di spicco della criminalita' cellinese, facenti capo alla SCU. Le cennate evidenze sulla cattiva gestione dell'Ente sono state condivise anche dal Procuratore Capo della Repubblica e dai vertici delle Forze dell'Ordine, nel corso della riunione del 15 gennaio c.a del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza, appositamente convocato ed integrato con la presenza del Magistrato. In tale sede, si e' rilevato infatti che, dalle circostanze descritte nella relazione, valutate nella loro interezza e non quali singoli episodi, emergono i presupposti per l'applicazione dell'art. 143 comma 1, del d. lgs. 18 agosto 2000, n. 267, come sostituito dalla legge 15 luglio 2009, n. 9. In particolare, si e' convenuto sulla circostanza che l'andamento gestionale dell' Ente ed i particolari' rapporti intessuti dagli amministratori locali con alcuni esponenti della criminalita' denotano un uso distorto della cosa pubblica che si e' concretizzato nel favorire soggetti o imprese direttamente o indirettamente collegati ad ambienti malavitosi per l'esistenza di rapporti di parentela, amicizie e frequentazioni con alcuni amministratori. Viene in realta' evidenziato un quadro diffuso di irregolarita' ed illegalita', che unitamente ad un generale disordine amministrativo, sembrano essere funzionali al mantenimento di assetti predeterminati con soggetti appartenenti ad ambienti criminosi, nonche' un'alterata funzionalita' amministrativa sia con riferimento alle assunzioni mediate che alle procedure di affidamento diretto di lavori o di somma urgenza, atti diretti complessivamente a favorire amici, parenti o appartenenti a sodalizi criminosi. La mole delle irregolarita' riscontrate, pur in un piccolo Comune con un'economia depressa e un bilancio con esigue risorse, concorre a far ritenere la sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti di collegamenti diretti o indiretti con la criminalita' organizzata che nel tempo ha condizionato talune scelte dell' azione amministrativa, peraltro non sempre improntata ai criteri di buon andamento ed imparzialita' con ovvie conseguenze sul regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati. La situazione verificatasi a Cellino San Marco ha evidenziato una evidente incapacita' di amministrare in posizione di terzieta' e di far fronte alle ingerenze delle compagini criminose che, utilizzando modi surrettizi, tende a rendere organici all'ente suoi esponenti. Le intimidazioni mediante l'incendio di beni, i comportamenti, le vicende sopradescritte rendono nel loro insieme plausibile l'ipotesi di un progressivo condizionamento degli amministratori da parte della criminalita' organizzata e sintomatici di una vicinanza che assume particolare significativita', ferme restando le valutazioni in sede penale di competenza dell'Autorita' Giudiziaria che risulta aver avviato da lungo tempo compiute ed articolate indagini. Tutto cio' premesso, anche su confollne e condiviso parere del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, si e' preso atto delle conclusioni della Commissione d'indagine, rassegnate nella relazione depositata il 10 dicembre 2013, circa la sussistenza dei presupposti univoci per l'applicazione dell'art. 143 co.1 sopracitato atteso che gli elementi acquisiti, valutati complessivamente e contestualmente , costituiscono un quadro indiziario sintomatico di un modus operandi complessivo dell'Ente locale che non e' finalizzato alla cura degli interessi generali cui e' preposto. In definitiva, dall'analisi complessiva di fatti e delle vicende, si ritiene che con riferimento al Consiglio Comunale di Cellino San Marco sussistano, allo stato, i presupposti per l'applicazione dell'art. 143 comma 1, del d. lgs. 18 agosto 2000, n. 267, come sostituito dalla legge 15 luglio 2009, n. 94. Il Prefetto (Prete) Parte di provvedimento in formato grafico