(Allegato-art. 7)
                               Art. 7. 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
    Il terreno e' di natura  argilloso  con  sottofondo  marnoso,  in
alcune zone i movimenti di assestamento hanno dato  luogo  a  terreni
caratteristici  di  natura  colluviale  con  strato  argilloso  molto
profondo ed elevata capacita' idrica con indice di  fertilita'  molto
accentuato. Il clima e' quello tipico continentale caratterizzato  da
freddi intensi, abbondanti nevicate, successioni frequenti di gelo  e
disgelo nell'inverno e da temperature estive elevate  alle  quali  si
giunge  con  brusco  passaggio  verso   la   fine   di   giugno.   Le
precipitazioni  atmosferiche  presentano  un   ristretto   campo   di
variazioni e la piovosita'  media  annua  e'  di  300  mm  con  punte
bassissime nel periodo primaverile estivo per cui  si  possono  avere
annate molto siccitose. 
    Questo ambiente pedoclimatico  determina  la  produzione  di  una
massa foraggera tipica che si ottiene dai prati e  prati-pascoli.  Si
tratta di prati polifiti con una predominanza di  essenze  graminacee
(circa il 75%) e leguminose (25% circa) a cui si aggiungono  numerose
piante aromatiche ed officinali. Le principale  graminacee  sono:  il
loglio (Lolium  spp.),  l'erba  mazzolina  (Dactylis  glomerata),  le
festuche (Festuca spp.), la  poa  (Poa  spp.)  il  paleino,  ecc.  Le
principali leguminose sono: trifoglio montano  (Trifolium  montanum),
ginestrino (Lotus corniculatus), millefoglio  (Achillea  spp.),  ecc.
Fra le erbe aromatiche e profumate, oltre al paleino ricordiamo tutta
la serie delle ombrellifere come la carota selvatica  (Daucus  carota
carota), il cardo (Cirsium arvense), la salvia (Salvia  officinalis),
la lavanda (Lavandula latifolia), molte specie di timo (Thymus spp.),
la ruta (Ruta graveolens), la rosa selvatica  (Rosa  canina  canina),
ecc. Da questa massa foraggera  dove  le  sostanze  nutritive,  sotto
forma di rapporto carboidrico-proteico-vitaminico, sono in equilibrio
naturale si trae un alimento di alta  qualita'  per  gli  allevamenti
ovini e caprini, nonche' per il bestiame bovino.  Le  caratteristiche
peculiari della  flora  con  i  vari  profumi  ed  aromi  si  trovano
conseguentemente anche nel latte per cui  il  formaggio  «Robiola  di
Roccaverano» assume una fragranza che  lo  distingue  da  ogni  altro
formaggio. 
    Il bestiame ovino e caprino bruca anche nei boschi i quali  oltre
a rappresentare una vera difesa del suolo, servono anche a  difendere
il bestiame dagli eccessi di caldo nel periodo estivo. 
    In un manoscritto a firma del  Sacerdote  Pistone  in  data  1899
viene riportata la  storia  dal  960  al  1860  della  parrocchia  di
Roccaverano e sue frazioni. Fra  le  notizie  storiche  di  interesse
politico emergono anche elementi di ordine economico  che  servono  a
mettere in rilievo l'importanza della «Robiola» come il fatto che nel
comune di Roccaverano vengono tenute  cinque  fiere  annue.  In  tali
occasioni si  vendono  per  l'esportazione  «eccellenti  formaggi  di
Robiole»; si parla esplicitamente di esportazione perche' la  Robiola
gia' in quei tempi era un formaggio conosciuto non solo  nell'Italia,
ma anche in Francia. Da cio' emerge che la «Robiola» gia' allora, non
e'  ritenuto  un  qualsiasi  generico  formaggio   perche'   presenta
caratteristiche diverse da tutti gli altri formaggi. La  robiola  che
si ottiene a livello artigianale si conserva anche per  sei  mesi  in
barattoli di vetro, con olio, o ponendo le forme nella paglia.