(Allegato L)
 
                                                           Allegato L 
 
DICHIARAZIONE  DI  NOTEVOLE  INTERESSE  PUBBLICO  DEL  PODERE   VALLE
  DELL'OLMO ai sensi  dell'articol  136,  comma  1,  lettera  c)  del
  decreto  legislativo  n.  42/2004.  Comune  interessato:   Tronzano
  Vercellese (VC) 
 
1. Descrizione generale dell'area e motivazioni della tutela 
    Il  Podere  Valle  dell'Olmo,   Tenimento   storico   dell'Ordine
Mauriziano, si trova all'interno del paesaggio omogeneo e artificiale
della Bassa Vercellese. 
    La specificita' del Podere risiede nel suo  organico  inserimento
all'interno del  complesso  sistema  delle  acque  a  servizio  della
coltura risicola: esso  e'  prossimo  alla  cosiddetta  fascia  delle
risorgive, lungo la quale scorrono  numerosi  fontanili,  alcuni  dei
quali riconosciuti quali Siti di Interesse Regionale. In particolare,
si segnala la prossimita' del podere  al  sito  «Fontana  Pianetta  e
Stagno Cascina Buronzella». 
    Il Podere sorge nelle immediate vicinanze dell'abitato di Crova e
a poche centinaia di metri dal Canale Cavour, realizzato tra il  1863
e il 1866 al fine di assicurare a tutti la  quantita'  necessaria  di
acqua per la coltivazione nei tempi opportuni;  esso  rappresenta  un
segno storico, economico e  paesaggistico  di  grande  rilevanza  per
tutta la pianura irrigua vercellese. 
    Accanto a questa grande opera, all'interno del  Tenimento  emerge
con chiarezza una diffusa rete di canalizzazioni  (tra  cui  il  Gran
Canale di Asigliano, diramatore del  Naviglio  d'Ivrea),  il  sistema
delle «strade bianche» e il tessuto insediativo sparso, la cui  trama
risulta particolarmente integra. 
    La peculiarita' del paesaggio agrario, scandito dalle  camere  di
risaia, e' frutto dell'intervento di bonifica e messa  a  coltura  di
tali territori operato dai  monaci  cistercensi  in  quest'area  gia'
dalla fine del Quattrocento. 
    L'abbazia cistercense di Lucedio, fondata nei pressi di Trino nel
XII secolo, divenne uno dei monasteri piu' ricchi del  Vercellese.  I
monaci, attraverso il loro capillare sistema di grange, furono  forse
i primi a introdurre la coltivazione del riso in Piemonte, gia' verso
la fine del XV secolo. 
    In una prima fase, la semina fu limitata ai soli acquitrini  e  a
quelle depressioni del terreno nelle  quali  era  facile  convogliare
l'acqua, ma poi si estese ai ristagni e alle paludi.  Ben  presto  fu
avvertita l'esigenza di estendere la coltivazione anche a  tutti  gli
altri terreni incolti. Si ebbe cosi' una  seconda  fase  di  bonifica
tramite la risaia: furono dissodate le brughiere e su di esse vennero
convogliate  in  canali  le  acque  delle  paludi  circostanti,   dei
fontanili o dei fiumi. Infine, la  risaia  conobbe  la  sua  terza  e
ultima  evoluzione,  estendendosi  anche  ai  terreni  gia'  fertili,
scalzando altre colture e  sostituendosi  ai  boschi  e  ai  pascoli,
incontrando un ostacolo solo nelle perimetrazioni urbane. 
    All'interno del Podere Valle dell'Olmo  spicca,  quale  emergenza
architettonica di pregio, attestata prima del 1871, l'omonima cascina
a corte aperta, una delle ultime proprieta' entrate a far  parte  del
patrimonio dell'Ordine Mauriziano nella seconda meta' del XIX secolo.
Accanto alla Cascina, i segni storici riscontrabili sono le strade di
collegamento tra i poderi limitrofi e i centri abitati circostanti. 
    La dichiarazione  riconosce  il  ruolo  svolto  dalla  proprieta'
mauriziana nel preservare l'unita' territoriale della  trama  agraria
del Tenimento, aspetti che ne determinano i  tratti  peculiari  e  lo
rendono meritevole di tutela. Essa si pone in continuita' e  coerenza
con  le  indicazioni  del  Piano  paesaggistico  regionale  (p.p.r.),
adottato con deliberazione della Giunta regionale 4 agosto  2009,  n.
53-11975, che, all'art. 33, prevede per  i  Tenimenti  mauriziani  la
procedura di cui agli articoli 138-140 del Codice. 
    Per le motivazioni sopra  richiamate,  si  dichiara  il  notevole
interesse pubblico del Podere Valle dell'Olmo ai sensi dell'art. 136,
comma 1, lettera c) del decreto legislativo  n.  42/2004,  in  quanto
«complesso di cose immobili che compongono un caratteristico  aspetto
avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed  i  nuclei
storici». 
2. Descrizione   della   perimetrazione    dell'area    oggetto    di
  dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico  e  individuazione
  cartografica 
Premesse 
    Al fine di contribuire alla protezione,  gestione,  integrita'  e
autenticita'  del  Podere  Valle  dell'Olmo,  si  introducono  alcune
modifiche al perimetro dell'area oggetto di dichiarazione di notevole
interesse pubblico rispetto ai limiti della proprieta' mauriziana, in
quanto si intende privilegiare, ove  possibile,  l'individuazione  di
elementi di confine di tipo antropico  e  fisico-naturalistico  (rete
viaria, bealere, canali). Dove cio'  non  e'  stato  possibile,  sono
stati mantenuti quali riferimento  per  la  perimetrazione  i  limiti
catastali della proprieta' storica. 
    2.1. Descrizione 
    Partendo  dal  Ponte  Balcone,  posto  al  margine  sud-est,   il
perimetro si attesta in direzione nord-ovest lungo il Regio Canale di
Asigliano, fino alla strada della Baudita, comprendendo all'interno i
mappali 3 del foglio 31, 4 del foglio 35 e 9 del foglio 30. Segue  in
direzione nord-est la citata  strada  fino  a  incontrare  il  limite
amministrativo tra i  comuni  di  Tronzano  V.se  (interno)  e  Crova
(esterno), comprendendo i mappali 22, 8,  16  e  28  del  foglio  30.
Discende  in  direzione  sud-est  lungo  il  margine   della   citata
particella 28, che segue anche con andamento sud-ovest, raggiunge  la
strada Fontanile  di  Belgiardino,  lungo  la  quale  si  attesta  in
direzione sud-est, comprendendo i mappali 2 del foglio 35, 13 e 2 del
foglio 31, fino al punto di partenza. 
    2.2. Cartografia 
    L'esatta  individuazione  cartografica   dell'area   oggetto   di
dichiarazione di notevole interesse pubblico e'  stata  riportata  su
Carta  tecnica  regionale,  in  scala  1:10.000,  aggiornamento  anni
1991-2005. La cartografia riportata di seguito,  parte  integrante  e
sostanziale della dichiarazione,  e'  una  riduzione  della  suddetta
carta in scala 1:10.000 che e' consultabile sul sito  internet  della
Regione Piemonte, sezione Paesaggio. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3. Prescrizioni d'uso 
Premesse 
    Ai sensi  dell'art.  40,  comma  2  del  decreto  legislativo  n.
42/2004,  la  dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico   deve
contenere le prescrizioni d'uso intese ad assicurare la conservazione
dei valori espressi dal bene individuato. 
    In coerenza con tale previsione, le seguenti  prescrizioni  d'uso
forniscono indicazioni di tutela atte a  garantire  la  conservazione
dei  valori  storico-culturali  e  paesaggistici   riconosciuti   per
l'ambito in oggetto, evidenziando alcune specifiche  cautele  per  la
gestione delle trasformazioni. 
    3.1. Tutela del paesaggio agrario 
    Non sono consentite destinazioni d'uso  dei  terreni  diverse  da
quella agricola. 
    Deve  essere  garantita  la  conservazione  della  trama  agraria
costituita dalla  rete  irrigua,  dalla  viabilita'  minore  e  dalle
alberature  diffuse  (isolate,  a  gruppi,  a  macchia  e  formazioni
lineari).  I  progetti   finalizzati   all'attivita'   agricola   che
comportano interventi su tali elementi  devono  prevedere  un'attenta
analisi  dell'impatto  paesaggistico  e,  se   necessario,   adeguati
interventi di mitigazione al fine di conservare la  percepibilita'  e
la riconoscibilita' della trama del paesaggio agrario. 
    Non  e'  consentito  l'intubamento  delle  bealere,  fatte  salve
eventuali necessita' di accesso ai fondi per tratti limitati, nonche'
modifiche agli elementi della rete irrigua (quali canali, cavi, rogge
e  fontanili)  con  opere  che   possano   comportare   significative
trasformazioni alla visione storicizzata del  paesaggio  agrario  del
Podere. Nel caso  di  interventi  sulla  rete  irrigua,  deve  essere
favorita la rinaturalizzazione delle  sponde  tramite  l'adozione  di
tecniche di ingegneria naturalistica. 
    Deve  essere  mantenuta  la  morfologia  del  terreno   naturale,
vietando alterazioni significative dello strato fertile del suolo, se
non  preordinate  all'impianto  delle  colture  e  a  opere  a   esso
collegate. 
    Devono essere mantenute le naturali caratteristiche drenanti  del
terreno, evitando  l'impermeabilizzazione  di  estese  superfici  non
costruite. 
    Per il sistema di canali, fatte salve le  esigenze  di  sicurezza
idraulica, devono essere garantiti il mantenimento e il recupero  dei
manufatti di  ingegneria  idraulica  quali  conche,  chiuse,  alzaie,
ponti, ecc. 
    Al fine di incentivare la tutela del paesaggio della risaia, deve
essere garantito il mantenimento delle fasce non coltivate ai margini
dei campi, delle siepi e delle sponde vegetate dei canali, attraverso
il  recupero  degli  elementi  di  riconoscibilita'  paesaggistica  e
visuale,  quali  alberate,  filari,  cortine  verdi,  zone   alberate
trascurate. 
    Devono  essere  salvaguardati  e  incrementati  gli  elementi  di
naturalita' che possano costituire corridoi di connessione  ecologica
tra i terreni del Tenimento e  le  zone  di  interesse  naturalistico
presenti nel contesto d'area  vasta,  valorizzando  e  migliorando  i
collegamenti tra gli elementi  o  le  aree  di  interesse  ambientale
esistenti (corsi d'acqua naturali, bealere vegetate, canali ecc.). 
    Non e' ammessa la realizzazione di: 
      nuove  attivita'  estrattive,   attivita'   di   stoccaggio   e
lavorazione degli inerti; 
      impianti di smaltimento, trattamento di rifiuti e discariche; 
      impianti per la produzione di energie, fatti salvi gli impianti
orientati al consumo domestico e strettamente connesso  all'attivita'
dell'azienda  agricola;  in  ogni   caso   deve   essere   effettuata
preventivamente     una     dettagliata      analisi      finalizzata
all'individuazione  della  migliore   collocazione,   tale   da   non
compromettere edifici  o  parti  di  edifici  di  valore  storico  ed
elementi di  particolare  connotazione  paesaggistica,  privilegiando
collocazioni non visibili da spazi pubblici o di pubblico passaggio. 
    Non sono consentite costruzioni destinate alla creazione di nuovi
centri aziendali o allevamenti intensivi; le  capacita'  edificatorie
delle  aree  agricole  funzionali  alla  creazione  di  nuovi  centri
aziendali  possono  essere  trasferite  in  aree   esterne   all'area
vincolata, in coerenza con quanto stabilito dalle  norme  vigenti  in
materia. 
    Per  la  realizzazione  di  apprestamenti  protettivi  funzionali
all'attivita' agricola, si devono utilizzare strutture reversibili  e
smontabili, che consentano un  agevole  ripristino  dello  stato  dei
luoghi  nel  caso  di  non  utilizzo;  devono   essere   privilegiate
localizzazioni che non costituiscano ingombro  visivo  nelle  visuali
sulle  cascine  storiche  mauriziane  percepibili  dalla   viabilita'
principale e di accesso alle cascine stesse, evitando in ogni caso di
generare impatti visivi cumulativi. 
    3.2.  Tutela  dei  nuclei  edificati  di  antica   formazione   e
dell'edilizia tradizionale 
    Deve essere garantita la conservazione  del  sistema  insediativo
storico, salvaguardando il rapporto tra organismi edilizi ed elementi
della  rete  viaria  e   idrica   o   altri   elementi   strutturanti
morfologicamente il territorio; gli interventi edilizi che modificano
l'aspetto  esterno  degli  edifici   devono   essere   rivolti   alla
conservazione delle tipologie costruttive esistenti e  dei  materiali
caratterizzanti l'impianto originario. 
    Si deve provvedere alla tutela e alla conservazione del complesso
della  Cascina  Valle  dell'Olmo,  mantenendone  le   caratteristiche
tipologiche   e    morfologiche,    con    particolare    riferimento
all'originario impianto  a  corte  aperta  e  al  suo  posizionamento
baricentrico all'interno del podere. Si deve inoltre provvedere  alla
conservazione  delle  strade  d'accesso.   Sono   sempre   consentiti
eventuali interventi di ripristino di fasce arboree compromesse.  Gli
interventi edilizi,  compresi  quelli  di  manutenzione  ordinaria  e
straordinaria, devono tenere in attenta  considerazione  gli  aspetti
compositivi e i caratteri stilistici  originari,  in  relazione  alla
scelta coerente dei materiali, dei colori di finitura e dei  rapporti
dimensionali  delle  aperture,  nonche'  al  rispetto  di  tutti  gli
elementi decorativi esistenti. 
    E'  possibile  prevedere,  per  la   Cascina   Valle   dell'Olmo,
l'utilizzo  con  finalita'  ricettive  e/o   culturali-museali.   Gli
interventi edilizi e  infrastrutturali  connessi  a  tale  variazione
devono comunque attenersi alla presente normativa. 
    La sistemazione  degli  spazi  liberi  interni  alla  corte  deve
perseguire la conservazione delle caratteristiche  di  uniformita'  e
regolarita' di impianto, evitando la realizzazione  di  recinzioni  o
altre forme di delimitazione degli spazi; in caso  di  intervento  si
deve  provvedere  all'eliminazione   di   eventuali   superfetazioni,
strutture  non  coerenti   e   corpi   estranei   che   compromettono
l'integrita'  e  la  leggibilita'  dei  caratteri   tipologici,   sia
d'impianto, sia riferiti ai singoli edifici. 
    Le  attrezzature  per  la  conduzione  agricola   devono   essere
ricavate, salvo casi di dimostrata impossibilita'  tecnico-normativa,
mediante il riuso dei volumi  esistenti.  Le  strutture  estranee  al
contesto originario, qualora  presenti,  possono  essere  oggetto  di
interventi di recupero e riqualificazione  improntati  alla  coerenza
con le  preesistenze  storiche,  ovvero  interventi  di  sostituzione
edilizia rispettosi dei  caratteri  tipologici  e  costruttivi  delle
preesistenze. 
    Eventuali ampliamenti dei centri aziendali esistenti,  realizzati
anche attraverso nuove costruzioni, possono  prevedere  l'impiego  di
strutture prefabbricate in cemento  armato  o  strutture  metalliche,
purche'   l'involucro   edilizio   esterno    venga    opportunamente
rivestito/tinteggiato  con   materiali/tonalita'   coerenti   con   i
caratteri matrici e coloristici del paesaggio  agrario  e  rispettosi
delle sue peculiarita' e degli obiettivi e motivazioni di  tutela.  I
suddetti ampliamenti devono inoltre localizzarsi  preferibilmente  in
prossimita' del costruito esistente, senza  compromettere  l'impianto
della cascina e delle  preesistenze  storiche  e  senza  alterare  la
percezione  d'insieme  del  paesaggio   agrario,   ne'   le   visuali
prospettiche percepibili dalla viabilita' di accesso. Gli  interventi
di trasformazione non devono produrre occultamento, frammentazione  o
compromissione   degli   elementi   del   paesaggio   del   Tenimento
riconosciuti come  distintivi:  strada  d'ingresso  al  podere,  rete
stradale  rurale  con  carattere  storico,  rete  idrica  naturale  e
infrastrutture idrauliche di origine antropica, ecc. 
    3.3. Indicazioni per gli interventi infrastrutturali 
    E'  vietata  la  realizzazione  di  nuovi   tratti   di   strada.
L'eventuale ampliamento  della  carreggiata,  nonche'  il  ripristino
della viabilita' storica di accesso, deve essere accompagnato da  uno
studio esteso a un contesto  paesaggistico  adeguato  ai  fini  della
verifica  della   compatibilita'   paesaggistica   degli   interventi
proposti,  con  particolare  riferimento  ai  caratteri  morfologici,
naturalistici, storico-culturali e scenico-percettivi su cui si fonda
l'identita' dei luoghi. Gli interventi viabilistici devono  prevedere
il recupero delle fasce arboree ove compromesse. 
    E'  vietato  procedere  all'asfaltatura  delle  strade   sterrate
interne al Podere. 
    L'eventuale realizzazione di strade interpoderali finalizzate  al
passaggio e  all'accesso  dei  mezzi  agricoli  o  di  interventi  di
fruizione ciclopedonale deve attenersi  a  un'attenta  progettazione,
volta a salvaguardare l'integrita'  del  sistema  idrografico  e  del
sistema  arboreo  esistente,  contribuendo  alla  valorizzazione  dei
manufatti di interesse storico-architettonico, nonche' del  paesaggio
agrario tradizionale. 
    E' vietata  la  realizzazione  di  parcheggi  interrati.  Per  la
realizzazione di eventuali autorimesse a servizio della cascina  deve
essere  privilegiato  il  riuso  dei  volumi  esistenti.  L'eventuale
realizzazione di nuovi parcheggi in superficie deve  prevedere  l'uso
di   materiali   naturalmente   drenanti,   evitando   l'impiego   di
asfaltature, ovvero garantire la coerenza con le pavimentazioni  gia'
in essere. Devono essere inoltre privilegiate soluzioni planimetriche
di definizione dei parcheggi tali da adeguare le linee compositive  e
i margini dei suddetti spazi alla trama agraria  di  riferimento,  al
fine di mantenere una  maggiore  contestualizzazione  con  l'intorno,
anche con l'inserimento di  specie  arboree  e  arbustive  autoctone,
aventi funzione di integrazione nel paesaggio agrario. In  ogni  caso
la  localizzazione  non  deve  interferire   con   visuali   e   assi
prospettici, ne' con i manufatti di carattere  storico  o  di  pregio
architettonico. 
    La  realizzazione  di  reti  per  la  distribuzione  dell'energia
elettrica e' consentita, ove necessario, solo  mediante  soluzioni  a
cavi interrati. 
    3.4. Tutela degli aspetti percettivi-visivi 
    Deve essere conservata la  configurazione  d'insieme  percepibile
dagli spazi e dai percorsi  pubblici;  in  particolare,  deve  essere
posta attenzione alla conservazione e valorizzazione delle visuali  e
degli scorci sulle aree agricole e sugli edifici rurali di  interesse
architettonico-documentario. 
    Deve essere garantita la salvaguardia della percezione visiva dei
luoghi e degli elementi identitari, vietando  la  posa  in  opera  di
cartelli pubblicitari e ogni altra simile  attrezzatura;  sono  fatte
salve   le    indicazioni    strettamente    necessarie    ai    fini
dell'accessibilita' e della fruibilita' culturale,  turistica  e  dei
servizi pubblici  essenziali,  nonche'  delle  attivita'  di  vendita
diretta dei prodotti agricoli, dell'agriturismo e ogni altra forma di
attivita' connessa con quella agricola, da  realizzarsi  comunque  su
disegno unitario. 
    Deve essere evitata la realizzazione  di  recinzioni,  in  quanto
elementi  di  ostacolo  alla  continuita'   del   paesaggio   agrario
tradizionale.  Nei  casi  in  cui  l'introduzione  di   elementi   di
recinzione, legati all'utilizzo agricolo dei  terreni  o  a  chiusura
delle proprieta' sia indispensabile, devono essere adottate soluzioni
visivamente  «permeabili»,  semplici  e   uniformi.   E'   consentito
l'impiego  di   vegetazione   autoctona,   coerente   con   l'intorno
vegetazionale, da privilegiare nei casi in cui sia  anche  necessario
schermare strutture esistenti.