(Allegato B)
 
                                                           Allegato B 
 
DICHIARAZIONE  DI  NOTEVOLE  INTERESSE  PUBBLICO  DEL  TENIMENTO   DI
  STUPINIGI - PODERE GONZOLE ai sensi  dell'articolo  136,  comma  1,
  lett. c) del decreto legislativo n.  42/2004.  Comune  interessato:
  Orbassano (TO) 
 
1. Descrizione generale dell'area e motivazioni della tutela 
    Il Podere Gonzole, Tenimento storico dell'Ordine  Mauriziano,  si
presenta come  un  cuneo  di  tessuto  rurale  relativamente  integro
all'interno  di  un  ambito  fortemente  antropizzato.  Nella  fascia
meridionale sono presenti aree boscate e il sito  di  una  cava  oggi
dismessa. 
    Il Podere di Gonzole e  gran  parte  dei  terreni  sono  inseriti
all'interno dell'Area contigua della Fascia Fluviale del Po -  tratto
torinese. 
    Il Podere, un tempo assai piu' esteso verso nord, e' collocato in
un ambito  a  carattere  periurbano  e  si  configura  quale  enclave
agricola e naturalistica in un territorio caratterizzato da una forte
impronta insediativa. 
    La porzione settentrionale del Tenimento e' occupata  dall'antica
cascina di Sant'Andrea di Gonzole, a sud della quale si  estende  una
vasta superficie prativa sopraelevata rispetto alla cascina stessa  e
ai terreni circostanti. Tale  rilievo  costituisce  un  significativo
terrazzo verde dal quale si dipartono ampi coni visivi  in  direzione
del torrente Sangone, attualmente interrotti in piu'  punti  a  causa
della crescita incontrollata della vegetazione arbustiva. 
    Le prime notizie inerenti la localita' di Gonzole risalgono al  X
secolo, quando e' attestata  la  donazione  del  «castello»  e  della
«villa» ai monaci benedettini fuggiti da Novalesa. Con  l'istituzione
dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Gonzole entro'  a  far  parte
del suo patrimonio. Nel XVI secolo il possedimento si presentava come
una  struttura  fortificata  dotata  di  torri  merlate,  di  origine
medioevale, e di un portale di ingresso ad arco. Nel XVIII  secolo  i
fabbricati erano suddivisi in castello,  cascina  a  corte  chiusa  e
cappella.   Quest'ultima,   di   origine    quattrocentesca,    venne
integralmente  ristrutturata  nella  prima  meta'   del   Settecento,
acquisendo le forme attuali. 
    Il catasto del 1858 rileva i fabbricati della «Cascina  Gonzole»,
descrivendo una situazione planimetrica analoga a quella  attuale;  i
terreni circostanti erano suddivisi in pascoli, campi, prati irrigui,
boschi cedui di alto fusto e orti. 
    Oggi, la cascina di Sant'Andrea di  Gonzole,  con  i  terreni  di
pertinenza, si presenta in buono stato di conservazione. Sono  ancora
in gran parte riconoscibili i segni storici dell'appoderamento, quali
il rettifilo di ingresso alla cascina e il tracciato  delle  bealere,
frutto di scelte  progettuali  conformi  all'uso  settecentesco,  che
prevedeva un ridisegno complessivo e coerente dei percorsi. 
    A testimonianza del valore storico-culturale del Podere  Gonzole,
su di esso e' operante il seguente regime di tutela: 
      Vincoli monumentali: 
        Podere Gonzole (D.D.R. 25/8/2005). 
    La dichiarazione  riconosce  il  ruolo  svolto  dalla  proprieta'
mauriziana nel preservare l'unita' territoriale e l'integrita'  della
trama agraria del Tenimento, aspetti  che  ne  determinano  i  tratti
peculiari e rendono il Podere meritevole di tutela. Essa si  pone  in
continuita' e coerenza con le  indicazioni  del  Piano  paesaggistico
regionale (p.p.r.), adottato con deliberazione della Giunta Regionale
4 agosto 2009, n. 53-11975, che, all'art. 33, prevede per i Tenimenti
mauriziani la procedura di cui agli articoli 138-140 del Codice. 
    Per le motivazioni sopra  richiamate,  si  dichiara  il  notevole
interesse pubblico del Podere Gonzole ai sensi dell'art.  136,  comma
1,  lettera  c)  del  decreto  legislativo  n.  42/2004,  in   quanto
«complesso di cose immobili che compongono un caratteristico  aspetto
avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed  i  nuclei
storici». 
2. Descrizione   della   perimetrazione    dell'area    oggetto    di
  dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico  e  individuazione
  cartografica 
Premesse 
    Al fine di contribuire alla protezione,  gestione,  integrita'  e
autenticita' del Podere Gonzole, si introducono alcune  modifiche  al
perimetro dell'area oggetto di dichiarazione  di  notevole  interesse
pubblico rispetto ai limiti della proprieta' mauriziana, in quanto si
ritiene opportuno stralciare alcune parti disomogenee  rispetto  alla
trama del  Tenimento,  poiche'  da  tempo  compromesse  (la  porzione
occupata dal rilevato ferroviario) o la cui continuita' con la  parte
restante del Tenimento e' oggi scarsamente leggibile, a  causa  della
cesura rappresentata dall'ultimo tratto della sede dei binari. 
    2.1. Descrizione 
    Il perimetro ha inizio dal  punto  di  incontro  tra  il  vertice
nord-est del mappale 61 del foglio 6 e la S.P. 174, e  si  dirige  in
linea retta verso sud-ovest attestandosi lungo il piede del  rilevato
ferroviario, proseguendo oltre quest'ultimo, fino  a  raggiungere  il
limite amministrativo tra i comuni di Orbassano (interno)  e  Rivalta
di Torino (esterno). Scende in direzione sud-est lungo  tale  limite,
prosegue  lungo  la  particella  73  dello  stesso  foglio,  fino   a
raggiungere la sponda sinistra del  torrente  Sangone.  Ne  segue  il
corso in direzione est, per incontrare il limite amministrativo tra i
comuni di Orbassano (interno) e Beinasco (esterno). Sale in direzione
nord-est lungo il predetto limite, che  segue  fino  alla  S.P.  174,
attestandosi su quest'ultima in direzione  ovest,  verso  la  Cascina
Gonzole, per includere le particelle 65, 70, 32 dello stesso foglio e
4 del foglio 2, fino a chiudere al punto di partenza. 
    2.2. Cartografia 
    L'esatta  individuazione  cartografica   dell'area   oggetto   di
dichiarazione di notevole interesse pubblico e'  stata  riportata  su
Carta  tecnica  regionale,  in  scala  1:10.000,  aggiornamento  anni
1991-2005. La cartografia riportata di seguito,  parte  integrante  e
sostanziale della dichiarazione,  e'  una  riduzione  della  suddetta
carta in scala 1:10.000 che e' consultabile sul sito  internet  della
Regione Piemonte, sezione Paesaggio. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3. Prescrizioni d'uso 
Premesse 
    Ai sensi dell'art.  140,  comma  2  del  decreto  legislativo  n.
42/2004,  la  dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico   deve
contenere le prescrizioni d'uso intese ad assicurare la conservazione
dei valori espressi dal bene individuato. 
    In coerenza con tale previsione, le seguenti  prescrizioni  d'uso
forniscono indicazioni di tutela atte a  garantire  la  conservazione
dei  valori  storico-culturali  e  paesaggistici   riconosciuti   per
l'ambito in oggetto, evidenziando alcune specifiche  cautele  per  la
gestione delle trasformazioni. 
    3.1. Tutela del paesaggio agrario 
    Non sono consentite destinazioni d'uso  dei  terreni  diverse  da
quella agricola; le pratiche agricole devono essere  svolte  evitando
interferenze negative con l'ecosistema fluviale. 
    Deve  essere  garantita  la  conservazione  della  trama  agraria
costituita  dalla  rete  irrigua  e  dalla  viabilita'  minore  e  il
mantenimento delle alberature diffuse (isolate, a gruppi, a macchia e
formazioni lineari). I progetti  finalizzati  all'attivita'  agricola
che  comportano  interventi  su  tali   elementi   devono   prevedere
un'attenta  analisi  dell'impatto  paesaggistico  e,  se  necessario,
adeguati  interventi  di  mitigazione  al  fine  di   conservare   la
percepibilita'  e  la  riconoscibilita'  della  trama  del  paesaggio
agrario e del suo rapporto di connessione con il fiume. 
    Deve essere mantenuta e incrementata  la  vegetazione  arborea  e
arbustiva capace di costituire schermatura ai fenomeni di barriera di
carattere residenziale e infrastrutturale che interessano  i  confini
del Podere,  con  particolare  riferimento  all'area  destinata  alla
prevista stazione della linea metropolitana  FM5;  all'area  occupata
dall'interporto SITO e dalle attrezzature a esso connesse; all'area a
est, limitrofa all'abitato di Beinasco. 
    Non  e'  consentito  l'intubamento  delle  bealere,  fatte  salve
eventuali necessita' di accesso ai fondi per tratti limitati, nonche'
modifiche agli elementi della rete  irrigua  con  opere  che  possano
comportare significative trasformazioni alla visione storicizzata del
paesaggio agrario del Tenimento. Nel caso di  interventi  sulla  rete
irrigua, deve essere  favorita  la  rinaturalizzazione  delle  sponde
tramite l'adozione di tecniche di ingegneria naturalistica. 
    Deve  essere  mantenuta  la  morfologia  del  terreno   naturale,
vietando alterazioni significative dello strato fertile del suolo, se
non  preordinate  all'impianto  delle  colture  e  a  opere  a   esso
collegate. Nelle aree precedentemente  interessate  da  attivita'  di
cava puo' essere previsto un  rimodellamento  morfologico  funzionale
agli obiettivi di riqualificazione e rinaturalizzazione. 
    Si deve provvedere  alla  bonifica  dei  terreni  precedentemente
occupati dalle attivita' di cava, attraverso la riproposizione di  un
uso del suolo coerente  col  contesto  circostante  (uso  agricolo  o
rinaturalizzazione  legata  all'ambito  fluviale).  Si  deve  inoltre
provvedere  all'eliminazione  dei  fabbricati  provvisori   e   delle
strutture   improprie   localizzate   in   prossimita'   dei    lotti
precedentemente occupati dalla cava. 
    Deve essere prevista la realizzazione  di  interventi  mirati  di
recupero ambientale e riqualificazione paesaggistica delle  aree  che
presentano caratteristiche ed elementi morfologici non  coerenti  con
gli aspetti di tutela e conservazione del paesaggio agrario contenuti
nelle presenti prescrizioni  e  tali  da  determinare  discontinuita'
percettiva rispetto al contesto circostante. 
    Devono essere mantenute le naturali caratteristiche drenanti  del
terreno, evitando  l'impermeabilizzazione  di  estese  superfici  non
costruite. 
    Sono sempre consentiti  le  attivita'  e  gli  usi  naturalistici
legati alla conservazione, gestione  e  fruizione  naturalistica  del
patrimonio faunistico, floristico e boschivo, in coerenza con  quanto
previsto dagli strumenti di pianificazione a tutela della  componente
naturale. 
    Devono  essere  salvaguardati  e  incrementati  gli  elementi  di
naturalita' che possano costituire corridoi di connessione  ecologica
tra i terreni del tenimento e  le  zone  di  interesse  naturalistico
presenti  nel  contesto  d'area  vasta,  in  particolare  le   sponde
fluviali,  ricostituendo  o  valorizzando  i  collegamenti  tra   gli
elementi e le aree di interesse ambientale esistenti  (boschi,  corsi
d'acqua naturali, bealere vegetate, ecc.). 
    Non e' ammessa la realizzazione di: 
      nuove attivita' estrattive e ampliamento di  quelle  esistenti,
attivita' di stoccaggio e lavorazione degli inerti; 
      impianti di smaltimento, trattamento di rifiuti e discariche; 
      impianti per la produzione di energie, fatti salvi gli impianti
orientati al consumo domestico e strettamente connesso  all'attivita'
dell'azienda  agricola;  in  ogni   caso   deve   essere   effettuata
preventivamente     una     dettagliata      analisi      finalizzata
all'individuazione  della  migliore   collocazione,   tale   da   non
compromettere edifici  o  parti  di  edifici  di  valore  storico  ed
elementi di  particolare  connotazione  paesaggistica,  privilegiando
collocazioni non visibili da spazi pubblici o di pubblico passaggio. 
    Non sono consentite costruzioni destinate alla creazione di nuovi
centri aziendali o allevamenti intensivi; le  capacita'  edificatorie
delle  aree  agricole  funzionali  alla  creazione  di  nuovi  centri
aziendali  possono  essere  trasferite  in  aree   esterne   all'area
vincolata, in coerenza con quanto stabilito dalle  norme  vigenti  in
materia. 
    Per  la  realizzazione  di  apprestamenti  protettivi  funzionali
all'attivita' agricola, si devono utilizzare strutture reversibili  e
smontabili, che consentono un  agevole  ripristino  dello  stato  dei
luoghi  nel  caso  di  non  utilizzo;  devono   essere   privilegiate
localizzazioni che non costituiscano ingombro  visivo  nelle  visuali
sulle  cascine  storiche  mauriziane  percepibili  dalla   viabilita'
principale e di accesso alle cascine stesse, evitando in ogni caso di
generare impatti visivi cumulativi. 
    3.2. Tutela dell'edificato di antica formazione  e  dell'edilizia
tradizionale 
    Deve essere garantita la conservazione  del  sistema  insediativo
storico, salvaguardando il rapporto tra organismi edilizi ed elementi
della  rete  viaria  e   idrica   o   altri   elementi   strutturanti
morfologicamente il territorio; gli interventi edilizi che modificano
l'aspetto esterno degli edifici  di  antico  impianto  devono  essere
rivolti alla conservazione delle tipologie  costruttive  esistenti  e
dei materiali caratterizzanti l'impianto originario. 
    Si deve provvedere alla  tutela  e  conservazione  del  complesso
della Cascina Gonzole, mantenendone le caratteristiche tipologiche  e
morfologiche, con particolare riferimento  al  sistema  coerente,  di
matrice sei-settecentesca, costituito dai fabbricati  che  compongono
la corte chiusa e dalla cappella  di  origine  quattrocentesca.  Sono
sempre  consentite  l'eliminazione  dei  fabbricati  impropri  e   la
sostituzione   degli   elementi   strutturali   degradati    presenti
all'interno e nei  pressi  della  corte  della  cascina  stessa.  Gli
interventi edilizi,  compresi  quelli  di  manutenzione  ordinaria  e
straordinaria, devono tenere in attenta  considerazione  gli  aspetti
compositivi e i caratteri stilistici  originari,  in  relazione  alla
scelta coerente dei materiali, dei colori di finitura e dei  rapporti
dimensionali  delle  aperture,  nonche'  al  rispetto  di  tutti  gli
elementi decorativi esistenti. 
    E' possibile prevedere,  per  i  fabbricati  storici  del  Podere
Gonzole, l'utilizzo con finalita' residenziali, ricettive, culturali,
museali. Gli interventi edilizi e infrastrutturali  connessi  a  tale
variazione devono comunque attenersi alla presente normativa. 
    La sistemazione  degli  spazi  liberi  interni  alle  corti  deve
perseguire la conservazione delle caratteristiche  di  uniformita'  e
regolarita' di impianto, evitando la realizzazione  di  recinzioni  o
altre forme di delimitazione degli spazi; in caso  di  intervento  si
deve  provvedere  all'eliminazione   di   eventuali   superfetazioni,
strutture  non  coerenti   e   corpi   estranei   che   compromettono
l'integrita'  e  la  leggibilita'  dei  caratteri   tipologici,   sia
d'impianto, sia riferiti ai singoli edifici. 
    Le  attrezzature  per  la  conduzione  agricola   devono   essere
ricavate, salvo casi di dimostrata impossibilita'  tecnico-normativa,
mediante il riuso dei volumi  esistenti.  Le  strutture  estranee  al
contesto originario, qualora  presenti,  possono  essere  oggetto  di
interventi di recupero e riqualificazione  improntati  alla  coerenza
con le  preesistenze  storiche,  ovvero  interventi  di  sostituzione
edilizia rispettosi dei  caratteri  tipologici  e  costruttivi  delle
preesistenze. 
    Eventuali ampliamenti dei centri aziendali esistenti,  realizzati
anche attraverso nuove costruzioni, possono  prevedere  l'impiego  di
strutture prefabbricate, in cemento armato  o  strutture  metalliche,
purche'   l'involucro   edilizio   esterno    venga    opportunamente
rivestito/tinteggiato  con   materiali/tonalita'   coerenti   con   i
caratteri matrici e coloristici del paesaggio  agrario  e  rispettosi
delle sue peculiarita' e degli obiettivi e motivazioni di  tutela.  I
suddetti ampliamenti devono inoltre localizzarsi  preferibilmente  in
prossimita' del costruito esistente  senza  compromettere  l'impianto
della cascina e senza alterare la percezione d'insieme del  paesaggio
agrario e delle preesistenze storiche, ne'  le  visuali  prospettiche
percepibili  dalla  viabilita'  di   accesso.   Gli   interventi   di
trasformazione non devono  produrre  occultamento,  frammentazione  o
compromissione  degli  elementi  del  paesaggio   riconosciuti   come
distintivi:  viabilita'  d'ingresso  al  podere,   macchie   boscate,
vegetazione spondale, rete stradale  rurale  con  carattere  storico,
rete  idrica  naturale  e  infrastrutture   idrauliche   di   origine
antropica, ecc. 
    3.3. Indicazioni per gli interventi infrastrutturali 
    E'  vietata  la  realizzazione  di  nuovi   tratti   di   strada.
L'eventuale ampliamento  della  carreggiata,  nonche'  il  ripristino
della viabilita' storica di accesso, deve essere accompagnato da  uno
studio esteso a un contesto  paesaggistico  adeguato  ai  fini  della
verifica  della   compatibilita'   paesaggistica   degli   interventi
proposti,  con  particolare  riferimento  ai  caratteri  morfologici,
naturalistici, storico-culturali e scenico-percettivi su cui si fonda
l'identita' dei luoghi. Gli interventi viabilistici devono  prevedere
il recupero delle fasce arboree ove compromesse. 
    Si deve provvedere al mantenimento  dell'assialita'  storica  del
rettifilo di accesso alla cascina Gonzole dall'abitato  di  Beinasco,
anche attraverso l'eventuale  ricostituzione  di  un  viale  alberato
lungo la Strada Rivalta-Beinasco. 
    E'  vietato  procedere  all'asfaltatura  delle  strade   sterrate
interne al Tenimento. 
    L'eventuale realizzazione di strade interpoderali finalizzate  al
passaggio e  all'accesso  dei  mezzi  agricoli  o  di  interventi  di
fruizione ciclopedonale deve attenersi  a  un'attenta  progettazione,
volta a salvaguardare l'integrita'  del  sistema  idrografico  e  del
sistema  arboreo  esistente,  contribuendo  alla  valorizzazione  dei
manufatti di interesse storico-architettonico, nonche' del  paesaggio
agrario tradizionale. 
    E' vietata  la  realizzazione  di  parcheggi  interrati.  Per  la
realizzazione di eventuali autorimesse a servizio della cascina  deve
essere  privilegiato  il  riuso  dei  volumi  esistenti.  L'eventuale
realizzazione di nuovi parcheggi in superficie deve  prevedere  l'uso
di   materiali   naturalmente   drenanti,   evitando   l'impiego   di
asfaltature, ovvero garantire la coerenza con le pavimentazioni  gia'
in essere. Devono essere inoltre privilegiate soluzioni planimetriche
di definizione dei parcheggi tali da adeguare le linee compositive  e
i margini dei suddetti spazi alla trama agraria  di  riferimento,  al
fine di mantenere una  maggiore  contestualizzazione  con  l'intorno,
anche con l'inserimento di  specie  arboree  e  arbustive  autoctone,
aventi funzione di integrazione nel paesaggio agrario. In  ogni  caso
la  localizzazione  non  deve  interferire   con   visuali   e   assi
prospettici, ne' con i manufatti di carattere  storico  o  di  pregio
architettonico. 
    Al  fine  del  loro  corretto  inserimento   paesaggistico,   gli
interventi  edilizi  connessi  alla  realizzazione   della   prevista
stazione  della  linea  metropolitana  FM5  devono  essere   eseguiti
ricercando un'idonea integrazione con  la  morfologia  dei  luoghi  e
perseguendo la salvaguardia delle visuali, nonche' con  gli  elementi
di valore storico-culturale, paesaggistico e ambientale che connotano
l'area dell'ex Tenimento mauriziano. A tale proposito, gli  elaborati
progettuali  devono  contenere  specifici  approfondimenti   atti   a
valutare le ricadute che  si  possono  determinare  sul  contesto  in
esame, in particolare in relazione alla conservazione  delle  visuali
percepibili da diversi punti di osservazione  esterni  e  interni  al
Tenimento. La progettazione  deve  presentare  un  grado  di  elevata
qualita' architettonica al fine di non compromettere gli elementi del
paesaggio  riconosciuti   come   identitari   e   le   visuali   piu'
significative fruibili dall'intorno.  Si  devono  altresi'  prevedere
puntuali  interventi  di  mitigazione  finalizzati  a  garantire   un
adeguato inserimento paesaggistico  degli  interventi  connessi  alla
realizzazione  della  stazione,  nonche'   opere   di   compensazione
paesaggistica estese all'area interessata nel suo complesso dal  polo
di interscambio. 
    La  realizzazione  di  reti  per  la  distribuzione  dell'energia
elettrica e' consentita, ove necessario, solo  mediante  soluzioni  a
cavi interrati. 
    3.4. Tutela degli aspetti percettivi-visivi 
    Deve essere conservata la  configurazione  d'insieme  percepibile
dagli spazi e dai percorsi  pubblici;  in  particolare,  deve  essere
posta attenzione alla conservazione e valorizzazione delle visuali  e
degli scorci sulle aree agricole e sugli edifici rurali di  interesse
architettonico-documentario. 
    Devono  essere  mantenute  e  valorizzate  le  relazioni   visive
esistenti tra le aree agricole, la cascina e il  paesaggio  fluviale,
salvaguardando e incrementando la reciproca continuita' di  immagine;
a tal  fine,  si  deve  prioritariamente  provvedere  al  ripristino,
attraverso un'adeguata gestione della  vegetazione  spontanea,  delle
visuali potenzialmente esistenti dal terrazzamento naturale verso  il
torrente Sangone. 
    Deve essere garantita la salvaguardia della percezione visiva dei
luoghi e degli elementi identitari, vietando  la  posa  in  opera  di
cartelli pubblicitari e ogni altra simile  attrezzatura;  sono  fatte
salve   le    indicazioni    strettamente    necessarie    ai    fini
dell'accessibilita' e della fruibilita' culturale,  turistica  e  dei
servizi pubblici  essenziali,  nonche'  delle  attivita'  di  vendita
diretta dei prodotti agricoli, dell'agriturismo e ogni altra forma di
attivita' connessa con quella agricola, da  realizzarsi  comunque  su
disegno unitario. 
    Deve essere evitata la realizzazione  di  recinzioni,  in  quanto
elementi  di  ostacolo  alla  continuita'   del   paesaggio   agrario
tradizionale.  Nei  casi  in  cui  l'introduzione  di   elementi   di
recinzione, legati all'utilizzo agricolo dei  terreni  o  a  chiusura
delle proprieta' sia indispensabile, devono essere adottate soluzioni
visivamente  «permeabili»,  semplici  e   uniformi.   E'   consentito
l'impiego  di   vegetazione   autoctona,   coerente   con   l'intorno
vegetazionale, da privilegiare nei casi in cui sia  anche  necessario
schermare strutture esistenti".