(Allegato C)
 
                                                           Allegato C 
 
DICHIARAZIONE  DI  NOTEVOLE  INTERESSE  PUBBLICO  DEL  TENIMENTO   DI
  STAFFARDA ai sensi dell'articolo  136,  comma  1,  lettera  c)  del
  decreto legislativo n. 42/2004. Comuni  interessati:  Carde'  (CN),
  Revello (CN), Saluzzo (CN) 
 
1. Descrizione generale dell'area e motivazioni della tutela 
    Il   territorio   circostante   l'Abbazia   di    Staffarda    e'
caratterizzato   da   un   paesaggio   particolarmente   integro    e
incontaminato, costituito da cascine e poderi che  punteggiano  tutta
la pianura, circondati da campi aperti. 
    Il paesaggio del  Tenimento  storico  dell'Ordine  Mauriziano  e'
caratterizzato da vaste superfici a coltivo o a prato, distinte dalla
presenza di elementi di pregio, quali la trama  dei  canali  e  della
rete irrigua superficiale, con le relative  fasce  arboree,  poste  a
margine dei campi, e  i  tracciati  viari  storici  di  accesso  alle
cascine di antico impianto. 
    Elemento peculiare dei luoghi e' la continuita'  del  disegno  di
paesaggio agrario e della trama agricola tradizionale, nella quale si
distinguono ed emergono gli elementi di valore storico-architettonico
e documentario del sistema delle  cascine-grange,  mentre  la  maglia
della viabilita' interpoderale offre apprezzabili punti  di  vista  e
suggestivi coni prospettici, in particolare i  viali  di  accesso  ai
nuclei edificati, costituiti dai complessi delle cascine a corte. 
    L'Ordine Mauriziano, frutto dell'unione, voluta nel 1572 dal duca
Emanuele Filiberto, degli Ordini dei Santi  Maurizio  e  Lazzaro,  fu
dotato, fin dalle sue origini,  di  cospicui  possedimenti  terrieri,
provenienti in parte dal duca stesso (innanzitutto  Stupinigi)  e  in
parte dall'erezione in Commenda delle antiche abbazie cistercensi  di
Staffarda e Lucedio e della precettoria di Sant'Antonio di  Ranverso.
Nel loro complesso, i beni che hanno formato i tenimenti  dell'Ordine
Mauriziano a  partire  dal  XVI  secolo  fino  a  oggi  presentano  i
caratteri esemplari della  grande  proprieta'  fondiaria,  capace  di
ridisegnare il territorio  e  di  prestare  attenzione  ai  caratteri
architettonici  degli  edifici,  e  conservano  traccia  delle   loro
variegate origini. 
    Il  Tenimento  di  Staffarda  e'   quasi   interamente   compreso
all'interno dell'Area contigua della Fascia Fluviale del Po -  tratto
Pian del Re-Pancalieri, e  nei  dintorni  dell'Abbazia  si  trova  un
interessante  bosco  planiziale  relitto,  che  ospita  molte  specie
botaniche di antichissima origine e una ricca avifauna. Il  Tenimento
e' inoltre prossimo al Sito  di  Importanza  Comunitaria  «Confluenza
Po-Bronda», nonche' al Massiccio del Monte Bracco, un'altra  area  di
notevole  interesse  naturalistico,  individuata   ai   sensi   della
normativa di tutela paesaggistica con D.M. 1/8/1985. 
    Il fulcro fisico e simbolico del Tenimento e' rappresentato dalla
duecentesca Abbazia di  Staffarda.  I  relativi  nuclei  patrimoniali
abbaziali, successivamente organizzati in grange, si costituivano  in
genere a partire da  un'ampia  donazione  iniziale  a  beneficio  dei
monaci da parte dei  marchesi  di  Saluzzo  o  di  un'altra  famiglia
signorile; su questa base, il possesso era gradualmente integrato con
una serie di piccole donazioni di terre confinanti,  fino  a  formare
complessi di terre coerenti e compatti. Tale sistema di gestione ebbe
un  ruolo  importante  nel  contrastare   l'insediamento   sparso   e
frammentato, fino alla seconda meta' del XIII secolo, quando i monaci
gradualmente abbandonarono la gestione diretta delle terre. 
    L'abbazia   di   Staffarda   ebbe   un   ruolo   decisivo   nella
valorizzazione del territorio e, soprattutto, nella creazione ex novo
di una rete di canali e di sistemi di irrigazione nel Saluzzese.  Nel
complesso del Tenimento, infatti, particolare importanza rivestiva la
gestione  delle  acque.  Notevole  fu  la  capacita'   monastica   di
convogliare e  razionalizzare  gli  interventi  in  quest'area.  Sono
ancora  oggi  presenti,  all'interno  del  patrimonio  fondiario  del
Tenimento,  alcuni  antichi  canali  irrigui  (bealera  Saccabonello,
bealera Murtizzo), a testimonianza della grande  capacita'  idraulica
dell'epoca. I terreni serviti da questi canali, dissodati in funzione
agricola gia' in eta' monastica, costituiscono ancora oggi importanti
ecosistemi naturali, con i filari  di  alberi  che  li  accompagnano.
L'Ordine Mauriziano, subentrato nella proprieta', tutelo' sempre  con
cura i diritti sulle acque conquistati dai suoi predecessori e, negli
ultimi decenni dell'Ottocento, sopporto'  ingenti  spese  per  aprire
fontanili, migliorare e ripristinare derivazioni e per  aumentare  la
dotazione irrigua dei singoli poderi. 
    Gli assi storici,  il  tracciato  delle  bealere  e  dei  canali,
nonche' le strade di  collegamento  tra  le  cascine  principali  del
Tenimento e tra questo e i principali centri abitati, segnano  ancora
in modo ben visibile  il  territorio.  Una  significativa  maglia  di
viabilita' di fruizione  e  di  percorsi  storici  accertati  collega
tuttora Staffarda con le cascine Roncaglia e Saccabonello, nel comune
di Revello, e con Cascinasse nel comune di Carde'. 
    A testimonianza del valore  storico-culturale  e  ambientale  del
Tenimento di Staffarda, su di esso sono operanti  diversi  regimi  di
tutela: 
      Vincoli monumentali: 
        Abbazia  cistercense  con  tutte  le  pertinenze  (Not.  Min.
8/9/1909); 
        Complesso monastico  cistercense  antoniano  dell'Abbazia  di
Staffarda, con il relativo complesso  edilizio  del  Concentrico,  le
pertinenze mobiliari e gli ambiti territoriali  circostanti  per  una
fascia di 100 metri a partire  dal  limite  esterno  del  Concentrico
(legge n. 4/2005); 
        Podere Saccabonello (D.D.R. 28/4/2009). 
      Vincoli ambientali-naturalistici: 
        Sistema delle aree protette  della  Fascia  fluviale  del  Po
(l.r. n. 28/1990 e l.r. n. 65/1995). 
    La dichiarazione  riconosce  il  ruolo  svolto  dalla  proprieta'
mauriziana nel preservare l'unita' territoriale e l'integrita'  della
trama agraria del Tenimento, aspetti  che  ne  determinano  i  tratti
peculiari e  lo  rendono  meritevole  di  tutela.  Essa  si  pone  in
continuita' e coerenza con le  indicazioni  del  Piano  paesaggistico
regionale (p.p.r.), adottato con deliberazione della Giunta Regionale
4 agosto 2009, n. 53-11975, che, all'art. 33, prevede per i Tenimenti
mauriziani la procedura di cui agli articoli 138-140 del Codice. 
    Per le motivazioni sopra  richiamate,  si  dichiara  il  notevole
interesse pubblico del Tenimento di Staffarda ai sensi dell'art. 136,
comma 1, lettera c) del decreto legislativo  n.  42/2004,  in  quanto
«complesso di cose immobili che compongono un caratteristico  aspetto
avente valore estetico e tradizionale,  inclusi  i  centri  e  nuclei
storici». 
2. Descrizione   della   perimetrazione    dell'area    oggetto    di
  dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico  e  individuazione
  cartografica 
Premesse 
    Al fine di contribuire alla protezione,  gestione,  integrita'  e
autenticita' del Tenimento di Staffarda, si prevede: 
      di unificare in un unico perimetro le due parti  del  Tenimento
originariamente  separate:  quella  a  Ovest  del  fiume  Po,  legata
all'Abbazia di Staffarda, e quella comprendente le proprieta'  a  Est
del corso d'acqua, in prossimita' della Cascina Murtizzo; 
      di privilegiare l'individuazione di elementi di confine di tipo
antropico  e  fisico-naturalistico  (rete  viaria,   bealere,   corsi
d'acqua). Dove cio' non e' stato possibile, in quanto la  sostanziale
continuita' del paesaggio non permette  di  identificare  i  suddetti
elementi,   sono   stati   mantenuti   quali   riferimento   per   la
perimetrazione i limiti catastali della proprieta' storica. 
    2.1. Descrizione 
    Il perimetro ha inizio dal punto di incontro della S.S.  589  con
il limite amministrativo tra i comuni di Revello  (interno)  e  Barge
(esterno),  in  corrispondenza  del  torrente  Ghiandone;  segue   il
predetto limite e l'andamento del fiume verso est  -  nord-est.  Alla
confluenza del citato torrente con  il  fiume  Po,  lo  attraversa  e
prosegue in direzione est nel  comune  di  Carde',  attestandosi  sul
limite settentrionale delle particelle 81, 130, 133, 134  e  137  del
foglio 11; scende quindi lungo il limite orientale di quest'ultima, e
successivamente del mappale 138. Piega quindi in direzione  sud-ovest
lungo il limite meridionale della particella 136, fino  a  incontrare
il confine tra le particelle 118 (esterna) e 14 (interna) del  foglio
17. Scende in direzione sud per includere la predetta particella e  i
mappali 12, 10, 112 dello stesso foglio e 16  del  foglio  18;  piega
quindi in direzione est e successivamente sud, attestandosi  dapprima
sul limite tra i fogli 18 (interno) e 17 (esterno), poi tra  i  fogli
18 (interno) e 16 (esterno), lungo la S.P. 29. Si attesta  quindi  in
direzione est lungo la strada che conduce alla Cascina Veneria,  fino
a incontrare il limite occidentale del  mappale  82  del  foglio  16;
prosegue quindi in direzione nord e successivamente est includendo la
particella 12, fino al limite amministrativo tra i comuni di Carde' e
Saluzzo.  Continua  nel  comune  di  Saluzzo  attestandosi  lungo  il
predetto confine, includendo le particelle 2 e 3 del foglio 10; se ne
distacca e prosegue comprendendo  i  mappali  6  e  66  dello  stesso
foglio, e i mappali 4, 7 e 8 del foglio 9, 7 del foglio 18, 6, 90, 89
e 88 del foglio 11, fino a raggiungere il limite amministrativo tra i
comuni di Carde' (interno) e Saluzzo  (esterno).  Segue  il  predetto
limite a raggiungere il fiume Po, in corrispondenza del confine tra i
comuni di Saluzzo (esterno) e Revello  (interno).  Ne  segue  per  un
breve  tratto  l'andamento   in   direzione   sud-ovest,   includendo
successivamente i mappali 4, 51 e 50  del  foglio  8.  Raggiunta  via
Roncaglia, la segue  in  direzione  sud-ovest,  superando  il  nucleo
Roncaglietta; in corrispondenza della Cascina Martina, sale lungo  la
strada  che  da  questa  conduce  a  via  Roncaglia,  proseguendo  su
quest'ultima verso  sud-ovest,  fino  al  confine  meridionale  della
particella 32 del foglio 6, includendola. Prosegue  quindi  lungo  il
confine tra i fogli 6  (interno)  e  10  (esterno),  fino  al  limite
orientale della particella 29 del foglio 10; la  include,  procedendo
poi verso ovest e comprendendo inoltre i mappali 2, 23, 24, 25 e  28,
fino al limite amministrativo tra i comuni di  Revello  (interno)  ed
Envie (esterno). Risale infine lungo tale limite,  in  corrispondenza
con le bealere dei Prati  e  Grimaudo;  oltrepassa  quest'ultima  per
piegare in direzione est, in corrispondenza della  Cascina  Pratargo,
lungo il limite amministrativo tra i comuni di  Revello  (interno)  e
Barge (esterno), che segue fino a raggiungere il punto di partenza. 
    2.2. Cartografia 
    L'esatta  individuazione  cartografica   dell'area   oggetto   di
dichiarazione di notevole interesse pubblico e'  stata  riportata  su
Carta  tecnica  regionale,  in  scala  1:10.000,  aggiornamento  anni
1991-2005. La suddetta cartografia, parte  integrante  e  sostanziale
della dichiarazione, e' una riduzione della suddetta carta  in  scala
1:10.000 che e' consultabile anche sul sito  internet  della  Regione
Piemonte, sezione Paesaggio. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3. Prescrizioni d'uso 
Premesse 
    Ai sensi dell'art.  140,  comma  2  del  decreto  legislativo  n.
42/2004,  la  dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico   deve
contenere le prescrizioni d'uso intese ad assicurare la conservazione
dei valori espressi dal bene individuato. 
    In coerenza con tale previsione, le seguenti  prescrizioni  d'uso
forniscono indicazioni di tutela atte a  garantire  la  conservazione
dei  valori  storico-culturali  e  paesaggistici   riconosciuti   per
l'ambito in oggetto, evidenziando alcune specifiche  cautele  per  la
gestione delle trasformazioni. 
    3.1. Tutela del paesaggio agrario 
    Non sono consentite destinazioni d'uso  dei  terreni  diverse  da
quella agricola; le pratiche agricole devono essere  svolte  evitando
interferenze negative con l'ecosistema fluviale. 
    Deve  essere  garantita  la  conservazione  della  trama  agraria
costituita dalla  rete  irrigua  principale,  dalle  sorgenti,  dalla
viabilita' minore e dalle alberature diffuse (isolate,  a  gruppi,  a
macchia e formazioni lineari). I progetti  finalizzati  all'attivita'
agricola che comportano interventi su tali elementi devono  prevedere
un'attenta  analisi  dell'impatto  paesaggistico  e,  se  necessario,
adeguati  interventi  di  mitigazione  al  fine  di   conservare   la
percepibilita'  e  la  riconoscibilita'  della  trama  del  paesaggio
agrario e del suo rapporto di connessione con il fiume. 
    Non  e'  consentito  l'intubamento  delle  bealere,  fatte  salve
eventuali necessita' di accesso ai fondi per tratti limitati, nonche'
modifiche agli elementi della rete idrica principale  con  opere  che
possano  comportare   significative   trasformazioni   alla   visione
storicizzata  del  paesaggio  agrario  del  Tenimento.  Nel  caso  di
interventi   sulla   rete   irrigua,   deve   essere   favorita    la
rinaturalizzazione delle sponde tramite  l'adozione  di  tecniche  di
ingegneria naturalistica. 
    Deve  essere  mantenuta  la  morfologia  del  terreno   naturale,
vietando alterazioni significative dello strato fertile del suolo, se
non  preordinate  all'impianto  delle  colture  e  a  opere  a   esso
collegate. 
    Devono essere mantenute le naturali caratteristiche drenanti  del
terreno, evitando  l'impermeabilizzazione  di  estese  superfici  non
costruite. 
    Devono  essere  salvaguardati  i  boschi  permanenti   esistenti,
prevedendone idonee modalita' di manutenzione, tali da assicurare  la
permanenza della loro funzione paesaggistica. 
    Sono sempre consentiti  le  attivita'  e  gli  usi  naturalistici
legati alla conservazione, gestione  e  fruizione  naturalistica  del
patrimonio faunistico, floristico e boschivo, in coerenza con  quanto
previsto dagli strumenti di pianificazione a tutela della  componente
naturale. 
    Devono  essere  salvaguardati  e  incrementati  gli  elementi  di
naturalita' che possano costituire corridoi di connessione  ecologica
tra i terreni del Tenimento e  le  zone  di  interesse  naturalistico
rappresentate  negli  strumenti  di  pianificazione  di  area  vasta,
valorizzando e migliorando i collegamenti tra gli elementi o le  aree
di interesse ambientale esistenti (boschi,  corsi  d'acqua  naturali,
bealere vegetate, ecc.). 
    Non e' ammessa la realizzazione di: 
      nuove attivita' estrattive e ampliamento di  quelle  esistenti,
attivita' di stoccaggio e lavorazione degli inerti; 
      impianti di smaltimento, trattamento di rifiuti e discariche; 
      impianti per la produzione di energie, fatti salvi gli impianti
orientati al consumo domestico e strettamente connesso  all'attivita'
dell'azienda  agricola;  in  ogni   caso   deve   essere   effettuata
preventivamente     una     dettagliata      analisi      finalizzata
all'individuazione  della  migliore   collocazione,   tale   da   non
compromettere edifici  o  parti  di  edifici  di  valore  storico  ed
elementi di  particolare  connotazione  paesaggistica,  privilegiando
collocazioni non visibili da spazi pubblici o di pubblico passaggio. 
    Non sono consentite costruzioni destinate alla creazione di nuovi
centri aziendali o allevamenti intensivi; le  capacita'  edificatorie
delle  aree  agricole  funzionali  alla  creazione  di  nuovi  centri
aziendali  possono  essere  trasferite  in  aree   esterne   all'area
vincolata, in coerenza con quanto stabilito dalle  norme  vigenti  in
materia. E' fatta salva la realizzazione delle  opere  relative  alla
rilocalizzazione dell'attivita'  aziendale  di  essiccazione  cereali
prevista nella convenzione approvata dal Comune di Carde' con  d.g.c.
25  luglio  2011,  n.  43,  a   condizione   che   il   progetto   di
rilocalizzazione suddetto preveda contestualmente la riqualificazione
dell'area attualmente occupata dall'azienda  nel  centro  storico  di
Carde' e che la progettazione del nuovo impianto  sia  realizzata  in
modo  tale  da  limitare  le   interferenze   con   la   visibilita',
leggibilita' e  riconoscibilita'  dell'Abbazia  di  Staffarda  e  del
paesaggio agrario del Tenimento. 
    In particolare la proposta progettuale  per  la  rilocalizzazione
della suddetta attivita' aziendale deve prevedere un apposito  studio
d'inserimento   paesaggistico    che    valuti    l'impatto    visivo
dell'intervento e la sua intervisibilita' con l'Abbazia di  Staffarda
e le cascine mauriziane, tenendo  in  particolare  conto  le  visuali
percepibili  dal  viale  di  accesso  all'Abbazia  e   dalle   strade
provinciali n. 29 e n. 589, con specifica attenzione al tratto  della
suddetta viabilita' segnalato come «strada panoramica»  nella  Tavola
P4 del Piano  paesaggistico  regionale,  adottato  con  deliberazione
della Giunta regionale 4 agosto 2009, n. 53-11975. 
    La  progettazione  degli  edifici,  delle   attrezzature,   degli
impianti e delle infrastrutture deve prevedere adeguate misure  volte
al  controllo  e  alla   riduzione   dell'impatto   visivo   generato
dall'altezza, dalla sagoma degli  edifici,  dai  colori  e  materiali
impiegati e dalla collocazione dei manufatti. 
    La progettazione delle aree esterne deve prevedere  l'impiego  di
vegetazione arbustiva e arborea autoctona volta a mitigare  su  tutto
il  perimetro  di  proprieta'  la  percezione  dei  manufatti,  anche
attraverso la formazione  di  fasce  alberate  (macchie  di  maggiore
naturalita') di consistenza significativa,  finalizzate  a  contenere
ulteriormente l'interferenza visiva delle strutture in emergenza. 
    Il rilascio del titolo edilizio abilitativo per la  realizzazione
del  nuovo  impianto  e'  condizionato  all'avvio  del  progetto   di
riqualificazione dell'area del centro  storico  occupata  attualmente
dall'attivita' aziendale di essiccazione cereali in oggetto. 
    Per  la  realizzazione  di  apprestamenti  protettivi  funzionali
all'attivita' agricola, si devono utilizzare strutture reversibili  e
smontabili, che consentano un  agevole  ripristino  dello  stato  dei
luoghi  nel  caso  di  non  utilizzo;  devono   essere   privilegiate
localizzazioni che non costituiscano ingombro  visivo  nelle  visuali
sulle  cascine  storiche  mauriziane  percepibili  dalla   viabilita'
principale e di accesso alle cascine stesse, evitando in ogni caso di
generare impatti visivi cumulativi. 
    3.2.  Tutela  dei  nuclei  edificati  di  antica   formazione   e
dell'edilizia tradizionale 
    Deve essere garantita la conservazione  del  sistema  insediativo
storico, salvaguardando il rapporto tra organismi edilizi ed elementi
della  rete  viaria  e   idrica   o   altri   elementi   strutturanti
morfologicamente il territorio; gli interventi edilizi che modificano
l'aspetto esterno degli edifici  di  antico  impianto  devono  essere
rivolti alla conservazione delle tipologie  costruttive  esistenti  e
dei materiali caratterizzanti l'impianto originario. 
    Si deve provvedere alla tutela e valorizzazione dei complessi  di
Cascinasse, Saccabonello, Roncaglia, Veneria, Murtizzo,  mantenendone
le caratteristiche di  impianto,  tipologiche  e  morfologiche.  Sono
sempre  consentite  l'eliminazione  dei  fabbricati  impropri  e   la
sostituzione   degli   elementi   strutturali   degradati    presenti
all'interno e nei pressi delle corti delle  cascine.  Gli  interventi
edilizi, compresi quelli di manutenzione ordinaria  e  straordinaria,
devono tenere in attenta considerazione gli aspetti compositivi  e  i
caratteri stilistici originari, in relazione alla scelta coerente dei
materiali, dei colori di finitura e dei rapporti  dimensionali  delle
aperture, nonche'  al  rispetto  di  tutti  gli  elementi  decorativi
esistenti. 
    E' possibile  prevedere,  per  le  cascine  storiche  dell'Ordine
Mauriziano, l'utilizzo con finalita' ricettive e/o culturali-museali.
Gli interventi edilizi e infrastrutturali connessi a tale  variazione
devono comunque attenersi alla presente normativa. 
    La sistemazione  degli  spazi  liberi  interni  alle  corti  deve
perseguire la conservazione delle caratteristiche  di  uniformita'  e
regolarita' di impianto, evitando la realizzazione  di  recinzioni  o
altre forme di delimitazione degli spazi; in caso  di  intervento  si
deve  provvedere  all'eliminazione   di   eventuali   superfetazioni,
strutture  non  coerenti   e   corpi   estranei   che   compromettono
l'integrita'  e  la  leggibilita'  dei  caratteri   tipologici,   sia
d'impianto, sia riferiti ai singoli edifici. 
    Le  attrezzature  per  la  conduzione  agricola   devono   essere
ricavate, salvo casi di dimostrata impossibilita'  tecnico-normativa,
mediante il riuso dei volumi  esistenti.  Le  strutture  estranee  al
contesto originario, qualora  presenti,  possono  essere  oggetto  di
interventi di recupero e riqualificazione  improntati  alla  coerenza
con le  preesistenze  storiche,  ovvero  interventi  di  sostituzione
edilizia rispettosi dei  caratteri  tipologici  e  costruttivi  delle
preesistenze. 
    Eventuali ampliamenti dei centri aziendali esistenti,  realizzati
anche attraverso nuove costruzioni, possono  prevedere  l'impiego  di
strutture prefabbricate in cemento  armato  o  strutture  metalliche,
purche'   l'involucro   edilizio   esterno    venga    opportunamente
rivestito/tinteggiato  con   materiali/tonalita'   coerenti   con   i
caratteri matrici e coloristici del paesaggio  agrario  e  rispettosi
delle sue peculiarita' e degli obiettivi e motivazioni di  tutela.  I
suddetti ampliamenti devono inoltre localizzarsi  preferibilmente  in
prossimita' del costruito esistente, senza  compromettere  l'impianto
delle cascine e senza alterare la percezione d'insieme del  paesaggio
agrario e delle preesistenze storiche, ne'  le  visuali  prospettiche
percepibili  dalla  viabilita'  di   accesso.   Gli   interventi   di
trasformazione non devono  produrre  occultamento,  frammentazione  o
compromissione  degli  elementi  del  paesaggio   riconosciuti   come
distintivi: viali d'ingresso ai poderi con  relative  fasce  arboree,
macchie boscate, rete stradale rurale  con  carattere  storico,  rete
idrica naturale e infrastrutture  idrauliche  di  origine  antropica,
ecc. 
    3.3. Indicazioni per gli interventi infrastrutturali 
    E'  vietata  la  realizzazione  di  nuovi   tratti   di   strada.
L'eventuale ampliamento  della  carreggiata,  nonche'  il  ripristino
della viabilita' storica di accesso, deve essere accompagnato da  uno
studio esteso a un contesto  paesaggistico  adeguato  ai  fini  della
verifica  della   compatibilita'   paesaggistica   degli   interventi
proposti,  con  particolare  riferimento  ai  caratteri  morfologici,
naturalistici, storico-culturali e scenico-percettivi su cui si fonda
l'identita' dei luoghi. Gli interventi viabilistici devono  prevedere
il recupero delle fasce arboree ove compromesse. 
    Si deve provvedere alla  tutela  e  valorizzazione  dei  percorsi
storici di collegamento  tra  l'abbazia  e  le  sue  grange  (cascine
Roncaglia, Saccobonello e Cascinasse). 
    E'  vietato  procedere  all'asfaltatura  delle  strade   sterrate
interne al Tenimento. 
    L'eventuale realizzazione di strade interpoderali finalizzate  al
passaggio e  all'accesso  dei  mezzi  agricoli  o  di  interventi  di
fruizione ciclopedonale deve attenersi  a  un'attenta  progettazione,
volta a salvaguardare l'integrita'  del  sistema  idrografico  e  del
sistema  arboreo  esistente,  contribuendo  alla  valorizzazione  dei
manufatti di interesse storico-architettonico, nonche' del  paesaggio
agrario tradizionale. 
    E' vietata  la  realizzazione  di  parcheggi  interrati.  Per  la
realizzazione di autorimesse a servizio  delle  cascine  deve  essere
privilegiato il riuso dei volumi esistenti. L'eventuale realizzazione
di nuovi parcheggi in superficie deve prevedere  l'uso  di  materiali
naturalmente drenanti,  evitando  l'impiego  di  asfaltature,  ovvero
garantire la coerenza con le pavimentazioni gia'  in  essere.  Devono
essere inoltre privilegiate soluzioni  planimetriche  di  definizione
dei parcheggi tali da adeguare le linee compositive e i  margini  dei
suddetti  spazi  alla  trama  agraria  di  riferimento,  al  fine  di
mantenere una maggiore contestualizzazione con l'intorno,  anche  con
l'inserimento  di  specie  arboree  e  arbustive  autoctone,   aventi
funzione di integrazione nel  paesaggio  agrario.  In  ogni  caso  la
localizzazione non deve interferire con visuali e  assi  prospettici,
ne' con i manufatti di carattere storico o di pregio architettonico. 
    La  realizzazione  di  reti  per  la  distribuzione  dell'energia
elettrica e' consentita, ove necessario, solo  mediante  soluzioni  a
cavi interrati. 
    3.4. Tutela degli aspetti percettivi-visivi 
    Deve essere conservata la  configurazione  d'insieme  percepibile
dagli spazi e dai percorsi  pubblici;  in  particolare,  deve  essere
posta attenzione alla conservazione e valorizzazione delle visuali  e
degli scorci sulle aree agricole e sugli edifici rurali di  interesse
architettonico-documentario. 
    Deve essere garantita la salvaguardia della percezione visiva dei
luoghi e degli elementi identitari, vietando  la  posa  in  opera  di
cartelli pubblicitari e ogni altra simile  attrezzatura;  sono  fatte
salve   le    indicazioni    strettamente    necessarie    ai    fini
dell'accessibilita' e della fruibilita' culturale,  turistica  e  dei
servizi pubblici  essenziali,  nonche'  delle  attivita'  di  vendita
diretta dei prodotti agricoli, dell'agriturismo e ogni altra forma di
attivita' connessa con quella agricola, da  realizzarsi  comunque  su
disegno unitario. 
    Deve essere evitata la realizzazione  di  recinzioni,  in  quanto
elementi  di  ostacolo  alla  continuita'   del   paesaggio   agrario
tradizionale.  Nei  casi  in  cui  l'introduzione  di   elementi   di
recinzione, legati all'utilizzo agricolo dei  terreni  o  a  chiusura
delle proprieta' sia indispensabile, devono essere adottate soluzioni
visivamente  «permeabili»,  semplici  e   uniformi.   E'   consentito
l'impiego  di   vegetazione   autoctona,   coerente   con   l'intorno
vegetazionale, da privilegiare nei casi in cui sia  anche  necessario
schermare strutture esistenti.