(Allegato F)
 
                                                           Allegato F 
 
DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DELLA TENUTA GRANGIA  ai
  sensi  dell'articolo  136,  comma  1,  lettera   c)   del   decreto
  legislativo n. 42/2004. Comuni interessati: Lagnasco (CN),  Saluzzo
  (CN), Scarnafigi (CN) 
 
1. Descrizione generale dell'area e motivazioni della tutela 
    La Tenuta Grangia, Tenimento storico dell'Ordine  Mauriziano,  e'
parte di un ambito paesaggistico costituito  da  un  tessuto  agrario
pressoche'   integro   e    recante    segni    di    stratificazione
storico-identitaria ben riconoscibili;  si  colloca  ai  margini  del
sistema naturalistico del torrente Varaita. 
    Il paesaggio del Tenimento e' caratterizzato da vaste superfici a
coltivo o a prato, distinte dalla presenza  di  elementi  di  pregio,
quali la trama dei canali e della rete irrigua superficiale,  con  le
relative fasce arboree, poste a margine  dei  campi,  e  i  tracciati
viari storici di accesso alle cascine di antico impianto. 
    Elemento peculiare dei luoghi e' la continuita'  del  disegno  di
paesaggio agrario e della trama agricola  a  carattere  tradizionale,
nella quale  si  distinguono  ed  emergono  gli  elementi  di  valore
storico-architettonico   e    documentario    del    sistema    delle
cascine-grange, mentre la maglia della viabilita' interpoderale offre
apprezzabili  punti  di  vista  e  suggestivi  coni  prospettici   da
conservare e valorizzare, in relazione, in particolare,  alle  strade
di accesso ai complessi delle cascine a corte. Non meno significative
le   visuali   che,    percorrendo    la    viabilita'    provinciale
Savigliano-Saluzzo,  si  colgono  verso  l'emergenza  costituita  dal
centro storico di  Saluzzo,  di  interesse  storico-architettonico  e
percettivo, e verso il paesaggio agricolo  circostante  a  morfologia
pianeggiante, a prevalente coltivazione a frutteti. 
    L'Ordine Mauriziano, frutto dell'unione, voluta nel 1572 dal duca
Emanuele Filiberto, degli Ordini dei Santi  Maurizio  e  Lazzaro,  fu
dotato, fin dalle sue origini,  di  cospicui  possedimenti  terrieri,
provenienti in parte dal duca stesso (innanzitutto  Stupinigi)  e  in
parte dall'erezione in Commenda delle antiche abbazie cistercensi  di
Staffarda e Lucedio e della precettoria di Sant'Antonio di  Ranverso.
Nel loro complesso, i beni che hanno formato i tenimenti  dell'Ordine
Mauriziano a  partire  dal  XVI  secolo  fino  a  oggi  presentano  i
caratteri esemplari della  grande  proprieta'  fondiaria,  capace  di
ridisegnare il territorio  e  di  prestare  attenzione  ai  caratteri
architettonici  degli  edifici,  e  conservano  traccia  delle   loro
variegate origini. 
    All'interno del territorio di  pertinenza  della  Tenuta  e'  ben
visibile la trama dei segni storici e in  particolare  la  viabilita'
convergente verso la Cascina la Grangia, a segnalare  la  centralita'
storica dell'appoderamento. 
    La Cascina la Grangia, la piu' antica nonche' la piu' grande  fra
le proprieta' entrate a  far  parte  dei  beni  rurali  mauriziani  a
seguito dell'acquisizione di Staffarda nel  XVIII  secolo,  comprende
anche una «casa abbaziale», risalente  nelle  sue  forme  attuali  al
XV-XVI secolo, che domina il complesso. La nascita della struttura  a
corte e' databile fra la fine del XVII secolo  e  i  primi  anni  del
successivo. 
    Gran parte dei fabbricati che  oggi  si  trovano  al  centro  del
complesso rivela tratti architettonici e  stilistici  prevalentemente
databili ai secoli XVI  e  XVII.  E'  stata  avanzata  l'ipotesi  che
l'ampia diffusione dell'organizzazione degli edifici rurali  a  corte
sia da attribuire alla ripresa della struttura  tipica  delle  grange
monastiche, a sua volta mutuata da quella dei chiostri abbaziali. 
    A testimonianza del valore storico-culturale e  ambientale  della
Tenuta Grangia, su di essa e' operante il seguente regime di tutela: 
      Vincoli monumentali: 
        Cascina la Grangia (D.D.R. 25/08/2005). 
    La dichiarazione  riconosce  il  ruolo  svolto  dalla  proprieta'
mauriziana nel preservare l'unita' territoriale e l'integrita'  della
trama agraria del Tenimento, aspetti  che  ne  determinano  i  tratti
peculiari e rendono la Tenuta meritevole di tutela. Essa si  pone  in
continuita' e coerenza con le  indicazioni  del  Piano  paesaggistico
regionale (p.p.r.), adottato con deliberazione della Giunta regionale
4 agosto 2009, n. 53-11975, che, all'art. 33, prevede per i Tenimenti
mauriziani la procedura di cui agli articoli 138-140 del Codice. 
    Per le motivazioni sopra  richiamate,  si  dichiara  il  notevole
interesse pubblico della Tenuta Grangia ai sensi dell'art. 136, comma
1,  lettera  c)  del  decreto  legislativo  n.  42/2004,  in   quanto
«complesso di cose immobili che compongono un caratteristico  aspetto
avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed  i  nuclei
storici». 
2. Descrizione   della   perimetrazione    dell'area    oggetto    di
  dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico  e  individuazione
  cartografica 
Premesse 
    Al fine di contribuire alla protezione,  gestione,  integrita'  e
autenticita' della  Tenuta  Grangia,  si  introducono  alcune  minime
modifiche al perimetro dell'area oggetto di dichiarazione di notevole
interesse pubblico rispetto ai limiti della proprieta' mauriziana, in
quanto si intende privilegiare, ove  possibile,  l'individuazione  di
elementi di confine di tipo antropico  e  fisico-naturalistico  (rete
viaria, bealere, corsi d'acqua). Dove cio' non e' stato possibile, in
quanto la sostanziale  continuita'  del  paesaggio  non  permette  di
identificare  i  suddetti  elementi,  sono  stati   mantenuti   quali
riferimento per la perimetrazione i limiti catastali della proprieta'
storica. 
    2.1. Descrizione 
    Il perimetro ha inizio dal punto di incontro tra la S.S. 662 e il
confine ovest  della  particella  96  del  foglio  1  del  comune  di
Lagnasco, in corrispondenza con la bealera che si dirige a nord verso
San  Quirico;  sale  seguendo  l'andamento  della  predetta  bealera,
includendo i mappali 155 dello stesso foglio, 65 del foglio 55 e 119,
118, 117, 130 e 87 del foglio 53 del  comune  di  Saluzzo.  Piega  in
direzione nord-est, ancora lungo la bealera, seguendo il confine  tra
i fogli 27 (interno) e 26 (esterno) del comune di Scarnafigi; sale  e
si attesta sul confine tra i fogli 25 (interno) e 26 (esterno),  fino
a incontrare il limite settentrionale del mappale 105 del foglio  25,
oltre il quale prosegue in direzione est includendo  i  mappali  161,
112, 389, 2047, 2048, 2049, 2050 e 2051 del foglio 25,  1432  e  1431
del foglio 24. Scende in direzione sud lungo via Grangia, che collega
la S.P. 129  con  l'omonima  Cascina,  dalla  quale  si  discosta  in
corrispondenza del limite nord del mappale 116  del  foglio  29,  per
proseguire includendo i mappali 114, 115, 110, 109 e 10 dello  stesso
foglio. Scende lungo la S.P. 133, distaccandosene  in  corrispondenza
del limite amministrativo  tra  i  comuni  di  Lagnasco  (interno)  e
Scarnafigi (esterno). Si attesta su tale limite in direzione  sud-est
e successivamente sud, per allontanarsene presso il confine orientale
del mappale 72 del foglio 3 (Lagnasco), proseguendo per  includere  i
mappali 74 e 15. Raggiunta la S.S. 662, la segue in direzione ovest e
la attraversa al punto di incontro  con  il  limite  orientale  della
particella 73 del foglio 4. Scende in direzione sud-ovest, includendo
la predetta particella e successivamente, lungo il Canale Commenda, i
mappali 72, 71, 3; abbandonato il canale, include altresi' i  mappali
77, 81, 79, 82, 87, 88 e 85, per risalire lungo i mappali 70 e 69 del
foglio 4. Torna quindi ad attestarsi per un breve tratto verso  ovest
sulla S.S. 662, dalla quale si discosta nuovamente in  corrispondenza
del limite orientale della particella 162 del  foglio  1,  che  segue
fino a incontrare la strada sterrata che, da via Grangia, conduce  al
nucleo di Tetti Grangia. Segue in direzione ovest la suddetta  strada
sterrata,   escludendola   dalla    delimitazione,    si    riattesta
successivamente sul limite meridionale della  predetta  particella  e
prosegue includendo i mappali 161 e 15. Raggiunta  la  S.S.  662,  la
attraversa per proseguire lungo il margine della stessa in  direzione
ovest, fino al punto di partenza. 
    2.2. Cartografia 
    L'esatta  individuazione  cartografica   dell'area   oggetto   di
dichiarazione di notevole interesse pubblico e'  stata  riportata  su
Carta  tecnica  regionale,  in  scala  1:10.000,  aggiornamento  anni
1991-2005. La cartografia riportata di seguito,  parte  integrante  e
sostanziale della dichiarazione, e'  una  riduzione  della  carta  in
scala1:10.000 che e'  consultabile  anche  sul  sito  internet  della
Regione Piemonte, sezione Paesaggio. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
3. Prescrizioni d'uso 
    Ai sensi dell'art.  140,  comma  2  del  decreto  legislativo  n.
42/2004,  la  dichiarazione  di  notevole  interesse  pubblico   deve
contenere le prescrizioni d'uso intese ad assicurare la conservazione
dei valori espressi dal bene individuato. 
    In coerenza con tale previsione, le seguenti  prescrizioni  d'uso
forniscono indicazioni di tutela atte a  garantire  la  conservazione
dei  valori  storico-culturali  e  paesaggistici   riconosciuti   per
l'ambito in oggetto, evidenziando alcune specifiche  cautele  per  la
gestione delle trasformazioni. 
    3.1. Tutela del paesaggio agrario 
    Non sono consentite destinazioni d'uso  dei  terreni  diverse  da
quella agricola. 
    Deve  essere  garantita  la  conservazione  della  trama  agraria
costituita dalla  rete  irrigua  principale,  dalle  sorgenti,  dalla
viabilita' minore e dalle alberature diffuse (isolate,  a  gruppi,  a
macchia e formazioni lineari). I progetti  finalizzati  all'attivita'
agricola che comportano interventi su tali elementi devono  prevedere
un'attenta  analisi  dell'impatto  paesaggistico  e,  se  necessario,
adeguati  interventi  di  mitigazione  al  fine  di   conservare   la
percepibilita'  e  la  riconoscibilita'  della  trama  del  paesaggio
agrario. 
    Non  e'  consentito  l'intubamento  delle  bealere,  fatte  salve
eventuali necessita' di accesso ai fondi per tratti limitati, nonche'
modifiche agli elementi della rete  irrigua  con  opere  che  possano
comportare significative trasformazioni alla visione storicizzata del
paesaggio agrario della Tenuta. Nel caso  di  interventi  sulla  rete
irrigua, deve essere  favorita  la  rinaturalizzazione  delle  sponde
tramite l'adozione di tecniche di ingegneria naturalistica. 
    Deve  essere  mantenuta  la  morfologia  del  terreno   naturale,
vietando alterazioni significative dello strato fertile del suolo, se
non  preordinate  all'impianto  delle  colture  e  a  opere  a   esso
collegate. 
    Devono essere mantenute le naturali caratteristiche drenanti  del
terreno, evitando  l'impermeabilizzazione  di  estese  superfici  non
costruite. 
    Non e' ammessa la realizzazione di: 
      nuove attivita' estrattive e ampliamento di  quelle  esistenti,
attivita' di stoccaggio e lavorazione degli inerti; 
      impianti di smaltimento, trattamento di rifiuti e discariche; 
      impianti per la produzione di energie, fatti salvi gli impianti
orientati al consumo domestico e strettamente connesso  all'attivita'
dell'azienda  agricola;  in  ogni   caso   deve   essere   effettuata
preventivamente     una     dettagliata      analisi      finalizzata
all'individuazione  della  migliore   collocazione,   tale   da   non
compromettere edifici  o  parti  di  edifici  di  valore  storico  ed
elementi di  particolare  connotazione  paesaggistica,  privilegiando
collocazioni non visibili da spazi pubblici o di pubblico passaggio. 
    Non sono consentite costruzioni destinate alla creazione di nuovi
centri aziendali o allevamenti intensivi; le  capacita'  edificatorie
delle  aree  agricole  funzionali  alla  creazione  di  nuovi  centri
aziendali  possono  essere  trasferite  in  aree   esterne   all'area
vincolata, in coerenza con quanto stabilito dalle  norme  vigenti  in
materia. 
    Per  la  realizzazione  di  apprestamenti  protettivi  funzionali
all'attivita' agricola, si devono utilizzare strutture reversibili  e
smontabili, che consentano un  agevole  ripristino  dello  stato  dei
luoghi  nel  caso  di  non  utilizzo;  devono   essere   privilegiate
localizzazioni che non costituiscano ingombro  visivo  nelle  visuali
sulle  cascine  storiche  mauriziane  percepibili  dalla   viabilita'
principale e di accesso alle cascine stesse, evitando in ogni caso di
generare impatti visivi cumulativi. 
    3.2.  Tutela  dei  nuclei  edificati  di  antica   formazione   e
dell'edilizia tradizionale 
    Deve essere garantita la conservazione  del  sistema  insediativo
storico, salvaguardando il rapporto tra organismi edilizi ed elementi
della  rete  viaria  e   idrica   o   altri   elementi   strutturanti
morfologicamente il territorio; gli interventi edilizi che modificano
l'aspetto esterno degli edifici  di  antico  impianto  devono  essere
rivolti alla conservazione delle tipologie  costruttive  esistenti  e
dei materiali caratterizzanti l'impianto originario. 
    Si  deve  provvedere  alla  tutela  e  alla  valorizzazione   del
complesso della Cascina la Grangia, mantenendone  le  caratteristiche
tipologiche   e    morfologiche,    con    particolare    riferimento
all'originario impianto  a  corte  chiusa  e  al  suo  posizionamento
baricentrico all'interno del podere. Si deve inoltre provvedere  alla
conservazione dei viali d'accesso. Sono sempre  consentiti  eventuali
interventi di ripristino di fasce arboree compromesse. Gli interventi
edilizi, compresi quelli di manutenzione ordinaria  e  straordinaria,
devono tenere in attenta considerazione gli aspetti compositivi  e  i
caratteri stilistici originari, in relazione alla scelta coerente dei
materiali, dei colori di finitura e dei rapporti  dimensionali  delle
aperture, nonche'  al  rispetto  di  tutti  gli  elementi  decorativi
esistenti. 
    E' possibile  prevedere,  per  le  cascine  storiche  dell'Ordine
Mauriziano, l'utilizzo con finalita' ricettive e/o culturali-museali.
Gli interventi edilizi e infrastrutturali connessi a tale  variazione
devono comunque attenersi alla presente normativa. 
    La sistemazione  degli  spazi  liberi  interni  alle  corti  deve
perseguire la conservazione delle caratteristiche  di  uniformita'  e
regolarita' di impianto, evitando la realizzazione  di  recinzioni  o
altre forme di delimitazione degli spazi; in caso  di  intervento  si
deve  provvedere  all'eliminazione   di   eventuali   superfetazioni,
strutture  non  coerenti   e   corpi   estranei   che   compromettono
l'integrita'  e  la  leggibilita'  dei  caratteri   tipologici,   sia
d'impianto, sia riferiti ai singoli edifici. 
    Le  attrezzature  per  la  conduzione  agricola   devono   essere
ricavate, salvo casi di dimostrata impossibilita'  tecnico-normativa,
mediante il riuso dei volumi  esistenti.  Le  strutture  estranee  al
contesto originario, qualora  presenti,  possono  essere  oggetto  di
interventi di recupero e riqualificazione  improntati  alla  coerenza
con le  preesistenze  storiche,  ovvero  interventi  di  sostituzione
edilizia rispettosi dei  caratteri  tipologici  e  costruttivi  delle
preesistenze. 
    Eventuali ampliamenti dei centri aziendali esistenti,  realizzati
anche attraverso nuove costruzioni, possono  prevedere  l'impiego  di
strutture prefabbricate in cemento  armato  o  strutture  metalliche,
purche'   l'involucro   edilizio   esterno    venga    opportunamente
rivestito/tinteggiato  con   materiali/tonalita'   coerenti   con   i
caratteri matrici e coloristici del paesaggio  agrario  e  rispettosi
delle sue peculiarita' e degli obiettivi e motivazioni di  tutela.  I
suddetti ampliamenti devono inoltre localizzarsi  preferibilmente  in
prossimita' del costruito esistente, senza  compromettere  l'impianto
delle cascine e senza alterare la percezione d'insieme del  paesaggio
agrario e delle preesistenze storiche, ne'  le  visuali  prospettiche
percepibili  dalla  viabilita'  di   accesso.   Gli   interventi   di
trasformazione non devono  produrre  occultamento,  frammentazione  o
compromissione  degli  elementi  del  paesaggio   riconosciuti   come
distintivi: viali d'ingresso ai poderi con  relative  fasce  arboree,
macchie boscate, rete stradale rurale  con  carattere  storico,  rete
idrica naturale e infrastrutture  idrauliche  di  origine  antropica,
ecc. 
    3.3. Indicazioni per gli interventi infrastrutturali 
    E'  vietata  la  realizzazione  di  nuovi   tratti   di   strada.
L'eventuale ampliamento  della  carreggiata,  nonche'  il  ripristino
della viabilita' storica di accesso, deve essere accompagnato da  uno
studio esteso a un contesto  paesaggistico  adeguato  ai  fini  della
verifica  della   compatibilita'   paesaggistica   degli   interventi
proposti,  con  particolare  riferimento  ai  caratteri  morfologici,
naturalistici, storico-culturali e scenico-percettivi su cui si fonda
l'identita' dei luoghi. Gli interventi viabilistici devono  prevedere
il recupero delle fasce arboree ove compromesse. 
    E'  vietato  procedere  all'asfaltatura  delle  strade   sterrate
interne alla Tenuta. 
    L'eventuale realizzazione di strade interpoderali finalizzate  al
passaggio e  all'accesso  dei  mezzi  agricoli  o  di  interventi  di
fruizione ciclopedonale deve attenersi  a  un'attenta  progettazione,
volta a salvaguardare l'integrita'  del  sistema  idrografico  e  del
sistema  arboreo  esistente,  contribuendo  alla  valorizzazione  dei
manufatti di interesse storico-architettonico, nonche' del  paesaggio
agrario tradizionale. 
    E' vietata  la  realizzazione  di  parcheggi  interrati.  Per  la
realizzazione di autorimesse a servizio  delle  cascine  deve  essere
privilegiato il riuso dei volumi esistenti. L'eventuale realizzazione
di nuovi parcheggi in superficie deve prevedere  l'uso  di  materiali
naturalmente drenanti,  evitando  l'impiego  di  asfaltature,  ovvero
garantire la coerenza con le pavimentazioni gia'  in  essere.  Devono
essere inoltre privilegiate soluzioni  planimetriche  di  definizione
dei parcheggi tali da adeguare le linee compositive e i  margini  dei
suddetti  spazi  alla  trama  agraria  di  riferimento,  al  fine  di
mantenere una maggiore contestualizzazione con l'intorno,  anche  con
l'inserimento  di  specie  arboree  e  arbustive  autoctone,   aventi
funzione di integrazione nel  paesaggio  agrario.  In  ogni  caso  la
localizzazione non deve interferire con visuali e  assi  prospettici,
ne' con i manufatti di carattere storico o di pregio architettonico. 
    La  realizzazione  di  reti  per  la  distribuzione  dell'energia
elettrica e' consentita, ove necessario, solo  mediante  soluzioni  a
cavi interrati. 
    3.4. Tutela degli aspetti percettivi-visivi 
    Deve essere conservata la  configurazione  d'insieme  percepibile
dagli spazi e dai percorsi  pubblici;  in  particolare,  deve  essere
posta attenzione alla conservazione e valorizzazione delle visuali  e
degli scorci sulle aree agricole e sugli edifici rurali di  interesse
architettonico-documentario. 
    Deve essere garantita la salvaguardia della percezione visiva dei
luoghi e degli elementi identitari, vietando  la  posa  in  opera  di
cartelli pubblicitari e ogni altra simile  attrezzatura;  sono  fatte
salve   le    indicazioni    strettamente    necessarie    ai    fini
dell'accessibilita' e della fruibilita' culturale,  turistica  e  dei
servizi pubblici  essenziali,  nonche'  delle  attivita'  di  vendita
diretta dei prodotti agricoli, dell'agriturismo e ogni altra forma di
attivita' connessa con quella agricola, da  realizzarsi  comunque  su
disegno unitario. 
    Deve essere evitata la realizzazione  di  recinzioni,  in  quanto
elementi  di  ostacolo  alla  continuita'   del   paesaggio   agrario
tradizionale.  Nei  casi  in  cui  l'introduzione  di   elementi   di
recinzione, legati all'utilizzo agricolo dei  terreni  o  a  chiusura
delle proprieta' sia indispensabile, devono essere adottate soluzioni
visivamente  «permeabili»,  semplici  e   uniformi.   E'   consentito
l'impiego  di   vegetazione   autoctona,   coerente   con   l'intorno
vegetazionale, da privilegiare nei casi in cui sia  anche  necessario
schermare strutture esistenti.