Allegato G DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEL PODERE DI CAVALLERMAGGIORE ai sensi dell'articolo 136, comma 1, lettera c) del decreto legislativo n. 42/2004. Comune interessato: Cavallermaggiore (CN) 1. Descrizione generale dell'area e motivazioni della tutela Il Podere di Cavallermaggiore, pur non essendo direttamente interessato da nessuna area di pregio ambientale, e' parte di un ambito paesaggistico caratterizzato da un tessuto agrario pressoche' integro e recante segni di stratificazione storico-identitaria ben riconoscibili. Si segnala la prossimita' del Tenimento ai Siti di Interesse Regionale «Fontanili di Cavallermaggiore» a sud e all'area oggetto di dichiarazione di notevole interesse pubblico - D.M. 1/8/1985 - delle cascine ex Savoia, nonche' Sito di Importanza Comunitaria «Parco di Racconigi e boschi lungo il torrente Maira», a nord-ovest. La zona si caratterizza per l'omogeneita' del tessuto agricolo tipico della bassa pianura cuneese, all'interno del quale spiccano le rotte degli antichi percorsi di caccia sabaudi. Si sottolinea la larga trama agricola dell'appoderamento, che si distingue da quella presente nell'intorno. L'area in cui e' collocato il Tenimento, da sempre a vocazione agricola, ha tratto dalla ricchezza delle acque l'elemento fondamentale per il suo sviluppo e presenta una fitta rete idrica sia naturale che artificiale. I fiumi Maira e Mellea costituiscono l'idrografia naturale del luogo, che presenta anche un capillare reticolo di corsi d'acqua artificiali, comprendente una serie di bealere, rii, canali e fossi originati da corsi d'acqua o fontanili: la limitata portata delle derivazioni irrigue e, di contro, la ricchezza delle acque della falda superficiale, facile da sfruttare, ha visto nascere, dalla seconda meta' dell'Ottocento, un sistema di fontanili cosi' esteso da coprire in modo pressoche' totale il fabbisogno irriguo del territorio. Con lo sviluppo delle moderne tecniche agricole, i fontanili vanno sempre piu' perdendo le loro caratteristiche originarie e la loro funzione produttiva, ma hanno acquisito nel tempo un altrettanto importante valore ambientale e naturalistico. Il tracciato delle antiche bealere segna ancora oggi il confine della proprieta'. I principali canali del sistema irriguo storico sono il Canale Foresto, che irrigava i prati della Cascina Spessa Inferiore, e il Canale Murtizzo, che raccoglieva le acque di scolo situate a monte, utilizzate dalle due cascine con uso illimitato. La zona settentrionale del Tenimento coincide in parte con l'area in cui era localizzato il Bosco di Santa Maria, che faceva parte della Riserva reale di caccia, i cui ultimi lembi furono disboscati alla fine degli anni Trenta del Novecento. Era, questo, il residuo di un bosco planiziale, tipico querco-carpineto: tracce di questo ambiente si sono conservate soprattutto nella vegetazione erbacea caratteristica delle boscaglie tuttora presenti ai confini del podere. Le cascine denominate «le due Spesse», entrate a far parte dei beni dell'Ordine Mauriziano nel 1840, erano protette dalla riserva di caccia annessa al Castello di Racconigi. La Cascina Spessa Inferiore, annoverabile fra i beni di pregio storico-culturale meritevoli di tutela, costituisce l'esempio piu' brillante dell'opera di riprogettazione ex novo che, nel corso del XVIII secolo, ha investito buona parte delle strutture agrarie mauriziane di origine medioevale, per aderire alle nuove forme architettoniche regolari e simmetriche del gusto settecentesco. L'ingresso principale era sottolineato dal viale rettilineo e dalla sua terminazione a semirondo' sulla facciata, accessibile percorrendo le rotte «stellari» di caccia aperte nel bosco di Santa Maria, dopo avere toccato il borgo Canapile partendo da Racconigi. Un altro segno territoriale di importante valenza storica e' rappresentato dalla strada di collegamento tra le due cascine che costituiscono il podere. Il tracciato di questa via si estende anche oltre il limite della proprieta', dove si trovano rotte e rondo' di caccia, oggi scarsamente riconoscibili, e la porzione di territorio un tempo occupata dal Bosco di Santa Maria. Lo stesso asse che unisce Racconigi a Cavallermaggiore, testimonianza dello stretto legame tra il castello e il territorio circostante, costituisce documento storico della volonta' progettuale sette-ottocentesca e conserva tuttora una funzionalita' quotidiana in campo agricolo-produttivo. A testimonianza del valore storico-culturale del Podere di Cavallermaggiore, su di esso e' operante il seguente regime di tutela: Vincoli monumentali: Cascina Spessa Inferiore (D.D.R. 25/8/2005). La dichiarazione riconosce il ruolo svolto dalla proprieta' mauriziana nel preservare l'unita' territoriale e l'integrita' della trama agraria del Tenimento, aspetti che ne determinano i tratti peculiari e rendono il Podere meritevole di tutela. Essa si pone in continuita' e coerenza con le indicazioni del Piano paesaggistico regionale (p.p.r.), adottato con deliberazione della Giunta regionale 4 agosto 2009, n. 53-11975, che, all'art. 33, prevede per i Tenimenti mauriziani la procedura di cui agli articoli 138-140 del Codice. Per le motivazioni sopra richiamate, si dichiara il notevole interesse pubblico del Podere di Cavallermaggiore ai sensi dell'art. 136, comma 1, lettera c) del decreto legislativo n. 42/2004, in quanto «complesso di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici». 2. Descrizione della perimetrazione dell'area oggetto di dichiarazione di notevole interesse pubblico e individuazione cartografica Premesse Al fine di contribuire alla protezione, gestione, integrita' e autenticita' del Podere di Cavallermaggiore, si privilegia l'individuazione di elementi di confine di tipo antropico e fisico-naturalistico (rete viaria, bealere, corsi d'acqua). Dove cio' non e' stato possibile, in quanto la sostanziale continuita' del paesaggio non permette di identificare i suddetti elementi, sono stati mantenuti quali riferimento per la perimetrazione i limiti catastali della proprieta' storica. 2.1. Descrizione Il perimetro ha inizio dal punto di incontro tra la S.P. 193 e la Bealera Mortizzo, il perimetro sale in direzione nord seguendone il corso, fino al limite nord-ovest della particella 5 del foglio 39. Piega quindi verso est, includendo, oltre alla suddetta, le particelle 7 e 8 dello stesso foglio, e 4 del foglio 40; scende poi, in corrispondenza del limite orientale della suddetta particella, fino a incontrare la Bealera del Foresto, che segue in direzione est per un tratto, per poi scendere lungo il corso della Bealera Rivajra, includendo i mappali 192, 184 del foglio 41, e, oltrepassata la citata strada provinciale, il mappale 189 dello stesso foglio, 33 e 12 del foglio 42. Piega quindi in direzione sud-ovest, seguendo i limiti meridionali del precedente mappale e dei mappali 13 e 17 del foglio 42, 132 e 32 del foglio 28. Risale infine lungo il limite occidentale della suddetta particella, attestandosi nuovamente lungo il corso della Bealera Mortizzo, che segue fino al punto di partenza, includendo anche i mappali 84 del foglio 32 e 1 del foglio 42. 2.2. Cartografia L'esatta individuazione cartografica dell'area oggetto di dichiarazione di notevole interesse pubblico e' stata riportata su Carta tecnica regionale, in scala 1:10.000, aggiornamento anni 1991-2005. La cartografia riportata di seguito, parte integrante e sostanziale della dichiarazione, e' una riduzione della suddetta carta in scala 1:10.000 che e' consultabile sul sito internet della Regione Piemonte, sezione Piemonte. Parte di provvedimento in formato grafico 3. Prescrizioni d'uso Premesse Ai sensi dell'art. 140, comma 2 del decreto legislativo n. 42/2004, la dichiarazione di notevole interesse pubblico deve contenere le prescrizioni d'uso intese ad assicurare la conservazione dei valori espressi dal bene individuato. In coerenza con tale previsione, le seguenti prescrizioni d'uso forniscono indicazioni di tutela atte a garantire la conservazione dei valori storico-culturali e paesaggistici riconosciuti per l'ambito in oggetto, evidenziando alcune specifiche cautele per la gestione delle trasformazioni. 3.1. Tutela del paesaggio agrario Non sono consentite destinazioni d'uso dei terreni diverse da quella agricola. Deve essere garantita la conservazione della trama agraria costituita dalla rete irrigua, dalle sorgenti, dalla viabilita' minore e dalle alberature diffuse (isolate, a gruppi, a macchia e formazioni lineari). I progetti finalizzati all'attivita' agricola che comportano interventi su tali elementi devono prevedere un'attenta analisi dell'impatto paesaggistico e, se necessario, adeguati interventi di mitigazione, al fine di conservare la percepibilita' e la riconoscibilita' della trama del paesaggio agrario. Non e' consentito l'intubamento delle bealere, fatte salve eventuali necessita' di accesso ai fondi per tratti limitati, nonche' modifiche agli elementi della rete irrigua con opere che possano comportare significative trasformazioni alla visione storicizzata del paesaggio agrario del Podere. Nel caso di interventi sulla rete irrigua, deve essere favorita la rinaturalizzazione delle sponde tramite l'adozione di tecniche di ingegneria naturalistica. Deve essere mantenuta la morfologia del terreno naturale, vietando alterazioni significative allo strato fertile del suolo, se non preordinate all'impianto delle colture e a opere a esso collegate. Devono essere mantenute le naturali caratteristiche drenanti del terreno, evitando l'impermeabilizzazione di estese superfici non costruite. Non e' ammessa la realizzazione di: nuove attivita' estrattive, attivita' di stoccaggio e lavorazione degli inerti; impianti di smaltimento, trattamento di rifiuti e discariche; impianti per la produzione di energie, fatti salvi gli impianti orientati al consumo domestico e strettamente connesso all'attivita' dell'azienda agricola; in ogni caso deve essere effettuata preventivamente una dettagliata analisi finalizzata all'individuazione della migliore collocazione, tale da non compromettere edifici o parti di edifici di valore storico ed elementi di particolare connotazione paesaggistica, privilegiando collocazioni non visibili da spazi pubblici o di pubblico passaggio. E' fatta salva l'attivita' di produzione di biogas presente al mappale 207, foglio 41 (fino a quando in essere). Eventuali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria o di adeguamento edilizio delle parti esistenti potranno essere realizzati solo previa realizzazione di schermatura vegetale costituita da specie autoctone arboree e arbustive lungo i confini dell'impianto, anche in attuazione di quanto richiesto dalle autorizzazioni gia' acquisite. Eventuali nuovi manufatti dovranno prevedere idonei accorgimenti di mitigazione visiva dell'involucro edilizio. I relativi titoli edilizi abilitativi, potranno essere rilasciati solo successivamente alla realizzazione delle schermature vegetali richieste, che andranno mantenute nel tempo. La suddetta attivita' potra' eventualmente ampliarsi andando ad occupare parte del mappale 188, per una superficie massima pari alla meta' del mappale stesso, tenendo conto delle cautele sopra riportate; eventuali nuovi manufatti potranno essere realizzati solo previa realizzazione di uno schermo vegetale costituito da specie autoctone arboree e arbustive, di profondita' minima pari a metri 3, posto a dimora lungo i nuovi confini; il relativo titolo edilizio abilitativo, potra' essere rilasciato solo successivamente alla realizzazione delle schermature vegetali richieste, che andranno mantenute nel tempo. L'impianto, a seguito dell'eventuale ampliamento, dovra' comunque attenersi ai criteri della deliberazione della Giunta regionale 30 gennaio 2012, n. 6-3315, previsti per le aree degli ex Tenimenti dell'Ordine Mauriziano individuati nell'allegato C delle norme di attuazione del Piano paesaggistico regionale, e pertanto la potenza a regime dovra' comunque essere inferiore a 1000 kW. Non sono consentite costruzioni destinate alla creazione di nuovi centri aziendali o allevamenti intensivi; le capacita' edificatorie delle aree agricole funzionali alla creazione di nuovi centri aziendali possono essere trasferite in aree esterne all'area vincolata, in coerenza con quanto stabilito dalle norme vigenti in materia. Per la realizzazione di apprestamenti protettivi funzionali all'attivita' agricola, si devono utilizzare strutture reversibili e smontabili, che consentano un agevole ripristino dello stato dei luoghi nel caso di non utilizzo; devono essere privilegiate localizzazioni che non costituiscano ingombro visivo nelle visuali sulle cascine storiche mauriziane percepibili dalla viabilita' principale e di accesso alle cascine stesse, evitando in ogni caso di generare impatti visivi cumulativi. 3.2. Tutela dei nuclei edificati di antica formazione e dell'edilizia tradizionale Deve essere garantita la conservazione del sistema insediativo storico, salvaguardando il rapporto tra organismi edilizi ed elementi della rete viaria e idrica o altri elementi strutturanti morfologicamente il territorio; gli interventi edilizi che modificano l'aspetto esterno degli edifici devono essere rivolti alla conservazione delle tipologie costruttive esistenti e dei materiali caratterizzanti l'impianto originario. Si deve provvedere alla tutela e conservazione della Cascina Spessa Inferiore, mantenendone le caratteristiche tipologiche e morfologiche, con particolare riferimento al sistema coerente, di matrice sette-ottocentesca, costituito da abitazioni rurali, magazzini, cantine, granai, stalle e fienili, forno; a tal fine sono sempre consentite l'eliminazione dei fabbricati impropri e la sostituzione degli elementi strutturali degradati presenti nella corte della cascina stessa. Gli interventi edilizi, compresi quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria, devono tenere in attenta considerazione gli aspetti compositivi e i caratteri stilistici originari, in relazione alla scelta coerente dei materiali, dei colori di finitura e dei rapporti dimensionali delle aperture, nonche' al rispetto di tutti gli elementi decorativi esistenti. E' possibile prevedere, per le due cascine storiche dell'Ordine Mauriziano (Spessa Inferiore e Superiore), l'utilizzo con finalita' residenziali, ricettive e/o culturali-museali. Gli interventi edilizi e infrastrutturali connessi a tale variazione devono comunque attenersi alla presente normativa. La sistemazione degli spazi liberi interni alle corti deve perseguire la conservazione delle caratteristiche di uniformita' e regolarita' di impianto, evitando la realizzazione di recinzioni o altre forme di delimitazione degli spazi; in caso di intervento si deve provvedere all'eliminazione di eventuali superfetazioni, strutture non coerenti e corpi estranei che compromettono l'integrita' e la leggibilita' dei caratteri tipologici, sia d'impianto, sia riferiti ai singoli edifici. Le attrezzature per la conduzione agricola devonno essere ricavate, salvo casi di dimostrata impossibilita' tecnico-normativa, mediante il riuso dei volumi esistenti. Le strutture estranee al contesto originario, qualora presenti, possono essere oggetto di interventi di recupero e riqualificazione improntati alla coerenza con le preesistenze storiche, ovvero interventi di sostituzione edilizia rispettosi dei caratteri tipologici e costruttivi delle preesistenze. Eventuali ampliamenti dei centri aziendali esistenti, realizzati anche attraverso nuove costruzioni, possono prevedere l'impiego di strutture prefabbricate in cemento armato o strutture metalliche, purche' l'involucro edilizio esterno venga opportunamente rivestito/tinteggiato con materiali/tonalita' coerenti con i caratteri matrici e coloristici del paesaggio agrario e rispettosi delle sue peculiarita' e degli obiettivi e motivazioni di tutela. I suddetti ampliamenti devono inoltre localizzarsi preferibilmente in prossimita' del costruito esistente, senza compromettere l'impianto delle cascine e senza alterare la percezione d'insieme del paesaggio agrario e delle preesistenze storiche, ne' le visuali prospettiche percepibili dalla viabilita' di accesso. Gli interventi di trasformazione non devono produrre occultamento, frammentazione o compromissione degli elementi del paesaggio del Tenimento riconosciuti come distintivi: strade d'ingresso ai poderi, alberature diffuse, rete stradale rurale con carattere storico, rete idrica naturale e infrastrutture idrauliche di origine antropica, ecc. 3.3. Indicazioni per gli interventi infrastrutturali E' vietata la realizzazione di nuovi tratti di strada. L'eventuale ampliamento della carreggiata, nonche' il ripristino della viabilita' storica di accesso alle cascine, deve essere accompagnato da uno studio esteso a un contesto paesaggistico adeguato ai fini della verifica della compatibilita' paesaggistica degli interventi proposti, con particolare riferimento ai caratteri morfologici, naturalistici, storico-culturali e scenico-percettivi su cui si fonda l'identita' dei luoghi. Gli interventi viabilistici devono prevedere il recupero delle fasce arboree ove compromesse. Si deve provvedere alla tutela e valorizzazione dei percorsi storici di collegamento tra le due cascine mauriziane (Spessa Inferiore e Superiore) e con il territorio circostante, anche con la formazione di viali alberati, con particolare riferimento all'asse rettilineo dalla cascina Spessa Inferiore verso il territorio esterno dell'ex Bosco di Santa Maria. E' vietato procedere all'asfaltatura delle strade sterrate interne al Podere. L'eventuale realizzazione di strade interpoderali finalizzate al passaggio e all'accesso dei mezzi agricoli o di interventi di fruizione ciclopedonale deve attenersi a un'attenta progettazione, volta a salvaguardare l'integrita' del sistema idrografico e del sistema arboreo esistente, contribuendo alla valorizzazione dei manufatti di interesse storico-architettonico, nonche' del paesaggio agrario tradizionale. E' vietata la realizzazione di parcheggi interrati. Per la realizzazione di eventuali autorimesse a servizio delle cascine deve essere privilegiato il riuso dei volumi esistenti. L'eventuale realizzazione di nuovi parcheggi in superficie deve prevedere l'uso di materiali naturalmente drenanti, evitando l'impiego di asfaltature, ovvero garantire la coerenza con le pavimentazioni gia' in essere. Devono essere inoltre privilegiate soluzioni planimetriche di definizione dei parcheggi tali da adeguare le linee compositive e i margini dei suddetti spazi alla trama agraria di riferimento, al fine di mantenere una maggiore contestualizzazione con l'intorno, anche con l'inserimento di specie arboree e arbustive autoctone, aventi funzione di integrazione nel paesaggio agrario. In ogni caso la localizzazione non deve interferire con visuali e assi prospettici, ne' con i manufatti di carattere storico o di pregio architettonico. La realizzazione di reti per la distribuzione dell'energia elettrica e' consentita, ove necessario, solo mediante soluzioni a cavi interrati. 3.4. Tutela degli aspetti percettivi-visivi Deve essere conservata la configurazione d'insieme percepibile dagli spazi e dai percorsi pubblici; in particolare, deve essere posta attenzione alla conservazione e valorizzazione delle visuali e degli scorci sulle aree agricole e sugli edifici rurali di interesse architettonico-documentario, con particolare riferimento all'asse rettilineo di accesso alla Cascina Spessa Inferiore dal territorio esterno dell'ex Bosco di Santa Maria. Deve essere garantita la salvaguardia della percezione visiva dei luoghi e degli elementi identitari, vietando la posa in opera di cartelli pubblicitari e ogni altra simile attrezzatura; sono fatte salve le indicazioni strettamente necessarie ai fini dell'accessibilita' e della fruibilita' culturale, turistica e dei servizi pubblici essenziali, nonche' delle attivita' di vendita diretta dei prodotti agricoli, dell'agriturismo e ogni altra forma di attivita' connessa con quella agricola, da realizzarsi comunque su disegno unitario. Deve essere evitata la realizzazione di recinzioni, in quanto elementi di ostacolo alla continuita' del paesaggio agrario tradizionale. Nei casi in cui l'introduzione di elementi di recinzione, legati all'utilizzo agricolo dei terreni o a chiusura delle proprieta' sia indispensabile, devono essere adottate soluzioni visivamente «permeabili», semplici e uniformi. E' consentito l'impiego di vegetazione autoctona, coerente con l'intorno vegetazionale, da privilegiare nei casi in cui sia anche necessario schermare strutture esistenti.