IL DIRETTORE GENERALE 
              della pesca marittima e dell'acquacoltura 
 
  Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, modificato dal
decreto legge 18 maggio 2006, n. 181, con il quale e' stato istituito
il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. 
  Visto il decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  27
febbraio   2013,   n.   105,   riguardante    "Regolamento    recante
organizzazione del Ministero delle politiche  agricole  alimentari  e
forestali",  a  norma  dell'articolo  2,  comma   10-   ter   ,   del
decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95,  convertito,  con  modificazioni,
dalla legge 7 agosto 2012, n. 135. 
  Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante  "Norme
generali  sull'ordinamento   del   lavoro   alle   dipendenze   delle
amministrazioni pubbliche". 
  Vista  la  legge  n.  241,  del  7  agosto   1990,   e   successive
modificazioni e integrazioni ed in particolare l'art. 12  secondo  il
quale la concessione di sovvenzioni,  contributi,  sussidi  e  ausili
finanziari e l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere
a  persone  ed  enti  pubblici  e  privati  sono   subordinate   alla
predeterminazione   ed   alla   pubblicazione    da    parte    delle
amministrazioni  procedenti,  nelle  forme  previste  dai  rispettivi
ordinamenti, dei criteri e delle  modalita'  cui  le  amministrazioni
stesse devono attenersi. 
  Visto il Regolamento (CE)  n.  800/2008  della  Commissione  del  6
agosto 2008, che dichiara alcune categorie di aiuti  compatibili  con
il mercato  comune  in  applicazione  degli  articoli  87  e  88  del
trattato. 
  Visto il decreto legislativo 26 maggio 2004,  n.  154,  concernente
"Modernizzazione  del  settore  pesca   e   acquacoltura,   a   norma
dell'articolo 1, comma 2, della legge 7 marzo 2003, n. 38" che abroga
la legge 17  febbraio  1982,  n.41,  concernente  il  "Piano  per  la
razionalizzazione e lo sviluppo della pesca marittima". 
  Visto il D.M. n. 1223 del 31 gennaio 2013 con  il  quale  e'  stato
adottato  il   "Programma   Nazionale   triennale   della   pesca   e
dell'acquacoltura 2013 - 2015". 
  Visto il Regolamento (UE) n. 508/2014 del Parlamento europeo e  del
Consiglio, del 15 maggio 2014 , relativo al  Fondo  europeo  per  gli
affari  marittimi  e  la  pesca  e  che  abroga  i  regolamenti  (CE)
n.2328/2003, (CE) n.861/2006, (CE) n.1198/2006 e (CE) n.791/2007  del
Consiglio e il regolamento (UE) n.1255/2011 del Parlamento europeo  e
del Consiglio. 
  Visto il Regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo e del
Consiglio, dell'11 dicembre 2013, relativo alla politica comune della
pesca che, modifica  i  regolamenti  (CE)  n.  1954/2003  e  (CE)  n.
1224/2009 del Consiglio e che abroga i regolamenti (CE) n.  2371/2002
e (CE) n. 639/2004 del Consiglio, nonche'  la  decisione  2004/585/CE
del Consiglio ed in particolare l'articolo 15, riguardante  l'obbligo
di sbarco di tutte le catture di specie soggette a limiti di  cattura
e, nel Mediterraneo, anche le catture di  specie  soggette  a  taglie
minime quali definite nell'allegato III del Reg. (CE) n. 1967/2006. 
  Visto il Piano di  applicazione  della  gestione  dei  rigetti  dei
piccoli pelagici, in riferimento alla lettera a), dell'art.  15,  del
citato Reg. (UE) n.  1380/2013  e  la  necessita'  procedere  ad  una
valutazione scientifica  che  implica  l'esigenza  di  monitorare  ed
eventualmente riformulare il piano di gestione presentato riguardante
la pesca dei piccoli pelagici. 
  Vista la necessita', prevista all'articolo.  15,  del  citato  Reg.
(UE) n.  1380/2013,  di  procedere  a  valutazioni  scientifiche  con
approccio partecipativo sui  relativi  effetti  nella  realta'  della
pesca  multispecifica  tipica  del  Mediterraneo,   al   fine   della
predisposizione di un piano di gestione per  le  specie  soggette  ai
limiti di cattura diversi da quelli di cui alla lettera a). 
  Visto il Regolamento  (CE)  n.  1967/2006  del  Consiglio,  del  21
dicembre 2006, relativo alle misure di gestione per  lo  sfruttamento
sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo e  recante
modifica del regolamento (CEE) n. 2847/93 e che abroga il Regolamento
(CE) n. 1626/94. 
  Visto il suddetto "Programma  Nazionale  triennale  della  pesca  e
dell'acquacoltura 2013 - 2015"che, al cap. 7, dedicato  alla  ricerca
scientifica,  "in  una  logica  di  continuita'  con  le   precedenti
edizioni, mira a garantire e potenziare  i  ruoli  della  ricerca  in
pesca al fine di perseguire gli obiettivi di sostenibilita', anche in
ottemperanza  a  tutte  le  indicazioni  comunitarie  che  richiedono
supporto scientifico e programmazione (Piani di gestione) impossibili
da predisporre senza delle basi scientifiche formalmente riconosciute
dagli organi consultivi europei (ICES e STECF)". 
  Visto il D.M. 22 dicembre 2000 riguardante "disciplina della  pesca
dei molluschi bivalvi. Modifiche al D.M. 21.7.98", ed in  particolare
l'art. 7 che stabilisce i quantitativi di pescato massimo giornaliero
per unita'. 
  Considerando l'attivita' che investono i Consorzi di  gestione  per
la tutela dei molluschi bivalvi e la necessita' di acquisire evidenze
scientifiche necessarie ad una eventuale ridefinizione  della  taglia
minima delle vongole. 
  Visto il  Regolamento  (CE)  n.  1198/2006,  del  27  luglio  2006,
relativo al Fondo europeo per la pesca ed in  particolare  l'art.  26
riguardante la piccola pesca costiera. 
  Visto  il  D.M.  26  gennaio  2012  riguardante  "adeguamento  alle
disposizioni comunitarie in materia di licenze di pesca". 
  Vista la Convenzione delle Nazioni  Unite  sul  diritto  del  mare,
(United Nations Convention on the Law of the Sea - UNCLOS) ratificata
dall'Italia per mezzo della legge n. 689, del 2 dicembre 1994. 
  Considerando che la continua evoluzione del diritto  del  mare,  le
responsabilita' degli Stati nell'utilizzo dei mari e degli  oceani  e
le possibili  ripercussioni  in  merito  alle  definizioni  di:  zona
economica esclusiva; riserva di pesca e aree marine protette, rendono
indispensabile approfondire, con  degli  studi  specifici,  le  linee
guida che regolano le trattative,  l'ambiente  e  la  gestione  delle
risorse naturali. 
  Considerando che il  Programma  nazionale  triennale  gia'  citato,
intende proseguire, tra l'altro l'azione tendente  a  rafforzare  gli
standard europei della ricerca in pesca e di  presenza  attiva  nelle
sedi internazionali, con priorita'  ai  temi  della  gestione,  della
regolazione e del controllo. 
  Ritenuto necessario determinare, oltre i criteri, le modalita' e le
procedure per la concessione dei contributi, anche  le  tematiche  da
affrontare, in attuazione del  Programma  nazionale  triennale  della
pesca e  dell'acquacoltura  e  in  considerazione  degli  adempimenti
comunitari sopra indicati: 
 
                              Decreta: 
 
                               Art. 1 
 
  1. E' aperto l'invito a presentare progetti di ricerca finanziabili
a contributo per le attivita' di ricerca a  supporto  del  "Programma
Nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura 2013 - 2015" come
indicato nelle premesse. 
  2.  La  presentazione  dei  progetti  e'  riservata,  a   pena   di
esclusione, ai soggetti  pubblici  e  privati  regolarmente  iscritti
all'Anagrafe nazionale delle ricerche, istituita presso il  Ministero
dell'universita' e della ricerca scientifica. 
  3. I  progetti  presentati,  dovranno  risultare  rispondenti  agli
indirizzi  strategici  ed  agli  obiettivi  enunciati  nel  Programma
nazionale triennale della  pesca  e  dell'acquacoltura  2013  -  2015
citato nelle premesse. In particolare, i progetti dovranno riguardare
i  seguenti  argomenti,  afferenti  alle  tematiche:  A   -   risorse
biologiche; B - Tecnologia della pesca; G - attivita' funzionale alla
ricerca sulla pesca e l'acquacoltura: 
  A - Risorse biologiche 
  A1(a) - Monitoraggio e valutazione dei  dati  relativi  ai  rigetti
della pesca, alla quantita' del pescato  sottomisura  sbarcato  dalla
flotta italiana ed eventuale sua utilizzazione, in  attuazione  della
riforma della PCP (Politica Comune  della  Pesca)  nell'ambito  della
specificita' del Mediterraneo di cui alla lettera a), art.  15,  reg.
(UE) 1380/2013. 
  A1(b) - Indagine conoscitiva propedeutica alla gestione dei rigetti
della pesca della flotta italiana, come definiti all' art.  15,  reg.
(UE) 1380/2013 ad esclusione delle specie di cui alla lettera a). 
  A2  -  Valutazione  degli  effetti  sulla  risorsa  vongole   della
eventuale ridefinizione della taglia minima ed una migliore  gestione
biologica e commerciale del prodotto. 
  A3 - Basi scientifiche per l'applicazione nei piani pluriennali del
Reg. (UE) n. 1380/2013, dell'11 dicembre 2013 relativo alla  politica
comune della pesca, con l'obiettivo di raggiungere i livelli coerenti
con il parametro dell'MSY per le specie bersaglio. 
  B - Tecnologia della pesca 
  B - Studio per la valutazione dell'impatto sulle  specie  bersaglio
attraverso l'utilizzo di materiali e/o metodi alternativi,  quali  il
"palangaro attrezzato in forma artigianale", al fine  di  ridurre  al
minimo gli effetti negativi sull'ecosistema marino. 
  G - Attivita' funzionale alla ricerca sulla pesca e l'acquacoltura 
  G2 - Ricostruzione del quadro giuridico internazionale  in  materia
di Diritto del Mare,  della  pesca  e  dell'acquacoltura  e  supporto
all'azione  amministrativa  anche  alla  luce  delle   piu'   recenti
implicazioni sulla legislazione nazionale ed europea. 
  4. I progetti possono includere anche prestazioni collaborative  da
parte di soggetti pubblici o privati non in  possesso  dei  requisiti
ivi indicati, purche' le stesse risultino  funzionalmente  necessarie
alla realizzazione del progetto, non prefigurino forme di  subappalto
da parte del proponente del progetto e  siano  da  questo  assunte  a
proprio carico sui fondi richiesti a contributo.