(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
 
   PROGRAMMA DELLE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE (LEGGE N. 443/2001). 
               NUOVA LINEA FERROVIARIA TORINO - LIONE 
                    PARTE COMUNE ITALO - FRANCESE 
       SEZIONE TRANSFRONTALIERA - PARTE IN TERRITORIO ITALIANO 
                         CUP C11J05000030001 
                  APPROVAZIONE PROGETTO DEFINITIVO 
 
 
                            PRESCRIZIONI 
 
INDICE 
 
  Prescrizioni  del  Ministero  dell'ambiente  e  della  tutela   del
territorio e del mare -Commissione tecnica di  verifica  dell'impatto
ambientale VIA e VAS (CTVIA) 
  Prescrizioni relative al Progetto Esecutivo 
  Prescrizioni nn. 1-3 
  Prescrizioni relative al Piano di utilizzo delle terre e  rocce  da
scavo (PUT) 
  Prescrizioni nn. 4-15 
  Amianto: prescrizioni nn. 16-26 
  Prescrizioni relative al quadro programmatico e progettuale 
  Prescrizioni nn. 27-40 
  Prescrizioni relative al quadro ambientale 
  Ambiente idrico: prescrizioni nn. 41-44 
  Suolo e sottosuolo: prescrizioni nn. 45-48 
  Rumore: prescrizione n. 49 
  Radiazioni non ionizzanti: prescrizione n. 50 
  Prescrizioni relative al PMA 
  Prescrizione n. 51 
  Rischio Amianto: prescrizioni nn. 52-54 
  Ambiente idrico: prescrizioni nn. 55-57 
  Rumore: prescrizioni nn. 58-60 
  Flora e Vegetazione: prescrizione n. 61 
  In generale: prescrizione n. 62 
 
  Prescrizioni relative alle mitigazioni e compensazioni ambientali 
  Prescrizioni nn. 63-70 
  Prescrizioni della Regione Piemonte 
  Imbocchi tunnels 
  Tutela dei beni paesaggistici: prescrizioni nn. 71-76 
  Val Clarea 
  Tutela dei beni paesaggistici: prescrizioni nn. 77-84 
  Area La Maddalena 
  Tutela dei beni paesaggistici: prescrizioni nn. 85-87 
  Piano di gestione ed utilizzo dei materiali di scavo 
  Prescrizioni nn. 88-93 
  Siti di deposito dello smarino 
  Prescrizioni nn. 94-95 
  Deposito di Torrazza Piemonte 
  Prescrizione n. 96 
  Tutela dei beni paesaggistici: prescrizione n. 97 
  Deposito Di Caprie 
  Prescrizioni nn. 98-99 
  Tratto dal ponte sulla Dora a imbocco tunnel di base 
  Tutela dei beni paesaggistici: prescrizioni nn. 100-104 
  Piana Di Susa 
  Aspetti Viabilistici e ferroviari: prescrizioni nn. 105-108 
  Studio di esercizio linea storica: prescrizioni nn. 109-110 
  Compatibilita' ambientale: prescrizione n. 111 
  Tutela dei beni paesaggistici: prescrizioni nn. 112-114 
  Svincolo di Chiomonte 
  Prescrizione n. 115 
  Sicurezza   per   la   progettazione   stradale   dello   svincolo:
prescrizioni nn. 116-118 
  Pianificazione territoriale e paesaggistica regionale: prescrizioni
nn. 119-120 
  Tutela dei beni paesaggistici: prescrizioni nn. 121-128 
  Autoporto S.I.T.A.F. nel Comune di San Didero 
  Tutela dei beni paesaggistici: prescrizione n. 129 
 
  Tutela della salute pubblica: 
  prescrizioni nn. 130-131 
  Pista di Guida Sicura 
  Prescrizione n. 132 
  Sicurezza idraulica: prescrizione n. 133 
  Tutela dei beni paesaggistici: prescrizioni nn. 134-136 
  Tutela faunistica: prescrizione n. 137 
  Pianificazione urbanistica: misure di salvaguardia  territoriale  e
urbanistica 
  Prescrizione n. 138 
  Sicurezza Idraulica 
  Prescrizioni nn. 139-141 
  Interventi forestali 
  Prescrizioni nn. 142-143 
  Beni paesaggistici 
  Nuova viabilita': prescrizioni nn. 144-146 
  Aree di cantiere: prescrizioni nn. 147-148 
  Rischio amianto 
  Sondaggi prospezione di scavo: prescrizione n. 149 
  Caratterizzazione marino e  classificazione  rifiuto:  prescrizioni
nn. 150-152 
  Radiazioni non ionizzanti 
  Prescrizioni nn. 153-154 
  Salute pubblica 
  Prescrizioni nn. 155-156 
  Valutazione d'incidenza SIC/ZPS 
  Prescrizioni nn. 157-159 
  Geotecnica 
  Monitoragqi Geotecnici: prescrizioni nn. 160-161 
  Sismicita' locale: prescrizioni nn. 162-164 
  Programma delle indagini: prescrizioni nn. 165-166 
  Carta del rischio sismico: prescrizioni nn. 167-171 
  Modelli geotecnica: prescrizioni nn. 172-173 
  Territorio rurale, attivita' agricole, fauna selvatica ed acquatica 
  Reticolo idrografico superficiale ad uso irriguo:  prescrizione  n.
174 
  Interventi  di  recupero,  di  mitigazione  e  di  riqualificazione
ambientale: prescrizioni nn. 175-177 
 
  Sottopasso faunistico: prescrizioni nn. 178-179 
  Barriere antirumore: prescrizioni nn. 180-181 
  Interventi  di  compensazione  a   seguito   dei   tagli   boschivi
(prescrizioni CIPE n. 7 - 45): 
  prescrizione n. 182 
  Monitoraggio ambientale del progetto in fase realizzativa 
  Prescrizione n.183 
  Amianto: prescrizione n. 183.1 
  Aria: prescrizione n. 183.2 
  Ambiente idrico: prescrizione n. 183.3 
  Inquinamento acustico: prescrizione n. 183.4 
  Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti: prescrizione n. 183.5 
  Funzionalita' ecologica e Valutazione d'Incidenza: prescrizione  n.
183.6 
  Accompagnamento  ambientale  del  progetto  in  fase  realizzativa:
prescrizione n. 184 
  Prescrizioni del Ministero dei beni e delle attivita'  culturali  e
del turismo 
  Per  quanto  attiene  alla  tutela  archeologica  e  alla  relativa
prevenzione del rischio 
  Prescrizioni nn. 185-189 
  Progetto di  ricollocazione  dell'Autoporto  della  Societa'  SITAF
S.p.A. 
  Prescrizioni nn. 190-193 
  Progetto di ricollocazione della pista Guida Sicura della  Societa'
CONSEPI S.p.A. 
  Prescrizioni nn. 194-196 
  Per quanto attiene alla tutela dei beni architettonici 
  Prescrizioni nn. 197-198 
  Per quanto attiene alla tutela paesaggistica 
  Prescrizioni nn. 199-211 
  Progetto di  ricollocazione  dell'Autoporto  della  Societa'  SITAF
S.p.A. 
  Prescrizioni nn. 212-215 
  Progetto di ricollocazione della pista Guida Sicura della  Societa'
CONSEPI S.p.A. 
  Prescrizioni nn. 216-219 
  Prescrizioni di carattere generale 
  Prescrizioni nn. 220-222 
  Progetto Definitivo del Lotto 2 dei lavori di  ristrutturazione  di
parte  del  Complesso  della  Caserma  Henry  da  destinare  a  Punto
informativo a Susa 
  Prescrizioni nn. 223-229 
 
  Per  la  tutela  archeologica  e   la   prevenzione   del   rischio
archeologico 
  Prescrizioni nn. 230-233 
  Prescrizioni della Commissione intergovernativa 
  Impianto di comunicazione denominato Sistema PUMA 
  Prescrizione n. 234 
  Altre prescrizioni 
  Studio di una ottimizzazione della cantierizzazione 
  Prescrizione n. 235 
  Prescrizioni  del  Ministero  dell'ambiente  e  della  tutela   del
territorio e del mare -Commissione tecnica di  verifica  dell'impatto
ambientale VIA e VAS (CTVIA) 
 
  Prescrizioni relative al progetto esecutivo 
  1) II progetto esecutivo dovra' essere redatto tenendo conto  degli
esiti della Verifica di Ottemperanza alla Delibera CIPE n. 57/2011. 
  2) Il Progetto  Esecutivo  dovra'  essere  trasmesso  al  Ministero
dell'ambiente  e  della  tutela  del  territorio  e  del   mare   che
provvedera' alla Verifica di Attuazione Fase 1 di quanto  prescritto,
prima dell'inizio dei lavori. 
  3) Il Progetto Esecutivo deve individuare una struttura tecnica che
possa garantire un adeguato "accompagnamento ambientale" del progetto
e della sua realizzazione, intervenendo sia su  aspetti  metodologici
(metodi di monitoraggio e di campionamento, scale di valutazione  dei
risultati) sia nel merito delle rilevazioni  condotte  (verifica  dei
dati, analisi delle anomalie, definizione  delle  azioni  correttive,
verifiche in campo), in analogia ad esperienze pregresse nelle  quali
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e
la Regione Piemonte  si  sono  avvalse  di  ARPA  Piemonte  per  tali
finalita'.  I  costi  per  il  funzionamento  di  tale  struttura  di
accompagnamento ambientale che dia supporto in campo e sul territorio
al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del  mare,
alla Regione e agli Enti Locali devono essere parte del costo globale
dell'opera, non  potendosi  fare  fronte  con  le  risorse  ordinarie
all'onere per una attivita' straordinaria e di cosi'  vasta  portata.
Alla luce di quanto sopra riportato,  si  propone  di  richiedere  la
messa  a  disposizione  di  adeguate  risorse  per  l'accompagnamento
ambientale del progetto da parte dell'Autorita'  competente  e  degli
Enti Locali. 
 
  Prescrizioni relative al Piano di utilizzo delle terre e  rocce  da
scavo (PUT) 
  4) Di verificare le previsioni del PUT con  riferimento  al  quadro
progettuale comprensivo di  tutti  gli  interventi  previsti  e  alla
rispondenza  alle  prescrizioni  relative  all'ottemperanza  e   alla
compatibilita' ambientale precedentemente formulate;  l'aggiornamento
del PUT, unitamente al  progetto  esecutivo  fase  1,  dovra'  essere
trasmesso  alla  CTVIA  per  la  necessaria   autorizzazione,   prima
dell'inizio dei lavori nei tempi e  nelle  modalita'  previsti  dalla
legge, in particolare: 
  a) riportare su una planimetria generale  la  localizzazione  delle
aree di cantiere, dei siti di deposito temporaneo  e  lo  schema  dei
flussi di movimentazione delle terre; 
  b) esplicitare  in  modo  completo  le  modalita'  di  definizione,
caratterizzazione  e  gestione  dei  rifiuti  e  dei   sottoprodotti,
indicando, in particolare, i siti di origine, deposito e destinazione
degli  stessi,  nonche'  le  modalita'   di   movimentazione   e   la
tracciabilita'; 
  c) ridefinire le volumetrie di scavo con l'esclusione di  qualunque
conferimento di materiale proveniente dalla galleria de La  Maddalena
(Cunicolo esplorativo); 
  d) dettagliare i volumi di materiale riutilizzato in sito, la  loro
localizzazione e le modalita' degli utilizzi previsti; 
  e) specificare e dettagliare se il campionamento sia effettuato  in
cumulo o su fronte di scavo o utilizzando entrambi gli approcci, e, a
seconda  delle  modalita'  di  campionamento   adottate,   ai   sensi
dell'allegato  8  decreto   ministeriale   n.   161/2012,   prevedere
allestimenti   e   adempimenti   specifici    per    le    aree    di
caratterizzazione; 
  f) aggiornare  il  bilancio  di  sintesi,  effettuato  per  singola
litologia, riportando la provenienza e la destinazione dei materiali,
ai fini di collegare le quantita' riportate  ai  rispettivi  siti  di
produzione e di utilizzo; 
  g) includere nella caratterizzazione ambientale i parametri:  BTEX,
IPA, PCB, PCD, PCDD e PCDF. 
  5) Di aggiornare e dettagliare il PUT nel rispetto dell'allegato  5
al decreto  ministeriale  n.  161/2012,  in  particolare  per  quanto
riguarda: 
  i. l'inquadramento territoriale; 
  ii. l'inquadramento geologico ed idrogeologico; 
  iii. la descrizione delle attivita' svolte nel sito; 
  iv. il piano di campionamento ed analisi. 
  6) Di prevedere nel PUT la condivisione con  ARPA  Piemonte  di  un
Piano  di  Accertamento  ex  articolo  5,  comma   4,   del   decreto
ministeriale n. 161/2012, ai fini della determinazione dei valori  di
fondo da assumere nel piano da eseguirsi, come previsto dalla  Norma,
in contraddittorio con l'Agenzia regionale. 
  7) Di  provvedere,  prima  dell'inizio  dei  lavori,  a  comunicare
all'Autorita' competente la nomina  del  responsabile  del  Piano  di
Utilizzo Terre e Rocce da scavo insieme alla comunicazione di  inizio
attivita'. 
  8) Di tener conto degli esiti del progetto  della  galleria  de  La
Maddalena,  indispensabili  rispetto  alle   valutazioni   ambientali
sull'intero progetto, verificate  anche  attraverso  il  Monitoraggio
ambientale attuato in  stretta  collaborazione  e  con  il  controllo
diretto di ARPA Piemonte. 
  9) Di provvedere, poiche' le valutazioni relative al Cunicolo  sono
state svolte in regime di decreto legislativo n.  152/2006,  ai  fini
del  riutilizzo,  a  presentare  la  caratterizzazione   del   marino
proveniente dal cunicolo  esplorativo  de  La  Maddalena,  prevedendo
l'analisi di tutti gli analiti e i rispettivi  limiti  ai  sensi  del
decreto  ministeriale  n.  161/2012  e  indicare  le   modalita'   di
gestione/deposito   temporaneo   /trasporto   /   tracciabilita'    /
destinazione  finale  dei  materiali  in  contraddittorio  con   ARPA
Piemonte. 
  10) In aggiunta ai campionamenti  gia'  effettuati,  di  realizzare
sondaggi  in  avanzamento  lungo  tutto  il  tracciato   nei   tratti
all'aperto, o di scavo a cielo aperto, a un intervallo  medio  <  500
metri, con riferimento alle specifiche  di  cui  all'Allegato  2  del
decreto  ministeriale  n.  161/2012,  al  fine   di   verificare   la
caratterizzazione litologica dei terreni attraversati. 
  11) In aggiunta ai sondaggi di cui al punto precedente,  realizzare
una  campagna  di  indagini  su   ulteriori   sondaggi   e   pozzetti
integrativi, su tutte le aree diverse  dal  tracciato  medesimo,  sia
come sito di scavo che di deposito, per le  aree  della  Stazione  di
Susa, Interporlo,  Guida  sicura  e  aree  di  cantiere  o  oltremodo
occupate dalle lavorazioni, con riferimento, per quantita',  campioni
e metodi di analisi,  alle  specifiche  di  cui  all'Allegato  2  del
decreto  ministeriale  n.  161/2012,  al  fine   di   verificare   la
caratterizzazione litologica dei terreni attraversati.. 
  12) Di provvedere a fornire per i siti  di  deposito  di  Caprie  e
Torrazza documenti attestanti la reale disponibilita'  giuridica  dei
siti ad accettare le volumetrie previste dal progetto e l'assenza  di
elementi ostativi sui siti  individuati  per  il  conferimento  dello
smarino, nonche' eventuali accordi e  autorizzazioni  previsti  dalla
norma vigente. 
  13) Di chiarire, per il sito di Caprie per il quale e'  gia'  stato
autorizzato un  progetto  di  recupero  naturalistico  connesso  alla
realizzazione  di  un  impianto  idroelettrico,  come   il   progetto
presentato da LTF si coordini con quanto gia' autorizzato. 
  14) Per il  sito  di  Torrazza,  risolvere  la  compatibilita'  tra
l'attuale destinazione di PRGC del Comune di  Torrazza  e  l'utilizzo
per lo stoccaggio definitivo delle terre da scavo.; inoltre,  poiche'
per questo sito era stato richiesto di evitare l'utilizzo delle  aree
caratterizzate da  ambienti  steppici,  saliceti  e  canneti  per  la
significativa presenza di anfibi e ornitofauna censita,  redigere  un
approfondimento progettuale che risolva tali criticita'. 
  15) Di  gestire  ai  sensi  del  decreto  legislativo  n.  152/2006
ss.mm.ii.  i  fanghi  derivanti  dai  processi   di   trattamento   e
valorizzazione  del  marino  risultato  idoneo  alla  produzione   di
aggregati per calcestruzzo. 
 
  Amianto 
  16) Aggiornare le tabelle relative alla quantita' dei materiali  da
scavo inclusi nelle classi Cl3a e Cl3b. 
  17) Provvedere alla gestione del rischio sanitario  correlato  alla
presenza di amianto anche  se  in  concentrazione  inferiore  a  1000
mg/kg, al fine di una corretta gestione del rischio sanitario,  vista
la potenziale destinazione del materiale a ripristini ambientali, per
concentrazioni sotto 1000 mg/kg (indicato dal decreto legislativo  n.
152/06 e ss.mm.ii. per la caratterizzazione dei rifiuti). 
  18) In rispetto alle prescrizioni di natura sanitaria,  nelle  zone
di taglio, provvedere  alla  valutazione  delle  fibre  liberabili  e
quindi dell'indice di rilascio (IR) ai sensi del decreto ministeriale
14  maggio  1996  il  cui  limite  e'  fissato  a  0.1  per  la   non
pericolosita' del materiale (decreto ministeriale 14  maggio  1996  -
All. 4B), da  determinarsi  con  analisi  in  SEM/EDS  della  polvere
prodotta  dalla  macinazione   totale   del   campione   (valore   di
concentrazione in peso dell'amianto totale espresso in ppm). 
  19) Valutare in via preventiva la misura  media  del  contenuto  di
fibre "liberabili" dal materiale e quindi l'indice di  rilascio  (IR<
0,1) ai sensi del decreto ministeriale 14 maggio 1996, anche ai  fini
dell'ammissibilita' dei rifiuti contenenti amianto  in  discarica  ai
sensi del decreto ministeriale 27 settembre 2010. 
  20) Coordinare tutti  i  documenti  relativi  al  rischio  amianto,
compreso il Piano di sicurezza  e  coordinamento,  con  le  procedure
previste  per   la   gestione   del   rischio   amianto   all'interno
dell'apposito Protocollo Operativo. 
  21) Poiche' e' possibile che nelle tratte in cui ci possano  essere
porzioni con un indice di rilascio >0,1, di collegare la gestione del
materiale come Cl3a al valore dell'IR e  di  svolgere  l'analisi  sul
campione tal quale e non solo  sul  passante  a  2  cm.  Inoltre,  si
prescrive la valutazione dell'IR anche  ai  fini  dell'ammissibilita'
dei rifiuti contenenti amianto in  discarica  ai  sensi  del  decreto
ministeriale 27 settembre 2010; infine, con riferimento al decreto 29
luglio 2004, n. 248,  si  prescrive  di  verificare  il  destino  del
materiale con IR superiore a 0,1, poiche' solo  i  materiali  con  IR
inferiore a 0,6 possono essere comunque  inviati  in  discariche  per
rifiuti non pericolosi. 
  22) Valutare il contenuto di amianto su ogni  singolo  campione  da
inviare al laboratorio  dettagliando  le  procedure  operative  della
campagna di campionamento con riferimento alle differenti  condizioni
operative (livello di rischio amianto, tecnica di scavo, etc.). 
  23) Per quanto riguarda il secondo ambito operativo  corrispondente
al tratto successivo ai primi 400 m  del  Tunnel,  di  esplicitare  e
dettagliare: 
  a) modalita' di gestione dei materiali previste, in particolare nei
tratti nei quali la procedura si applica per i settori con livello di
rischio R0-R1 scavati con tecnica TBM, prevedendo l'ispezione  di  un
geologo sul fronte scavo; 
  b) le modalita' di attivazione in caso di  passaggio  a  condizioni
R2-R3, inclusi i richiami alle previsioni del  PUT,  del  PMA  e  del
Piano di sicurezza e coordinamento per tale condizione; 
  c) le procedure previste per il caso  in  cui  siano  "riconosciuti
materiali amiantiferi"; 
  d) le modalita'  di  gestione  di  tutto  il  materiale  scavato  e
riconosciuto come.rifiuto pericoloso. 
  24) Nel caso in cui si dovesse verificare che  un  campione  mostri
valori di concentrazione degli inquinanti  ricercati  superiori  alle
CSC di cui alla tabella 1,  colonna  B  (siti  a  destinazione  d'uso
"commerciale, industriale ed artigianale"), allegato 5, parte quarta,
Titolo V del decreto legislativo n. 152/2006, il  materiale  presente
nella relativa piazzola, che debba  essere  gestito  univocamente  in
ambito normativo di rifiuto (ai sensi della Parte Quarta del  decreto
legislativo  n.  152/2006)  in  quanto  non  risulta  verificata   la
condizione  di  cui  all'art.  4,  co.  1,  lettera  d)  del  decreto
ministeriale n. 161/2012. 
  25) Poiche' l'allegato 4 sub allegato 1 al decreto  ministeriale  5
febbraio 1998, individua una quantita' massima annuale pari a 150.000
tonnellate, che nell'ambito complessivo di tutte le opere  non  siano
superati tali limiti; in particolare, il Proponente,  a  conferma  di
cio', provvedera' a presentare  al  31  dicembre  di  ogni  anno,  un
bilancio da condividere con ARPA quale attestazione di riutilizzo. 
  26)  Che  il  materiale  che,  a  seguito  della  caratterizzazione
ambientale, non dovesse essere compatibile con le condizioni definite
dal decreto ministeriale n. 161/2012 e che presenti concentrazioni di
amianto superiori ai limiti di legge, debba essere gestito in accordo
con quanto previsto dalla normativa rifiuti valutando tra le seguenti
possibilita' di destinazione: 
  a)  destinazione  a  impianto  di  trattamento  e  recupero  se  il
materiale risponde ai requisiti del decreto ministeriale  5  febbraio
1998 e  s.m.i.,  e  risulti  idoneo  all'impiego  come  materiale  da
costruzione in funzione delle  disposizione  della  RP  112  e  della
RP122. Questo materiale potra' pertanto essere  utilizzato  presso  i
siti di destinazione o per la realizzazione di rilevati ai sensi  del
punto 7.31-bis dell'allegato 1 del decreto  ministeriale  5  febbraio
1998 e s.m.i., 
  b)  destinazione  a  impianto  di  trattamento  e  recupero  se  il
materiale risponde ai requisiti del decreto ministeriale  5  febbraio
1998 e  s.m.i.,  e  risulti  idoneo  all'impiego  come  materiale  da
costruzione in funzione delle  disposizione  della  RP  112  e  della
RP122. Questo materiale potra' pertanto essere  utilizzato  presso  i
siti di destinazione o per la realizzazione di rilevati ai sensi  del
punto 7.31-bis dell'allegato 1 del decreto  ministeriale  5  febbraio
1998 e s. m . i.. 
 
  Prescrizioni relative al quadro programmatico e progettuale 
  27) Presentare un  nuovo  progetto,  ai  sensi  dell'art.  167  del
decreto legislativo n. 163/2006, per l'interferenza  del  sito  Guida
Sicura previsto nel Comune di Avigliana, rilocalizzandolo altrove  in
modo  da  migliorarne  l'inserimento  ambientale,   paesaggistico   e
socio-territoriale. 
  28) Presentare un nuovo progetto per il ponte ad arco in  struttura
metallica  sulla  Dora,  in   modo   da   migliorarne   l'inserimento
paesaggistico e la qualita' architettonica. 
  29) Presentare un nuovo progetto per i ponti strailati  sulla  Dora
di accesso all'Autoporto  di  San  Didero,  in  modo  da  migliorarne
l'inserimento paesaggistico e la qualita' architettonica. 
  30) Aggiornare l'elenco dei mezzi d'opera omologati  rispetto  alle
migliori tecnologie possibili presenti sul mercato relativamente alle
componenti  di  emissioni  atmosferiche  e  rumore  e  ai  limiti  di
emissione stabiliti dalle piu' recenti norme nazionali e comunitarie. 
  31) Adottare un Sistema di Gestione Ambientale dei  cantieri  entro
l'inizio dei lavori secondo i criteri di cui  alla  ISO  14001  o  al
Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001). 
  32) Acquisire in via preventiva e prima della fase di progettazione
esecutiva, l'autorizzazione da  parte  del  Consiglio  superiore  dei
lavori pubblici per le deroghe al  decreto  ministeriale  5  novembre
2001 n. 6792 s.m.i., al decreto ministeriale  19  aprile  2006  e  al
decreto  legislativo  n.   35/2011   relativamente   all'ipotesi   di
realizzare lo svincolo di' Chiomonte in via definitiva e  di  aprirlo
al traffico ordinario, viste le criticita' evidenziate rispetto  alla
normativa vigente in materia di sicurezza e di requisiti progettuali,
e, in caso di non ottenimento di questa, stralciare  il  progetto  in
quanto non a norma. 
  33) Qualora  vengano  superate  le  criticita'  tecnico-progettuali
relative allo svincolo di  Chiomonte  quale  opera  definitiva  e  di
aprirlo al traffico ordinario,  progettare  le  strutture  del  nuovo
svincolo    ponendo    particolare    attenzione    alla     qualita'
architettonico-costruttiva  e   all'inserimento   paesaggistico   dei
manufatti anche in rapporto al viadotto esistente della A32, ai sensi
dell'articolo 167 del decreto legislativo n. 163/2006. 
  34) Relativamente alla viabilita' della Piana di Susa, approfondire
gli studi progettuali relativi all'analisi della  compatibilita'  dei
traffici merci  aggiuntivi  indotti  dal  trasporto  ferroviario  del
marino, con la capacita' della linea  storica  e  con  i  carichi  di
traffico merci e passeggeri nei vari scenari temporali indicando, nel
caso in cui risultino  incompatibilita'  anche  parziali,  le  misure
previste per la soluzione del problema. 
  35) Redigere una valutazione modellistica, relativa  alla  fase  di
esercizio, nella quale si descrivano le possibili  aree  di  ricaduta
interessate dalla fuoriuscita di fumi generati  in  occasione  di  un
evento incidentale all'interno del tunnel, soprattutto  nel  caso  di
emissioni a ridosso delle aree abitate. 
  36) Poiche'  l'accessibilita'  al  tunnel  di  ventilazione  dovra'
essere garantita permanentemente, sia per operazioni di  manutenzione
straordinaria che per motivi di emergenza,  definire  attraverso  uno
studio specifico le misure e/o gli interventi necessari  per  ridurre
al minimo il rischio d'interazione  delle  masse  valanghive  con  la
viabilita' d'accesso. 
  37)   Aggiornare   tutta   la   cantierizzazione   tenendo    conto
dell'aggiornamento al Piano di. utilizzo delle  terre  ai  sensi  del
D:M. 161/2012. 
  38) in merito ai fenomeni valanghivi,  prevedere  che  la  porzione
nord-occidentale dell'area di cantiere situata nella  zona  Clarea  -
Cenischia non sia interessata da opere  di  cantierizzazione  ad  uso
abitativo o tecnico-funzionale con presenza permanente di persone nel
periodo invernale o primaverile. 
  39) Dettagliare in maniera puntuale eventuali  misure  e  opere  di
salvaguardia rispetto al rischio idrogeologico per tutte le  aree  di
cantiere e per la Piana di Susa e la Piana di Bussoleno anche per  la
fase di esercizio. 
  40) Dettagliare maggiormente lo studio di  analisi  preliminare  di
rischio presentato. 
 
  Prescrizioni relative al quadro ambientale 
  Ambiente idrico 
  41)  Con  riferimento   all'analisi   delle   normative   esistenti
riguardanti l'ambiente idrico superficiale, tener conto: 
  a) della normativa a livello europeo, la Direttiva  2013/39/CE  che
introduce modifiche  alle  Direttive  2000/60/CE  e  2008/105/CE  per
quanto riguarda le sostanze prioritarie nel  settore  della  politica
delle acque; 
  b)  delle  norme  nazionali,  il  decreto  legislativo  n.  49/2010
Attuazione della Direttiva 2007/60/CEE relativa  alla  valutazione  e
alla gestione dei rischi di  alluvioni  e  il  D.M.  56/2009  Criteri
tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici. 
  42) Inserire un  quadro  informativo  esauriente  sulle  principali
criticita' relative alle dinamiche torrentizie e fluviali e ai rischi
di esondazione. 
  43) Al fine di migliorare  il  grado  d'affidabilita'  del  modello
idrogeologico e delle previsioni dei possibili impatti e delle misure
di   mitigazione,   attuare:   un   approfondimento   degli   aspetti
idrogeologici  e  l'affinamento  della  ricostruzione   del   modello
idrogeologico  di  riferimento,  al   fine   di   una   ricostruzione
attendibile delle caratteristiche litostratigrafiche,  geotecniche  e
idrodinamiche dei terreni attraversati e delle  problematiche  attese
durante le operazioni di scavo. 
  44) Riguardo al potenziale "effetto diga" causato dall'interferenza
delle opere in sotterraneo nella Val Cenischia  con  la  circolazione
idrica sotterranea,  valutare,  per  i  settori  del  tracciato  piu'
critici,  la  possibilita'   di   una   modellazione   di   dettaglio
dell'effetto barriera con una stima degli  eventuali  innalzamenti  a
monte e abbassamento a  valle  in  corso  d'opera,  specificando  gli
interventi di mitigazione previsti per garantire la  continuita'  del
flusso e il riequilibrio della falda  (sistema  di  drenaggio,  pozzi
ecc.). 
 
  Suolo e sottosuolo: si prescrive: 
  45) ai fini della fase di progettazione esecutiva delle opere, di: 
  a) approfondire per i siti della stazione internazionale  di  Susa,
della  zona  Autoporto  da'   Susa,   degli   attraversamenti   linea
ferroviaria fiume Dora presso Susa e nella zona dell'innesto al  nodo
ferroviario di Bussoleno, per le due aree di  deposito  definitivo  e
per le altre aree di cantiere,  la  valutazione  della  pericolosita'
sismica locale e le azioni sismiche da utilizzare nelle verifiche  di
progetto  previste  dalle  norme  vigenti  in  materia,  mediante  la
predisposizione di specifiche indagini geognostiche e geofisiche  e/o
l'integrazione di quelle gia' previste nel programma d'indagini  gia'
definito e in parte realizzato; 
  b) aggiornare la cartografia del rischio  sismico  prodotta  (Carta
della Pericolosita' Sismica per le aree interessate  dal  progetto  e
per i siti di deposito, redatta in scala 1.25.000) con l'elaborazione
di cartografie di dettaglio (scala minima 1:10.000)  redatte  secondo
gli "Indirizzi  e  criteri  per  la  microzonazione  sismica"  (ICMS)
approvati il 13 novembre 2008 dalla Conferenza delle Regioni e  delle
Province autonome e successivi aggiornamenti. 
  46) Poiche' la ricostruzione dell'assetto geologico  -  strutturale
del settore attraversato dal Tunnel d'Interconnessione  Bussoleno  ha
evidenziato la possibilita' che lo scavo delle tratte d'imbocco delle
gallerie di interconnessione,  caratterizzate  da  coperture  ridotte
inferiori a 15-20 m, avvenga in condizioni di fronte misto (roccia  /
terreni sciolti), per la possibilita' d'intercettare  alla  quota  di
scavo depositi sciolti di origine glaciali di riempimento  di  canali
d'erosione, con spessore non ben  definito,  e  la  presenza  di  uno
strato di alterazione profonda dell'ammasso roccioso per almeno 2 - 3
m, con possibili fenomeni di cedimenti  in  superficie  (fornelli)  e
data la mancanza di  dati  geologici,  geomeccanici  e  idrogeologici
specificatamente  prodotti  per  la  progettazione   della   galleria
d'interconnessione, di redigere: 
  a)    un    approfondimento    delle    conoscenze     dell'assetto
litostratigrafico e idrogeologico e delle caratteristiche geotecniche
dei terreni,  mediante  la  predisposizione  di  indagini  sia  dalla
superficie sia durante le operazioni di scavo in avanzamento, al fine
di individuare i tratti con condizioni geologiche - geotecniche  piu'
critiche e di limitare i rischi di  cedimenti  in  superficie  dovuti
allo scavo in condizioni di fronte misto o in rocce molto alterate; 
  b) l'installazione di un adeguato  sistema  di  monitoraggio  degli
abbassamenti del terreno e  delle  deformazioni  che  possono  subire
"recettori   sensibili",   edifici   e   infrastrutture   varie,   in
interferenza con le attivita' di scavo delle gallerie. 
  47) Poiche' nelle aree d'imbocco  della  Galleria  di  ventilazione
Clarea, dell'imbocco est del Tunnel  di  Base  di  Mompantero  e  del
Tunnel  d'interconnessione,   sono   state   individuate   condizioni
geologiche strutturali e  morfologiche  che  determinano  un  elevato
rischio di caduta massi e crollo di porzioni di roccia per le aree di
cantiere e gli imbocchi e poiche' i fenomeni d'instabilita' impongono
l'adozione di adeguati interventi di stabilizzazione e consolidamento
dei versanti rocciosi e la predisposizione di sistemi di monitoraggio
geotecnico.per la riduzione del rischio e la messa in sicurezza delle
aree, anche attraverso simulazioni numeriche con  appositi  programmi
di calcolo e di verifiche di stabilita' globale, che: 
  a) siano chiariti i motivi per cui nelle simulazioni effettuate  e'
  stato assunto un volume dei blocchi paria 1 m3 per quanto  riguarda
  le  dimensioni  dei  blocchi  o  massi  distaccati  rilevati  nelle
  indagini geostrutturali, mediamente molto maggiore (anche superiore
  ai 100 m3 ); 
  b) sia eseguita, oltre alle simulazioni numeriche gia'  effettuate,
anche una verifica di stabilita' ante  operam,  per  meglio  definire
l'evoluzione dei fenomeni d'instabilita' nel versante e gli eventuali
interventi di consolidamento e messa in sicurezza dell'area; 
  c) venga  predisposto  un  apposito  sistema  di  monitoraggio  dei
movimenti gravitativi e dell'eventuale falda  presente  nell'accumulo
detritico e di frana, analogamente a quanto  gia'  predisposto  e  in
atto nel versante dell'imbocco della galleria de La Maddalena,  anche
per  gli  imbocchi  degli  altri  siti  (Tunnel  di  Base,   galleria
Ventilazione Val Clarea, Tunnel interconnessione); 
  d) vengano  estesi  lo  studio  e  le  verifiche  di  pericolosita'
valanghiva  e  rischio  frane  anche  alle  aree  attraversate  dalla
viabilita' di servizio, individuando le misure e  gli  interventi  da
adottare a protezione delle stesse al fine di garantire l'accesso  al
cantiere in condizione di sicurezza per attivita' di  manutenzione  o
altro. 
  48) Verificare l'area interessata dagli imbocchi  e  dagli  edifici
tecnici della discenderia di ventilazione della  Galleria  Clarea  in
quanto e' soggetta a fenomeni  di  attivita'  di  versante  (frane  e
valanghe). 
 
  Rumore 
  49) Con riferimento alla concorsualita', integrare lo studio  degli
impatti sulla componente tenendo conto dei seguenti aspetti: 
  a) per i progetti di infrastrutture di trasporto lineari soggetti a
VIA,  relativamente  alla  presa  in  considerazione  degli   aspetti
connessi alla concorsualita' con altre infrastrutture  di  trasporto,
il riferimento da prendere in considerazione e'  il  documento  ISPRA
"Nota  tecnica  in  merito  alle  problematiche   dei   progetti   di
infrastrutture di trasporto lineari soggetti a VIA relativamente alla
presa in considerazione degli aspetti  connessi  alla  concorsualita'
con altre infrastrutture di trasporto"; 
  b) per i progetti di infrastrutture di trasporto lineari soggetti a
VIA,  relativamente  alla  presa  in  considerazione  degli   aspetti
connessi alla concorsualita' con altre infrastrutture  di  trasporto,
il riferimento da prendere in considerazione e'  il  documento  ISPRA
"Nota  tecnica  in  merito  alle  problematiche   dei   progetti   di
infrastrutture di trasporto lineari soggetti a VIA relativamente alla
presa in considerazione degli aspetti  connessi  alla  concorsualita'
con altre infrastrutture di trasporto". 
 
  Radiazioni non ionizzanti 
  50)  Per  i  recettori  RT13,  RT16,  RT17,   RT28,   valutare   la
possibilita' di mantenere la massima distanza possibile  (sulla  base
delle caratteristiche della sede stradale' in cui verranno effettuati
gli scavi per la posa del cavidotto) tra l'elettrodotto e i recettori
stessi. 
 
  Prescrizioni relative al Piano di monitoraggio ambientale (PMA) 
  51)  Aggiornare  il  PMA  secondo  le  integrazioni  introdotte  al
progetto definitivo, ampliando e integrando il Piano di  monitoraggio
della  rete  di  rilevamento  proposta,  per  tutte   le   componenti
considerate (Atmosfera, Ambiente idrico superficiale  e  sotterraneo.
Vegetazione  e  Flora,  Fauna,  Rumore,  Virazioni,  Radiazioni   non
ionizzanti,  Paesaggio.   Ambiente   sociale,   Amianto,   Radiazioni
ionizzanti), nelle fasi  ante  operam,  in  itinere  e  post  operam,
revisionando  i  ricettori,  le  modalita'  di   rilevamento   e   di
restituzione dati, nonche' la durata e la  frequenza,  in  accordo  e
sotto la supervisione di ARPA Piemonte, redigendo un unico documento,
al  fine  di  verificare  l'efficacia  delle  misure  di  mitigazione
previste dal progetto, anche secondo le indicazioni seguenti. 
 
  Rischio Amianto 
  52) Eseguire i sondaggi prospezione di scavo: durante  le  fasi  di
scavo di ogni  "tratta"  dovra'  essere  effettuata  l'esecuzione  di
sondaggi in prospezione sul fronte di avanzamento. Per ogni sondaggio
effettuato sul fronte di scavo, e' necessario che venga  fornita  una
descrizione   dettagliata   della   matrice   e   dei   clasti   piu'
rappresentativi, indicando l'eventuale presenza di pietre verdi e  il
criterio di prelievo del sub campione sul quale viene  effettuata  la
ricerca dell'amianto. Per  la  determinazione  degli  amianti  dovra'
essere effettuata un'a nalisi e' di tipo qualitativo. La metodica  da
prevedere e': Microscopia ottica in Contrasto di  Fase-tecnica  della
dispersione cromatica  (MOCF  -  DC)  (Cfr.  decreto  ministeriale  6
settembre 1994 all. 3). 
  53) Caratterizzazione marino e classificazione rifiuto: deve essere
effettuata  l'analisi  "quantitativa"  del  campione   "tal   quale",
utilizzando qualsiasi metodo il cui  limite  di  quantificazione  sia
inferiore  a  0,1%,  secondo  le  tecniche   indicate   nel   decreto
ministeriale  6  settembre  1994  -  all.  1,  a  cui  sia  associata
eventualmente una procedura di arricchimento; 
  91. per lo smarino definito "Cl3a": 
  • deve essere prevista la gestione del rischio sanitario  correlato
alla presenza di  amianto,  anche  con  concentrazioni  inferiori  al
limite di 1000 mg/kg (0,1%), nell'applicazione della "normale pratica
industriale".  Pertanto,  devono  essere  adottate   le   precauzioni
previste dalla vigente normativa; 
  • deve essere prevista la gestione del rischio sanitario  correlato
alla presenza di  amianto,  anche  con  concentrazioni  inferiori  al
limite di 1000 mg/kg  (0,1%),  per  tutti  i  materiali  che  vengono
impiegati per la realizzazione di rilevati, opere di  attraversamento
e ripristino ambientale; 
  • con riferimento all'articolo 1' della legge  n.  257i1992,  "Sono
vieuate    l'estrazione,    l'importazione,    l'esportazione,     la
commercializzazione e  la  produzione  di  amianto,  di  prodotti  di
amianto o di prodotti contenenti amianto". I materiali di classe Cl3a
possono essere destinati alla produzione di "inerti per calcestruzzi"
solo se esenti da amianto; 
  • i materiali in classe "Cl3a" in concentrazione inferiore  a  1000
mg/kg siano ricollocati in situ, con messa in sicurezza permanente. 
  54) Condizioni operative in presenza di amianto: 
  - il "sistema di compartimentazione" descritto deve essere attivato
per tutte le tratte in cui viene riscontrata la presenza  di  "pietre
verdi con potenziale presenza di amianto - RA2"; 
  - deve essere prodotto un "protocollo  operativo"  da  adottare  in
caso di pietre verdi al fronte di scavo; 
  - il concetto di  quantita'  di  amianto  "elevate",  riportato  in
diversi documenti, essendo privo di riferimenti  normativi  non  puo'
essere considerato un'indicazione utile, ai fini della  progettazione
degli interventi. 
 
  PMA Amianto 
  - i punti di  monitoraggio  indicati  devono  essere  confermati  a
seguito di sopralluogo congiunto con Arpa Piemonte; 
  - per tutte le tratte di scavo devono essere adottate le "frequenze
di campionamento" e le "soglie di riferimento" indicate nella tabella
sottostante: 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Al superamento della soglia d'intervento devono  essere  interrotte
tutte le attivita' di cantiere (cfr.  punto  96  -  delibera  UDE  n.
57/2011) e devono essere adottate tutte  le  procedure  indicate  dal
decreto ministeriale 6 settembre 1994, cap.5, punto 11). 
 
  Ambiente idrico 
  55)  Prevedere  il  monitoraggio   delle   acque   superficiali   e
sotterranee nel rispetto della Direttiva 2000/60/CE e  s.m.i.  e  del
D.M. 56/2009. 
  56) Nel Piano di monitoraggio in itinere: 
  a) considerare la funzione di  "controllo  in  tempo  reale"  delle
eventuali modificazioni della qualita' delle acque  fluviali  indotte
dalla presenza dei cantieri  (intorbidimento,  scarichi  accidentali,
ecc.), sulla base dei  parametri  fisici  e  chimico-fisici  di  base
(temperatura. PH, conducibilita', 02 disciolto, torbidita', ecc.); 
  b) individuare alcune sezioni strategiche  di  controllo  lungo  il
reticolo idrico superficiale interessato dalla presenza dei cantieri,
in modo da avere tempestiva segnalazione sugli effetti  provocati  da
scarichi imprevisti, sulla loro natura e origine e mettere in atto le
misure necessarie o comunque procedere con gli  opportuni  interventi
di mitigazione; 
  c) redigere l'elenco dei  corpi  idrici  recettori  degli  scarichi
provenienti dai vari cantieri e l'ubicazione del punto di scarico; 
  d) approfondire i dettagli tecnici sugli  impianti  di  depurazione
previsti, in termini di: 
  i. portate e qualita' delle acque da trattare; 
  ii punti di recapito finale; modalita' di riutilizzo delle acque; 
  e) redigere una tabella riassuntiva che  descriva  il  piano  delle
indagini,  suddiviso  per  fasi,  con  l'elenco  dei   parametri   da
determinare, con le relative frequenze  di  campionamento  e  misura,
ecc.; 
  f) far riferimento ai criteri e ai  metodi  contenuti  nei  decreti
applicativi del decreto legislativo  n.  152/2006,  il  D.M.  56/2009
(Protocolli di  monitoraggio)  e  il  decreto  ministeriale  260/2010
(decreto "Classificazione"), tra cui la metodologia denominata IDRAIM
(sistema IDRomorfologico di valutazione. Analisi e  Monitoraggio  dei
corsi  d'acqua)  e  nuovi  indici  da   applicare   ai   fini   della
caratterizzazione idromorfologica di un corso d'acqua (IQM  -  Indice
di Qualita' Morfologica, IQMm - Indice di  monitoraggio  morfologico,
ecc.). 
  57) relativamente al nuovo ponte sulla Dora Riparia a Susa, attuare
ulteriori azioni e procedure consistenti nell'attuazione di: 
  a) un monitoraggio visivo: nel caso in cui il monitoraggio  indichi
la presenza di anomalie in termini di assetto dell'alveo,  si  dovra'
procedere con un rilievo  di  dettaglio  delle  condizioni  rilevate,
mediante strumentazione topografica e all'attivazione delle procedure
di intervento, in funzione della gravita' della situazione; 
  b) un monitoraggio  topografico:  al  termine  dell'esecuzione  dei
lavori dovra' essere prodotto un rilievo delle condizioni  dell'alveo
da utilizzare quale "lettura di zero" per le successive verifiche; 
  c) un'attivita' di manutenzione: in base al suddetto confronto  tra
rilievi eseguiti  in  tempi  differenti  si  potra'  determinare  una
variazione dell'area utile al deflusso o analogamente una  stima  del
volume depositato. Se tale volume risultera' inferiore  a  10.000  m3
(innalzamento medio 60-70 cm) non sara' necessario  intervenire;  con
variazioni superiori sara' necessario provvedere alla definizione  di
un intervento  che  potra'  comportare  anche  la  movimentazione  di
materiale in alveo e/o la sua  asportazione.  Inoltre  per  tutto  il
tratto monitorato occorre procedere comunque  almeno  volta  all'anno
allo sfalcio della vegetazione in modo da non consentire la  crescita
di piante ad alto fusto. 
 
  Rumore 
  58) Prevedere  il  monitoraggio  ambientale  degli  effetti/impatti
cumulativi sia in fase di cantiere che in fase di esercizio  rispetto
alle infrastrutture viarie e  ferroviarie  e  ad  altre  sorgenti  di
rumore esistenti'. 
  59) Inserire anche i recettori R654  e  R632,  per  i  quali  viene
stimato un differenziale notturno compreso tra 1,5 e 3  dB,  prossimo
quindi al valore  limite  applicabile,  prevedendo  una  campagna  di
rilevamenti  fonometrici  almeno   nelle   condizioni   peggiori   di
rumorosita'  per  verificare  che  venga   rispettato   il   criterio
differenziale, e in caso di mancato rispetto,  l'adozione  di  azioni
correttive opportune. 
  60) Riportare in una tabella, per ogni  ricettore,  il  livello  di
immissione e quello  di  emissione  stimati  e  il  confronto  con  i
corrispondenti valori limite. 
 
  Flora e Vegetazione 
  61)   Prevedere   l'aggiornamento   dei    rilievi    vegetazionali
rappresentativi del tratto di Val di Susa, in quanto trattasi  di  un
territorio particolarmente eterogeneo per quanto riguarda gli aspetti
microclimatici e vegetazionali, assai rilevante dal  punto  di  vista
floristico e fitogeografico e redigere elenchi di specie completi. 
 
  In generale si prescrive di 
  62) provvedere, qualora necessario  in  funzione  degli  esiti  del
monitoraggio, a individuare ulteriori interventi  di  mitigazione  ai
fini di minimizzare gli impatti residuali. 
 
  Prescrizioni relative alle mitigazioni e compensazioni ambientali 
  63) Attuare il Piano delle compensazioni e mitigazioni  ambientali,
il cui importo non potra' superare il 2 per cento  dell'intero  costo
dell'opera, nel rispetto dei caratteri fondamentali  del  progetto  e
dei suoi presupposti tecnici  ed  economici.  In  particolare  dovra'
essere approfondito e dettagliato  il  Piano  delle  compensazioni  e
mitigazioni ambientali affrontando  le  problematiche  relative  alle
criticita' ambientali, alle sensibilita'  territoriali  e  sociali  e
alle aree tutelate Natura 2000, indotte  dalla  Nova  infrastruttura,
come segue: 
  a) garantendo, oltre a quanto gia' proposto,  la  permanenza  e  la
tutela  delle  matrici  ambientali   ed   ecosistemiche   che   hanno
determinato il riconoscimento e l'istituzione delle aree vincolate ai
sensi   della   Direttiva   92/43/CEE,    attraverso    i    seguenti
approfondimenti: 
  i. l'analisi  degli  impatti  sulla  fauna  presente  nell'area  di
studio, anche in seguito all'alterazione degli habitat di specie; 
  ii. il monitoraggio di habitat e specie al fine  di  completare  le
cartografie e le schede dei formulari standard; 
  iii.  la  stesura  di  Piani  d'Azione  per  specie  di   interesse
conservazionistico; 
  iv. inserire il progetto del piano di ripristino dell'habitat  6510
comprendente la manutenzione necessaria per la buona  riuscita  degli
interventi; 
  v. elaborare studi e aggiornamenti dei rilievi sugli habitat  e  le
specie, in particolar modo per  quanto  riguarda  gli  habitat  e  le
specie prioritari, al fine di redigere  l'aggiornamento  della  Carta
degli  habitat,  con  particolare  attenzione  rispetto   all'habitat
prioritario 6210*; 
  vi. prevedere opportuni progetti di mitigazione ambientale in  base
alle sensibilita' riscontrate nell'analisi degli effetti sinergici' e
cumulativi durante la fase di cantiere; 
  vii predisporre uno studio che approfondisca e rilevi  la  presenza
di specie nidificanti nei pressi delle aree di cantiere - imbocco est
tunnel di base -al fine di evitare  possibili  interferenze  rispetto
alle aree di nidificazione (in particolare  rispetto  al  Caprimulgus
aeropeus) ricercandone la presenza e la distribuzione in  un  intorno
significativo onde valutare l'entita'  di  un  eventuale  spostamento
dell'habitat riproduttivo. 
  b) sviluppando progetti di implementazione e deframmentazione della
connettivita' ecologica, ponendo particolare cura  nella  scelta  dei
punti  dove  inserire  i  passaggi  faunistici,  indispensabili   per
mitigare l'effetto barriera prodotto dall'infrastruttura, e alla loro
progettazione e realizzazione; 
  c) migliorare il progetto del  sottopasso  faunistico  previsto  al
fine di  evitare  l'interferenza  con  il  canale  di  scarico  della
piattaforma ferroviaria; 
  d)  sviluppando  adeguati  interventi  d'inserimento  paesaggistico
della viabilita' locale interessata e delle opere d'arte principali e
secondarie dell'infrastruttura, ponendo particolare  attenzione  alla
qualita'  architettonica  dei   manufatti,   comprese   le   barriere
acustiche, gli imbocchi delle gallerie, le aree tecniche, ecc.; 
  e) mitigando gli impatti di  tutti  i'  progetti  sulla  componente
paesaggio, in particolare  relativamente  agli  interventi  dell'area
della Piana di Susa e di Bussoleno, dell'autoporto a San Didero,  del
recupero ambientale delle cave e dei  siti  di  deposito  definitivo,
attraverso progetti a valenza prioritariamente ecologica e ambientale
in  un  nuovo  sistema  di  relazioni  che  promuova   una   maggiore
integrazione fra gli-  elementi  dell'ecomosaico  (elementi  biotici,
abiotici e antropici); 
  f)  rafforzando  i  servizi   ecosistemici   del   territorio   che
comprendono l'approvigionamento idrico, la  purificazione  dell'aria,
il  riciclo  naturale  dei  rifiuti,   la   formazione   del   suolo,
l'impollinazione e altri meccanismi regolatori  naturali,  attraverso
la  realizzazione  di  interventi  che  privilegino  l'aumento  della
biodiversita'  quali:  prati  fioriti,  fasce  arbustive  e   arboree
ecotonali, ripe boscate, ecc.; 
  g) rielaborando il progetto dell'Agriparco  attraverso  un  disegno
che integri maggiormente gli elementi progettuali  proposti,  con  il
contesto paesaggistico e territoriale di  riferimento  e  tenendo  in
considerazione: 
  i  principi  dell'agroecologia,  in  base  ai  quali   le   quattro
caratteristiche tipiche degli agrosistemi (produttivita', stabilita',
sostenibilita' ed equita') vengono  concepite  come  interconnesse  e
parti integranti dell'agrosistema; 
  coniugando le  esigenze  legate  alla  connettivita'  ecologica  ed
ecosistemica con spazi dedicati alle attivita'  agricole  (in  questo
modo i principi dell'agricoltura convivono attraverso la sostituzione
degi input esterni con i  processi  che  naturalmente  alimentano  un
agroecosistema: la fertilita' del suolo  ed  il  controllo  biologico
delle specie che vi coabitano, ecc.); 
  h) risolvendo tutte le interferenze della nuova infrastruttura  con
eventuali sottoservizi attraverso progetti di ripristino dello  stato
dei luoghi. 
  64) Per quanto riguarda il ripristino della vegetazione, prevedere: 
  a) l'impiego  di  specie  appartenenti  alle  serie  autoctone,  la
raccolta in loco di materiale per la  propagazione  (sementi,  talee,
ecc., al fine di' rispettare la diversita' biologica) e di  materiale
vivaistico proveniente  da  vivai  specializzati  che  ne  assicurino
l'idoneita' all'uso; 
  b) uno  specifico  "Piano  di  monitoraggio  e  manutenzione  degli
interventi a verde" che preveda idonee cure  colturali  che  dovranno
essere effettuate fino al completo attecchimento della vegetazione  e
un  monitoraggio   quinquennale   sull'efficacia   degli   interventi
successivamente all'ultimazione dei lavori; 
  c)  uno  specifico  progetto  degli  impianti  d'irrigazione,   con
particolare  riferimento  alle  scarpate  verdi,  che   illustri   le
modalita' di realizzazione dell'impianto, il  funzionamento,  la  sua
distribuzione e le fonti di approvvigionamento; 
  d) prevedere per tutti gli  interventi  ambientali  un  periodo  di
manutenzione di almeno 5 anni. 
  65)  Includere,  in  accordo  con  AIPO,  la  progettazione  e   la
realizzazione del tratto  di  arginatura  a  protezione  della  linea
ferroviaria,, indispensabile alla. piena  funzionalita'  della  nuova
linea internazionale e. per la sicurezza dell'abitato  di  Bussoleno;
nello studio degli scenari per la realizzazione del tratto di  argine
a protezione della linea, il progetto dovra' anche tenere conto degli
effetti secondari dell'intervento rispetto alla S.S. 24. 
  66) Inserire il progetto di recupero  ambientale  dell'ex  cava  di
Meana di Susa. 
  67) inserire il progetto di valorizzazione paesaggistico-ambientale
degli itinerari  storici  e  dei  percorsi  panoramici  del  sentiero
Balcone. 
  68) garantire la contiguita' tra i manufatti arginali e la porzione
di arginatura che va a intercettare il sottopasso a valle  del  ponte
in corrispondenza degli interventi relativi al raccordo con la  linea
storica a Bussoleno. 
  69) inserire la progettazione e la realizzazione per  la  messa  in
sicurezza  del  conoide  del  Rio  Scaglione,  affluente  in   destra
orografica della Dora, per un assetto  idrogeologico  idoneo  per  il
territorio  di  Meana  di  Susa,  della  parte  est   di   Susa,   in
corrispondenza della nuova linea in progetto. 
  70)  acquisire  e  integrare  la  documentazione  riguardante   gli
interventi di compensazione forestale dovuti  ai  sensi  della  legge
regionale n. 4 del 2009, con  le  relative  autorizzazioni  da  parte
degli enti preposti e dei Comuni interferiti. 
 
  Prescrizioni della Regione Piemonte 
  Imbocchi tunnels 
  Tutela dei beni paesagoistici 
  71) lo scatolare di imbocco  del  tunnel  di  base  sia  realizzato
prevedendo gli interventi di mitigazione (attraverso  il  ricorso  ai
"biomuri" e al trattamento del manufatto con una  copertura  a  verde
estensivo realizzata con  criteri  di  biodiversita',  che  favorisca
l'insediamento  di  specie   autoctone   naturali)   proposti   negli
approfondimenti progettuali trasmessi alla Soprintendenza. 
  72) siano previsti adeguati raccordi morfologici  con  il  versante
retrostante attraverso opportuni riporti di  terra;  tali  interventi
mitigativi siano adottati  anche  per  gli  imbocchi  del  tunnel  di
interconnessione. 
  73) le  opere  di  difesa  dovranno  essere  progettate  a  livello
esecutivo  in  conformita'  con  quanto  definito  nelle   specifiche
Direttive emanate dall'Istituto Federale Svizzero per lo studio della
neve e delle valanghe (SLF). 
  74) per quanto concerne i fenomeni valanghivi ubicati ugualmente in
destra orografica e aventi zona di accumulo nelle aree a  valle  e  a
monte  dell'area  di  cantiere,  si  ritiene  necessario,   in   modo
cautelativo, che la porzione nordoccidentale  dell'area  di  cantiere
non sia  oggetto  di  opere  di  cantierizzazione  destinate  ad  uso
abitativo o tecnico-funzionale con presenza permanente di persone nel
periodo invernale o primaverile. 
  75) Per quanto concerne la sicurezza in relazione  al  pericolo  di
valanghe della strada  d'accesso  al  cantiere,  l'accessibilita'  al
tunnel di ventilazione dovra' essere garantita  permanentemente,  sia
per operazioni di  manutenzione  straordinaria'  che  per  motivi  di
emergenza  e  pertanto  si  ritiene  necessario  che  il   proponente
definisca le misure o interventi necessari per ridurre al  minimo  il
rischio di interazioni  delle  masse  valanghive  con  la  viabilita'
d'accesso, attraverso uno specifico studio. 
  76) Per quanto concerne  strettamente  gli  aspetti  di  protezione
civile si evidenzia, pur in assenza di una  specifica  normativa  che
imponga l'emissione di  un  parere  in  merito  da  parte  di  questo
Settore, la  necessita'  che,  laddove  emergessero  a  carico  della
popolazione profili di rischio, sia naturali che antropici, derivanti
dall'esecuzione delle opere in progetto, la  Societa'  proponente  si
relazioni con il Sindaco, in quanto Autorita' di Protezione Civile ai
sensi delle leggi n. 100/2012 e legge regionale 14/04/2003 n.  7,  in
modo che tali rischi siano opportunamente valutati  ed  adeguatamente
contrastati nell'ambito della pianificazione comunale  di  protezione
civile. In tal senso  il  Settore  Protezione  Civile  della  Regione
Piemonte,  fatto  salvo  il  necessario  contributo  da  parte  della
societa' proponente nella definizione  degli  scenari  di  rischio  e
nella strutturazione e gestione di eventuali sistemi di monitoraggio,
si rende disponibile a fornire  alle  Amministrazioni  Comunali  ogni
utile supporto e collaborazione in merito. 
 
  Val Clarea 
  Tutela dei beni paesaggistici 
  77) Le murature esterne della centrale  di  ventilazione,  previste
con rivestimento in doghe in legno e basamento in  gabbioni  riempiti
in pietra, siano  realizzate  avendo  cura  di  utilizzare  materiale
lapideo locale e realizzando  adeguati  trattamenti  ai  listelli  in
legno al fine di prevenirne il degrado nel tempo. 
  78)  La  prevista  rivegetazione  della  copertura  del  manufatto,
realizzata  con  specie  vegetali  e   alberature,   siano   eseguite
predisponendo accorgimenti tecnici tali da  garantire  nel  tempo  il
mantenimento della superficie verde e dei nuovi soggetti arborei. 
  79) Sia valutata la possibilita' di "inerbire" la superficie  della
prevista   strada   bianca   secondaria   che    verra'    utilizzata
occasionalmente dai mezzi per la manutenzione della centrale. 
  80) Al fine di ridurre la percezione dei  muri  di  sostegno  della
nuova  viabilita'  ordinaria  prevista  e  del  nuovo  piazzale,  sia
verificata la possibilita' di raccordare, con formazione di  scarpate
in terra, la parte compresa tra due  (o  piu')  ordini  di  muratura,
sulla  quale  e'  prevista  la   piantumazione   di   alberature   di
mascheramento. Sia comunque  preventivamente  valutata,  in  sede  di
predisposizione del progetto esecutivo, la possibilita' di ricorrere,
anche solo in parte, in luogo ai muri di sostegno in c.a.,  ad  opere
di ingegneria naturalistica. 
  81) Le  pavimentazioni  inerenti  la  sistemazione  definitiva  del
piazzale di servizio e della viabilita' annessa siano realizzate  con
elementi permeabili ovvero, laddove risulti indispensabile il ricorso
a superfici bitumate, si  utilizzino  asfalti  colorati  neutri,  che
consentano di conferire Lin aspetto piu' naturalealla pavimentazione. 
  82) Le previste scogliere siano realizzate  con  materiale  lapideo
locale, siano ricoperte, almeno nella parte  piu'  alta,  con  terra,
inerbite e raccordate con il versante retrostante; inoltre,  al  fine
di consentire  la  rivegetazione  spondale,  sia  ridotto  al  minimo
indispensabile previsto utilizzo del "cis" di intasamento. 
  83) Per quanto riguarda l'illuminazione esterna,  sia  privilegiata
in linea generale,  in  alternativa  all'illuminazione  su  palo,  la
collocazione di illuminatori sulle strutture edilizie previste (nuova
centrale, murature di sostegno, ecc.). 
  84)   Eventuali   opere   di    difesa    realizzate    a    tutela
dell'infrastruttura siano compatibili  con  quelli  adottate  per  la
tutela del rischio valanghe. 
 
  Area La Maddalena 
  Tutela dei beni paesaggistici 
  85) Le murature esterne della centrale  di  ventilazione,  previste
con rivestimento in doghe in legno e basamento in  gabbioni  riempiti
in pietra, siano  realizzate  avendo  cura  di  utilizzare  materiale
lapideo locale e prevedendo adeguati trattamenti delle doghe in legno
al  fine  di  prevenire  il  degrado  nel  tempo  del  materiale   di
rivestimento. 
  86) Il previsto  inerbimento  della  copertura  della  centrale  di
ventilazione  sia  realizzato  con  specie  vegetali  e  accorgimenti
tecnici tali da garantire nel  tempo  mantenimento  della  superficie
verde. 
  87) Le pavimentazioni della centrale di  ventilazione  inerenti  la
sistemazione definitiva del piazzale di servizio e  della  viabilita'
annessa siano realizzate  con  elementi  permeabili  ovvero,  laddove
risulti indispensabile il ricorso a superfici bitumate, si utilizzino
asfalti colorati neutri, che consentano di conferire un aspetto  piu'
naturale alla pavimentazione. 
 
  Piano di gestione ed utilizzo dei materiali di scavo 
  88) Deve essere redatto un "Progetto di Piano di  accertamento  per
definire  i  valori  di'  fondo"  da  sottoporre  a  valutazione   in
contraddittorio con Arpa Piemonte, ai sensi dell'articolo 5 del DM n.
161/12, prima della sua realizzazione. 
  89) Tale "Progetto di Piano di accertamento per definire  i  valori
di fondo" dovra': 
  • considerare i siti di  produzione,  i  siti  di  destinazione  di
Caprie e Torrazza Piemonte, gli svincoli Chiomonte e Piana di Susa, i
siti destinati all'Autoporto ed alla Pista Guida Sicura ed  eventuali
siti alternativi anche marginali; 
  individuare set di parametri da analizzare per la caratterizzazione
dei  materiali  sulla   base   della   loro   correlazione   con   le
caratteristiche mineralogiche del materiale di scavo  e  del  rischio
dato dalle specifiche tecniche di scavo, dai materiali coadiuvanti lo
scavo comunque impiegati in cantiere e delle pressioni  ambientali  a
contorno  eliminando  parametri  non  pertinenti  (es.  pesticidi   e
fitofarmaci) e valutando in alcuni  casi  l'effettiva  necessita'  di
ricerca (es. composti organici). 
  90) II "Progetto di Piano di Utilizzo" dovra' essere  integrato  in
Modo che  affronti  il  caso  di  destinazione  di  materiali  i  cui
contaminanti  superino  i  valori  di  fondo  naturale  per  i   siti
individuati  e  pari  quali  sara'  necessario  trovare  una  diversa
destinazione. 
  91) In fase esecutiva dovranno essere dettagliate: 
  •  le  procedure  di  campionamento  caratterizzando  i  cumuli  di
materiale di scavo anziche' i materiali  sull'area  di  scavo  o  sul
fronte di avanzamento; 
  • le modalita' adottate dal piano  di  campionamento  in  modo  che
garantisca la elevata rappresentativita' dei campioni. 
  92) Dovra' essere previsto formalmente il deposito  temporaneo  dei
materiali in attesa di  caratterizzazione  per  cui  dovranno  essere
definite le modalita' operative di gestione. 
  93) Nel Progetto di  Piano  di  Utilizzo  dovranno  inoltre  essere
evidenziati i percorsi previsti per il  trasporto  dei  materiali  da
scavo ai sensi dell'allegato 5 del DM 161/12. 
  Siti di deposito dello smarino 
  94)  Per  entrambe  le  cave  prioritariamente  dichiari  di   aver
verificato l'assenza di elementi ostativi per il  conferimento  dello
smarino. Si ricorda  che  le  attivita'  estrattive  non  oggetto  di
svincolo fidejussorio risultano ancora attive e pertanto in regime di
legge regionale. In applicazione di quanto sopra, sia per il sito  di
Caprie  sia  per  quello  di  Torrazza,  deve  essere  prevista   una
progettazione di  dettaglio  che  evidenzi  la  compatibilita'  delle
coltivazioni e dei recuperi morfologici ed ambientali in  corso,  con
le proposte di deponia previste nel progetto in oggetto. 
  95) Per quanto attiene gli impatti sui siti di Caprie e Torrazza il
progetto presentato da LTF si dovra' necessariamente coordinarsi  con
quanto gia' autorizzato. Per i ripristini ambientali si suggerisce di
eliminare l'utilizzo delle specie alloctone gia' individuate  (Celtis
australis e Castanea sativa) e  sostituirle  con  altre  autoctone  o
implementare quelle gia' presenti con un numero di esemplari  pari  a
quello previsto per le due specie summenzionate. 
  Deposito di Torrazza Piemonte 
  96) Dovra' essere inoltre: 
  • chiarito se l'intervento progettato da LTF interferisca con  aree
gia' recuperate ambientalmente; 
  • fornita l'esatta planimetria delle aree interessate dalla deponia
dello smarino; 
  •  indicate  le  tempistiche  previste   per   U   conferimento   e
realizzazione del progetto e quali  potrebbero  essere  le  eventuali
sovrapposizioni  con  l'attivita'  ancora   esistente   della   ditta
CO.GE.FA. (impianti e eventuale prosecuzione attivita' di cava). 
  Pianificazione urbanistica - La prima fase  di  utilizzo  dell'area
come deposito materiale di scavo e la succesiva fase di realizzazidne
delle  opere  edilizie'  per  la  creazione  di  un  polo   logistico
produttivo di scala regionale-provinciale possono essere  compatibili
a condizione che: 
  Tutela dei beni paesaggistici 
  97) Poiche' dagli elaborati progettuali le opere  previste  per  la
realizzazione del nuovo tracciato ferroviario. parrebbero lambire  un
ambito boscato, qualora tali  interventi  dovessero  interferire  con
l'area sottoposta a tutela paesaggistica, dovra'  essere  fornita  la
documentazione  progettuale  prevista  dal  decreto  Presidente   del
Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005 ai  fini  della  formulazione
dell'autorizzazione paesaggistica. 
  Deposito di Caprie 
  Considerato che attualmente sul sito di Caprie in localita' Truc le
Mura sono presenti una cava di pietrisco ed un zona di impianti. 
  98) Dovra' essere necessariamente definito: 
  • quali saranno le  tempistiche  previste  per  il  conferimento  e
realizzazione del progetto e quali  potrebbero  essere  le  eventuali
sovrapposizioni con l'attivita' esistente della  ditta  Ing.  Rotunno
(aree destinate al trattamento inerti ecc ... ; 
  • se l'intervento del progetto di LTF interferisca  con  aree  gia'
avviate al recupero ambientale della cava attualmente esercita  dalla
ditta Ing. Vito Rotunno. 
  • I progetti delle opere di recupero  e  ricomposizione  ambientale
del sito, in termini di riporto del substrato vegetale, inerbimenti e
opere a verde che attualmente manca. 
  99) In merito al sito di deponia di Caprie e dall'accesso relativo,
stante l'impossibilita' attuai* di prevedere da parte della Provincia
tempi certi per la realizzazione  della  rotatoria  gia'  programmata
sulla S.P.  24,  si  richiede  di  realizzare  la  stessa  come  gia'
progettata dagli uffici provinciali. 
 
  Tratto dal ponte sulla Dora a imbocco tunnel di base 
  Tutela dei beni paesaggistici: 
  100) Particolare attenzione  dovra'  inoltre  essere  riservata  al
raccordo delle barriere con nuovo ponte  ferroviario.  Tali  aspetti,
insieme agli approfondimenti di natura cromatica delle strutture  dei
nuovi ponti sulla Dora (per i quali si richiede di evitare l'utilizzo
di colorazioni eccessivamente chiare),  dovranno  essere  oggetto  di
successive valutazioni degli enti competenti per il rilascio  di  una
nuova autorizzazione paesaggistica. 
  101) Nella progettazione esecutiva dovra' essere posta  la  massima
attenzione al rispetto ed al ripristino  della  vegetazione  spondale
eventualmente interessata dalle nuove opere  di  attraversamento  del
Torrente Dora Riparia in prossimita' del Comune di' Susa e Bussoleno. 
  102) Dovra' essere garantita  l'accessibilita'  alle  sponde  della
Dora e la continuita' del  corridoio  ecologico  rappresentato  dalle
sponde  fluviali  per  gli  ambiti  soggetti  ai  disposti   di   cui
all'articolo 142 del decreto legislativo n. 42/2004. 
  103) Relativamente al ponte  Dora  a  Bussoleno  si  evidenzia  che
dovra' essere garantita uniformita' formale, tipo logica e cromatica,
tra nuovi ponti affiancati e l'attraversamento esistente. 
  104)  Relativamente   al   sottopasso   ferroviario   S.P.   24   -
interconnessione  si  ritiene  necessario  che  venga  effettuato  un
approfondimento  progettuale   volto   a   ricercare   una   migliore
qualificazione architettonico/formale del  manufatto  del  sottopasso
ferroviario della S.P. 24, situato in prossimita' del  torrente  Dora
Riparia, prevedendo anche riduzioni delle strutture emergenti al fine
consentire un miglior inserimento nel contesto.  Il  progetto  finale
sara'  oggetto  del  rilascio  di   una   successiva   autorizzazione
paesaggistica. 
 
  Piana di Susa 
  Aspetti Viabilistici e ferroviari: 
  105)  Realizzazione,   nell'ambito   delle   previste   misure   di
accompagnamento del progetto, della sistemazione dell'incrocio tra la
S.P. n. 24 e la strada  di  collegamento  con  la  S.S.  n.  25  alla
progressiva chilometrica 53+500, mediante  la  realizzazione  di  una
rotatoria con diametro adeguato. 
  106)  Realizzazione,   nell'ambito   delle   previste   misure   di
accompagnamento del progetto della sistemazione incrocio tra la  S.P.
24 con la S.P. 207 alla progressiva chilometrica 53+300  mediante  la
realizzazione di una rotatoria con un diametro adeguato. 
  107) Con riferimento al tratto stradale di  S.P.  n.  24  posto  in
adiacenza della Dora Riparia, al fine di creare un tratto di galleria
artificiale di  lunghezza  46  m  sulla  S.P.  24  in  corrispondenza
dell'attraversamento del  nuovo  ponte  ferroviario  sulla  Dora,  in
ambito  critico  da  un  punto  di  vista  idraulico   si   richiede,
nell'ambito delle previste misure di accompagnamento del progetto, la
realizzazione della difesa  spondale  da  eventuali  esondazioni  del
tratto di S.P. n. 24 posto in adiacenza della Dora Riparia. 
  108) Nei  successivi  sviluppi  progettuali  la  definizione  degli
accessi  temporanei  della  cantierizzazione  relativa   alle   opere
interferenti. 
 
  Studio di esercizio linea storica: 
  109) Considerati gli impatti  indotti  sulla  linea  storica  dalle
opere e dai relativi cantieri  del  progetto  della  nuova  linea  si
richiede che: siano approfonditi gli studi progettuali - di  concerto
con RFI  S.p.A.  -  relativi  all'analisi  della  compatibilita'  dei
traffici merci aggiuntivi,  indotti  dal  trasporto  ferroviario  del
marino, con la capacita' della linea  storica  e  con  i  carichi  di
traffico merci e passeggeri nei vari scenari temporali, come previsti
nei   documenti   prodotti   dal   GrupPo   di   lavoro   "Esercizio"
dell'Osservatorio. Nel caso in cui risultino  incompatibilita'  anche
parziali, il proponente dovra' indicare  le  soluzioni  da  adottare,
quali, per esempio, l'eventuale diverso utilizzo delle  tracce  merci
negli scenari temporali  futuri  o  la  realizzazione  di  interventi
infrastrutturali  atti  ad  aumentare  la  capacita'   delle   tratte
ferroviarie interessate. 
  110) Considerato, inoltre, che gli attuali  elaborati  progettuali,
prevedono soltanto la realizzazione di una prima fase funzionale  del
progetto originario, della nuova tratta da Saint-Jean-de-Maurienne  a
Susa/Bussoleno, rinviando a  una  seconda  fase  il  nuovo  tracciato
dall'imbocco lato Susa del tunnel  dell'Orsiera  sino  a  Chiusa  San
Michele si chiede che siano inserite nel suddetto studio di esercizio
le analisi di compatibilita'  dei  traffici  aggiuntivi  indotti  dai
treni che dalla nuova linea internazionale che saranno immessi  sulla
linea storica (nei pressi della stazione di Bussoleno)  in  direzione
Torino fintanto che non sara' realizzata anche la  seconda  fase  del
progetto. 
 
  Compatibilita' ambientale 
  111) Per quanto attiene all'Agriparco,  owero  la  porzione  a  sud
dell'area  tecnica  definita  dal  proponente  "a  verde   produttivo
multifunzionale", che nell'ambito della progettazione viene destinata
ad ospitare orti urbani, vivai e ripristini pedologici'  e  fruizione
turistica, poiche' tale soluzione non risponde ad  esigenze  di  tipo
ecologico;   non   puo'   essere   considerata   un   intervento   di
mitigazionelcompensazione ambientale, la sua realizzazione  non  puo'
quindi  essere  intesa  quale  intervento  idoneo  a  sopperire  alla
frammentazione oppure a creare nuova connettivita' per gli ecosistemi
e pertanto si ritiene che per consentire una  migliore  funzionalita'
ecologica del c.d. "Agriparco"ii  progetto  presentato  debba  essere
integrato in  funzione  di  un  maggiore  sviluppo  della  componente
boschiva ad evoluzione naturale nella fascia perifiuviale delia  Dora
Riparia. 
 
  Tutela dei beni paesaggistici 
  112) le opere di adeguamento della linea storica  siano  progettate
in coerenza, per qualita' architettoniche e scelte dei materiali, dei
cromatismi e delle opere mitigative, con gli interventi previsti  per
la realizzazione della nuova stazione e delle opere connesse. 
  113) Relativamente all'Area tecnica e  di  sicurezza  si  evidenzia
che: 
  • i previsti pannelli fotovoitaici collocati sulle coperture  delle
aree parcheggio non dovranno avere superficie riflettente e  dovranno
essere di tonalita'  scura.  La  disposizione  planimetrica  di  tali
pannelli dovra'  essere  rivista  anche  sulla  base  di  dettagliati
fotoinserimenti che  dovranno  essere  predisposti  in  funzione  del
rilascio dell'autorizzazione paesaggistica; 
  • in merito all'illUminazione sia evitata, in  linea  generale,  la
collocazione di torri faro (di altezze fino  a  25  m)  a  favore  di
strutture  di  altezza  piu'  contenuta,   oppure   prevedendo   alla
collocazione degli illuminatori sui nuovi edifici. 
  114) Relativamente alla deviazione del  Canale  di  Coldimosso,  le
parti esterne emergenti dell'opera  in  c.a.,  che  non  risultassero
completamente mitigate attraverso la realizzazione dei  biomuri,  e/o
rivestimenti in pietra, dovranno essere  realizzate  con  qualificate
soluzioni di finitura superficiale del cis. 
 
  Svincolo di Chiomonte 
  115)  Attualmente  l'ipotesi  relativa  all'apertura  al   traffico
ordinario dello svincolo e' presentata solo come possibile misura  di
accompagnamento, ma nel caso lo svincolo  diventi  accessibile  anche
all'utenza dell'autostrada dovra' essere progettato conformemente  ai
dettami del decreto  ministeriale  5  novembre  2001  ed  al  decreto
ministeriale 19 aprile 2006 attualmente vigenti. 
  Sicurezza per la progettazione stradale dello svincolo: 
  116) Rampa in ingresso - Andamento planimetrico: 
  • La curva denominata C2 di lunghezza 25.08 m e raggio 252.00 m (da
progressiva  +175,14  a  progressiva  +200,23)  risulta   essere   in
contropendenza e pertanto non conforme a quanto imposto  dai  decreto
ministeriale 5 novembre 2001 n. 6792 e s.m.i.. 
  • Le quattro curve consecutive della rampa, precisamente  le  curve
C1, C2, C3 e C4 (tratto da progressiva +0,00 a  progressiva  +352,22)
devono essere raccordate tra loro da una curva  a  raggio  variabile.
decreto ministeriale 5 novembre  2001  n.  6792  e  s.m.i.,  infatti,
impone che tra due elementi a raggio costante  deve  essere  inserita
una curva a raggio variabile, lungo la quale si ottiene  la  graduale
modifica   della   piattaforma   stradale,   cioe'   della   pendenza
trasversale, ai fini della sicurezza dei veicoli transitanti. 
  117) Rampa in uscita -Andamento planimetrico: 
  La scelta progettuale adottata di un rettifilo  (per  di  piu'  non
raccordato con la curva precedente Ci di raggio 530,58 m per mezzo di
un elemento a raggio variabile, come prevede il decreto  ministeriale
5 novembre 2001), nel caso di corsia di uscita con tipologia ad  ago,
non e' ammissibile secondo quanto disposto dal decreto ministeriale 5
novembre 2001 n. 6792 e s.m.i Il tratto  di  decelerazione  per  tale
tipologia di uscita deve essere costituito da un elemento a curvatura
variabile sul quale  sia  possibile  effettuare  la  decelerazione  e
affrontare  l'elemento  geometrico  successivo   ad   una   velocita'
costante. Il tratto  di  decelerazione  della  rampa,  inoltre,  deve
essere dimensionato assumendo la velocita' di ingresso nel tratto  di
decelerazione pari alla velocita' di progetto del tratto di strada da
cui provengono i veicoli  in  uscita,  come  prescritto  dal  decreto
ministeriale 19 aprile 2006. 
  118) Rampa in uscita - Coordinamento plano-altimetrico 
   •  Il  tratto  iniziale  della  rampa  da  progressiva   +0,00   a
progressiva +200,00 circa si trova in. una  situazione  da  "evitare"
come indicato dal decreto ministeriale  5  novembre  2001  n.  6792.e
s.m.i. per quanto riguarda i "Difetti di coordinamento  fra  elementi
planimetrici ed altimetrici". Il caso specifico presenta un cambio di
livelletta in corrispondenza della cuspide di oltre il  7  per  cento
(progressiva +135,00 circa) seguito immediatamente da un breve tratto
a raggio variabile e dalla curva C2  (progressiva  +  175,00  circa).
Tale   situazione    produce    una    sfavorevole    sovrapposizione
dell'andamento planimetrico e di  quello  altimetrico  che  puo'  dar
luogo a difetti di percezione  ottica  capaci  di  avere  conseguenze
negative sulla sicurezza della circolazione. 
  • Al paragrafo 6.3 deila "Relazione tecnica  stradale  -  Rampa  di
uscita"  sono  state  condotte  le  verifiche  delle  visuali  libere
ipotizzando una velocita' paria 92 Km/h anziche' a 100  Km/h  (valore
imposto dalla normativa di riferimento). Cio' non e' ammissibile.  Il
dimensionamento e le verifiche delle rampe di uscita  e  di  ingresso
dovra' essere eseguito esclusivamente sulla base di  quanto  disposto
dalla  normativa  di  riferimento  vigente  (decreto  ministeriale  5
novembre 2001 e decreto ministeriale 19/04/2006). Pertanto,  sono  da
escludere tutti i riferimenti a studi e/o  osservazioni  sperimentali
riportati in letteratura  che  non  siano  recepiti  dalla  normativa
attualmente in vigore. 
  • I parametri geometrici fondamentali in corrispondenza del Vertice
verticale n.1 riportati nella "Relazione tecnica stradale' Tabella  6
- rampa di uscita -di  visibilita'  per  i  raccordi  verticali"  non
rispettano pienamente i valori indicati dalla Tabella 8  del  decreto
ministeriale 19/04/2006: il raggio  minimo  verticale  convesso  deve
essere maggiore di  4000  m.  La  distanza  di'  visuale  disponibile
desunta  dal  diagramma  di  visibilita'  altimetrico   deve   essere
superiore a 115 m per velocita' di progetto di 92 km/h. 
  • La configurazione altimetrica della rampa da progressiva +0,00  a
progressiva +200,00 circa presenta un raccordo convesso seguito da un
raccordo concavo.  Tale  situazione  si  definisce  come  perdita  di
tracciato.  Dovra'  essere,  pertanto,  verificata  la  distanza   di
ricomparsa come indicato dal decreto ministeriale 5 novembre 2001  n.
6792 e s.m.i.. 
  Pianificazione territoriale e paesaggistica regionale: 
  119) Ritenendo non trascurabile la stretta relazione, in termini di
opportunita' per il territorio,  tra  interventi  infrastrutturali  e
valorizzazione degli elementi di valore storico ambientale  esistenti
si richiede che in coerenza con gli obiettivi previsti  per  l'Ambito
di paesaggio n. 39 nel PPR, di approfondire ed eventualmente proporre
nell'ambito degli interventi da attuare  a  titolo  di  compensazioni
boschive (cfr. prescrizione  n.83),  interventi  di  "valorizzazione"
degli itinerari storici e dei percorsi  panoramici,  con  particolare
rtferimento all'itinerario denominato "sentiero Balcone". 
  120) Di utilizzare anche le opportunita' derivanti  dall'attuazione
dei disposti della normativa vigente per le  compensazioni  boschive,
per  avviare  una  prima  fase  di  interventi  volti  a   perseguire
l'obiettivo individuato dal Piano paesaggistico regionale. 
  Tutela dei beni paesaggistici 
  121)  Il  cromatismo  del   previsto   rivestimento   metallico   a
mascheramento dell'impalcato delle nuove rampe,  comprese  le  alette
laterali dovra' essere in una tonalita' di grigio, con superficie non
riflettente, similare  alle  cromie  della  pietra  locale,  evitando
l'utilizzo di ulteriori cromatismi oltre a quelli gia' esistenti. 
  122) Nel progetto esecutivo dovra' essere valutata la possibilita',
anche attraverso una riduzione  e/o  una  diversa  conformazione  del
previsto mascheramento metallico dell'impalcato delle nuove rampe, di
conferire alle strutture una maggior leggerezza. 
  123) Per il sovrappasso della strada per Giaglione, dovranno essere
adottate qualificate soluzioni progettuali analoghe a quelle previste
per l'impalcato del nuovo svincolo. 
  124) Considerato che dalla  documentazione  integrativa  presentata
risulta che il possibile futuro collegamento del nuovo  svincolo  con
la S.P. 24 e' escluso dal  procedimento  in  corso,  si  richiede  un
ridimensionamento del piazzale di sbarco e di raccordo tra  le  nuove
rampe e la  viabilita'  di  collegamento  al  cantiere,  in  modo  da
determinare una significativa riduzione dell'altezza  delle  previste
murature di contenimento del versante della collina delle vigne. 
  125) Poiche' i maggiori punti di fruizione  visiva  del  sito  sono
rappresentati   dal   Parco   Archeologico   de   La   Maddalena    e
dall'itinerario  escursionistico   (Gran   Traversata   delle   Alpi)
denominato  "Sentiero  Balcone"  (tra  Sant'Antonio   e   Giaglione),
dovranno essere definiti ulteriori interventi di mitigazione, sia per
le visuali percepibili  dal  Parco  archeologico,  che  dal  Sentiero
Balcone, con particolare riferimento al tratto relativo alla  sezione
2 individuata nell'elaborato "PDC3CMUS0238AAPNOT  Sentiero  Balcone";
tali   interventi    dovranno    essere    finalizzati,    attraverso
l'(nfoltimento della  copertura  boscata,  a  ridurre  la  percezione
visiva dei manufatti ed in  particolare  dell'area  di  cantiere  nel
corso dei lavori. Le opere dovranno essere  inoltre  coerenti  con  i
progetti degli interventi di compensazione  boschiva  previsti  dalla
normativa vigente. 
  126) Le recinzioni metalliche antintrusione previste sul  perimetro
dell'area di imbocco e del piazzale dovranno essere mascherate con la
disposizione di adeguate specie vegetali arbustive. 
  127) Dovranno essere tempestivamente realizzati, in  corso  d'opera
ed al termine dei lavori, gli interventi di mitigazione, ripristino e
rinaturalizzazione degli ambiti interessati dalle opere. 
  128) Qualora in fase di predisposizione del progetto esecutivo  e/o
in  fase  esecutiva  dovessero  rendersi  necessari   interventi   di
consolidamento dei versanti, attualmente non  progettati,  occorrera'
evitare che tali  opere  interferiscano  con  terrazzamenti  ricavati
nelle pendici scoscese della montagna e  coltivati  a  vigneti.....",
ricadenti nell'area oggetto  di  specifica  tutela  paesaggistica  ai
sensi dell'articolo 136 del decreto legislativo  n.  42/2004  con  il
decreto  ministeriale  1  agosto  1985  "Dichiarazione  di   notevole
interesse pubblico di una zona in localita' Ramat sita nel comune  di
Chiomonte";  tali  interventi  saranno  soggetti   al   rilascio   di
autorizzazione paesaggistica. 
 
  Autoporto S.I.T.A.F. nel Comune di San Didero 
  Tutela dei beni paesaggistici 
  129) in fase esecutiva dovra' essere garantita la continuita' e  la
naturalita' delle sponde della Dora al fine di conservare la funzione
di  corridoio  ecologico  di  tale  contesto,   la   cui   tutela   e
valorizzazione naturalistica, ecologica e paesaggistica  rientra  tra
gli obiettivi specifici di qualita' paesaggistica indicati nel  Piano
Paesaggistico Regionale. 
  Tutela della salute pubblica 
  130) In caso di rinvenimento di trovanti e blocchi di meta-ofioliti
durante le opere di scavo  e/o  di  consolidamento  dei  terreni,  ad
esempio per opere di fondazioni, al fine di evitare  la  possibilita'
di  aerodispersione  di  fibre,  si  ritiene  buona   norma   operare
attraverso bagnatura dei terreni  interessati  e  delle  macchine  in
scavo e provvedere alla copertura dello stesso mediante teloni. 
  131)  Nel  caso  di  movimentazione  di  trovanti  e   blocchi   di
meta-ofioliti si rimanda alla normativa vigente in materia di terre e
rocce da scavo (DM 161/2012) nonche' alle disposizioni di  competenza
specifica di Arpa Piemonte e ASL-SPRESAL. 
 
  Pista di Guida Sicura 
  132) Ribadendo quanto gia' richiesto con la nota 1911/DB12.06 dell'
11  aprile  2014  si  richiede  di  esaminare  ulteriori  alternative
localizzative per cio' che riguarda la Pista di Guida  Sicura  ed  in
particolare sulla possibilita' di collocare tale esercizio nel Comune
di  Buttigliera  Alta  (TO),  soluzione  integrata  dall'ipotesi   di
distaccamento della sola pista di moto a Cesana  Torinese  (TO),  pur
mantenendo inalterate le funzionalita' necessarie per  l'espletamento
dell'attivita' di Consepi. Si ricorda a proposito che, con DGC n.  63
del 23 aprile 2014, e' stato approvato un protocollo  d'intesa  dallo
stesso Comune di Buttigliera Alta  nel  quale  lo  stesso  Comune  ha
espresso anche la propria disponibilita'  a  valutare  tale  ipotesi.
Contrariamente a  quanto  specificatamente  indicato  nella  suddetta
richiesta di integrazioni al progetto  presentato  da  LTF  formulata
dalla Regione, il proponente  ha  infatti  confermato  esclusivamente
l'area di  Avigliana,  escludendo  di  fatto  una  valutazione  delle
alternative di progetto. Fermo restando quanto  sopra,  relativamente
all'ipotesi di Avigliana esaminata da LTF in questa sede si prescrive
quanto segue. 
  Sicurezza idraulica 
  133) Poiche' l'area ricade in Fascia B del PAI, il  gestore  dovra'
definire nel dettaglio  le  procedure  di  evacuazione  dell'area  in
questione al verificarsi di eventi di piena caratterizzati da portate
superiori a 150 m3/s (tal riguardo  dovranno  essere  in  particolare
individuate le stazioni idrometriche di monte donnnnve  monitorare  i
livelli e le corrispondenti portate di piena) e comunicarle al Comune
di Avigliana per l'inserimento nel Piano di emergenza comunale. 
  Tutela dei beni paesaggistici 
  134) dovranno essere previsti interventi di mitigazione della nuova
area rispetto alle visuali percepibili dalla viabilita' autostradale,
attraverso la piantumazione  di  specie  arboree  e/o  arbustive  sul
perimetro del sito. Siano oltremodo previste ulteriori  piantumazioni
arboree di mitigazione del sito nell'area posta a ovest. 
  135) Le pavimentazioni  bituminose  siano  realizzate  con  asfalto
colorato neutro, in modo da conferire un aspetto piu'  naturale  alla
superficie. 
  136) In fase di predisposizione del progetto  esecutivo  del  nuovo
edificio, ancorche' collocato in ambito non direttamente  soggetto  a
tutela paesaggistica, dovranno essere scelte soluzioni progettuali di
maggior qualita' architettonica. 
  Tutela faunistica 
  137) Nel caso in cui  sia  confermata  la  presenza  di  specie  di
uccelli fossori nell'ambito dell'area di intervento, si richiede  che
il progetto esecutivo relativo agli interventi  di  ripristino  e  di
mitigazione ambientale e paesaggistica delle aree  interessate  dalla
realizzazione della nuova pista di Guida sicura preveda, quale misura
di compensazione, la creazione di potenziali  siti  di  nidificazione
costituiti da scarpate di altezza  limitata  (1-1,5  m),  con  pareti
verticali/sub verticali nude ed esposizione est - sud, realizzate con
terreno friabile, ma non franoso. Lo  sviluppo  progettuale  di  tali
aspetti dovra' essere concordato con la Direzione Agricoltura  e  con
Arpa Piemonte. 
 
  Pianificazione urbanistica: misure di salvaguardia  territoriale  e
urbanistica 
  138) Nel progetto esecutivo dovra' essere predisposta una specifica
cartografia delle aree e fasce di rispetto delle  nuove  porzioni  di
territorio interessate dalle opere in variante rispetto  al  progetto
preliminare, sia per la fase di cantiere sia per la  fase  operativa;
tali vincoli dovranno essere resi disponibili per le  amministrazioni
interessate,  al  fine   di   costituire   riferimento   vincolistico
integrativo rispetto alla  documentazione  predisposta  nel  progetto
preliminare e perseguire cosi' la coerenza tra esigenze  progettuali,
previsioni urbanistiche locali e atti di pianificazione  territoriale
provinciale e regionale. 
 
  Sicurezza idraulica 
  139)  LTF  dovra'  definire,  d'intesa  con  AIPO,   priorita'   di
intervento,  modalita'  congiunte  e  sequenze   temporali   per   la
realizzazione delle opere di difesa idrauliche (argini) previste  nel
PAI e le opere ferroviarie in progetto, al fine di  non  incrementere
le condizioni di pericolosita'. 
  140) Dovra' essere predisposto e attuato un piano di monitoraggio e
di manutenzione dell'alveo finalizzato a garantire in  corrispondenza
dei tre attraversamenti in progetto (Susa,  Bussoleno  e  Caprie)  le
condizioni di officiosita' di progetto  delle  sezioni  di  deflusso;
eventuali interventi di manutenzione dei  sedimenti  dovranno  essere
realizzati mediante la sola movimentazione degli  stessi  all'interno
dell'alveo, nei punti che dovranno essere definiti  di  concerto  con
AIPO. 
  141) Dovra' essere  sviluppato  il  progetto  degli  interventi  di
demolizione del ponte temporaneo di Caprie (di durata pari a 10 anni)
e la stima dei relativi costi. 
 
  Interventi forestali 
  142) In applicazione dell'articolo 5 comma 2 della legge  regionale
9 agosto 1989 u45 il parere positivo e' subordinato al rispetto delle
prescrizioni sotto indicate: 
  • sia durante i lavori che al termine dei  medesimi  dovra'  essere
effettuata una adeguata regimazione delle acque  superficiali,  tutte
le  acque  in  eccesso  dovranno  essere  opportunamente  raccolte  e
incanalate in adeguato sistema di smaltimento, evitando  il  deflusso
incontrollato sul versante; 
  • tutte le aree di scopertura  dovranno  essere  inerbite  mediante
idrosemina o altra tecnica entro 3 mesi dall'esecuzione dei lavori di
riprofilatura delle superfici secondo le prescrizioni progettuali; 
  • in corso d'opera si dovra' verificare la stabilita' degli  scavi,
dei riporti e di tutti i pendii, anche provvisori o di  cantiere,  in
accordo con i disposti del decreto ministeriale 14 gennaio 2008. Tali
verifiche e, se del caso, l'eventuale ricontrollo  delle  analisi  di
stabilita', dovranno far parte integrante del collaudo/certificato di
regolare esecuzione; 
  • i terreni movimentati dovranno essere opportunamente stoccati  in
attesa del  riutilizzo,  il  deposito  non  dovra'  interessare  aree
potenzialmente instabili (aree a rischio di esondazione, e/o soggette
a movimenti gravitativi di versante, ecc); 
  • per la ricostituzione della copertura boschiva  e  il  ripristino
vegetativo dovra' essere utilizzato  postime  forestale  garantito  e
certificato ai sensi delle normative vigenti  utilizzando  le  specie
autoctone adatte al sito; 
  •  nelle  zone  rinaturalizzate  dovranno  essere   effettuate   le
operazioni di controllo  delle  specie  infestanti,  le  sostituzioni
delle fallanze e le irrigazioni di soccorso per i 5  anni  successivi
all'impianto; 
  • dovranno essere comunicate: la nomina del direttore  dei  lavori,
le date di inizio e fine lavori  al  Comando  provinciale  del  Corpo
Forestale dello Stato e al Settore  Foreste;  alla  comunicazione  di
termine lavori, dovra' essere allegata la dichiarazione del direttore
dei  lavori  attestante  che  gli  interventi  sono  stati   eseguiti
conformemente al progetto approvato. 
  143) Ai sensi del comma 4 dell'articolo 19 della legge regionale 10
febbraio  2009  n.  4,  poiche'  e'  prevista  la  trasformazione  di
superfici boscate, sono a carico del destinatario dell'autorizzazione
la  compensazione  della  superficie  forestale  trasformata   e   la
mitigazione degli impatti sui paesaggio, detta  compensazione  dovra'
essere  effettuata  secondo  le  indicazioni  progettuali  e   previa
presentazione  al  Settore  Foreste  della  Regione  Piemonte,  prima
dell'inizio  dei  lavori,  del   progetto   esecutivo   delle   opere
compensative  che  saranno  autorizzate  secondo  le  procedure   del
Regolamento Forestale vigente. 
 
  Beni paesaggistici 
  Nuova viabilita' 
  144) Relativamente alla Nuova viabilita' si evidenzia che le  opere
in c.a. che risultano a vista,  dovranno  essere  eseguite  prestando
particolare  attenzione  alla  finitura  superficiale  del  cis,   da
realizzarsi con casseforme  predisposte  per  getti  a  vista  ovvero
attraverso il ricorso a trattamenti superficiali del cis. 
  145) Analogamente dovra' essere posta particolare cura nella scelta
delle opere complementari (guard-rail, recinzioni,  ringhiere,  ecc,)
in  modo  da  garantire  un  adeguato   livello   qualitativo   degli
interventi. 
  146) I muri di sostegno  previsti,  che  in  alcuni  casi  sono  di
rilevante altezza, ancorche' mascherati con piantumazioni  di  specie
arbustive  autoctone,  dovranno  essere  realizzati  con  qualificate
soluzioni di finitura esterna. 
  Aree di cantiere 
  147) Relativamente alle aree di cantiere (imbocco tunnel, piana  di
Susa,  interconnessione  Bussoleno,  sito   Maddalena),   in   merito
all'inserimento paesaggistico delle aree di cantiere stesse  e  degli
edifici in progetto, oltre alle opere di  mitigazione  a  verde  gia'
previste, le nuove soluzioni cromatiche  scelte  per  alcuni  edifici
dovranno essere estese a tutti  i  manufatti  (nastro  trasportatore,
eventuali  strutture  di  copertura   in   PVC   o   simili,   ecc.),
privilegiando l'utilizzo di colorazioni scure (es.  verdi  e  marroni
scuri). tipo di tinteggiature/colorazioni  da  utilizzarsi  siano  di
qualita'  tale  da  garantire  nei  tempo   il   mantenimento   delle
caratteristiche cromatiche, onde evitare  effetti  di  deterioramento
che comprometterebbero significativamente l'intervento mitigativo nel
tempo. 
  148) La viabilita' e i parcheggi delle  aree  di  cantiere  per  le
quali sia previsto  l'uti(izzo  di  pavimentazioni  bituminose  siano
preferibilmente realizzate con asfalto colorato neutro,  in  modo  da
conferire  un  aspetto  piu'  naturale  alla  superficie;   per   gli
interventi di mitigazione, sia in corso d'opera che  a  fine  lavori,
dovranno essere scelti esemplari arborei gia' sviluppati al  fine  di
consentire di svolgere tempestivamente le funzioni  di  mascheramento
loro attribuite. 
 
  Rischio amianto 
  Sondaggi prospezione di scavo: 
  149) Durante le fasi  di  scavo  di  ogni  "tratta"  dovra'  essere
effettuata l'esecuzione di 
  •  sondaggi  in  prospezione  sul  fronte  di  Per  ogni  sondaggio
effettuato sul fronte di scavo, e' necessario che venga  fornita  una
descrizione   dettagliata   della   matrice   e   dei   clasti   piu'
rappresentativi, indicando l'eventuale presenza di pietre verdi e  il
criterio di prelievo del sub-campione sul quale viene  effettuata  la
ricerca dell'amianto. Per  la  determinazione  degli  amianti  dovra'
essere effettuata un'analisi e' di tipo qualitativo. La  metodica  da
prevedere e' Microscopia ottica in Contrasto di Fase - tecnica  della
dispersione  cromatica  (MOCF  DC)  (Cfr.  decreto   ministeriale   6
settembre 1994 all. 3). 
  Caratterizzazione marino e classificazione rifiuto: 
  150) Deve essere effettuata l'analisi "quantitativa"  del  campione
"tal  quale",  utilizzando  qualsiasi  metodo  il   cui   limite   di
quantificazione sia inferiore a 0,1 per cento,  secondo  le  tecniche
indicate nel decreto ministeriale 6 settembre 1994 - all.  1,  a  cui
sia associata eventualmente una procedura di arricchimento. 
  151) Per lo smarino definito "Cl3a": 
  deve essere prevista la gestione del  rischio  sanitario  correlato
alla presenza di  amianto,  anche  con  concentrazioni  inferiori  al
limite  di  1000  mg/kg  (0,1  per  cento),  nell'applicazione  della
"normale pratica industriale". Pertanto, devono  essere  adottate  le
precauzioni previste dalla vigente normativa; 
  • deve essere prevista la gestione del rischio sanitario  correlato
alla presenza di  amianto,  anche  con  concentrazioni  inferiori  al
limite di 1000 mg/kg (0,1 per  cento),  per  tutti  i  materiali  che
vengono  impiegati  per  la  realizzazione  di  rilevati,  opere   di
attraversamento e ripristino ambientale; 
  • con riferimento all'articolo  1  della  legge  n.  257/92,  "Sono
vietate    l'estrazione,    l'importazione,    l'esportazione,     la
commercializzazione e  la  produzione  di  amianto,  di  prodotti  di
amianto o di prodotti contenenti amianto". 
  •  I  materiali  di  classe  Cl3a  possono  essere  destinati  alla
produzione di "inerti per calcestruzzi" solo se esenti da amianto;  i
materiali in classe "Cl3a" in concentrazione inferiore a  1000  mg/kg
siano ricollocati in situ, con messa in sicurezza permanente. 
  152) Condizioni operative in presenza di amianto: 
  • "sistema di compartimentazione" descritto  deve  essere  attivato
per tutte le tratte in cui viene riscontrata la presenza  di  "pietre
verdi con potenziale presenza di amianto -RA2"; 
  • deve essere prodotto un "protocollo  operativo"  da  adottare  in
caso di pietre verdi al fronte di scavo. 
  • concetto di quantita' di amianto "elevate", riportato in  diversi
documenti, essendo privo di riferimenti  normativi  non  puo'  essere
considerato un'indicazione utile, ai fini della  progettazione  degli
interventi. 
 
  Radiazioni non ionizzanti 
  153) La profondita' di posa delle  buche  giunti  non  deve  essere
inferiore a 1,7 m. 
  154) Per i recettori  individuati  come  RT13,  RT16,  RT17,  RT28,
dovra'  essere  valutata  in  sede  di  esecuzione  dei   lavori   la
possibilita' di mantenere la massima distanza possibile  (sulla  base
delle caratteristiche della sede stradale in cui verranno  effettuati
gli scavi per la posa del cavidotto) tra l'elettrodotto e i recettori
stessi. 
 
  Salute pubblica 
  155) La VIS dovra' essere definita tenendo conto dei  parametri  di
seguito definiti: 
  • indicatori di rischio assoluto: tasso standardizzato per  eta'  e
genere (tassi di mortalita' e primo ricovero); 
  • misure di rischio relativo: SMR (Standardized Mortality/Morbility
Ratio) o i rapporti tra tassi (CMF, Comparative Mortality Figure, che
e' una misura equivalente) con confronto verso Provincia e Regione  e
relativi intervalli di confidenza (al 95 per cento o 90 per cento); 
  •  deve  essere  effettuato  il  calcolo   del   numero   di   casi
attribuibili),associati agli incrementi  di  inquinanti  previsti  in
fase di cantiere, in fase di deposito e in  fase  di  esercizio,  per
PM10, individuato come  tracciante  dell'inquinamento.  Deve  inoltre
essere  calcolato  il   numero   di   casi   attribuibili   associati
all'esposizione  a  radon  e  a  rumore   nelle   diverse   fasi   di
realizzazione dell'opera; 
  nonche' delle seguenti attivita': 
  •  definire  l'utilita'  della  Valutazione   nel   caso   concreto
(screening); 
  • definire gli obiettivi (scoping); 
  • valutare gli impatti (assessment); 
  •   formulare   raccomandazioni   per   minimizzare   gli   impatti
(reporting); 
  • controllare che gli impatti  sulla  salute  siano  effettivamente
quelli previsti dal procedimento di  VIS  e  che  le  raccomandazioni
siano effettivamente attuate dai decisori (monitoring); 
  • individuare i soggetti presenti  al  tavolo  di  pilotaggio  (con
compiti di indirizzo, discussione, valutazione e accompagnamento) del
processo di VIS orientato alla valutazione complessiva degli  impatti
sulla vita della popolazione e la messa  in  opera  degli  interventi
tesi a mitigare congiuntamente rischi e impatti; 
  • definire una proposta di cronoprogramma delle attivita' della VIS
(comprensivo dell'esplicitazione dei criteri che verranno  usati  per
definire il gruppo di lavoro, la sua  numerosita',  le  modalita'  di
convocazione e luogo degli incontri, le  modalita'  di  comunicazione
dei risultati); 
  definire una proposta di un  piano  di  comunicazione  inerente  il
processo e gli esiti della VIS. 
  156) per l'effettuazione della VIS, si raccomanda  l'affidamento  a
professionisti competenti' nel campo dell'epidemiologia che  permetta
la  scelta  corretta  dei  valori  di   rischio   da   utilizzare   e
l'applicazione della metodologia comunemente usata a questo scopo. 
• 
  Valutaziene di incidenza SIC/ZPS 
  157) Dovra' essere predisposto un piano di ripristino  dell'habitat
6510 "Praterie magre da fieno a  bassa  altitudine"  comprendente  la
manutenzione necessaria per la buona riuscita  degli  interventi.  In
ogni caso un congruo periodo di manutenzione dovra'  essere  previsto
per tutti gli interventi a verde. 
  158) La  progettazione  esecutiva  dovra'  prevedere  le  modalita'
operative e le tempistiche per una corretta manutenzione  e  verifica
della funzionalita' delle opere. Nel caso di constatazione della  non
efficienza della funzionalita' delle opere e' opportuno prevedere  la
possibilita' di individuare a scala  piu'  ampia,  sullo  schema  dei
flussi   di   fauna   vertebrata   esistenti,   i    fabbisogni    di
deframmentazione  del   territorio   e   provvedere   a   rinforzarne
l'efficienza in termini di connettivita' risolvendo le  problematiche
di altri punti di barriera faunistica e migliorando la  permeabilita'
del territorio di riferimento. 
  159) Per il monitoraggio risulta opportuno: 
  • integrare come criterio di selezione delle specie  le  Orchidacee
rinvenute nel sito di monitoraggio e uno o  piu'  plot  di  controllo
nelle stazioni oggetto di monitoraggio nell'ambito del progetto  Life
"Xero-Grazing" previo  coordinamento  con  l'Ente  Gestore  dell'area
protetta; 
  •  una  migliore  integrazione  con  quanto  dispone  il  piano  di
monitoraggio della vegetazione del SIC che  prevede  l'esecuzione  di
campionamenti sia di vegetazione che delle acque nei medesimi punti; 
  • inserire gli interventi previsti tra le misure di accompagnamento
dell'opera nella fase di progettazione esecutiva  condividendoli  con
l'Ente Gestore del SIC (Ente di gestione delle  Aree  protette  delle
Alpi Cozie). 
 
  Geotecnica 
  Monitoraqqi qeotecnici 
  160) Per i monitoraggi geotecnici viene data  specifica  enfasi  al
sistema di strutturazione ed organizzazione dei dati  geotecnici,  ma
non  viene  data  sufficiente   attenzione   alla   distribuzione   e
disseminazione  degli  stessi,  pertanto  si  richiede  che  i   dati
riguardanti i monitoraggi geotecnici, soprattutto per quanto concerne
quello che riguarda le misure  all'esterno,  siano  considerati  alla
pari dei dati derivanti dal monitoraggio ambientale e siano  trattati
contestualmente a  quest'ultimi  per  quanto  concerne  la  verifica,
validazione e diffusione. 
  161)  Per  quanto  concerne  la   galleria   di   Interconnessione,
considerata la relativa superficialita' dello scavo, la  seppur  solo
teorica possibilita' di indurre "sfornellamenti", l'incertezza  sulla
possibilita'  di  incontrare   depositi   glaciali,   sia   opportuno
installare un adeguato sistema di' monitoraggio di superficie al fine
di valutare possibili cedimenti dei terreni soprastanti la  galleria.
(inserire 102 e 103 nel PMA). 
  Sismicita' locale 
  162) Tenuto conto della rilevanza del progetto nel suo insieme,  si
ritiene non  sufficientemente  cautelativo  l'approccio  semplificato
utilizzato  dallo  studio  per  la  determinazione  dei  fenomeni  di
amplificazione sismica, e  si  richiede  pertanto  che,  per  i  siti
interessati da  opere  ed  infrastrutture  significative,  le  azioni
sismiche  da  utilizzare  nella  progettazione  delle   opere   siano
determinate mediante specifiche analisi di risposta  sismica  locale,
da predisporre secondo le indicazioni contenute ai par.  3.2  e  7.11
delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. Infrastrutture
14 gennaio 2014 e  della  relativa  Circolare  02  febbraio  2009  n.
617/C.S.LL.PP. Gli approfondimenti in questione,  da  predisporre  in
sede di progetto esecutivo, dovranno riguardare in linea di massima: 
  • i ponti sulla Dora, 
  • la stazione internazionale di Susa, 
  • la zona dell'Autoporto di Susa. 
  163) per definire i modelli geotecnici di  sottosuolo  dei  diversi
siti dovranno essere eventualmente  predisposte  specifiche  indagini
finalizzate a consentire la definizione di: 
  • condizioni stratigrafiche e modello di sottosuolo; 
  • proprieta' fisiche e meccaniche degli  strati  di  terreno,  (con
particolare riferimento alle condizioni cicliche); 
  • regime delle pressioni interstiziali; 
  profondita' e morfologia del substrato rigido o di un  deposito  ad
esso assimilabile. 
  164)  Ai  fini  delle  analisi,  sara'  necessario  il  ricorso   a
schematizzazioni geometriche  bidimensionali  o  tri-dimensionali  in
modo da tener conto delle eventuali modificazioni del segnale indotte
dalla specifica configurazione della valle. 
  Programma delle indagini 
  165) Al fine di acquisire informazioni utili per la  qualificazione
dei terreni ai fini della prevenzione del rischio sismico si  ritiene
opportuno che i fori di sondaggio gia' compresi nel  programma  delle
indagini definito e nei quali non viene prevista  l'installazione  di
una verticale piezometrica, vengano attrezzati per la  prova  OH,  da
realizzarsi con  misure  ad  intervallo  di  1  m.  Si  propone  tale
soluzione per i siti: 
  • S100 (Mompantero), 
  • S 103 (Interconnessione Bussoleno - ponte Dora). 
  166) Che lo studio nel suo complesso sia integrato con misure  HVSR
distribuite in modo tale da fornire  elementi  di  valutazione  utili
nella predisposizione della Carta del rischio sismico, e  da  fornire
elementi conoscitivi di riferimento per la progettazione delle  opere
ed infrastrutture significative. 
  Carta del rischio sismico 
  167) Per la Carta del rischio sismico  attualmente  realizzata  con
tecniche speditive e non  strettamente  coerente  con  i  criteri  di
riferimento in materia devono  essere  predisposti  gli  .  ulteriori
elaborati secondo gli indirizzi.  e  criteri  per  la  Microzonazione
sismica, 2008 e dai successivi  aggiornamenti  che'  costituiscono  i
presupposti alla realizzazione della Carta delle  microzone  omogenee
in prospettiva sismica ed in particolare la Carta delle indagini e la
Carta geologico-tecnica. 
  168) I complessi  litostratigrafici  devono  essere  raggruppati  e
codificati in base alle  caratteristiche  tessiturali  dei  depositi,
mentre le informazioni relative agli ambienti  genetico-deposizionali
costituiscono solo un dato accessorio. 
  169) Lo spessore minimo da considerare per le coperture e' di 3 m. 
  170) I margini di incertezza che in alcuni casi  caratterizzano  le
stratigrafie delle diverse zone della carta, (ad esempio substrato  a
profondita'  variabili  tra  5  m  e  50   m),   lasciano   prevedere
comportamenti non omogenei dal punto di vista della risposta  sismica
ed  e'  pertanto  necessario   una   revisione   dell'approccio   con
conseguente aggiornamento delle zone. 
  171) Gli standard citati in precedenza devono essere  previsti  con
una rappresentazione a scala non inferiore al rapporto 1:10.000. 
  Modelli qeotecnica 
  172)    Molte    indicazioni    geotecniche    sono     estrapolate
nell'impossibilita'  di  realizzare  indagini  dirette,  pertanto  e'
necessario  aggiornare  il  modello   geologico   e   geotecnico   di
riferimento in  base  alle  indagini  che  dovranno  comunque  essere
effettuate secondo i dettami  del  decreto  ministeriale  14  gennaio
2008, perlomeno  ai  fini  della  tutela  dell'assetto  idrogeologico
locale, in fase esecutiva, e di ripetere  le  verifiche  prodotte  in
piu' relazioni  in  base  al  quadro  aggiornato  delle  informazioni
geotecniche  acquisite  nel  corso  delle   indagini,   eventualmente
riattualizzando i sistemi di consolidamento dei versanti previsti. 
  173) modello geologico e geotecnica di  riferimento  dovra'  essere
considerato come un quadro di riferimento flessibile  e  modificabile
con l'avanzare dello stato conoscitivo dei luoghi. 
 
  Territorio  rurale,  attivita'   agricole,   fauna   selvatica   ed
acquatica. 
  Reticolo idroorafico superficiale ad uso irriquo 
  174) proponente dovra' concordare con i Consorzi  Irrigui  operanti
nelle aree di intervento le soluzioni individuate  per  risolvere  le
interferenze con gli impianti  irrigui  e  con  il  reticolo  irriguo
esistente, nonche'  il  cronoprogramma  relativo  alla  realizzazione
delle opere, in  modo  da  assicurare  la  funzionalita'  della  rete
irrigua  e  da  permettere  l'effettuazione   delle   operazioni   di
manutenzione della rete stessa in maniera agevole e in sicurezza. Per
quanto riguarda la Valle di Susa, il soggetto  da  contattare  e'  il
Consorzio irriguo delle Valli di Susa e Cenischia (Via TrattenerĀ° 15-
10053 Bussoleno (TO) - te1.0122/647092 - fax 0122/642850). Per quanto
riguarda le aree irrigue  ricadenti  nel  territorio  del  Comune  di
Torrazza Piemonte, si dovra' fare riferimento al Consorzio irriguo di
grado del Canavese (do Agritex - Via 'Gallo 29 -10034 Chivasso (TO) -
tel. 011/9131646 - fax 011/9107734). 
  Interventi  di  recupero,  di  mitiqazione  e  di  riqualificazione
ambientale 
  175)  Si  esprimono  perplessita'   sulla   scelta   delle   specie
individuate da utilizzare negli interventi di  mitigazione  dei  muri
individuate  nella  Relazione  tecnica  delle  opere   a   verde   di
mitigazione e recupero ambientale in fase di cantiere (elaborato PD2-
C3C-TS3-0193-A- AP-NOT) e nella Relazione tecnica delle opere a verde
di mitigazione e  recupero  ambientale  (elaborato  PD2-C3CTS3-  0171
-A-AP-NOT). 
  La Vitis  vinifera,  oltre  a  non  essere  una  pianta  rampicante
tappezzante, e' una specie agraria che  necessita'  di  cure  assidue
(potature,   trattamenti   anticrittogamici,    ecc.)    per    poter
sopravvivere,  che  configurano  interventi  manutentivi  costanti  e
ripetuti  nel  tempo  tali   da   non   essere   compatibili,   anche
finanziariamente,  con  opere  che  sono  effettuate   a   scopo   di
mitigazione  ambientale  e  paesaggistica.   Dovra'   quindi   essere
affrontata  la  criticita'  derivante  dall'emergenza   fitosanitaria
dovuta  all'espandersi  della  flavescenza  dorata,  che  la  Regione
Piemonte, in attuazione del decreto ministeriale del 31  maggio  2000
"Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza dorata  della
vite", sta  affrontando  con  interventi  obbligatori  di  lotta  con
insetticidi  e  di  espianto  delle  piante  infette  e  dei  vigneti
abbandonati, trascurati e inselvatichiti. 
  176)  Nel  caso  si  intendano  utilizzare  varieta'  con   valenza
maggiormente ornamentale, quali la varieta'  purpurea  (indicata  nel
Capitolato    tecnico    delle    opere    a     verde     -elaborato
PD2-C3CTS3-0114-B-AP-NOT),  occorre   verificare   se   ospitino   lo
Scaphoideus titanus, insetto vettore, specifico per  l'intero  genere
Vitis, del fitoplasma che provoca la malattia. 
  177) La scelta del Rubus fruticosa suscita perplessita' poiche'  se
si intende utilizzare  la  specie  selvatica,  questa  e'  fortemente
infestante, e' a fogliame deciduo e non e' rampicante  tappezzante,si
richiede pertanto di utilizzare proporre specie alternative idonee  a
svolgere la funzione di mitigazione richiesta. 
  Sottopasso faunistico 
  178) Il  sottopasso  faunistico,  cosi'  come  progettato  presenta
alcune criticita' di carattere funzionale che  possono  inficiare  il
suo effettivo utilizzo da parte della fauna  selvatica,  pertanto  si
richiede che nella progettazione dei passaggi per la fauna  selvatica
di media e grossa taglia, sia data fondamentale importanza alla  posa
in opera di elementi  naturali  (quinte  arboree  ed  arbustive)  che
svolgano  la  funzione  di'  invito  ad  invogliare  gli  animali  ad
utilizzare i varchi all'uopo destinati. Si  richiede,  pertanto,  che
tali aspetti siano adeguatamente sviluppati in fase di  progettazione
esecutiva concordandoli con  la  Direzione  Agricoltura  e  con  Arpa
Piemonte. 
  179)  In  fase  esecutiva  dovranno  essere   ricercate   soluzioni
alternative in corrispondenza degli imbocchi, prevedendo una corretta
progettazione  degli  inviti  a  verde  indispensabili  al   corretto
funzionamento  della  struttura.   Tali   aspetti   dovranno   essere
adeguatamente sviluppati in accordo con la  Direzione  Agricoltura  e
con Arpa Piemonte. 
  Barriere antirumore 
  180) Quale misura di mitigazione  nei  confronti  dell'avifauna,  i
pannelli fonoassorbenti trasparenti dovranno  essere  realizzati  con
materiali  opachi  o  colorati   o   satinati,   evitando   materiali
riflettenti o totalmente trasparenti, in modo da  risultare  visibili
agli uccelli ed evitare collisioni. 
  181) Gli aspetti inerenti la tutela degli  habitat  e  della  fauna
acquatica dovranno essere in  coerenza  con  quanto  stabilito  dalla
D.G.R. n. 75-2074  del  17  maggio  2011  anziche'  dalla  D.G.R.  n.
72-13725 del 29 marzo 2010. 
  Interventi  di  compensazione  a   seguito   dei   tagli   boschivi
(prescrizioni CIPE n. 7 - 45) 
  182) L'individuazione delle superfici sulle quali intervenire e  la
progettazione definitiva/esecutiva degli interventi di  compensazione
dei tagli boschivi dovranno essere sviluppati anche in  un'ottica  di
ricostituzione e di potenziamento dei corridoi ecologici e faunistici
presenti in Valle Susa. 
 
  Monitoraggio ambientale del progetto in fase realizzativa 
  183) Piano di Monitoraggio Ambientale, suoi contenuti  e  modalita'
operative, nonche' il Sistema di Gestione Ambientale dovranno  essere
concordati con Arpa Piemonte sulla scorta di quanto gia' avvenuto per
la realizzazione del cunicolo esplorativo di  Chiomonte.  Nell'ambito
del  sistema  di  gestione  ambientale  dovra'  essere  definita  una
procedura operativa in grado di evidenziare ruoli  e  responsabilita'
in merito al controllo e gestione dei mezzi  utilizzati  in  cantiere
sia on-road che off-road, anche se di  proprieta'  degli  appaltatori
dei lavori. 
  Amianto 
  183.1 punti di monitoraggio indicati  devono  essere  confermati  a
seguito di sopralluogo congiunto con  Arpa  Piemonte;  per  tutte  le
tratte  di  scavo   devono   essere   adottate   le   "frequenze   di
campionamento" e le "sogli di riferimento" indicate nella tabella 1: 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Al superamento della soglia d'intervento devono  essere  interrotte
tutte le attivita'  di  cantiere  (cfr.  punto  96  -  delibera  CIPE
57/2011) e devono essere adottate tutte  le  procedure  indicate  dal
decreto ministeriale 6 settembre 1994, cap.5, punto 11). 
  Aria 
  183.2  L'individuazione  dei  punti  di   monitoraggio   ambientale
relativi alla qualita'  dell'aria  dovra'  essere  supportata  da  un
dettagliato esame delle risultanze  delle  simulazioni  modellistiche
presentate dal proponente per il progetto definitivo che  individuino
le aree maggiormente sollecitate e quindi  i  ricettori  maggiormente
esposti. A tale scopo e' necessario che siano prodotte  le  mappe  in
formato vettoriale o raster  su  grigliato  di  calcolo  del  modello
relative ai diversi indicatori e  ai  relativi  inquinanti  derivanti
dall'impatto  sia  delle   sole   attivita'   legate   all'opera   in
costruzione, sia dell'impatto cumulato.  Siano  inoltre  forniti  per
tutti gli anni di simulazione (in formato da concordare con  Arpa)  i
seguenti dati relativi a tutte le celle del dominio di calcolo: 
  • mappe di concentrazione degli impatti aggiuntivi (solo  attivita'
connesse all'opera) e cumulati per  tutti  gli  indicatori  calcolati
(medie annuali e percentili); 
  • mappe di concentrazione della VAQ2008 riportati alla  risoluzione
target di 250 m per tutti gli indicatori calcolati (medie  annuali  e
percentili); 
  • mappe di concentrazione degli impatti aggiuntivi per  i  seguenti
indicatori: NO2 massime medie orarie, PM10 massime medie giornaliere; 
  • mappe emissive per tutte le sorgenti  considerate  (separate  per
inquinante e tipologia emissiva, totali per inquinante) per i diversi
anni di simulazione; 
  • file .shp relativi alle sorgenti  considerate  (cantieri,  tratte
stradali) e domini di calcolo. 
  Analogamente al Monitoraggio del Cunicolo de La Maddalena,  i  dati
di Qualita' dell'aria AO e CO, parametri chimici,  polveri  ecc.  sia
giornalieri, sia orari dei rilevamenti in  continuo  dovranno  essere
resi disponibili sulla base dati del Sistema regionale di rilevamento
della QA (SRRQA), attuando  tutte  le  procedure  necessarie  per  il
trasferimento. II monitoraggio ante operam sara' da  attivare  almeno
12 mesi prima dell'inizio delle attivita'  di  cantiere  al  fine  di
poter disporre  di  un  numero  di  misurazioni  sufficienti  per  la
valutazione dei dati in fase di corso di d'opera. Il  PMA  presentato
dal proponente e' da considerarsi un  documento  propositivo  e  deve
essere integrato,. tenendo conto altresi' dell'esigenza  di  recepire
la prescrizione n. 26 della Delibera CIPE n.  57/2011  per  la  quale
risulta  necessaria  una  sua  riformulazione  nel   modo   seguente:
"Protocollo  Operativo:  Regione  Piemonte  stipula   un   Protocollo
Operativo, per la sola fase di cantiere,  con  Provincia  di  Torino,
ARPA Piemonte ed Enti Locali interessati che, in coerenza con  quanto
previsto dai Piani di Azione a breve termine  previsti  dall'ari.  24
della Direttiva 2008/50/CE recepita con  il  decreto  legislativo  n.
155/2010 e s.m.i., contenga i provvedimenti efficaci per  limitare  e
se necessario sospendere le attivita' che contribuiscono  al  rischio
che i rispettivi valori limite, valori obiettivo e soglie di  allarme
di cui agli allegati VII, Xl e XIV della Direttiva,  siano  superati.
Il Protocollo dovra' altresi' stabilire, 
  • per le  rispettive  competenze  degli  Enti  territoriali  e  del
Proponente, gli interventi e le azioni  da  attuare  per  ridurre  le
emissioni inquinanti quando il sistema di monitoraggio afferente alla
Nuova linea (in fase di cantiere), evidenzi il superamento dei valori
limite di cui all'allegato XI della Direttiva; 
  i criteri con cui, al superamento dei suddetti  valori  limite,  e'
definita  la  significativita'  del  contributo  delle  attivita'  di
cantiere  rispetto  alle  altre  fonti  di  inquinamento  atmosferico
presenti; 
  • le modalita'  con  le  quali  l'Agenzia  provvede  alla  messa  a
disposizione dei dati mediante gli strumenti disponibili  nell'ambito
del Sistema regionale rilevamento della Qualita' dell'Aria. 
  I superamenti saranno riferiti alle misurazioni di  un  sistema  di
punti  di  misura  dedicati,  da  attivare  almeno  12   mesi   prima
dell'inizio delle attivita' di cantiere, e i dati  prodotti  dovranno
essere  inseriti  a  tutti  gli  effetti  nel  Sistema  regionale  di
rilevamento della Qualita' dell'Aria, con le tempistiche previste dal
Protocollo operativo.  L'acquisto  dei  beni  strumentali,  necessari
all'allestimento dei punti di misura, e la loro  messa  in  esercizio
sara' effettuato dal proponente sulla  base  di  specifiche  tecniche
fornite da Arpa Piemonte che conterranno le indicazioni  riguardo  il
tipo di strumentazione con le relative caratteristiche  tecniche,  il
numero e rubicazione dei punti di misura. Arpa  Piemonte  provvedera'
ad  aggiornare  le  specifiche  tecniche  della   strumentazione   in
relazione all'evoluzione normativa e  tecnica;  gli  eventuali  oneri
economici aggiuntivi per la realizzazione di quanto previsto da  tale
aggiornamento  saranno  interamente  a  carico  del  proponente.   La
gestione dei punti di misura dovra' essere affidata ad ARPA  Piemonte
sulla base di un accordo formale a titolo oneroso da  stipularsi  fra
le parti. H  proponente  dovra'  farsi  carico  di  tutti  gli  oneri
economici  -  compresi  quelli  relativi  ai  costi   dei   personale
dell'Agenzia,  delle  determinazioni  analitiche  di  laboratorio   e
dell'inserimento  e  gestione  dei  dati  nel  Sistema  regionale  di
rilevamento della Qualita'  dell'Aria  -  necessari  a  garantire  un
corretto funzionamento dei punti di misura e a conseguire il rispetto
degli obiettivi di  qualita'  previsti  dal  decreto  legislativo  D.
155/2010 e s.m.i. Arpa Piemonte provvedera' a mettere a  disposizione
degli Enti competenti i dati prodotti tramite le  procedure  previste
dal Sistema Regionale di Rilevamento della Qualita'  dell'Aria  e  la
reportistica concordata all'interno del Protocollo Operativo. " 
  Ambiente idrico 
  183.3 Dovra' essere data  contestualizzazione  degli  interventi  e
degli impatti attesi rispetto ai CI. GWB  e  Complessi  Idrogeologici
interessati. Dovra' essere fornita la valutazione  degli  impatti  in
relazione agli obiettivi di qualita'  definiti  dal  PdG  Po.  Dovra'
essere considerata la  correlazione  degli  impatti  con  le  diverse
categorie  di   elementi   di   qualita'/parametri   (chimico-fisici,
biologici,    idrologici,    morfologici,    idrogeologici,     ecc.)
potenzialmente interferiti. 
  Dovranno essere definite le soglie riferite  alla  situazione  Ante
operam da adottare nell'analisi dei dati derivanti dai  monito  raggi
di Corso d'opera e Post operam. 
  Inquinamento acustico 
  183.4 La previsione di un sistema di monitoraggio in continuo (h24)
all'interno di ogni cantiere  (analogo  al  sistema  di  monitoraggio
esistente nel cantiere per la realizzazione del cunicolo  esplorativo
de La Maddalena) dovra' comprendere un'adeguata taratura dei  livelli
presso il perimetro dei cantieri e presso i ricettori  potenzialmente
piu' esposti e dovranno essere definite, in contraddittorio con Arpa,
specifiche soglie di attenzione e di allarme. 
  Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 
  183.5 Nel  PMA  dovra'  essere  introdotto  un  paragrafo  dedicato
completamente alle radiazioni ionizzanti, in  cui  inserire  tutti  i
riferimenti a questa tematica ad oggi distribuiti nelle varie sezioni
del documento stesso. La definizione dei  contenuti  e  le  modalita'
operative dovranno essere concordate con  Arpa  Piemonte  (cosi  come
previsto dalla  prescrizione  62  della  Delibera  CIPE  57/2011)  in
specifici incontri dedicati. 
  Funzionalita' ecologica e Valutazione d'Incidenza 
  183.6 Deve essere previsto un monitoraggio per le zone umide. 
  Accompagnamento ambientale del progetto in fase realizzativa 
  184  Richiamando  l'essenzialita'  dell'accompagnamento  ambientale
dell'opera come gia' definito nella D.G.R. n. 18-1954 del  29  aprile
2011 con la quale e' stato espresso il parere regionale in ordine  al
progetto preliminare,  si  riscontra  la  mancata  ottemperanza  alle
prescrizioni della deliberazione CIPE n. 57 del 2011 nn. 61 e  197  e
pertanto  proponente  dovra'  dare  seguito  all'ottemperanza   delle
prescrizioni nn. 61 e 197 della deliberazione CIPE n.  57  del  2011,
previo accordo con  Arpa,  anche  ai  fini  della  definizione  delle
necessarie risorse finanziarie da mettere a disposizione. 
 
  Prescrizioni del Ministero dei Beni ed Attivita'  Culturali  e  dei
Turismo 
  Per  quanto  attiene  alla  tutela  archeologica  e  alla  relativa
prevenzione del rischio: 
  185 Si prescrive che gli scavi archeologici esplorativi non vengano
compiuti durante i periodi di massime precipitazioni  atmosferiche  o
nel quale lo sviluppo  stagionale  della  vegetazione  impedisca  una
concreta visibilita'  del  terreno,  che  potrebbero  di  conseguenza
causare ostacolo ad una corretta esplorazione del sottosuolo. 
  186 Si prescrive ai sensi dell'articolo  90,  "Scoperte  fortuite",
del decreto legislativo n. 42/2004 s.m.i. che  se  durante  i  lavori
dovessero essere casualmente ritrovati  resti  antichi,  manufatti  o
elementi di natura archeologica, anche di  apparente  non  interesse,
siano immediatamente sospesi tutti i lavori in atto  e  ne  sia  data
immediata comunicazione alla competente  Soprintendenza  per  i  beni
archeologici, la quale se  ne  ravvisera'  la  necessita',  chiedera'
l'ampliamento delle indagini al fine di consentire  una  corretta  ed
adeguata documentazione e conservazione dei resti sepolti. 
  187 Alla Societa' Lyon Turin  Ferroviaire  s.a.s.  si  richiede  di
prevedere che nel  quadro  economico  del  progetto  esecutivo  siano
accantonate adeguate somme per la realizzazione  di  eventuali  scavi
archeologici che si rendessero necessari  nei  caso  in  cui  fossero
rinvenuti siti  o  contesti  di  interesse  archeologico  allo  stato
attuale non conosciuti. 
  188 Qualunque attivita' di indagine geognostica  (relativa  sia  al
progetto definitivo principale  che  a  quelli  di  competenza  della
Societa'  SITAF  S.p.A.  che  della  Societa'  CONSEPI  S.p.A),   che
eventualmente fosse ne_ frattempo realizzata,  dovra'  in  ogni  caso
essere effettuata con assistenza archeologica continua  da  parte  di
operatori  specializzati  sotto  la  supervisione  della   competente
Soprintendenza  peri  beni  archeologici,  con  oneri  a  carico  del
proponente,  allo  scopo  di  verificare  la  presenza  e   prevenire
possibili  danneggiamenti  a  strutture  e/o   depositi   di   natura
archeologica non altrimenti  individuabili  -  come  evidenziato  nel
parere della competente Soprintendenza per i beni archeologici n. 229
del 14/01/2010  indirizzata  alla  Societa'  Lyon  Turin  Ferroviaire
s.a.s.. 
  189 Qualsiasi opera di scavo superficiale che  possa  compromettere
l'eventuale stratigrafia archeologica ed eventualmente introdotta  in
variante  agli  elaborati  attuali,  sara'   soggetta   ad   apposita
autorizzazione preventiva della competente Soprintendenza per i  beni
archeologici e all'assistenza archeologica di cui  alle  prescrizioni
n. 4. 
 
  Progetto di  ricollocazione  dell'Autoporto  della  Societa'  SITAF
S.p.A.: 
  190 Qualora le 'carote' prodotte nel corso dei sondaggi geognostici
gia' realizzati siano state ancora  conservate,  le  stesse  dovranno
essere analizzate  dal  punto  di  vista  archeologico  da  personale
qualificato,  allo  scopo  di  integrare  i  dati   della   relazione
archeologica allegata al progetto con le informazioni  desumibili  da
tali sondaggi. 
  191 E'  necessario  provvedere  alla  stesura  di  un  progetto  di
indagini archeologiche preventive -  indagini  che  avrebbero  dovuto
aver luogo in una fase progettuale precedente  la  definitiva,  cosi'
come previsto dall'art. 96, e. 1, lett. a) del decreto legislativo n.
163/2006 -, in modo da  orientare  eventuali  indagini  di  scavo  in
estensione ad integrazione della  progettazione  esecutiva  (come  da
art. 96, c. 1, lett. b, del citato decreto); progetto  dovra'  essere
sottoposto al parere preventivo della competente Soprintendenza per i
beni  archeologici,  per  l'avvio   della   procedura   di   verifica
archeologica preventiva. 
  192 Le indagini saranno effettuate mediante  sondaggi  di  verifica
archeologica ai sensi dell'art. 96, comma 1, del decreto  legislativo
n. 163/2006, da posizionarsi  nelle  aree  individuate  nel  relativo
Studio  archeologico  come  a   "rischio   medio-alto",   ovvero   in
corrispondenza della bretella R1-R2, della rotatoria  R2,  dei  nuovi
edifici  previsti  (area   di   servizio   e   posto   di   controllo
centralizzato) e delle rampe sui lati nord-est  ed  ovest  dell'area.
Alla luce delle  risultanze  di  tali  sondaggi,  si  valuteranno  le
modalita' di indagine  nell'area  centrale  destinata  a  parcheggio,
anche in considerazione delle profondita' di scotico e  di  posa  dei
sottoservizi. 
  193 Eventuali rinvenimenti di natura archeologica saranno  indagati
esaustivamente, cosi' come previsto dall'art. 96, comma 1,  lett.  b)
del decreto legislativo n. 163/2006. 
 
  Progetto di ricollocazione della pista Guida Sicura della  Societa'
CONSEPI S.p.A.: 
  194 E'  necessario  provvedere  alla  stesura  di  un  progetto  di
indagini archeologiche preventive- indagini che avrebbero dovuto aver
luogo in una fase progettuale precedente la  definitiva,  cosi'  come
previsto dall'art. 96, comma 1,  lett.  a)  del  decreto  legislativo
n.163/2006 -, in modo da orientare eventuali  indagini  di  scavo  in
estensione ad integrazione della  progettazione  esecutiva  (come  da
art. 96, comma 1, lett. b, dei citato decreto);  il  progetto  dovra'
essere   sottoposto   al   parere   preventivo    della    competente
Soprintendenza per i beni archeologici, per l'avvio  della  procedura
di verifica archeologica preventiva. 
  195 Le indagini saranno effettuate mediante sondaggi di  scavo,  da
posizionarsi nelle aree individuate nel  citato  studio  archeologico
come a "rischio medio", ovvero lungo i lati  est  e  ovest  dell'area
oggetto di intervento, non interessate dai riporti di terreno durante
i  lavori  di  costruzione  dell'autostrada  A32.  Alla  luce   delle
risultanze di tali sondaggi, si valuteranno le modalita' di  indagine
nell'area individuata  nello  studio  archeologico  come  a  "rischio
medio-basso", dal momento che e' possibile che  in  alcuni  punti  di
tale area le opere di scavo  raggiungano  il  livello  originale  del
terreno al di sotto dei notevoli riporti citati. 
  196 In alternativa, sempre per l'area evidenziata come  a  "rischio
medio-basso", si potra' prevedere un controllo archeologico in  corso
d'opera sugli scavi, cosi' come dovra'  essere  previsto  per  l'area
individuata come a "rischio molto basso", secondo modalita' operative
che saranno concordate con la competente Soprintendenza  per  i  beni
archeologici. 
 
  Per quanto attiene alla tutela dei beni architettonici 
  197 La prescrizione ha carattere cautelativo nell'eventualita'  che
sull'immobile denominato "Caserma Cascino" trovi in futuro attuazione
- come evidenziano  le  stesse  osservazioni  a  margine  di  codesto
Ministero delle  infrastrutture  e  dei  trasporti-autorizzazione  ai
sensi dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 42/2004, a meno che
non ne venga accertata l'assenza di interesse  culturale  secondo  le
procedure  previste  dagli  articoli  12-13  del   medesimo   decreto
legislativo n. 42/2004; cio' tanto piu' appare opportuno nel caso che
l'intervento venga effettuato per il tramite di un soggetto  privato,
il quale deve comunque essere edotto  dell'attuale  stato  di  tutela
dell'immobile  e  quindi  della  sua  non  piena   e   incondizionata
disponibilita' per quanto di competenza di questo Ministero. 
  198 Per quanto attiene agli interventi di Ristrutturazione di parte
del Complesso della Caserma Henry da destinare a Punto informativo  a
Susa - Lotti 1 e 2,  si  ottemperera'  alle  specifiche  prescrizioni
impartite rispettivamente per il Lotto 1 da questo Ministero  con  il
parere n. 30564 del 21 novembre 2013, allegato al presente, e per  il
Lotto 2 a quelle di seguito elencate dal n. 223 al n. 233. 
 
  Per quanto attiene alla tutela paesaggistica: 
  199 Con il progetto esecutivo si  produrranno  specifici  elaborati
grafici per evidenziare le possibili interazioni, anche di  reciproca
intervisibilita', delle opere di imbocco ferroviario con l'area della
"Cascina San Giacomo o Cascina Vazone", evidenziando se del caso, gli
interventi di restauro / consolidamento  eventualmente  necessari,  i
quali dovranno in ogni caso  essere  preventivamente  autorizzati  ai
sensi dell'articolo 21 del decreto legislativo n.  42/2004  e  s.m.i.
dalla  competente  Soprintendenza  per  i   beni   architettonici   e
paesaggistici', vista ia relativa dichiarazione  di  culturalita'  ai
sensi del D.D.R. O. 239 del 25/07/2011. 
  200 Per  cio'  che  concerne  i  materiali  di  rivestimento  o  di
tamponatura della nuova Stazione internazionale di Susa  si  dovranno
predisporre idonee campionature su superfici sufficientemente  estese
onde verificare l'effetto cromatico /  materico  delle  medesime.  In
particolare  per  le  lastre  della  relativa  copertura  sembrerebbe
preferibile un tipo di copertura di color grigio opaco e  non  grigio
lucido,   poiche'   maggiormente   evocativo   delle   lose    locali
tradizionali. 
  201 Per quanto concerne  i  fabbricati  e  le  strutture  dell'Area
tecnica di Susa non e' stato ancora sufficientemente indagato il tema
della vista dalle alture sovrastanti  ia  conca  di  Susa.  Per  tale
motivo la compatibilita' delle strutture di copertura a traliccio e i
diversi schemi proposti di posa dei  pannelli  solari  dovra'  essere
valutata in sede di progetto esecutivo in accordo con  la  competente
Soprintendenza per i' beni architettonici e paesaggistici. 
  202 Per cio' che attiene le schermature acustico-visive nei  tratti
della linea, ovvero ai lati del piano del  ferro  saranno  presentate
per  l'approvazione  alla  competente  Soprintendenza  per   i   beni
architettonici  e  paesaggistici  soluzioni  di   maggiore   qualita'
architettonica.  Dovra'  avere  nelle  pannellature  un  elemento  di
distinzione architettonica che contraddistingua l'intero percorso  in
progetto. 
  203 Nella successiva fase di progetto esecutivo si dovra'  allegare
opportuna relazione aggiornata, corredata  di  elaborati  grafici  in
numero adeguato,  delle  opere  di  cantiere  e  della  logistica  di
servizio  alla  realizzazione  della  infrastruttura  in  esame,  con
particolare riferimento alle possibili  interferenze  con  patrimonio
culturale esistente ed agli impatti dovuti al passaggio di mezzi  nei
centri storici, nel rispetto degli "Obiettivi specifici  di  qualita'
paesaggistica per ambiti di paesaggio" elencati nell'allegato B delle
Norme Tecniche di Attuazione (di seguito NTA) del Piano paesaggistico
regionale (di seguito PPR) ai punti 1.8.4; 1.9.3;  2.4.1;  4.5.1.  In
particolare per gli edifici previsti per le installazioni di cantiere
si produrra' con il medesimo progetto  esecutivo  un  approfondimento
progettuale in merito alle relative  coloriture  esterne  (sia  delle
pareti  che  delle  coperture),  che  tenda  ad  individuare  tra  le
possibili  soluzioni  adottabili  quella  piu'  consona   all'intorno
paesaggistico e tale  da  ridurne  maggiormente  la  visibilita'  dai
principali punti panoramici della valle. 
  204 Per tutte le aree boscate interessate dall'opera dovra'  essere
rispettato quanto previsto dalla legge regionale n. 4/2009,  articolo
19, comma 7. Nel merito si  richiede,  visto  l'impegno  territoriale
dell'opera in esame, di rispettare con riguardo ai territori  coperti
da boschi le indicazioni contenute nell'articolo 16, comma  5,  delle
NTA del PPR. 
  205  Considerato  che  il  progetto  in  esame   interferisce   con
territorio ad uso agricolo si richiede, visto l'impegno  territoriale
dell'opera in esame, di rispettare in ogni caso  quanto  indicato  in
merito dall'articolo 20,  "Aree  di  elevato  interesse  agronomico",
delle NTA del PPR, prevedendo di conseguenza adeguati e pari recuperi
in siti limitrofi alle aree interessate. 
  206 In riferimento all'illuminazione del percorso, dei  cantieri  e
delle stazioni, si dovranno privilegiare apparecchi  illuminanti  che
non disperdano flusso luminoso verso l'alto, evitando di  contribuire
all'inquinamento luminoso.  Particolare  approfondimento  progettuale
esecutivo dovra' essere effettuato in ogni caso in cui le opere siano
a diretta visione di un bene culturale. 
  207 Con il progetto esecutivo dovra' essere redatto un  conseguente
aggiornamento dei piano di monitoraggio  dedicato  alla  verifica  in
continuo degli impatti prodotti sul patrimonio culturale  interessato
dai cantieri e  dalla  medesima  infrastruttura  in  esame,  tale  da
consentire  con  immediatezza,  tramite   procedure   preliminarmente
definite, l'individuazione di criticita' e quindi la progettazione  e
realizzazione delle necessarie varianti o mitigazioni. 
  208  Tutte  le  opere  di  mitigazione  vegetale  e  di   eventuale
reimpianto delle piante recuperate dai  siti  dell'infrastruttura  in
esame e di cantiere previste nel progetto  definitivo  -  prima  fase
dovranno essere  realizzate  con  l'assistenza  continua  di  esperti
botanici  e  agronomi  e  con  l'obbligo  di  una  verifica  continua
dell'attecchimento  e  vigore  delle  essenze  piantate.  Le  essenze
trovate seccate alla verifica di  cui  sopra  saranno  immediatamente
sostituite con altre di  uguale  specie  con  successivo  obbligo  di
yerifica. Si intende che le opere di  mitigazione  vegetale  dovranno
essere realizzate immediatamente con l'impianto dei cantieri, se  non
prima se tecnicamente possibile. 
  209 La Societa' Lyon Turin Ferroviaire s.a.s. dovra' porre in opera
in fase  di  realizzazione  dell'opera  principale,  come  anche  dei
relativi cantieri,  ogni  necessario  intervento  di  eliminazione  o
mitigazione degli  impatti  sul  patrimonio  culturale  derivanti  da
eventuali situazioni impreviste o modifiche progettuali, qualora cio'
fosse richiesto dalla Direzione generale per il paesaggio,  le  belle
arti, l'architettura e l'arte contemporanee del Ministero dei beni  e
delle attivita' culturali. 
  210 Tutte le aree agricole temporaneamente  occupate  dai  cantieri
relativi  all'intervento  in  argomento,  come  anche  le  piste   di
servizio,  dovranno  essere  riportate  al  termine  dei  lavori   ai
caratteri morfologici e vegetazionali originari. 
  211 Si puo' sin d'ora ritenere indispensabile ai fini della tutela,
tanto monumentale che paesaggistica, la inderogabile necessita' della
valutazione  preventiva  in  cantiere   a   cura   della   competente
Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di materiali
/ finiture afferenti le porzioni di opere di competenza del  medesimo
Ufficio  con  successiva  emanazione   dei   relativi   provvedimenti
autorizzativi   di   merito,   volta   per   volta.   La   competente
Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici assicura  al
proponente la propria disponibilita' a valutare soluzioni alternative
o migliorative afferenti le opere in oggetto. 
 
  Progetto di  ricollocazione  dell'Autoporto  della  Societa'  SITAF
S.p.A.: 
  212  Per  il  collegamento  dell'infrastruttura  con  la  limitrofa
autostrada,  prima  della  redazione  del  progetto  esecutivo  della
soluzione  architettonica  strallata  per  i  due  ponti  sovrappasso
presentata con il progetto definito di 1^  fase,  saranno  verificate
ulteriori soluzioni strutturali per gli stessi ponti o  viabilistiche
per l'accesso all'autoporto di minore impatto paesaggistico  rispetto
a quella proposta. Le  suddette  ulteriori  soluzioni  strutturali  o
viabilistiche saranno  presentate  al  Ministero  dei  beni  e  delle
attivita' culturali e del turismo. 
  213 Per cio' che attiene l'architettura degli edifici  si  richiede
l'uso di materiali di rivestimento consoni al luogo essendo le  forme
proposte di tipo astratto e  avulse  dal  contesto  della  tradizione
locale.  Il  relativo  progetto  esecutivo  sara'   sottoposto   alla
preventiva approvazione della competente Soprintendenza  per  i  beni
architettonici e paesaggistici. 
  214 Con il progetto esecutivo saranno ulteriormente incrementate le
schermature vegetazionali  all'intorno  dell'infrastruttura,  il  cui
attecchimento in opera e' soggetta a verifica triennale  con  obbligo
di sostituzione delle essenze trovate secche. Il progetto e la  messa
in opera  delle  essenze  vegetazionali  saranno  realizzati  con  il
contributo di esperti botanici. 
  215 La  prescrizione  intende  assicurare  una  verifica  in  corso
d'opera - sotto il profilo della coerenza con i caratteri e i  valori
paesaggistici dei luoghi - degli aspetti di dettaglio e di  finitura,
non  pienamente  valutabili  nella  presente  fase  progettuale,   da
intendersi quale ottimizzazione progettuale, fermo restando il quadro
economico prestabilito. 
 
  Progetto di ricollocazione della pista Guida Sicura della  Societa'
CONSEPI S.p.A. 
  216 Per quanto attiene il fabbricato principale  si  proporra'  una
soluzione avente maggior qualita' architettonica, stante  che  quello
proposto riporta caratteristiche avulse  dal  contesto  paesaggistico
circostante. A tale scopo ci si avvarra' nel gruppo di  progettazione
della consulenza di  un  architetto  paesaggista  che  specificamente
individui e proponga tematiche  e  soluzioni  adeguate.  Il  relativo
progetto esecutivo  sara'  sottoposto  alla  preventiva  approvazione
della  competente  Soprintendenza  per  i   beni   architettonici   e
paesaggistici. 
  217 Con U progetto esecutivo saranno ulteriormente incrementate  le
schermature  vegetazionali  all'intorno  dell'infrastruttura  -   con
particolare  attenzione  verso  il  sedime  autostradale  -,  il  cui
attecchimento in opera e' soggetto a verifica triennale  con  obbligo
di sostituzione delle essenze trovate secche. progetto e la messa  in
opera  delle  essenze  vegetazionali  saranno   realizzati   con   il
contributo di esperti botanici. 
  218  Con  il  progetto  esecutivo  si  approfondira'  il   progetto
illuminotecnico della pista al fine di individuare il giusto  livello
di  illuminamento  e  l'adozione  di  apparecchi  tali  da   evitarne
l'inquinamento nell'intorno nelle ore di utilizzo. 
  219 Ai  fini  della  tutela  paesaggistica,  il  proponente  dovra'
costantemente  informare  la  competente  Soprintendenza  peri   beni
architettonici e paesaggistici sui materiali prescelti,  comprese  le
relative finiture, per  una  loro  preventiva  valutazione  in  corso
d'opera. 
 
  Prescrizioni di carattere generale: 
  220 Entro sei mesi dalla prevista dismissione di ogni singola  area
di  cantiere  sara'  presentato  per  l'approvazione  alla  Direzione
Generale per il paesaggio, le belle  arti,  l'architettura  e  l'arte
contemporanee e alle Soprintendenze di settore competenti un progetto
esecutivo aggiornato relativo alla sistemazione definitiva  dell'area
occupata. 
  221 In  corso  d'opera  le  Soprintendenze  di  settore  competenti
potranno impartire ulteriori e maggiori prescrizioni  per  tutti  gli
interventi corollari  al  progetto  non  dettagliatamente  illustrati
nella documentazione presentata. Per quanto sopra  la  Societa'  Lyon
Turin  Ferroviaire  s.a.s.  avra'  cura  di  comunicare  con  congruo
anticipo l'inizio  di  tutti  i  lavori,  compresi  gli  impianti  di
cantiere, alle competenti Soprintendenze di settore e alla  Direzione
Generale per il paesaggio, le belle  arti,  l'architettura  e  l'arte
contemporanee. 
  222 Tutte le  suddette  prescrizioni  dovranno  essere  ottemperate
dalla Societa' Lyon Turin Ferroviaire s.a.s.  con  la  redazione  del
progetto esecutivo, se non diversamente  specificato  nelle  suddette
prescrizioni dal n. 1 al n.  41,  da  presentarsi  prima  dell'inizio
delle opere (compresi i cantieri) e i relativi elaborati  progettuali
di recepimento andranno sottoposti alla verifica di  ottemperanza  da
parte  della  Direzione  Generale  per  paesaggio,  le  belle   arti,
l'architettura e  l'arte  contemporanee  e  delle  Soprintendenze  di
settore". 
 
  Progetto Definitivo del Lotto 2 dei lavori di  ristrutturazione  di
parte  del  Complesso  della  Caserma  Henry  da  destinare  a  Punto
informativo a Susa 
  223 II presente parere e quello della competente Soprintendenza per
i beni architettonici e  paesaggistici  n.  4669  del  7  marzo  2014
potranno subire  variazioni  o  annullamento  ove  la  documentazione
progettuale consegnata risulti imprecisa, oppure  successivamente  ai
riscontrino    situazioni    o    ritrovamenti    non     accertabili
preliminarmente. 
  224 La Societa'  Lyon  Turin  Ferroviaire  s.a.s.  dovra'  adeguare
progetto di ristrutturazione consegnato  secondo  le  prescrizioni  e
richieste contenute nel parere della competente Soprintendenza per  i
beni architettonici e paesaggistici n. 4669  del  7  marzo  2014.  Il
progetto  adeguato   sara'   nuovamente   inoltrato   alla   medesima
Soprintendenza per le determinazioni di competenza prima  dell'inizio
dei lavori, compresi quelli di' impianto del cantiere. 
  225 Gli estremi di protocollo e la data del presente parere e delle
autorizzazioni  ai  sensi  degli  articoli  21  e  22   del   decreto
legislativo n. 42/2004 s.m.i. della competente Soprintendenza  per  i
beni  architettonici  e  paesaggistici  dovranno  essere  chiaramente
indicati sul cartello di cantiere. 
  226 La  competente  Soprintendenza  per  i  beni  architettonici  e
paesaggistici sara' quindi costantemente informata dell'andamento dei
lavori, per poter  compiere  verifiche  o  pronunciarsi  su  prove  o
campionature per le quali la medesima rimane sempre disponibile, come
anche  di  eventuali  circostanze  impreviste  e  problematiche   che
dovessero insorgere durante l'esecuzione  delle  opere,  al  fine  di
poter intervenire ai sensi della prescrizione esecutiva n. 47. 
  227 In  corso  d'opera  le  Soprintendenze  di  settore  competenti
potranno impartire ulteriori e maggiori prescrizioni  per  tutti  gli
interventi corollari  al  progetto  non  dettagliatamente  illustrati
nella documentazione presentata. 
  228 Le competenti Soprintendenze potranno verificare  in  qualsiasi
momento che le opere autorizzate siano  eseguite  conformemente  alla
documentazione di progetto approvata e a regola d'arte. 
  229 Entro due mesi dal termine dei lavori del progetto definitivo -
Lotto 2 sara' trasmessa alla Direzione Generale per d  paesaggio,  le
belle  arti,   l'architettura   e   l'arte   contemporanee   e   alle
Soprintendenze  di  settore  competenti,  una  relazione  di   quanto
eseguito, corredata da adeguata documentazione  fotografica  eseguita
anche in corso d'opera oltre che alla fine degli stessi. 
 
  Per  la  tutela  archeologica  e   la   prevenzione   del   rischio
archeologico 
  230 In corso d'opera  e  immediatamente  dopo  la  rimozione  delle
attuali pavimentazioni interne agli edifici e  degli  spazi  esterni,
dato che in area prossima  al  complesso  della  Caserma  Henry  sono
documentati  rinvenimenti  di  sepolture  di  epoca  romana  (regione
Cappuccini), deve essere  eseguita  una  serie  di  sondaggi  per  la
verifica archeologica. 
  231 I sondaggi di  cui  alla  prescrizione  esecutiva  O.  50  sono
soggetti all'assistenza archeologica costante  in  corso  d'opera  da
parte di operatori specializzati (i cui oneri saranno  a  carico  del
proponente)  e  sotto  la  direzione  scientifica  della   competente
Soprintendenza per i beni archeologici. I nominativi  e  i  curricula
degli operatori specializzati o della Ditta specializzata  incaricata
saranno preventivamente sottoposti  alla  verifica  della  competente
Soprintendenza per i beni archeologici. 
  232 Qualsiasi opera  di  scavo,  anche  superficiale  e  che  possa
compromettere la stratigrafia archeologica, eventualmente  introdotta
in  variante   agli   elaborati   presentati,   sara'   soggetta   ad
autorizzazione   della   competente   Soprintendenza   per   i   beni
archeologici e all'assistenza archeologica di cui  alla  prescrizione
n. 51. 
  233 Si prescrive ai sensi dell'articolo  90,  "Scoperte  fortuite",
del decreto legislativo n. 42/2004 s.m.i. che  se  durante  i  lavori
dovessero essere casualmente ritrovati  resti  antichi,  manufatti  o
elementi di natura archeologica, anche di  apparente  non  interesse,
siano immediatamente sospesi tutti i lavori in atto  e  ne  sia  data
immediata comunicazione alla competente  Soprintendenza  per  i  beni
archeologici, la quale se  ne  ravvisera'  la  necessita',  chiedera'
l'ampliamento delle indagini al fine di consentire  una  corretta  ed
adeguata documentazione e conservazione dei resti sepolti". 
 
  Prescrizione della Commissione Intergovernativa 
  234 Impianto di comunicazione denominato Sistema PUMA 
  Su richiesta della Commissione Intergovernativa e dei  suoi  organi
tecnici  (nei  rappresentanti  dei  Vigili  del  Fuoco  italiani)  si
prescrive, in sede  di  progettazione  esecutiva,  lo  studio  di  un
impianto di telecomunicazione per tutta la  sezione  transfrontaliera
basato su apparecchi portatili tipo  PUMA  omologati  "ATEX"  (ovvero
adatti all'utilizzo in atmosfere esplosive). Tali apparecchi, pur  se
adatti a funzionare in condizioni estreme  con  frequenze  analogiche
comprese tra 412 e 422 Mhz, presentano una potenza limitata in  grado
di coprire soltanto 600/700 m di  galleria.  Quanto  sopra  rende  il
sistema     realmente     efficace     solo     in     corrispondenza
dell'incidente/incendio. 
  Per tutte le "normali" telecomunicazioni al di  fuori  dell'intorno
dell'incendio/incidente, i Vigili del Fuoco italiani  richiedono  che
venga installata anche un'altra banda di frequenza a maggior  potenza
(in gergo  detta  "banda  portante")  che  e'  operante  a  frequenze
analogiche comprese tra 73 e 74.600 Mhz. 
 
  Prescrizioni di altri enti 
  Studio di una ottimizzazione della cantierizzazione 
  235 In sede di progettazione esecutiva dovra' essere  studiata  una
localizzazione alternativa dei cantieri in funzione delle esigenze di
sicurezza delle persone e nel rispetto delle esigenze  operative  dei
lavori, cosi' come espresso. nel parere del Comune di Susa depositato
nella seduta di CdS del 10 marzo 2014. Tale studio dovra' valutare  e
quantificare anche  il  costo  conseguente  alla  qualificazione  dei
suddetti cantieri quali siti di interesse strategico. 
  Laddove, in esito allo studio, dovesse essere accertata la migliore
rispondenza, alle esigenze  di  sicurezza  sopramenzionate,  di  siti
alternativi  a  quelli   previsti   nel   progetto   definitivo,   la
approvazione  degli  stessi  avverra'  nell'ambito  delle   procedure
delineate dall'art. 169 decreto legislativo 163/2006 e s.m.i..