(Relazione)
                                                             Allegato 
 
                         PREFETTURA DI ROMA 
                  Ufficio Territoriale del Governo 
 
Prot. n. 3341/2015/SDS 
 
         Relazione al sig. Ministro dell'interno sull'esito 
              delle verifiche disposte su Roma Capitale 
            ai sensi dell'art. 143 del d.lgs. n. 267/2000 
 
 
                         Roma, 8 luglio 2015 
 
I  -  Genesi  dell'accesso  presso  Roma  Capitale  e  le   attivita'
istruttorie svolte. 
1. L'ordinanza del GIP di Roma del 28 novembre 2014. 
    L'esigenza di procedere ad un'indagine ai  sensi  dell'art.  143,
comma 2, TUEL su Roma Capitale scaturisce -  come  e'  noto  -  dalla
discovery  dei  primi  esiti  dell'indagine   della   Procura   della
Repubblica di Roma, avvenuta per effetto dell'adozione dell'ordinanza
di applicazione di  misure  cautelari  adottata  dal  GIP  presso  il
Tribunale capitolino il 28 novembre 2014 ed eseguita il successivo  2
dicembre (ordinanza n. 30546/10 RG MOD. 21 del 28 novembre 2014). 
    I capi di incolpazione descritti nel provvedimento hanno  portato
alla luce l'esistenza di un sodalizio di stampo mafioso, sviluppatosi
dal peculiare substrato  criminale  della  Capitale,  il  cui  leader
indiscusso viene individuato in Massimo Carminati. 
    La ricostruzione del GIP ha messo in luce come Omissis goda di un
elevato  prestigio  "criminale",  derivantegli  da  un  complesso  di
fattori: 
      la militanza con ruoli di rilievo  nel  gruppo  terrorista  dei
N.A.R.; 
      gli stretti legami  con  gli  elementi  di  spicco  del  gruppo
delinquenziale romano della cd. "Banda della Magliana"; 
      l'essere  stato  associato  ad  alcuni   inquietanti   episodi,
verificatisi  negli  anni  '80,  ancorche'  non  sempre   sia   stato
processualmente possibile ascriverli a sue responsabilita'. 
    Tutto cio' ha finito  per  circondare  Omissis  di  una  fama  di
sinistra pericolosita' e di grandi capacita' delinquenziali, fama che
si e' riverberata sul sodalizio e sui soggetti ad esso  intranei  che
l'hanno puntualmente sfruttata in chiave intimidatoria per imporsi  e
sviluppare traffici illeciti. 
    Inoltre, il provvedimento del GIP ha messo in  risalto  l'assetto
organizzativo del sodalizio  -  denominato  convenzionalmente  "mafia
Capitale" - sostanzialmente articolato  in  un'ala  militare"  dedita
alle attivita'  "tipiche"  delle  mafie  "storiche",  quali  l'usura,
l'estorsione,   il   commercio   delle   armi,   ecc.,   ed   in   un
"branchimprenditoriale". Il core businness di quest'ultimo  e'  stato
la ricerca del controllo degli appalti e delle erogazioni  pubbliche.
In questo senso, il  volto  imprenditoriale  dell'organizzazione  era
rappresentato da Omissis, anch'egli  con  un  passato  criminale,  il
quale ha gradualmente acquisito una fama  positiva  nel  mondo  della
cooperazione sociale e negli ambienti politici ad esso vicini. 
    In particolare, Omissis, sotto la stretta regia di Omissis, si e'
adoperato per realizzare i disegni criminali finalizzati  a  permeare
le procedure ad evidenza pubblica e la gestione di risorse degli enti
locali della  provincia  e  delle  societa'  da  essi  controllate  o
partecipate. 
2. Nomina e mandato della Commissione di accesso. 
    Uno dei filoni dell'indagine oggetto della  citata  ordinanza  ha
riguardato una lunga sequela di fatti-reato riguardanti Roma Capitale
e  le  sue  partecipate,  verificatisi  sia  nella   precedente   che
nell'attuale consiliatura. 
    Alla luce di cio', il 9 dicembre 2014, il  Prefetto  di  Roma,  a
seguito di mia richiesta formulata in pari data,  e'  stato  delegato
dal Ministro dell'interno ad esercitare i poteri di cui  all'art.  1,
comma 4, del D.L. n. 629/1982 nei confronti di Roma Capitale. 
    In attuazione di  tale  delega,  il  Prefetto  ha  nominato,  con
provvedimento del successivo 15 dicembre, una Commissione d'accesso -
composta dal Prefetto dr.ssa Marilisa Magno, dal Viceprefetto  dr.ssa
Enza Caporale e dal dirigente del  Ministero  dell'economia  e  delle
finanze, dott. Massimiliano Bardani - al fine di verificare, ai sensi
dell'art.  143  del  d.lgs.  n.   267/2000   (TUEL),   "se   vi   sia
compromissione tra  l'attivita'  amministrativa  e  politica  con  la
criminalita' organizzata ... tale  da  condizionare  la  liberta'  di
autodeterminazione degli organi elettivi, del buon andamento e  della
trasparenza,  nonche'  del  regolare  funzionamento  dei  servizi   e
dell'ente locale interessato". 
    Con separati provvedimenti del 24 dicembre 2014 e del 27 febbraio
2015 e'  stata  definita  la  struttura  tecnica  di  supporto  della
Commissione, articolata su due  gruppi,  uno  composto  da  personale
dell'Amministrazione civile dell'interno,  l'altro  da  Funzionari  e
Ufficiali della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri  e  della
Guardia di Finanza. 
    Il 9 marzo 2015, il  Prefetto  di  Roma  ha  concesso,  ai  sensi
dell'art. 143, comma  2,  TUEL,  una  proroga  di  tre  mesi  per  il
completamento dell'incarico,  individuando  nel  16  giugno  c.a.  il
termine per l'assolvimento del mandato. 
    Il Collegio ha concluso, con puntualita', l'incarico, depositando
presso  questa  Prefettura,  il  15  giugno  scorso,  una  relazione,
suddivisa in due volumi, di complessive 834 pagine, alla  quale  sono
acclusi due annessi in formato cartaceo e  due  supporti  informatici
contenenti la riproduzione di svariati allegati. 
    La relazione e' suddivisa nelle seguenti 9  partizioni,  ciascuna
contraddistinta progressivamente con una lettera dell'alfabeto: 
      A. Omissis; 
      B. Omissis; 
      C. Omissis; 
      D. Il Municipio X di Ostia,  dove  vengono  esposti  gli  esiti
dell'attivita'  ispettiva  relativamente  agli  appalti  e  ad  altre
vicende amministrative di competenza di quel Municipio; 
      E. Omissis; 
      F. Omissis; 
      G. Omissis; 
      H. L'ordinanza di  custodia  cautelare  del  29/05/15,  in  cui
vengono  riassunti  gli  elementi  esposti  in   quel   provvedimento
cautelare,  sopraggiunto  quando  si  approssimava  la  scadenza  dei
termini assegnati alla Commissione per la conclusione del mandato; 
      I. Conclusioni. 
3. Il metodo di lavoro della Commissione di accesso. 
    Nella Parte A) della relazione (pagg. 5 - 97), la Commissione  di
accesso precisa di aver preso le mosse dalla documentazione trasmessa
dal Prefetto di Roma pro tempore, con nota del 24 dicembre 2014. 
    Su questa base, il Collegio riferisce di aver proceduto a: 
      acquisire,  attraverso  il  Segretariato  Generale   di'   Roma
Capitale, atti e documenti  utili  a  delineare  l'attuale  struttura
politico-amministrativa  dell'ente,  la  sua  organizzazione  nonche'
altri atti relativi a gare,  appalti,  affidamenti  e  impegni  fuori
bilancio; 
      effettuare audizioni  di  dirigenti,  funzionari  e  componenti
degli organi di indirizzo politico (25 nel  complesso),  al  fine  di
acquisire un  quadro  immediato  e  diretto  di  conoscenze  utili  a
circostanziare  il  lavoro  e  a  svolgere  le  verifiche  necessarie
all'assolvimento del mandato. 
    La  Commissione  segnala,   che   ai   fini   dello   svolgimento
dell'attivita' di propria  competenza,  sono  stati  valorizzati  gli
esiti emersi nel procedimento penale coordinato dalla  Procura  della
Repubblica di Roma  su  "mafia  Capitale"  (cd.  indagine  "Mondo  di
mezzo"), nonche' quelli riguardanti altre iniziative di indagine  che
pure  hanno  riguardato  Roma  Capitale  e   le   sue   articolazioni
municipali. 
    A questi si aggiungono la relazione predisposta  dagli  ispettori
dei Servizi ispettivi di Finanza pubblica, Ufficio  della  Ragioneria
generale dello Stato del Ministero  dell'economia  e  delle  finanze,
all'esito della verifica condotta presso Roma Capitale dal 4  ottobre
2013 al 15 gennaio 2014 (nel prosieguo indicata solo come  "relazione
MEF"), nonche' gli altri atti acquisiti in corso di accesso. 
    La Commissione da' altresi' atto di aver tenuto conto, nei limiti
permessi dall'approssimarsi del termine di  conclusione  del  proprio
mandato, anche delle ulteriori considerazioni  svolte  nell'ordinanza
di applicazione di misure  cautelari,  adottata  dal  GIP  presso  il
Tribunale di Roma il 29 maggio scorso ed  eseguita  il  successivo  4
giugno,  riguardante  un  altro  filone   dell'indagine   su   "mafia
Capitale". 
    Il Collegio riferisce che, considerati i tempi per l'assolvimento
dell'incarico   e   la   particolare    complessita'    e    vastita'
dell'organizzazione di Roma Capitale  e  delle  sue  partecipate,  ha
ritenuto  opportuno  concentrarsi   sull'attivita'   contrattuale   e
gestionale  dei   settori   amministrativi   oggetto   dei   predetti
procedimenti penali, nonche' sulle procedure di controllo interno. 
    In  sintesi,  gli  approfondimenti  svolti  dal  Collegio   hanno
riguardato: 
      Omissis; 
      il X Municipio (Ostia), sui quindici esistenti; 
      Omissis; 
    Il  Collegio  ha  analizzato  un  cospicuo  numero   di   vicende
amministrative  e  contrattuali,  anche  diverse  rispetto  a  quelle
evocate  nel  compendio  dei  citati  atti  giudiziari,  al  fine  di
accertare se esse fossero conformi alle vigenti normative in  materia
di evidenza pubblica, nonche' se esse fossero coerenti  ai  parametri
di massima economicita',  trasparenza,  imparzialita'  e  parita'  di
trattamento. 
    La verifica - come viene sottolineato nella relazione  -  non  e'
stata volta alla ricerca fine a se stessa di profili di irregolarita'
o illegittimita' amministrativa, bensi'  a  comprendere  il  rapporto
esistente  fra  l'influenza  di  "mafia  Capitale"   sulla   macchina
amministrativa capitolina e le lesioni dei citati  principi  di  buon
andamento  della  cosa  pubblica,  onde  stabilire  l'estensione  del
condizionamento criminale e in  quale  misura  cio'  sia  stato  reso
possibile da una piu' ampia e  preesistente  situazione  di  anomalia
amministrativa. 
4. Convocazione del Comitato provinciale  per  l'ordine  e  sicurezza
Pubblica ed astensione del Sindaco Marino. 
    All'esito della necessaria attivita' di studio ed analisi, si  e'
provveduto  a  convocare,  per  il  giorno  7  luglio,  il   Comitato
provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,  per  l'espressione
del prescritto parere circa le definitive proposte  da  formulare  al
sig. Ministro dell'interno in merito alle  misure  da  applicare  nei
confronti di Roma Capitale, ai sensi dell'art. 143 TUEL. 
    A seguito di cio',  il  Sindaco  Marino,  nella  veste  anche  di
Sindaco della Citta' Metropolitana di Roma, con lettera del 1° luglio
scorso, ha  formalmente  comunicato  la  volonta'  di  astenersi  dal
partecipare alla seduta. 
    Omissis. 
II - Le risultanze dell'attivita' della Commissione. 
1. La natura del sodalizio criminale "mafia Capitale". 
    Omissis. 
2.   Il    contesto    amministrativo    generale    degli    appalti
dell'Amministrazione capitolina. 
    Omissis. 
3.  Le  vicende  riguardanti  il  Dipartimento  tutela  ambientale  e
Protezione civile. 
    Omissis. 
4.  Le  vicende  riguardanti  il  Dipartimento   politiche   sociali,
sussidiarieta' e salute. 
    Omissis. 
5. Le vicende riguardanti il Dipartimento politiche abitative. 
    Omissis. 
6. Altri fatti ed accertamenti. 
    Omissis. 
7. Il Municipio X (Ostia). 
    La Commissione si e' soffennata con particolare attenzione  sulle
vicende del X Municipio - storicamente connotato  dalla  presenza  di
organizzazioni criminali di stampo mafioso di tipo  "tradizionale"  -
per verificarne l'attuale permeabilita' agli interessi delle predette
organizzazioni e soprattutto l'esistenza di incroci  ed  interferenze
tra esse ed il sodalizio denominato Mafia Capitale. Cio' al  fine  di
valutare la capacita'  di  quest'ultimo  di  condizionare  a  proprio
favore il processo di formazione della volonta' degli  amministratori
e compromettere  il  buon  andamento  e  l'imparzialita'  dell'azione
amministrativa. 
    In questa logica la relazione compie un articolato excursus sulle
piu' recenti operazioni di polizia che hanno disvelato i rapporti tra
i clan Omissis - Omissis, Omissis e  Omissis  -  Omissis  nelle  piu'
importanti  attivita'  economiche  del  territorio,  in  primis   con
riferimento alla gestione delle aree demaniali marittime. 
    L'Operazione Nuova Alba. 
    Conclusa il 26 luglio 2013 dalla Squadra  Mobile  della  capitale
con il coordinamento  del  Servizio  centrale  operativo  ha  portato
all'emissione di: 
      un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti  di
51 soggetti tra boss, "reggenti" ed  elementi  di  vertice  dei  clan
Omissis e Omissis  ritenuti  responsabili  di  associazione  mafiosa,
traffico internazionale di  stupefacenti,  intestazione  fittizia  di
beni, con l'aggravante di cui all'art. 7 del D.L. 152/1991; 
      un decreto di sequestro preventivo che ha interessato  societa'
individuali e proprieta' immobiliari site ad Ostia e  zone  limitrofe
per un valore complessivo di 50.000.000 di euro. 
    Le indagini hanno confermato l'esistenza sul territorio  ostiense
di due distinte associazioni mafiose  (quella  dei  Omissis,  nata  e
costituita sul litorale ed alleata con  gli  Omissis,  e  quella  dei
Omissis - Omissis, proiezione della tradizionale  mafia  agrigentina)
in lotta per la  spartizione  degli  interessi  economici  dell'area,
individuabili innanzi tutto nelle attivita' commerciali della  fascia
litoranea (gestione spiagge, stabilimenti balneari, chioschi e  punti
di ristoro).  Le  modalita'  del  conflitto  si  sono  articolate  in
incendi, danneggiamenti e reati contro la persona - effettuati  anche
a colpi di arma da fuoco in pieno giorno -  alternati  a  momenti  di
"pax mafiosa" imposta da forze  criminali  esterne  per  evitare  che
l'escalation di sangue incidesse negativamente sui lucrosi  interessi
criminali. 
    L'Operazione Tramonto. 
    Condotta dalla Guardia di Finanza  nell'ambito  del  procedimento
penale RGNR 54911/12 su  alcune  aziende  riferibili  ai  Omissis  ha
disvelato soprattutto la  capacita'  imprenditoriale  del  sodalizio,
manifestatasi mediante operazioni di mimesi  delle  proprieta'  e  di
camuffamento, attraverso una  mirata  manipolazione  degli  strumenti
societari, in taluni casi compiute addirittura dopo l'esecuzione  dei
provvedimenti di sequestro giudiziario. Gli esiti dell'indagine hanno
condotto nel gennaio 2014 all'adozione di  un'ordinanza  di  custodia
cautelare in  carcere  a  carico  di  16  soggetti  ed  al  sequestro
preventivo di attivita' commerciali e quote societarie per un  valore
di stima pari a 6.012.408 euro. 
    L'Affaire Omissis. 
    L'indagine condotta dalla Squadra Mobile di Roma ha portato il  4
novembre  2014  all'arresto  del  dirigente  dell'Ufficio  tecnico  e
dell'Unita' organizzativa Ambiente e Litorale del Municipio di Ostia,
Ing. Omissis, ed altre 8  persone  responsabili  di  abuso  d'ufficio
turbata liberta' degli  incanti,  falsita'  ideologica,  concussione,
corruzione e reati  finanziari,  finalizzati  ad  agevolare  il  clan
Omissis alleato dei Omissis. 
    In particolare il dr.  Omissis  e'  risultato  il  fulcro  di  un
articolato sistema corruttivo nell'ambito della gestione di  numerosi
appalti pubblici di lavori e concessioni per stabilimenti balneari in
favore  di  societa'  contigue  alle   associazioni   criminali   del
territorio.  Dalla  perquisizione  eseguita  ai  danni   del   citato
dirigente  e'  emerso  addirittura  il  possesso  del   permesso   di
invalidita' per la viabilita' in aree a traffico  limitato  intestato
al boss Omissis utilizzato dal Omissis sulla propria autovettura. 
    I comportamenti contestati agli arrestati risultano del resto  in
linea con gli esiti di pregresse indagini, condotte  gia'  dal  2004,
che avevano acclarato la penetrazione delle organizzazioni  criminali
nel tessuto sociale ed imprenditoriale di Ostia con  l'appropriazione
di diverse attivita' legali (gestione di parcheggi,  aree  demaniali,
impianti sportivi, stabilimenti balneari) e beni immobili  attraverso
l'applicazione di imponenti tassi usurari. 
    La Mafia di Ostia. 
    La sintesi delle caratteristiche del  quadro  criminale  ostiense
emerge in maniera molto chiara  dall'ordinanza  adottata  a  chiusura
dell'operazione Alba Nuova,  sopra  citata,  dove  viene  in  rilievo
l'esistenza di un sistema che, attraverso il vincolo intimidazione  e
le correlate situazioni di assoggettamento  ed  omerta'  proprie  dei
sodalizi mafiosi, mira a scardinare  gli  assetti  economici  locali,
attraverso il saccheggio, pacificamente operato,  di  un  territorio,
significativo per l'immediata contiguita'  con  una  grande  capitale
europea, sede di scelte di governo. 
    Nella  correlata  ordinanza  di  sequestro  preventivo   il   GIP
focalizza l'attenzione sui legami  dei  clan  mafiosi  radicatisi  ad
Ostia  con  l'imprenditoria  locale,  in  particolare  con   Omissis,
Presidente del Porto di Ostia, mediati dal pluripregiudicato Omissis,
tratto in arresto il 26 luglio 2013  dalla  Squadra  Mobile  di  Roma
perche' "incaricato della gestione  delle  attivita'  economiche,  in
particolare nel Porto di Ostia" per conto dei Omissis. 
    Omissis con  il  suo  corredo  di  relazioni  e  contatti  e'  lo
strumento attraverso cui l'organizzazione criminale effettua il salto
di qualita' verso attivita' commerciali di apparente  rispettabilita'
e  liceita'  volte  a  convertire  lo  stesso   complesso   portuale,
attraverso  il  gioco  d'azzardo,  in  una  struttura   deputata   al
riciclaggio. 
    Il quadro sopra delineato ha trovato  una  prima  conferma  nella
sentenza del giugno 2014 (con  rito  abbreviato)  ed  in  quella  del
gennaio 2015 laddove per la prima volta si riconosce  l'esistenza  di
un'organizzazione mafiosa sul territorio romano. 
    In particolare la sentenza del 30 gennaio  2015  emessa  dalla  I
sez. penale del Tribunale di Roma, seppure non ancora  con  forza  di
giudicato,  ha  condannato  i  membri  della  famiglia  Omissis   per
associazione mafiosa ed altro infliggendo pene detentive  complessive
per oltre 200 anni di carcere, cosi'  suggellando  l'operativita'  di
un'organizzazione mafiosa autoctona sul territorio di Ostia. 
    Nella suddetta sentenza viene ribadito il ruolo di Omissis  e  di
un altro imprenditore Omissis, entrambi impegnati  ad  assicurare  il
sostentamento economico alla famiglia di un killer  mafioso,  Omissis
(detto Omissis). 
    Collegamenti tra mafia di Ostia e "mafia Capitale". 
    Particolare attenzione ha altresi' posto la Commissione d'accesso
per verificare  l'esistenza  di  legami  tra  la  mafia  di  Ostia  e
l'organizzazione "mafia Capitale"; il punto di partenza e' costituito
proprio dalla sentenza del 30 gennaio scorso laddove nel  ricostruire
la  fitta  rete  di  appoggi  esterni  all'organizzazione   criminale
ostiense si fa riferimento alla figura del commercialista Omissis che
ha curato per anni le pratiche amministrative della societa'  Omissis
per conto della famiglia  Omissis  e  destinatario  di  ordinanza  di
custodia  cautelare  per  i  reati  di  associazione   a   delinquere
riciclaggio  e  frode  fiscale  nell'ambito  di  un'altra  operazione
denominata" Nasty Business". 
    Orbene dalle risultanze dell'operazione Mondo di mezzo emerge che
la sede legale dello Omissis sita in via Armando Armuzzi n. 6,  nella
titolarita'  del  prefato  professionista  e'  anche  la  sede  dello
stabilimento balneare Omissis gestito,  tra  gli  altri,  da  Omissis
fratello di Omissis (appartenente ai  NAR  ed  ucciso  nel  1981)  in
favore  del  quale  viene  richiesto  l'intervento  di  Omissis   per
contrastare asserite prepotenze poste in essere da un terzo soggetto. 
    Il medesimo  professionista  e'  risultato  inoltre  collegato  a
Omissis (trait d'union tra la dimensione criminale di Mafia  capitale
e la dimensione istituzionale grazie ai suoi rapporti con  Omissis  e
Omissis da un lato ed il Sindaco  Omissis  dall'altro)  al  quale  e'
legato da un rapporto di lavoro in diverse  aziende  che  hanno  sede
sempre presso il  suo  studio  e  da  un  rapporto  societario  nella
Omissis, ubicata anch'essa  in  via  Armando  Armuzzi,  6  del  quale
Omissis e' anche amministratore unico. 
    Ulteriore testimonianza  del  rapporto  tra  l'organizzazione  di
Omissis e la mafia  di  Ostia  e'  offerta  dalle  dichiarazioni  del
collaboratore di giustizia Omissis che riferisce di un  episodio  del
2008 dove Omissis  venne  informato  circa  il  rifiuto  opposto  dal
Omissis al trasporto di stupefacenti in Spagna richiestogli dal  clan
Omissis, nonche' del coinvolgimento di  Omissis  nell'organizzazione,
nell'estate  2011,  dell'importazione  di  500  kg  di  cocaina   dal
Sudamerica, all'esito della  quale  il  Omissis  venne  arrestato  ad
Alghero il 26/9/2011. 
    Gli affidamenti di appalti e concessioni. 
    Nel proseguire l'analisi  la  Commissione  si  e'  soffermata  su
alcune procedure di affidamento di  appalti  o  concessioni  di  beni
demaniali indiziate dalla presenza di soggetti  criminali  vicini  al
sodalizio di Omissis o alla mafia ostiense. Preliminarmente,  in  via
generale, gli accertamenti svolti dai ROS danno atto di una rilevante
contiguita' tra il Presidente del X Municipio Omissis ed i sodali  di
Mafia Capitale testimoniata da diverse intercettazioni telefoniche ed
ambientali, raccolte soprattutto  in  relazione  all'affidamento  del
servizio di manutenzione del verde pubblico, laddove il tenore  delle
conversazioni evidenzia - oltre ad una indebita conoscenza, da  parte
delle cooperative  aspiranti  all'aggiudicazione,  di  notizie  sulla
gestione del servizio - il pesante condizionamento svolto da Buzzi ed
i suoi accoliti sulla stazione appaltante per ottenere  condizioni  a
loro favorevoli. 
    Nello specifico delle procedure esaminate e' emerso quanto segue. 
    Appalto per la gestione del servizio di  pulizia  e  manutenzione
degli arenili  di  Castel  Porziano  -  stagione  2014  (valore  euro
474.000).  La  prima  rilevante  carenza  riguarda  la  determina   a
contrarre che nel caso di specie costituiva presupposto indefettibile
per la legittimita' della procedura prescelta, quella  in  regime  di
economia, per di piu' in  assenza  di  un  regolamento  comunale  che
disciplina gli acquisti in economia. 
    L'appalto e' stato suddiviso in 2  lotti  per  ognuno  dei  quali
l'Amministrazione ha individuato  i  soggetti  da  invitare  a  gara,
senonche'  in  entrambi  i  casi  tutti  i  soggetti  sono  risultati
direttamente  o  indirettamente  riconducibili  a   Omissis,   alcuni
addirittura parte integrante del suo sodalizio.  Con  la  conseguenza
che ad una apparente pluralita' di aziende concorrenti ha corrisposto
una sostanziale unicita'  del  centro  di  imputazione  di  interessi
economici, aggravata dal fatto che tale situazione non e'  dipesa  da
una carenza di controlli  successivi  da  parte  dell'amministrazione
procedente, ma da  una  sua  specifica  scelta  gia'  nella  fase  di
selezione delle societa'. Tale assunto, correlato al contenuto  delle
conversazioni intercettate, viene dalla  Commissione  interpretato  a
riprova dei collegamenti tra il sodalizio  criminale  ed  il  vertice
politico-amministrativo del Municipio. 
    Il percorso amministrativo seguito da questo appalto si incrocia,
peraltro, con  quanto  gia'  descritto  in  precedenza  nel  capitolo
dedicato al Dipartimento ambiente e territorio laddove si e' riferito
dell'atto  di   indirizzo   adottato   dall'Assessore   Omissis,   su
sollecitazione del dr. Omissis,  che  ha  innalzato  l'importo  degli
appalti da riservarsi alle cooperative sociali.  E'  a  riscontro  di
tale atto infatti che il Presidente Omissis, su pressione di Omissis,
rivendica la competenza del Municipio alla gestione degli arenili  ed
ottiene che l'assessorato capitolino gli destini  la  somma  di  euro
474.000, a fronte dei 680.000 da lui richiesti,  poiche'  i  restanti
206.000 dovevano servire per liquidare Omissis,  cui  comunque  erano
stati affidati ad aprile 2014 i primi  interventi  di  pulizia  delle
spiagge. 
    Gestione servizio potatura delle alberature. 
    Anche in questo  caso  la  procedura  presenta  diversi  vizi  di
legittimita': utilizzo della somma urgenza in presenza di  interventi
che potevano sicuramente essere pianificati e  programmati,  attivata
peraltro con una cadenza temporale (oltre 2 mesi  dalla  segnalazione
delle criticita') incompatibile con la situazione di emergenza che ne
costituirebbe  il  presupposto  indefettibile.  Pure  qui  manca   la
determina a contrarre  e  l'impiego  di  una  procedura  aperta:  gli
interventi da realizzare (per un totale di circa 2 milioni  di  euro)
vengono artificiosamente frazionati in lotti e le indagini di mercato
si svolgono tra imprese di fiducia del Municipio (che coincidono  con
quelle utilizzate dal Dipartimento tutela ambientale) e ricomprendono
sempre le cooperative di Omissis. 
    Anche in questo appalto si riproduce il modulo di  una  apparente
pluralita' di imprese riferibili in concreto ad un  unico  centro  di
interesse. 
    Spiagge libere - Bando 2014. 
    La procedura presenta una prima anomalia in relazione  al  numero
dei   partecipanti   che,   tenuto   conto   della    remunerativita'
dell'attivita' oggetto di affidamento, risulta estremamente basso  (8
societa' per  8  lotti  messi  a  bando,  2  dei  quali  a  causa  di
irregolarita' nella domanda dell'unico  concorrente  non  riescono  a
essere  assegnati  e  dovranno  formare  oggetto  di  una   ulteriore
procedura per l'aggiudicazione). 
    Ulteriore elemento di  singolarita'  rilevato  dalla  Commissione
d'accesso concerne  il  verificarsi  di  aperti  dissidi  all'interno
dell'ufficio tra il Dirigente Ing. Omissis ed il Funzionario  addetto
Arch. Omissis che inducono il  primo  a  chiedere  l'annullamento  in
autotutela dell'aggiudicazione effettuata dal secondo. 
    Il contrasto si conclude  con  la  rimozione  del  Omissis  senza
comportare alcun annullamento dell'affidamento che resta in capo alla
cooperativa. 
    Il bando in parola fa seguito ad un'ulteriore gara del 2012  che,
seppure approvata dalla Giunta nel gennaio 2012,  veniva  chiusa  con
notevole ritardo. Addirittura nel dicembre  2012  la  Commissione  di
gara concludeva i lavori e trasmetteva  gli  atti  al  direttore  del
Municipio per i provvedimenti consequenziali,  con  cio'  consentendo
all'ing. Omissis di prorogare gli affidamenti ai vincitori del  bando
2011 per ben due stagioni balneari (2012 e 2013). 
    All'esito delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica a
carico dell'Ing. Omissis, dirigente UTC del Municipio  di  Ostia,  il
bando  veniva  messo  sotto  la  lente  di  ingrandimento  del  nuovo
direttore ad interim, Avv.  Omissis,  il  quale  in  forza  dei  vizi
rilevati effettuava l'annullamento della procedura. 
    Gestione chioschi sulle spiagge di Capocotta. 
    La spiaggia di Capocotta, estesa per 45 ettari e' suddivisa in  5
lotti (denominati A, B, C, D, E) la cui gestione, affidata  nel  1999
mediante procedura ad evidenza pubblica a 5 operatori per  la  durata
di anni 10 rinnovabili di ulteriori  5  anni,  ha  fatto  registrare,
oltre ad indiscriminati ampliamenti degli spazi assegnati,  reiterati
inadempimenti da parte dei concessionari  nel  pagamento  dei  canoni
dovuti annualmente. 
    Alle tardive richieste inoltrate dagli uffici  comunali  (ogni  6
anni) le societa' affidatarie hanno opposto asserite spese  sostenute
per  manutenzioni  straordinarie,  da  calcolare  a   scomputo,   che
tuttavia,  ove  effettivamente  realizzate,  risulterebbero  comunque
effettuate senza il preventivo assenso dell'Ente e dal  medesimo  non
verificate, ne' ormai verificabili. 
    Tra  esse  spicca  la  posizione  della  societa'  Omissis   che,
nonostante il mancato pagamento del canone (118.000 euro relativi  al
periodo 2002- 2013), viene lasciata a  gestire  lo  spazio  demaniale
(lotto C) per ben 2 stagioni balneari senza neanche un  formale  atto
di  proroga.  Cio'  nonostante   l'area   fosse   caratterizzata   da
particolare pregio tant'e' che risulta inserita in Sito di  interesse
comunitario (cd. SIC) ed in una zona di protezione speciale (ZPS),  e
su di essa l'amministrazione si fa carico di predisporre un  progetto
di riqualificazione avente  ad  oggetto  l'adeguamento  impiantistico
delle strutture ivi esistenti. Tale progetto  affidato  alla  Omissis
(per euro 6.050,00) non otteneva il nulla osta della  Commissione  di
Riserva del  litorale  romano  istituita  con  decreto  del  Ministro
dell'ambiente, che allo stato deve pronunciarsi su un nuovo  progetto
inoltrato il 27/3 u.s. 
    Per  completezza  di  esposizione  la  Commissione  riferisce  di
un'ulteriore vicenda amministrativa maturata nel medesimo ambito  del
litorale che ha portato allo scorporo di una porzione di spiaggia dal
lotto D con la creazione di un'ulteriore  unita'  denominata  D  1  e
destinata alla pratica naturista (giusta delibera C.C. n. 104/99). 
    La regolamentazione del relativo rapporto  viene  effettuata  non
con atto  concessorio  ma  con  un  accordo  privatistico,  senza  la
previsione di alcun canone a favore del Municipio. Degna di  nota  e'
la presenza nella vicenda di  Omissis  (molto  legato  a  Omissis  ed
attualmente  destinatario  di  misure  restrittive   della   liberta'
personale) il quale ha operato oltre che  come  rappresentante  della
societa' affidataria del lotto interessato (la  Omissis)  anche  come
rappresentante legale del Omissis che riunisce i concessionari dei  5
lotti. 
    Lo stabilimento Omissis. 
    Di particolare  interesse  per  le  finalita'  della  Commissione
d'accesso e' risultata la vicenda  concernente  l'affidamento  di  un
chiosco  bar  nello  stabilimento  balneare  denominato  Omissis.  La
relativa istanza veniva inoltrata  dalla  sorella  del  sig.  Omissis
(Presidente del Porto di Ostia), Omissis, amministratore unico  della
Omissis e definita con estrema  velocita'  (nello  stesso  giorno  di
presentazione dell'istanza 7/8/2014) in favore della societa' Omissis
il cui legale rappresentante e' Omissis, narcotrafficante di  elevato
calibro legato alla mafia di Ostia. 
    Sulla vicenda la Commissione ha sentito  in  audizione  il  dott.
Omissis, responsabile del procedimento, il quale  riferiva  che,  una
volta appreso dell'identita' del gestore, aveva convocato Omissis  ed
e' quest'ultimo a  farsi  carico  di  risolvere  diplomaticamente  la
questione,  facendo  pervenire  a  nome   dell'amministratore   della
societa'  una  comunicazione  (peraltro  a  stagione  balneare  ormai
conclusa) nella quale si attesta che  non  si  e'  dato  poi  seguito
all'affitto del bar in favore della Omissis. 
    Non puo' non sottolinearsi  l'illegittimita'  dell'azione  svolta
dall'amministrazione del municipio che non solo viene meno al  dovere
di accertare i requisiti soggettivi dell'affidatario  di  uno  spazio
pubblico per finalita' lucrative, ma una volta che li  ha  conosciuti
non procede all'annullamento dell'aggiudicazione ricercando  indebite
mediazioni per giungere ad una soluzione che non esponga  soprattutto
l'affidatario al "ludibrio" di un diniego dell'autorizzazione. 
    La nuova sede del Gruppo X della Polizia Municipale. 
    La vicenda concerne l'individuazione di una nuova  sede  per  gli
uffici del Gruppo della polizia locale del X municipio,  ospitati  in
un immobile di proprieta'  della  Omissis  a  base  di  un  contratto
scaduto per il quale l'Amministrazione versa a titolo  di  indennita'
di occupazione circa Euro 1.166.000,00 annui. 
    A seguito  di  un  avviso  per  la  manifestazione  di  interesse
pubblicato il 10/4/2014 , sulle  tre  offerte  presentate  ne  veniva
ammessa una sola, quella di Omissis relativa ad un immobile  sito  in
via dell'Idroscalo n. 3, riconducibile alla  proprieta'  di  Omissis,
nonostante la metratura dei locali fosse inferiore a quella richiesta
dal bando e la destinazione del bene non conforme. 
    Il Comandante della Polizia di Roma Capitale - che in  maniera  a
dir poco singolare non era stato affatto coinvolto nella procedura  -
informato  per  caso  della  vicenda,  in  quanto  destinatario   per
conoscenza  di  una  nota  inviata  dal  dott.   Omissis,   evidenzia
formalmente l'assoluta inidoneita'  dei  locali,  la  cui  superficie
utile era di gran lunga inferiore a  quella  richiesta  (1600  mq.  a
fronte dei 2500 del bando) e che necessitavano di  grossi  interventi
di adeguamento per renderli idonei alle esigenze del Corpo di Polizia
Municipale. 
    Ma nonostante la  ferma  e  formale  opposizione  del  Comandante
Omissis il Dipartimento patrimonio del  Comune  nella  persona  della
d.ssa Omissis insiste nella volonta' di stipulare il contratto a  far
data dal 1/04/2015 ovvero dall'ultimazione di tutti  gli  "interventi
necessari a rendere  il  complesso  immobiliare  idoneo  all'utilizzo
richiesto   dal   punto   di   vista    tecnico,    strutturale    ed
infrastrutturale". 
    La societa' individuata, nella persona dell'amministratore unico,
con nota del 23/1/2015 accetta le  richieste  dell'Amministrazione  e
contestualmente invia progetto esecutivo, crono-programma  e  computo
metrico dei lavori, rimanendo in attesa  della  convocazione  per  la
stipula del contratto. 
    La ricostruzione documentale operata dalla Commissione  d'accesso
si  ferma  qui,  ma  non  puo'   farsi   a   meno   di   sottolineare
l'irregolarita' della condotta del Comune nella gestione della  gara,
laddove tenta di sanare la difformita'  dell'offerta  proposta  dalla
Omissis e non procede alla sua esclusione neanche dopo che in sede di
integrazione documentale l'immobile si rivela comunque  di  categoria
catastale D8 (grande distribuzione) a fronte di quella ad uso ufficio
(B4) richiesta dal bando. 
    A testimonianza dell'interesse della  procedura  contrattuale  in
esame la Commissione sottolinea che, dopo l'avvio  dell'iter  per  il
cambio di sede, i proprietari di quella attuale avrebbero  avvicinato
rappresentanti sindacali della Polizia Municipale promettendo  denaro
in cambio dell'attivazione di proteste contro il trasferimento. 
    Ostia "mon amour" - estate 2014. 
    Particolari approfondimenti sono poi stati svolti in ordine a due
iniziative realizzate dal X Municipio per animare l'estate 2014 . 
    Si tratta di due avvisi pubblici: 
      1) per realizzare una manifestazione  turistico-ricreativa  sul
Lungomare  di  Ostia  (tra  il  15/6  ed  il  24/8/2014)  consentendo
all'aggiudicatario di svolgere attivita' commerciali e scomputando il
canone di occupazione con le spese sostenute per gli spettacoli; 
      2) per la riqualificazione dei giardini storici  del  Lungomare
di  Ostia  consentendo  all'aggiudicatario  di   svolgere   attivita'
commerciali tra il 14/6 ed il 14/9/2014 con scomputo  del  canone  di
occupazione  dalle  spese  sostenute  per  la  riqualificazione   dei
giardini. 
    L'aggiudicazione  avviene  previo  esame  di  una  sola   offerta
presentata da: Omissis per il primo bando e Omissis per il secondo. 
    Omissis e' posseduta da Omissis - ex consigliere della Omissis al
quale e' subentrato quale liquidatore il dr.  Omissis  commercialista
di Omissis. 
    In entrambi i casi si e' proceduto ad affidare la concessione  di
un bene pubblico con un'ulteriore finalita' (nel 1° caso per affidare
anche un appalto di servizi, nel 2° per affidare anche un appalto  di
lavori pubblici). Di questa scelta tuttavia  quel  che  piu'  suscita
perplessita' e' il sistema "autorizzato" dagli uffici per eludere  il
pagamento degli oneri concessori. 
    Il metodo dello scomputo degli oneri e' in  realta'  disciplinato
dall'ordinamento ma per un solo caso  relativo  all'effettuazione  di
opere pubbliche a scomputo degli  oneri  di  urbanizzazione,  laddove
esiste una specifica norma di legge, che non si rinviene per  i  casi
di specie. Ma anche a voler ammettere una  eventuale  estensione  del
modulo normativo e' comunque mancato  in  entrambe  le  procedure  un
passaggio  fondamentale:  per  i  servizi   di   intrattenimento   la
quantificazione  preventiva   del   valore   dell'appalto,   per   la
riqualificazione dei giardini la presentazione  di  un  progetto  con
relativo computo metrico e quadro economico. 
    Per quest'ultimo la convenzione stipulata con  Omissis  prevedeva
infatti un progetto da presentarsi in sede di gara che pero'  non  e'
stato  rinvenuto  in  allegato  all'offerta,  corredata  solo  da  un
documento estremamente generico non qualificabile assolutamente  come
progetto. 
    Tale carenza viene  confermata  dagli  ulteriori  sviluppi  della
vicenda amministrativa sulla quale interviene anche  un  accertamento
da parte dell'Autorita' giudiziaria che delega  il  Comandante  della
polizia  Municipale  a  svolgere  indagini.  In  tale  ambito,   alla
richiesta formale di notizie depositata dal Comandante  il  direttore
Omissis, con nota del 3/10/2014, precisa che le  strutture  amovibili
utilizzate  dalla  societa'  sono  in  fase  di  smantellamento   dal
19/9/2014 e la  societa'  ha  90  gg.  per  effettuare  i  lavori  di
riqualificazione i cui dettagli sono in corso di definizione  con  la
societa' a cura del tecnico  incaricato  -  geom.  Omissis;  comunque
risultano effettuati i lavori di pulizia e  ripristino  dello  status
quo all'atto della consegna dell'area. 
    Quando poi il Omissis  passa  a  quantificare  alla  societa'  il
canone di  occupazione  (euro  525.037,00)  insorgono  le  criticita'
nell'ambito delle quali il Omissis, smentendo quanto comunicato  alla
Polizia Municipale, contesta  alla  societa'  il  mancato  ripristino
delle aree,  degradate  e  danneggiate  dall'attivita'  svolta  dalla
Omissis e la diffida nel febbraio  2015  all'esecuzione  delle  opere
dovute. 
    La carenza del progetto di riqualificazione  viene  colmata  solo
nel novembre 2014 (ben oltre l'epoca in  cui  si  sono  consumate  le
attivita' lucrative) quando il geom. Omissis succeduto alla Omissis -
dimessasi dall'incarico - redige il  progetto  definitivo  ed  il  20
novembre 2014 lo trasmette agli uffici capitolini  per  i  prescritti
pareri. 
    In sede di conferenza di servizi l'Ing. Omissis (dirigente  della
Direzione ambiente e litorale) nega pero'  il  parere  di  competenza
sottolineando  la  dubbia  legittimita'  dell'intera  procedura  che,
avviata senza progetto, senza autorizzazioni paesaggistiche  e  senza
codifica degli oneri di occupazione di suolo pubblico, si  pretendeva
di sanare con un progetto postumo. 
    Nel febbraio 2015 la Omissis comunica  l'inizio  dei  lavori  che
ancora a marzo non si erano conclusi, ad aprile poi  sopravvengono  i
primi  esiti  dell'attivita'  di  indagine  penale  con  l'ordine  di
sequestro della documentazione; attualmente la vicenda e'  ancora  al
vaglio dell'Autorita' giudiziaria. 
    Va precisato tuttavia che oltre alla posizione del titolare della
Omissis non emergono ulteriori dati di  interesse  della  Commissione
d'accesso poiche' a carico  dei  proprietari  delle  varie  strutture
amovibili cui era stata sub-concessa  la  gestione  degli  spazi  non
vengono riscontrati  elementi  di  rilievo  da  parte  della  Polizia
Municipale. 
8. Il Caso AMA. 
    Omissis. 
9. Il network societario di "mafia capitale". 
    Omissis. 
10. Il Capitale  istituzionale  di  "mafia  Capitale":  il  "Capitale
politico". 
    La  Commissione   si   sofferma   a   descrivere   il   "capitale
istituzionale",  cioe'  il  milieu  di  amministratori  e  funzionari
pubblici che sono stati funzionali ai  disegni  di  infiltrazione  di
"mafia capitale". 
    La Commissione rileva come la costruzione  di  questo  "capitale"
sia il frutto di un lavoro condotto in sinergia da Omissis e Omissis,
conosciutosi in ragione del comune passato criminale. 
    Omissis. 
      Omissis, Presidente del X Municipio fino alle  sue  dimissioni,
indagato per concorso in corruzione, sottoposto  a  misure  cautelari
restrittive della liberta' personale; 
      Omissis. 
11. Il "Capitale Amministrativo". 
    Sulla base delle risultanze acquisite, la Commissione  enumera  i
dipendenti di Roma Capitale che attraverso azioni o  omissioni  hanno
contribuito a  piegare  la  gestione  amministrativa  dell'Ente  agli
interessi di "mafia Capitale  (pagg.  719  -  752).  Si  riportano  i
nominativi dei soggetti in questione, richiamando,  per  esigenze  di
brevita', le considerazioni svolte dalla Commissione nei confronti di
quelli il cui ruolo risulta meno tratteggiato dall'esposizione  delle
vicende   riscontrate.   Secondo   la   Commissione,   quindi,   sono
riconducibili al "capitale amministrativo" i seguenti soggetti: 
      Omissis; 
      Omissis,  Omissis  e  Omissis,  rispettivamente  i  primi   due
dirigenti, il terzo funzionario, del X Municipio, coinvolti, a  vario
titolo, nei reati contro  la  pubblica  amministrazione  verificatisi
nella gestione di appalti dello stesso Municipio. 
12. L'ordinanza emessa dal GIP di Roma il 29 maggio scorso. 
    Prima di avviarsi alle conclusioni, la  Commissione  ha  ritenuto
opportuno riepilogare gli ulteriori elementi emersi dall'ordinanza di
applicazione di misure cautelari, emessa dal GIP presso il  Tribunale
di Roma il 29 maggio scorso, ancorche' in molti casi le risultanze in
essa esposte siano state gia' riportate nell'esposizione  di  diverse
vicende sopra richiamate. 
    Omissis. 
    La Commissione segnala, inoltre, che l'ordinanza ricostruisce: 
      a) Omissis; 
      b) Omissis; 
      c)  gli  episodi  corruttivi  relativi  ad   alcune   procedure
acquisitive nel X Municipio, ed  i  ruoli  avuti  nella  vicenda  dal
Presidente dell'epoca Omissis e dal Consigliere Omissis; 
      d) Omissis; 
      e) Omissis. 
13. Le conclusioni della Commissione. 
    Al termine  di  questa  articolata  esposizione,  la  Commissione
sviluppa una ricostruzione del quadro normativo di riferimento e  dei
principali orientamenti espressi dalla giurisprudenza circa la natura
dello scioglimento delle assemblee elettive dei Consigli  comunali  e
provinciali per infiltrazioni mafiose, previsto dall'art. 143,  comma
2, TUEL (pagg. 807 - 821), per poi illustrare le conclusioni da  essa
raggiunte. 
    In questa parte (pagg. 822-834),  il  Collegio  ricorda  come  la
misura dissolutoria rivesta un  carattere  straordinario,  implicando
una  deroga  ai  principi  di  democraticita'  e  di  autonomia   che
caratterizzano nel nostro ordinamento il sistema degli  enti  locali.
Essa, quindi  si  giustifica  in  presenza  di  situazioni  anch'esse
straordinarie, consistenti in una  situazione  di  collusione,  anche
indiretta,  tra  gli  amministratori  dell'ente,  tale   da   rendere
pregiudizievole per la collettivita' il  loro  permanere  in  carica.
Cio'  in  quanto  essi,  anche  a  prescindere  dall'accertamento  di
responsabilita' individuali, si sono dimostrati incapaci di garantire
una gestione della cosa pubblica scevra  da  anomale  interferenze  e
rispettosa dei principi di legalita'. 
    A questo proposito, il  Collegio  ritiene  opportuno  rammentare,
sulla scorta della giurisprudenza amministrativa, che l'art. 143 TUEL
subordina  lo  scioglimento  all'esistenza  di  una   condizione   di
infiltrazione criminale sull'ente locale inteso  nel  suo  complesso.
Tale situazione puo' dunque sussistere anche quando la curvatura agli
interessi della delinquenza mafiosa non coinvolga  tutti  o  la  gran
parte degli amministratori o anche quando gli amministratori  non  si
siano rivelati in grado  di  opporsi  efficacemente  in  presenza  di
sintomatiche disfunzioni dell'agire dell'ente di cui si  sia  giovato
la criminalita' organizzata. 
    La  Commissione  ricorda  ancora   come,   sempre   secondo   gli
orientamenti  della  giurisprudenza  amministrativa,   l'accertamento
della situazione di  infiltrazione  deve  essere  il  frutto  di  una
valutazione complessiva che deve tenere  conto,  tra  l'altro,  della
carente funzionalita' dell'ente in settori sensibili  agli  interessi
della criminalita' organizzata e che e' il frutto di un apprezzamento
ampiamente discrezionale. 
    Cio' posto, il Collegio sottolinea  come  le  risultanze  esposte
nell'ordinanza emessa dal GIP di Roma  del  28  novembre  2014  e  le
successive  sentenze   confermative   del   Tribunale   del   Riesame
(3342/2014) e della Corte di Cassazione (n. 625/2014)  consentano  di
affermare con certezza che il sodalizio  criminale,  il  cui  vertice
indiscusso e' Omissis, rientri a pieno titolo tra le  associazioni  a
delinquere di stampo mafioso, come definite dall'art. 416-bis c.p. 
    "Mafia  Capitale"  si  avvale,  infatti,  del   metodo   mafioso,
ovverossia della forza intimidatrice  del  vincolo  mafioso,  per  il
conseguimento dei suoi scopi, modulando  i  propri  modi  operandi  a
seconda del contesto in  cui  agisce.  Essa,  infatti,  non  esita  a
ricorrere  alle  forme  di  pressione  violenta  quando  agisce   nel
perimetro criminale "tradizionale",  mentre  nell'intessere  rapporti
con il mondo dell'imprenditoria, delle istituzioni e della  politica,
agisce di preferenza con gli strumenti della corruzione. 
    Da questo punto  di  vista,  Omissis  e'  l'uomo  che  stringe  e
garantisce rapporti con le filiazioni delle "mafie storiche" operanti
nella Capitale e nel suo circondario (in primis nella. zona di Ostia)
e  che  definisce  le  strategie  di  penetrazione   nella   pubblica
amministrazione locale nell'intento, attraverso il ruolo di  Omissis,
di acquisire commesse e risorse  pubbliche  a  favore  delle  aziende
controllate dal sodalizio e delle imprese colluse. 
    Omissis. 
III - La memoria del Sindaco Marino. 
    Omissis. 
IV - Considerazioni e proposte finali. 
1. Considerazioni e proposte circa le misure applicabili nei riguardi
di Roma Capitale. 
    Omissis. 
2.  Considerazioni  e  proposte  circa  le  misure  applicabili   del
Municipio X di Roma Capitale. 
    Nella sua relazione, la Commissione non ha  formulato  specifiche
proposte  relativamente  al  Municipio  di  Ostia,  considerando   la
questione assorbita dalle conclusioni che  postulano  la  sussistenza
dei presupposti per lo scioglimento dell'Organo  consiliare  di  Roma
Capitale. 
    Nell'ipotesi  in  cui  venga   condivisa   l'impostazione   sopra
illustrata, propensa a ritenere la non  praticabilita'  della  misura
dissolutoria, appare ineludibile affrontare il tema delle misure che,
in  base  agli  esiti  dell'accesso,  sono  suscettibili  di  trovare
applicazione nei riguardi del Municipio X, competente per  l'area  di
Ostia. 
    Sul punto, occorre ricordare che le  misure  di  rigore  previste
dall'art. 143 TUEL trovano applicazione non solo nei  riguardi  degli
organi elettivi comunali e provinciali, ma, in virtu' dell'estensione
operata dal successivo art. 146, anche nei confronti di una serie  di
altri organi ed enti. Tra questi ultimi  vi  sono  anche  i  consigli
circoscrizionali, i quali costituiscono organismi  di  decentramento,
di partecipazione, di consultazione e di gestione dei servizi di base
(art. 17, comma 1, TUEL). 
    Orbene, va sottolineato che l'art. 26, comma 2, dello Statuto  di
Roma Capitale  qualifica  espressamente  i  Municipi  in  termini  di
circoscrizione attribuendo ad  essi,  sia  pure  in  un  contesto  di
maggiore autonomia, le medesime funzioni indicate dal citato art.  17
TUEL. 
    Si  deve,  quindi,  concludere  che,  al  di  la'   del   diverso
nomeniuris, i Consigli dei Municipi rientrino nel genus dei  Consigli
circoscrizionali, con la conseguenza che anche ad essi  e'  possibile
applicare  le  diverse  misure,  ivi  comprese  quelle  di  carattere
dissolutorio, contemplate dal richiamato art. 143. 
    Entrando  nel  merito,  va  osservato  che  la   Commissione   ha
richiamato le risultanze delle convergenti  evidenze  emerse  da  una
serie di iniziative  di  indagine,  coordinate  dalla  Procura  della
Repubblica di Roma, sui clan  delinquenziali  operanti  nell'area  di
Ostia. 
    Le risultanze di tali attivita' consentono di  affermare  che  e'
oggi processualmente accertato che il territorio del Municipio X  sia
caratterizzato dalla pervasiva e radicata presenza di  organizzazioni
criminali di stampo mafioso.  Tali  organizzazioni  costituiscono  le
proiezioni nell'hinterland  romano  di  sodalizi  di  analoga  natura
presenti nelle  regioni  di  radicamento  storico  della  delinquenza
organizzata. 
    A cio' si aggiunge la presenza sul  territorio  del  X  Municipio
anche di  "mafia  Capitale"  che,  come  emerge  dalle  ricostruzioni
contenute nell'ordinanza del GIP di Roma del  28  novembre  2014,  ha
sviluppato in  queste  aree  attivita'  illegali  sia  con  i  metodi
dell'intimidazione mafiosa, sia attraverso l'azione correttiva  posta
in essere dal branch economico facente capo a Omissis. 
    Peraltro, il sodalizio capeggiato da Omissis non si e' limitato a
questo, ma ha intessuto solidi rapporti con le consorterie  criminali
presenti  nel  distretto  ostiense,  stringendo  intese  anche  sulle
modalita' di svolgimento dei traffici illeciti. 
    Tali circostanze sono piu' che  sufficienti  per  concludere  che
nella circoscrizione del Municipio X si sia realizzata la  condizione
- base, richiesta per l'applicazione delle misure ex art.  143  TUEL,
della notoria  ed  accertata  diffusione  nel  suo  territorio  della
criminalita' organizzata. 
    Quanto   alle   dinamiche   che    hanno    interessato    quella
Amministrazione  municipale,  i  numerosi  episodi,  riferiti   dalla
Commissione, portano alla luce come in piu' occasioni  il  Presidente
del Municipio, Omissis, abbia intrattenuto rapporti e connivenze  con
il branch economico di "mafia Capitale", funzionali a far  conseguire
a quest'ultimo una serie di appalti  pubblici.  Tali  rapporti  sono,
inoltre, testimoniati in conversazioni  intercettate  intercorse  tra
Omissis e Omissis. 
    Gia'  da  queste  circostanze  emerge  con  chiarezza   come   le
collusioni  esistenti  tra  il  Presidente   del   Municipio   e   le
organizzazioni criminali abbiano  prodotto  l'effetto  di  piegare  e
condizionare l'azione  degli  organi  amministrativi  agli  interessi
illegali di "mafia Capitale". Si  concretizza  cosi'  quel  nesso  di
causa-effetto  tra  il  condizionamento  degli  amministratori  e  le
disfunzionalita'  amministrative   riscontrate   che,   secondo   gli
orientamenti della giurisprudenza, giustifica il ricorso alla  misura
dissolutoria di cui al ripetuto art. 143 TUEL. 
    A  queste  si  aggiungono   le   ulteriori   interferenze   e   i
condizionamenti delle  attivita'  amministrative  che  le  filiazioni
delle "mafie storiche" hanno realizzato  grazie  alla  collusione  di
dirigenti e dipendenti del Municipio. 
    Il "fermo immagine", scattato dalla Commissione,  restituisce  un
quadro di una Circoscrizione profondamente inquinata e  piegata  alle
esigenze delle diverse consorterie criminali. 
    Gli  elementi  raccolti  in  proposito   sono   indiscutibilmente
connotati dai tratti di  concretezza,  in  quanto  si  riferiscono  a
circostanze fattuali; rilevanza,  in  quanto  appaiono  significativi
della "curvatura" del Municipio alle esigenze criminali;  univocita',
non prestandosi le circostanze  in  questione  ad  interpretazioni  o
deduzioni logiche di incerto significato. 
    Alla luce del quadro  delineato  dagli  elementi  raccolti  dalla
Commissione, si ritiene che ricorrano tutti i  presupposti  di  legge
per proporre lo scioglimento del Consiglio del Municipio  X  di  Roma
Capitale. 
3. Considerazioni e  proposte  sulle  misure  applicabili,  ai  sensi
dell'art.  143,  comma  5  TUEL  nei  confronti  di  dirigenti  e  di
dipendenti di Roma Capitale e del Municipio X. 
    In conclusione - alla luce  degli  articolati  elementi  riferiti
dalla Commissione  di  accesso  e  di  quegli  altri  desumibili,  in
particolare, dalle ripetute ordinanze del GLP di Roma del 28 novembre
2014 e del 29 maggio scorso - appare necessario valutare se  emergano
i presupposti per l'applicazione delle misure di  cui  all'art.  143,
comma 5 TUEL nei riguardi dei dirigenti e di altri dipendenti Omissis
e del Municipio X. 
    Come  e'  noto,  il  citato  art.  143,  comma   5,   prende   in
considerazione  l'ipotesi  in  cui  siano   emersi   collegamenti   o
condizionamenti  della  criminalita'  organizzata  nei  riguardi  del
segretario  comunale,  del  direttore  generale  e   dei   dipendenti
dell'Ente locale ispezionato. 
    In particolare, la norma consente di adottare, anche nei casi  in
cui non  si  faccia  luogo  alla  misura  dissolutoria  degli  organi
elettivi, tutte le misure idonee  a  far  cessare  la  situazione  di
pregiudizio  in  atto  e  a  ripristinare  la  legalita',  quali   la
sospensione del dipendente, la sua rimozione dall'incarico e  la  sua
destinazione ad altro ufficio o mansione, con obbligo  di  avvio  del
procedimento disciplinare. 
    Secondo   i   piu'   recenti   arresti    della    giurisprudenza
amministrativa,    costituiscono    presupposto    sufficiente    per
l'irrogazione  delle  predette   misure   elementi   indiziari,   non
necessariamente penalmente rilevanti, riferibili a comportamenti  del
dipendente  che  possono  consistere  anche  in  mere  incertezze  od
esitazioni attribuibili a qualsivoglia collegamento, pure  indiretto,
o  ad  una  qualsiasi  forma  di  condizionamento  da   parte   della
criminalita'  organizzata,  anche  di  natura  meramente  ambientale.
Assumono cosi' rilievo,  ai  fini  qui  di  interesse,  anche  l'aver
operato senza la piu' opportuna solerzia ed  incisivita'  in  ragione
dell'esistenza di situazioni riconducibili alle  forme  di  pressione
criminale sopra indicate. Gli stessi  Giudici  sottolineano  altresi'
come gli elementi raccolti  devono  avere  una  consistenza  tale  da
giustificare un addebito disciplinare anche se non e' necessario  che
essi  restituiscano  ex  ante  la  certezza  dell'affermazione  della
responsabilita' del dipendente (TAR Sicilia,  Catania,  Sez.  II,  n.
707/2014). 
    Omissis. 
    Occorre altresi' sottolineare che il ricordato art. 143, comma  5
TUEL consente l'adozione  di  misure  anche  "innominate",  le  quali
possono consistere in provvedimenti di annullamento di  procedure  di
gara o di affidamento. 
    Cio' premesso,  va  evidenziato  che  la  Commissione  nella  sua
relazione ha indicato una serie di vicende contrattuali connotate  da
palesi illegittimita' e risultate in un'oggettiva agevolazione  degli
interessi criminali di "mafia Capitale". 
    In   considerazione   di   cio',   condividendo   le   articolate
considerazioni sviluppate  in  proposito  dal  Collegio,  si  ritiene
opportuno proporre l'annullamento delle seguenti procedure,  ove  non
gia' giunte a scadenza: 
    Omissis. 
    Per quanto concerne il Municipio X, si osserva che  alcune  delle
procedure di appalto che la Commissione ha rilevato essere oggetto di
inquinamenti da  parte  della  criminalita'  organizzata  hanno  gia'
esaurito  i  propri  effetti,  riguardando  in  sostanza  prestazioni
riferite all'anno 2014. In considerazione  di  cio',  si  ritiene  di
proporre: 
      l'adozione  di  misure   volte   ad   eliminare   il   rapporto
privatistico esistente relativo  alla  gestione  dello  spazio  della
spiaggia di  Capocotta  destinato  all'area  naturalista,  spazio  di
proprieta' demaniale, per il cui uso l'amministrazione capitolina non
percepisce alcun canone; 
      la  revoca  della  procedura  di  affidamento  del  chiosco-bar
situato all'interno dello stabilimento balneare denominato "Omissis",
situato anch'esso sulla fascia litoranea di Ostia. 
    Omissis. 
      Roma, 8 luglio 2015 
 
                                               Il Prefetto: Gabrielli