(Annesso-art. 9)
                               Art. 9. 
 
 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
    A) informazioni sulla zona geografica 
    1) fattori naturali rilevanti per il legame 
    La viticoltura della provincia di Forli-Cesena  si  sviluppa  tra
l'Appennino  e  la   pianura   passando   attraverso   diversi   tipi
morfologici, anche se in quest'area si riscontra una netta prevalenza
di suoli  ricollegabili  alla  formazione  Marnoso-arenacea.  I  tipi
morfologici  si  possono  cosi'  riassumere:   montagna   e   collina
Marnoso-arenacea, collina argillosa,  collina  molassica,  collina  e
montagna  con  coltri  gravitative,  alluvioni  terrazzate  e   della
pianura,  per  finire  con  la  pianura  alluvionale.  La  formazione
Marnoso-arenacea si compone di strati di arenacei piu'  resistenti  e
di strati di marna molto sensibili  all'azione  erosiva  di  acqua  e
vento,  tanto  che  l'evoluzione  del  pendio  procede   per   crolli
successivi indotti nell'arenaria dallo svuotamento  prodottosi  negli
strati marnosi sottostanti. Dove l'andamento degli strati di marna  e
arenaria e' a frana poggio, spesso i rilievi si  raccordano  in  modo
dolce al fondovalle, mentre se sono a  reggipoggio  ci  si  trova  in
presenza di  situazione  con  una  forte  acclivita'.  Nella  collina
argillosa la morfologia e' piuttosto dolce e l'evoluzione del rilievo
si sviluppa attraverso una intensa erosione superficiale, smottamenti
in genere poco  profondi  e  la  formazione  di  calanchi.  Quasi  in
prossimita'  della  pianura,  poi,  emerge  una  formazione  calcarea
piuttosto decisa, che si caratterizza per pendici piuttosto ripide  e
profonde incisioni erosive. Nelle aree in  cui  affiorano  le  coltri
gravitative la  morfologia  e'  piuttosto  varia  e  accidentata.  Le
alluvioni terrazzate,  poi,  si  collocano  nelle  zone  collinari  e
montane a fianco dei corsi d'acqua e sono ben  individuabili  per  il
caratteristico andamento pianeggiante bruscamente  interrotto  da  un
dislivello importante. 
    Nelle alluvioni di pianura, infine, si  distinguono  gli  antichi
conoidi fluviali, su cui fu impiantata la centuriazione romana, e  le
aree di bonifica recente a cui segue la fascia litoranea. 
    Nell'areale di collina, i terreni maggiormente interessati  dalla
coltivazione della vite si presentano  da  moderatamente  profondi  a
molto profondi, ben drenati, con tessitura da media  a  moderatamente
fine,  moderatamente  alcalini,  tendenzialmente  calcarei  o   molto
calcarei,  abbastanza  poveri  di  sostanza  organica  e  con   buona
capacita' di acqua disponibile. 
    Dal punto di  vista  climatico,  l'indice  di  Winkler,  presenta
valori crescenti dall'Appennino verso la pianura. Valori  dell'indice
di Winkler intorno a 1.500-1.600 gradi giorno, nelle zone  piu'  alte
di coltivazione della  vite  (intorno  a  4-500  m  slm),  salgono  a
2.000-2.200 gradi giorno in pianura,  offrendo  la  possibilita'  per
un'ottima maturazione a tutti i vitigni coltivabili nell'area. 
    2) Fattori umani rilevanti per il legame. 
    La viticoltura da vino ha una tradizione sicuramente  antica  sul
territorio della provincia di Forli-Cesena, tanto che in eta'  romana
imperiale, Plinio il Vecchio cita Cesena come citta'  produttrice  di
ottimo  vino:  i  vini  «Caesenas»  erano  tra   le   «denominazioni»
dell'epoca. Il nome di  Galla  Placidia  e'  da  sempre  legato  alle
pregiate produzioni vinicole della zona intorno a Bertinoro. Raimondo
Zazzeri (Storia di Cesena  dalla  sua  origine  ai  tempi  di  Cesare
Borgia) riferisce che «dalle cronache cesenati si  vuole  che  i  tre
fratelli  Costantino,  Costanzo  e  Costante,  eredi  del  trono   di
Costantino, prediligessero  i  vini  di  Cesena  per  la  loro  Corte
Imperiale», documentando una continuita' qualitativa dell'area  anche
nel periodo della dominazione bizantina. 
    La viti-vinicoltura forlivese e cesenate deve aver attraversato i
secoli bui del Medioevo senza troppe difficolta', viste  le  numerose
attestazioni della presenza di fiorenti vigneti e di buoni  vini  fin
dal Cinquecento. Si ricorda, ad esempio, Leandro  Alberti  che  nella
sua «Descrittione di tutta Italia» (seconda  meta'  del  XVI  secolo)
annotava che in Romagna: «veggionsi innumerevoli colli pieni di viti»
e in merito alla descrizione di alcuni paesi si sofferma  spesso  sul
fatto che sono  attorniati  da  vigneti:  Longiano,  «nobil  castello
intorniato da ogni lato di begli ordini di viti...; Cesena,  «Salendo
dalla via Emilia sopra di quella ne i primi colli  dell'Apenino  (che
sono pieni di viti...); Bertinoro, «Ella e' posta sopra il  monte  da
ogni lato ornata di belle vigne ... Se ne cavano buoni vini». 
    La dominazione pontificia, purtroppo, ha relegato la  Romagna  in
uno stato di arretratezza che  ha  inficiato  pesantemente  anche  la
viticoltura e, soprattutto, l'enologia, ma  questo  non  ha  comunque
impedito alle  popolazioni  locali  di  mantenere  e,  se  possibile,
migliorare la loro tradizione enoica. 
    Un impulso decisivo per il settore  della  vite  e  del  vino  e'
arrivato  in  Romagna  e,  in   particolare,   nella   provincia   di
Forli-Cesena  a  partire  dalla  fine  degli   anni   '70,   con   la
ristrutturazione dei  vigneti,  l'applicazione  di  moderne  tecniche
colturali e soprattutto con la nascita dell'enologia moderna. 
    B)  Informazioni  sulla  qualita'  o  sulle  caratteristiche  del
prodotto essenzialmente o  esclusivamente  attribuibili  all'ambiente
geografico 
    La  giusta   collocazione   dei   vitigni   in   funzione   della
soddisfazione della loro specifica  necessita'  di  calore,  per  una
corretta maturazione, e' fondamentale. I suoli consentono di ottenere
prodotti di buona struttura e con un profilo olfattivo  interessante.
A titolo di esempio  si  consideri  il  Sangiovese,  che  nell'areale
cesenate (piena formazione Marnoso-arenacea)  manifesta  un  fruttato
spiccatissimo, prevalentemente  di  ciliegia,  mentre  nel  Forlivese
mostra una nota di sottobosco ben individuabile. 
    Nei terreni di pianura, dove la fertilita' tende ad aumentare, la
tecnica colturale viene in  aiuto  per  mantenere  comunque  un  buon
equilibrio nella composizione dei mosti  e  di  conseguenza  un  buon
livello qualitativo. 
    C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi  di  cui
alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B) 
    In  quest'areale  l'interazione  vitigno-ambiente   consente   di
ottenere risultati molto  interessanti  in  termini  di  composizione
delle uve, anche perche'  si  tratta  di  terreni  con  una  spiccata
attitudine naturale ad ospitare la vite. La giusta  collocazione  dei
vitigni in considerazione  del  clima,  poi,  completa  positivamente
l'interazione. Inoltre occorre aggiungere a questo  binomio,  di  per
se' gia' favorevole, l'esperienza e  la  perizia  maturate  dall'uomo
nella coltivazione della vite e nella produzione  del  vino,  che  si
sono stratificate in una solidissima tradizione enologica locale.