Art. 9. Legame con l'ambiente geografico Informazioni sulla zona geografica: Fattori naturali L'areale della denominazione di origine controllata "delle Venezie" situato nella parte dell'Italia nord orientale e interessa i territori amministrativi delle regioni Friuli-Venezia Giulia e Veneto e della provincia autonoma di Trento. Il territorio presenta una grande diversita' di "terroir" che ha permesso la produzione di vini pero' con peculiarita' che nel tempo, dal riconoscimento della IGT delle Venezie, hanno caratterizzato questo territorio per la produzione del Pinot grigio. Il territorio, e in particolare gli areali dove si coltiva la vite, comprende suoli che presentano diverse giaciture: dalle zone collinare in forte pendenza a quelle pianeggianti, e' protetto a nord dalla catena delle Alpi e dalle Dolomiti, mentre a sud confina con il mare Adriatico e con il fiume Po. I singoli "terroir" che compongono il territorio del triveneto, possono essere considerati come le unita' elementari interessate alla vitivinicoltura. La descrizione di un territorio viticolo ampio come quello del Triveneto e' possibili in relazione alle macro aree affini per il livello dei prodotti ottenuti e conseguentemente per i modelli produttivi che si sono sviluppati in ciascuna delle macro aree. Considerata le specificita' degli ambienti che compongono gli areali dedicati alla coltivazione della vite e delle specializzazioni viticole Per tale motivo si e' deciso di adottare una scala di analisi piu' ampia, raggruppando i territori vitivinicoli, protetti dalla Denominazione d'Origine delle Venezie, secondo un criterio di prossimita' e affinita' pedo-climatica. In questo modo, la macroarea da sempre identificata con i termini "Trevenezie", "Triveneto" o "delle Venezie", viene rappresenta in una univoca unita' di lettura. La macroarea delle Venezie non e' dunque basata su un singolo elemento del terroir, ma su quelli piu' significativi, primi fra tutti la sua storia e la geologia con il materiale parentale da cui hanno preso origine i caratteri chimici e fisici del suolo. Nella macroarea si trovano cosi' raggruppati sistemi di terre viticole caratterizzate da elementi comuni e da un comune timbro espressivo della produzione vinicola. L'ampia pianura che termina sul mare Adriatico e sul fiume PO e' stata formata dalle alluvioni dei corsi d'acqua alpini e prealpini, comprende vasti conoidi e superfici terrazzate, nonche' la porzione tuttora attiva (alvei) degli stessi corsi. Include le superfici dei fondovalle dei principali fiumi alpini (Adige, Brenta, Piave, Tagliamento e Isonzo), nonche' di alcuni importanti affluenti. Territori che si sono formati per la deposizione sia di materiale calcareo e grossolano, sia di ghiaie e sabbie. Sono terreni che hanno un'origine piuttosto recente, presentano profondita' da media a molto elevata e il drenaggio e' generalmente buono e il contenuto in scheletro e' in generale sempre presente. Il sistema collinare si estende dal Garda fino al Collio, presenta anche dei rilievi isolati tra i quali i piu' importanti ai fini della produzione viticola che sono i colli Berici e i Colli Euganei. Significativa e' la presenza di suoli marnosi oppure calcarei o conglomerati, come pure la presenza di fenomeni carsici. Le pianure da quella padano-veneta a quella friulano e alto friulana si e' formata grazie agli apporti solidi dei principali fiumi alpini quali il Po, l'Adige, il Brenta, il Piave, il Tagliamento el'Isonzo. La caratteristica distintiva e' la forte classazione dei sedimenti nelle prime parti mentre successivamente i suoli sono costituiti prevalentemente da ghiaie con matrice sabbiosa. Le superfici sono per la maggior parte di antica deposizione. Il clima e' caratterizzato da temperature medie annue da 10-12 a 13-14° C. I mesi piu' freddi sono dicembre e gennaio (temperature medie da 1 a 4° C) durante i quali le temperature possono scendono sotto lo zero (medie da -1 a -5°C) mentre quelli piu' caldi sono luglio e agosto con una temperatura media compresa tra 20 e 25° C. Nelle aree montane e nei fondovalle gli intervalli di temperatura si abbassano di uno o due gradi mentre le piovosita' tendono ad aumentare. La piovosita' media annua si aggira intorno ai 700-1300 millimetri, crescente da ovest verso est e approssimandosi ai rilievi prealpini - nell'area collinare trevigiana-alto friulana raggiunge anche i 1500-2000 millimetri. I mesi piu' piovosi sono generalmente maggio, ottobre e novembre durante i quali nelle aree prealpine e dell'alta friulana raggiungono anche 150 millimetri di pioggia. Nonostante l'elevata piovosita' in vaste aree del comprensorio i suoli presentano una sufficiente capacita' drenate. Generalmente grazie all'apporto pluviometrico e alla complessiva buona capacit d'acqua disponibile, i suoli in genere non presentano problemi di de?cit idrico. Fattori storici e umani I primi insediamenti viticoli nel nord-est risalgono almeno ai tempi del dominio etrusco, fra il VII e il V sec. A C. Si riscontrano importanti attivita' viticole nel periodo romano, come dimostra la fama di alcuni vini come i "retici" e l'"Acinatico", ricordati da Virgilio, Strabone Ulpiano Domizio, o importanti ritrovamenti in Trentino le cui testimonianze attraversano diverse epoche (preistorica, romana, medioevale, etc.). Allo stesso modo tracce viticole molto antiche sono riscontrabili in Friuli, il cui nome deriva da Forum Julii, la citta' di Cividale dove Giulio Cesare organizzo' foro e mercato, dando cosi' il nome a tutta la zona. Prendendo a testimonianza di Plinio, ai confini est, verso Trieste, veniva prodotto il Pucinum al quale veniva attribuita la longevita' di Livia Augusta e che i Greci lodavano moltissimo. L'elemento unificante nella storia vitivinicola delle Venezie e' stata la presenza della Repubblica di Venezia le cui attivita' si estendevano dalle terre d'Istria alla Vallagarina trentina. L'immagine del Leone infatti campeggia ancora sulle vecchie porte d'ingresso delle citta' "dominate dai commerci" dalla Serenissima o negli affreschi sui palazzi piu' importanti. Una cultura che ha pervaso la vita delle popolazioni delle Venezie attraverso una lingua che con grande senso di appartenenza li faceva sentire i protagonisti dell'arte, della cultura e della civilta' europea di allora. I commercianti veneziani dalla meta' del 1300 fino al 1700 circa, controllavano quasi tutto il mercato del vino di qualita' dal Mediterraneo orientale fino alle ricche regioni del nord Atlantico. Questa fase storica segna per il vino l'inizio di un periodo di grandi cambiamenti sia nella localizzazione di vigneti che nella tipologia dei vini che vengono prodotti. La rivoluzione dei noli a partire dal 1300 cancella la viticoltura dalle zone piu' periferiche, dalle valli interne e dalle quote piu' elevate dove l'uva fatica a maturare. Quei vini non erano adatti ai lunghi viaggi. La viticoltura si trasferisce allora dove e' possibile produrre vini alcolici e vicina ai luoghi di imbarco e di commercializzazione. L'offerta merceologica cambia profondamente: i vini non vengono piu' riconosciuti solamente per il loro colore (bianchi o vermigli) o dal nome del vitigno da cui sono prodotti (vernacce, ribolle, schiave...) ma per i luoghi da dove provengono. Ad una maggiore richiesta di qualita' dei vini, molti dei quali destinati ai mercati d'Oltralpe, corrisponde da parte dei viticoltori una maggiore attenzione nelle epoche di vendemmia che vengono differenziate a seconda dei vitigni e delle localita', anche attraverso l'affissione di bandi vendemmiali, nella preparazione dei contenitori di legno, nello sviluppo tecnologico dei torchi e nella conservazione e trasporto del vino che divengono due aspetti cruciali per la qualita' del vino stesso. L'attuale viticoltura trova il suo impulso grazie alle attivita' di importati centri di ricerca e formazione che tuttora sono il motore dell'innovazione del territorio: San Miche all'Adige (istituzione nata come scuola per la formazione dei viticoltori e frutticoltori delle area meridionale del Tirolo - allora parte dell'Impero Austro Ungarico) e Conegliano che e' tutt'oggi il centro di riferimento nazionale per la viticoltura. Non va dimenticata l'importanza della scuola di Parenzo oggi parte della Croazia, che ha formato fino alla fine della secondo conflitto mondiale gli operatori agricoli dell'area del litorale (attivita' iniziata quando l'Istria era ancora parte dell'allora Impero Austro Ungarico). Oggi nell'area opera una delle principali strutture universitarie per la formazioni degli enologi: il consorzio universitario formato dagli atenei di Udine, Padova, Verona e Trento. La ricerca e la formazione sono stati il volano che nel tempo in quest'area hanno favorito lo sviluppo di importanti imprese vinicole, tutt'oggi ancora tra le principali realta' a livello nazionale, e del secondo distretto spumantistico nazionale. A contribuire inoltre allo sviluppo del settore consentendo a tanti piccoli agricoltori di continuare nella coltivazione della vite adeguando progressivamente l'offerta varietale sono state le cantine sociali. L'area si e' identifica come il principale bacino nazionale per la coltivazione dei Pinot e dello Chardonnay, destinati soprattutto alla produzione di vini spumanti, ottenuti mediante il metodo della rifermentazione in bottiglia oppure in autoclave. Tra queste varieta' nell'ultimo ventennio si e' affermato il Pinot grigio, vitigno che ha trovato nelle aree viticole del nord-est le condizioni per affermarsi anche come vino tranquillo e alimentare un flusso di esportazione particolarmente importante che si identifica con il nome geografico delle Venezie. L'indicazione geografica "delle Venezie", e' stata sistematicamente utilizzata dai produttori vitivinicoli a partire dal 1977, a seguito del regolamento CEE 816/70 e delle normative nazionali di recepimento che hanno stabilito le modalita' per la dichiarazione, designazione e presentazione dei vini definiti allora "vini da tavola con indicazione geografica". Nel 1995, con il decreto del 21 novembre, e' stato approvato il disciplinare di produzione successivamente modificato ed adeguato al fine di adeguarlo al mercato dei vini a indicazione geografica tipica e alle normative comunitarie. Informazioni sul prodotto: Il "delle Venezie" si presenta nelle tipologie Pinot grigio e bianco, sia nella versione tranquilla sia nelle versioni spumante e frizzante nel caso del Pinot grigio. Contribuisco alla produzione dei predetti vini alcune varieta' espressione della storia del territorio come la Garganega, i Verduzzo e il Tocai friulano, oltre ad alcuni vitigni internazionali lo Chardonnay, il Pinot bianco e il Muller Thurgau, che hanno trovato nel nord-est degli ambienti ideali per la loro coltivazione. L'unione di queste varieta', alcune di antica coltivazione nella zona, consente di ottenere vini risultato del legame inscindibile fra vite ed ambiente; si ottengono cosi' vini con spiccate note tipiche delle varieta' che li compongono. Il Pinot Grigio, vitigno di qualita', che trova nei climi temperati l'ambiente dove meglio esprime le peculiarita' della varieta', predilige terreni leggeri che sgrondano, ambienti ventilati e sbalzi termici tra giorno e notte che ne esaltano i profumi. Al naso emergono aromi di fiori bianchi e sentori di pera, mela verde e frutta tropicale, ha buona struttura e piacevole freschezza. Il "delle Venezie" Pinot grigio e' elaborato anche in versione spumante. Si caratterizza per un profumo leggermente aromatico, con sentori fruttati e floreali, di frutta bianca e fiori di campo. Al colore si presenta dal giallo paglierino chiaro a tonalita' che in base alle modalita' di fermentazione presentano talvolta riflessi dal ramato al rosato. Al gusto e' fruttato, intenso, caratteristico, talvolta leggermente aromatico, importante e' l'equilibrio acidulo; viene prodotto nelle versioni da dosaggio zero a Dry. Legame causale: Il clima fresco e ventilato effetto della catena alpina, permette di concentrare e mantenere nelle uve un elevato contenuto di acidita' che si riscontra e caratterizza i vini bianchi sia nella versione tranquilla sia negli spumanti e frizzanti. La sufficiente disponibilita' idrica risultato di una piovosita' distribuita anche nei periodi estivi unitamente a terreni normalmente ben drenanti, garantisce un apporto limitato ma costante di acqua e permette una maturazione regolare dei grappoli; importante e' la professionalita' dei viticoltori nel assicurare una adeguata gestione del vigneto, della parete fogliare e soprattutto della difesa sanitaria considerata la sensibilita' del grappolo del Pinot grigio. Infine le marcate escursioni termiche notte-giorno durante la maturazione dei grappoli, permettono di esaltare e mantenere il corredo aromatico dell'uva; tali profumi, uniti al quadro acidico, permettono di ottenere vini spumanti freschi e armonici.