(Annesso-art. 9)
                               Art. 9. 
 
A) Informazioni sulla zona geografica 
Fattori naturali rilevanti per il legame 
    Il lago di Garda, o Benaco e' il maggiore lago italiano, con  una
superficie di circa 370 km².  Cerniera  fra  tre  regioni,  Lombardia
(provincia di Brescia), Veneto (provincia di Verona) e  Trentino-Alto
Adige (provincia di Trento), e' posto in parallelo all'Adige, da  cui
e' diviso dal massiccio del monte Baldo. A settentrione  si  presenta
stretto a  imbuto  mentre  a  meridione  si  allarga,  circondato  da
colline. Il lago di Garda fa parte di quell'ampia zona climatica  che
comprende la Pianura Padana e le prime valli alpine e che  denota  un
clima temperato-continentale, ma che localmente manifesta  condizioni
notevolmente  mitigate  dalla  massa  d'acqua:  questo   clima   puo'
definirsi sub-mediterraneo. Il luogo con le temperature piu' miti  e'
Malcesine, mentre quello con temperature piu' rigide e un clima  piu'
continentale e' Peschiera del Garda. La primavera e l'autunno sono le
stagioni piu' piovose,  mentre  l'estate  e'  di  tipo  mediterraneo,
quindi asciutta, ma interrotta da intensi temporali, specialmente nel
mese di agosto. In inverno le temperature sono meno  rigide  rispetto
alle zone circostanti e  le  precipitazioni  sono  piuttosto  scarse,
mentre le nebbie solo in poche occasione riescono a invadere il basso
lago. Sulle rive non si presentano quasi mai condizioni di gelo,  che
si verificano solo eccezionalmente: l'ultima e' avvenuta nel 1706, in
un periodo di freddo generale che gli storici  chiamano  piccola  era
glaciale. 
    Il Garda e' un lago orientato da nord  a  sud  verso  la  Pianura
Padana, quindi molti venti tipici del Garda sono il risultato di  una
differenza di condizioni atmosferiche tra basso e alto lago, a  causa
delle quali si generano venti che scendono dai monti verso la pianura
al mattino e che risalgono verso i monti il pomeriggio. La  strettoia
formata dal bacino lacustre condiziona lo spirare  dei  venti,  molti
dei quali sono periodici o perfino giornalieri. Questi prendono  nomi
dialettali, quindi un singolo vento puo' avere nomi diversi. Il vento
piu' noto e' il Sover (o Sauar, o Soar, o Vent de' Sora, da «sopra»),
in quanto spesso piuttosto teso e  in  ragione  di  questo  ricercato
dagli appassionati di navigazione a vela. E' un vento discendente che
interessa praticamente tutto il lago, anche se e' molto piu'  intenso
nell'alto e medio Garda, in quanto dopo Torri del Benaco il  lago  si
allarga facendo perdere forza al vento. Soffia dalle prime ore  della
notte, ma si rafforza con il sorgere del sole, a  causa  dell'aumento
della temperatura, e spira fino a circa mezzogiorno. Altre brezze  di
monte sono il Montis (o Montes), che  spira  dal  monte  Baldo  verso
Bardolino e Peschiera, e il Traersu', che scende invece dalle prealpi
bresciane verso Moniga e Manerba. Altri venti importanti,  in  questo
caso ascendenti, sono l'Ora, una brezza di valle  che  spira  da  sud
poco  dopo  la  caduta  del  Sover  fino   al   tramonto.   Interessa
specialmente il medio e alto Garda, dove acquista velocita'  a  causa
dell'effetto Venturi, dovuto alla conformazione a forma di imbuto del
lago e delle montagne circostanti, e l'Ander, che  investe  tutta  la
parte inferiore del Garda.Un vento freddo  periodico  che  soffia  in
genere in primavera o autunno, e dalla durata media di tre giorni, e'
il Bali': si tratta del vento piu' violento  che  colpisce  il  lago,
nasce nelle Alpi ma viene incanalato verso sud dal lago.Tra gli altri
venti periodici vi sono il  Vinessa  (o  Vinezza,  o  Vicentina)  che
soffia umido e  fresco  da  sud-est.Altri  venti  periodici  ma  meno
frequenti sono il Toscano (o Tosca'), il Pezzochero, il Gardesana, il
Boarno e l'Avreser. 
Fattori umani rilevanti per il legame 
    In epoca romana il lago era conosciuto come Benaco,  mentre  oggi
e' meglio noto  come  lago  di  Garda,  toponimo  attestato  fin  dal
Medioevo e di origine germanica,  derivante  da  quello  dell'omonima
cittadina sulla  sponda  veronese  del  lago,  la  quale,  insieme  a
un'altra localita' celebre del lago, Gardone Riviera,  e  altre  meno
conosciute, come Gardola, Gardoncino, Gardoni, Guardola e  Le  Garde,
testimonia la presenza germanica che va dal VI  al  VIII  secolo,  in
particolare quella longobarda. Il toponimo Garda,  con  il  quale  e'
chiamato il lago  gia'  in  alcuni  documenti  dell'VIII  secolo,  e'
l'evoluzione della voce germanica warda, ovvero «luogo di guardia»  o
«luogo di osservazione». 
    Il toponimo classico del lago, ovvero Benācus lacus (Benaco),  e'
quasi sicuramente di origine celtica, precedente  quindi  al  dominio
romano,  e  dovrebbe  derivare   da   bennacus,   confrontabile   con
l'irlandese bennach, e significherebbe «cornuto»,  ovvero  dai  molti
promontori. La  traduzione  «cornuto»  viene  anche  interpretata  in
riferimento alla penisola di Sirmione. 
    La  versione   italiana   dell'accento   tonico   rimane   fedele
all'accentazione latina, quindi va pronunciato  con  l'accento  sulla
«a». Gli abitanti del lago, in particolar modo  quelli  della  sponda
veronese, pronunciano il nome Benaco con l'accento sulla «e»,  ovvero
Benaco. Resta oscuro il motivo per cui i nativi delle zone  del  lago
tendono ad utilizzare la versione con l'accento sdrucciolo del nome. 
    Non si e' a conoscenza ne' di chi abbia  introdotto  la  vite  in
questo ambiente ne' quando, ma  alcune  testimonianze  riportano  che
gia' nel I secolo  il  vino  gardesano  era  ben  noto  e  si  poteva
facilmente trovare nei banchetti degli antichi romani con il nome  di
Vino Retico. Il Retico fu  uno  dei  vini  preferiti  dell'imperatore
Augusto, per lo meno secondo quello che ci riporta Svetonio,  e  pure
Plinio loda le viti e l'uva retica, affermando che era  piuttosto  in
voga a Roma. 
    L'integrazione tra Romani e Cenomani, i  quali  controllavano  la
zona gardesana, inizio' probabilmente nel 225 a.C., quando vi  fu  un
trattato  di  alleanza  tra  Cenomani,  Veneti  e  Romani,  anche  se
l'effettiva romanizzazione del territorio avvenne tra il II  e  il  I
secolo a.C., tanto che nell'89 a.C. vennero concessi i  diritti  gia'
delle citta' latine per  volonta'  del  console  romano  Gneo  Pompeo
Strabone e una quarantina di anni dopo fu  concessa  la  cittadinanza
romana  a  Brescia  (che  comprendeva   la   sponda   occidentale   e
settentrionale del Benaco) e a  Verona  (che  comprendeva  invece  la
sponda orientale). Un secolo  strategico  fu  il  I  d.C.  in  quanto
vennero  realizzate  strade  di  notevole  importanza,  come  la  via
Gallica, che  collegava  Verona  con  Milano  passando  da  Peschiera
(l'antica Arilica), e  la  via  Claudia  Augusta,  che  collegava  la
pianura  con  il  passo  di  Resia  e   quindi   i   territori   piu'
settentrionali, oltre ad  alcune  strade  di  minore  importanza  che
collegavano  la  val  d'Adige  con  il  Garda,  la   via   Benacensis
(all'altezza di Torri del  Benaco)  e  la  Campiona.  Furono  inoltre
istituiti due pagi, ovvero circoscrizioni territoriali rurali: quello
dei Benacenses sul bresciano e il pagus dei Claudienses sul veronese.
Nel 268 si combatte' la battaglia  del  lago  Benaco  tra  l'esercito
dell'impero  romano,  comandato  dal  futuro  imperatore  Claudio  il
Gotico, e la federazione germanica degli  Alemanni.  La  schiacciante
vittoria  ottenuta  dai  romani  permise   la   definitiva   cacciata
dall'Italia settentrionale degli Alemanni, a causa  delle  gravissime
perdite che subirono durante la battaglia. 
    Dopo il crollo dell'impero romano la regione gardesana assistette
al  passaggio  di  numerose  popolazioni  barbariche,  ma  la   prima
popolazione germanica che vi si stanzio', dopo una lunga  migrazione,
fu quella dei Longobardi. Le loro testimonianze sono presenti per  lo
piu' lungo le sponde meridionale e orientale, preferite ad altre zone
per  via  dell'importanza  strategica:  da  qui  si  poteva   infatti
controllare sia le vie d'acqua del Garda e del  Mincio,  che  la  val
d'Adige.   Durante   l'egemonia   longobarda   vi   fu   una    prima
riorganizzazione,   oltre   che   la   definitiva   cristianizzazione
dell'area, iniziata nei secoli precedenti da San Vigilio e San  Zeno.
Il lago rimase al confine tra tre potenti ducati  longobardi,  quelli
di Verona, di Trento e di Brescia, e fu al  centro  di  un'importante
rete di comunicazioni, sia commerciali sia militari. 
    Per  tanto  fin  dalla  Preistoria  il  territorio  gardesano  ha
conosciuto la presenza dell'uomo e del vino. 
    Sulle colline moreniche del Lago di Garda, e' stato ritrovato  il
piu' antico aratro costruito dall'uomo che, cinquemila anni prima  di
Cristo, conosceva la vite selvatica e probabilmente  anche  il  vino.
Saranno pero' gli Etruschi, nel  V  secolo  a.C.  ad  introdurre  nel
bresciano la coltivazione  della  vite  «addomesticata»  soppiantando
quella selvatica. 
B) Informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche  del  prodotto
  essenzialmente   o   esclusivamente    attribuibili    all'ambiente
  geografico 
    I vini di cui al presente disciplinare di produzione  presentano,
dal punto di vista analitico ed organolettico, caratteristiche  molto
evidenti e peculiari, descritte all'art. 6,  che  ne  permettono  una
chiara individuazione e tipicizzazione legata all'ambiente geografico
con  l'interazione  del  vitigno.  Le  varieta'   piu'   intensamente
coltivate sono due, la Garganega per le  uve  a  bacca  bianca  e  la
Corvina per le uve a bacca nera. 
    In particolare tutti i vini, dalla  tipologia  bianco,  rosato  e
rosso fino ai monovitigni, presentano caratteristiche chimico-fisiche
equilibrate e organolettiche tipicamente riconoscibili perche' legate
alle peculiarita' del microclima e del territorio  gardesano  che  si
traducono  in  sapori  e  odori  intensi  di  floreale,   freschi   e
tradizionalmente  morbidi.  Queste  peculiarita'  si  riflettono  con
particolare segno distintivo anche  nei  prodotti  spumantizzati  che
risultano molto immediati e piacevolmente sapidi. 
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui  alla
  lettera A) e quelli di cui alla lettera B). 
    Nell'area gardesana i vigneti sono parte integrante ed essenziale
del paesaggio e dell'ambiente di una delle zone  a  maggior  afflusso
turistico d'Italia. L'ambiente agricolo  vive  un  proprio  delicato,
rispettoso e particolare equilibrio con il resto della  natura  tanto
da trasformarsi in ambiente «turistico», pronto ad accogliere in ogni
istante chi si inoltra nella campagna o fra le colline  alla  ricerca
di inaspettate e piacevoli sorprese, lontano dal turismo chiassoso ma
vicino alle meraviglie naturali del lago piu' grande d'Italia  e  del
suo entroterra. 
    La parte settentrionale del lago e' situata  in  una  depressione
che si insinua all'interno delle Alpi, mentre  la  parte  meridionale
occupa un'area limitrofa dell'alta  Pianura  Padana:  si  distinguono
quindi un tratto vallivo  ed  uno  pedemontano,  il  primo  di  forma
stretta  e  allungata,  il  secondo  ampio   e   semicircolare.   Una
caratteristica  del  Garda  e'  la  dimensione  limitata  del  bacino
idrografico (2290 km²) rispetto  alla  superficie  lacustre:  ad  una
lunghezza di 52 km del lago corrispondono i 95 km del bacino,  mentre
le rispettive larghezze sono di 16 e 42 km. Lo spartiacque  orientale
del bacino idrografico benacense  presenta  una  direzione  parallela
all'asse del lago, mentre quello occidentale  ha  un  andamento  piu'
sinuoso. All'interno del bacino  i  rilievi  maggiori  sono  la  cima
Presanella (3556 m) e l'Adamello (3554 m), anche se la maggior  parte
del territorio e' compreso tra i 65 ed i 1500 m. Morfologicamente  il
bacino idrografico del Garda e' suddivisibile  in  quattro  aree:  la
pianura di circa 200 km², la superficie lacustre di circa 370 km², la
porzione occidentale di circa 500 km² e  quella  orientale  di  circa
1040 km². 
    A sud del lago di  Garda,  tra  Verona,  Mantova  e  Brescia,  si
sviluppa un grande anfiteatro  morenico,  ovvero  un  susseguirsi  di
cerchie collinari con interposte piccole aree pianeggianti, in alcuni
casi palustri,  originatisi  grazie  all'azione  di  trasporto  e  di
deposito del grande ghiacciaio del Garda. Questi depositi morenici si
formarono durante le glaciazioni Günz, Mindel, Riss e Würm: alle  due
piu' antiche, la Günz e la Mindel, sono attribuiti depositi  morenici
molto limitati, mentre  alla  glaciazione  Riss  sono  attribuite  le
cerchie  moreniche  piu'  esterne  e  alla  glaciazione  Würm  quelle
interne. La morfologia delle colline e' dolce e dalle linee delicate;
dai punti piu' alti e' possibile avere la percezione dei rapporti che
legano le colline con le montagne oltre che della forma circolare  ad
anfiteatro degli andamenti collinari, i quali sembrano abbracciare la
parte  meridionale  del  lago.  Queste  zone,   abitate   sin   dalla
preistoria,  sono  ambienti  di  grande  pregio  naturalistico,   con
vegetazione tipica del clima mediterraneo come l'olivo, la  vite,  le
agavi e altre piante, che crescono rigogliose  grazie  al  microclima
creato dal bacino del  Garda,  che  rende  l'inverno  particolarmente
mite. 
    Il livello medio delle acque del Garda, che si trova a  65  metri
sopra il livello del mare, subisce  variazioni  stagionali  piuttosto
limitate, in  particolare  se  rapportato  agli  altri  grandi  laghi
prealpini:  le  oscillazioni  massime  sono  di   1-1,5   metri.   La
limitatezza di queste variazioni e' merito delle dimensioni  notevoli
dell'invaso rispetto a quelle del bacino imbrifero che  lo  alimenta.
La temperatura media delle sue acque superficiali e' di  12  °C,  che
scende a 8 °C a 100 metri di profondita'. La temperatura superficiale
dell'acqua  e'  pero'  soggetta  a  variazioni   notevoli   nell'arco
dell'anno: la temperatura minima a dicembre e' di 6 °C mentre  quella
massima ad agosto e' di 27 °C. Uno dei  fenomeni  caratteristici  del
lago e' quello delle sesse,  ovvero  un  repentino  innalzamento  del
livello del lago, mediamente di 30 cm, collegato a un calo improvviso
della pressione atmosferica. Si tratta di un evento  che  avviene  in
condizioni di lago calmo, che si manifesta senza preavviso e  la  cui
durata puo' variare da alcuni minuti fino  ad  alcune  ore,  in  casi
eccezionali anche una giornata intera. 
    Altro fenomeno ricorrente e' quello delle correnti, che  consiste
nel movimento di una massa d'acqua in una direzione diversa  rispetto
all'acqua che la circonda. In  genere  sono  correnti  subacquee,  ma
possono diventare visibili in superficie tramite una sorta  di  fiume
che scorre sulla superficie del lago dalla  colorazione  piu'  chiara
rispetto  a  quella  delle  acque  circostanti.  Le  correnti   hanno
andamenti e velocita' piuttosto varie e si manifestano  in  luoghi  e
momenti sempre diversi, anche se  i  luoghi  in  cui  compaiono  piu'
frequentemente sono nelle acque di fronte a Garda, Bardolino, Lazise,
tra Gargnano e la punta di San Vigilio, e a settentrione a  Malcesine
e a Limone. Causa di questo fenomeno sono squilibri di temperatura. 
    Il paesaggio e' condizionato dalle  caratteristiche  litografiche
delle rocce, dalle strutture tettoniche e in parte anche  dall'azione
antropica. L'importanza della struttura tettonica nella  modellazione
del paesaggio lacustre e' particolarmente evidente sulla  catena  del
monte Baldo, la cui dorsale coincide con la culminazione di una piega
anticlinale. La depressione del lago, invece, deriva  da  una  piega,
piu' specificatamente da una sinclinale fagliata  poi  scavata  dalle
acque correnti e modellata dai  ghiacciai.  Altre  forme  sono  state
definite  da  processi  erosivi  fluviali,  glaciali  e  carsici.  In
particolare l'erosione  di  tipo  fluviale  e'  evidente  nella  zona
settentrionale del bacino, mentre l'erosione glaciale e' visibile  in
tutta la zona: questo  processo  e'  reso  evidente  soprattutto  dal
grande anfiteatro morenico creato da centinaia di colline a  sud  del
lago, formate da massi giganti, ciottoli, sabbia e limi. L'azione  di
avanzamento ed arretramento che ha subito nel tempo il ghiacciaio  e'
visibile nell'alternanza di cerchie  collinari.  I  processi  carsici
sono  presenti  soprattutto  sul  monte  Baldo,  come  dimostrano  le
numerose doline e conche, e questi processo erosivi  sono  facilitati
dai calcari triassici del monte, facilmente fratturabili. 
    Le rocce ed i depositi morenici e fluvioglaciali affioranti nella
zona del lago si sono formati in un periodo di circa 200  milioni  di
anni. Le formazioni piu' antiche sono del periodo Triassico superiore
e, in gran parte, si tratta di  Dolomia  Principale  (spesso  dolomie
biancastre o rosate).  Le  dolomie  hanno  uno  spessore  di  qualche
centinaio di metri e danno vita ad una morfologia aspra, che  diventa
evidente lungo la linea di vetta del monte Baldo  (qui  costituiscono
il nucleo dell'anticlinale) e in un'area piuttosto vasta tra il  lago
di Garda ed il lago d'Idro.  La  presenza  della  dolomia  identifica
questa come una vasta piattaforma marina: un fondale  poco  profondo,
con, principalmente, sedimenti  carbonatici,  aventi  caratteristiche
che  sono  variate  nel  tempo  da   subcotidali,   intercotidali   e
sopracotidali. Le rocce che vanno dal  periodo  Giurassico  a  quello
Terziario hanno invece dato luogo, tra il lato occidentale  e  quello
orientale del lago, a sedimenti ben diversi: gli studiosi parlano  in
questo caso  di  facies  veneta  e  facies  lombarda,  la  prima  una
piattaforma carbonatica (cioe' un ambiente marino  di  sedimentazione
poco profondo e subsidente,  con  sedimentazione  di  carbonati),  la
seconda un bacino (cioe' una profonda  depressione  sottomarina,  con
sedimentazioni calcarei  e  calcarei-marnosi  ricchi  di  selce).  Le
differenze cosi' nette tra le serie  stratigrafe  venete  e  lombarde
hanno suscitato sostanzialmente tre ipotesi: una spiega la differenza
di facies come conseguenza di una traslazione verso nord (di circa 30
km) della zona veronese, che  avrebbe  portato  a  contatto  ambienti
lontani e diversi. Un'altra ipotesi  spiega  le  differenze  in  modo
diverso: la zona veronese e prealpina veneta (una fascia di circa  80
km)  avrebbero  fatto  parte  di  un'area  sopraelevata  (ovvero  una
piattaforma) rispetto ai due lati, le fosse lombarda e bellunese.  In
questo caso, pero', le differenze tra le  due  sarebbero  state  piu'
graduali, senza i passaggi bruschi che si evidenziano, invece,  nella
regione del lago di Garda. La terza ipotesi  cita  verosimilmente  la
presenza  di  linee  di  faglia  sinsedimentarie  che  separavano  la
piattaforma dalle fosse: in tal modo il passaggio tra le  due  facies
sarebbe piu' brusco,  proprio  come  viene  riscontrato  dai  rilievi
eseguiti. Qui vi sono infatti le condizioni climatiche e  il  terreno
adatto per la crescita della vite  che  e'  presente  in  particolare
nelle zone meridionali e centrali di entrambe le  sponde  di  cui  la
piu' intensamente coltivata in termini di superficie vitata e  quella
veronese che comprende oltre a Garda ben sette altre denominazioni di
origine.