(Allegato)
 
                                                             Allegato 
 
 
Disciplinare di  produzione  della  Indicazione  geografica  protetta
                        «Lucanica di Picerno» 
 
 
                               Art 1. 
 
 
                            Denominazione 
 
    L'Indicazione geografica protetta della «Lucanica di Picerno»  e'
riservata al prodotto di salumeria che risponde alle disposizioni del
presente disciplinare di produzione. 
 
                               Art 2. 
 
 
                      Descrizione del prodotto 
 
2.1 Caratteristiche fisiche: 
    La «Lucanica di Picerno» I.G.P. in tranci o intera,  presenta  la
caratteristica forma ricurva ad «U». Il peso del  prodotto  varia  da
250 grammi a 350 grammi. Il diametro varia da 3,0 a 3,6 cm, mentre la
lunghezza varia da 20 a 35 cm. 
    La Lucanica di Picerno destinata  all'affettamento,  ha  un  peso
fino 1,2 kg, un diametro tra 3,0 e 3,6 cm, una lunghezza compresa tra
40 e 70 cm. 
2.2 Caratteristiche organolettiche: 
    colore: il prodotto al taglio  presenta  una  fetta  compatta  di
colore rosso rubino, con presenza di frazione adiposa; 
    odore e gusto: la specificita' sensoriale del prodotto e' data da
una  prevalenza  dell'aroma  di  «finocchio  selvatico»   (Foeniculum
vulgare), definito come odore e  retrogusto  di  seme  di  finocchio,
associato all'aroma di «speziato», definito come odore  e  retrogusto
di pepe (Piper nigrum), e all'aroma di «peperone»  (Capsicum  annuum)
definito come odore e retrogusto  di  peperone  in  scaglie  o  semi.
All'analisi  sensoriale  descrittiva  le  intensita'  dell'aroma   di
«speziato» e di «peperone» risultano  minori  rispetto  all'aroma  di
«finocchio selvatico». 
    E' ammessa la  variante  piccante  del  prodotto,  per  la  quale
aumenta  il  valore  d'intensita'  percepita  dell'aroma  «peperone»,
rimanendo comunque prevalente l'aroma di «finocchio selvatico». 
    La prevalenza dell'aroma di  «finocchio  selvatico»  sugli  altri
ingredienti  e'  garantita  dalla  quantita'  di  semi  di  finocchio
selvatico  utilizzata  in  relazione  alla  quantita'   degli   altri
ingredienti previsti dall' art. 5 del disciplinare di produzione. 
2.3 Caratteristiche chimiche e chimico-fisiche: 
    contenuto in grasso da 18 a 35%; 
    umidita' da 35 a 50%; 
    attivita' dell'acqua Aw max 0,88; 
    pH compreso tra 5,4 e 5,8. 
2.4 Materia prima: 
    La materia prima adoperata per la produzione della  «Lucanica  di
Picerno» I.G.P. consiste in carni fresche  ottenute  da  carcasse  di
suino   pesante,   come   tali   classificate    nell'ambito    della
corrispondente categoria di peso ai sensi  del  regolamento  (CE)  n.
1308 del 17 dicembre 2013; le carcasse che giungono agli stabilimenti
devono rispondere alle classi E, U, R ed O  secondo  quanto  previsto
dalla vigente normativa dell'Unione europea; il suino  pesante  viene
allevato per almeno 9 mesi, in modo tale da raggiungere pesi  elevati
e carni idonee alla produzione della «Lucanica di Picerno» I.G.P. 
    Ai fini previsti dal presente disciplinare non sono ammessi: 
      1) suini portatori di  caratteri  antitetici,  con  particolare
riferimento al  gene  responsabile  della  sensibilita'  agli  stress
(PSS); 
      2) tipi genetici ed animali comunque ritenuti non  conformi  ai
fini del presente disciplinare; 
      3) animali in purezza delle razze  Landrace  Belga,  Hampshire,
Pietrain, Duroc e Spotted Poland. 
    Ai sensi del presente disciplinare le  tecniche  di  allevamento,
gli alimenti consentiti, le loro quantita' e modalita' d'impiego sono
finalizzate ad ottenere un suino pesante, obbiettivo che deve  essere
perseguito nel tempo attraverso moderati accrescimenti giornalieri ed
un'alimentazione conforme alla disciplina generale in vigore. 
    Gli alimenti ammessi nella prima fase (fino ad 80 chilogrammi  di
peso vivo) sono, in idonea concentrazione tutti  quelli  utilizzabili
nella seconda fase, nonche', con il vincolo che la sostanza secca  da
cereali non  sia  inferiore  al  45%  di  quella  totale:  farina  di
estrazione di soia (fino ad un massimo del 20% della  sostanza  secca
della razione); silomais (fino al  10%  della  sostanza  secca  della
razione); semola glutinata di mais e/o corn gluten feed (fino  al  5%
della sostanza secca della razione); carrube denocciolate, distillers
(fino al 3% della sostanza secca della razione); lipidi con punto  di
fusione superiore a 36°C (fino  al  2%  della  sostanza  secca  della
razione); farina di pesce, lisati proteici (fino al 1% della sostanza
secca della razione); latticello fino ad un massimo di  6  litri  per
capo al giorno. Gli alimenti ammessi nella seconda fase di  ingrasso,
con il vincolo che la sostanza secca da cereali non sia inferiore  al
55% di quella totale, sono: mais e pastone di granella e/o pannocchia
(fino al 55% della sostanza secca della razione); sorgo,  orzo  (fino
al 40% della sostanza  secca  della  razione);  frumento,  triticale,
avena e cereali minori  (fino  al  25%  della  sostanza  secca  della
razione); cruscami e altri prodotti della  lavorazione  del  frumento
(fino al 20% della sostanza secca della razione); patata disidratata,
polpe di bietola surpressate ed insilate,  farina  di  estrazione  di
soia (fino al 15% della sostanza  secca  della  razione);  farina  di
girasole (fino al 8% della sostanza secca  della  razione);  manioca,
melasso, farina di estrazione di cocco, farina di estrazione di germe
di mais, pisello e/o altri semi  di  leguminose  (fino  al  5%  della
sostanza secca della razione); polpe secche esauste di bietola  (fino
al 4% della sostanza secca della razione); farina di sesamo (fino  al
3% della sostanza secca della razione); expeller di lino, marco  mele
e pere, buccette d'uva o di pomodori quali  veicoli  di  integratori,
farina disidratata di medica, lievito di birra e/o di torula,  lipidi
con punto di fusione superiore a 40°C  (fino  al  2%  della  sostanza
secca della razione); siero di latte fino ad un apporto massimo di 15
litri capo/giorno; latticello fino ad un apporto massimo  di  250  gr
capo/giorno di sostanza secca. 
    E' consentita una presenza massima di acido linoleico pari al  2%
della sostanza secca della dieta. 
    Sono ammesse tolleranze massime del 10%. 
    Siero e  latticello  insieme  non  devono  superare  i  15  litri
capo/giorno. 
    Se associato a borlande il contenuto totale di azoto deve  essere
inferiore al 2%. 
    Patata disidratata e manioca insieme non devono superare  il  15%
della sostanza secca della razione. 
    Per «latticello» si intende il  sottoprodotto  della  lavorazione
del burro e per siero di latte il sottoprodotto di cagliate. 
    I  suini,  in  ottimo  stato   sanitario,   sono   inviati   alla
macellazione non prima che sia trascorso il nono mese.  Ai  fini  del
presente disciplinare, dalla macellazione  e'  escluso  l'impiego  di
verri e scrofe. Inoltre, e' vietato l'impiego  di  carcasse  non  ben
dissanguate  ovvero  caratterizzate  dalla   presenza   di   miopatie
conclamate (PSE e DFD) o di postumi evidenti di processi flogistici e
traumatici. 
    Il peso medio della singola  partita  (peso  vivo)  inviata  alla
macellazione deve corrispondere a kg 160, piu' o meno 10%. 
 
                               Art 3. 
 
 
                         Zona di produzione 
 
    La zona di produzione della «Lucanica di Picerno»  I.G.P.  ricade
nei territori di  Picerno,  Tito,  Satriano  di  Lucania,  Savoia  di
Lucania, Vietri di Potenza, Sant'Angelo Le Fratte, Brienza,  Balvano,
Ruoti,  Baragiano,  Bella,  Muro  Lucano,  Castelgrande  e  Sasso  di
Castalda. 
 
                               Art 4. 
 
 
                         Prova dell'origine 
 
    Ogni fase del processo produttivo viene  monitorata  documentando
per ognuna gli input e gli  output.  In  questo  modo,  e  attraverso
l'iscrizione  in  appositi  elenchi,  gestiti  dalla   struttura   di
controllo, degli allevatori,  macellatori,  sezionatori,  produttori,
stagionatori   e   dei   confezionatori,   nonche'   attraverso    la
dichiarazione tempestiva alla struttura di controllo delle  quantita'
prodotte e'  garantita  la  tracciabilita'  del  prodotto.  Tutte  le
persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei  relativi  elenchi,  sono
assoggettate al controllo da  parte  della  struttura  di  controllo,
secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e del relativo
piano di controllo. 
 
                               Art 5. 
 
 
                        Metodo di produzione 
 
    Per la produzione della Lucanica di  Picerno  I.G.P.  si  possono
utilizzare esclusivamente i tagli quali spalla disossata e  snervata,
collo, sottospalla, pancetta, punta di filetto e triti di prosciutto.
Le spalle da  avviare  alla  mondatura  devono  essere  di  peso  non
inferiore a 5 kg.  Le  carni  sono  avviate  alla  trasformazione  se
conformi ad un valore di pH compreso tra 5,4 e 5,8. 
    Gli ingredienti ammessi per la preparazione dell'impasto  sono  i
seguenti  (espressi  in  percentuale  rispetto  al  peso  complessivo
dell'impasto): 
      sale da 2,0 % a 2,5 %; 
      peperoncino dolce o piccante  (Capsicuum  annum)  da  0,1  %  a
0,15%; 
      semi di finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) da  0,13  %  a
0,18 %; 
      pepe nero (Piper nigrum) da 0,05 % a 0,1 %; 
      destrosio e saccarosio al max 0,5 %. 
    Per la preparazione dell'impasto sono altresi' ammessi i seguenti
coadiuvanti, additivi e conservanti come di seguito riportato: 
      nitrito di sodio (E 250); 
      nitrato di potassio (E 252): fino a 0,10 g/kg; 
      acido ascorbico (E 300) fino a 0,1 % o Ascorbato  di  sodio  (E
301) fino a 0,1 %. 
    Possono, inoltre, essere aggiunti nella preparazione dell'impasto
preparati di colture  microbiche  di  avviamento  alla  fermentazione
(Starter microbici). 
    Per la fase di insacco  sono  utilizzati  esclusivamente  budelli
naturali ed aventi un calibro compreso fra 40 e 44 mm. 
    Sono esclusi  ingredienti  quali  latte,  derivati  del  latte  e
ingredienti OGM. 
5.1 Metodo di elaborazione: 
    I tagli delle carni,  secondo  il  metodo  tradizionale,  vengono
inizialmente mondati eliminando il tessuto adiposo molle e  le  parti
connettivali.  Successivamente  le  carni,  adeguatamente  preparate,
vengono macinate negli appositi tritacarne,  utilizzando  stampi  con
fori di dimensione tra i 10-14 mm, che permettono  la  produzione  di
impasti a grana medio-grossa. A seguito della fase di macinatura,  si
prosegue  alla  preparazione  della  concia  aggiungendo  tutti   gli
ingredienti cosi' da comporre un impasto ben amalgamato.  Al  termine
della sua preparazione, l'impasto viene fatto sostare dalle 4 alle 24
ore ad una temperatura massima di 8°C favorendo cosi'  l'assorbimento
completo di tutti gli ingredienti. 
    Nella successiva fase dell'insacco, l'impasto viene racchiuso  in
budello naturale. 
5.2 Asciugatura: 
    L'asciugatura prevede una prima fase di sgocciolamento per 5  ore
nelle condizioni di umidita' relativa (UR) pari  al  90%  ed  ad  una
temperatura (T°) massima di 22°C. Al termine dello sgocciolamento  ha
luogo l'asciugatura vera e propria che ha  una  durata  minima  di  3
giorni fino ad un massimo di 7 giorni. La coesistenza di tutti questi
fattori favorisce la naturale disidratazione del prodotto. Al termine
di questa fase la Lucanica di Picerno deve aver subito una perdita in
peso del 15% +/- 2% ed aver raggiunto un pH compreso tra 4.8 e 5.3. 
5.3 Stagionatura: 
    La stagionatura deve essere condotta in locali  in  cui  l'UR  e'
compresa tra il 75 e l' 85% e la temperatura e' compresa tra 13°C e i
18°C 
    La stagionatura dura non meno di 18 giorni. Al termine di  questa
fase l'attivita' dell'acqua Aw non dovra' essere superiore a 0,88. 
5.4 Affettamento e confezionamento: 
      La Lucanica di Picerno I.G.P. puo' essere commercializzata  non
confezionata o confezionata: sottovuoto o  in  atmosfera  protettiva,
intera, in tranci o affettata. 
 
                               Art. 6. 
 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    La Lucanica di Picerno I.G.P.  viene  realizzata  secondo  metodi
consolidati e storici e deve le sue caratteristiche ad una  serie  di
collegamenti con l'ambiente in senso lato e comprensivi  del  fattore
umano,  della  secolare  metodologia  di  preparazione  e  del   loro
interagire. Nell'insieme, queste quattordici  realta'  amministrative
dell'Appennino lucano delimitano  un  territorio  altamente  omogeneo
sotto diversi profilo (storico, geografico, idrografico). 
    Il caratteristico aroma di semi di finocchio  selvatico  presente
nell'impasto nonche' la locale e sapiente lavorazione  caratterizzano
la Lucanica di Picerno I.G.P. 
    La Lucanica di Picerno  I.G.P.  presenta  una  colorazione  rosso
rubino e la fetta morbida  e  compatta  assume  al  palato  un  gusto
intenso e prevalente di seme di finocchio unito all'aroma di speziato
del pepe nero contribuendo nel complesso a delineare il  suo  profilo
sensoriale distintivo. 
    Il caratteristico profilo sensoriale e' testimoniato  da  analisi
effettuate dal prof. Erminio Monteleone dell'Universita' degli  studi
della Basilicata, secondo il metodo  Flavour  Profile,  che  mostrano
come, da una scala di valutazione lineare non strutturata di 100, che
rappresenta l'intensita' percepita, l'aroma di «finocchio selvatico»,
e' prevalente sugli aromi «speziato» e «peperone». 
    La  scelta  degli  ingredienti,  primo  fra  tutti  il  finocchio
selvatico, unitamente alla indubbia  vocazione  salumiera  dell'area,
contribuisce quindi alla creazione di un prodotto  ben  distinguibile
per aspetti organolettici dalle altre produzioni locali dello  stesso
genere. 
    Le  condizioni  climatiche  della  zona,  tipiche  dell'Appennino
lucano, consistenti  in  estati  calde  e  siccitose  a  cui  seguono
stagioni con precipitazioni abbondanti, assumono di sovente carattere
nevoso  nei  mesi  invernali.  Tali  condizioni  termo   igrometriche
costituiscono i fattori  principali  che  favoriscono  la  rigogliosa
crescita del finocchio, ingrediente utilizzato  tradizionalmente  per
la produzione della Lucanica di Picerno. La  presenza  del  finocchio
selvatico   influenza   il   gusto    e    l'aroma    dell'insaccato,
differenziandola dagli altri  prodotti  analoghi  sul  mercato,  come
storicamente  e'  sempre  stato.  Infatti   la   ricetta   picernese,
proveniente dalla tradizione casalinga contadina prevedeva l'utilizzo
di questa spezia  nel  rapporto  di  un  centinaio  di  semi  per  kg
d'impasto, a sottolineare l'aspetto peculiare di questo  prodotto.  A
tal proposito va rilevato che a Picerno esisteva un  vero  e  proprio
mercato del finocchio selvatico. Presenti ovunque, i semi  di  questa
antica pianta aromatica  perenne,  venivano  raccolti  e  venduti  da
persone  anziane.  Tradizionalmente  queste  particolari   condizioni
climatiche favorivano la stagionatura  attraverso  il  raffreddamento
delle carni e le proliferazioni microbiche  poco  acidificanti  nelle
frazioni interne ed esterne del salume conferendo le  caratteristiche
di aroma e sapore proprie del prodotto. Anche  la  sospensione  della
Lucanica  di  Picerno  secondo  il  metodo  tradizionale,   lasciando
disidratare  l'insaccato  sugli  appositi  carrelli,  permetteva   di
ottenere la caratteristica forma «U», che tutt'oggi  la  distingue  e
mostra un evidente prova della specificita' del prodotto. 
    Esiste un forte radicamento della produzione  della  Lucanica  di
Picerno  sul  territorio,  manifestato  dalla  presenza  di  numerosi
operatori che, secondo  i  metodi  artigianali  utilizzati  dai  loro
progenitori, prestano particolare cura alla scelta delle carni,  alla
loro lavorazione ed alla stagionatura, realizzando cosi' un  prodotto
tipico, a conferma di  un  legame  che  unisce  la  produzione  della
Lucanica di  Picerno  dalle  sue  origini  fino  ad  oggi.  Il  forte
radicamento  della  realizzazione   dell'insaccato   nel   territorio
delimitato dall'art. 3 del presente disciplinare,  nel  tempo  si  e'
esteso ad una produzione industriale,  ma  sempre  nel  rispetto  dei
metodi di lavorazione artigianale. 
    La tipica ricetta tradizionale, cosi' come oggi e' conosciuta, si
e' evoluta nel corso dei secoli,  come  documentato  nel  lavoro  del
prof.  Ettore  Bove  (ordinario  di  economia  e   politica   agraria
all'Universita'  degli  studi  della  Basilicata)  «La  Lucanica   di
Picerno» (pubblicato da EditricErmes). Dallo studio del  prof.  Bove,
emerge che i primi  popoli  italici  a  cimentarsi  con  questo  tipo
d'insaccato  siano  stati  i  lucani,  gli  abitanti  della   Lucania
preromana. Le fonti  storiche  dell'epoca  (Marco  Terenzio  Varrone,
Marziale, Apicio,  Cicerone),  infatti,  testimoniano  che  i  romani
quando parlavano di «Luganega» si riferivano  all'insaccato  da  loro
scoperto in terra lucana. A quei tempi, la Lucania, molto piu' estesa
dell'attuale Basilicata, delimitava un territorio coperto da  boschi,
particolarmente ricchi di specie quercine,  dove  il  maiale  trovava
condizioni ideali di crescita e riproduzione nutrendosi  di  ghiande.
Le citazioni  nei  canti  popolari  sono  un'ulteriore  testimonianza
dell'evoluzione della ricetta dell'insaccato che nel nome, conosciuto
anche al di fuori dei confini nazionali, rimanda alla Lucania romana. 
    Quando, quasi mezzo secolo fa, in Basilicata  partono  le  prime,
significative, iniziative di preparazione di salumi  anche  su  scala
non  familiare,  i  lucani  si  riappropriano  del  nome   originario
dell'insaccato luganega associandolo al  territorio  di  provenienza.
Cosi', con l'insediamento, agli  inizi  degli  anni  '70  del  secolo
scorso, di un primo piccolo salumificio a Picerno, il  generico  nome
di salsiccia attribuito dai consumatori  all'insaccato  scoperto  dai
romani, in terra lucana, inizia a perdere  posizioni  nel  linguaggio
corrente per essere sostituito da «Lucanica di Picerno». 
    Da allora, l'attivita' di trasformazione della  carne  suina  nel
piccolo centro del Melandro si e' allargata, nel  rispetto  di  norme
consolidate  nel  tempo,  l'insaccato  apprezzato  e  conosciuto  dai
consumatori come «Lucanica di Picerno». 
    Infatti, numerose sono le recensioni che legano  la  Lucanica  di
Picerno alla gastronomia delle aree interne, citandola come  uno  dei
piu' apprezzati insaccati presenti sul mercato  dei  salumi.  Occorre
sottolineare che  la  bonta'  di  questa  tanto  decantata  salsiccia
conosciuta fin dal tempo dei romani,  rimane  inevitabilmente  legata
alla sua tradizione sviluppatasi e  mantenutasi  intatta  nella  zona
omogenea, sotto diversi profili, delimitata dall'art. 3 del  presente
disciplinare. A questo si aggiungano anche le numerose manifestazioni
e gli eventi che continuano ad essere organizzati sia in  Italia  che
all'estero dalle autorita' locali e regionali in onore della Lucanica
di Picerno con allestimento di stand di degustazione  e  divulgazione
di  materiale  informativo  sulle  caratteristiche  e  sulla  storica
produzione realizzata nei salumifici di Picerno. 
    Tutti gli aspetti  descritti,  primo  fra  tutti  l'utilizzo  del
finocchio  selvatico,  che  per  caratteristiche   organolettiche   e
quantita' utilizzata esalta in maniera distintiva il sapore e l'aroma
della Lucanica di Picerno,  dimostrano  l'esigenza  di  conservare  e
preservare il legame di questa salsiccia con la storia, la tradizione
e la realta' territoriale delimitata dall'art. 3. 
 
                               Art 7. 
 
 
                              Controlli 
 
    La verifica del rispetto del disciplinare e' svolta conformemente
a quanto stabilito dall'art. 37 del regolamento  (UE)  n.  1151/2012.
L'organismo di controllo preposto alla verifica del  disciplinare  di
produzione e': 
      nome e indirizzo: Camera di commercio industria  artigianato  e
agricoltura di Potenza. Corso XVIII Agosto n.  34  -  85100  Potenza,
telefono:     0971/412111     -     fax:      0971/412248,      mail:
cciaa.potenza@pz.legalmail.camcom.it      -      sito       internet:
http://www.pz.camcom.it 
 
                               Art 8. 
 
 
                            Etichettatura 
 
    La Lucanica di Picerno I.G.P. puo'  essere  commercializzata  non
confezionata o confezionata: sottovuoto o  in  atmosfera  protettiva,
intera, in tranci o affettata. 
    Nelle  etichette  deve  comparire  il  logo  della  denominazione
dell'I.G.P. Lucanica di Picerno e il simbolo grafico europeo. 
    E' consentito l'utilizzo di pendagli, sigilli e  altri  materiali
informativi purche' non abbiano significato  laudativo  e  non  siano
tali da trarre in inganno il consumatore. 
    E' vietata l'aggiunta di qualsiasi  qualificazione  aggiuntiva  o
laudativa diversa da quelle previste dal presente  disciplinare,  ivi
compresi gli aggettivi:  tipo,  gusto,  uso,  selezionato,  scelto  e
similari. 
    In etichetta e' altresi' consentito l'utilizzo di indicazioni che
facciano  riferimento  ad  aziende,  nomi,  ragioni  sociali,  marchi
privati, purche' non abbiano significato laudativo e non  siano  tali
da trarre in inganno il consumatore. 
    Il logo e' composto da una linea curva che intrecciandosi  su  se
stessa forma una grande lettera «L». La lettera, che non ha un inizio
ne una fine, gira intorno ad un ovale,  contornandolo  completamente.
L'ovale e' leggermente  rotato  verso  destra,  proprio  per  seguire
l'inclinazione della «L». La dicitura  «Lucanica  di  Picerno»  segue
l'andamento dei due elementi precedenti e, sia nella parte superiore,
che in quella inferiore del marchio, contorna l'ovale con  la  stessa
inclinazione, creando un effetto rotatorio. Sul  fondo  troviamo  una
barra di colore leggermente piu' chiaro.  La  dicitura  «Lucanica  di
Picerno» dovra' essere realizzata con le seguenti caratteristiche: 
      1. carattere: textile regular; 
      2. colore caratteri: PANTONE 207C; 
      3. contorno ovale: PANTONE 207C; 
      4. fondo ovale: PANTONE 207C al 50% di opacita'; 
      5. fondo barra: PANTONE 207C al 20% di opacita'. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    Il rapporto tra la base e l'altezza della figura e' pari a 0,51.