(Allegato) (parte 2)
                             Capitolo 7 
 
                        LINEA DI INTERVENTO 5 
 
                        Lavoro e occupazione 
 
  1. RACCORDO CON IL PRIMO PROGRAMMA DI AZIONE 
 
  La Linea di intervento 2 "Lavoro e occupazione"  del  Programma  di
Azione biennale, approvato con DPR 4  ottobre  2013,  prevedeva  come
azioni qualificanti quelle di seguito indicate: 
 
  Ricerche  e  dati:  partendo  dalla  constatazione   che   i   dati
disponibili  sulla  situazione  occupazionale   delle   persone   con
disabilita' risultavano insufficienti, sia nella quantita' sia  nella
qualita', per permetterne un  loro  utilizzo  efficace  a  sviluppare
politiche relative al collocamento mirato, si e'  ritenuto  opportuno
individuare azioni volte all'integrazione delle fonti  amministrative
con quelle statistiche. 
 
  Pertanto, si rendeva necessaria una raccolta ordinata  dei  dati  e
delle informazioni disponibili sul collocamento mirato. 
 
  Modifiche legislative: al fine poi di  garantire  un  aggiornamento
della legislazione esistente  che  consenta  una  maggiore  efficacia
nell'offerta  di  occasioni  di  lavoro   e'   stato   proposto   di:
rifinanziare, anzitutto, il  Fondo  per  il  diritto  al  lavoro  dei
disabili di  cui  all'art.13  della  legge  12  marzo  1999,  n.  68,
sostanzialmente azzerato  per  le  regioni  a  statuto  ordinario  (a
decorrere dal 2011, le risorse sono  state  ripartite  esclusivamente
alle autonomie speciali); verificare lo stato di attuazione dell'art.
9 del Decreto-Legge 13 agosto 2011 n. 138,  convertito  in  legge  14
settembre 2011 n. 148, relativo  alle  compensazioni  automatiche  da
parte di aziende che abbiano piu' sedi, per riscontrare se  vi  siano
penalizzazioni  nell'occupazione  di  persone  con  disabilita'   nel
mezzogiorno e rischio di ricostruire ghetti lavorativi; prevedere una
legislazione  ad  hoc  per   i   lavoratori   colpiti   da   malattie
ingravescenti/croniche progressive e per i  lavoratori  con  handicap
con connotazione di gravita' (telelavoro, lavoro  a  tempo  parziale,
orario flessibile in entrata ed uscita). 
 
  Politiche attive del lavoro: In  materia  di  politiche  attive  e'
stato ritenuto opportuno  prevedere  strategie  atte  a  favorire  il
miglior funzionamento del  collocamento  mirato  di  cui  alla  legge
68/99, attraverso: la ridefinizione dei criteri di ripartizione  alle
regioni  dei  Fondi  previsti  dalla  Legge  n.  68/99  per   rendere
maggiormente efficaci detti incentivi; la definizione di linee  guida
di  funzionamento   dei   servizi   del   collocamento   mirato;   la
informatizzazione di tutti i dati disponibili sul collocamento mirato
in modo da elaborare in tempo  reale  le  informazioni  e  i  dati  a
livello  nazionale,  regionale  e  locale;   la   istituzione,   alle
dipendenze   dell'Osservatorio,   di   un   centro   nazionale,    di
informazione, consulenza e  sostegno  in  cui  raccogliere  le  buone
pratiche di inclusione lavorativa, e realizzare una banca dati  degli
ausili; l' inserimento dell'INAIL nella rete del collocamento  mirato
territoriale; la previsione,  all'interno  delle  aziende  di  grandi
dimensioni, attraverso forme  di  incentivazione  pubbliche,  di  una
unita'  tecnica  (Osservatorio,  Ufficio  antidiscriminazione  o   di
parificazione), in stretto raccordo con le  rappresentanze  sindacali
aziendali, che si occupi, con progetti  personalizzati,  dei  singoli
lavoratori con disabilita', di affrontare e risolvere problemi legati
alle condizioni di lavoro dei lavoratori con disabilita', utilizzando
appropriate   competenze   ("disability   manager",    etc...);    la
valorizzazione   del   ruolo    delle    associazioni    nel    campo
dell'intermediazione e del tutoraggio. 
 
  2. SCENARIO E OPZIONI GENERALI DI INTERVENTO 
 
  Molte  delle  azioni  sopra  elencate  sono  state  realizzate  con
provvedimenti   di   carattere   legislativo   emanati   a    partire
dall'approvazione del Programma d'azione ad oggi. 
 
  In particolare, l'articolo 1, comma 160, della  Legge  23  dicembre
2014, n. 190, recante "Disposizioni per la  formazione  del  bilancio
annuale e pluriennale dello Stato"  (Legge  di  stabilita'  2015)  ha
previsto un incremento della dotazione del Fondo per  il  diritto  al
lavoro dei disabili di cui all'articolo 13, comma 4, della  Legge  12
marzo 1999, n. 68 di 20 milioni di euro annui, a decorrere  dall'anno
2015. 
 
  Inoltre, il capo I del Decreto legislativo 14  settembre  2015,  n.
151, dedicato alla "Razionalizzazione e semplificazione in materia di
inserimento mirato delle persona  con  disabilita'",  e'  intervenuto
sotto piu' profili. 
 
  La definizione di Linee guida  sul  collocamento  mirato,  volte  a
rilanciare  lo  «spirito»  della  legge  68/99,   costituiranno   uno
strumento nazionale di nuovo indirizzo e coordinamento per i  servizi
del collocamento mirato. I principi di base vedono come  protagonista
la rete dei servizi (centri per l'impiego, servizi  sociali,  servizi
socio-sanitari) e  la  partecipazione  da  parte  delle  forze  della
comunita' nelle scelte  di  programmazione  degli  interventi:  parti
sociali, associazioni delle persone con disabilita' e loro familiari,
cooperative  sociali.  Un  ruolo  di  rilievo  e'   attribuito   alla
valutazione bio-psico-sociale  della  disabilita',  che  enfatizzi  i
punti di forza, cio' che l'individuo e' in grado  di  fare  piuttosto
che le limitazioni e  le  menomazioni.  Viene  promossa,  soprattutto
nelle aziende di grandi dimensioni, l'istituzione di un  responsabile
per l'inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro. 
 
  E prevista l'istituzione della "Banca dati del Collocamento mirato"
che raccogliera' le informazioni relative ai datori di  lavoro  e  ai
lavoratori, comprese quelle relative agli  accomodamenti  ragionevoli
al  fine  di  razionalizzare  la  raccolta   sistematica   dei   dati
disponibili sul collocamento mirato, di semplificare gli adempimenti,
di rafforzare i controlli, nonche' di migliorare il monitoraggio e la
valutazione degli interventi di inserimento lavorativo (art. 9  Legge
68/1999). 
 
  La disciplina del Fondo per il diritto al lavoro  dei  disabili  e'
stata rivista rafforzando gli incentivi alle assunzioni e  rendendoli
automatici: gli stessi sono, infatti, per 36 mesi per  le  assunzioni
dei  lavoratori  con  disabilita'  con  riduzione   della   capacita'
lavorativa superiore al 67 per cento  (l'incentivo  e'  pari  al  35%
della retribuzione lorda mensile; sale al  70%  per  l'assunzione  di
disabili con riduzione della capacita' lavorativa superiore al  79%).
Gli incentivi sono inoltre previsti  (nell'ammontare  del  70%  della
retribuzione mensile lorda) per un periodo piu' lungo nel  tempo  (60
mesi), per le assunzioni di lavoratori con disabilita' intellettiva e
psichica. Per questi lavoratori sono incentivate anche le  assunzioni
a tempo determinato  di  durata  non  inferiore  a  dodici  mesi.  La
corresponsione  avviene  da  parte  dell'INPS  ai  datori  di  lavoro
mediante  conguaglio  nelle  denunce  contributive   mensili.   Viene
introdotto  il  finanziamento  delle  sperimentazioni  di  inclusione
lavorativa delle persone con disabilita' da parte del  Ministero  del
lavoro e delle politiche sociali (art. 13 Legge 68/1999). 
 
  La  riforma   dell'inserimento   lavorativo   delle   persone   con
disabilita' si colloca nell'ambito della generale riforma del mercato
del lavoro  operata  con  il  Jobs  Act  ed,  in  particolare,  delle
politiche  attive  del  lavoro,  che  vede  la  costituzione  di  una
specifica agenzia (ANPAL) e l'attivazione di specifici strumenti, che
possono rappresentare opportunita' di inserimento per le persone  con
disabilita' che si aggiungono e completano le tutele  previste  dalla
«68/1999». 
 
  3. PROPOSTE PROGRAMMATICHE 
 
  AZIONE 1 
 
  Individuazione  di  interventi   specifici   di   miglioramento   e
integrazione lavorativa. 
 
  Tipologia di azione: 
 
  Azione  di  tipo  normativo  (Legge   delega,   decreti   delegati,
regolamenti) 
 
  Obiettivo: 
 
  Aggiornare ed adeguare la normativa per rendere piu'  efficaci  gli
interventi previsti dalla Legge 68/99 e l'inclusione lavorativa delle
persone con disabilita'. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a)  per  gli  infortuni  sul  lavoro  verificatisi  e  le  malattie
professionali  denunciate  a  partire  dal  25/7/2000  rideterminare,
previa valutazione d'impatto,  la  soglia  di  invalidita'  stabilita
dalle norme vigenti per l'accesso al collocamento mirato, convertendo
i gradi di riduzione o perdita dell'attitudine al lavoro (di cui alle
tabelle  allegate  al  TU  1124/1965)  nel  corrispondente  grado  di
menomazione  dell'integrita'  psicofisica  (di   cui   alla   tabella
approvata con DM 12 luglio 2000); 
 
  b) aggiornare e razionalizzare la disciplina delle  sospensioni  ex
art. 3, comma 5, L 68/99 in relazione agli ammortizzatori sociali; 
 
  c) aggiornare e razionalizzare la  disciplina  delle  esclusioni  e
degli esoneri di cui all'art. 5 L 68/99, mettendola in linea  con  lo
spirito del collocamento mirato e della convenzione ONU; 
 
  d) rendere adeguati i finanziamenti del  Fondo  nazionale  in  base
all'esito del monitoraggio di cui all'art.  13,  comma  10,  della  L
68/99; 
 
  e)  rendere  automatico  ed  integrale  il  ricorso  a   forme   di
finanziamento pubblico per interventi e tecnologia assistiva ad  alto
contenuto tecnologico, anche con riferimento  all'abbattimento  delle
barriere architettoniche, con  il  supporto  delle  Regioni  e  delle
Istituzioni competenti. A questo  fine,  semplificare  le  procedure,
rendendo  disponibili  le  risorse   senza   oneri   e   complessita'
burocratiche e garantendo una maggiore fruibilita' dei servizi; 
 
  f) prevedere che  tutti  gli  interventi  legislativi  e  normativi
finalizzati all'inserimento e all'inclusione lavorativa delle persone
con  disabilita'  siano  in  linea  con  l'impianto   strutturale   e
funzionale della Legge 68/99 e  della  Convenzione  ONU  sui  diritti
delle persone con disabilita'; 
 
  g) definire misure di sostegno e un sistema  di  incentivi  per  la
contrattazione di primo e secondo livello in materia di flessibilita'
e conciliazione dei tempi di  vita-cura-lavoro  per  le  persone  con
disabilita' o malattie gravi e  croniche  progressive,  o  lavoratori
caregiver di persone con gravi disabilita'; 
 
  h) estendere il diritto al  part-time  a  tutti  i  lavoratori  con
handicap in condizione di gravita' gia'  previsto  per  i  lavoratori
affetti  da  patologie  oncologiche  nonche'   da   gravi   patologie
cronico-degenerative ingravescenti, per i quali residui  una  ridotta
capacita' lavorativa,  eventualmente  anche  a  causa  degli  effetti
invalidanti di terapie salvavita; 
 
  i) agevolare il ricorso allo "smart-working" (lavoro agile) per  le
persone con  disabilita'  garantendo  che  venga  applicato  in  modo
volontario ed in forma parziale  rispetto  all'orario  di  lavoro  ed
assicurando una piena inclusione nel contesto organizzativo; 
 
  j) potenziare e semplificare lo strumento della convenzione al fine
di favorire l'inserimento lavorativo delle persone con disabilita'; 
 
  k) comprendere  fra  i  redditi  esenti  da  imposizione  Irpef  le
retribuzioni o i compensi, comunque  denominati,  corrisposti  per  i
tirocini ex articolo 11, comma 2, della Legge 12 marzo  1999,  n.  68
(tirocini con finalita' formative o di orientamento); 
 
  l) fermo restando il disposto di cui  l'art.  10,  comma  4,  della
citata Legge n. 68, prevedere incentivi diretti alle aziende che,  in
situazione di crisi, mantengono il posto di lavoro alla  persona  con
disabilita' eccedendo la quota di riserva prevista dall'art. 3  della
Legge 12 marzo 1999, n. 68. 
 
  Soggetti promotori: 
 
  Parlamento; Ministero del lavoro e delle politiche sociali; Agenzia
Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL); Regioni. 
 
  Soggetti collaboratori 
 
  Imprese; Sindacati; INAIL; UPI, Organizzazioni  delle  persone  con
disabilita'. 
 
  Destinatari finali 
 
  Lavoratori  e  disoccupati  con   disabilita';   Servizi   per   il
collocamento mirato. 
 
  Sostenibilita' economica: 
 
  Molte azioni sono a costo zero (tutte quelle legate a normative  da
modificare e/o aggiornare). Le azioni onerose sono nella gran parte a
carico di enti locali (Regioni) e  potrebbero  essere  sostenute  con
vincoli all'uso dei fondi attuali. Altre azioni  su  IRPEF  impattano
sulla fiscalita' ordinaria. E', inoltre, da approfondire il possibile
ricorso ai fondi europei. 
 
  AZIONE 2 
 
  Interventi sull'attivita' del collocamento mirato 
 
  Tipologia di azione: 
 
  Azione di tipo programmatico finalizzata a  redigere  documenti  di
indirizzo e atti di coordinamento. 
 
  Obiettivo: 
 
  Migliorare  i   processi   di   programmazione,   monitoraggio,   e
valutazione delle  politiche  sulla  disabilita'.  Garantire  livelli
essenziali di funzionamento dei servizi per il collocamento mirato  e
favorire il "mainstreaming"  della  disabilita'  nella  raccolta  dei
dati. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a) monitorare e promuovere piena attuazione delle Linee  Guida  per
il collocamento mirato da emanare ex d.lgs.  14  settembre  2015,  n.
151; 
 
  b) migliorare ed armonizzare il funzionamento dei  servizi  per  il
collocamento  mirato,  che  devono  essere  garantiti  come   livelli
essenziali di servizio su tutto il territorio nazionale, al  fine  di
favorire una  maggiore  e  migliore  occupazione  delle  persone  con
disabilita'; 
 
  c) assicurare  adeguate  competenze  e  rafforzare  con  azioni  di
formazione mirata la professionalita' degli operatori dei Centri  per
l'impiego in materia di occupazione e disabilita'; 
 
  d) garantire competenze e professionalita' specifiche,  nell'ambito
del collocamento mirato, nelle strutture competenti, a partire  dalla
costituenda Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro; 
 
  e) monitorare l'utilizzo dei Fondi Regionali, in collaborazione con
le Regioni, alla luce delle modifiche legislative intercorse; 
 
  f) analizzare l'attuazione delle  nuove  normative  in  materia  di
collocamento mirato nella  Pubblica  Amministrazione  e  valutare  il
processo di adempimento previsto dalla Legge 68/99; 
 
  g) predisporre un archivio anagrafico nazionale delle  persone  che
hanno  ricevuto  una  certificazione  dalle   Commissioni   pubbliche
preposte   all'accertamento   degli   stati   invalidanti   o   della
disabilita', su cui l'ISTAT e l'INPS  hanno  avviato  uno  studio  di
fattibilita'; 
 
  h) includere la disabilita' tra le variabili da  considerare  nelle
indagini periodiche sulle forze lavoro realizzate dall'ISTAT, rivolte
alla generalita' della popolazione; 
 
  i) garantire l'interoperabilita' delle  diverse  banche  dati,  che
gia' esistono e che eventualmente esisteranno, in tema di disabilita'
adulta collegata all'ambito lavorativo, al fine di disporre  di  dati
attendibili e periodici; 
 
  j) prevedere modalita' di accesso alle  informazioni  della  "Banca
dati del collocamento mirato";  realizzare  periodicamente  l'analisi
dei dati disponibili con  l'intento  di  valutare  a  cadenza  almeno
annuale barriere ed  elementi  facilitanti,  anche  alla  luce  della
riforma del sistema delle politiche attive; 
 
  k) declinare specifiche attivita'  di  monitoraggio  e  valutazione
delle politiche,  dei  programmi,  dei  servizi  e  degli  interventi
rivolti  alle  persone  con   disabilita',   secondo   un'ottica   di
"mainstreaming"  (ossia   all'interno   dei   sistemi   ordinari   di
monitoraggio e valutazione, validi per tutto il mercato del lavoro); 
 
  l) introdurre una specifica priorita' di intervento  per  sostenere
il lavoro autonomo e  l'autoimprenditorialita'  anche  oltre  i  gia'
previsti riferimenti alla cooperazione sociale; 
 
  m) prevedere azioni  di  monitoraggio  e  interventi,  in  sede  di
riprogrammazione, sui fondi strutturali per le politiche attive Fondo
Europeo Sviluppo  Regionale  (FESR),  Programma  Operativo  Nazionale
(PON) "Sistemi di politiche attive per l'occupazione", Fondo rotativo
nazionale   per   la   promozione    dell'autoimprenditorialita'    e
dell'autoimpiego, ecc.) anche a favore dell'occupazione delle persone
con  disabilita';   monitorare   periodicamente   le   programmazioni
regionali in favore dell'occupazione delle persone con disabilita' in
modo da coordinarle con gli obiettivi nazionali sullo stesso tema; 
 
  n) individuare, in sede di  verifica  e  riprogrammazione  del  PON
"Sistemi di politiche attive per  l'occupazione"  (FESR),  iniziative
specifiche e trasversali per incrementare l'occupazione e ridurre  il
tasso di inattivita' delle donne con  disabilita',  e  per  l'aumento
dell'autoimpiego e dell'imprenditorialita' femminile; 
 
  o) costruire una rete integrata di soggetti e  servizi  a  supporto
del  sistema  pubblico  di  collocamento  mirato,   anche   attivando
convergenze e integrazioni operative con le Agenzie  per  il  Lavoro"
profit e non profit", con l'obiettivo di aumentare  la  potenzialita'
dei supporti alla promozione dell'occupazione e al suo sostegno; 
 
  p) promuovere l'occupazione delle persone con disabilita' con  alto
titolo di  studio  all'interno  di  contesti  lavorativi  pubblici  e
privati, attraverso incentivi, campagne di sensibilizzazione; 
 
  q) definire, attraverso un  tavolo  tecnico  interministeriale,  il
concetto di terapie salvavita agli effetti  dell'accertamento  medico
per il riconoscimento del diritto al "part  time"  per  i  lavoratori
affetti  da  patologie  oncologiche  nonche'   da   gravi   patologie
cronico-degenerative ingravescenti "per i quali residui  una  ridotta
capacita' lavorativa,  eventualmente  anche  a  causa  degli  effetti
invalidanti di terapie salvavita" (vedi art. 8 comma 3  del  D.  Lgs.
81/2015), nonche' agli effetti di un orientamento per  l'applicazione
della contrattazione collettiva sul tema; 
 
  r)  individuare  la  commissione  competente,   fra   quelle   gia'
esistenti, per accertare le condizioni che danno diritto  all'accesso
ai benefici di cui all'art. 8 comma 3 e comma 4 del D.  lgs.  81/2015
(con eventuale modifica normativa del  comma  4,  ove  necessaria)  e
chiarire la relativa procedura operativa; 
 
  s) centrare l'attenzione sull'inserimento lavorativo delle  persone
con disabilita' intellettiva e psichica; t) prevedere il raccordo fra
scuola e mondo del lavoro, per orientare i giovani con disabilita' ad
un appropriato inserimento lavorativo; 
 
  Soggetti promotori: 
 
  Parlamento; Ministero del lavoro e delle politiche sociali;  ANPAL;
Regioni; Servizi per il collocamento mirato; ISTAT. 
 
  Soggetti collaboratori 
 
  Imprese; Sindacati; Universita';  Centri  di  ricerca;  INPS;  UPI,
Italia Lavoro; INAIL; Organizzazione delle persone con disabilita'. 
 
  Destinatari finali 
 
  Lavoratori   e   disoccupati   con   disabilita';   Operatori   del
collocamento mirato; Centri per l'impiego; Agenzie per il Lavoro. 
 
  Sostenibilita' economica: 
 
  Molte azioni sono a costo zero (tutte quelle legate a normative  da
modificare e/o aggiornare). Le azioni onerose sono nella gran parte a
carico di enti locali (Regioni) e  potrebbero  essere  sostenute  con
vincoli all'uso dei fondi attuali. E', inoltre,  da  approfondire  il
possibile ricorso ai fondi europei. 
 
  AZIONE 3 
 
  Interventi di natura tecnica e organizzativa per  il  miglioramento
dell'attivita' di collocamento mirato 
 
  Tipologia dell'azione 
 
  Interventi amministrativi e tecnici di tipo operativo. 
 
  Obiettivo: 
 
  Miglioramento dei processi di inclusione lavorativa  delle  persone
con disabilita', al fine di evitare discriminazioni,  di  valorizzare
le competenze e garantire continuita' sul posto di lavoro. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a) potenziare gli strumenti per favorire il "matching" fra  imprese
e lavoratori con disabilita'; 
 
  b) promuovere l'attuazione e monitorare  l'andamento  dei  progetti
sperimentali  elaborati  dal  Gruppo   5   dell'OND   che   prevedono
l'istituzione, su base volontaria, nelle imprese del settore privato,
di organismi (Osservatorio  aziendale  e  "disability  manager")  che
abbiano l'obiettivo di promuovere  l'inclusione  dei  lavoratori  con
disabilita' nei luoghi di lavoro,  a  partire  dal  momento  delicato
dell'inserimento, valorizzando, per tutto il percorso lavorativo,  la
loro  autonomia  e  professionalita'  e  conciliando  le   specifiche
esigenze di vita, cura e lavoro; 
 
  c) ripensare la valutazione delle  persone  con  disabilita'  e  la
raccolta  delle  informazioni  sulle  loro  competenze,  capacita'  e
"performance" legandola alle opportunita' di  acquisizione  di  nuove
capacita'  professionali,  anche  attraverso   stage,   percorsi   di
formazione e aggiornamento, supportati da appropriati sostegni. 
 
  Soggetti promotori: 
 
  Parlamento; Ministero del lavoro e delle politiche sociali;  ANPAL;
Regioni; Servizi per il collocamento mirato. 
 
  Soggetti collaboratori 
 
  Imprese; Sindacati;  Italia  Lavoro;  INAIL;  Organizzazioni  delle
persone con disabilita'. 
 
  Destinatari finali 
 
  Lavoratori   e   disoccupati   con   disabilita';   Operatori   del
collocamento mirato; Imprese. 
 
  Sostenibilita' economica: 
 
  Gli  interventi  previsti  non  prevedono  costi   aggiuntivi.   Al
contrario gli effetti possono produrre un significativo miglioramento
delle attivita' connesse al collocamento mirato e una riduzione della
conflittualita' nei contesti lavorativi. 
 
                             Capitolo 8 
 
                        LINEA DI INTERVENTO 6 
 
  Promozione e attuazione dei principi di accessibilita' e mobilita' 
 
  1. RACCORDO CON IL PRIMO PROGRAMMA D'AZIONE 
 
  La Linea di intervento 4 definita nel Programma di azione  biennale
approvato con il DPR 4 ottobre 2013 era articolata in sette obiettivi
principali riguardanti l'ampio ambito di applicazione dei principi di
accessibilita' e mobilita'  come  enunciati  dalla  Convenzione  ONU,
riferendosi quindi alle  problematiche  dell'accessibilita'  e  delle
barriere architettoniche e senso-percettive,  della  mobilita',  alle
tematiche connesse all'accesso alle ICT,  al  trasporto  privato,  al
turismo accessibile, al Nomenclatore Tariffario. In dettaglio: 
 
  1.1 In materia di accessibilita' e barriere architettoniche e senso
percettive: Si erano  individuate  come  priorita'  la  riattivazione
della Commissione di studio permanente gia' prevista dall'art. 12 del
D.M. 236/1989 e ricostituita con decreto n. B3/1/792 del  15  ottobre
2004  del  Ministro  delle  infrastrutture  dei  trasporti  su   base
paritetica Stato, Regioni, Province e la  revisione  e  aggiornamento
dei regolamenti attuativi secondo lo "Schema di  Regolamento  per  la
eliminazione  delle  barriere  architettoniche"  (maggio  2012).  Era
indicata inoltre la necessita' che con interventi normativi, tra  cui
in particolare la proposta di Legge AC 705, presentata  il  9  aprile
2013,  potesse  esservi  un  adeguamento  dei   programmi   didattici
scolastici ed universitari con l'attivazione degli insegnamenti della
progettazione universale e accessibilita'. Nel biennio di riferimento
del Programma biennale tali indicazioni non  hanno  fatto  registrare
alcun avanzamento. La mancanza di un approccio integrato ed  organico
alla revisione normativa fa ritenere oggi  indispensabile  addivenire
ad  una  revisione  ed  aggiornamento  complessivo  della   normativa
vigente, per adeguarla ai principi di Accessibilita' e  Progettazione
Universale, superando ad esempio l'attuale graduazione tra i concetti
di  accessibilita',  visitabilita'  e  adattabilita'  definiti  dalla
normativa vigente, incompatibili con le indicazioni della Convenzione
ONU. 
 
  1.2 In materia di mobilita': 
 
  Dalla verifica dello stato di attuazione dei Regolamenti comunitari
a livello nazionale e sullo stato dei lavori dei  tavoli  tecnici  di
confronto tra "stakeholders" ed i pertinenti  organismi  responsabili
dell'applicazione in Italia risulta che, l'Autorita'  di  Regolazione
dei Trasporti (ART) nel biennio 2014-2015, ha approvato "Regolamenti"
e "Moduli  di  reclamo"  per  l'accertamento  e  l'irrogazione  delle
sanzioni previste nei decreti legislativi emanati in attuazione della
disciplina sui diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario,  nel
trasporto effettuato con autobus e nel trasporto via mare e  per  vie
navigabili interne. sono stati emanati specifici Decreti  Legislativi
per definire la disciplina sanzionatoria nei  settori  del  trasporto
ferroviario, con autobus, via mare e per le vie  navigabili  interne.
Nel maggio 2015 con Decreto del Ministero delle Infrastrutture e  dei
Trasporti sono state individuate le strutture  regionali  deputate  a
ricevere i reclami a seguito  di  presunte  infrazioni  accertate  in
relazione ai servizi ferroviari di competenza regionale e locale.  E'
stato inoltre riscontrato che gia' da diversi anni  nei  settori  del
trasporto aereo (Circolare Enac GEN 02/A) e ferroviario,  -  con  una
specificita' tutta italiana nel panorama europeo - gestori, vettori e
imprese collaborano con  le  associazioni  nazionali  rappresentative
delle  persone  con  disabilita',  per  la  realizzazione  di  moduli
formativi  e  di  sensibilizzazione  rivolti  al  personale  che   si
interfaccia o presta assistenza alle Persone  con  Ridotta  Mobilita'
(PRM). Meno convincente appare complessivamente la definizione  delle
modalita'  di  partecipazione  delle  associazioni  di  persone   con
disabilita' - prevista dai Regolamenti Unione Europea 
 
  - che non puo' considerarsi garantita unicamente attraverso moderni
canali di comunicazione  (pubbliche  consultazioni  via  Internet  ad
esempio), ma che deve  sempre  prevedere  dispositivi  permanenti  di
confronto  e  di  elaborazione  di  linee  di  indirizzo   condivise.
Criticita' sono registrate inoltre in relazione  agli  interventi  di
assistenza alle  PRM  ed  in  particolare  quelli  riguardanti  (come
evidenziato  dalle  informazioni  raccolte  dalle   associazioni   di
rappresentanza delle persone con disabilita' componenti il Gruppo  di
lavoro), l'utilizzo dei dispositivi di salita e discesa installati  a
bordo  dei  treni,  metro,  autobus  (ad  esempio   pedane   manuali,
elettroidrauliche, elevatori di bordo,  ecc.).  Approfondimenti  sono
tuttora in corso per verificare, se ed in quale misura, una eventuale
mancata previsione tra i  compiti  esplicati  nell'adempimento  della
prestazione di lavoro, degli operatori e/o addetti al  trasporto,  di
mansioni connesse  alla  gestione  dei  predetti  dispositivi  e  dei
relativi interventi di  assistenza,  comprometta  o  comunque  riduca
l'applicazione dei Regolamenti UE. Inoltre, si e'  rilevato  che  sui
mezzi di trasporto pubblici e  privati  (in  particolar  modo  quelli
regionali e  locali)  non  sempre  sono  disponibili  ed  accessibili
informazioni, prenotazioni e acquisti online dei titoli di viaggio. 
 
  Quanto al trasporto privato l'obiettivo individuato  dal  Programma
d'Azione ha riguardato  la  verifica  sullo  stato  di  adozione  sul
territorio nazionale  del  Contrassegno  Unificato  Disabili  Europeo
(CUDE) e sulle procedure per il  rilascio/rinnovo  della  patente  di
guida alle persone con disabilita'. Tutti  i  Comuni  d'Italia  hanno
provveduto alla sostituzione dei pass disabili con i nuovi modelli di
CUDE, come previsto dal DPR n.151/2012, mentre  pochissimi  tra  loro
hanno aderito al Registro Pubblico CUDE (ANCI Sardegna) a causa della
scarsa diffusione di informazioni tra P.A. sulle potenzialita'  dello
strumento - in termini di opportunita' di condivisione, aggiornamento
e controllo in tempo  reale  delle  informazioni  relative  ai  CUDE,
attraverso  una  banca  dati  nazionale.  Per  quanto  attiene   alle
problematiche connesse alla semplificazione delle  procedure  per  il
rilascio/rinnovo della patente di guida alle persone con disabilita',
si e' registrato un impegno delle amministrazioni centrali competenti
(Dipartimento per la Semplificazione e la  Pubblica  Amministrazione,
Ministero della Salute) per la definizione  di  criteri  uniformi  di
riconoscimento delle menomazioni stabilizzate che non necessitano  di
modifiche delle prescrizioni di guida e la predisposizione  di  linee
guida per le Commissioni Mediche Locali per le  patenti.  Ancora  non
attuato risulta, invece, l'articolo 119, comma 10, del  Codice  della
Strada che ha previsto l'istituzione di  un  "comitato  tecnico"  con
funzioni di valutazione delle nuove tecnologie in materia di  sistemi
di guida per disabili, e con la presenza di due rappresentanti  delle
associazioni di categoria (art.27 comma 4 Legge 104/1992) . 
 
  1.3  In  materia  di  accessibilita'  dei  servizi  della  Pubblica
amministrazione  (siti  Web,  intranet,  documenti,   postazioni   di
lavoro): 
 
  In questo ambito di intervento il Programma Biennale aveva previsto
una  specifica  azione   finalizzata   a   supportare   i   referenti
istituzionali nella promozione della cultura dell'Accessibilita' alle
ICT  a  livello  governativo  attraverso  l'azione  dell'Agenzia  per
l'Italia Digitale (AgID), anche con il  coinvolgimento  attivo  degli
"stakeholder" di  riferimento.  L'obiettivo  risulta  conseguito  per
quanto  riguarda  l'avvio  di   un   percorso   di   monitoraggio   e
coinvolgimento degli attori istituzionali e  non.  E'  stato  infatti
attivato  nel  periodo  di  riferimento  un  percorso  articolato   e
partecipato in relazione all'attuazione della  normativa  di  cui  al
D.L. 179/2012, art. 9 che ha introdotto alcune modifiche  alla  Legge
4/2004 sull'accessibilita'. Si fa  riferimento  in  particolare  alle
questioni connesse all'estensione degli  obblighi  di  accessibilita'
digitale anche a coloro che usufruiscono di  finanziamenti  pubblici;
all'obbligo, da parte dei datori di lavoro, di  prevedere  specifiche
dotazioni  di  bilancio  per  le  postazioni   del   dipendente   con
disabilita'; all'esigenza di formazione  del  personale  della  P.A.,
all'obbligo  delle  PA  di  definire  annualmente  gli  Obiettivi  di
accessibilita'. 
 
  Il decreto  ha  introdotto,  inoltre,  per  l'AgID  il  compito  di
provvedere alla stesura delle Specifiche Tecniche per  le  tecnologie
assistive  e   di   gestire   la   ricezione   di   segnalazioni   di
inaccessibilita' da parte dei  cittadini.  Le  "Specifiche  tecniche»
sono state pubblicate da AgID nel settembre  2015  con  la  Circolare
2/2015 ed e' stata realizzata una campagna informativa su internet  e
con vari articoli apparsi su siti di settore. 
 
  Nell'ambito delle attivita' relative all'Obiettivo 5 sono emerse le
seguenti criticita': 
 
  • una carenza di dati, in valore assoluto, relativa  al  numero  di
dipendenti con disabilita' inseriti nel mondo del lavoro (pubblico  e
privato) e  distinti  per  tipologia  di  disabilita'.  Tale  carenza
costituisce un limite ad un  orientamento  mirato  degli  interventi,
anche finanziari, sulle problematiche  relative  alle  postazioni  di
lavoro; 
 
  • i prodotti a scaffale  del  Mercato  Elettronico  della  Pubblica
Amministrazione (MEPA)  necessitano  di  un'adeguata  integrazione  e
aggiornamento  con  prodotti  e  tecnologie  assistive,  al  fine  di
facilitare le Pubbliche  Amministrazioni  negli  adempimenti  a  loro
carico e contenere i prezzi sul mercato; 
 
  • la  necessita'  di  monitorare  l'applicazione  delle  Specifiche
tecniche sulle postazioni di lavoro, attraverso il coinvolgimento  di
ulteriori attori coinvolti sul tema, come il Ministero della Salute e
il Ministero del Lavoro; 
 
  • l'opportunita' di tenere  in  considerazione  i  contenuti  delle
Specifiche   Tecniche,   esempio   di   accomodamento    ragionevole,
nell'ambito sia dell'iter, ancora in  fase  di  perfezionamento,  del
decreto legislativo  151/2015,  sia  dei  decreti  attuativi  che  il
Ministero del Lavoro dovra' emanare, sia  riguardo  alla  definizione
dei compiti e delle competenze del "disability manager"; 
 
  • la richiesta, da  parte  degli  utenti,  manifestata  durante  la
consultazione in rete delle Specifiche tecniche, di porre  attenzione
anche agli aspetti che esulano dal campo digitale riguardanti: 
 
  - ergonomia della postazione; 
 
  - accessibilita' fisica per il raggiungimento della postazione; 
 
  - gli aspetti organizzativi del lavoro assegnato o  assegnabile  ai
disabili. 
 
  •   l'esigenza   di   potenziare   le   attivita'   di   formazione
tecnico-normativa ai dipendenti pubblici,  a  tutti  i  livelli,  con
particolare riguardo ai documenti e  moduli  accessibili  (creazione,
pubblicazione e conservazione), ai  compiti  del  Responsabile  dell'
Accessibilita' e  al  rispetto  dei  requisiti  di  accessibilita'  e
usabilita' dei siti web; 
 
  • premesso che la normativa  italiana  in  tema  di  accessibilita'
tecnica  e'  in  linea  con  le  Direttive  europee  e  gli  standard
internazionali, la stessa  necessita  di  aggiornamenti  a  causa  di
problematiche  circa  la  sua  applicabilita',  il  "procurement"   e
l'assenza di specifici aspetti sanzionatori. 
 
  1.4 In materia di turismo accessibile: 
 
  il Programma Biennale ha indicato questa come area  di  particolare
interesse che attira sempre piu' l'attenzione degli  "stakeholder"  e
degli operatori di settore, anche per  gli  sviluppi  che  potrebbero
generarsi in un Paese come l'Italia che intende puntare  -  anche  in
termini economici e di sviluppo produttivo - sul turismo di  qualita'
e per tutti. Il coinvolgimento attivo della Presidente  del  Comitato
per la Promozione e il sostegno del  turismo  accessibile,  istituito
presso il ministero dei  Beni  e  attivita'  culturali  e  Turismo  -
Direzione generale delle  Politiche  del  Turismo,  ha  portato  alla
condivisione di un documento di  approfondimento  che  contiene  dati
significativi relativi all'adeguamento delle strutture  ricettive  da
parte  delle  imprese  (meno  della  meta'  delle  imprese  ricettive
italiane ha dotato le proprie strutture di accessi  facilitati,  solo
il 30% hanno ascensori adatti o strutture apposite, solo  il  24%  lo
comunica alla clientela; meno  di  cinque  alberghi  in  Italia  sono
dotati di  percorsi  tattili  e  nessuna  delle  altre  tipologie  di
strutture ricettive e' accessibile ai  non  vedenti  in  autonomia  e
sicurezza). Il documento richiama, inoltre, la  normativa  anche  con
riferimento ai piu' recenti impegni del Ministero per rendere  quanto
piu' fruibili i luoghi della  cultura  italiana,  con  una  serie  di
interventi per migliorare l'accessibilita' fisica  e  sensoriale  dei
nostri Musei. Il documento contiene, infine, una  serie  di  proposte
per sviluppare il sistema  ricettivo  nazionale  verso  una  maggiore
capacita' di rispondere alle esigenze dei  turisti  con  disabilita',
relative in particolare a 6 tematiche: Comunicazione; Istituzione  di
un Osservatorio del Turismo Accessibile; Ospitalita';  Sostegno  alle
imprese;  Formazione;  Adeguamento  della  normativa   nazionale   ai
principi dell'accessibilita' nell'ambito specifico del Turismo. 
 
  1.5. Il Nomenclatore Tariffario delle Protesi 
 
  L'ultimo Obiettivo, non meno rilevante, riguardava la necessita' di
giungere  all'approvazione   del   nuovo   Nomenclatore   Tariffario.
L'obiettivo era stato condiviso con il Gruppo di lavoro "Salute" , ma
lo stallo che a tutt'oggi si registra nell'iter  di  approvazione  ha
fatto  ritenere  inutile  ogni  ulteriore  approfondimento.   Si   e'
rilevato, tuttavia, che un primo passo concreto nello sviluppo  della
relazione  tra  Tecnologia   Assistiva   e   ambito   lavorativo   e'
rappresentato dalle "Specifiche tecniche sull'hardware, il software e
le tecnologie assistive delle postazioni di lavoro a disposizione dei
dipendenti con disabilita'". In tale contesto, al fine di  assicurare
la scelta e conseguente fornitura di appropriate tecnologie adattive,
appare ancora piu' evidente la necessita' di  adottare  modalita'  di
valutazione funzionale rispondenti ad una  lettura  bio-psico-sociale
rivolta alla persona con disabilita', al  ruolo  ed  alla  postazione
lavorativa ed al contempo coerenti con il  linguaggio  ICF.  Si  sono
sviluppate  nel  frattempo  piu'  o  meno  in  tutto  il   territorio
nazionale, grandi competenze in questo campo e sono sorti in  diversi
contesti i Centri Ausili,  aggregati  nella  rete  Gruppo  di  Lavoro
Interregionale Centri Ausili Elettronici ed Informatici per  disabili
(GLIC). Si tratta di realta'  stabili,  pubbliche  o  private  (molto
spesso operanti nell'ambito di un convenzionamento  pubblico),  senza
fini commerciali e indipendenti dal mercato, operative nel territorio
di   riferimento   e   costituite    da    nuclei    di    competenza
multidisciplinare. I GLIC, dato l'elevato livello di specializzazione
da essi raggiunto, rappresentano una risorsa  a  supporto  sia  degli
utilizzatori di ausili, sia dei professionisti che a  diverso  titolo
si occupano di  disabilita'  e  sono  sovente  convenzionati  con  le
Aziende sanitarie a livello  locale.  Per  tali  motivi  essi  devono
essere  ulteriormente  valorizzati  e  riconosciuti  come  punti   di
riferimento stabili nella rete dei servizi  territoriali  a  supporto
dell'autonomia delle persone con disabilita'. 
 
  2. SCENARIO E OPZIONI PER L'INTERVENTO 
 
  In linea generale dal monitoraggio sull'attuazione degli  obiettivi
indicati e' emerso che il  tema  dell'accessibilita',  in  particolar
modo quella  relativa  ad  edifici,  viabilita',  trasporti  e  altre
strutture interne ed esterne, non sembra aver  guadagnato  in  questi
anni l'attenzione necessaria a livello politico e istituzionale. Sono
presenti da diversi anni proposte di  Legge  giacenti  in  Parlamento
frammentarie e limitate ad alcuni  aspetti,  che  non  affrontano  in
maniera  organica  e  complessiva  il  problema  dell'accessibilita'.
Regioni e Comuni - con la disomogeneita' che  si  riscontra  piu'  in
generale  nell'ambito  dello  sviluppo   delle   politiche   per   la
disabilita' - hanno  attivato  diversi  interventi  e  progetti  (per
alcuni si rimanda alla documentazione allegata)  ma,  oggettivamente,
lo stato complessivo dell'attuazione in Italia degli articoli 9 e  21
della    Convenzione    (accessibilita'    e    mobilita',    accesso
all'informazione e alla comunicazione) appare  fragile,  disorganico,
poco  sviluppato  e  soprattutto  poco  considerato.   L'assenza   di
indirizzi, di supporti nonche' di una politica organica promossa  dal
livello  nazionale  a  quello  locale,  rende  il  cammino  verso  il
conseguimento effettivo dei diritti in questo ambito  particolarmente
lento, disomogeneo e difficile,  tenendo  conto  anche  della  scarsa
conoscenza della progettazione universale  da  parte  dei  tecnici  e
delle poche risorse finanziarie da investire. 
 
  A partire da tali considerazioni si ritiene  indispensabile  aprire
una nuova stagione,  elaborando  una  strategia  nazionale  sul  tema
dell'accessibilita',   che   dovra'    prevedere:    l'ammodernamento
complessivo, anche sotto un profilo terminologico, della normativa di
riferimento in materia di accessibilita', barriere architettoniche  e
senso-percettive, nonche' dei pertinenti sistemi  di  monitoraggio  e
dei  relativi  strumenti  di  raccolta  di  informazioni  appropriate
(articolo 31 CRPD); l'attuazione delle proposte relative  al  Turismo
accessibile; un'attenzione differente delle Pubbliche Amministrazioni
nei confronti degli adempimenti per assicurare l'accessibilita'  alle
ICT; la piena attuazione della regolazione comunitaria in materia  di
mobilita' per le PRM e  renda  realmente  utilizzabile  il  trasporto
pubblico e privato. 
 
  La definizione ed attuazione di una nuova strategia complessiva che
coinvolga il livello governativo e aiuti concretamente i territori  a
conseguire obiettivi di accessibilita', deve tenere conto e integrare
attivamente   nel   processo   innanzitutto   le   associazioni    di
rappresentanza delle persone con disabilita' -portatrici tra  l'altro
di  robuste  competenze  -  nonche'  tutti  quegli  organismi,  enti,
istituzioni private che nel frattempo si sono  assunti  l'impegno  di
sviluppare programmi di  lavoro  dedicati  proprio  alla  promozione,
formazione  e  sensibilizzazione,  diffusione,  della   progettazione
universale,  e  accessibilita'  quali  ad  es.  Il  Consiglio   degli
Architetti o l'Istituto per l'Urbanistica. Dovra' guardare inoltre  a
quelle buone pratiche - alcune sorte diversi anni fa - che supportano
e coadiuvano Regioni  e  territori  nel  raggiungimento  di  migliori
livelli di accessibilita'. E dovra'  guardare  a  buoni  esempi  come
quello del Comune di Milano che, grazie ad una strategia  politica  e
tecnica messa in campo, grazie  ad  un  metodo  di  lavoro  rigoroso,
fondato sulla partecipazione delle associazioni e la condivisione  di
priorita' e interventi, nonche' grazie  ad  un  robusto  investimento
finanziario, ha ricevuto l'European Union Access City Award 2016. 
 
  La nuova  strategia  che  si  ritiene  vada  messa  in  campo  deve
riguardare anche ulteriori priorita' emerse ed approfondite nel corso
del biennio di monitoraggio del Programma d'azione, in particolare: 
 
  - la sicurezza delle  persone  con  disabilita'  in  situazioni  di
emergenza, 
 
  -  l'accessibilita'  al  Patrimonio  Culturale   come   ampliamento
dell'accesso ai beni storico-artistici 
 
  La proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sul
ravvicinamento  delle  disposizioni  legislative,   regolamentari   e
amministrative  degli  Stati  membri   relative   ai   requisiti   di
accessibilita' dei prodotti e dei servizi  "  European  Accessibility
Act (EEA)". Come noto, la proposta di direttiva risponde all'esigenza
di ravvicinamento delle  disposizioni  legislative,  regolamentari  e
amministrative  degli  Stati  membri   relative   ai   requisiti   di
accessibilita' di prodotti e servizi ed ha l'obiettivo di  migliorare
il funzionamento del mercato unico di determinati prodotti e  servizi
accessibili, rispettando nel contempo le esigenze delle imprese e dei
consumatori e di contribuire all'attuazione della  strategia  europea
sulla disabilita' 2010-2020 e della Convenzione delle  Nazioni  Unite
sui diritti delle persone con disabilita'.  La  legislazione  dell'UE
finora ha affrontato la  situazione  delle  persone  con  disabilita'
concentrandosi su settori specifici, nelle  direttive  sugli  appalti
pubblici o nei regolamenti sui fondi strutturali  e  di  investimento
europei, che contengono un requisito di accessibilita'  generale.  La
mancanza di coordinamento a livello  di  UE  riguardo  a  prodotti  e
servizi accessibili ha comportato ampia discrezionalita' negli  Stati
membri causando l'attuale eterogeneita' dei  requisiti  nazionali  di
accessibilita'. 
 
  - Un ulteriore urgenza emersa durante i lavori del gruppo  riguarda
l'accessibilita' delle scuole, in quanto prerequisito  per  l'accesso
al diritto all'istruzione  da  parte  degli  alunni  e  studenti  con
disabilita'. Come documentato da ISTAT e' ancora elevata la quota  di
plessi scolastici con barriere architettoniche e senso percettive. Le
scuole sono poco accessibili in tutto il territorio nazionale, se  si
considera anche la presenza di segnali visivi, acustici e tattili per
favorire  la  mobilita'  all'interno  della  scuola  di  alunni   con
disabilita' sensoriali, oppure la presenza  di  percorsi  interni  ed
esterni accessibili. Fondi sono stati erogati per l'adeguamento degli
edifici scolastici con l'assegnazione della quota dell'otto per mille
dell'Irpef a diretta gestione statale (Dpcm 8 febbraio  2016  -  Cat.
Edilizia  scolastica)  ma  non  risulta  esplicitato   l'obbligo   di
adeguamento ai parametri  dell'accessibilita'  oltre  alla  messa  in
sicurezza.  Si  ritiene  inoltre  indispensabile  intervenire   sugli
strumenti di rilevazione attualmente adottati  per  l'implementazione
dell'Anagrafe Edilizia Scolastica (banca  dati  online,  fornita  dal
MIUR e gestita su base regionale) affinche'  includano,  informazioni
maggiormente dettagliate e appropriate (art. 31 CRPD) in  materia  di
accessibilita', consentendo di monitorare le politiche  sull'edilizia
scolastica e l'assegnazione di  finanziamenti.  A  tale  riguardo  si
prevede di partecipare al programma di  collaborazione  istituzionale
dell'Osservatorio nazionale per l'edilizia scolastica (MIUR) . 
 
  - Infine, in tutte le aree di approfondimento e' stata rilevata una
grave carenza di conoscenza sui principi dell'accessibilita' e  della
progettazione universale, sulle  soluzioni  tecniche,  le  tecnologie
assistive e domotica, i  sistemi  di  trasporto,  ecc.  in  grado  di
assicurare concreti  miglioramenti  nei  sistemi  urbanistici,  negli
edifici pubblici e privati. Debole inoltre la capacita' di  operatori
pubblici e  privati  di  accogliere  le  persone  con  disabilita'  e
corrispondere adeguatamente ai loro bisogni specifici.  C'e'  bisogno
di formazione: 
 
  • Per gli operatori del trasporto pubblico 
 
  • Per il personale delle PPAA sia con riferimento a chi opera negli
uffici aperti al pubblico, sia a  tecnici,  progettisti,  architetti,
agli uffici preposti al rilascio e controllo di autorizzazioni per la
realizzazione/ adeguamento di edifici privati 
 
  • Per  gli  addetti  ai  lavori  nel  settore  dei  Beni  culturali
(Sovrintendenze) 
 
  • Per gli addetti alla sicurezza e alle emergenze 
 
  • Per gli operatori,  addetti  nei  settori  turistico/alberghiero/
ristorazione/ commerciale ecc. 
 
  E' indispensabile da un lato stimolare un profondo  cambiamento  di
prospettiva culturale nelle Universita' e istituti tecnici:  i  corsi
di studio in cui si apprende  la  progettazione,  devono  recepire  e
condividere pienamente i principi e le tecniche  della  progettazione
universale; dall'altro e' necessario sensibilizzare  la  cittadinanza
intera  alla   cultura   dell'   accessibilita'   cominciando   dalle
generazioni piu' giovani sin dai primi anni di scuola. 
 
  3. PROPOSTE PROGRAMMATICHE 
 
  AZIONE 1 
 
  Area   Accessibilita',   progettazione   universale,   abbattimento
barriere architettoniche e senso-percettive 
 
  Tipologia di azione 
 
  Azione  di  tipo  legislativo  (Legge  delega,  Decreti   delegati.
Regolamenti) 
 
  Obiettivo 
 
  Rivedere ed adeguare la disciplina sull'accessibilita' all'ambiente
fisico, urbano ed  architettonico  per  conseguire  l'adozione  e  la
diffusione della progettazione universale e quindi  l'attuazione  dei
principi di accessibilita' della Convenzione stessa. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Elaborazione  di  disegno  di   Legge   delega   al   Governo   (in
considerazione  della  grande  complessita'  tecnica  della   materia
trattata) al fine di: 
 
  a) aggiornare, armonizzare e semplificare l'attuale  normativa  per
adeguare la definizione di accessibilita' ambientale alla  dimensione
culturale e operativa promossa dalla Convenzione delle Nazioni  Unite
sui diritti delle persone con disabilita', superando  i  concetti  di
visitabilita' e adattabilita' e assicurando nel processo di revisione
la piu' ampia  partecipazione  delle  organizzazioni  rappresentative
delle persone con  disabilita',  in  attuazione  di  quanto  indicato
nell'articolo 4, comma 3 della Convenzione; 
 
  b) integrare ed armonizzare l'impianto normativo e regolamentare in
tema di accessibilita' con quello relativo alla sicurezza dei  luoghi
e degli edifici in particolare per la sicurezza ed il soccorso  delle
persone con disabilita'; 
 
  c) indicare le specifiche tecniche, dimensionali e qualitative  per
la progettazione dell'ambiente fisico, urbano ed architettonico,  che
identifichino   ed   eliminino   gli   ostacoli   e    le    barriere
all'accessibilita' per  ogni  tipologia  di  disabilita',  secondo  i
principi  della  Convenzione,  in  particolare  della   progettazione
universale e dell'accomodamento ragionevole di cui agli articoli 3  e
9; 
 
  d)  rivedere  l'impianto   normativo   e   regolamentare   relativo
all'accessibilita'   di   spazi   ed   edifici   pubblici   esistenti
(attualmente disciplinata dai piani di  eliminazione  delle  barriere
architettoniche per gli edifici e spazi pubblici, di cui all'articolo
32, comma 21, della Legge 28 febbraio 1986,  n.  41,  come  integrata
dall'articolo 24, comma 9, della Legge 5 febbraio 1992,  n.  104)  al
fine di definire i criteri e  le  modalita'  stabilendo  procedure  e
tempi di adozione, nonche' approntando un sistema sanzionatorio per i
casi di inosservanza; 
 
  e) rivedere il sistema di contribuzione  per  l'abbattimento  delle
barriere  architettoniche  in  edifici  privati  esistenti,  di   cui
all'articolo 9 della Legge 9 gennaio 1989, n. 13,  per  adeguarlo  ai
principi della Convenzione, in particolare  per  quanto  riguarda  la
graduazione delle facilitazioni in relazione al riconoscimento  dello
stato di disabilita'; 
 
  f)  prevedere  misure  di  facilitazione  e   incentivazione,   che
favoriscano    l'attuazione    dei    principi    dell'accessibilita'
all'ambiente fisico, urbano ed architettonico in caso  di  interventi
finalizzati al riuso, rinnovamento e restauro del patrimonio edilizio
pubblico e privato esistente; 
 
  g) prevedere l'inserimento  dello  studio  della  tecnica  e  della
tecnologia  atte  a  realizzare   la   progettazione   universale   e
l'accessibilita' nei programmi didattici delle scuole  secondarie  di
secondo grado a indirizzo tecnico e  nell'ambito  degli  insegnamenti
impartiti presso le universita'; 
 
  h) prevedere l'introduzione nella disciplina definita con il  nuovo
Codice  degli   Appalti   (d.   lgs.   50/2016)   del   criterio   di
accessibilita',  tra  i  criteri  di  valutazione   nell'ambito   dei
procedimenti di  selezione  pubblica  per  la  realizzazione  e/o  la
modifica di spazi ed edifici e l'eventuale correlata acquisizione  di
beni e servizi 
 
  i) prevedere la costituzione di un organismo  paritetico  che,  sul
modello della Commissione gia' prevista con il d.m. 14  giugno  1989,
n. 236, sia in  grado  di  interloquire  con  i  diversi  livelli  di
gestione e soggetti interessati, attuando un necessario coordinamento
interistituzionale, e in grado di supportare l'azione governativa per
dare attuazione a quanto sopra indicato.  A  tale  organismo  saranno
chiamati   a   partecipare   rappresentanti   del   Ministero   delle
infrastrutture e dei trasporti, del Ministero dell'interno, anche con
la partecipazione di rappresentanti dell'Osservatorio dei Vigili  del
Fuoco   per   la   sicurezza,    del    Ministero    dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca, della Conferenza  delle  Regioni  e
delle Province Autonome, della Conferenza Stato  Citta',  nonche'  di
rappresentanti delle Federazioni delle associazioni delle persone con
disabilita'. Esso  dovra'  inoltre  promuovere  la  diffusione  della
conoscenza e della cultura dell'accessibilita' e  fornire  azioni  di
supporto e orientamento alle amministrazioni pubbliche e  ai  privati
per l'attuazione della normativa, anche attraverso l'elaborazione  di
Linee guida. 
 
  Soggetti promotori 
 
  Parlamento; Ministero delle Infrastrutture e  Trasporti,  Ministero
del lavoro e politiche sociali; Regioni, Associazione  Nazionale  dei
Comuni d'Italia (ANCI), Conferenza Unificata. 
 
  Soggetti collaboratori 
 
  Universita' e Centri di ricerca, UNI,  Consiglio  nazionale  Ordine
Architetti, Esperti Organizzazioni delle persone  con  disabilita'  e
altre organizzazioni del Terzo Settore. 
 
  Destinatari finali 
 
  Regioni, Enti locali, Persone con Disabilita'. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Le azioni onerose sono nella gran parte a  carico  di  enti  locali
(Regioni) e riguardano in diversi  casi  fondi  gia'  destinati  alla
realizzazione di opere e interventi. Sono da approfondire i possibili
utilizzi dei fondi europei. Da stimare la revisione  del  sistema  di
contribuzione per l'abbattimento delle  barriere  architettoniche  in
edifici privati esistenti,  di  cui  all'articolo  9  della  Legge  9
gennaio 1989, n. 13, gia' finanziata peraltro in molti casi da  fondi
regionali. 
 
  AZIONE 2 
 
  Area Mobilita' e trasporti 
 
  Tipologia di azione: 
 
  Interventi   di   tipo   amministrativo   generale   e    operativa
(monitoraggio  attuazione  regolazione   comunitaria,   adozione   di
provvedimenti amministrativi, diramazione di comunicazioni) 
 
  Obiettivo 
 
  Garantire su tutto il  territorio  nazionale  la  piena  attuazione
della regolazione comunitaria in materia di Mobilita'  delle  Persone
con Ridotta Mobilita' (PRM), obiettivo da conseguire anche attraverso
la  partecipazione  attiva  delle   associazioni   di   persone   con
disabilita' (da intendere quale reale opportunita' per promuovere  un
innalzamento degli standard di accessibilita' al sistema di trasporti
nel  suo  complesso)  e  la  definizione,  quindi,   di   dispositivi
permanenti di confronto e con l'elaborazione di  linee  di  indirizzo
condivise. Richiamare inoltre l'obbligo, per le aziende di  trasporto
pubblico nazionale e locale, di assicurare la formazione generale del
personale sui temi della disabilita' e la  formazione  specifica  per
l'accesso a bordo (in salita e discesa) dei mezzi, nel  rispetto  dei
Regolamenti Unione Europea. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a)  porre  in  essere  adeguate  iniziative  -  quali  ad   esempio
specifiche  comunicazioni   da   indirizzare   al   Ministero   delle
Infrastrutture e trasporti ed all'Autorita' per  la  Regolazione  dei
Trasporti (ART) - per sollecitare l'adozione da parte delle  suddette
amministrazioni - di misure appropriate ai  fini  del  raggiungimento
dell'obiettivo indicato. 
 
  b) Assicurare che il personale addetto al trasporto pubblico sia in
condizione di fornire un'assistenza  qualificata  e  appropriata  (in
termini di competenze derivanti da  percorsi  formativi  ad  hoc,  da
disposizioni aziendali, da inquadramento contrattuale) rispetto  alle
esigenze delle (PRM), cosi'  come  previsto  dai  Regolamenti  Unione
Europea. 
 
  c) Verificare, d'intesa  con  le  Organizzazioni  Sindacali  e  nel
rispetto delle modalita' di partecipazione delle  associazioni  delle
persone con disabilita' previste nei Regolamenti  Unione  Europea,  i
contratti  dei  lavoratori  del  settore  trasporti  affinche'  siano
adeguatamente contemplate mansioni di assistenza mirate  a  garantire
la salita e la discesa delle PRM nei mezzi di trasporto  (ad  esempio
treni, metro, autobus, ecc). 
 
  Soggetti promotori: 
 
  Ministero del lavoro e politiche sociali; OND 
 
  Soggetti collaboratori 
 
  Organizzazioni delle persone con disabilita' e dei loro familiari e
altre organizzazioni del terzo Settore, Organizzazioni sindacali 
 
  Destinatari finali 
 
  Ministero Infrastrutture e Trasporti, ART, Persone con Disabilita'. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  L'azione non prevede costi. 
 
  AZIONE 3 
 
  Area Mobilita' e trasporti - Trasporto Privato 
 
  Tipologia di azione 
 
  Interventi di natura amministrativa operativa 
 
  Obiettivo: 
 
  - semplificare le procedure per il rilascio/rinnovo  della  patente
di  guida  alle  persone  con  disabilita'  (Patenti   B   Speciali),
(L.114/2014, art.25 comma 2) 
 
  - Sollecitare i Comuni ad aderire al Registro Pubblico  CUDE  (ANCI
Sardegna) 
 
  - Ricostituire il comitato tecnico, ai sensi dell'art.  119,  comma
10, del Codice della Strada e dell'art. 27 comma 4 della Legge 104/92 
 
  Azioni specifiche 
 
  Provvedimento  per  la   ricostituzione   del   Comitato   tecnico;
diramazione Linee guida. 
 
  Soggetti promotori: 
 
  - Ministero delle Infrastrutture e Trasporti; Dipartimento Funzione
Pubblica; Ministero Salute; Regioni, ANCI. 
 
  Soggetti collaboratori 
 
  Organizzazioni delle persone con disabilita' e altre organizzazioni
del terzo Settore. 
 
  Destinatari finali 
 
  Comuni, Persone con Disabilita'; Commissioni Mediche Locali. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  L'azione non prevede costi. 
 
  AZIONE 4 
 
  Area Accessibilita'  dei  servizi  della  Pubblica  amministrazione
(siti Web, intranet, documenti, postazioni di lavoro) 
 
  Tipologia di azione: 
 
  Interventi di natura amministrativa operativa  (adozione  Piani  di
collaborazione e piani formativi). 
 
  Obiettivo: 
 
  a) Attivare un sistema di monitoraggio, raccolta e analisi di  dati
relativo ai dipendenti con disabilita' inseriti nel mondo del  lavoro
(pubblico e  privato),  nonche'  all'applicazione  delle  "Specifiche
tecniche" sulle postazioni di lavoro. 
 
  b) Potenziare le attivita' di formazione tecnico-normativa  rivolte
ai dipendenti pubblici con particolare riguardo ai documenti e moduli
accessibili nonche'  prevedere  Piani  formativi  per  l'applicazione
delle "Specifiche tecniche" sulle postazioni di lavoro. 
 
  c)  Aggiornare  la  normativa   nazionale   per   superare   alcune
problematiche legate alla  sua  applicabilita',  il  "procurement"  e
l'assenza di specifici aspetti sanzionatori. 
 
  Azioni specifiche: 
 
  a)  Prevedere  Piani  di  collaborazione  tra  le   Amministrazioni
competenti per  attivare  un  sistema  di  monitoraggio,  raccolta  e
analisi di dati (ISTAT,  INPS  ISFOL  ecc.)  relativo  al  numero  di
dipendenti, distinti per tipologia di disabilita', inseriti nel mondo
del lavoro (pubblico e privato), nonche' alla  relativa  applicazione
delle "Specifiche tecniche" sulle postazioni di lavoro. 
 
  b) Prevedere Piani formativi: 1) rivolti ai dipendenti pubblici con
riguardo alla creazione, pubblicazione e conservazione di documenti e
moduli   accessibili   nonche'   ai    compiti    del    responsabile
dell'accessibilita';  2)   per   l'applicazione   delle   "Specifiche
tecniche" sulle postazioni di lavoro, nell'ottica degli accomodamenti
ragionevoli e nella prospettiva di  una  definizione  dei  compiti  e
delle competenze del  "disability  manager"  (Ministero  del  Lavoro,
Organizzazioni   Sindacali,   Organizzazioni   delle   persone    con
disabilita' ecc.). 
 
  c) Attivare un tavolo  tecnico  per  la  formulazione  di  proposte
riguardanti  in  particolare   l'applicabilita'   delle   norme,   il
"procurement" e l'introduzione di eventuali dispositivi sanzionatori. 
 
  Soggetti Promotori 
 
  AgID 
 
  Soggetti Collaboratori 
 
  - Ministero del lavoro e politiche sociali; Ministero della Salute;
Dipartimento   della   Funzione   Pubblica;   ISTAT;   INPS;   ISFOL;
(Concessionaria Servizi Informativi Pubblici) CONSIP 
 
  -  Organizzazioni   delle   persone   con   disabilita'   e   altre
organizzazioni del terzo Settore; Organizzazioni Sindacali 
 
  Destinatari finali 
 
  - Amministrazioni pubbliche di cui all' art. 1 c.2 d.lgs. 165/2001 
 
  - Datori di lavoro privati per  l'  applicazione  delle  Specifiche
Tecniche sulle postazioni di lavoro dei dipendenti con disabilita'. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Alcune  azioni  e  interventi  previsti,  quali   il   monitoraggio
dell'applicazione delle Specifiche Tecniche e la formazione sui  temi
dell'accessibilita' digitale, richiedono una specifica  dotazione  di
risorse. 
 
  AZIONE 5 
 
  Area Turismo Accessibile 
 
  Tipologia di azione 
 
  Adozione di provvedimenti legislativi  e  amministrativi  per  dare
attuazione alle proposte formulate dal Comitato per la Promozione  ed
il Sostegno del Turismo Accessibile (CPSTA) ricostituito con  decreto
del 13 febbraio 2014, presso la Direzione  Generale  delle  politiche
del  Turismo  composto  dai   massimi   esperti   del   settore,   le
rappresentanze istituzionali e del Terzo Settore. 
 
  Obiettivo 
 
  Conseguire gli obiettivi di "Turismo Accessibile" definiti da tempo
anche a livello comunitario: attento ai bisogni di tutti  e  con  una
elevata qualita' dell'offerta, inclusivo, quindi pronto a  rispondere
ai  bisogni  di   diverse   fasce   di   popolazione   con   esigenze
diversificate: bambini, anziani, mamme con i passeggini, persone  con
disabilita',   puntando   sui   fattori   che   ne   determinano   la
competitivita', tenendo conto, allo stesso  tempo,  degli  imperativi
dello  sviluppo  sostenibile  e  secondo  i  principi  dell'Universal
Design. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Interventi  legislativi  al  Codice  del  Turismo  che   dovrebbero
riguardare: 
 
  a) L'adeguamento della disciplina ai principi di  accessibilita'  e
Universal Design sanciti dalla Convenzione ONU,  superando  l'attuale
lacuna  generata  dalla  sentenza  5.4.2012,  n.   80   della   Corte
Costituzionale. 
 
  b) L'introduzione nella disciplina del seguente articolo: "al  fine
di  uniformare  lo  standard  qualitativo  dei  servizi,  le  imprese
ricettive e le strutture di offerta  turistica  per  rispondere  alle
esigenze delle persona con disabilita' devono permettere agli  ospiti
disabili di accedere ad informazioni chiare, dettagliate, aggiornate,
e reperibili, sui seguenti  aspetti:  autonomia  di  movimento  negli
spazi e uso delle attrezzature; fruizione delle esperienze per cui  i
luoghi e edifici sono stati concepiti; segnaletica e dispositivi  che
garantiscono l'informazione e l'orientamento". 
 
  c) La definizione di strumenti di incentivazione/sostegno in favore
delle  strutture  turistiche  che  effettuano  investimenti  volti  a
migliorare la propria accessibilita', che potrebbero  consistere  nel
riconoscimento di un credito di imposta. 
 
  d) l'inserimento del Turismo Accessibile e dello  Universal  Design
nelle  facolta'  turistiche  e  nelle  scuole  professionali,  e   la
possibilita' di prevedere crediti formativi professionali obbligatori
per  gli  Ordini  Professionali  Tecnici,  per   le   amministrazioni
pubbliche che devono esercitare il controllo sulla applicazione delle
norme (ad es. Comuni, ULSS,  USL,  ASL,  Vigili  del  Fuoco,  Polizia
Commerciale e Urbana, etc.). 
 
  e) la promozione della crescita culturale di operatori e addetti ai
lavori anche attraverso la realizzazione di formazione qualificata in
sinergia con le associazioni  di  rappresentanza  delle  persone  con
disabilita'. 
 
  f)  la  definizione  chiara  di   modalita'   di   integrazione   e
collaborazione tra i diversi livelli di governo e tra  questi  e  gli
operatori turistici, le associazioni di rappresentanza delle  persone
con disabilita', le organizzazioni  del  Terzo  Settore,  avvalendosi
anche del contributo del CPSTA. In questa prospettiva  e'  necessario
individuare linee  di  indirizzo  comuni  -  per  esempio  attraverso
un'Intesa in  Conferenza  Unificata  -  per  uniformare  lo  standard
qualitativo dei servizi nonche' per integrare i  diversi  ambiti  che
riguardano  il  turismo  accessibile  quali  ad  es.  i  trasporti  o
l'accesso ai beni storico-culturali. 
 
  g) l'istituzione dell'Osservatorio del  Turismo  Accessibile  anche
per monitorare i flussi e i numeri prodotti dal segmento del  turismo
accessibile ed assicurare la realizzazione di un "repository di "Open
Data e Best Practices", dei progetti attivi su cui fare misurazioni e
contemporaneamente favorire azioni di "benchmarking". 
 
  Altre azioni: 
 
  - realizzazione  di  una  campagna  di  comunicazione  mirata  alla
sensibilizzazione della cittadinanza per diffondere  il  concetto  di
"ospitalita' turistica per tutti", promuovendo gli aspetti legati  ai
temi della accoglienza, della mobilita',  della  formazione  e  della
informazione. 
 
  Soggetti promotori 
 
  Ministero dei Beni e delle attivita' culturali e del turismo. 
 
  Soggetti Collaboratori 
 
  Regioni; ANCI; CPSTA; Organizzazioni delle persone con  disabilita'
e altre organizzazioni del terzo Settore. 
 
  Destinatari finali 
 
  Operatori del turismo, della  cultura;  associazioni  di  categoria
albergatori, esercizi commerciali 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Molti degli interventi sono a costo zero. Va valutato l'impatto  di
un credito di imposta ma che potrebbe  essere  calibrato  nell'ambito
del sistema di incentivi per le imprese 
 
  AZIONE 6 
 
  AREA ACCESSIBILITA' AI BENI STORICO-ARTISTICI E PIU' IN GENERALE AL
PATRIMONIO CULTURALE 
 
  Tipologia di azione: 
 
  Eventuale aggiornamento/integrazione e piu' ampia diffusione  delle
"Linee guida per il superamento delle  barriere  architettoniche  nei
luoghi d'interesse culturale" approvate con Decreto del Ministero per
i Beni e le Attivita' Culturali del 28 marzo 2008 
 
  Ampliamento del concetto di conservare e valorizzare in termini  di
maggior  fruibilita'  il   Patrimonio   culturale   perche'   divenga
un'esperienza  per  tutti,  uno  strumento  di   crescita   culturale
dell'uomo e occasione di conservazione dei beni stessi 
 
  Obiettivo 
 
  Estendere il concetto di accesso ai beni storico-artistici a quello
di  accesso  al  «Patrimonio  Culturale»  (ai  luoghi,  ai  beni,  ai
contenuti e alle informazioni): conservare e valorizzare  in  termini
di  maggior  fruibilita'  il  Patrimonio  culturale  perche'  divenga
un'esperienza  per  tutti,  uno  strumento  di   crescita   culturale
dell'uomo e occasione di conservazione dei beni stessi 
 
  Ampliare il numero di siti  d'interesse  culturale  fruibili  dalle
persone con bisogni specifici anche  attraverso  un'ampia  diffusione
tra addetti ai lavori delle modalita' e accorgimenti  per  rendere  i
siti accessibili, attraverso adeguate  modalita'  di  informazione  e
comunicazione all'utenza, anche in  relazione  alle  indicazioni  per
favorire l'orientamento o la comunicazione, nonche' attraverso azioni
di sensibilizzazione e formazione degli operatori culturali, pubblici
e privati. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a) Predisposizione di ulteriori  documenti  di  indirizzo  o  linee
guida che  approfondiscano  le  tematiche  inerenti  l'accessibilita'
relativamente  a  specifiche  tipologie  di  beni   culturali   anche
attraverso la condivisione di "best practice"; 
 
  b) Predisposizione di documenti di  indirizzo  o  linee  guida  che
approfondiscano le tematiche inerenti  la  comunicazione  dei  valori
simbolici e culturali di un contesto  storico  anche  a  persone  con
disabilita' anche attraverso la condivisione di "best practice". 
 
  c) Coinvolgimento di Universita' e  del  Consigli  Nazionali  degli
ordini professionali che hanno competenza  in  materia,  al  fine  di
predisporre  specifici  percorsi  formativi,  sia  nell'ambito  degli
insegnamenti ordinari, sia attraverso moduli specialistici o corsi di
formazione professionale. 
 
  Soggetti promotori: 
 
  Ministero dei Beni e delle attivita' culturali e del turismo. 
 
  Soggetti collaboratori 
 
  Regioni, Esperti, Universita', Consigli Nazionali degli Ingegneri e
degli  Architetti  (per  gli  aspetti  di   rispettiva   competenza),
Organizzazioni delle persone con disabilita' e  altre  organizzazioni
del terzo Settore. 
 
  Destinatari finali 
 
  Uffici del Ministero dei Beni Culturali (in funzione delle relative
competenze -  Soprintendenze,  Musei,  Poli  museali,  ecc.),  Uffici
regionali  e  comunali,  nonche'  altri  Enti  o   associazioni   che
gestiscono beni culturali (in funzione delle  relative  competenze  -
es. sovrintendenza del Comune di Roma, Musei Civici, Musei Diocesani,
ecc.), Professionisti  che  operano  sui  beni  culturali,  operatori
culturali, responsabili di musei, gallerie e siti storico-artistici e
del turismo, Persone con disabilita'. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Gli interventi per  l'accessibilita'  sui  beni  culturali  sia  in
termini  di  azioni  di  tutela  che   di   valorizzazione,   poiche'
potenzialmente coinvolgono tutti gli  utenti,  devono  essere  intesi
come parte integrante  della  gestione  del  bene  e  quindi  attuati
nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio (sia  per  quanto
attiene la loro realizzazione che la successiva manutenzione). 
 
  Anche  per  quanto  attiene   la   formazione   e   l'aggiornamento
professionale,  tutti   i   percorsi   formativi   devono   rientrare
nell'ambito delle attivita' ordinarie sia a livello universitario che
professionale. Tale aspetto e' indispensabile per cambiare  l'attuale
approccio culturale: non  piu'  intervento  specialistico  per  pochi
individui "sfortunati" da realizzare occasionalmente quando capita  e
con finanziamenti specifici, ma azioni ordinarie  per  migliorare  la
fruizione e la comprensione dei nostri beni culturali  per  tutti  in
qualsiasi contesto. 
 
  AZIONE 7 
 
  MONITORAGGIO  SULL'APPLICAZIONE  DEI   PRINCIPI   IN   MATERIA   DI
ACCESSIBILITA' E MOBILITA' 
 
  Tipologia di azione: 
 
  - Definire, all'interno dei lavori dell'OND in  collaborazione  con
ISTAT e con la  partecipazione  delle  associazioni  di  persone  con
disabilita',  un  set  di  indicatori  per  misurare  il  livello  di
accessibilita'. Sarebbe opportuno il coinvolgimento di ANCI  al  fine
di definire un percorso che progressivamente coinvolta un  gruppo  di
Comuni grandi (ad esempio le Citta' Metropolitane)  e  un  gruppo  di
comuni  di  piccole  medie  dimensioni  per  misurare  i  livelli  di
accessibilita' e mobilita' conseguiti. 
 
  - Definire modalita' di confronto e scambio di buone pratiche tra i
Comuni con  il  supporto  degli  Enti  ed  organismi  di  supporto  e
coordinamento. 
 
  Obiettivo 
 
  Dare seguito alle Raccomandazioni del Comitato  ONU  riguardo  alla
necessita' di raccogliere  informazioni  e  dati  sugli  standard  di
accessibilita'   (e   mobilita'),   con   riferimento   ai    sistemi
sanzionatori. 
 
  Favorire    il    progressivo    avvicinamento    dei     territori
all'implementazione dei principi di  accessibilita'  e  Progettazione
Universale, di mobilita' per stimolare la crescita di  consapevolezza
e la diffusione  di  soluzioni  tecniche  per  rendere  concretamente
accoglienti  gli  ambienti  di  vita  quotidiana  delle  persone  con
disabilita'. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a) Definire con Ministero delle Infrastrutture  e  Trasporti,  OND,
ISTAT e con  il  confronto  con  le  rappresentanze  di  persone  con
disabilita' un set di indicatori. 
 
  b) Attivare un gruppo di lavoro a livello ANCI composto  da  citta'
metropolitane e citta' di piu' piccole dimensioni per confrontarsi su
piani/programmi attivati e individuare congiuntamente ad ISTAT, OND e
associazioni di persone con disabilita'  sistemi  di  raccolta  dati,
informazioni e modalita' di scambio di informazioni ed esperienze. 
 
  c)  Promuovere  l'attivazione   di   strumenti   di   controllo   -
monitoraggio - verifica che prevedano il coinvolgimento attivo  delle
persone con disabilita', quali ad esempio il collaudo civico. 
 
  Soggetti promotori: 
 
  Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ISTAT, OND. 
 
  Soggetti collaboratori 
 
  ANCI, Regioni, Autorita' per la Regolazione  dei  Trasporti  (ART),
Universita',  Consiglio  Nazionale  Architetti,  INU,  Organizzazioni
delle persone  con  disabilita'  e  altre  organizzazioni  del  terzo
Settore. 
 
  Destinatari finali 
 
  Enti locali e Regioni, associazioni di persone  con  disabilita'  e
cittadini. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Non si ritiene che questa azione comporti costi aggiuntivi  se  non
quelli necessari al rimborso spese per  l'attivazione  di  gruppi  di
lavoro composti da rappresentanti delle istituzioni locali coinvolte. 
 
                             Capitolo 9 
 
                        LINEA DI INTERVENTO 7 
 
Cooperazione  internazionale  e   proiezione   internazionale   delle
                   politiche sulla disabilita(25) 
 
  1. RACCORDO CON IL PRIMO PROGRAMMA D'AZIONE 
 
  Sulla base dei risultati ottenuti nel biennio precedente si propone
di aggiornare gli obiettivi del Programma d'azione per i prossimi due
anni  sui  seguenti  temi,  anche  tenendo  conto   dei   cambiamenti
intervenuti nel sistema italiano di cooperazione  internazionale  con
la  Legge  11  agosto  2014  n.  125   "Disciplina   generale   sulla
cooperazione internazionale per lo sviluppo" che oltre  al  Ministero
degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana  annovera  fra  gli
attori di cooperazione anche l'Agenzia Italiana per  la  Cooperazione
allo sviluppo e Cassa Depositi e Prestiti. 
 
  2. SCENARIO E OPZIONI GENERALI DI INTERVENTO 
 
  Le azioni previste tengono conto degli standard  internazionali  di
riferimento e rispecchiano le azioni intraprese a livello europeo nel
settore in particolare per quanto riguarda i principi della  coerenza
delle politiche, nonche' delle indicazioni  contenute  nel  Documento
triennale  di  programmazione  e  di  indirizzo  della   Cooperazione
Italiana. 
 
  3. PROPOSTE PROGRAMMATICHE 
 
  AZIONE 1 
 
  Politiche e strategie per la puntuale definizione  degli  strumenti
di programmazione e monitoraggio delle politiche della disabilita' 
 
  Ribadendo  la  strategia  di   "mainstreaming"   che   implica   il
coinvolgimento, la responsabilizzazione, il raccordo e l'integrazione
di tutti gli attori  interessati  attraverso  un  approccio  di  tipo
partecipativo, l'orientamento e' quello piu' volte definito a livello
internazionale che sottolinea l'importanza di utilizzare un approccio
a doppio binario ("Twin Track Approach"): da un lato proseguire nella
realizzazione di iniziative specificamente rivolte alle  persone  con
disabilita' tenendo conto dei loro diritti e  delle  loro  specifiche
esigenze;  dall'altro  favorire  l'inclusione   delle   persone   con
disabilita' tra i target di tutti i progetti. 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo amministrativo operativo. 
 
  ---------- 
  (25) Data la natura e il ruolo  specifico  del  Ministero  per  gli
affari esteri e la cooperazione internazionale in questo ambito,  per
tutte le azioni indicate soggetti promotori, soggetti  collaboratori,
destinatari finali e sostenibilita' economica sono riportate in  modo
complessivo a fine capitolo 
 
  Obiettivo 
 
  Migliorare  i  processi  di  programmazione  e  monitoraggio  delle
politiche sulla disabilita'. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a) definizione di un progetto  formativo  indirizzato  a  tutto  il
personale del l'AICS e agli enti esecutori di iniziative; 
 
  b) attivazione di un sistema di monitoraggio annuale  che  utilizzi
il marker sulla disabilita', definendo specifici indicatori  utili  a
misurare  l'impatto  dei  progetti  in  favore  delle   persone   con
disabilita'; 
 
  c) pubblicazione annuale di un rapporto  per  le  attivita'  legate
alla disabilita'; 
 
  d) attivazione di un gruppo di lavoro per proporre  l'aggiornamento
della   raccolta   sistematica   di   dati   secondo   le   categorie
dell'Organizzazione   per   la    Cooperazione    e    lo    Sviluppo
Economico-"Development Assistance Committe" (OCSE - DAC); 
 
  e) promozione, valorizzazione e scambio di conoscenze ed esperienze
con  le  istituzioni  italiane,   con   le   agenzie   nazionali   ed
internazionali  di  cooperazione  che  si  occupano  di  cooperazione
internazionale; 
 
  f) definizione di una strategia di intervento nei tavoli europei ed
internazionali che includa la disabilita' e promuova  un  sistema  di
monitoraggio delle azioni e dei progetti sulla  base  dell'esperienza
acquisita. 
 
  AZIONE 2 
 
  Progettazione inclusiva 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo amministrativo operativo. 
 
  Obiettivo 
 
  Migliorare le conoscenze in tema di progettazione inclusiva. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a)  organizzazione  di  corsi  di  formazione  e  seminari  per  la
progettazione  inclusiva  delle   persone   con   disabilita'   anche
attraverso il canale della cooperazione universitaria; 
 
  b) promozione di moduli di formazione su "sviluppo, diritti umani e
disabilita'" nei corsi e master universitari; 
 
  c) seminari, anche in modalita'  a  distanza,  sulla  progettazione
inclusiva  per  enti  esecutori  in   iniziative   di   cooperazione.
Discussione di un case study prospettico; 
 
  d) introduzione a livello universitario di un master sui temi della
progettazione    inclusiva     nell'ambito     della     cooperazione
internazionale. 
 
  AZIONE 3 
 
  Situazioni di emergenza 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo amministrativo operativo. 
 
  Obiettivo 
 
  Miglioramento delle competenze in tema di emergenze. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a) diffusione del Vademecum  "Aiuti  umanitari  e  disabilita'"  su
territorio nazionale e internazionale per gli  attori  competenti  in
situazioni di catastrofi e disastri naturali; 
 
  b) introduzione a livello  universitario  e  di  master  di  moduli
formativi su emergenza e persone con disabilita'; 
 
  c) particolare attenzione nell'ambito dei progetti  emergenza  agli
aspetti  innovativi  degli  interventi   anche   relativamente   alle
dotazioni tecnologiche necessarie alla salvaguardia delle persone con
disabilita'  sulla  base  degli   standard   internazionali   (Sendai
Framework); 
 
  d) promozione, valorizzazione e scambio di conoscenze ed esperienze
sull'inclusione delle persone  con  disabilita'  con  le  istituzioni
italiane con le agenzie  nazionali  (protezione  civile,  vigili  del
fuoco, etc), ed internazionali di cooperazione  che  si  occupano  di
emergenza ed aiuti umanitari; 
 
  e) definizione di un progetto formativo  indirizzato  al  personale
che opera nel campo dell'emergenza  e  degli  aiuti  umanitari  nelle
iniziative di cooperazione; 
 
  f) avvio di iniziative di formazione e raccolta  dati  nel  settore
dell'emergenza   indirizzate   a   istituzioni,   societa'    civile,
organizzazioni internazionali, agenzie di cooperazione, etc. 
 
  AZIONE 4 
 
  Accessibilita' 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo amministrativo operativo. 
 
  Obiettivo 
 
  Migliorare pratiche e conoscenza in tema di accessibilita'. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a)  definizione  delle  procedure  di   verifica   e   monitoraggio
dell'applicazione  delle  Linee  guida  sull'accessibilita'   per   i
progetti finanziati dal MAECI; 
 
  b)   definizione   di    un    modulo    formativo    a    distanza
sull'accessibilita' per il personale che opera  nelle  iniziative  di
cooperazione e per i preposti alla sicurezza in servizio in Italia  e
all'estero in collaborazione con esperti di settore delle istituzioni
e della societa' civile e istituzioni; 
 
  c) definizione di un documento tecnico che illustra come  inserire,
in  una  proposta   progettuale,   le   azioni   atte   a   garantire
l'accessibilita'  dei   documenti   nei   formati   accessibili,   la
partecipazione alle riunioni etc. 
 
  AZIONE 5 
 
  Valorizzazione delle competenze ed esperienze della societa' civile 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo amministrativo operativo. 
 
  Obiettivo 
 
  Consolidare  conoscenza  e  sostenere  la  competenza  in  tema  di
disabilita'  da   parte   della   societa'   civile   e   delle   sue
organizzazioni. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a) promuovere la diffusione dei documenti prodotti dal MAECI  sulla
disabilita'  per  favorire  interventi  specificamente  diretti  alle
persone con disabilita', alle loro organizzazioni e alle loro reti  e
favorire il loro coinvolgimento nelle varie fasi di progetto; 
 
  b) promuovere azioni di coordinamento delle ONG, enti esecutori dei
progetti, per la realizzazione di iniziative a  livello  nazionale  e
regionale; 
 
  c) redigere un documento in cui si definisca cosa significa e quali
sono  gli  elementi  per  garantire  un  approccio  di   rete   nella
prospettiva del co-sviluppo; 
 
  d)  avviare  le  azioni  di   sensibilizzazione,   informazione   e
formazione indirizzate alla societa' civile; 
 
  e) raccogliere le pratiche appropriate italiane  sulla  disabilita'
utili a trasferire le soluzioni inclusive italiane  nei  progetti  di
cooperazione internazionale. 
 
  AZIONE 6 
 
  Coinvolgimento e valorizzazione delle imprese 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo amministrativo operativo. 
 
  Obiettivo 
 
  Creare reti di collaborazione con il mondo delle imprese in tema di
disabilita'. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a) individuazione di strategie che  favoriscano  il  coinvolgimento
del    mondo    imprenditoriale    per    le    attivita'    relative
all'accessibilita'  di  servizi,  edifici   e   trasporti,   contesti
lavorativi adeguati,  informazione  e  nuove  tecnologie  (diffusione
della Convenzione ONU, seminari formativi, pubblicazioni, etc.); 
 
  b) informazione  e  discussione  e  organizzazioni  di  eventi  sul
significato del «social business»; 
 
  c) organizzazione di eventi per favorire  la  collaborazione  e  la
messa in rete tra le imprese e la societa' civile nel  settore  della
disabilita'. 
 
  AZIONE 7 
 
  Coerenza delle politiche a livello  nazionale  e  internazionale  -
Agenda 2030 e Sustainable Development Goals (SDGs) 
 
  Tipologia di azione 
 
  interventi di tipo amministrativo generale e/o programmatico. 
 
  Obiettivo 
 
  Dare visibilita' e omogeneita' e consolidare la posizione  italiana
in tema di disabilita' sul piano internazionale. 
 
  Azioni specifiche 
 
  a) Redazione di studi settoriali sulla coerenza delle politiche nel
settore. 
 
  b) Implementazione di iniziative in linea con l'agenda 2030. 
 
  c) Allineamento dei progetti alla Convenzione ONU e agli SDGs. 
 
  d) Redazione di uno studio per indicare  come  le  strategie  e  le
policy  italiane  nel   settore   influiscono   sulle   pratiche   di
cooperazione internazionale e viceversa. 
 
  Indicazioni per tutte le azioni indicate 
 
  Soggetti Promotori 
 
  MAECI; Agenzia per la cooperazione allo sviluppo (AICS). 
 
  Soggetti collaboratori 
 
  Istituzioni  centrali;  OND;  Enti   locali;   Organizzazioni   Non
Governative (ONG); Organizzazioni delle  persone  con  disabilita'  e
altre  organizzazioni   del   terzo   Settore;   Onlus;   Fondazioni;
Federazioni; Imprese; Cooperative; Consorzi; Universita';  Centri  di
Ricerca. 
 
  Destinatari finali 
 
  Attori italiani che si occupano di disabilita'; Personale che opera
presso l'AICS e il MAECI; Personale che opera nelle  sedi  dell'AICS;
Esperti esterni dell'AICS; Societa' civile. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Alcune azioni non comportano esborsi e potranno  essere  realizzate
attraverso le risorse umane  del  MAECI,  dell'AICS  e  dei  soggetti
coinvolti indicati nell'elenco su riportato. Altre azioni  potrebbero
essere previste in un'ottica di un migliore  utilizzo  delle  risorse
per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal  Piano  di  Azione
Disabilita'  della  Cooperazione  in  un'ottica  di  "mainstreaming".
Alcune  azioni  potranno  avvalersi  di  nuovi  progetti   finanziati
dall'AICS nei paesi in cui opera. 
 
                             Capitolo 10 
 
                        LINEA DI INTERVENTO 8 
 
Sviluppo del sistema statistico e  del  monitoraggio  dell'attuazione
                           delle politiche 
 
  1. RACCORDO IL PRIMO PROGRAMMA D'AZIONE 
 
  Nel Programma Biennale d'Azione approvato  con  il  DPR  4  ottobre
2013, non c'era uno spazio specifico per il tema  in  oggetto  ma  di
fatto  i  compiti  dell'OND,   i   contenuti   dei   diversi   ambiti
programmatici e l'urgenza di un sistema di indicatori di monitoraggio
per l'attuazione della Convenzione ONU hanno suggerito di  aprire  un
focus  progettuale  specifico.  Per  inquadrare  la  problematica  si
propone un sintetico stato dell'arte dell'informazione  statistica  e
delle azioni di  sviluppo  promosse  nei  due  trienni  di  attivita'
dell'OND (2011-2016) L'informazione statistica sulla disabilita'  nel
corso degli ultimi anni ha conosciuto importanti sviluppi, frutto  di
un percorso articolato in diverse fasi progettuali ed operative,  che
hanno consentito di migliorare gli strumenti statistici  impiegati  e
il livello di copertura dei dati rispetto ai diversi ambiti  di  vita
delle  persone  con  disabilita'.   L'ampliamento   dell'informazione
statistica  ha   riguardato   principalmente   gli   aspetti   legati
all'inclusione e alla partecipazione sociale nei diversi ambienti  di
vita, come per esempio scuola, lavoro, vita sociale e  tempo  libero.
Sul  fronte  dell'innovazione  degli  strumenti  statistici  per   la
rilevazione  della  disabilita',  le  attivita'  svolte  sono   state
finalizzate  ad  una  prima  implementazione,   nelle   indagini   di
popolazione, di concetti propri dell'approccio  bio-psico-sociale  al
funzionamento umano e alla disabilita'. Il  processo  di  innovazione
avviato su  questo  fronte  e'  stato  condotto  parallelamente  alle
attivita' che l'ISTAT svolge  insieme  agli  Istituti  di  statistica
internazionali e con le organizzazioni internazionali che si occupano
del tema dell'inclusione sociale delle persone con disabilita' (OMS e
ONU). Si tratta di  un  percorso  di  crescita  che  ha  tra  le  sue
finalita' anche la  comparabilita'  internazionale  dell'informazione
statistica sulla disabilita'. L'implementazione  di  nuovi  strumenti
nelle rilevazioni statistiche getta le basi  per  ulteriori  sviluppi
metodologici e migliora le  prospettive  per  una  maggiore  qualita'
dell'informazione,  piu'  focalizzata  a  rispondere  alle   esigenze
conoscitive nelle  aree  dell'inclusione  sociale  individuate  nella
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilita'. 
 
  2. SCENARIO E OPZIONI GENERALI DI INTERVENTO 
 
  Una  delle  principali  novita',  sia  in  termini  di  ampliamento
informativo sia di  innovazione,  e'  rappresentata  dall'inserimento
nell'indagine ISTAT sulle condizioni di salute della  popolazione  di
un modulo sull'attivita' e la partecipazione  sociale  delle  persone
con disabilita'. Il  modulo  consente  di  documentare  con  maggiore
dettaglio l'interazione negativa tra condizioni di salute e  ambiente
di vita che causa restrizioni nelle seguenti aree: lavoro, istruzione
e formazione, mobilita' (uscire di  casa,  accedere  agli  edifici  e
utilizzare i mezzi di trasporto pubblici), relazioni  sociali,  tempo
libero e uso di internet. Il modulo introdotto e' innovativo  perche'
rappresenta un primo  tentativo  di  implementazione  nelle  indagini
statistiche dei concetti sulla disabilita' introdotti dall'ICF. Nello
specifico,  i  quesiti  inseriti  nel  modulo  ad  hoc   sono   stati
selezionati a partire da  quelli  proposti  da  EUROSTAT  nell'ambito
dell'indagine  europea  sulla  disabilita'.  I  quesiti  sono   stati
strutturati in maniera tale da evidenziare  le  barriere,  fisiche  e
culturali, che ostacolano il processo  di  inclusione  sociale  delle
persone con disabilita'. 
 
  Sempre  nell'ottica  di   ampliamento   delle   statistiche   sulla
disabilita' sono stati inseriti quattro quesiti sulla disabilita'  in
occasione del Censimento della popolazione, in particolare sono state
introdotte  nel  questionario  domande  finalizzate  a  rilevare   la
presenza di problemi di natura sensoriale (visto e udito), di  quelli
legati alla  mobilita'  e  alla  capacita'  di  concentrazione.  Tali
domande sono state sottoposte ad un campione di popolazione di  circa
40 milioni di italiani, si tratta  comunque  di  una  sperimentazione
effettuata per valutare la possibilita'  di  affrontare  il  problema
della  disabilita'  in  un  contesto  di  indagine  come  quello  del
censimento generale. In tema  di  inclusione,  un'altra  innovazione,
entrata  nella  produzione  corrente  dell'ISTAT,  e'   rappresentata
dall'indagine sugli alunni con disabilita' nelle  scuole  primarie  e
secondarie di primo grado. L'indagine  nelle  scuole  ha  fornito  un
quadro piu' dettagliato sulle tipologie di problemi che presentano  i
bambini,  e  sui  loro  livelli  di   partecipazione   grazie   anche
all'utilizzo della "check-list" dell'ICF-CY. Le informazioni raccolte
permettono di documentare il processo di  inclusione  messo  in  atto
nelle scuole, attraverso gli strumenti di  cui  si  sono  dotate  per
rispondere alle esigenze dei bambini con disabilita'. 
 
  In  particolare  viene  rilevata  la   continuita'   del   rapporto
alunno/docente di sostegno, la condivisione  del  percorso  didattico
con la famiglia, l'utilizzo di ausili e facilitatori didattici  e  la
partecipazione degli alunni con disabilita'  a  tutte  le  iniziative
didattiche  intraprese  dalla  classe  dentro  e  fuori  la   scuola.
L'intensa attivita'  di  produzione  statistica  di  questi  anni  ha
permesso  di  predisporre  un  "core"  di  indicatori  in  grado   di
monitorare gli obiettivi della  Convenzione  ONU  sui  diritti  delle
persone con disabilita'. Gli indicatori  selezionati  documentano  le
condizioni di salute,  l'attivita'  e  la  partecipazione  alla  vita
sociale delle persone con disabilita' a  partire  dai  dati  raccolti
attraverso  le  indagini  correnti  dell'ISTAT  sulla  popolazione  o
provenienti   dagli    archivi    amministrativi    della    Pubblica
amministrazione. I criteri di scelta delle fonti e  degli  indicatori
assicurano l'adeguatezza agli obiettivi in termini di:  affidabilita'
(qualita'  statistica),  pertinenza  (coerenza  con  gli  obiettivi),
efficacia  (adeguatezza  rispetto   agli   obiettivi),   periodicita'
(rispondenza rispetto alla periodicita'  delle  analisi).Il  core  di
indicatori che saranno prodotti correntemente forniscono  una  chiave
di analisi basata su confronti relativi,  cioe'  valutazioni  fondate
sul  confronto  delle  attivita'  e  della   partecipazione   sociale
osservate  nella  popolazione  con  disabilita'  rispetto  a   quelle
osservate, a parita' di condizioni (per  es.  genere  ed  eta'),  nel
resto della popolazione. L'ampliamento  dell'informazione  statistica
sperimentato in questi ultimi anni ha coinciso con  il  miglioramento
degli strumenti di diffusione agli utenti. In  particolare  e'  stato
predisposto  un  nuovo  sito  web,   arricchito   nei   contenuti   e
maggiormente orientato all'utenza, con l'obiettivo  di  aumentare  il
livello  di  fruibilita'  delle  informazioni  sul  Web.   Per   tale
finalita', sono stati predisposti degli ambienti organizzati per tema
per ognuno dei quali sono state rese disponibili diverse tipologie di
oggetti   (tavole    dati,    dati    multidimensionali,    metadati,
documentazione, informazioni sulla qualita' sulle  fonti,  vocabolari
controllati e "thesauri"). 
 
  L'interpretazione degli indicatori contenuti nel sito e'  agevolata
attraverso una sezione  di  glossario  specializzato  e  direttamente
associato ai contenuti informativi statistici. La  scelta  dei  nuovi
ambienti e delle nuove tecnologie e'  stata  preceduta  da  una  fase
intensa di analisi dei  criteri  di  accessibilita'  che  hanno  reso
possibile  notevoli  miglioramenti  su  questo  aspetto.  Una   parte
rilevante della sperimentazione e della ricerca  statistica  condotta
negli ultimi anni ha riguardato  la  disabilita'  nei  bambini  e  la
disabilita'  mentale  e  intellettiva.  Infatti,  il   quadro   sulla
disabilita' mostra ancora evidenti carenze  per  quanto  riguarda  la
disabilita' nei bambini e negli  adolescenti,  cio'  e'  attribuibile
agli strumenti di rilevazione statistica non adeguati per tale fascia
di  popolazione.  Per  colmare  questo  "gap"  e'   stato   inserito,
nell'indagine ISTAT sulle  condizioni  di  salute  della  popolazione
svolta nel 2013, un modulo sperimentale per rilevare la  presenza  di
disabilita' nella fascia di popolazione tra i 2 e i 17 anni di  eta'.
L'obiettivo della sperimentazione e' stato quello di testare  un  set
di quesiti in grado di  cogliere  le  difficolta'  nei  domini  della
comunicazione, mobilita', apprendimento, relazioni. Un altro  deficit
informativo attuale riguarda la disabilita' mentale  e  intellettiva,
infatti  anche  per  questa  tipologia  di  problema  gli   strumenti
statistici non  sono  completamente  adeguati  e  i  dati  di  natura
amministrativa colgono solo in parte tale condizione. Si tratta di un
deficit informativo  avvertito  a  livello  mondiale,  tanto  che  il
"Global  Mental  Action  Plan"  dell'Organizzazione  Mondiale   della
Sanita' (OMS) ha sentito la necessita'  di  individuare  tra  i  suoi
obiettivi anche il rafforzamento  dei  sistemi  informativi  e  delle
ricerche sulla  salute  mentale.  Su  questo  tema  e'  stata  svolta
un'ampia riflessione, a cominciare  dall'inquadramento  terminologico
per il quale  e'  stata  condotta  un'approfondita  ricognizione  sui
sistemi di classificazione adottati in tale  ambito  dalla  comunita'
scientifica internazionale. Le attivita' sono state  poi  focalizzate
sulle esperienze  gia'  avviate  a  livello  internazionale  e  sugli
strumenti utilizzati nelle rilevazioni sulla popolazione.  Lo  studio
si e' concretizzato con una proposta  di  quesiti  sulla  disabilita'
mentale e intellettiva da inserire  in  future  indagini  statistiche
sulla popolazione, previa sperimentazione attraverso "focus group"  e
"cognitive test". 
 
  Gran parte della dell'informazione statistica  e'  prodotta  grazie
all'utilizzo di archivi  amministrativi,  tale  strategia  e'  quella
utilizzata dai piu' moderni Istituti  di  statistica  europei,  dalla
quale ci si attende rilevanti sviluppi per il futuro.  Nel  solco  di
questa strategia di integrazione, in collaborazione  con  l'INPS,  e'
stata  condotta  una  sperimentazione  finalizzata  a  verificare  la
fattibilita' della costituzione di  un  archivio  delle  persone  che
hanno ricevuto una certificazione di  disabilita'  dalle  Commissioni
medico legali delle ASL. Le persone certificate, distinte per genere,
eta',   residenza,   tipologia   e   gravita'   della    disabilita',
costituiranno una lista anagrafica di partenza  per  le  indagini  di
popolazione e per la progettazione di studi e analisi statistiche. La
sperimentazione e' stata condotta nelle province della regione Marche
ed ha prodotto  risultati  positivi  che  incoraggiano  a  proseguire
l'esperienza fatta  in  altre  regioni  italiane.  In  dettaglio,  la
predisposizione di una lista anagrafica delle persone con disabilita'
consentirebbe di condurre delle indagini statistiche  campionarie  ad
hoc a partire da un universo noto, oppure di attivare altri  processi
di  integrazione  con  altri  archivi  di  tipo  amministrativo   e/o
statistico. L'implementazione di  questi  strumenti  rende  possibile
analizzare in maniera piu' puntuale il grado  di  inclusione  sociale
delle persone con disabilita', entrando in profondita' nelle  diverse
dimensioni  di  cui  si  compone   l'inclusione   sociale.   Inoltre,
l'anagrafe  costituisce  una  base  per  studi  longitudinali,   tipo
follow-up,  attraverso  l'integrazione  di  questo  archivio  con  le
indagini del sistema multiscopo condotte periodicamente dall'ISTAT. 
 
  Vanno poi fortemente considerati importanti elementi di novita' nel
quadro della statistica europea. La programmazione delle  statistiche
ufficiali da parte dell'ISTAT deve tener conto anche delle  direttive
tracciate da EUROSTAT e inserite nei Regolamenti europei. Per  quanto
riguarda  l'informazione  sulla   disabilita',   EUROSTAT   riconosce
l'esigenza di armonizzare le statistiche in ambito europeo  anche  al
fine di monitorare la Convenzione ONU.  A  tal  fine  le  statistiche
sulla disabilita' in futuro saranno cosi' strutturate: 
 
  1) Indagine europea sulla salute (EHIS): verra' condotta  ogni  sei
anni ed includera' un modulo sulla  disabilita'  oltre  ai  contenuti
gia' presenti nell'indagine relativi ai determinanti e allo stato  di
salute, alla disabilita', al ricorso ai servizi di cura. La  prossima
indagine e' prevista nel 2019 ma solo a  patire  dal  2024/2025  tale
indagine sara' sotto Regolamento e quindi  diventera'  vincolante  in
termini  di  contenuti  e  tempistiche  per  tutti  i  Paesi  membri.
Nell'indagine  del  2024/2025  si  sta  valutando  l'opportunita'  di
inserire altri moduli sulla disabilita' oltre a un  modulo  specifico
su salute e disabilita' nei bambini; 
 
  2) indagine su reddito e condizioni di vita  (SILC):  sara'  svolta
annualmente, prevede l'inclusione di 7  variabili  su  disabilita'  e
salute (stato  di  salute  percepito,  cronicita',  "Global  Activity
Limitation Indicator" (GALI), bisogni di cura non  soddisfatti).  Nel
2017  verra'  testato  un  modulo  aggiuntivo  che  includera'  altre
informazioni sulla salute (accesso ai servizi, qualita'  della  vita,
salute nei bambini, i quesiti dello "Short set" del "Washington Group
on   Disability").   Questo   modulo   aggiuntivo   sara'    inserito
nell'indagine ogni tre anni.  L'indagine  SILC  e'  gia'  attualmente
sotto Regolamento europeo. 
 
  Ancora sotto esame da parte dei Paesi membri e' l'introduzione  del
"Global Activity  Limitation  Indicator"  (GALI)  in  altre  indagini
europee sotto regolamento come per esempio l'indagine sulle Forze  di
Lavoro - il quesito potrebbe  essere  inserito  ogni  due  anni  -  e
l'indagine su "Information  Communication  Technologies"  (ICT).  Sul
versante del monitoraggio delle politiche, l'azione  dell'OND  si  e'
esplicata nel supporto alla predisposizione delle metodologie e degli
strumenti per la realizzazione delle  due  indagini  nazionali  utili
alla predisposizione della Relazione al  Parlamento  sullo  stato  di
attuazione delle Politiche per la disabilita'  in  Italia  (ai  sensi
della Legge 5 febbraio 1992, n. 104) e della Relazione al  Parlamento
sullo stato di attuazione della Legge 12 marzo 1999, n. 68 "Norme per
il diritto al lavoro dei disabili" - anni 2014­2015, entrambe  curate
dall'ISFOL. Il  supporto  al  processo  di  realizzazione  delle  due
indagini nazionali si e' concretizzato nella predisposizione di linee
guida e suggerimenti operativi per il loro miglioramento, rispetto  a
quelle realizzate negli anni precedenti, sia in termini di  copertura
della risposta dal parte degli  enti  preposti,  sia  in  termini  di
finalizzazione delle informazioni raccolte ai  fini  di  monitoraggio
delle politiche nel quadro della Convenzione ONU. 
 
  Al momento della redazione del presente testo le due indagini  sono
in corso, essendo la prima stata avviata ad aprile 2015 e la  seconda
il 4 luglio 2016. In relazione all'indagine utile alla  Relazione  al
Parlamento  sullo  stato  di  attuazione  delle  Politiche   per   la
disabilita' in  Italia  occorre  registrare,  nonostante  gli  sforzi
compiuti in seno all'OND e dall'ISFOL, una perdurante difficolta' nel
raggiungere una copertura il piu' possibile completa da  parte  delle
Amministrazioni centrali ed Enti pubblici, nonche'  delle  regioni  e
Province Autonome (in particolare alla  data  attuale  risultano  non
aver ancora completato la rilevazione 8 Ministeri ed Enti centrali  e
14 Regioni o Province Autonome). 
 
  Questa    situazione    richiede    di    ridefinire     l'apparato
tecnico-metodologico  sin  qui  utilizzato  per  la  raccolta   delle
informazioni,   prevedendo   un    maggior    coinvolgimento    delle
Amministrazioni interessate e valutando l'opportunita'  di  mantenere
l'indagine in oggetto  all'interno  del  Piano  statistico  nazionale
(Settore Salute, sanita' e assistenza sociale). 
 
  Il  quadro  del  monitoraggio  delle  politiche  cui  dovra'   fare
riferimento il prossimo Programma di azione  biennale  dovra'  tenere
conto altresi' di alcune importanti modifiche normative  recentemente
intervenute. In particolare si fa qui riferimento alle seguenti: 
 
  3) il Decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 151 Disposizioni di
razionalizzazione  e  semplificazione   delle   procedure   e   degli
adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre  disposizioni  in
materia di rapporto di lavoro  e  pari  opportunita',  in  attuazione
della Legge 10 dicembre 2014, n.  183,  nell'ambito  delle  modifiche
introdotte alla Legge 12 marzo 1999, n. 68, prevede che  al  fine  di
razionalizzare la  raccolta  sistematica  dei  dati  disponibili  sul
collocamento mirato, di semplificare gli adempimenti, di rafforzare i
controlli, nonche' di migliorare il  monitoraggio  e  la  valutazione
degli interventi di cui alla medesima Legge, nella Banca  dati  delle
politiche attive e passive di cui all'articolo 8 del Decreto-Legge 28
giugno 2013, n. 76, convertito,  con  modificazioni,  dalla  Legge  9
agosto 2013, n. 99, e' istituita, senza nuovi o maggiori oneri per la
finanza pubblica, una specifica sezione denominata  "Banca  dati  del
collocamento mirato"; nella banca dati dovranno confluire i prospetti
informativi  dei  datori  di  lavoro,  le  informazioni   circa   gli
accomodamenti  ragionevoli  adottati,  le  informazioni  relative  al
lavoratore disabile assunto ai sensi  della  68/99,  le  informazioni
relative   alle   sospensioni,   agli   esoneri   autorizzati,   alle
convenzioni, ai soggetti  iscritti  negli  elenchi  del  collocamento
obbligatorio, le schede del lavoratore di cui all'articolo 8, comma 1
della Legge, gli avviamenti effettuati; l'INPS alimentera'  la  Banca
dati con le informazioni relative agli  incentivi  per  i  datori  di
lavoro, l'INAIL con  le  informazioni  relative  agli  interventi  in
materia di reinserimento e di integrazione lavorativa  delle  persone
con disabilita' da lavoro, le Regioni e le Province Autonome  con  le
informazioni relative agli incentivi e alle agevolazioni  in  materia
di collocamento delle persone con disabilita' erogate sulla  base  di
disposizioni regionali. le informazioni  della  Banca  dati  potranno
essere integrate con quelle del Casellario  dell'assistenza,  di  cui
all'articolo 13 del Decreto-Legge 31 maggio 2010, n. 78,  convertito,
con modificazioni, dalla Legge 30 luglio 2010, n. 122; 
 
  4) il 25 giugno 2016 e' entrata in vigore la Legge 22 giugno  2016,
n. 112 "Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone
con disabilita' grave prive del sostegno familiare". Com'e'  noto  la
Legge  disciplina  misure  di  assistenza,  cura  e  protezione   nel
superiore  interesse  delle  persone  con  disabilita'   grave,   non
determinata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse  alla
senilita', prive di sostegno familiare in quanto mancanti di entrambi
i genitori o  perche'  gli  stessi  non  sono  in  grado  di  fornire
l'adeguato sostegno genitoriale.  A  tal  fine  essa  istituisce  uno
specifico Fondo per l'assistenza alle persone con  disabilita'  grave
prive del sostegno familiare.  La  medesima  Legge,  all'articolo  8,
stabilisce che il Ministro  del  Lavoro  e  delle  Politiche  Sociali
trasmette alle Camere, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione
sullo stato di attuazione delle disposizioni  della  stessa  Legge  e
sull'utilizzo delle risorse del Fondo. 
 
  Infine, sia pur  al  di  fuori  dell'attuale  programma  di  lavoro
dell'OND, si  segnala  l'opportunita'  di  indirizzare  e  supportare
operativamente l'azione di monitoraggio e valutazione  del  Programma
"Vita  indipendente.  Progetti  sperimentali  in  materia   di   vita
indipendente  ed  inclusione  nella  societa'   delle   persone   con
disabilita'", promosso dal Ministero del  Lavoro  e  delle  Politiche
Sociali, attualmente in corso di svolgimento a  cura  dell'ISFOL,  in
riferimento ai progetti finanziati a valere sull'annualita' 2013. 
 
  3. PROPOSTE PROGRAMMATICHE 
 
  AZIONE 1 
 
  Intervento normativo per assicurare l'integrabilita' degli  archivi
amministrativi contenenti dati sulla disabilita' 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo legislativo. 
 
  Obiettivo 
 
  Integrazione archivi  amministrativi  per  ampliare  l'informazione
statistica sulla disabilita'. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Gli sviluppi osservati  nella  statistica  ufficiale,  nazionale  e
internazionale,  prospettano  per  la  produzione   di   informazione
statistica un futuro basato sull'integrazione delle fonti,  molte  di
queste nate per finalita'  di  natura  amministrativa.  Oggi,  questa
strategia potrebbe essere facilmente perseguibile, grazie al processo
di digitalizzazione in atto nella  Pubblica  amministrazione.  Questa
prospettiva  lascia   intravedere   incoraggianti   opportunita'   di
miglioramento delle  statistiche  sulla  disabilita',  ma  queste  si
concretizzeranno   solo   se   le   Amministrazioni    programmeranno
adeguatamente i loro  flussi  informativi,  in  maniera  da  renderli
integrabili tra loro. L'obiettivo di questa  azione  dovrebbe  essere
quello di invitare le Amministrazioni a dare  attuazione  all'art.  2
comma 2 lett. c)  del  Decreto  del  Presidente  della  Repubblica  7
settembre 2010 n. 166 "Regolamento Recante il riordino  dell'Istituto
Nazionale di Statistica". 
 
  Soggetti promotori 
 
  Tutte le Amministrazioni pubbliche, centrali e locali. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa azione non sono necessarie risorse aggiuntive. 
 
  AZIONE 2 
 
  Intervento normativo per consentire il trattamento statistico delle
fonti INPS relative alla disabilita' 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo legislativo. 
 
  Obiettivo 
 
  Costruzione  di  un   archivio   anagrafico   delle   persone   con
disabilita'. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Predisposizione di un decreto che  consenta  il  trattamento  delle
fonti  e  affidi   all'INPS   la   manutenzione   e   l'aggiornamento
dell'archivio e agli Enti operanti nel Sistema  statistico  nazionale
l'utilizzo dei dati presenti nell'archivio a fini statistici. 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISTAT, INPS, Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per  questa  azione  sono  necessarie  risorse  aggiuntive  per  la
manutenzione e l'aggiornamento dell'archivio. 
 
  AZIONE 3 
 
  Attuazione proposte operative a seguito dello  studio  fattibilita'
disabilita' mentale e intellettiva 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo operativo (tecnico-metodologico). 
 
  Obiettivo 
 
  Predisposizione di strumenti statistici per la disabilita'  mentale
e intellettiva. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Questa  linea  di  azione  dovrebbe  promuovere  la  produzione  di
informazione  statistica  su   questa   tipologia   di   disabilita',
attraverso  l'integrazione  di  fonti   informative   esistenti,   la
progettazione di  nuovi  flussi  o  la  sperimentazione  del  set  di
quesiti, proposto nello  studio  di  fattibilita'  sulla  disabilita'
mentale e intellettiva, da inserire in future indagini statistiche di
popolazione. 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISTAT, Istituzioni Pubblica amministrazione, centrali, regionali  e
locali. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa  azione  e'  necessario  prevedere  lo  stanziamento  di
risorse economiche da impegnare per l'eventuale sperimentazione,  con
"focus group e/o cognitive test", di nuovi quesiti da inserire  nelle
indagini statistiche. 
 
  AZIONE 4 
 
  Messa a regime delle attivita' per la produzione  degli  indicatori
per il monitoraggio della Convenzione ONU e  prosecuzione  di  quelle
per la  diffusione  dell'informazione  statistica  sulla  disabilita'
(www.disabilitaincifre.it) 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo operativo (tecnico-metodologico). 
 
  Obiettivo 
 
  Assicurare  la  produzione  corrente  degli   indicatori   per   il
monitoraggio della Convenzione ONU. Mantenere, ampliare e  diffondere
la produzione di indicatori statistici sulla disabilita'. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Assicurare le condizioni per il funzionamento  delle  attivita'  di
aggiornamento e ampliamento del "datawarehouse" presente nel  sistema
informativo sulla disabilita' (www.disabilitaincifre.it) 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISTAT e Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa  azione  e'  necessario  prevedere  lo  stanziamento  di
risorse economiche da impegnare per la manutenzione e l'aggiornamento
del sito www.disabilitaincifre.it. 
 
  AZIONE 5 
 
  Ampliamento indagine scuole e predisposizione di una indagine sulle
famiglie per valutare la qualita' dell'istruzione 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo operativo (tecnico-metodologico). 
 
  Obiettivo 
 
  Analisi dell'inclusione scolastica degli alunni con  disabilita'  e
del livello di soddisfazione delle famiglie. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Progettazione ed  esecuzione  dell'ampliamento  dell'indagine  alle
scuole secondarie di secondo grado e progettazione  di  una  indagine
sulle famiglie, finalizzata  a  conoscere  il  loro  punto  di  vista
sull'esperienza fatta dai figli. 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISTAT e MIUR. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa  azione  e'  necessario  prevedere  lo  stanziamento  di
risorse economiche per l'esecuzione dell'indagine statistica. 
 
  AZIONE 6 
 
  Sviluppo di indagini e produzione di  indicatori  statistici  sulla
condizione delle persone con disabilita' in contesti specifici 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo operativo (tecnico-metodologico). 
 
  Obiettivo 
 
  Documentare le condizioni di vita delle persone con disabilita'  in
particolari contesti a rischio di esclusione. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Progettazione  ed  esecuzione   di   indagini   specifiche   o   di
integrazione di archivi amministrativi finalizzate a  documentare  le
condizioni di vita  delle  persone  con  disabilita'  in  particolari
contesti  a  rischio,  quali  ospedali  e  strutture  di  detenzione.
Introduzione di un quesito sulle limitazioni funzionali nell'indagine
ISTAT  sulle  forze  di  lavoro,  per  consentire  di  produrre   gli
indicatori di occupazione in linea con le definizioni internazionali. 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISTAT, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Universita',
Centri di ricerca, Organizzazioni delle persone con disabilita'. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa  azione  e'  necessario  prevedere  lo  stanziamento  di
risorse  economiche  da  impegnare  per  l'esecuzione   di   indagini
specifiche. 
 
  AZIONE 7 
 
  Predisposizione di interventi normativi e tecnici per  attivare  un
sistema informativo sull'istituto dell'amministrazione di sostegno 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento di tipo legislativo e operativo (tecnico-metodologico). 
 
  Obiettivo 
 
  Produzione    di    dati    sul     funzionamento     dell'istituto
dell'amministrazione di sostegno. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Sulla base dei risultati dello studio  di  fattibilita'  si  dovra'
progettare con la collaborazione di  tutti  gli  enti  competenti  un
flusso informativo ad hoc che sia in grado  di  fornire  informazioni
utili per monitorare l'istituto dell'amministrazione di sostegno. 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISTAT, Ministero del lavoro e delle  politiche  sociali,  Ministero
della giustizia, Tribunali, Regioni. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa  azione  e'  necessario  prevedere  lo  stanziamento  di
risorse economiche da  impegnare  per  l'implementazione  del  flusso
informativo. 
 
  AZIONE 8 
 
  Sviluppo  del  sistema  informativo  utile  al  monitoraggio  delle
politiche  di   livello   nazionale   e   regionale   rilevanti   per
l'applicazione della convenzione 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento operativo (tecnico-metodologico). 
 
  Obiettivo 
 
  Raccogliere  e  rendere  disponibili  ai  soggetti  interessati  le
informazioni utili alla predisposizione della Relazione al Parlamento
sullo stato di attuazione  delle  Politiche  per  la  disabilita'  in
Italia. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Costruzione   di   un   sistema   informativo   finalizzato    alla
archiviazione  e  sistematizzazione  delle   informazioni   utili   a
descrivere programmi, misure e  interventi  di  livello  nazionale  e
regionale rilevanti per l'applicazione della convenzione. Il  sistema
informativo potra' essere alimentato sia con indagini per la raccolta
di  informazioni  qualitative  e  quantitative,  sia  dalla  gestione
condivisa di archivi informatizzati e banche dati dedicate. 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISFOL, ISTAT, Ministero  del  lavoro  e  delle  politiche  sociali,
Regioni e Province  Autonome,  Parti  sociali,  Organizzazioni  delle
persone con disabilita'. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa  azione  e'  necessario  prevedere  lo  stanziamento  di
risorse  economiche  da  destinare  alla  costruzione   del   sistema
informativo. 
 
  AZIONE 9 
 
  Supporto alla predisposizione della  Banca  dati  del  collocamento
mirato e indicazioni utili alla Relazione al Parlamento  sullo  stato
di attuazione della Legge 12 marzo 1999, n. 68 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento operativo (tecnico-metodologico). 
 
  Obiettivo 
 
  Fornire  indicazioni  per  la  progettazione,  l'implementazione  e
l'utilizzo della Banca dati del collocamento mirato. Fornire supporto
alla elaborazione  della  Relazione  al  Parlamento  sullo  stato  di
attuazione della Legge 12 marzo 1999, n. 68. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Progettazione dell'articolazione della Banca dati del  collocamento
mirato e dei flussi informativi funzionali al suo popolamento e  alla
sua gestione a regime. Predisposizione di linee guida e  suggerimenti
operativi per l'analisi delle informazioni fornite dalla banca  dati,
in ordine alla predisposizione della Relazione  al  Parlamento  sullo
stato di attuazione della Legge 12 marzo 1999, n. 68. Identificazioni
di fonti informative integrative rispetto alla banca dati. 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISFOL, ISTAT, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, INPS,
INAIL, Regioni e Province  Autonome,  Parti  sociali,  Organizzazioni
delle persone con disabilita'. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa  azione  e'  necessario  prevedere  lo  stanziamento  di
risorse economiche da destinare alla identificazione e al trattamento
delle informazioni provenienti da fonti informative integrative. 
 
  AZIONE 10 
 
  Supporto alla predisposizione della Relazione al  Parlamento  sullo
stato di attuazione della Legge 22 giugno 2016, n. 112  "Disposizioni
in materia di assistenza in  favore  delle  persone  con  disabilita'
grave prive del sostegno familiare. 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento operativo (tecnico-metodologico). 
 
  Obiettivo 
 
  Fornire indicazioni  per  la  predisposizione  della  Relazione  al
Parlamento sullo stato di attuazione della Legge 22 giugno  2016,  n.
112. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Predisposizione  di  linee  guida  e  suggerimenti  operativi   per
l'analisi  delle  informazioni  utili  alla   predisposizione   della
Relazione al Parlamento sullo stato  di  attuazione  della  Legge  22
giugno 2016, n. 112. 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISFOL, ISTAT, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, INPS,
Regioni e Province  Autonome,  Parti  sociali,  Organizzazioni  delle
persone con disabilita'. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa azione non e' necessario prevedere  lo  stanziamento  di
risorse economiche. 
 
  AZIONE 11 
 
  Monitoraggio  e  valutazione  del  Programma  "Vita   indipendente.
Progetti sperimentali in materia di vita indipendente  ed  inclusione
nella societa' delle persone con disabilita'" 
 
  Tipologia di azione 
 
  Intervento operativo (tecnico-metodologico). 
 
  Obiettivo 
 
  Supporto allo svolgimento del monitoraggio e della valutazione  del
Programma "Vita indipendente. 
 
  Azioni specifiche 
 
  Predisposizione  di  linee  guida  e  suggerimenti  operativi   per
l'analisi delle informazioni raccolte nel  quadro  dell'attivita'  di
monitoraggio e valutazione dei progetti  finanziati  a  valere  sulle
annualita'  2014,  2015  e  2016.  Raccolta  delle   informazioni   e
costruzione di un sistema informativo dedicato. 
 
  Soggetti promotori 
 
  ISFOL, ISTAT, Ministero  del  lavoro  e  delle  politiche  sociali,
Regioni e Province  Autonome,  Parti  sociali,  Organizzazioni  delle
persone con disabilita'. 
 
  Sostenibilita' economica 
 
  Per questa  azione  e'  necessario  prevedere  lo  stanziamento  di
risorse economiche per lo svolgimento dell'attivita'  di  rilevazione
delle informazioni.