Art. 6. Legame con l'ambiente I principali fattori che determinano un forte legame tra la Provola dei Nebrodi ed il suo territorio di origine sono: 1. l'alimentazione degli animali con essenze foraggere spontanee e coltivate, prevalentemente al pascolo, tipiche delle aree montane del Massiccio Nebroideo; 2. gli usi costanti e leali dei processi tradizionali di caseificazione e stagionatura tramandati da generazioni, ed in particolare: a. l'uso di latte crudo con la sua microflora autoctona (non e' consentito l'uso di innesti allogeni commerciali); b. l'uso di attrezzature in legno che attraverso la formazione di specifici Biofilm consentono uno sviluppo spontaneo della microflora casearia autoctona, fondamentale per i processi di acidificazione della cagliata e per il suo corredo enzimatico dopo l'autolisi; c. l'abilita' e la saggezza dei casari nel governare i processi tradizionali di trasformazione casearia generando nel tempo anche due specificita' uniche: la Provola dei Nebrodi con Limone Verde e la Provola dei Nebrodi Sfoglia. Quest'ultima e' frutto di una lavorazione piu' accurata e specifica sia nella fase di rottura della cagliata che durante la filatura, nonche' per i successivi excursus termici e igrometrici durante i processi di maturazione, strettamente correlati alle condizioni ambientali naturali dei locali di stagionatura. A seguito di ulteriori proteolisi, riduzione sia del pH che dell'umidita', le provole possono presentare delle fessurazioni tra i fasci delle lunghe fibre caseiniche allineate parallelamente, evidenziando una struttura lamellare, che viene definita dai casari e dagli stagionatori a «Sfoglia». Caratteristica questa di grande pregio, che rende unica la provola dei Nebrodi di grandi dimensioni e particolarmente apprezzata sia dai produttori che dai consumatori; d. la scelta dei casari, di produrre provole di grandi dimensioni, pesi che possono arrivare anche a 10 Kg, per affrontare lunghe stagionature, anche oltre l'anno, e' storicamente dettata anche dai periodi, a volte lunghi, di difficolta' nel raggiungere i mercati (inverni nevosi, con condizioni climatiche particolarmente avverse nelle montagne Nebroidee). Condizioni che rendono la Provola dei Nebrodi l'unica provola siciliana che si stagiona cosi' a lungo; e. la cura della Provola dei Nebrodi durante i processi di stagionatura differenziandoli rispetto alla tipologia di prodotto finale; 3. le condizioni macro e micro-climatiche del territorio dei Nebrodi che determinano gran parte dei sistemi produttivi; 4. un complesso profilo aromatico sempre piu' marcato all'avanzare della stagionatura derivante dalle produzioni foraggere autoctone e dai processi enzimatici del latte crudo, del caglio e dalla microflora filo-casearia autoctona, che garantiscono al prodotto ottenuto con sistemi eco-sostenibili e nel rispetto dell'ambiente, un elevato tasso di Bio-diversita'. I monti Nebrodi occupano la posizione centrale della catena montuosa settentrionale della Sicilia, caratterizzati dalla dolcezza dei rilievi dovuta alla presenza di rocce argillose e arenarie di formazione terziaria. Il massiccio Nebroideo presenta un tripudio di boschi lussureggianti, vallate, laghi e corsi d'acqua, dove ancora oggi, insieme ad una fitta vegetazione d'alto fusto, ingloba pascoli montani naturali, essenze arbustive e spazi incontaminati di macchia mediterranea. Il clima e' caratterizzato da inverni lunghi ed abbastanza rigidi ed estati miti e non afose. La piovosita' oscilla dai 500 ai 1400 mm e le temperature medie annue sono di 12-14°C con notevole oscillazioni tra l'inverno ed il periodo estivo in cui difficilmente si superano i 25-28°C. La neve e la nebbia sono abbastanza frequenti e creano il giusto grado di umidita' per il bosco e per le produzioni foraggere del sottobosco. La caratterizzazione della Provola dei Nebrodi e' fortemente correlata alla vocazione territoriale del Massiccio Nebroideo verso la produzione di prati permanenti e pascoli che ha determinato nei secoli, un intenso sviluppo dei sistemi di allevamento di tipo estensivo, in cui la principale fonte di approvvigionamento alimentare per gli animali e' rappresentata dal pascolo di essenze foraggere spontanee permanenti ed annuali (autoctone) e da erbai coltivati (principalmente di sulla-trifoglio, veccia-trifoglio e cereali minori, nonche' dalle essenze pabulari del sottobosco nonche' dai residui secchi dei prati e dei pascoli. Disponibilita' foraggera che varia nello spazio (diverse altitudini) e nel tempo (stagioni delle piogge e secche), nonche' nei periodi invernali nevosi in cui gli animali vedono ridursi o azzerarsi le possibilita' di pascolamento. Sia i prati permanenti che gli erbai spontanei e coltivati oltre che al pascolo vengono destinati alla produzione di fieni, da integrare nella razione alimentare al fine di contribuire a soddisfare i fabbisogni nutritivi degli animali. Innumerevoli ricerche sono state sviluppate nell'ultimo trentennio, al fine di caratterizzare i pascoli naturali del territorio dei Nebrodi, in funzione delle quote altimetriche, ed anche rispetto a specifiche nicchie ecologiche al fine di documentare l'importanza e la complessita' pabulare dei pascoli dei Nebrodi. Le famiglie botaniche piu' rappresentate sono oltre 25 con piu' di 120 specie identificate (alta bio-diversita' naturale) e con una netta prevalenza in tutti gli ambienti di graminacee, leguminose e composite che rappresentano anche gli indici di frequenza piu' elevati. Lo sviluppo del comparto zootecnico e' avvenuto in condizioni talvolta difficilissime, ma reso possibile grazie alla combinazione di risorse foraggere distribuite nel tempo, e soprattutto, nello spazio, generata dalla complementarieta' fra periodi di disponibilita' di foraggio nelle aree montane e nelle aree collinari. L'importanza del pascolo sulle qualita' organolettiche, aromatiche e salutistiche della Provola dei Nebrodi e' stato studiato da diversi ricercatori da oltre un decennio, da cui si evince la presenza di aldeidi alifatiche e terpeni, (correlati, questi ultimi, alle essenze foraggere ingerite dagli animali e non ad una origine microbica) a dimostrazione del legame tra l'alimentazione al pascolo ed il profilo aromatico della Provola dei Nebrodi. L'effetto positivo del pascolo e' riscontrabile anche nel contenuto in CLA, Acido Linoleico Coniugato (C18:2 C9 T11 ), per le sue proprieta' salutistiche per l'uomo. Il livello di CLA aumenta nei formaggi quando sono ottenuti da latte crudo prodotto da animali al pascolo. Ne deriva che la Provola dei Nebrodi, cosi come atteso, risulta essere tra i formaggi con le piu' alte proprieta' salutistiche, con valori di CLA, ed anche di α tocoferolo e β carotene ben superiori alla media. L'unicita' della Provola dei Nebrodi, gia' evidenziata dagli scritti del Sacerdote Gaetano Salomone del 1870 e del 1872, ne «Il Manuale Teorico-Pratico D'Agricoltura e Pastorizia, adattato all'Intelligenza popolare delle persone del circondario di Mistretta», cosi' come dallo storico Antonino Uccello nel 1980, in Bovari, Pecorai, Curatuli: Cultura casearia in Sicilia, ed ancora da Giuseppe Martorana in «I Vistiamara» 1988, oltre che dall'effetto delle essenze pabulari spontanee e coltivate del territorio di origine deriva dagli usi costanti e leali che l'uomo, il casaro, da generazioni adotta nei processi di caseificazione e di stagionatura. Il Casaro. L'esperienza ed il saper fare del casaro e' certamente uno dei fattori determinanti per la qualita' del prodotto finale. L'applicazione di sistemi tradizionali di trasformazione casearia impone la complessa gestione di molteplici processi naturali, biologici, non standardizzati, (ad es. tempi di coagulazione, di acidificazione della cagliata, di filatura), per cui il casaro e' chiamato, quotidianamente, a valutare ogni processo ed intervenire in funzione delle condizioni macro e micro-climatiche ambientali, cosi' come della qualita' del latte crudo utilizzato, fattori tutti riconducibili al territorio di origine. L'abilita' e la saggezza dei casari hanno nel tempo generato inoltre due specificita' uniche della Provola dei Nebrodi, la provola Sfoglia e la provola al Limone Verde. Microflora Spontanea Filo-Casearia. Nel disciplinare di produzione della Provola dei Nebrodi non e' previsto l'uso di starter culture commerciali, per cui tutti i processi di acidificazione sono affidati allo sviluppo spontaneo della microflora casearia autoctona, quindi correlata al territorio di origine, derivante dall'ambiente, dal latte crudo, dai Biofilm insediatosi nelle attrezzature in legno, quali la tina di legno, la ruotula, u piddiaturi, la manuvedda, il tavuliere. Di particolare rilevanza i Biofilm colonizzanti le tine di legno, che rilasciano in pochi minuti un'eccellente e complessa microflora filo-casearia spontanea. Attivita' microbica che oltre ai processi di acidificazione contribuisce, grazie ai loro enzimi rilasciati dopo l'autolisi, alla formazione del profilo aromatico del prodotto finale. In questo processo contribuiscono anche gli enzimi lipolitici e proteolitici derivanti dai cagli in pasta. Gli ambienti di Stagionatura, freschi e ventilati correlati alle condizioni climatiche delle aree montane dei Nebrodi, accompagnano la maturazione della Provola dei Nebrodi durante i diversi mesi di stagionatura, contribuendo a determinarne il profilo strutturale ed aromatico. Ne deriva che la Provola dei Nebrodi e' un formaggio caratterizzato da un flavour marcato. Le ricerche scientifiche confermano un profilo aromatico complesso composto da oltre 60 componenti volatili e da innumerevoli sentori correlati alla presenza di acidi, alcol, esteri, chetoni, prodotti sulfurei, ed alle gia' citate aldeidi alifatiche e terpeni, che si evolvono durante i processi di stagionatura. Dalle analisi sensoriali effettuate a diversi mesi di stagionatura, si evince che diversi attributi presentano valori significativi, tra cui il colore e l'aroma, caratterizzato anche da note di butirrico, verde-erbaceo, floreale, fieno, ad ulteriore testimonianza del legame con il territorio di origine, ed in particolare agli ecosistemi «pascoli, animali, processi di trasformazione casearia ed ambienti di stagionatura.