(Disciplinare-art. 7)
                               Art. 7. 
                    Legame con la zona geografica 
 
    La coltivazione dell'olivo nell'area in esame, che e' stata culla
della civilta' etrusca, risale ai tempi lontani. Qui  l'olivo  cresce
spontaneo, tanto da far conferire a  questa  zona  l'attribuzione  di
toponimi rimasti ancora in uso, quale «Poggio  Olivastro».  Gia'  gli
etruschi,  come  testimoniano  le  raffigurazioni  vascolari  e   gli
affreschi nelle tombe, ne raccoglievano  i  frutti  facendoli  cadere
percuotendo i rami con lunghi bastoni. 
    Gli olivi secolari che raggiungono grandi e maestose  dimensioni,
simili a quelle delle querce, testimoniano l'antica tradizione  della
popolazione locale verso la cultura dell'olivo e  caratterizzano  con
la loro colorazione verde argento il paesaggio dolcemente  collinare.
In epoca piu' recente il territorio di canino e' stato  latifondo  di
proprieta' del Principe Torlonia fino agli anni '50  quando,  con  la
riforma fondiaria,  furono  assegnate  le  terre  ai  contadini.  Con
l'avvento  della  riforma  agraria  l'olivicoltura   ha   una   forte
espansione;  infatti  in  breve  i  nudi  terreni  del  latifondo  si
trasformano in verdeggianti distese di nuovi oliveti. 
    Successivamente,  negli  anni  '60  e'  iniziata  la  svolta   in
olivicoltura con l'introduzione di oliveto specializzato intensivo. 
    Solo a Canino con tale sistema sono stati impiantati  694  ettari
di oliveto. 
    Nel 1965, su iniziativa dell'Ente Maremma, e'  stato  promosso  e
costituito  l'oleificio  sociale  cooperativo  di  Canino.  Di   tale
cooperativa fanno parte attualmente circa  1140  soci  che  producono
oltre il 60% dell'intera produzione della zona. 
    Canino, culla della civilta'  etrusca,  deve  la  sua  notorieta'
all'olivo che da sempre  costituisce  parte  fondamentale  della  sua
economia. Borgo di origine etrusca, Canino fece parte nel  medio  Evo
degli stati della Chiesa. Passo' poi sotto il dominio del  Ducato  di
Castro. Tornato in possesso dei Papi, nell'anno 1808 fu  concesso  in
feudo a Luciano Bonaparte che  abito'  nel  palazzo  fatto  costruire
dalla famiglia Farnese. Lo stemma di Canino e'  rappresentato  da  un
cane che allude alla localita'  e  dai  tre  gigli  dei  Farnese.  La
diffusione dell'olivo  e'  stata  facilitata  dal  fatto  che  l'olio
prodotto a Canino e' di qualita' rinomata e conosciuta da sempre  sui
mercati oleari. Canino con il suo olio e' stato protagonista  di  una
grande ricerca epidemiologica degli anni '70,  progettata  e  diretta
dal prof. Ancel Keys insieme con altri ricercatori, i  cui  risultati
hanno dimostrato come le popolazioni rurali di Canino, che  consumano
abitualmente l'olio extravergine di oliva prodotto nel  posto,  siano
piu' protette dal  rischio  di  trombosi  rispetto  alle  popolazioni
finlandese e americana che normalmente consumano  grassi  di  origine
animale.  La  tradizione  popolare  ha  inciso  sulla  valorizzazione
dell'olio  extravergine  di  Canino  mediante  la  Sagra  dell'olivo,
manifestazione paesana che  si  svolge  ogni  anno  il  giorno  8  di
dicembre. La prima edizione risale al 1939. Oltre a far conoscere  la
pregiata qualita' dell'olio, tale manifestazione e' luogo di incontri
e  conferenze  dei  migliori   esperti   in   campo   tecnologico   e
nutrizionale. Dal 1989 al 1993, l'Oleificio  sociale  cooperativo  di
Canino,  insieme  con  l'Ente  di  Sviluppo  Agricolo  Regionale,  ha
condotto un attento  lavoro  di  caratterizzazione  della  produzione
oleicola locale. Lo  stesso  Oleificio  ha  collaborato  con  i  piu'
importanti  Enti  di  ricerca  che  si  interessano  dello   sviluppo
dell'olivicoltura e delle tecniche di trasformazione delle olive. 
    L'olio extravergine di oliva «Canino» DOP si contraddistingue sia
per il forte legame con l'areale di produzione di cui all'art. 3, che
incide  in  modo  univoco   sulle   peculiarita'   organolettiche   e
qualitative del prodotto, che per la sua secolare reputazione. 
    Le  caratteristiche  pedo-climatiche  della  zona   quali   suoli
vulcanici con ph compreso tra 6,5 e 7,5, temperatura media annuale di
15-16°C che risente  della  brezza  marina  del  litorale  viterbese,
piovosita' intorno ai 600-800 mm/anno, determinano significativamente
la qualita' dell'olio  «Canino»  che  si  presenta:  armonico  e  mai
squilibrato,  fruttato  medio  con   note   erbacee   e/o   carciofo,
leggermente amaro tendente al piccante. 
    Nell'areale l'olivo non rappresenta solo una  risorsa  produttiva
ma anche un elemento che caratterizza  l'identita'  paesaggistica  ed
ambientale del territorio; gli esperti olivicoltori e frantoiani sono
stati   in   grado   adeguare   ed   ammodernare   le   tecniche   di
coltivazione/trasformazione,  traendo,  sempre,  dall'olio   qualita'
uniche ed apprezzate da sempre dai consumatori piu' esigenti.