(Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Il Comune di Manduria (Taranto), i cui organi elettivi sono stati
rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 e 27 maggio 2013,
presenta forme di ingerenza da parte della  criminalita'  organizzata
che  compromettono  la  libera   determinazione   e   l'imparzialita'
dell'amministrazione nonche' il buon andamento  ed  il  funzionamento
dei servizi  con  grave  pregiudizio  per  l'ordine  e  la  sicurezza
pubblica. 
    All'esito  di  un'indagine  di  polizia  giudiziaria   denominata
«Impresa» coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce,
il giudice per le indagini  preliminari  del  locale  Tribunale,  con
ordinanza del  4  luglio  2017,  ha  disposto  ventisette  misure  di
custodia cautelare nei confronti di soggetti indagati,  tra  l'altro,
per associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico e  spaccio  di
sostanze stupefacenti ed altri gravi reati. Tra i  destinatari  della
menzionata misura cautelare figurano un  consigliere  del  Comune  di
Manduria ed un assessore dello stesso ente successivamente dimessisi. 
    In  relazione  a  tali  vicende  ed  al  fine  di  verificare  la
sussistenza di forme di  condizionamento  e  di  infiltrazione  delle
locali consorterie  nell'amministrazione  comunale,  il  prefetto  di
Taranto, con decreto del 23 agosto 2017,  successivamente  prorogato,
ha disposto l'accesso presso il suddetto comune, ai  sensi  dell'art.
143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli
accertamenti di rito. 
    Successivamente, con decreto del Presidente della Repubblica  del
17 ottobre 2017, a seguito delle  dimissioni  rassegnate  da  tredici
consiglieri su ventiquattro assegnati all'ente, e' stato disposto  lo
scioglimento dell'organo consiliare  con  contestuale  nomina  di  un
commissario straordinario  per  la  provvisoria  amministrazione  del
comune,  ex  art.  141,  comma  1,  lettera  b),  n.  3  del  decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 
    Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie  conclusioni,   sulle   cui
risultanze il prefetto di Taranto, sentito nella seduta del 13  marzo
2018 il comitato provinciale per l'ordine e  la  sicurezza  pubblica,
integrato con la  partecipazione  del  procuratore  della  Repubblica
della Direzione distrettuale antimafia di  Lecce  e  del  procuratore
della  Repubblica  presso  il  Tribunale  di  Taranto,  ha  trasmesso
l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente
proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e
rilevanti  elementi  su  collegamenti  diretti  ed  indiretti   degli
amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso
e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i
presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143
del decreto legislativo n. 267/2000. 
    Il Comune di Manduria si colloca in un'area caratterizzata  dalla
storica presenza di organizzazioni criminali profondamente radicate e
attive, tutte appartenenti alla sacra corona unita. 
    La menzionata operazione giudiziaria ha messo in  luce  i  metodi
attraverso  i  quali  agisce  una  nuova  organizzazione   criminale,
anch'essa riconducibile alla  sacra  corona  unita,  che,  attraverso
estorsioni,   voto   di    scambio    elettorale    politico-mafioso,
infiltrazione nella gestione di appalti pubblici nonche'  traffico  e
spaccio di stupefacenti si impone sull'imprenditoria, sui commerci  e
sulla politica locale. 
    I lavori svolti  dalla  commissione  d'indagine  hanno  preso  in
esame, oltre alla generale gestione dell'amministrazione comunale, la
cornice criminale ed il locale contesto ambientale,  con  particolare
riguardo  ai  rapporti   tra   gli   amministratori   e   le   locali
organizzazioni criminali ed hanno  evidenziato  come  l'uso  distorto
della cosa pubblica si e'  concretizzato,  nel  tempo,  nel  favorire
soggetti o imprese  collegati,  direttamente  od  indirettamente,  ad
ambienti malavitosi, per l'esistenza di una fitta ed  intricata  rete
di cointeressenze, amicizie e frequentazioni che lega esponenti delle
locali  consorterie  criminali  o  soggetti  ad  esse  contigui  agli
amministratori  locali  alcuni  dei  quali,  peraltro,   gravati   da
pregiudizi penali o di polizia. 
    La relazione della commissione d'indagine, avvalendosi anche  del
materiale acquisito nel corso delle indagini esperite dalla Direzione
distrettuale antimafia di Lecce, pone in  rilievo,  dettagliatamente,
il ruolo determinante esercitato nelle  consultazioni  amministrative
del maggio del 2013 dalla criminalita' organizzata ed in  particolare
dal locale capo  cosca  rivelatosi  determinante  per  l'elezione  di
candidati riconducibili alla locale organizzazione criminale. 
    La relazione del prefetto, nell'analizzare il profilo dei diversi
amministratori comunali si  sofferma  sulla  figura  del  sindaco  in
relazione al quale evidenzia che,  fonti  tecniche  di  prova,  hanno
rivelato  che  lo  stesso  ha  richiesto  all'amministratore  di  una
societa' aggiudicataria di un appalto di lavori  l'assunzione  di  un
noto pregiudicato esponente della locale compagine mafiosa. 
    Le risultanze della menzionata indagine giudiziaria hanno inoltre
evidenziato che ad un assessore  comunale  -  che  riveste  un  ruolo
rilevante all'interno dell'associazione  criminale,  ed  e'  indicato
quale emissario del locale capo mafia - e' riconosciuto il compito di
garantire gli interessi della criminalita' organizzata. 
    Rilievi in parte analoghi sono emersi in relazione ad una vicenda
di scambio elettorale politico-mafioso che ha  interessato  un  altro
amministratore locale, per la cui elezione alla carica di  presidente
del  consiglio  e'  intervenuto,  in  maniera  decisiva,  il   citato
personaggio   apicale   della   locale   cosca,   minacciando   gravi
ripercussioni nei confronti degli altri consiglieri comunali  qualora
il «suo» candidato non fosse stato eletto presidente. 
    Il condizionamento ambientale esercitato in quel territorio dalla
criminalita' organizzata e' chiaramente evidente nella vicenda che ha
interessato un altro consigliere  comunale,  coinvolto  nella  citata
indagine giudiziaria per favoreggiamento personale il quale,  escusso
dalla  polizia  giudiziaria,  non  ha  riferito  di  aver  subito  un
tentativo di estorsione per furto di auto  per  il  quale  ha  invece
dichiarato di avere chiesto aiuto, attraverso un suo familiare,  alla
locale organizzazione criminale. 
    Elementi univoci che attestano  significativamente  il  grado  di
compromissione dell'azione amministrativa e le  ingerenze  esercitate
da soggetti riconducibili  ad  ambienti  controindicati  sono  emersi
dall'esame della procedura di concorso per l'assegnazione di  alloggi
di edilizia residenziale pubblica. 
    Al  riguardo  e'  stato  rilevato   che   il   citato   assessore
destinatario dell'ordinanza cautelare e altri amministratori comunali
si sono adoperati per agevolare l'assegnazione di un alloggio  ad  un
soggetto legato sentimentalmente ad un esponente della  sacra  corona
unita. 
    La commissione d'indagine, anche sulla scorta delle ricostruzioni
e delle imputazioni rilevate in sede  penale,  evidenzia  che  l'iter
istruttorio  della  citata  procedura  di   assegnazione   e'   stato
caratterizzato da molteplici irritualita' ed omissioni  tutte  volte,
inequivocabilmente, a favorire la posizione del citato assegnatario. 
    Peraltro  l'amministrazione  comunale,  anche  dopo  l'intervento
della Guardia di Finanza che evidenziava  irregolarita'  ed  anomalie
nella procedura in questione, tutte  finalizzate  ad  assicurare  una
posizione utile in graduatoria alla menzionata assegnataria, ha  dato
corso ad un irrituale riesame della sola  posizione  della  candidata
riconducibile ad ambienti controindicati che, all'esito finale  della
procedura,  risultera'   assegnataria   dell'alloggio   di   edilizia
residenziale pubblica. 
    Altra  vicenda  sintomatica  del  condizionamento  dell'attivita'
amministrativa e' quella concernente l'occupazione di suolo  pubblico
e l'installazione di strutture mobili da parte del  titolare  un  bar
situato  di  fronte  al  palazzo  municipale  e  destinatario   della
menzionata ordinanza di  custodia  cautelare  per  il  reato  di  cui
all'art. 416-bis, in quanto  facente  parte  di  un  associazione  di
stampo mafioso. 
    Al riguardo fonti  tecniche  di  prova  documentano  un  incontro
avvenuto all'interno della casa comunale  tra  il  citato  assessore,
referente dell'associazione criminale, e il locale capo cosca,  socio
in affari del titolare del  bar,  a  seguito  del  quale  l'assessore
rassicurava il menzionato imprenditore sul buon esito delle richieste
di autorizzazione di occupazione di suolo pubblico. 
    Viene ampiamente  riportato  nella  relazione  della  commissione
d'indagine che gli amministratori comunali e i dirigenti dei  diversi
settori amministrativi, pur  a  conoscenza  delle  strutture  abusive
antistanti il citato bar, realizzate su suolo pubblico e peraltro ben
visibili,   hanno   temporeggiato   nel   concludere   le   procedure
autorizzative con provvedimenti di diniego, consentendo in  tal  modo
il protrarsi, per un lungo arco di tempo, di una situazione di  fatto
palesemente illegale. 
    Peraltro, al predetto imprenditore  la  giunta  comunale,  pur  a
fronte degli esistenti abusi, ha assicurato il  patrocinio  dell'ente
per un evento musicale nella stagione estiva. 
    Solo nel mese di agosto 2017 e  dopo  l'esecuzione  delle  misure
cautelari, a seguito di una segnalazione del comando dei  Carabinieri
sezione tutela  del  patrimonio  culturale  -  con  la  quale  veniva
riscontrata la mancanza di qualsiasi autorizzazione di occupazione di
suolo pubblico - veniva ordinata  dall'ufficio  attivita'  produttive
del comune l'immediata rimozione delle strutture abusive. 
    Elementi univoci che delineano il  quadro  di  un'amministrazione
pervicacemente  gestita  nel  mancato  rispetto  del   principio   di
legalita' sono rinvenibili in alcune vicende  che  hanno  interessato
l'organizzazione della  manifestazione  denominata  «Fiera  Pessima»,
mostra campionaria che nel  corso  degli  anni  ha  assunto  notevole
importanza in ambito nazionale ed alla quale  partecipano  circa  300
espositori   provenienti   prevalentemente   dalle   regioni   centro
meridionali. 
    In tale ambito, al  piu'  volte  menzionato  assessore  e'  stato
contestato il reato di estorsione in  quanto,  unitamente  al  citato
capo cosca, costringeva, minacciando ritorsioni,  il  titolare  della
ditta  al  quale  era  stato  affidato  l'incarico   di   organizzare
l'edizione 2013 della citata fiera a versare in suo favore  l'importo
di 15.000 euro. 
    La  commissione  d'indagine  evidenzia  altresi'  che  la   ditta
affidataria della gara d'appalto per l'organizzazione della fiera per
l'anno  2014  aveva  prodotto  falsa  documentazione  attestante   il
possesso dei requisiti professionali richiesti  dal  bando  di  gara,
vicenda per la quale il titolare della menzionata impresa ha ricevuto
un avviso di garanzia. 
    L'amministrazione comunale, nonostante le descritte  vicende,  ha
conferito in affidamento diretto alla predetta impresa l'incarico  di
organizzare la manifestazione in questione anche per gli  anni  2015,
2016 e 2017. 
    Le vicende analiticamente esaminate e  dettagliatamente  riferite
nella relazione del prefetto di Taranto hanno evidenziato  una  serie
di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Manduria, volti a
perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato
lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale  e
arrecato pregiudizio per gli interessi della collettivita',  rendendo
necessario  l'intervento  dello  Stato  al  fine  di  assicurare   il
risanamento dell'ente. 
    Sebbene il processo di legalizzazione dell'attivita'  del  comune
sia  gia'  iniziato  attraverso  la  gestione  provvisoria  dell'ente
affidata al commissario straordinario, ai  sensi  dell'art.  141  del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n.  267,  in  considerazione  dei
fatti suesposti e per garantire l'affrancamento dalle influenze della
criminalita',  si  ritiene,  comunque,  necessaria  la  nomina  della
commissione straordinaria di cui all'art. 144  dello  stesso  decreto
legislativo, anche per  scongiurare  il  pericolo  che  la  capacita'
pervasiva delle organizzazioni criminali possa ancora  esprimersi  in
occasione delle prossime consultazioni elettorali. 
    L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa  per
la gestione straordinaria consente inoltre l'avvio di iniziative e di
interventi programmatori  che,  piu'  incisivamente,  favoriscono  il
risanamento dell'ente. 
    Rilevato che, per  le  caratteristiche  che  lo  configurano,  il
provvedimento  dissolutorio  previsto  dall'art.  143   del   decreto
legislativo citato, puo' intervenire  anche  quando  sia  stato  gia'
disposto lo scioglimento  per  altra  causa,  differenziandosene  per
funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei
confronti  del  Comune  di  Manduria   (Taranto),   con   conseguente
affidamento  della  gestione  dell'ente  locale  ad  una  commissione
straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145,  sono
attribuite  specifiche  competenze  e   metodologie   di   intervento
finalizzate  a  garantire,  nel  tempo,  la  rispondenza  dell'azione
amministrativa alle esigenze della collettivita'. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 23 aprile 2018 
 
                                    Il Ministro dell'interno: Minniti