Allegato Al Presidente della Repubblica Nel Comune di Plati' (Reggio Calabria) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016, nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi. Con decreto del Presidente della Repubblica del 22 febbraio 2018, a seguito della riduzione dell'organo consiliare, per impossibilita' di surroga, a meno della meta' dei suoi componenti, era stato gia' disposto lo scioglimento del Consiglio comunale con contestuale nomina di un commissario straordinario per la provvisoria amministrazione del comune, ex art. 141, comma 1, lettera b), n. 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Successivamente, alla luce delle risultanze di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'amministrazione comunale, il prefetto di Reggio Calabria, con decreto in data 8 marzo 2018, ha disposto l'accesso ai sensi dell'art. 143 del richiamato decreto legislativo n. 267 del 2000, per gli accertamenti di rito. Al termine delle indagini effettuate, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulla scorta delle quali il prefetto, sentito nella seduta dello scorso 13 aprile il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica vicario presso il locale Tribunale - Direzione distrettuale antimafia, ha trasmesso l'allegata relazione in pari data, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio di cui al menzionato art. 143. I lavori svolti dall'organo ispettivo hanno preso in esame la cornice criminale ed il quadro ambientale, nonche' il complessivo andamento gestionale dell'istituzione locale con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie criminali. Il Comune di Plati' - gia' destinatario di provvedimenti dissolutori per infiltrazioni della criminalita' di tipo mafioso nel 2006 e nel 2012 - e' un piccolo centro di circa quattromila abitanti situato alle pendici dell'Aspromonte orientale e con un'economia a vocazione essenzialmente agricola. In quel territorio e' stata giudizialmente acclarata la radicata presenza di potenti 'ndrine, tutte riconducibili ad un'unica struttura criminale prevalentemente dedita al traffico di sostanze stupefacenti anche internazionale e caratterizzata da una forte capacita' di penetrazione nel tessuto economico, con particolare riferimento al settore degli appalti pubblici. In tale contesto, il prefetto evidenzia la fitta rete di frequentazioni e relazioni di parentela e di affinita' che legano diversi membri degli organi elettivi e dell'apparato burocratico del comune - alcuni dei quali con pregiudizi penali o di polizia - a persone controindicate ovvero ad elementi dei sodalizi territorialmente dominanti. Dalle risultanze dell'accesso e' emerso che taluni promotori e sottoscrittori delle due liste di candidati presentatisi alle consultazioni amministrative del 2016 annoverano frequentazioni e relazioni di natura analoga e che il primo cittadino - che ha rivestito la carica di consigliere comunale nella pregressa amministrazione sciolta ai sensi del piu' volte citato art. 143 - e' stato recentemente destinatario di atti intimidatori. La commissione di indagine ha analizzato la posizione dei soggetti assunti a tempo determinato alle dipendenze del comune, rilevando come anche alcuni di essi risultino vicini per rapporti di frequentazione, parentela o affinita' a figure apicali delle famiglie malavitose radicate nel territorio. Al riguardo, e' ampiamente riconosciuto che il reticolo di rapporti e collegamenti - tanto piu' rilevante in un ambito territoriale di ridotte dimensioni demografiche notoriamente compromesso dalla pregiudizievole influenza di associazioni di tipo mafioso - determina un quadro indiziario significativo da cui si puo' desumere un oggettivo pericolo di permeabilita' ai condizionamenti o alle ingerenze della criminalita' organizzata, a fronte del quale si rendono necessarie idonee misure di prevenzione. In ordine all'attivita' gestionale dell'ente, una specifica attenzione e' stata dedicata al settore degli affidamenti di lavori e servizi, in relazione al quale sono state rilevate innumerevoli illegittimita' ed anomalie tra cui, segnatamente, l'omesso espletamento di procedure comparative e la mancata adozione di un elenco di operatori di fiducia in contrasto con i principi di imparzialita' e rotazione. Da tale modus operandi hanno tratto vantaggio anche imprese i cui titolari annoverano frequentazioni con soggetti controindicati ovvero rapporti di affinita' con elementi della criminalita' organizzata. Inoltre, l'esame della documentazione contabile inerente al menzionato settore ha fatto emergere che l'amministrazione comunale ha ripetutamente affidato lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilita' cittadina ad un'impresa gia' destinataria, ad ottobre 2013, di un'interdittiva antimafia la cui legittimita' ha trovato conferma in sede giurisdizionale. In proposito, viene stigmatizzata la circostanza che con riferimento alla predetta impresa non risulta mai acquisita, da parte del comune, l'autocertificazione attestante il possesso dei requisititi di carattere generale di cui all'art. 80 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, la cui necessaria, preventiva acquisizione viene ribadita anche nelle linee guida emanate dall'Autorita' nazionale anticorruzione. Sempre con riferimento al settore degli affidamenti di lavori e servizi comunali, l'organo ispettivo segnala che la societa' concessionaria del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani limitatamente ad una frazione comunale e' ad oggi sottoposta ad amministrazione giudiziaria a seguito dell'arresto del titolare, destinatario, a dicembre 2016, di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere in quanto ritenuto responsabile, tra l'altro, del reato di cui agli artt. 110 e 416-bis, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, del codice penale. Anche nel settore edilizio sono state accertate gavi, sistematiche illegittimita' ed irregolarita' di cui hanno beneficiato persone vicine ad ambienti malavitosi. Piu' nel dettaglio, le verifiche esperite dalla commissione di indagine hanno attestato che l'ente, pur in presenza di diffusi e reiterati fenomeni di abusivismo edilizio, e' rimasto totalmente inerte, omettendo di svolgere le dovute azioni di controllo e di contrasto nonche' di adottare il piano strutturale comunale, strumento urbanistico imprescindibile per poter procedere al rilascio di titoli abilitativi edilizi in zona agricola. Al riguardo, e' sintomatico che l'amministrazione comunale - in maniera del tutto illegittima, stante la mancata adozione del piano in questione - ha ripetutamente concesso autorizzazioni edilizie in zona agricola in favore di parenti o affini di personaggi di spicco della 'ndrangheta locale. Riferisce poi il prefetto che il comune ha altresi' omesso di adottare sia il piano di gestione forestale sia il regolamento di fida pascolo - la cui importanza risulta evidente ai fini della tutela e della corretta gestione delle risorse territoriali dell'ente - benche' recenti operazioni di polizia giudiziaria abbiano confermato come le organizzazioni criminali del posto esercitino la loro penetrante influenza anche nei confronti delle numerose aziende agricole e zootecniche presenti nell'area platiese. Sotto tale profilo, viene rimarcato come l'adozione degli strumenti generali di regolamentazione del territorio costituisca una delle cautele necessarie ad impedire illecite interferenze da parte di sodalizi malavitosi, ben radicati ed attivi in quel contesto ambientale. Criticita' sono infine emerse nell'amministrazione di diversi immobili confiscati alla criminalita' organizzata e destinati a finalita' sociali o di pubblica utilita', che - pur essendo stati assegnati al patrimonio indisponibile dell'ente - risultano di fatto non utilizzati. Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno evidenziato una serie di condizionamenti dell'amministrazione comunale di Plati', volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che determinano lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale ed arrecano pregiudizio agli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare il risanamento dell'ente. Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato attraverso la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000, in considerazione dei fatti suesposti si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa ancora esprimersi in occasione delle prossime consultazioni elettorali. L'arco temporale piu' lungo previsto per la gestione straordinaria consente inoltre l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente. Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo citato puo' intervenire anche quando sia gia' disposto lo scioglimento per altra causa, differenziandosene per. funzioni ed effetti, si propone l'adozione della richiamata misura di rigore nei confronti del Comune di Plati' (Reggio Calabria), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' e al recupero delle esigenze della collettivita'. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 23 aprile 2018 Il Ministro dell'interno: Minniti