Allegato Al Presidente della Repubblica Nel Comune di Sogliano Cavour (Lecce), i cui organi elettivi sono stati rirmovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. All'esito di un'operazione di polizia giudiziaria denominata «Contatto», condotta dal comando provinciale dei Carabinieri di Lecce e coordinata della locale direzione distrettuale antimafia, il giudice per le indagini preliminati presso il Tribunale di Lecce il 9 agosto 2017 ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 59 soggetti, ritenuti a vario titolo affiliati ad una locale consorteria criminale ed imputati di reati diversi quali associazione mafiosa, estorsione, associazione per delinquere, associazione armata fmalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, detenzione abusiva di armi, ricettazione ed altri reati. Tra i destinatari della menzionata ordinanza, figurano anche un consigliere comunale, attualmente sospeso ai sensi del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, gia' vice sindaco ed assessore, dimessosi da tali cariche nel mese di giugno 2017, per il quale e' stata successivamente formulata richiesta di rinvio a giudizio in quanto imputato dei reati di cui agli articoli 81, 110, 319, 416-bis c.p. e art. 7 decreto-legge n. 203/1991 ed un dipendente comunale, anch'egli destinatario della richiesta di rinvio a giudizio per i reati di cui agli articoli 81, 110, 319, 326, 416-bis, 648 c.p. e art. 7 decreto-legge n. 203/1991. Sulla scorta delle risultanze della citata operazione giudiziaria, il Prefetto di Lecce, con decreto del 5 ottobre 2017, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il Prefetto di Lecce, sentito nella seduta del 28 marzo 2018 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione del citato art. 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000. I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame oltre alla generale gestione dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori, i dipendenti dell'ente e le cosche territorialmente egemoni, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti collegati direttamente od indirettamente ad ambienti controindicati, per l'esistenza di una rete di cointeressenze, amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori e dipendenti ad esponenti delle consorterie criminali o a soggetti ad esse contigui. Il Comune di Sogliano Cavour si colloca in un'area geografica caratterizzata dalla storica presenza dell'organizzazione criminale denominata sacra corona unita, come riportato anche nella relazione della commissione parlamentare antimafia del 7 febbraio 2018 la quale, nel porre l'attenzione sui ripetuti episodi di coinvolgimento di amministratori locali in indagini di mafia ha evidenziato, con particolare riferimento all'ente in questione, la capacita', del gruppo criminale dominante di condizionare la vita politica del comune e persino di «penetrare» le forze di polizia locale acquisendo rilevanti informazioni sulle indagini in corso. L'indagine ispettiva ha posto in rilievo una sostanziale continuita' amministrativa atteso che l'attuale sindaco e' al secondo mandato consecutivo e che 10 componenti dell'attuale compagine politica hanno fatto parte anche della consiliatura eletta nel 2011. Lo stesso consigliere, gia' vice sindaco ed assessore, destinatario come sopra evidenziato dell'ordinanza cautelare, ha ricoperto nel corso del precedente mandato la carica di assessore con delega alle politiche sociali, personale, attivita' produttive, affari generali e tributi. La relazione del prefetto si sofferma sulla figura di quest'ultimo amministratore per il quale, come sopra evidenziato, e' stata formulata richiesta di rinvio a giudizio in quanto imputato del reato di associazione di tipo mafioso per avere collaborato, nel corso della precedente consiliatura, alla realizzazione dei fini dell'associazione mafiosa, pur non facendone parte, fornendo un contributo significativo, consistente nella corresponsione di somme di denaro per il sostentamento dei capi detenuti, nel procurare posti di lavoro ad affiliati del gruppo di Sogliano Cavour ed impegnandosi infine affinche' contributi economici - invero previsti per cittadini non abbienti - fossero assegnati ad affiliati dell'associazione con priorita' rispetto ad altri. Lo stesso amministratore e' altresi' imputato dei reati di cui agli 81 e 319 c.p. con l'aggravante di cui all'art. 7 decreto-legge n. 203/1991 per aver ricevuto da esponenti della locale organizzazione criminale «utilita' consistenti nella protezione assicuratagli a fronte di atti lesivi della sua integrita' o della integrita' del suo patrimonio e sostegno anche politico da parte dei componenti dell'associazione, per compiere atti contrari al proprio ufficio di assessore». Controindicazioni sono state poste in rilievo anche per quanto riguarda la struttura burocratica in relazione alla quale sono emersi rapporti di frequentazione di taluni dipendenti con soggetti pluripregiudicati in organico al locale clan malavitoso. Come sopra evidenziato, nei confronti di un dipendente comunale e' stata formulata richiesta di rinvio a giudizio per i reati di cui agli articoli 110, 319 e 416-bis c.p. per aver collaborato, pur non facendone parte, alla realizzazione dei fini dell'associazione mafiosa fornendo un contributo significativo consistito nell'agevolare la locale cosca nelle attivita' estorsive riferendo altresi', in violazione dei doveri d'ufficio, notizie che dovevano rimanere segrete. Elementi che attestano il penetrante condizionamento posto in essere dalla criminalita' organizzata nei confronti dell'amministrazione comunale sono emersi altresi' dall'analisi dei contributi e sussidi socio assistenziali la cui gestione e' stata effettuata in spregio dei principi di legalita' e trasparenza. La relazione della commissione d'indagine pone al riguardo in rilievo che - sebbene l'amministrazione comunale nel 2016 abbia adottato un apposito regolamento che espressamente prevede il carattere di eccezionalita' delle erogazioni socio assistenziali e l'assegnazione una tantum delle stesse - nel corso dello stesso anno, in linea di continuita' con la prassi censurata nella menzionata ordinanza cautelare, sono state deliberate ripetute erogazioni, in taluni casi per ingenti somme in favore dei medesimi soggetti, alcuni dei quali organici alla locale consorteria criminale ed altri legati a componenti della stessa da rapporti di parentela o di frequentazione. In tale contesto assume significativo rilievo la denuncia presentata presso la locale procura della Repubblica nei confronti di un amministratore locale dalla quale emergono indubbie condotte di rilevanza penale oltre ad indebite ingerenze dei vertici politici nell'attivita' gestionale di competenza dell'apparato burocratico. Elementi concreti che rivelano una gestione amministrativa non improntata ai principi di legalita' sono evidenziati anche in relazione alla gestione del servizio civico per il quale e' prevista la corresponsione di un contributo socio assistenziale in favore di soggetti che svolgono servizi di pulizia o vigilanza. E' stato rilevato che l'ente non ha adottato il regolamento che fissa i criteri e le modalita' di selezione del personale da adibire a tale servizio e che nella graduatoria di assegnazione figurano soggetti gravati da pregiudizi di polizia o aventi rapporti di parentela con esponenti del locale clan criminale, nonche' indagati nell'ambito dell'operazione «Contatto», gia' beneficiari di contributi di analoga natura. Ulteriore vicenda, che attesta la mancanza di qualsiasi forma di vigilanza e controllo da parte dell'ente, e' quella concernente la gestione degli immobili di proprieta' comunale ed in particolare dei c.d. minialloggi per i quali l'ente non ha adottato un regolamento che stabilisca, nel rispetto dei principi di legalita' e trasparenza, i criteri e le modalita' per la loro assegnazione. Gli immobili in questione, sebbene sulla base di diverse delibere della giunta comunale sono stati assegnati in uso gratuito ed in via temporanea, con la previsione di una data di scadenza, sono di fatto sono rimasti sine die nella disponibilita' degli assegnatari. Tra i beneficiari degli alloggi figurano, anche in questo caso, soggetti riconducibili ad ambienti controindicati, indagati nell'ambito della menzionata operazione giudiziaria. Elementi univoci che evidenziano uno sviamento dell'attivita' amministrativa dai principi di buon andamento sono emersi dall'analisi delle dichiarazioni DIA/SCIA, delle attivita' commerciali istruite dall'ufficio attivita' produttive. E' stato riscontrato che alcune attivita' sono svolte da soggetti privi dei requisiti prescritti dalla normativa di settore, gravati da pregiudizi di polizia o riconducibili per frequentazioni o rapporti parentali ad esponenti della locale consorteria. Peraltro, in relazione alle citate dichiarazioni DIA /SCIA rileva la circostanza che l'ente non ha posto in essere alcuna attivita' di controllo e che nell'organico dell'ufficio a cui e' affidata la funzione di vigilanza e' presente il menzionato dipendente, imputato dei reati di cui agli articoli 110 e 416-bis c.p.. Ulteriori aspetti che delineano il quadro di un'amministrazione pervicacemente gestita nel mancato rispetto del principio di legalita' sono emersi dall'analisi dei provvedimenti di concessione dei beni comunali. In tale ambito e' significativa la circostanza che dal mese di marzo 2017, la gestione di un chiosco bar posto all'interno della villa comunale e' stata subappaltata dal concessionario del bene al locale capo consorteria che ha gestito tale attivita' - senza che sia stato disposto alcun controllo o vigilanza da parte del comune - fino al momento in cui nei confronti dello stesso e' stata eseguita la menzionata ordinanza di custodia cautelare. E' evidente come l'utilizzo di beni comunali, peraltro posizionati in zone ben visibili e particolarmente centrali del territorio, in violazione dei principi della legalita' e con benefici diretti o indiretti per le locali consorterie, assume un valore altamente simbolico in quella realta' territoriale, traducendosi, inevitabilmente, in una consacrazione ufficiale del metodo mafioso al cospetto della collettivita'. Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Sogliano Cavour volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Sogliano Cavour (Lecce), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 27 giugno 2018 Il Ministro dell'interno: Salvini