Art. 6. Legame con la zona geografica. Specificita' del prodotto. Il «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» e' di pezzatura medio-grande, raramente presenta settature e il contenuto di carboidrati totali nel frutto e' superiore al 35%. Cio' lo rende molto favorito dal punto di vista commerciale, soprattutto come caldarrosta e per la produzione di marron glace'. Anche le proprieta' calorimetriche sono ottime: la temperatura Tonset (che indica l'inizio del processo di ossidazione chimica del frutto) e' superiore a 64,48 °C e la temperatura Tpeack (che indica il picco della degradazione chimica del frutto) e' inferiore a 94,86 °C. Tali caratteristiche calorimetriche permettono al «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» di essere trattato dalle industrie di trasformazione con estrema facilita' anche a temperature elevate, senza alterare le qualita' del frutto. Specificita' della zona geografica. Fattori pedoclimatici. Il castagno predilige terreni a reazione acida e sub-acida o anche neutri ma ricchi di elementi minerali, con limitata presenza di calcare attivo. E' una specie cosi' rappresentata nei boschi di latifoglie da costituire una zona fitoclimatica chiamata «Castanetum» i cui limiti relativi alla temperatura sono identificati in un range che va dagli 8 °C ai 15 °C di media annuale, con una media nel mese piu' freddo pari a -1 °C e 0 °C e con precipitazioni superiori a 600-800 mm annui. L'areale di produzione della IGP «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» e' caratterizzato da terreni di copertura proprio di origine vulcanica. L'areale e' inoltre immerso in una fascia geografica per cui il clima e' tipicamente mediterraneo, con inverni freddi, con precipitazioni piovose e nevose abbondanti (superiori ai 1.000 mm.) e da estati con periodi anche siccitosi tra giugno ed agosto. Tali condizioni climatiche del territorio sono ottimali e univocamente determinanti all'interno dell'areale di produzione per lo sviluppo del castagno e la produzione dei migliori marroni e castagne. Fattori orografici. Le condizioni pedologiche ed orografiche omogenee della zona sono dovute alla genesi tettonica del gruppo montuoso dei Monti Picentini Occidentali, costituito da formazioni calcareo-dolomitiche e all'influenza, sull'evoluzione dei suoli, determinata dalle ceneri e lapilli delle eruzioni del Vesuvio e dei Campi Flegrei (terreni acidi-sub-acidi, privi di calcare totale e attivo, freschi, profondi, ricchi di elementi minerali, ecc.). Fattori attinenti alla tipologia della pianta. La pianta di castagno, eliofila, si presenta di grande dimensione; ha la caratteristica di essere facilmente coltivabile sia nella parte bassa e ventosa del territorio dell'areale di produzione (nel serinese occupata prevalentemente dalla varieta' «Verdola») che nella fascia medio-alta (interessata dalla presenza della varieta' «Santimango»). Legami tra la zona geografica e le specificita' del prodotto. Legami storico-sociali. La presenza di castagneti coltivati in Campania, ed in particolare nell'area geografica riportata nell'art. 3, risale all'epoca dei Romani, anche se studi archeologici hanno dimostrato che gia' nel paleolitico vi era nella valle del serinese una presenza diffusa del castagno che presentava caratteristiche molto simili alle varieta' oggi coltivate. Gia' nel 1532 vi sono atti che comprovano rapporti giuridici inerenti i castagneti da frutto nel serinese, cosi' come nel 1548 sono avvenute cessioni di castagneti in S. Stefano del Sole. Nel medioevo, grazie all'opera sia dei monaci di Cava dei Tirreni (SA) che di quelli di Montevergine (AV) la coltura del castagno permea lo strato sociale, diventando elemento caratterizzante di tutto il territorio dell'areale di produzione. Piu' di recente, il Marrone di Serino viene commercializzato a livello nazionale e internazionale: un documento ufficiale del 1952 dal titolo Chestnuts, ad esempio, dimostra come il Marrone di Serino viene commercializzato in America grazie alla famiglia Ingino. Inoltre vi e' una enorme produzione letteraria di natura tecnico-scientifica comprovante, nel tempo, l'uso consolidato della denominazione «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino». A titolo di esempio citiamo: Indagini e osservazioni sulle migliori varieta' italiane di castagno, Centro di Studio Sul Castagno, Consiglio nazionale delle ricerche» del 1955; Economia Irpina a cura della Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Avellino Anno XXVI, n. 3 del 1988; La coltivazione del Castagno a cura di Raffaele Bassi del 1990; Atti del Convegno nazionale sulla castanicoltura da frutto a cura della Camera di commercio di Avellino del 1992; Il castagno in Campania, problematiche e prospettive della filiera a cura di Gennaro Cristinzio e Antonino Testa del 2006; ecc. Il «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» e' legato anche a proverbi e credenze antiche, che segnano l'utilizzo e l'evoluzione del marrone e della castagna durante l'annata agraria con riferimenti ad eventi religiosi e civili. Ad esempio, a Serino si e' consolidato un antico detto, tramandato da generazioni immemori: «a Sant'Antonio 'o cardillo, a Salvatore 'o fruttillo» (spiegazione: se nel periodo della festivita' di Sant'Antonio - che avviene in data 13 giugno nella frazione Rivottoli di Serino - e' visibile ad occhio nudo il riccio e per la festivita' del SS. Salvatore - che avviene a Serino in data 6 agosto - si riscontra la presenza del frutto, si prospetta una buona annata). Cio' riguarda quindi la fase che va dall'allegagione e la formazione del riccio fino alla formazione del frutto. Infine, anche nell'ambito culinario, nell'areale di produzione, sia a livello familiare che per attivita' di ristorazione, e' antico l'utilizzo del «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» nelle diverse tipologie. I frutti freschi vengono utilizzati prevalentemente per ottenere castagne o marroni bolliti, caldarroste e per la preparazione di marmellate. I frutti pelati sono utilizzati prevalentemente per le castagne o i marroni lessi, il castagnaccio e le crostate. Le castagne o i marroni essiccati, in guscio o senza guscio, vengono consumati prevalentemente sotto forma di «marroni del prete» ricetta tipica dell'areale di produzione. La versatilita' di utilizzo del «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» nelle sue diverse tipologie si riscontra nella esplicita citazione della denominazione nei menu' di ristoranti, non solo dell'areale di produzione ma anche oltre i confini provinciali, dove viene citato come ingrediente in dolci - «crostata di Marroni di Serino», «crostata con crema di Marroni di Serino e cioccolato», «tronchetto al cioccolato con Marrone di Serino», in zuppe - «zuppa di marroni di Serino», oppure ancora come frutto «caldarroste di Marrone di Serino». Rinomata e' la «Sagra della Castagna di Serino» che si svolge nella frazione di Rivottoli di Serino, giunta nel 2017 alla 42ª edizione. Legami di natura produttiva e commerciale. Le piante di castagno nell'areale, da sempre, vengono curate con passione e professionalita' dai castanicoltori tanto che anche nelle parti piu' montane, non raggiungibili da mezzi agricoli, si realizzano lunette, si eseguono potature cadenzate e vi e' un'ampia testimonianza e tradizione di professionalita' del settore, raramente riscontrabili in altre zone fuori dall'areale. La raccolta del «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» avviene prevalentemente ancora in modo manuale, come in tempi passati. E' ancora in vigore la pratica della calibratura (manuale o meccanica), della curatura, della sterilizzazione e della vendita del «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» allo stato fresco o direttamente alla elaborazione da parte delle aziende di trasformazione a differenza di altre realta' castanicole, dove prevale la vendita diretta nei castagneti senza operare una prima fase di calibratura e/o trattamento. La commercializzazione del frutto segue le strade piu' svariate: consumo del fresco, essiccato, semilavorato o trasformato sia a livello nazionale che internazionale. Legami di natura chimico-fisiche. Le caratteristiche chimico-fisiche-sensoriali del «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» sono uniche in quanto da studi tecnico-scientifici sono state dimostrate le differenze con altre castagne e marroni, in particolare per carboidrati totali e proprieta' calorimetriche. Tali peculiarita' sono dovute fondamentalmente a due fattori determinanti dell'areale di produzione: il terreno di origine vulcanica, privo di calcare e ricco di elementi minerali con elevato grado di fertilita', associato ad un notevole tasso di umidita' per la presenza di importanti acquiferi e l'evoluzione del castagno per effetto di una costante opera ultracentenaria di miglioramento dei fondi e della qualita' del prodotto da parte dei castanicoltori.