(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
                            NOTA AIFA 66 
 
      La prescrizione dei farmaci antinfiammatori non steroidei 
        a carico del SSN e' limitata alle seguenti condizioni 
    

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|                         FANS IN MONOTERAPIA                       |
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| Limitatamente alle seguenti     | Limitatamente ai seguenti       |
| indicazioni                     | principi attivi                 |
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| - Artropatie su base            | aceclofenac;                    |
|   connettivitica;               | acido tiaprofenico;             |
| - Osteoartrosi in fase algica   | amtolmetina guacile;            |
|   o infiammatoria;              | celecoxib;                      |
| - Dolore neoplastico;           | cinnoxicam;                     |
| - Attacco acuto di gotta.       | dexibuprofene;                  |
|                                 | diclofenac;                     |
|                                 | diclofenac + misoprostolo;      |
|                                 | etoricoxib;                     |
|                                 | flurbiprofene;                  |
|                                 | ibuprofene;                     |
|                                 | indometacina;                   |
|                                 | ketoprofene;                    |
|                                 | lornoxicam;                     |
|                                 | meloxicam;                      |
|                                 | nabumetone;                     |
|                                 | naprossene;                     |
|                                 | oxaprozina;                     |
|                                 | piroxicam;                      |
|                                 | proglumetacina;                 |
|                                 | enoxicam.                       |
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| - Trattamento di breve durata   |                                 |
|   del dolore acuto nell'ambito  | Nimesulide                      |
|   delle patologie sopra         |                                 |
|   descritte                     |                                 |
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|          FANS IN ASSOCIAZIONE FISSA CON ALTRI ANALGESICI          |
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| Limitatamente alle seguenti     | Limitatamente ai seguenti       |
| indicazioni                     | principi attivi                 |
|=================================|=================================|
| Trattamento di breve durata     |                                 |
| del dolore acuto di entita'     |                                 |
| moderata nei soggetti in cui    | Ibuprofene/Codeina              |
| il sintomo non sia adeguatamente|                                 |
| controllato con altri           |                                 |
| antidolorifici assunti          |                                 |
| singolarmente.                  |                                 |
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  Background 
 
  La categoria  dei  farmaci  antinfiammatori  non  steroidei  (FANS)
comprende una varieta' di principi attivi differenti  appartenenti  a
classi  chimiche  diverse  che  agiscono  mediante  inibizione  della
ciclo-ossigenasi (COX)  dell'acido  arachidonico,  inibendo  cosi  la
produzione di prostaglandine (PG) e trombossani. 
  I principali effetti  farmacologici  dei  FANS  sono  rappresentati
dall'azione analgesica, antiinfiammatoria, e antipiretica.  Per  tali
caratteristiche essi  hanno  ruoli  consolidati  nella  gestione  del
dolore negli stati artritici, nel dolore neoplastico e negli attacchi
acuti di gotta. 
  L'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS) ha da tempo  proposto
una scala di  valutazione  del  dolore,  in  prima  istanza  di  tipo
oncologico, e successivamente adottata anche come linea-guida per  il
trattamento  del  dolore  muscoloscheletrico,   precisando   che   le
modalita' di somministrazione e  la  potenza  dei  farmaci  prescelti
devono essere commisurati  alla  intensita'  del  dolore  misurato  o
previsto, proponendo una Scala Analgesica. Questa scala consta di tre
livelli a seconda della valutazione effettuata dal paziente  mediante
una scala  visuo-analogica  (VAS  -  sulla  quale  viene  chiesto  di
quantificare  l'intensita'  del  dolore   percepito   esprimendo   un
punteggio da 0 a 10, dove 0=nessun dolore, 10=dolore insopportabile): 
  Dolore lieve (valutazione del dolore secondo scala  visuo-analogica
(VAS) da 1-4): e' suggerito trattamento con  FANS  o  paracetamolo  ±
adiuvanti; 
  •  Dolore  di  grado  lieve-moderato  (VAS   5-6):   e'   suggerito
trattamento con oppioidi deboli ± FANS o paracetamolo ± adiuvanti; 
  • Dolore grave o da moderato  a  grave  (VAS  7-10):  e'  suggerito
trattamento con oppioidi forti ± FANS o paracetamolo ± adiuvanti. 
 
  Evidenze disponibili 
 
  Efficacia 
 
  FANS in monoterapia 
  Le differenze nell'attivita' antinfiammatoria dei  vari  FANS  sono
modeste, ma vi possono essere considerevoli diversita' nella risposta
individuale del paziente. Secondo il British  National  Formulary  il
60% circa dei  pazienti  e'  sensibile  a  ogni  tipo  di  FANS;  dei
restanti, alcuni che non rispondono  a  un  farmaco  possono  trovare
giovamento con un altro. 
  Un effetto analgesico si ottiene in genere in una settimana, mentre
per un effetto antinfiammatorio completo (anche dal  punto  di  vista
clinico) servono spesso anche  tre  settimane.  Se  trascorso  questo
tempo non vi sono risultati, e' bene tentare con un altro farmaco. 
 
  FANS in combinazione fissa con altri analgesici 
  Nella gestione  clinica  del  dolore  moderato-severo  puo'  essere
difficile ottenere un controllo effettivo del dolore stesso usando un
solo  farmaco  (monoterapia).  La  maggior  parte  degli   analgesici
presentano, infatti, limitazioni del loro dosaggio massimo,  sia  per
il raggiungimento di un plateau di efficacia,  che  per  problemi  di
tollerabilita'. Inoltre in molti  casi  il  dolore  trova  un'origine
multifattoriale e cio'  contribuisce  a  limitare  l'efficacia  della
monoterapia.  L'utilizzo  di  analgesici  diversi   in   combinazione
(analgesia multimodale) consente di aumentare l'efficacia in  ragione
di effetti additivi o sinergici, senza aumento delle dosi dei singoli
farmaci e con riduzione degli effetti collaterali correlati alla dose
[Savarese 2017; Elvir-Lazo 2010; Hartrick 2004; Kehlet  1993;  Kehlet
2002; Skinner 2004; Varrassi 2017].  Tale  strategia  e'  attualmente
raccomandata dalle principali linee-guide relative al trattamento del
dolore acuto perioperatorio [American  Society  of  Anesthesiologists
2012; Chou et al 2016]. 
  La combinazione a dose fissa a  base  di  ibuprofene/codeina  viene
ammessa alla rimborsabilita' limitatamente al  trattamento  di  breve
durata del dolore acuto di entita' moderata nei soggetti  in  cui  il
sintomo non sia adeguatamente controllato  con  altri  antidolorifici
assunti singolarmente. 
  La combinazione  ibuprofene/codeina  e'  indicata  nel  trattamento
sintomatico del dolore da  lieve  a  moderato  negli  adulti  se  non
adeguatamente alleviato dagli altri antidolorifici quali paracetamolo
o ibuprofene. Il dosaggio autorizzato nella popolazione adulta e'  di
1 compressa ogni 4-6 ore, con  una  dose  massima  giornaliera  di  6
compresse (2.400 mg ibuprofene/180 mg codeina fosfato emidrato) nelle
24 ore. Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso
della dose minima efficace per la durata di  trattamento  piu'  breve
possibile necessaria per controllare  i  sintomi.  L'efficacia  e  la
sicurezza dell'associazione dell'associazione ibuprofene/codeina sono
state adeguatamente indagate in studi clinici, utilizzando molteplici
posologie,  durate  di  trattamento  e  comparatori,  e  sono   state
dimostrate dai risultati di studi clinici pubblicati relativi a  vari
stati dolorosi, quali gli stati artrosici, il dolore  dentale,  e  il
dolore post-operatorio. Una revisione sistematica  della  letteratura
effettuata dal gruppo Cochrane, ha confermato l' efficacia analgesica
della combinazione, in grado di  ridurre  il  dolore  post-operatorio
massimo percepito in modo significativo sia rispetto al placebo  (64%
vs 18%; NNT 2.2; 95% CI 1.8-2.6) sia rispetto a  ibuprofene  da  solo
(69% vs 55%) [Derry 2015]. 
 
  Sicurezza 
 
  La differenza principale tra i diversi FANS risiede  nell'incidenza
e nel tipo di effetti indesiderati. Prima di intraprendere la terapia
il  medico  dovrebbe  valutare  i  benefici  e  i  possibili  effetti
collaterali. La differenza di attivita' dei  vari  FANS  riflette  la
selettivita' nell'inibizione  dei  diversi  tipi  di  ciclossigenasi;
l'inibizione selettiva della  ciclossigenasi  2  puo'  migliorare  la
tollerabilita' gastrica, ma molti  altri  fattori  influiscono  sulla
tollerabilita'  gastrointestinale   e   questi,   e   altri   effetti
indesiderati, dovrebbero essere valutati  nella  scelta  di  un  dato
FANS. 
  Al momento della loro immissione in  commercio,  i  COXIB  venivano
indicati come antinfiammatori privi di rischio gastrointestinale.  In
realta', la revisione degli studi di registrazione (come il  CLASS  e
il VIGOR) e successivi  studi  pubblicati  hanno  dimostrato  che  la
gastrolesivita' era solo lievemente diminuita rispetto  ai  FANS  non
selettivi, ed e' emerso un aumento di rischio cardiovascolare.  Studi
sia randomizzati sia osservazionali, nonche' numerose  metanalisi,  o
revisioni sistematiche, hanno  nel  tempo  confermato  la  potenziale
tossicita' cardiovascolare dei COXIB. Cio' ha significato per  alcuni
di  essi  il  ritiro  dal  commercio  (rofecoxib,  valdecoxib)  o  la
revisione del profilo  di  rischio  (lumiracoxib,  poi  ritirato  per
epatotossicita') insieme all'interruzione di alcuni importanti  studi
clinici in corso (celecoxib). 
  Il dibattito in  merito  al  profilo  di  sicurezza  dei  COXIB  e'
tuttavia rimasto al centro della letteratura scientifica  di  settore
[Coxib and traditional NSAID  Trialists'  Collaboration  2013;  Bally
2017;  Beales  2017;  Chan  2017;  Gunter  2017;  Mukherjee  2017]  e
recentemente sono stati portati a termine due  grossi  studi  clinici
randomizzati con l'obiettivo  di  valutare  la  sicurezza  dei  COXIB
rispetto ai FANS tradizionali (studi PRECISION e SCOT) [Nissen  2016;
MacDonald  2017]  in  termini   di   endpoint   cardiovascolari.   In
particolare, lo studio PRECISION [Nissen  2016]  era  uno  studio  di
non-inferiorita', randomizzato, multicentrico, in  doppio  cieco  che
arruolava pazienti ad aumentato rischio cardiovascolare,  affetti  da
artrite reumatoide e da  osteoartrite.  I  pazienti  (n=24.081)  sono
stati randomizzati al trattamento con celecoxib (100 mg due volte  al
di'), ibuprofene (600 mg tre volte al di') o naprossene (375  mg  due
volte al di'), tutti controllati versus  placebo.  Nella  popolazione
intention-to-treat l'endpoint  primario  (rappresentato  dalla  prima
comparsa di un evento avverso  tra  quelli  contemplati  dai  criteri
dell'Antiplatelet Trialists Collaboration (APTC), quali  decesso  per
cause cardiovascolari, decesso per emorragia, infarto miocardico  non
fatale, stroke non fatale) si  e'  verificato  in  188  pazienti  del
gruppo celecoxib (2,3%), in 201 del gruppo naprossene (2,5%) e in 218
del gruppo ibuprofene (2,7%), documentando la  non  inferiorita'  del
celecoxib sia rispetto al naprossene che rispetto a ibuprofene.  Tale
effetto e' stato confermato  nei  due  sottogruppi  di  soggetti  con
artrite reumatoide e con osteoartrite [Solomon 2018]. Il  trattamento
con celecoxib ha inoltre prodotto dei tassi  di  eventi  indesiderati
gastro-intestinali inferiori rispetto ad entrambi i FANS di confronto
e una percentuale di gravi eventi avversi renali inferiore rispetto a
quelli  prodotti  da  ibuprofene.  I  dati  relativi  alla  sicurezza
gastrointestinale  sono  stati   recentemente   confermati   in   una
successiva analisi secondaria dello studio [Yeomans 2018]. Lo  studio
SCOT (Standard  care  vs  Celecoxib  Outcome  Trial)  e'  uno  studio
randomizzato, controllato, di non-inferiorita', in  cui  soggetti  di
eta' ^60 anni, con osteoartrite ma con basso rischio cardiovascolare,
venivano randomizzati allo switch con celecoxib o  alla  prosecuzione
dei FANS tradizionali in atto al momento dell'arruolamento [MacDonald
2017]. L'endpoint primario era rappresentato  dalla  combinazione  di
infarto  miocardico  non  fatale,  ictus  non  fatale  e   mortalita'
cardiovascolare. Dopo un periodo mediano di 3 anni di follow-up,  nei
7297 soggetti randomizzati, nell'analisi intention-to-treat, il tasso
di eventi cardiovascolari era simile  per  celecoxib  (1.14  per  100
patient-years) e per i FANS tradizionali (1.10 per 100 patient-years)
(HR =1.04, 95% CI, 0.81-1.33; P=0.75). Nell'interpretazione dei  dati
di entrambi questi trial permangono  tuttavia  importanti  criticita'
metodologiche che rendono difficilmente valutabile il  reale  profilo
di sicurezza relativo dei differenti farmaci  in  studio  [FitzGerald
2017; Grosser 2017; Pepine 2017]. 
  Alla luce dei dubbi sul profilo di sicurezza  cardiovascolare,  gli
inibitori  selettivi  della  ciclossigenasi   2   dovrebbero   essere
preferiti  ai  FANS  non  selettivi  solo  se  vi  e'  un'indicazione
specifica (per esempio in caso di rischio molto  elevato  di  ulcera,
perforazione o sanguinamento gastrointestinale) e  comunque  soltanto
dopo un'attenta  valutazione  del  rischio  cardiovascolare.  A  dosi
elevate e nel trattamento a  lungo  termine,  i  FANS  non  selettivi
potrebbero  comportare  un  lieve  aumento  del  rischio  di   eventi
trombotici  (come  infarto  miocardico  e  ictus).  Il  diclofenac  e
l'etoricoxib aumentano il rischio trombotico, mentre il naprossene e'
associato a un rischio inferiore. Dosi elevate di ibuprofene  (2,4  g
al giorno) possono determinare un lieve aumento di rischi trombotici,
mentre dosi basse del farmaco (1,2 g al giorno o meno) non  aumentano
il rischio di infarto miocardico. Le diverse raccomandazioni  emanate
a tal proposito dalle agenzie regolatorie, quali EMA e  FDA,  possono
sinteticamente  riassumersi   nella   raccomandazione   generale   di
utilizzare i FANS o gli inibitori selettivi della  ciclossigenasi  2,
nel trattamento sintomatico, alla  dose  minima  efficace  e  per  il
periodo piu' breve possibile; si raccomanda,  inoltre,  nel  caso  di
trattamento  a  lungo  termine,  di  considerarne  periodicamente  la
necessita'.  Recenti  studi   suggeriscono   che   l'uso   dei   FANS
(soprattutto ad alte dosi) e nel trattamento  a  lungo  termine  puo'
essere  associato  a  un  piccolo  aumento  del  rischio  di   eventi
trombotici arteriosi. Uno studio evidenzia che anche  l'uso  a  breve
termine (meno di una settimana) dei FANS puo' essere associato  a  un
aumentato rischio di morte e di infarto miocardico (IM) ricorrente in
pazienti con pregresso IM. Un altro studio suggerisce che  l'uso  dei
FANS puo' essere associato a un aumentato  rischio  di  fibrillazione
atriale o di flutter atriale. 
  Tutti i FANS sono associati a tossicita'  gastrointestinale  grave;
il rischio maggiore e' per gli anziani. Studi recenti condotti  su  7
FANS per via orale, per  valutarne  la  sicurezza,  hanno  dimostrato
notevoli differenze  nel  rischio  di  insorgenza  di  gravi  effetti
indesiderati   a   livello   del   tratto   gastrointestinale   alto.
L'azapropazone e' il farmaco gravato dai  rischi  maggiori  (ritirato
dal commercio)  e  l'ibuprofene  il  meglio  tollerato;  ketoprofene,
indometacina, naprossene e diclofenac hanno  un  rischio  intermedio.
Piroxicam  e  ketorolac   hanno   dimostrato   un   maggior   rischio
gastrolesivo, per cui l'EMA ne ha limitato  l'uso  (v.  RCP  dei  due
prodotti). Il Committee on Safety of Medicines  britannico  consiglia
pertanto di preferire i FANS associati a un basso rischio di  effetti
gastrointestinali come l'ibuprofene, di iniziare la  terapia  con  la
dose piu' bassa efficace, di non utilizzare  piu'  di  un  FANS  alla
volta e ricordare che tutti i FANS sono controindicati  nei  soggetti
con  ulcera  peptica  (compresi   gli   inibitori   selettivi   della
ciclossigenasi 2). 
  La combinazione di FANS e acido acetilsalicilico a  basso  dosaggio
aumenta il rischio di effetti  gastrointestinali;  tale  associazione
deve essere utilizzata solo  se  e'  assolutamente  necessaria  e  il
paziente e' monitorato. Dati  preliminari  farebbero  ipotizzare  una
riduzione dell'effetto antiaggregante dell'ASA a basso  dosaggio  con
alcuni FANS (ibuprofene e diclofenac), ma i tempi di somministrazione
sono  critici.  Quest'azione  di  inibizione  non   parrebbe   essere
esercitata dal naprossene. 
  Nel caso delle terapie di combinazione a dose fissa  devono  essere
presi  in  considerazione  i  profili  di  sicurezza  specifici   del
medicinale associato. 
  La codeina puo' avere effetti  oppioidi  tipici  e  la  presenza  e
gravita' di tali sintomi  dipendono  dalla  dose,  dalla  durata  del
trattamento e della sensibilita' individuale. Gli  effetti  includono
patologie  respiratorie,  toraciche  e  mediastiniche  (broncospasmo,
depressione  respiratoria),   disturbi   psichiatrici   (confusione),
patologie del sistema  nervoso  (capogiro,  sedazione  e  sonnolenza,
torpore, astenia), patologie gastrointestinali (costipazione,  nausea
e  vomito),  patologie  del  sistema  immunitario  (rash,  orticaria,
reazioni  allergiche),  patologie  renali  e   urinarie   (ritenzione
urinaria).  Possono   svilupparsi   tolleranza   e   dipendenza,   in
particolare in connessione con l'impiego prolungato  di  quantitativi
elevati di codeina. Sebbene il rischio di sviluppare dipendenza dalla
codeina sia basso rispetto alla  morfina,  questa  possibilita'  deve
comunque essere tenuta in considerazione. 
  Si ricorda che la segnalazione delle reazioni avverse sospette  che
si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante,  in
quanto   permette   un    monitoraggio    continuo    del    rapporto
beneficio/rischio  del  medicinale.  Agli   operatori   sanitari   e'
richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il
sistema      di      segnalazione       nazionale       all'indirizzo
www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. 
 
  Particolari avvertenze 
 
  I FANS devono essere utilizzati con cautela negli  anziani  (rischi
di  gravi  effetti  collaterali  anche  mortali),   nelle   patologie
allergiche (sono controindicati nei soggetti  con  anamnesi  positiva
per allergia ad aspirina o a un altro FANS, inclusi coloro in cui  un
episodio di asma, angioedema, orticaria o rinite sia stato  scatenato
dall'assunzione  di  aspirina  o  di  un  altro  FANS),  durante   la
gravidanza,  l'allattamento  e  nei   difetti   della   coagulazione.
L'impiego a lungo termine di alcuni FANS e' associato a una riduzione
della  fertilita'  femminile,  reversibile  con  la  sospensione  del
trattamento. Nei soggetti con insufficienza  renale,  i  FANS  devono
essere utilizzati  con  cautela,  in  quanto  possono  peggiorare  la
funzionalita' renale; e'  necessario  somministrare  la  dose  minima
possibile e controllare la funzionalita' renale. 
  Vari FANS possono avere un  effetto  epatotossico.  In  particolare
nimesulide ha un rischio epatotossico maggiore degli altri FANS ed e'
controindicata nei pazienti epatopatici, in quelli con una storia  di
abuso di alcool e negli assuntori di altri farmaci epatotossici. 
  Nel  2001   nimesulide   e'   stata   riesaminata   dall'EMA   dopo
pubblicazioni riguardanti casi di insufficienza  epatica  fulminante.
Il  Commitee  for  Medicinal  Products  for  Human  use   (CHMP)   ha
riesaminato i  dati  provenienti  da  segnalazioni  spontanee,  studi
epidemiologici, analisi aggregate e metanalisi. Il CHMP  ha  concluso
che i benefici  delle  formulazioni  sistemiche  di  nimesulide  sono
ancora superiori ai  rischi,  purche'  l'uso  sia  circoscritto  alle
condizioni in acuto e che nimesulide per uso sistemico non  sia  piu'
impiegato nel trattamento dell'osteoartrosi dolorosa che, essendo una
condizione cronica, accresce il  rischio  che  sia  assunto  a  lungo
termine, con un conseguente aumento del rischio di danno epatico.  Il
parere del CHMP, a  seguito  della  conclusione  della  procedura  di
Referral ai sensi dell'articolo 31  della  direttiva  2001/83/CE,  e'
stato recepito  in  toto  dalla  Commissione  europea  (CE),  la  cui
decisione e' stata pubblicata nella gazzetta  ufficiale  europea  nel
gennaio 2012. In sintesi nimesulide va prescritta esclusivamente  per
il  trattamento  di  seconda  linea  ed  e'  indicata  soltanto   nel
trattamento del dolore acuto. 
  Tutti i FANS sono controindicati nello  scompenso  cardiaco  grave.
Gli inibitori selettivi della ciclossigenasi  2  sono  controindicati
nella cardiopatia ischemica, nelle patologie cerebrovascolari,  nelle
patologie arteriose periferiche e nello scompenso cardiaco moderato e
grave. Gli inibitori selettivi della ciclossigenasi 2  devono  essere
usati con cautela nei pazienti con storia di insufficienza  cardiaca,
disfunzioni del ventricolo sinistro o  ipertensione,  cosi'  come  in
caso di edema per cause diverse e quando vi sono fattori  di  rischio
cardiovascolare. In alcuni studi il diclofenac ha mostrato un rischio
cardiovascolare simile all'etoricoxib.  Il  Committee  on  Safety  of
Medicines  britannico  avverte  che  i   FANS   non   devono   essere
somministrati a soggetti con ulcera peptica attiva o pregressa e  che
gli inibitori selettivi della ciclossigenasi 2 sono controindicati in
caso  di  ulcera  peptica  attiva.  Secondo  la  stessa  fonte   ogni
peggioramento di asma puo' essere  attribuito  all'assunzione  di  un
FANS. 
  Anche se e' preferibile astenersi dalla  prescrizione  di  FANS  in
soggetti con un'ulcera gastrointestinale o un sanguinamento in atto o
pregresso, e sospenderli  nel  caso  in  cui  si  verifichino  queste
condizioni, non si  deve  trascurare  il  fatto  che  molti  pazienti
affetti da gravi malattie reumatologiche (come l'artrite  reumatoide)
possano trarre beneficio dall'uso dei FANS  per  il  controllo  della
sintomatologia dolorosa. 
  Nel caso delle  coformulazioni  in  associazione  fissa  con  altri
analgesici, come con  tutti  i  FANS  e  gli  oppioidi,  gli  effetti
indesiderati possono essere minimizzati con l'uso  della  piu'  bassa
dose efficace per la piu' breve durata possibile di  trattamento  che
occorre  per  controllare  i  sintomi.  Il  trattamento  deve  essere
iniziato con la piu' bassa  dose  efficace,  che  potra'  in  seguito
essere aggiustata in base alla risposta  terapeutica  e  a  eventuali
effetti indesiderati. 
 
  Bibliografia 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico