(Disciplinare-art. 6)
                               Art. 6. 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    Il legame con l'ambiente dell'Olio  lucano  si  basa  su  fattori
geografici, pedoclimatici, agronomici, tecnologici e storico-sociali,
peculiari della Regione Basilicata, che concorrono a  determinare  le
caratteristiche  chimico-fisiche  ed  organolettiche  descritte   nel
presente disciplinare. Il nome «Olio lucano» con il quale il prodotto
e' noto sia nel commercio che  nel  linguaggio  comune  deriva  dalla
storia del  nome  della  zona  geografica  delimitata  (Basilicata  o
Lucania). 
    Il territorio dell'attuale Regione Basilicata coincide  in  parte
con quello, piu' vasto, che in epoca antica (intorno al V -  IV  sec.
a.C.) era denominato Lucania,  terra  abitata  dai  Lucani,  uno  dei
popoli Italici di epoca pre-romana. 
    La Lucania e'  rimasta  cosi'  denominata  anche  come  provincia
dell'Impero romano. Solo a partire  dall'XI  -  XII  secolo,  con  la
dominazione normanna,  si  hanno  i  primi  documenti  attestanti  la
denominazione del territorio come Basilicata. Nella  storia  recente,
per un breve periodo dal 1932 fino al 1948 la regione si e'  chiamata
nuovamente Lucania, per poi prendere definitivamente  l'attuale  nome
dalla Costituzione della Repubblica italiana del 1948. 
    Nel linguaggio comune le due  denominazioni  della  regione  sono
utilizzate  in  modo  equivalente  e   cio'   giustifica   l'utilizzo
dell'aggettivo  «lucano»  per  identificare   qualcosa   o   qualcuno
appartenente o proveniente alla Regione Basilicata. 
    Il territorio regionale, su cui l'olivo e'  presente  in  maniera
diffusa, e' delimitato naturalmente dal Massiccio del Pollino,  dalle
Murge,  dal  fiume  Ofanto,  dal  mare  Ionio  e  dal  mar   Tirreno.
Caratteristica distintiva  di  questo  ambiente  e'  la  presenza  di
diversi  fiumi  i  cui  versanti  collinari   ospitano   la   coltura
dell'olivo. Il logo  proposto  per  l'IGP  evidenzia  proprio  questa
caratteristica territoriale, riportando nel simbolo  grafico  quattro
linee che rappresentano i quattro principali fiumi della regione. Nei
tanti e piccoli comuni della Basilicata, che per  motivi  storici  si
trovano arroccati in cima ai rilievi, gli  oliveti  sono  concentrati
prevalentemente nelle immediate vicinanze dei  paesi,  e  i  numerosi
frantoi (mediamente 150 frantoi attivi su  131  comuni  totali  della
regione)  consentono  di  eseguire  rapidamente  le   operazioni   di
molitura. 
    La peculiarita' strutturale dell'olivicoltura in Basilicata e' la
coltivazione in collina da parte  di  piccole  aziende:  l'83%  degli
oliveti ricade  nelle  fasce  di  collina  e  montagna  con  una  SAU
aziendale olivetata media di poco inferiore all'ettaro. 
    Nelle aree  interne  collinari  e  montane,  la  coltivazione  e'
condotta quasi sempre in  asciutto  su  terreni  con  pendenze  molto
variabili, soggetti ad erosione, in condizioni di aridita'  estiva  e
precipitazioni concentrate in inverno. In tali  ambienti  l'olivo  e'
spesso   l'unica   coltura   arborea   praticabile   e   svolge   una
importantissima funzione ambientale, sociale e paesaggistica. 
    La   Basilicata   rientra   nella   regione   meteorologica   del
Mediterraneo  centrale  e  si  inserisce  tra  le  isoterme   annuali
16°-17°C, possiede un clima tipicamente mediterraneo, contraddistinto
da  estati  calde  e  da  inverni  piovosi.  L'indice   di   aridita'
(Precipitazione annuale/Temperatura  media  annua)  delle  aree  piu'
calde e' superiore a  30,  che  conferma  una  marcata  siccita'  del
periodo primaverile - estivo. Le  varie  localita'  registrano  basse
temperature invernali, al di sotto dello zero nelle zone  a  maggiore
quota,  con  inverni  rigidi,  estati  relativamente  calde   e   con
escursioni notevoli. 
    I terreni dove insiste l'olivo risultano di differente morfologia
e costituzione, frutto di complesse vicende geologiche  e  tettoniche
che hanno portato alla costruzione di una  struttura  particolarmente
articolata.  Caratteristici  sono   i   depositi   plio-pleistocenici
rappresentati  da  sabbie,  sabbie  argillose,  argille  azzurre  con
conglomerati e ciottoletti che  sono  propri  della  collina  lucana.
Questi  substrati  geo-litologici  costituiscono,  soprattutto  nella
parte sud orientale della regione, degradante verso il mare Ionio,  i
depositi predominanti di tali superfici. Su di essi si trovano  suoli
poco evoluti, nei casi piu' frequenti ricchi di scheletro,  calcarei,
moderatamente alcalini e quasi privi di orizzonti  diagnostici,  dove
e' ben riconoscibile  la  laminazione  del  materiale  originario.  I
territori di Aliano, Craco, Ferrandina e  degli  altri  comuni  della
vasta area calanchiva interna sono caratterizzati da questo  tipo  di
terreni. Differenti tipologie di suoli  si  rinvengono,  invece,  sui
terrazzi marini che si estendono  dalla  pianura  alluvionale  ionica
fino ai rilievi collinari plio-pleistocenici. Queste zone geografiche
hanno goduto di  una  prolungata  stabilita'  morfo-dinamica  che  ha
favorito la formazione di  suoli  molto  evoluti  che  si  presentano
profondi, a tessitura media o moderatamente grossolana in  superficie
e moderatamente fine o fine in  profondita'.  Nelle  condizioni  piu'
frequenti essi sono poco calcarei e debolmente alcalini fino a 80-100
cm di profondita' dove si rinviene, spesso, un orizzonte di  accumulo
di carbonato di calcio. I suoli di questo tipo sono propri dei Comuni
di Montalbano Ionico, Pisticci, Bernalda, Montescaglioso,  ed  altri.
Le formazioni della zona del Vulture  sono  invece  rappresentate  da
lave e tufi che, in alcune aree,  sono  caratterizzate  da  andosuoli
(vulcanici).  Tali  suoli  di  colore  bruno,  poveri  di  scheletro,
abbastanza sciolti e quindi di facile lavorazione, sono ben dotati di
elementi  nutritivi,  che  conferiscono  loro  elevata  potenzialita'
produttiva. 
    L'olivo in Basilicata ha origini antichissime.  Pezzi  di  legno,
olive, foglie e noccioli, risalenti  al  VI  sec.  a.C.,  sono  stati
rinvenuti  a  Pantanello   di   Metaponto,   durante   alcuni   scavi
archeologici coordinati dal prof. Carter dell'Universita'  di  Austin
(Texas). I coloni greci hanno introdotto nell'antica Lucania varieta'
che si sono adattate all'ambiente, come nel caso della Maiatica,  che
non sono presenti altrove. Peraltro il  patrimonio  varietale  si  e'
sempre arricchito, nel corso dei secoli,  attraverso  l'opera  e  gli
scambi tra le numerose comunita'  monastiche  presenti  in  tutto  il
territorio   regionale   (Matera,   Monticchio,   Banzi,    Acerenza,
Montescaglioso); ne e'  un  esempio  la  vicinanza  genetica  tra  la
varieta'  Frantoio  e  il  gruppo  delle   Ogliarole   descritte   in
Basilicata. 
    Per l'effetto concomitante di tali fattori l'Olio lucano  IGP  e'
caratterizzato da un fruttato medio, amaro medio e piccante medio con
variazioni verso l'intenso o il leggero in relazione all'annata, alle
varieta' e  alle  variabili  tecnologiche  applicate  nella  fase  di
lavorazione  delle  olive.  Inoltre  si  riscontrano,   da   sole   o
congiuntamente, note aromatiche di erba fresca,  carciofo,  pomodoro,
mandorla e mela. Secondariamente, sempre  per  l'azione  concomitante
dei  fattori  genetici,  ambientali   e   tecnologici,   si   possono
riscontrare  piu'  sporadicamente  sentori   di   piante   aromatiche
(origano, finocchio  selvatico,  timo,  salvia,  basilico  o  menta),
agrumi o fiori di campo. 
    Il prodotto vanta una reputazione con il nome Olio lucano sia nel
commercio  che  nel  linguaggio  comune,  confermata   dai   numerosi
riconoscimenti nazionali ed internazionali. 
    L'apprezzamento e la reputazione dell'Olio lucano sono dimostrati
dai numerosi riconoscimenti nei concorsi e presenza  nelle  guide  di
settore di diversi produttori lucani.  Anche  la  forte  presenza  di
emigrati lucani in Europa e nelle Americhe ha contribuito negli  anni
a diffondere la conoscenza del  prodotto  non  il  nome  olio  lucano
alimentandone il commercio e la reputazione all'estero. 
    Negli ultimi tre decenni, l'uso  del  nome  Olio  lucano  e'  ben
documentato a partire dalla fine degli anni '80  sia  nel  commercio,
nel linguaggio comune e pubblicazioni scientifiche (Lupoli, 1989). 
    Nel  commercio,  oltre  all'uso  del  nome  «Olio   lucano»   per
identificare direttamente il prodotto (es. etichette azienda Lettieri
di Laurenzana - PZ, 1993), diversi sono i  casi  documentati  di  uso
dell'aggettivo «lucano» o del nome  Lucania  sia  in  etichetta  (es.
«Colli lucani», «Bonta' della Lucania», «Dalle colline lucane», ecc.)
e sia nelle stesse ragioni sociali di ditte del settore (es.  azienda
agricola «Podere lucano» di Ripacandida - PZ, «Oroverde  lucano  srl»
di Ferrandina - MT, qui con un chiaro riferimento  di  aggettivazione
«lucano» all'olio chiamato oro verde). 
    Peraltro la  normativa  europea  su  Dop  e  Igp,  che  vieta  la
possibilita' di utilizzare riferimenti geografici  in  etichetta,  ha
frenato l'uso  del  nome  da  parte  dei  produttori  in  assenza  di
riconoscimento. 
    A partire dal 2000 l'attivita' del Concorso regionale  «Olivarum»
per  l'olio  extravergine  di  oliva  prodotto   in   Basilicata   ha
contribuito  a  diffondere  la  cultura  dell'olio,  stimolando   nei
produttori un continuo miglioramento della qualita'. 
    Inoltre  la  partecipazione  degli  operatori   alle   principali
manifestazioni nazionali ed internazionali di settore  ha  richiamato
l'attenzione di consumatori e/o operatori extra-regionali accrescendo
la reputazione dell'olio lucano. 
    Qui di seguito si riportano i principali premi  e  riconoscimenti
ottenuti in vari concorsi a  carattere  nazionale  ed  internazionale
fino al 2016: 
      Concorso nazionale Ercole Olivario, 2011, vincitore - 2° posto; 
      Concorso nazionale Ercole Olivario, 2006, 2007, 2011, 2017, oli
finalisti; 
      Concorso nazionale L'Orciolo d'oro, 2014, vincitore - 3° posto; 
      Concorso nazionale L'Orciolo d'oro,  dal  2006  al  2017,  Gran
Menzione; 
      Concorso nazionale Leon d'oro, 2007, 2009, 2013, Gran Menzione; 
      Concorso nazionale Montiferru, 2013, vincitore - 3° posto; 
      Concorso nazionale Montiferru, 2014, vincitore - 2° posto; 
      Concorso nazionale Montiferru, 2016, vincitore - 1° posto; 
      Concorso internazionale Sol d'oro, 2009, 2013, Gran Menzione; 
      Concorso internazionale Sol d'oro, 2016, vincitore - 3° posto; 
      Concorso internazionale Biol, 2013, 1 medaglia oro, 3  medaglie
argento; 
      Concorso internazionale Biol, 2014, 3 medaglie oro, 3  medaglie
argento; 
      Concorso internazionale Biol, 2016, 1  medaglia  extra  oro,  1
medaglia oro, 2 medaglie argento; 
      Concorso internazionale Joop (Japan  Olive  Oil  Prize),  2014,
vincitore 1° premio category medium; 
      Concorso internazionale Joop (Japan  Olive  Oil  Prize),  2016,
Menzione speciale.