(Allegato II)
                                                          Allegato II 
 
                 Criteri di analisi e valorizzazione degli indicatori 
                                              del sistema di garanzia 
 
Nuovo  Sistema  di  Garanzia  per  il  monitoraggio   dell'assistenza
                              sanitaria 
  1. Criteri per  l'individuazione,  il  calcolo  e  l'analisi  degli
indicatori del Sistema di Garanzia 
  1.1. Fenomeni osservati 
  Il D.P.C.M. 12 gennaio 2017 recante  "Definizione  e  aggiornamento
dei livelli essenziali di assistenza" definisce i Livelli  Essenziali
di Assistenza (LEA) individuati in termini di  attivita',  servizi  e
prestazioni che il Servizio sanitario nazionale (SSN)  e'  tenuto  ad
assicurare  ai  propri  assistiti,  coerentemente  con   le   risorse
programmate del SSN. L'erogazione di tali servizi  deve  avvenire  in
condizioni  di  appropriatezza,  adeguato  livello   qualitativo   ed
efficienza, oltre che essere omogenea sul territorio nazionale. 
  La garanzia dei LEA sotto tali condizioni richiede la  presenza  di
informazioni che,  opportunamente  elaborate  e  rappresentate  sotto
forma di indicatori, consentano  di  leggere,  per  ciascun  LEA,  le
dimensioni dei processi di erogazione, tali da evidenziare le singole
criticita' e rendere possibili interventi puntuali, fornendo le  basi
per il miglioramento del sistema. 
  Costituisce, dunque, la struttura del  sistema  di  indicatori  una
matrice  che  associa  a  ciascun  LEA  le  seguenti  dimensioni:  a)
efficienza   e   appropriatezza   organizzativa,   b)   efficacia   e
appropriatezza clinica, c)  sicurezza.  Gli  elementi  della  matrice
cosi' definita sono individuati a partire  dalla  ricognizione  degli
indicatori presenti nei sistemi nazionali e  nei  principali  sistemi
internazionali di monitoraggio dell'assistenza, validati da gruppi di
esperti in relazione alla copertura esaustiva delle fonti informative
utilizzate  ed  integrati  in  ragione  di  specifiche  priorita'  di
politica sanitaria. 
  La garanzia di omogeneita' dell'erogazione sul territorio nazionale
presuppone il monitoraggio di tali indicatori tra le  regioni  ed  al
loro interno. Al tempo stesso, l'analisi delle variazioni  per  eta',
genere   e   condizioni   sociali   permette   di   monitorare   piu'
analiticamente l'equita' del sistema nelle specifiche componenti  dei
processi assistenziali che, in base alla letteratura di  riferimento,
risultano  piu'   sensibili   a   tali   fattori   socio-demografici,
permettendo di indirizzare gli  interventi  a  specifici  sottogruppi
della popolazione. Infine, la definizione dei LEA individua i diritti
degli assistiti che possono  essere  modulati  solo  in  ragione  del
bisogno: a parita' di bisogno ci si attendono uguali risposte del SSN
ed uguali esiti. Dal momento che le differenze dei bisogni di  salute
sono in grado di determinare una quota della variabilita'  geografica
nella garanzia dei LEA, il Sistema di Garanzia,  compatibilmente  con
le  informazioni   disponibili,   prende   in   considerazione   tale
variabilita' nell'analisi delle differenze geografiche nella garanzia
dei LEA che sono oggetto di monitoraggio e valutazione. 
  1.2. Fonti e variabilita' casuale 
  Il Sistema di Garanzia si alimenta di indicatori  basati  sui  dati
disponibili  nei  flussi  informativi  correnti  del  Nuovo   Sistema
Informativo Sanitario (NSIS) nazionale del  Ministero  della  Salute:
l'assolvimento del debito informativo per i flussi correnti NSIS,  da
parte di tutte le Regioni  e  le  Province  Autonome,  e'  condizione
indispensabile  per  il  calcolo  degli  indicatori.  Il  Sistema  di
Garanzia si puo' alimentare, altresi', di indicatori calcolabili  con
dati derivanti da altre fonti informative, totali o campionarie (come
nel caso delle indagini multiscopo  Istat),  a  copertura  nazionale:
l'omogenea  rappresentativita'   delle   popolazioni   regionali   di
riferimento, sull'intero territorio nazionale, costituisce  requisito
indispensabile per l'utilizzo di informazioni da tali fonti; tra tali
fonti, si privilegiano quelle conformi all'European  Statistics  Code
of                                                           Practice
(http://ec.europa.eu/eurostat/web/quality/european-statistics-code-of
-practice). 
  Nella piena consapevolezza che, qualunque sia la fonte  informativa
di riferimento, la  precisione  degli  indicatori  possa  condurre  a
valutazioni  distorte  per  effetto   di   variabilita'   stocastica,
soprattutto se si intendono valutare aree con un numero  limitato  di
abitanti,  il  Sistema  di  Garanzia  prende  in  considerazione   la
variabilita' casuale delle stime. Per ciascun indicatore, l'approccio
con cui tener conto di  tale  elemento  differisce  a  seconda  della
natura della fonte informativa di riferimento per la sua misura. 
  Per quanto riguarda gli indicatori calcolati con  dati  provenienti
da fonti campionarie, il Sistema di Garanzia considera le  stime  per
intervallo degli indicatori fornite dalle stesse fonti. 
  Per quanto riguarda gli indicatori calcolabili con informazioni  da
flussi informativi NSIS e da altre fonti non campionarie, la  maggior
parte dei fenomeni oggetto di misura e' riferita a determinazioni  di
processi aleatori per i quali e' altresi'  opportuno  considerare  la
variabilita' casuale delle stime e, dunque, la misura  di  stime  per
intervallo. E' quindi necessario verificare la  natura  aleatoria  di
ciascun  indicatore,  fermo  restando  che,  ragionevolmente,  alcuni
indicatori possano essere  riferiti  a  processi  deterministici  che
derivano direttamente da scelte  programmatorie  dell'amministrazione
sanitaria in relazione  a  parametri  di  riferimento;  si  veda,  ad
esempio, il caso della quota di popolazione invitata ad un  programma
di screening, che non e' soggetta a variazioni  per  fattori  diversi
dalle attivita' necessarie a raggiungerla. 
  1.3. Criteri di standardizzazione e aggiustamento 
  La comparabilita' degli indicatori tra Regioni e Province  Autonome
richiede che le popolazioni a confronto siano sufficientemente simili
riguardo a caratteristiche note che, al netto degli elementi  oggetto
di  valutazione,  risultino  in  grado  di  influenzare  il  fenomeno
misurato.  E'  noto  come  le   regioni   italiane   presentino   una
distribuzione per eta' fortemente eterogenea; e' altresi'  noto  come
l'eta' sia in grado di esprimere condizioni cliniche che  determinano
diversita' di bisogno sanitario e richiedono l'erogazione di un  LEA,
condizioni che possono essere confondenti rispetto al  confronto  che
si ha interesse ad effettuare. Il Sistema di Garanzia  utilizza,  ove
opportuno, la standardizzazione per eta' e per  genere,  come  metodo
per rimuovere il confondimento legato a tali fattori. L'esame di ogni
singolo  indicatore,  in  relazione  alle   capacita'   della   fonte
informativa di  riferimento,  permettera'  di  considerare  eventuali
altri importanti fattori di confondimento o caratteristiche legate al
bisogno   sanitario,   rilevate   e    da    correggere    attraverso
standardizzazione e aggiustamento. Laddove l'interesse sia rivolto al
confronto tra punti di erogazione delle prestazioni  sanitarie  e  le
fonti informative permettano un piu' esaustivo  risk  adjustment  (si
veda per esempio la percentuale d'intervento per frattura del  femore
nelle prime 48 ore e la presenza di variabili in grado  di  esprimere
alcune condizioni cliniche associate alla necessita' di spostare  nel
tempo l'intervento chirurgico), si favorisce tale metodo al  fine  di
isolare la sola variabilita' degli indicatori derivante da fattori di
natura decisionale e clinico- organizzativa. 
  L'esame di  ogni  singolo  indicatore,  sempre  in  relazione  alle
capacita' della fonte informativa di riferimento, permette infine  di
considerare il ruolo di variabili demografiche, quali  genere,  eta',
residenza,  cittadinanza,  come  eventuali  fattori  di  specificita'
dell'indicatore, suggerendo l'analisi stratificata dello stesso. 
  1.4. Misura della variabilita' geografica 
  Il Sistema di Garanzia pone specifica attenzione  all'eterogeneita'
geografica interna alle regioni, al fine di dar  conto  di  aggregati
sub-regionali (aggregati territoriali di popolazione o singoli  punti
di erogazione delle  prestazioni)  che  presentano  criticita'  nella
garanzia  dei  LEA.  Tale  finalita'  e'  assicurata  attraverso   la
valutazione distinta sia del valore di sintesi regionale sia, qualora
pertinenti  e  apprezzabili,  degli  scostamenti  sub-regionali   dal
livello di  garanzia  minimo.  Per  quanto  riguarda  gli  indicatori
riferibili  alla  popolazione  residente,  le  unita'   sub-regionali
amministrative  (es.   comuni,   province)   rilevate   nelle   fonti
informative di riferimento, o  rilevabili  tramite  collegamento  con
altre fonti,  rappresentano  l'unita'  statistica  di  analisi:  tale
indicazione  deriva  dalla  constatazione  che  le  suddette   unita'
amministrative non sono suscettibili di riclassificazioni per effetto
di  variazioni  organizzative   del   Sistema   sanitario   regionale
(accorpamenti di ASL/distretti). 
  La stima della variabilita' sub-regionale e' effettuata  attraverso
i Median Odds Ratios (MOR) (1)  :  queste  misure  sono  calcolate  a
partire  dalla  distribuzione   dell'indicatore   all'interno   della
regione, considerando tutte le possibili coppie  di  valori  riferiti
alle aree sub-regionali. Un valore del MOR pari ad 1  indica  assenza
di variabilita' tra le aree sub-regionali. Quanto piu' il valore  del
MOR si discosta dall'unita', maggiore e' la variabilita'  all'interno
della Regione. 
  1.5. Misura dell'equita' sociale nell'erogazione dei LEA 
  La  definizione  dei  LEA  individua  cio'  che   viene   garantito
all'assistito che puo' essere modulato solo in ragione del bisogno di
salute: il SSN deve assicurare adeguate  risposte  ai  bisogni  senza
differenze tra uomini e donne, tra giovani ed anziani, tra  poveri  e
ricchi, tra cittadini italiani e non, ecc.. La letteratura suggerisce
come le differenze di  genere  e  quelle  per  eta'  nella  salute  e
nell'assistenza sanitaria siano, nel profilo epidemiologico  italiano
ed europeo, meno pronunciate, a parita' di bisogno, di quelle sociali
e  geografiche  (ad  eccezione  di  alcuni   specifici   livelli   di
assistenza). 
  Focalizzando l'attenzione alle differenze sociali, la  loro  misura
presuppone la disponibilita' di informazioni sulla posizione  sociale
degli assistiti: allo stato attuale tali informazioni sono  presenti,
a  livello  individuale,  nel  flusso  delle  Schede  di   Dimissione
Ospedaliera (SDO) (titolo di studio) e in quello del  Certificato  Di
Assistenza  al  Parto  (CEDAP)  (titolo  di   studio   e   condizione
professionale/non professionale materna e paterna), oltre  che  nelle
indagini campionarie Istat. Tenuto conto della necessita'  di  legare
le finalita' di monitoraggio del Sistema di Garanzia alla valutazione
di azioni di contrasto delle diseguaglianze sociali,  gli  indicatori
utilizzati per  la  verifica  dell'equita'  nella  garanzia  dei  LEA
privilegeranno le misure assolute, ossia concentreranno  l'attenzione
sugli  indicatori  di  erogazione  dell'assistenza  nei  gruppi  piu'
svantaggiati, definiti in base  alle  variabili  sociali  disponibili
nella fonte utilizzata. Tale scelta metodologica consente di superare
alcuni limiti delle misure  relative,  ossia  quelle  costituite  dal
rapporto della misura dell'indicatore di erogazione dei LEA  tra  due
gruppi corrispondenti agli estremi della scala sociale. (2) 
  Nella  selezione  degli  indicatori  del  sistema  di  garanzia  da
utilizzare  per  monitorare  l'equita'  si  potranno   adottare   due
strategie, una di natura piu' descrittiva generale, l'altra di natura
piu' analitica, perche' mirata alla definizione di  specifici  target
d'intervento e monitoraggio dei progressi: 
  1) un approccio di sistema, che si concentra  sul  monitoraggio  di
indicatori sintetici di accesso alle cure, eventualmente distinti per
macro-livelli  di  assistenza  (prevenzione  collettiva   e   sanita'
pubblica,  assistenza  distrettuale,  assistenza   ospedaliera);   un
esempio, a riguardo, e' rappresentato dalla frequenza della  rinuncia
a  prestazioni  sanitarie  (visite  o  accertamenti  specialistici  o
interventi  chirurgici)  per  motivi  economici  o  problemi   legati
all'offerta (es. lunga attesa, ecc.), nei gruppi di popolazione  piu'
svantaggiati,  come  rilevata  nell'ultima   indagine   Istat   sulle
condizioni di salute; 
  2) un approccio piu' puntuale, che e' ricavabile  dall'esame  della
documentazione scientifica di settore e si  basa  sull'individuazione
di indicatori sentinella  che  esprimono  difficolta'  di  accesso  a
percorsi assistenziali a carico delle persone con  posizione  sociale
sfavorita: dall'insieme completo  degli  indicatori  del  Sistema  di
Garanzia vengono selezionati quelli  che  derivano  da  fonti  dotate
dell'informazione  sulla  variabile  sociale  e  che  la  letteratura
segnala come maggiormente sensibili a problemi di equita'; per questi
indicatori,  e'  monitorato  l'andamento  annuale  nei  gruppi   piu'
svantaggiati definiti dalla variabile sociale  presente  nella  fonte
utilizzata. 
  In  entrambi  gli  approcci,   la   misura   delle   disuguaglianze
presuppone, in taluni casi, la correzione per intensita' del bisogno:
per  gli  indicatori  basati  sulle  indagini  Istat,  e'   possibile
effettuare direttamente tale correzione attraverso lo stato di salute
percepito o l'indice di cronicita'. 
  La metodologia sopra descritta si applica anche alle diseguaglianze
legate all'area geografica di provenienza: in questo  caso,  la  loro
misura   presuppone   la   disponibilita'   di   informazioni   sulla
cittadinanza   degli   assistiti,   riclassificabile    secondo    le
macro-categorie,  rispettivamente,  dei  Paesi  a   Forte   Pressione
Migratoria e dei Paesi a Sviluppo  Avanzato  (3)  ;  le  informazioni
utili e consolidate per tale classificazione sono  disponibili  nelle
fonti SDO e CEDAP.  In  tale  ambito  la  documentazione  scientifica
permette di individuare una pluralita' di indicatori  sentinella  che
esprimono   specifiche   diseguaglianze   di   accesso   a   percorsi
assistenziali a sfavore di specifiche popolazioni immigrate, come nel
caso delle gravidanze che esitano in interruzioni  volontarie  o  nel
caso della frequenza di ricorso alla prima visita in gravidanza oltre
la 12-ma settimana. 
  Allo stato attuale,  la  scelta  degli  indicatori  di  equita'  si
indirizza verso le fonti campionarie Istat o  i  flussi  NSIS  SDO  e
CEDAP. 
  In futuro si potra' individuare una soluzione  che  consentira'  di
misurare  le  variazioni  sociali  attraverso  tutti  gli  indicatori
alimentati dai flussi informativi NSIS; questa  soluzione  dipendera'
dalla possibilita' di  integrare  (tramite  record  linkage)  i  dati
individuali dei flussi informativi  sanitari  presenti  in  NSIS  con
l'informazione sul titolo di studio proveniente dal Censimento  della
popolazione effettuato  dall'Istat  e  dall'Anagrafe  degli  studenti
implementata dal MIUR. Tale  integrazione  potrebbe  consentire  alle
regioni  di  avere  a  disposizione,  nei  database   regionali,   le
informazioni utili a produrre indicatori di attivita' e di accesso al
SSN declinati per genere, eta' e titolo di studio. 
  1.6. Individuazione e analisi degli indicatori 
  L'elenco degli indicatori del Sistema di Garanzia comprende: 
    1. indicatori relativi ai LEA dei tre macro livelli di assistenza
i)  prevenzione  collettiva  e  sanita'  pubblica;   ii)   assistenza
distrettuale; iii) assistenza ospedaliera, definiti in  relazione  ad
attributi   rilevanti   clinici   e   organizzativi   dei    processi
assistenziali e declinati sulla base delle  seguenti  dimensioni:  a)
efficienza   e   appropriatezza   organizzativa,   b)   efficacia   e
appropriatezza clinica, c) sicurezza; 
    2.  indicatori  per  la  valutazione  dei  Percorsi   diagnostici
terapeutici assistenziali (PDTA) trasversali ai  macro-livelli  sopra
definiti; 
    3. indicatori di equita'; 
    4. indicatori di qualita' percepita e umanizzazione delle cure; 
    5. indicatori di contesto per la stima del bisogno sanitario. 
  L'analisi di  ciascun  indicatore  sara'  volta  a  dare  opportuna
evidenza sia del posizionamento relativo di ciascuna regione, che del
relativo andamento temporale, tenendo conto di quanto sopra descritto
in relazione alla variabilita' casuale. Tale analisi  costituira'  un
supporto all'individuazione di priorita'  per  la  programmazione  di
interventi,  contribuendo  ai  criteri  per  l'individuazione   degli
indicatori nel sottoinsieme come specificati nel successivo paragrafo
2.  Al  tempo  stesso,  l'analisi  degli  indicatori  consentira'  di
monitorare il  mantenimento  dei  progressi  derivanti  da  specifici
interventi. 
  I  risultati  dell'analisi  degli  indicatori  saranno   pubblicati
annualmente, per le eventuali successive iniziative da adottare. 
  1.7. Valorizzazione degli indicatori 
  La valutazione di un fenomeno  misurato  attraverso  un  indicatore
equivale ad assegnare un valore alla misura ottenuta.  L'utilizzo  di
un indicatore in un processo di valutazione comporta  necessariamente
la definizione di una funzione di trasformazione  che  associa,  alla
misura dell'indicatore  stesso,  un  valore  espresso  su  una  scala
continua o discreta, in grado  di  esprimere  la  preferenza  che  il
valutatore  ritiene  di  assegnare.  E'  possibile  ricomprendere  le
funzioni  di  valorizzazione  piu'  frequentemente  utilizzate  in  2
categorie: funzioni continue e funzioni non  continue.  Muovendo  dai
limiti della scelta di funzioni non continue, legati alla  componente
discrezionale nella scelta dei  punti  di  discontinuita',  l'uso  di
funzioni continue comporta alcuni evidenti vantaggi come, ad esempio,
un maggiore incentivo al  miglioramento  continuo  del  punteggio  e,
dunque, dell'indicatore, oltre che una maggiore valorizzazione  degli
elementi di eccellenza. 
  Il percorso operativo per la  valorizzazione  degli  indicatori  e'
cosi' schematizzato: 
    1.  individuazione  del  "dominio"  della  misura   valorizzabile
(misura minima e massima); 
    2. costruzione di classi di misura  a  cui  assegnare  i  diversi
punteggi; 
    3. costruzione  e  rappresentazione  grafica  della  funzione  di
valorizzazione non continua; 
    4. interpolazione della funzione non  continua  e  trasformazione
dei punteggi in una funzione continua di valori da  utilizzare  nella
valutazione. 
  A ciascun indicatore corrispondera', dunque, una funzione  continua
di valori. 
  Per ciascun indicatore, alle regioni e le province autonome cui non
corrisponda  l'assolvimento  del  debito  informativo  necessario  al
relativo calcolo, sara' assegnato un valore pari a 0. 
  Se l'indicatore e' rappresentato  da  una  variabile  aleatoria,  a
ciascuna regione corrispondera' una stima puntuale  e  uno  specifico
intervallo di confidenza di valori; in  caso  contrario,  a  ciascuna
regione corrispondera' un valore puntuale. Infine, la  valorizzazione
degli indicatori terra' conto del relativo andamento temporale. 
  2. Individuazione degli indicatori del sottoinsieme 
  Il sottoinsieme di indicatori,  di  cui  all'art.  2  comma  4  del
presente decreto, e' composto da  un  numero  di  indicatori  che,  a
parita' di contenuti, rispetta il criterio di parsimonia  informativa
ed e' identificato attraverso i seguenti parametri: 
    i) priorita' in materia di programmazione  e  organizzazione  dei
servizi sanitari; 
    ii) almeno un indicatore per ciascun macro-livello di assistenza,
definito secondo il punto 1.6 del presente allegato tecnico; 
    iii)  un  indicatore  di  valutazione  di  almeno   un   percorso
diagnostico-terapeutico-assistenziale; 
    iv) un indice sintetico e/o un indicatore sentinella  di  equita'
geografica e sociale nell'assistenza sanitaria, definiti in  base  al
punto 1.5 del presente allegato tecnico. 
  Il processo di individuazione delle priorita' prevede che la  lista
di   indicatori   del   sottoinsieme   sia   sottoposta   annualmente
all'approvazione del Comitato LEA. Nell'ottica di indirizzare il piu'
possibile  le  regioni  verso  il  miglioramento   conseguibile,   e'
preferibile una stabilita'  degli  indicatori  nel  sottoinsieme  per
almeno un triennio, con  una  possibile  rotazione  degli  indicatori
stessi,  a  partire  dall'anno  successivo  al  primo   triennio   di
applicazione. Si sottolinea, comunque,  la  necessita'  di  garantire
flessibilita' al sistema di valutazione in  funzione  di  elementi  e
priorita' contingenti e di  favorire  l'attenzione  al  miglioramento
effettivo della garanzia dei LEA, facendo si' che le azioni messe  in
atto non si limitino al solo impatto su specifici indicatori. 
  Come disciplinato nell'art. 3 comma 6 del presente  decreto,  "  Le
valutazioni del sottoinsieme di cui all'art. 2 comma 4  del  presente
decreto costituiscono parte integrante del sistema di verifica  degli
adempimenti cui sono  tenute  le  regioni  per  accedere  alla  quota
integrativa prevista dall'art. 2, comma 68, della Legge n. 191 del 23
dicembre 2009, ai sensi dell'art. 15, comma 24,  del  D.L.  n.95/2012
(convertito, con modificazioni, in Legge n. 135/2012), di  competenza
del  Comitato  LEA.  ".  Tale  integrazione  prevede  che  l'omogenea
erogazione  dei  Livelli  Essenziali  di  Assistenza  sanitaria   sia
verificata attraverso  un  sottoinsieme  di  indicatori,  individuato
nell'ambito del  Nuovo  Sistema  di  Garanzia  secondo  le  modalita'
sopradescritte. 
  3.  Criteri  di  individuazione  delle  misure  e  dei  valori   di
riferimento per il sottoinsieme 
  Al fine  di  guidare  il  processo  di  valutazione  e'  necessario
individuare le misure di riferimento degli indicatori selezionati per
il  sottoinsieme.  Queste  misure  sono  identificate  attraverso  la
seguente scala di criteri, intesa in senso sequenziale e di solidita'
decrescente, ossia che miri all'adozione di  uno  specifico  criterio
solo in assenza di elementi sufficienti per adottare i precedenti: 
  1. indicazioni programmatiche normative; 
  2.  revisioni  sistematiche  o  indicazioni  da  altri  sistemi  di
valutazione (nazionali o internazionali), adeguatamente  documentate,
oppure  linee  guida  o   raccomandazioni   cliniche   prodotte   con
metodologie validate, facendo attenzione ad eventuali  differenze  di
contesto; 
  3. procedura empirica e  consultazione  di  esperti.  La  procedura
empirica prevede l'individuazione di una misura o di un intervallo di
riferimento a partire dalla distribuzione  osservata  dell'indicatore
di interesse nell'anno precedente a quello  della  valutazione.  Tale
procedura e' applicata preferibilmente a  livello  sub-regionale,  in
presenza  di  dati  disponibili,   e   utilizza   un   algoritmo   di
ri-aggregazione   delle   unita'   di   osservazione    con    misure
dell'indicatore  piu'  favorevoli,  fintanto  che  non  si   assicuri
un'adeguata capacita' discriminante. Tale procedura prevede, in  fase
iniziale, la composizione del gruppo di riferimento con le  strutture
o  le  aree  che  presentano  la  misura  piu'  favorevole   rispetto
all'indicatore considerato; successivamente ,il gruppo di riferimento
si aggiorna in modo iterativo fintanto che, per la prima struttura  o
area esclusa dal gruppo di riferimento, l'indicatore non evidenzi una
variazione  superiore  al  20%  e  un  livello  di   significativita'
statistica inferiore a 0.30, per esiti rari (incidenza < 5%) rispetto
al gruppo di riferimento, o una variazione  superiore  al  10%  e  un
livello di significativita' statistica inferiore a  0.20,  per  esiti
piu' frequenti. 
  La consultazione di esperti si avvale del metodo Delphi (4) . 
  Il processo  di  definizione  delle  misure  di  riferimento  e  la
trasformazione di queste nei valori corrispondenti della funzione  di
valorizzazione, consente di valutare ogni singolo indicatore rispetto
a soglie di garanzia minima dell'erogazione dei LEA.  Nell'intervallo
di valorizzazione delle misure dell'indicatore (0-100),  alla  soglia
di garanzia minima (che corrisponde alla misura  di  riferimento)  si
associa, per ciascun indicatore, il valore 60. 
  Ogni  anno  l'elenco  degli  indicatori  del  sottoinsieme  con  le
relative soglie e' sottoposto all'approvazione del Comitato LEA. 
  4.  La  valutazione  sintetica  di  ciascuna  Regione  e  Provincia
Autonoma 
  Per ciascun macro-livello di assistenza di cui  al  punto  1.6  del
presente  allegato  tecnico,  sara'   costruita   una   funzione   di
composizione, basata su: 
    .  i  valori  (punteggi)  attribuiti  agli  indicatori  ad   esso
afferenti nel sottoinsieme; 
    . un peso  per  ciascun  indicatore,  in  relazione  al  criterio
utilizzato per definirne la misura di riferimento di cui al  punto  3
del presente allegato tecnico; 
    . un  correttivo  al  valore  attribuito  a  ciascun  indicatore,
commisurato alla valutazione dell'andamento temporale; 
    . un  correttivo  al  valore  attribuito  a  ciascun  indicatore,
commisurato alla variabilita' sub-regionale stimata,  come  descritto
al punto  1.4  del  presente  allegato  tecnico  (MOR),  per  ciascun
indicatore su cui risulti calcolabile; 
    .  i   valori   attribuiti   agli   indicatori   trasversali   ai
macro-livelli     di     assistenza     relativi     ai      percorsi
diagnostico-terapeutici-assistenziali,      all'equita'       sociale
nell'assistenza sanitaria e alla qualita' percepita e/o umanizzazione
delle cure, pesati  in  base  all'impatto  di  ciascun  macro-livello
assistenziale sull'indicatore trasversale. 
  A tale funzione sara' applicata una trasformazione che  consentira'
di ricavare valori ricompresi in un intervallo  tra  0  e  100;  cio'
permettera' di misurarne il risultato secondo una metrica comparabile
tra i diversi macro-livelli. 
  Per ogni macro livello si associa il valore 60 alla soglia oltre la
quale e' definito l'intervallo di garanzia dell'assistenza. 
  La garanzia di erogazione dei LEA si intende raggiunta, da parte di
una Regione o Provincia Autonoma, qualora a questa corrisponda, entro
ciascun  macro-livello,  un   punteggio   ricompreso   nel   suddetto
intervallo di garanzia dell'assistenza, in modo da non consentire  la
compensazione tra differenti macro-livelli. 
 
 

(1) Merlo J. Multilevel analytical approaches in social epidemiology:
    measures of health variation compared with  traditional  measures
    of association. Journal  of  Epidemiology  and  Community  Health
    2003; 57: 550-552. 

(2) European Commission, Demetriq Project,  Final  Summary  Report  -
    http://www.demetriq.eu/documents/reports/ 

(3) Istituto  Nazionale  di  Statistica.  La  presenza  straniera  in
    Italia: caratteristiche socio-demografiche. Roma, 2007 

(4) Adler M., Ziglio E.. Gazing into the Oracle: The Applications  of
    the Delphi Method to Public Policy. London, Kingsley Ltd. 1996