(Allegato A-art. 9)
                               Art. 9. 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
    a) Specificita' della zona geografica: 
 
      fattori  naturali:  l'areale  della  denominazione  «Prosecco»,
situato nella parte nord orientale dell'Italia, e' caratterizzato  da
una giacitura di tipo pianeggiante  con  alcune  zone  collinari.  Il
clima di quest'area veneto-friulana e' temperato: a  nord  la  catena
montuosa  delle  Alpi  funge  da  barriera   alle   correnti   fredde
settentrionali e a  sud  il  mare  Adriatico  e'  la  via  principale
attraverso la quale arrivano i venti di  scirocco,  determinando  una
sufficiente piovosita' soprattutto durante i mesi  estivi,  mitigando
la temperatura e apportando la quantita' idrica necessaria alla  vite
nelle fasi di accrescimento dei germogli e dei grappoli. 
    A fine estate, con il diminuire  delle  ore  di  sole  e  con  la
prevalenza dei venti secchi di bora da  est,  si  verificano  elevate
escursioni termiche tra il giorno e la notte, nonche' si  rileva  una
buona presenza di sostanze aromatiche nell'uva,  proprio  nella  fase
conclusiva della maturazione. 
    L'area di produzione e' ricca  di  minerali  e  microelementi;  i
suoli sono prevalentemente di  origine  alluvionale  e  mostrano  una
tessitura dominante  argillosa-limosa,  con  una  buona  presenza  di
scheletro derivante  dell'erosione  delle  dolomiti  e  dai  depositi
fluviali, che permette un buon drenaggio dei terreni; 
 
      fattori storici e umani: i primi documenti in cui  si  cita  un
vino «Prosecco» risalgono alla fine del '600  e  descrivono  un  vino
bianco, delicato, che ha origine sul carso triestino e in particolare
nel  territorio  di   «Prosecco»,   evidenziato   tutt'ora   con   la
possibilita' di adottare la menzione «Trieste». 
    In seguito nel '700 e '800, la produzione di questo  vino  si  e'
spostata e  sviluppata  prevalentemente  nell'area  collinare  veneto
friulana, come citato dal «Roccolo» nel 1754 «Di  Monteberico  questo
perfetto  "Prosecco"  ...»  e  confermato,  poi,   nel   1869   nella
«Collezione ampelografia provinciale trevigiana»,  in  cui  si  cita:
«fra le migliori uve bianche per le qualita' aromatiche  adatte  alla
produzione di vino dal fine profilo sensoriale». 
    In questi territori pedemontani ed in particolare  nelle  colline
trevigiane, il «Prosecco» trova il suo terroir  d'elezione,  dove  la
conformazione e i terreni declivi della fascia collinare, i  suoli  e
il clima, permettono di  valorizzare  le  peculiarita'  del  vitigno.
Grazie alla fama della DOC «Prosecco  di  Conegliano  Valdobbiadene»,
riconosciuta dal Ministero nazionale nel 1969, la coltivazione  delle
uve  idonee  a  produrre  spumanti  e  frizzanti  ha   cominciato   a
interessare anche i territori pianeggianti, diffondendosi prima nella
Provincia di Treviso, evidenziata con la possibilita' di adottare  la
menzione «Treviso», e successivamente in altre province del Veneto  e
del Friuli-Venezia Giulia. 
    Negli anni '70 la crescente domanda e la rinomanza della qualita'
del «Prosecco» ha reso necessario tutelare il nome  del  prodotto,  a
difesa sia dei produttori che dei consumatori; il «Prosecco» e' stato
pertanto inserito nell'elenco  dei  «Vini  da  tavola  a  indicazione
geografica», in attuazione del decreto ministeriale 31 dicembre 1977.
L'ulteriore miglioramento della qualita' negli ultimi  decenni  e  la
necessita' di una maggiore tutela del nome a livello  internazionale,
hanno  portato  nel  2009  ad  ottenere   il   riconoscimento   della
denominazione di origine controllata «Prosecco» (decreto ministeriale
17 luglio 2009). 
    Il viticoltore deve adottare  la  giusta  tecnica  colturale  per
l'allevamento di una varieta'  cosi'  vigorosa  come  la  Glera,  che
prevede,  oltre  all'orientamento  verticale  dei  germogli  e   alla
soppressione di quelli in sovrannumero, anche interventi di  cimatura
e  legatura,  al  fine  di  ottenere  un  particolare  microclima  in
prossimita' del grappolo che consenta  la  corretta  maturazione  del
potenziale aromatico della bacca, limitando il carico produttivo  per
ceppo. 
    Il  successo  del  «Prosecco»  e'  dovuto   essenzialmente   alla
capacita' degli operatori di sviluppare, a partire dai primi anni del
1900,  idonee  tecniche  di  rifermentazione   naturale,   prima   in
bottiglia, poi in  autoclave,  come  e'  citato  in  testi  del  1937
«Prosecco (...) messo in botte si vende  all'inizio  della  primavera
destinandolo alla bottiglia ove riesce spumante». 
    Nell'ultimo secolo si e' sviluppato nell'area di  produzione  una
rete di  alte  professionalita'  tecnico-scientifiche  finalizzata  a
perfezionare il metodo di produzione ed elaborazione  del  «Prosecco»
consentendo  di  esaltare   le   caratteristiche   che   lo   rendono
riconoscibile   e   apprezzato   dai   consumatori    nazionali    ed
internazionali. Determinante e' stata la  capacita'  degli  operatori
nello sperimentare e migliorare le tecnologie di vinificazione  e  di
spumantizzazione del  «Prosecco»  attraverso  le  quali  gli  enologi
riescono a preservare gli aromi dell'uva nel  profilo  aromatico  del
vino. 
    La capacita' professionali degli operatori di esaltare al  meglio
le peculiarita' del  «Prosecco»,  ha  consentito  a  questo  vino  di
ottenere numerosi premi a livello nazionale ed  internazionale  e  di
essere    presente    sulle     migliori     guide     internazionali
eno-gastronomiche. 
 
    b) Specificita' del prodotto: il vitigno base da cui  si  ottiene
il «Prosecco» e' il Glera, semi-aromatico;  possono  concorrere  poi,
fino ad un massimo del  15%,  altri  otto  vitigni,  dagli  autoctoni
Bianchetta,  Perera,  Verdiso,  Glera   lunga   agli   internazionali
Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero. 
 
    La tipologia di uve prodotte e della  Glera  in  particolare,  e'
caratterizzata da un moderato accumulo di zuccheri  e  da  una  buona
presenza  (maturita')  di  acidita'  e   sostanze   aromatiche,   che
permettono di ottenere un vino base, per la produzione di «Prosecco»,
poco alcolico e dalla piacevole aromaticita'. 
    Il vino «Prosecco»,  nelle  versioni  spumante  e  frizzante,  e'
tipicamente secco,  con  un  profilo  sensoriale  dal  colore  giallo
paglierino  brillante  con  perlage  fine,  in  equilibrio   con   la
persistenza della spuma. 
    All'olfatto, il vino e' caratterizzato da spiccate note  floreali
(fiori bianchi) e fruttate (mela, pera, frutta esotica e agrumi)  che
esprimono eleganza e finezza. Al gusto, presenta un equilibrio tra le
componenti  zuccherina  ed  acidica,   che   unite   alla   sapidita'
conferiscono note di freschezza, morbidezza e vivacita' al palato. 
    Per esaltare le caratteristiche di questo particolare vino  nella
versione spumante si adotta il metodo  «Martinotti»  che  prevede  la
rifermentazione  naturale  del  vino  base  in  grandi  recipienti  o
autoclavi, dove il «Prosecco» acquista quel brio che lo rende  vivace
al palato. 
    Il «Prosecco» esprime  cosi'  al  meglio  il  proprio  potenziale
aromatico e di piacevolezza, tipicita' e freschezza che lo rendono un
vino  apprezzato   e   richiesto   dai   consumatori   nazionali   ed
internazionali. 
    Degna di nota  e'  la  produzione,  benche'  contenuta,  di  vino
«Prosecco» fermo, che presenta un  profilo  sensoriale  analogo  alle
precedenti tipologie, ma dai marcati sentori di frutta  e  dal  gusto
impostato su una maggior sapidita' e pienezza. 
 
    c) Legame causa-effetto  tra  ambiente  e  «Prosecco»:  il  clima
temperato, con la presenza  di  piogge  e  venti  caldi  di  scirocco
durante l'estate,  determinano  il  corretto  sviluppo  della  pianta
durante la fase vegetativa. 
 
    Le  escursioni  termiche  tra  giorno   e   notte   e   i   venti
prevalentemente secchi di bora nella fase finale di maturazione della
bacca, favoriscono la persistenza delle sostanze «acide»  nonche'  la
produzione di significative quantita'  di  precursori  aromatici  che
definiscono i sentori floreali e fruttati tipici del vino «Prosecco». 
    I suoli alluvionali, con tessitura  argillosa-limosa,  presentano
una buona fertilita' che consente di ottenere  ottime  produzioni  in
termini quantitativi, favorendo un moderato accumulo degli zuccheri e
rendendo   disponibili    minerali    e    microelementi    necessari
all'ottenimento  dell'equilibrata   composizione   chimico-sensoriale
della bacca. 
    Questi terreni, con il  contributo  climatico  particolare  della
zona, sono adatti alla coltivazione  delle  varieta'  destinate  alla
produzione di «Prosecco», perche' permettono di ottenere un vino base
spumante    non    eccessivamente    alcolico    e    dal     profilo
sensoriale/gustativo fresco, secco  e  fruttato,  caratteristico  del
«Prosecco», rendendolo  riconoscibile  ai  consumatori  nazionali  ed
internazionali.